Inside Art 136

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INSIDEART online

credit photo Gaia Badioni

N. 136


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NICOLA VERLATO GUARDA PASOLINI

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NICOLA VERLATO GUARDA PASOLINI

Nicola Verlato guarda Pasolini:

alle Terme di Diocleziano a Roma un’imponente mostra dedicata all’intellettuale italiano

“Hostia Pier Paolo Pasolini” è il nuovo progetto espositivo che anticipa a realizzazione del complesso monumentale finalizzato alla celebrazione del poeta, scrittore e regista di cui quest’anno si celebra il centenario dalla nascita


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NICOLA VERLATO GUARDA PASOLINI

Davide Maria Mannocchi

Una cornice d’eccellenza per un progetto mo-

temporanea, testimone delle tragedia che

numentale, non solo nelle dimensioni ma so-

ha tolto al panorama intellettuale una delle

pratutto nelle intenzioni. Nicola Verlato met-

voci più taglienti e controcorrente di tutto il

te la sua firma sulla nuova esposizione Hostia,

XX secolo. Indubbio il riferimento all’iconica

Pier Paolo Pasolini, aperta al pubblico dal 13

tavola dipinta da Caravaggio con soggetto

aprile, dedicata all’intellettuale del quale nel

la deposizione del Cristo dalla croce (1602-

2022 si celebrano i cento anni dalla nascita.

1604): Pasolini è rappresentato come un martire del presente, un profeta laico, libe-

Il ricordo della tragica morte dell’uomo che

ro da qualsiasi sfumatura mistico-religiosa.

ha segnato in maniera indelebile la seconda metà del ‘900 italiano permea l’atmosfera

Intorno all’opera sono installati altri lavori che

delle Terme di Diocleziano, a due passi dal-

si muovono in diversi campi disciplinari: si

la stazione Termini, nel cuore della Capitale.

passa dalla pittura, iperrealista e disarmante nella sua minuziosità, alla scultura, fino all’e-

«Le Terme di Diocleziano – ha spiegato

sposizione di un cartone dalle dimensioni a

Stéphane Verger, Direttore del Museo –

dir poco impressionanti che Verlato conce-

sono uno dei luoghi simbolo della città di

pisce per decorare l’interno del futuro com-

Roma profondamente legata alla storia di Pa-

plesso monumentale di prossima realizzazio-

solini e, nella loro monumentalità, sono le più

ne nel luogo della tragedia sul litorale romano.

adatte a ospitare le opere di Nicola Verlato pregne dell’architettura e delle arti visive an-

«Nicola Verlato – ha evidenziato il curatore

tiche». L’esposizione riesce a suscitare forti

Lorenzo Canova – dialoga senza subal-

emozioni: altalenante il sentimento, sempre

ternità con la pittura del passato, con quel-

sospeso tra la meraviglia e la commozione,

la tradizione che Pasolini rivendicava come

che si prova camminando per le sale del sito

fondamento delle sue sperimentazioni lette-

archeologico romano, riadattato per l’occa-

rarie e cinematografiche. Nel grande com-

sione a spazio espositivo unico nel suo genere.

plesso monumentale di Hostia le arti visive si legano così all’architettura e alla musica

La rassegna di opere realizzate da Nicola

in un’elegia monumentale e metafisica dove

Verlato trova il suo nucleo centrale nell’impo-

la morte di Pier Paolo Pasolini supera il bru-

nente tavola che cristallizza il momento del

tale dato di cronaca per trasformarsi in un

ritrovamento del corpo senza vita di PPP, nei

evento tragico che penetra e supera la sto-

pressi dell’idroscalo di Ostia, mutilato dai cal-

ria». Nell’esposizione è palpabile l’ambizione

ci e dai pugni di un gruppo di giovani. Intor-

di innalzare a una dimensione quasi mito-

no al cadavere si concentrano le simboliche

logica le vicende di un uomo che ha supe-

presenze che rappresentano la società con-

rato nettamente la sua dimensione terrena.

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NICOLA VERLATO GUARDA PASOLINI


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NICOLA VERLATO GUARDA PASOLINI

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Il pensiero pasoliniano, dissacrante e divergente da qualsiasi altra linea intellettuale, ha lasciato un’eredità contraddistinta dall’immortale contemporaneità. La lucida analisi che Pasolini porta avanti sul sistema capitalista e sulle storture che tale modello socio-politico produce nell’individuo resta ancora oggi una delle più preziose testimonianze del ‘900. Le vicende esistenziali che hanno segnato il suo personale percorso biografico hanno avuto luogo in gran parte a Roma, dove Pasolini si trasferisce negli anni’50. Risulta quindi naturale che proprio in questa città da lui profondamente amata, odiata, sofferta e intensamente vissuta si trovi l’occasione per portare fino al cielo, dal quale sembra essere caduto proprio come un moderno Lucifero, l’ultimo intellettuale di una stirpe italica ormai perduta. Info: https://museonazionaleromano.beniculturali. it/orari-e-biglietti/ HOSTIA. PIER PAOLO PASOLINI a cura di Lorenzo Canova 13 aprile -12 giugno 2022 Terme di Diocleziano Via E. De Nicola 78 , Roma

NICOLA VERLATO GUARDA PASOLINI


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LETIZIA BATTAGLIA

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LETIZIA BATTAGLIA

Addio Letizia

Omaggio a una grande donna e a una grande fotografa che nei suoi scatti ha raccontato i volti e i fatti del nostro Paese Fabrizia Carabelli

Letizia Battaglia aveva 87 anni ma c’erano

del dolore, della tristezza e delle sofferenze

delle caratteristiche in lei che tradivano lo

che ha attraversato in prima persona.

spirito di un’adolescente indisciplinata. Il suo volto sorridente portava i segni delle lotte che nella sua vita aveva dovuto combattere,

Ritratto Letizia Battaglia, courtesy Drago Pu-

i capelli prima rosa e poi azzurri erano solo

blishing

la prova del suo anticonformismo. «Mi chia-

Perché la neutralità è di un altro mondo, non

mo Letizia Battaglia – diceva ridendo in una

appartiene a quello di Letizia Battaglia. Den-

recente intervista per Freeda – non posso

tro a quel bianco e nero c’è l’inchiostro di

separarmi». L’impegno di una combatten-

mille storie scritte sulla pellicola, il racconto

te e l’animo di una ragazzina, due pulsioni

di una donna, prima che di una fotografa,

presenti tanto nella sua vita quanto nei suoi

sincera. E con la stessa onestà Battaglia ha

scatti che ti raccontano la realtà con un’em-

intrappolato nei suoi scatti l’odio per la vio-

patia velata di malinconia e che allo stesso

lenza, l’amore per le persone e per una città

tempo ti sparano addosso un getto di doccia

dalle sfumature di grigio, Palermo, slabbra-

gelata. Non semplici documentari ma narra-

ta, decadente, povera, come la definiva lei e

zioni che, come il suo volto, portano i segni

alla quale, pure quando andava via, tornava La cover che Inside Art ha dedicato nel 2009 a Letizia Battaglia


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sempre. “La contraddizione definisce Palermo”, scriveva Sciascia, e quelle contraddizioni è impossibile non raccontarle che sia con la penna che sia attraverso l’obiettivo e Letizia Battaglia ne era ben conscia. Autodidatta, Battaglia impugna a quasi quarant’anni suonati la macchina fotografica. Comincia presentandosi nel ’69 all’Ora di Palermo e per quel giornale fa la prima foto di una prostituta. Poi, dopo una parentesi formativa milanese, torna a Palermo e lavora come cronista confrontandosi inevitabilmente con la mafia. Fotografa l’uccisione del Presidente della Regione Piersanti Mattarella, scatta fotografie a Giulio Andreotti in compagnia di Nino Salvo di Cosa Nostra, che saranno utilizzate agli atti dei processi a seguire. Nel 1992, dopo l’uccisione del magistrato Giovanni Falcone, decise di smettere di documentare i fatti di mafia. «Ho sofferto – dice in una recente intervista per Repubblica – per coloro che sono morti per mano mafiosa, da Boris Giuliano ai tanti che hanno disseminato di sangue la mia terra. Ho pianto, ho imprecato e ho documentato le carneficine e gli omicidi». E le sue lacrime sono state il suo regalo per l’arte, l’inchiostro che ci aiuta ancora oggi a ripercorrere i momenti bui della storia del nostro Paese e che disegna i volti di un’umanità che non ha bisogno di colori, ma di contrasti, per emergere dallo sfondo di una città.

Giuseppe Impastato, young journalist and communist, was murdered here by the mafia, Cinisi, 1978. By Letizia Battaglia from her book Anthology, published by Drago

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INSIDEART 12 FONDAZIONE GIULIANI PRESENTA RICHARD ALDRICH

INSIDEART 13 FONDAZIONE GIULIANI PRESENTA RICHARD ALDRICH

Fondazione Giuliani presenta la prima personale italiana di Richard Aldrich Astrazione e figurazione si alternano alla Fondazione Giuliani di Roma nel lavoro dell’artista originario della Virginia Adriana Talia

Dal 14 aprile al 25 giugno 2022 la Fondazio-

sato, a cui l’artista da nuova vita, per far si

Il tempo, considerato all’artista come parte

formazione musicale dell’artista. La sua ri-

ne Giuliani ospita An exploration of how time

che il visitatore dia un significato personale a

integrante del suo lavoro, diventa fisico, si

flessione verte su ciò che accade nelle fasi

only exists in half steps (Studio su come il

quello che osserva.

trasforma in una tecnica.

intermedie e su come questo può essere

tempo esista solo in semitoni), la prima per-

mostrate e espresso.

sonale in un’istituzione italiana di Richard Al-

Le opere esposte alla Fondazione Giuliani

Il titolo della mostra è nato dall’idea che le

drich. L’artista, nato in Virginia nel 1975, mol-

raccontano l’interesse dell’artista per lo scor-

idee stesse siano costruite sopra altre idee.

«Le opere sono connesse da una rete rizo-

to apprezzato negli Stati Uniti, vive e lavora

rere del tempo e, come spiega la curatrice,

«Il mio obiettivo – dice l’artista – è quello di

matica che va da a un’esplorazione aper-

a New York. La mostra in corso, curata da

«il modo in cui gli oggetti possono essere uti-

indagare cosa succede nello spazio tra la

ta nella storia della pittura, a riferimenti alla

Adrienne Drake, si compone di 26 opere, tra

lizzati per esplorare il concetto di tempo per

nascita di un’idea, di un progetto e la sua re-

cultura pop, all’esperienza personale, con-

dipinti, sculture e lavori su carta, realizzate

la comprensione di noi stessi e del mondo

alizzazione, i semitoni appunto». Il riferimento

tribuendo a costruire una narrazione della

da Aldrich tra il 2000 e 2022.

che ci circonda».

ai semitoni, cioè il più piccolo l’intervallo che

mostra, per quanto sfuggente» chiosa la cu-

vi è tra due suoni, deriva dalla I lavori esposti non seguono un ordine cronologico, sono entità uniche, legate tra loro da connessioni e relazioni più o meno sottili, in un rapporto reciproco. Le opere su carta e le sculture hanno un approccio intimo e autobiografico, incorporano oggetti trovati, donati o con un significato speciale. Ogni elemento diviene esperienza del pas-

ratrice Adrienne Drake.


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INSIDEART 20 INTERVISTA CON GIANNI GARRERA

Collezionare l’inosservato, intervista con Gianni Garrera: «Il collezionismo è l’appagamento di un desiderio infantile di grandezza»

INSIDEART 21 INTERVISTA CON GIANNI GARRERA


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INSIDEART 23 INTERVISTA CON GIANNI GARRERA

Carla Macrì

Gianni Garrera drammaturgo, filologo musicale e traduttore racconta il valore concettuale della propria collezione di arte contemporanea.

Col-

lezione nata dalla con-

Da Maria Lai a Matteo Fato, il drammaturgo, filologo musicale e traduttore Gianni Garrera racconta la sua collezione

templazione dell’arte quale materializzazione

procede dalla genialità infantile, investita in età matura da un eccesso d’infanzia. Così è possibile riconoscere che il collezionismo è l’appagamento di un desiderio

infantile di grandezza».

della parola e centralità del logos e arricchita da fitte relazioni intessute con artisti quali

Come mai il suo interesse per la materia-

Mariella Bentivoglio, Maria Lai, Luca Vitone e

lizzazione della parola nelle opere d’arte

Matteo Fato. Garrera predilige le opere che

trova un corrispettivo nella sua collezio-

non dipingono l’oggetto, ma lo descrivono a

ne prevalentemente al femminile?

parole, quelle opere realizzate attraverso una

«Vale ancora per la scelta dell’arte al femmi-

definizione piuttosto che un disegno, quelle

nile il destino di Edipo per cui è dato in sor-

opere che svelano la formula del quadro, che

te di rivolgere il primo amore alla madre e il

recuperano i segni di ciò che non c’è più. Si

primo odio contro il padre. Semplicemente

tratta di un collezionismo intimo fatto di stu-

collezionare opere al femminile è ripetere il

dio e relazioni originato da uno spirito atten-

destino di svalutare il proprio padre e spo-

to, infantile e tenace.

sare la propria madre, concependo come un regno di madri la schiera delle artiste che si

Da cosa ha origine la sua passione/os-

collezionano. Mia madre era una sarta, per

sessione per il collezionismo?

questo amo tutte le artiste ricamatrici e mer-

«L’impulso alla collezione è allacciato a mec-

lettaie che le somigliano, come Anna Torelli,

canismi onirici e a un regresso all’infanzia.

Maria Lai, Amelia Etlinger, Alba Savoi, Aurelia

L’acquisto di un quadro interviene nell’insuf-

Munoz, Elisabetta Gut. La collezione costrin-

ficienza fantastica della vita. Nell’arte si co-

ge a prendere conoscenza del nostro intimo,

stituisce un sogno, quale esperienza di una

nel quale quegli impulsi sono presenti».

realtà che però è anche compossibile con il resto del mondo. Collezionare è, quindi, un

Qual è il filo che lega i suoi studi di mu-

atto surreale, e in questo senso non ha una

sicologia all’amore per l’arte contempo-

genesi economica. Si potrebbe descrivere il

ranea?

collezionare come il surrogato della scena in-

«Durante i miei anni di studi con la paleogra-

fantile. Ciò che più si avvicina alla vera vita è

fia musicale mi ero confrontato principalmen-

solo l’infanzia, il collezionismo, che ha poco

te con codici latino-provenzali. Significava

da spartire con la speculazione economica,

un rapporto con le grafie degli amanuensi,

Gianni Garrera


INSIDEART 24 DA TONY CRAGG A IDRIS KHAN, A PALAZZO CIPOLLA

INSIDEART 25 DA TONY CRAGG A IDRIS KHAN, A PALAZZO CIPOLLA

con le notazioni musicali e con le cognizio-

soprattutto gli eventi marginali, ricordando

pagni di giochi in questa sorta di Parnaso,

per libidine di spesa, ma è una libidine che si

ni della simulazione grafica dei suoni. Gran

non l’importante bensì l’inosservato, fino

ed è in questa emozione infantile che rientra

antepone all’estasi del dipinto e non procede

parte della mia collezione riguarda opere in

al punto di implicare una svalutazione delle

quella che puoi definire influenza. In questo

dalla pulsione dell’icona ma dall’eccitazione

cui ad apparire o ad agire sono lingue anor-

opere principali a vantaggio delle situazioni

senso sono un compagno di giochi di Luca

della valuta. Sarebbe in questo senso pre-

mali, parole senza dettato, segni grafici, im-

aggiuntive, insignificanti, casuali. Quando

Vitone, di Matteo Fato o di Pino Purificato».

feribile non avere soldi, e bramare un’opera

paginazioni, spaziature, refusi. Ricordo che

sono nello studio di un artista mi affascinano

cominciai ad ammirare alcune pagine di libri

gli scarti quali appunti, abbozzi, prove, sba-

Per essere un collezionista non bisogna

averla, a qualsiasi costo. Si riconoscono le

stampati in cui comparivano errori tipografici

gli, rifiuti o fogli e panni di pulitura delle pen-

essere ricchi, è vero?

collezioni che procedono dalla potenza della

che creavano intervalli nella parola, ribattute

ne e dei pennelli, che sono economicamente

«Avere vero denaro non predispone in modo

valuta da quelle che si originano dalla volontà

di sillabe in esubero, lettere rovesciate, per

meno determinabili delle opere confezionate

efficace, perché puoi acquistare un’opera

dell’icona».

cui bastava una simile minima aberrazione

ma possiedono un altro valore; sono vicini

per rendere quella pagina surreale. Nell’am-

agli impulsi, alle intenzioni, agli umori, per-

bito dell’iconoclastia moderna ho prediletto

ché sono più prossimi allo stato di dormive-

le opere anti-grammaticali, quando la lettera

glia dell’autore, rispetto alla condizione vigile

supera la sudditanza logica, sottraendosi al

dell’opera istituita e vigilata. Gli stracci con le

dominio della grammatica e assumendo la

puliture dei pennelli di Matteo Fato sono un

forma di una notazione musicale. Penso an-

atto decentrato di esistenza pura della pittu-

che alla mia collezione di opere dedicate alla

ra che però conserva l’elasticità delle pen-

grafia della croce e del segno di croce, os-

nellate coscienti appena eseguite, deiezione

sia la croce senza il crocefisso, come lettera

della seduta di lavoro vigile e controllata».

analfabetica e stolta in contrapposizione alla sapienza alfabetica del mondo. Gran parte

Il suo è un collezionismo di studio, inda-

della collezione insegue l’uso neumatico,

gine e ricerca, di relazione con l’artista.

perciò analfabetico, della parola».

In che modo le sue relazioni influenzano le opere degli artisti?

Quali sono le opere più importanti della

«Per l’arte contemporanea, dove c’è la for-

sua collezione?

tuna di avere vivente l’artista e una lettera-

«Autolapide su carta da rendiconti di Mirella

tura ancora in sviluppo, il confronto diretto

Bentivoglio e Libro scalpo ossia Libro cucito

è un’occasione vitale. L’attenzione ha come

di Maria Lai. Sono fondamentali lavori liturgici

fonte la sfera della reciproca tenerezza dell’in-

della Chiesa delle madri».

telligenza. Il rapporto prevede l’elaborazione di un affetto e la predisposizione di un ono-

Tutto ciò che viene scartato da un arti-

re, il sentimento del convivere poeticamen-

sta ha un valore per il collezionista, in

te, la presunzione o l’arbitrio della genialità,

che misura si tratta di un valore inferiore

la disponibilità di tempo, il provare sempre

rispetto all’opera d’arte da cui nascono

a scambiarsi segni e dediche, a contare sui

gli scarti?

principi della comunicazione simbolica, sul

«La mia collezione accoglie nel contenuto

legame di prossimità. Si è infantilmente com-

come un’isola del tesoro e fare di tutto per

Ortografia del nome di Dio di Mariella Bentivoglio


INSIDEART 26 PROGETTI PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DI ROMA

INSIDEART 27 PROGETTI PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DI ROMA

Ex Uffici Alitalia ph Luoghidismessi Project

Il riscatto della Capitale In mostra a Palazzo Merulana i progetti per la riqualificazione urbana di Roma Adriana Talia

Alla ricerca di un nuovo modello di città che possa risa dare le profonde ferite della metropoli capitolina, da anni sofferente e bisognosa di un processo di rinnovamento radicale

Fino al 29 maggio 2022, Palazzo Meru-

Il lavoro, giunto alla seconda edizione,

lana ospita Riscatti di Città – Transizio-

porta avanti la discussione e il confron-

ni urbane a Roma, mostra presentata da

to sulla rigenerazione urbana. Iniziato

TWM Factory e H501 City Hub,in colla-

nel 2020, lo scoppio della pandemia ha

borazione con CoopCulture. Un’esposi-

bloccato il progetto e ha fatto emergere

zione multidisciplinare, curata da Nicola

ulteriori criticità e problematiche. «Oggi

Brucoli, Carlo Settimio Battisti e Andrea

vogliamo raccontare – affermano i cura-

Fulgenzi, in cui progetti, dati e opere d’ar-

tori – quei processi che stanno portando

te si intrecciano, per ridonare luce ai luo-

Roma verso un nuovo modello di città:

ghi romani dimenticati e a porre le basi

più sostenibile, più accessibile e dove le

per la città del domani.

comunità dal basso (ri)attivano costantemente il tessuto urbano».


INSIDEART 28 PROGETTI PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DI ROMA

Deposito Atac-Piazza Ragusa_Stefano Canziani

INSIDEART 29 PROGETTI PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DI ROMA

di mobilità, le fotografie di Luoghi Dismes-

OZ – Officine Zero grazie al supporto del

si Project alias Maritza Bianchini, le im-

Dipartimento Tutela Ambientale di Roma

magini di Luca Bonaccorso, le installazioni

Capitale, che presenta la vegetazione che

video-art di Cromoformio e le illustrazioni

cresce nei luoghi dismessi di Roma. Riscatti

di Stefano Canziani, che hanno l’obiettivo

di città si pone l’obiettivo di analizzare lo sta-

di sensibilizzare il pubblico rispetto al tema

to attuale dei sistemi urbani, sostenendo un

delle grandi dismissioni e alle dinamiche di

approccio innovativo e alimentando il dibat-

sviluppo urbano e racconto del territorio.

tito pubblico.

Un invito a compiere una riflessione sulla ri-

Riscatti di città. Transizioni urbane a Roma Dal 15/04/2022 al 29/05/2022 Palazzo Merulana Via Merulana, 121 Roma

generazione delle aree naturali presenti sul territorio è dato dall’installazione green site-specific, realizzata in collaborazione con

Ex Arsenale Pontificio_Studio Insula

L’obiettivo della mostra è proporre delle al-

Durante la rassegna stampa è stata lanciata

ternative alle attuali situazioni di abbandono

una piattaforma di crowd-mapping, co-cre-

e necessità della città di Roma, presentando

ata con il Dipartimento di Informatica dell’U-

visioni, idee, progetti e iniziative che restitu-

niversità degli Studi di Torino – UniTo, che

iscono valore al territorio. Per fare questo,

indica i luoghi ad oggi recuperati e potrà es-

sono state realizzate due mappature, nelle

sere costantemente aggiornata con i nuovi

quali sono stati segnalati oltre 400 punti tra

contributi.

luoghi dismessi e rigenerati e circa 300 centri di nuova produzione culturale.

L’esposizione presenta 15 progetti di Architettura e Spazio Pubbliconature-based e 4


INSIDEART 30 PROGETTI PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DI ROMA

INSIDEART 31 PROGETTI PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DI ROMA

Installazione verde_TWM Factory OZ OfficineZero Officine-Zero

Rettorato dell’Università Roma Tre_Progettato da Mario Cucinella_Copyright Moreno Maggi Sitosintesi_Video installazione di Cromoformio


INSIDEART 32 HERMANN NITSCH

Ci lascia Hermann Nitsch, l’arte brutale contro ogni perbenismo

Si spegne a 83 anni a Vienna l’artista austriaco autore degli interventi più provocatori dell’arte del ’900

INSIDEART 33 HERMANN GLOBAL NFT NITSCH EXHIBITION ROME


INSIDEART 34 HERMANN NITSCH

INSIDEART 35 HERMANN NITSCH

dicata all’arte con l’obbiettivo di scuotere le

padre fondatore, si fa autore.

coscienze. Quella di Hermann Nitsch è un’epopea creativa in cui arte e vita si fondono

Tutto ha inizio nel 1962, in uno scantinato

incondizionatamente, creando un mix provo-

viennese, dove tre giovani artisti decidono di

catorio e perturbante in bilico tra l’indagine

rinchiudersi per giorni con l’obiettivo di vive-

umana e l’attivismo militante.

re un’esperienza creativa totale e non condizionata da nessuna interferenza esterna. Il

Hermann Nitsch

Davide Maria Mannocchi

In un ospedale di Mistelbach, in Austria, si è

viene fatto circolare direttamente dalla mo-

spento Hermann Nitsch, massimo esponen-

glie dell’artista.

te della corrente dell’Azionismo viennese che con le sue installazioni e le sue performance

Nato a Vienna nel 1938, all’età di 15 anni

ha saputo lasciare il segno nella storia del-

frequenta l’Istituto di insegnamento e ricerca

le arti visive del XX e XXI secolo. L’annuncio

grafica nella capitale austriaca. Una vita de-

Nel panorama attuale Nitsch è da molti con-

gruppo è composto da Adolf Fronher, Otto

siderato alla stregua dell’anticristo. Una vita

Muhl e lo stesso Hermann Nitsch. Conclu-

passata a fare a pezzi il perbenismo e, pro-

sa la reclusione i tre fanno conoscere l’esito

prio nella società dove impera la violenza

del loro lavoro a un pubblico costernato: as-

delle immagini, Nitsch è costretto a scon-

semblaggi di rifiuti, pitture violente gestuali, e

trarsi con un pubblico ancora più suscettibile

tracce di performance durante la quale Nit-

e propenso a gridare allo scandalo. Fin dal

sch aveva infierito sulla carcassa crocefissa

principio del suo percorso l’azione dell’arti-

di un agnello, avendo poi sparso sangue e

sta è in grado si accendere forti polemiche

vernice rossa nello spazio circostante. Da

riguardo gli happening e le performance di

questo estremo esperimento nasce il mani-

cui il movimento azionista viennese, di cui è

festo dell’Azionismo viennese, Die Blutorget,


INSIDEART 36 HERMANN NITSCH

l’organo del sangue.

INSIDEART 37 HERMANN NITSCH

brare come un rito che riuniva in sé i miti, i modelli rituali, i simboli archetipici.

Da quel momento la serie di interventi provocatori dell’artista non si arresta. Nitsch e

La brutalità dell’arte di Hermann Nitsch non

i suoi colleghi combattono la chiusura men-

è riuscita a infrangere definitivamente quel

tale della cultura austriaca del dopoguerra

muro di perbenismo che ancora impera sul-

ispirandosi alla tradizione pittorica e teatrale

la società occidentale, oggi ancora schiava

dell’espressionismo austriaco, della psicoa-

dell’ostinazione del politicamente corretto.

nalisi di Freud e Jung, del simbolismo e del

In un mondo fragile in continua evoluzione

decadentismo. Nitsch, dal canto suo, rin-

è però fondamentale ricordare che l’utilizzo

corre tutta la vita quel sogno wagneriano di

di un linguaggio dissacrante come quello

Opera totale, già portato avanti da Fluxus, un

dell’Azionismo viennese è ancora fondamen-

sogno concretizzatosi nel Teatro delle orge

tale, perché in grado di scuotere gli animi e le

e dei misteri alla fine degli anni Cinquanta.

coscienze, alimentare il dibattito, accendere

Un’utopia che riconosce nell’arte il momento

il pensiero critico, irrinunciabile risorse nell’e-

totalizzante dell’esperienza umana, da cele-

sperienza quotidiana di ogni individuo.

Hermann Nitsch


INSIDEART 38 LA “BIENNALE MIRACOLOSA” DI CECILIA ALEMANI

La “Biennale miracolosa” di Cecilia Alemani

Dopo un’attesa lunga due anni, apre le porte l’attesissima nuova edizione della Biennale d’arte di Venezia

INSIDEART 39 LA “BIENNALE MIRACOLOSA” DI CECILIA ALEMANI


INSIDEART 40 LA “BIENNALE MIRACOLOSA” DI CECILIA ALEMANI

Davide Maria Mannocchi

“Una mostra miracolosa”, così commen-

relazione con la tecnologia e la natura. Nel-

ta l’esposizione Cecilia Alemani, curatrice

la mostra allestita presso l’arsenale si passa

della 59. Biennale Arte di Venezia. Gene-

attraverso tutte le domande che Alemani, in-

si e preparazione difficoltose, via zoom, con

sieme agli artisti, si è posta riguardo al corpo

l’impossibilità di vedere dal vero le opere,

e, in particolare “come sta cambiando l’uma-

toccarle, parlare direttamente con gli artisti

no?”.

isolati a causa della pandemia globale. Per questo motivo l’esposizione risulta così spe-

Monumentali sculture primordiali, evocatrici

ciale, perché riunisce ancora, dopo due anni,

di gigantesche immagini di fertilità, piano pia-

tanti corpi in un luogo solo.

no si decompongono lungo il percorso. La rotondità lascia il posto a frammenti, talvolta

Proprio il corpo è al centro della ricerca che

sanguinanti, per poi rinascere nella natura.

Alemani ha sviluppato con gli artisti invitati:

Nei padiglioni nazionali e nella mostra cen-

un corpo rappresentato, in metamorfosi, in

trale ai giardini un assaggio di post umano

INSIDEART 41 LA “BIENNALE MIRACOLOSA” DI CECILIA ALEMANI


INSIDEART 42 LA “BIENNALE MIRACOLOSA” DI CECILIA ALEMANI

INSIDEART 43 LA “BIENNALE MIRACOLOSA” DI CECILIA ALEMANI

con opere che, attraverso linguaggi diversi,

ne giapponese, potentissimo nella sua ele-

propongono un’idea corporea trasformata,

ganza. Come potente è il suono del respiro

ibrida. Pittura (tanta), fotografia, scultura,

del corpo alieno che abita ls stanza centrale

video, interventi architettonici, tutti i media

del padiglione coreano. In chiusura un cenno

sono coinvolti in questo cammino a richia-

all’iniziativa Biennale College per la prima

mare anche quelle che la curatrice ha defi-

volta realizzata anche per la sezione Arte. Tra

nito “capsule del tempo” che punteggiano

i partecipanti sono stati selezionati quattro

tutta l’esposizione e richiamano alle biennali

giovani artisti esposti nel padiglione centrale

e agli artisti del passato.

dei giardini a fianco dei grandi nomi dell’arte contemporanea, a sottolineare l’attenzione

«Per capire cosa è stato fatto e cosa no» af-

della Biennale per le nuove generazioni e la

ferma Alemani. Passato e presente si unisco-

ricerca.

no con elementi e strumenti che scandiscono i tempi dell’arte». Nel ventre sotterraneo del padiglione centrale una capsula “stregata” nella quale opere storiche emergono come sogni. Qui si comprende davvero il senso di tutta la kermesse e di ciò che ha mosso il curatore in questi due anni. Il dialogo con il passato è fortemente presente anche nel padiglione Italia curato da Eugenio Viola e affidato a Gian Maria Tosatti dal titolo “Storia della notte e destino delle comete”: una visita lenta e silenziosa, come vuole l’artista, nella malinconia e che d’un tratto si fa poesia.Le grandi sculture totemiche e creole del padiglione statunitense ci rimandano a culture lontane e al loro rapporto con le forme archetipe. Giochi di assenze, invece, nei padiglioni della Spagna e della Germania. Musica, buio e lievi proiezioni laser caratterizzano il padiglio-


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