INSIDEART online
N. 156 | € 2,00
credits_Four point five out of five, 2021, Photo Stefan Korte. Copyright Studio Claire Fontaine. Courtesy of Air de Paris and Claire Fontaine and Galerie Neu, Berlin
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IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
Il meglio e il peggio nel mondo dell’arte del 2023, ecco la classifica di Inside Art
Claire Fontaine vince il premio di miglior artista. ui tutti i nomi dei selezionati e qualche considerazione sui flop dell’anno
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IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
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IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
INSIDEART 5
IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
Ginevra De Pascalis
Il 2023 si chiude a breve e, come di consue-
di sostenibilità e tecnologiche, come l’impor-
MIGLIOR ARTISTA – CLAIRE FONTAINE
hanno realizzato l’opera site-specif Il Perso-
to, prima di aprire nuovi capitoli, in redazione
tanza crescente dell’IA nelle nostre vite.
Hanno aperto l’anno 2023 con Pensati Libe-
nale è Politico e un workshop rivolto alle don-
ra, la frase tatuata sullo scialle griffato Dior di
ne che rivestono ruoli manageriali nell’azien-
facciamo il punto sui top e sui flop di questo lungo anno, attraversato da avvenimenti
In questa cornice abbozzata, grazie all’aiuto
Chiara Ferragni a Sanremo: un invito a tutte
da Elica proprio sul tema dell’empowerment
politici e culturali significativi e da mostre e
della comunità scientifica che ruota intorno
le donne a staccarsi dal ricatto emotivo della
femminile.
manifestazioni di cui, alcune verranno presto
alla redazione di Inside Art e alla Fondazio-
vita quotidiana. “La libertà delle donne – scri-
dimenticate mentre altre resteranno, forse,
ne Patrimonio Italia, abbiamo deciso di se-
vevano in quell’occasione – non comporta l’ir-
Fino ad arrivare al titolo della prossima Bien-
nei libri di storia dell’arte.
lezionare i protagonisti del 2023. Attraverso
responsabilità, ma la possibilità di un amore
nale Arte del 2024, Stranieri Ovunque – Fo-
un semplice sondaggio che include esperti
vero, perché l’amore può avvenire solo senza
reigners Everywhere, tratto proprio da una
Un anno che si è aperto con una guerra in
del settore, critici d’arte e persone che lavo-
vivere nella paura della violenza dell’altro”.
serie di lavori realizzati dal collettivo. Le opere
corso, quella ucraina-russa, ma che ha visto
rano quotidianamente nel mondo della cultu-
nascere anche un altro conflitto, quello in Me-
ra, si è delineato di fronte a noi un panorama
Tuttavia i riconoscimenti del duo artistico
che riportano in diverse lingue le parole “Stra-
dio-Oriente, due eventi che hanno lasciato i
variegato che non ha reso per nulla semplice
fondato da James Thornhill e Fulvia Carne-
nieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua
segni delle devastazioni di interi patrimoni
la selezione. Alla fine, tuttavia, siamo riusciti
vale sono stati tanti nel corso dell’anno: dalla
volta presa dal nome di un omonimo colletti-
artistici e architettonici e che hanno avuto
a nominare i nostri vincitori. Di sicuro li cono-
vittoria del Premio Ermanno Casoli 2023,
vo torinese che nei primi anni Duemila com-
senz’altro ripercussioni anche in Europa e in
scete bene ma ecco un’occasione per guar-
promosso dall’omonima fondazione, per cui
batteva il razzismo e la xenofobia in Italia.
Italia.
darli da vicino.
Ancora un tema caldo emerso in modo sempre più sentito nel nostro Paese è quello della lotta al femminicidio e, in particolare, l’urgenza di toccare un nervo scoperto riportando al centro il dibattito politico sulla violenza contro le donne.
LA NOSTRA CLASSIFICA
• MIGLIOR ARTISTA – CLAIRE FONTAINE • MIGLIOR MUSEO – MAXXI L’AQUILA • MIGLIOR POLO CULTURALE – OGR TORINO • MIGLIOR GALLERIA GALLERY CLIMATE COALITION
• MIGLIOR DIRETTORE MUSEALE Fondamentale, da parte del mondo della cul-
ANDREA VILIANI
tura a nostro avviso, è stata inoltre una sorta
• MIGLIOR FONDAZIONE
di presa di coscienza sulla necessità di fornire nel sistema artistico nuovi strumenti e un nuovo apparato legato alla critica sull’arte e sugli artisti italiani.
LA QUADRIENNALE ROMA
• MIGLIOR ISTITUZIONE CULTURALE INTERNAZIONALE – FONDATION CARTIER
• PREMIO MECENATISMO PATRIZIA SANDRETTO RE REBAUDENGO
Si delinea così un quadro culturale complesso, in cui si riversano anche questioni economiche, come l’impatto dei mercati altalenanti sull’arte, ambientali, legate ai temi ecologici e
consistono in sculture al neon di vari colori
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IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
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IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
MIGLIOR MUSEO – MAXXI L’AQUILA
Estensione del MAXXI Museo nazionale del-
Marisa Merz oltre che iniziative sperimentali
le arti del XXI di Roma, il MAXXI L’Aquila ha
come The future is here, somewhere di Nu-
aperto le porte nel 2021 negli spazi barocchi
mero Cromatico. Ancora, con Performative, il
di Palazzo Ardinghelli, splendido edificio set-
festival internazionale di performance d’arte,
tecentesco nel cuore della città distrutto dal
danza, musica e teatro, il museo ha consoli-
terremoto del 2009 e tornato a vivere grazie
dato il rapporto con le arti performative con
a un progetto condiviso finalizzato a una rina-
lo scopo di creare un laboratorio urbano e in-
scita de L’Aquila. Nonostante si sia sempre
nescare nuove relazioni, attivare processi di
distinto per la sua programmazione convin-
creatività e sperimentazione nel tessuto so-
cente e per la sua ricerca innovativa, il MAXXI
ciale della città.
L’Aquila quest’anno ha davvero compiuto un volo notevole, e il merito va dato anche al suo La pratica artistica di Claire Fontaine ruota
direttore Bartolomeo Pietromarchi, che pro-
attorno a temi di grande attualità politica e di
mosso belle mostre come la collettiva Diario
matrice femminista nella società contempo-
notturno, Di sogni, incubi e bestiari imma-
ranea.
ginari o la mostra dedicata a Shilpa Gupta e
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IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
MIGLIOR POLO CULTURALE OGR TORINO
Una programmazione variegata, sperimenta-
vanno dall’ecologia femminista alla teoria
le e di alta qualità è la principale ragione che
degli affetti queer, espandendo le nozioni sul
ci ha spinto a premiare OGR Torino, tra i cen-
concetto di corpo e sulle relazioni con l’altro.
tri di produzione e sperimentazione culturale più dinamici in Europa.
Per poi concludere con le belle rassegne su Sarah Sze e Sara Enrico, entrambe artiste
Dopo la mostra RHAMESJAFACOSEYJA-
impegnate in una riflessione sui limiti del-
FADRAYTON, prima personale in un’istitu-
la scultura, con un vocabolario personale in
zione italiana dedicata all’artista statunitense
grado di creare forme, spesso instabili, che
Arthur Jafa, le OGR hanno inaugurato Per-
invitano il pubblico a riconsiderare il modo in
fect Behaviors. La vita ridisegnata dell’algo-
cui percepiamo la realtà.
ritmo una mostra collettiva sul cambiamento dei comportamenti individuali e collettivi in una società in cui si è costantemente classificati, misurati, simulati e riprogrammati; per poi proseguire su questo filone con mutating bodies, imploding stars: che tocca temi che
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IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
INSIDEART 10 IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
INSIDEART 11 IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
MIGLIOR GALLERIA
MIGLIOR DIRETTORE MUSEALE
In programma per l’assetto del museo sono
GALLERY CLIMATE COALITION
ANDREA VILIANI
infatti modifiche finalizzate a ripensare e riattivare il museo come spazio-tempo discorsi-
Il premio alla Miglior galleria non va a una
Un progetto complesso e lungimirante che
galleria ma all’associazione no-profit Gallery
unisce arte e sostenibilità per responsabiliz-
Climate Coalition, nata l’anno scorso come
zare anche il settore cultura. Ce n’era biso-
costola italiana della rete fondata a Londra
gno!
Prima al Madre di Napoli, poi alla Galleria Ci-
vo, critico e autocritico. Basandosi su proget-
vica di Trento, Andrea Viliani dal 2022 è alla
ti di ricerca di lungo periodo, il programma
guida del Museo delle Civiltà di Roma, nato
riguarderà principalmente il ripensamento e
dalla fusione (ma soprattutto dal ripensamen-
riallestimento delle collezioni e degli archivi
to) del Museo Pigorini, del Museo delle Arti e
museali e la ridefinizione dei criteri di studio,
Tradizioni Popolari, del Museo d’Arte Orienta-
catalogazione, esposizione e condivisione
le e del Museo dell’alto Medioevo.
del sapere che il museo esprime.
da un gruppo di galleristi e professionisti che lavorano nella promozione delle pratiche zero-waste nel settore dell’arte. L’obiettivo principale di GCC è facilitare una
Andrea Viliani - ph Andrea Guermani
riduzione delle emissioni di CO2 e del settore di un minimo del 50% entro il 2030, oltre a
Si potrebbe obiettare: perché una rivista di
promuovere la politica zero rifiuti.
arte contemporanea dà un premio al direttore
La Galleria Massimo de Carlo, Cardi Gallery,
di un museo di arte antica? Perché l’abilità di
kaufmann repetto sono alcune delle realtà
Andrea Viliani è stata proprio questa, proiet-
che sostengono GCC.
tare il museo verso il presente e verso il futuro in un’ottica di riallestimento concettuale assolutamente inedito.
INSIDEART 12 IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
MIGLIOR FONDAZIONE
INSIDEART 13 IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
MIGLIOR ISTITUZIONE CULTURALE INTERNAZIONALE
LA QUADRIENNALE ROMA
FONDATION CARTIER
Siamo Foresta, exhibition view, Triennale Milano, 2023, photo Andrea Rossetti
Dal 1984 la Fondation Cartier pour l’art
Cominciata nel 2019 con la mostra Broken
Con una serie di attività volte all’approfondi-
In un contesto di molteplicità in cui è sempre
contemporain offre agli artisti di tutto il mon-
Nature e formalizzata in seguito, la partner-
mento e allo studio del panorama artistico e
più difficile rintracciare i cardini della ricerca
do un contesto unico di creazione e diffusio-
ship virtuosa tra le due realtà ha consentito
critico italiano, La Quadriennale di Roma si
artistica per restituirla anche all’estero, La
ne delle opere per ogni tipo di pubblico.
a Fondation Cartier di portare in Italia rasse-
posiziona senz’altro come uno dei principali
Quadriennale si posiziona come una Fonda-
In 38 anni di attività, la Fondation Cartier ha
gne importanti come Siamo Foresta e Ron
punti di riferimento per il dibattito e il dialogo
zione seria e allo stesso tempo in relazione
ospitato più di 170 mostre a Parigi e commis-
Mueck, ancora in corso a Milano.
tra professionisti di settore e pubblico.
con l’esterno. Grazie a Quotidiana, titolo del-
sionato oltre 800 opere, affermando il pro-
la rassegna, a Paesaggio, Porfolio e ai Qua-
prio approccio libero all’arte. Condividendo
Merito del direttore artistico Gian Maria To-
derni è possibile toccare con mano un’inco-
la stessa visione sulla promozione dell’arte
satti è stato quello di non ridurre la Fondazio-
raggiante costellazione di indagini visive e
contemporanea, Fondation Cartier ha stretto
ne a un mero contenitore espositivo ma a un
concettuali che meritano di essere prese in
una collaborazione di otto anni con la Trien-
processo di quattro anni fatto di ricerca e di
considerazione fuori dai confini nazionali.
nale Milano portando al grande pubblico una
condivisione dei risultati, fatto di studio e di mappature per ricostruire il variegato panorama artistico del settore.
serie di iniziative di qualità e di ricerca.
INSIDEART 14 IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
PREMIO MECENATISMO
re al servizio la sua expertise nel rafforzare le
PATRIZIA SANDRETTO RE REBAUDENGO
attività della Fondazione nello sviluppo cultu-
INSIDEART 15 IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
IL PEGGIO DEL 2023
di turpiloqui e commenti sessisti durante la serata inaugurale della manifestazione estiva
rale ed economico del territorio del Piemonte
Si arriva così alle note dolenti, i flop di
del museo, da cui lo stesso neo Presidente
È indiscusso che Patrizia Sandretto Re Re-
e Val D’Aosta. Per Patrizia Sandretto Re Re-
quest’anno che, in parte, vi abbiamo già rac-
Alessandro Giuli aveva preso le distanze.
baudengo sia una delle figure più iconiche
baudengo è arrivato nel 2023 anche un rico-
contato nel corso dei mesi.
del nostro paese nel sostegno all’arte con-
noscimento importante dall’estero: il Premio
temporanea classica e d’avanguardia. Que-
Internacional de Mecenazgo 2023, conferi-
Cominciamo con due scivoloni del Ministero:
sima, tra le fiere più attese e acclamate dal
sto, in particolare, è stato per lei un anno
tole a Madrid per il suo impegno nel suppor-
Primo di tutti Open to Meraviglia, il chiac-
mondo del contemporaneo. Molto caotica e
denso di riconoscimenti personali e di attività
tare, promuovere e diffondere il patrimonio e
cheratissimo e ancor più criticato progetto di
con troppi eventi collaterali, non riesce a cen-
che ci portano a premiarla con il premio me-
il talento artistico in Italia e in Spagna. Inoltre,
marketing della ministra del Turismo Daniela
trare nel suo obiettivo, quello di vendere, che
cenatismo.
a chiusura del 2023, la Fondazione Sandretto
Santanchè, diventato evanescente dopo una
dovrebbe essere poi il punto centrale delle
Re Rebaudengo ha comunicato l’approdo di
serie infinita di gaffe e meme, ma soprattutto
fiere. Per un approfondimento trovate tutto
Cominciamo con la nomina alla Presidenza
Brad Staples, CEO di Apco Worldwide, che
dopo un compenso milionario pagato con i
scritto qui.
di Fondazione per l’Arte Moderna e Con-
contribuirà a proporre nuove idee sulla diffu-
soldi pubblici.
temporanea CRT, ente privato non profit, una
sione dell’arte contemporanea nella Fonda-
nomina che senz’altro le permetterà di mette-
zione Sandretto.
Non ci ha convinto quest’anno, poi, Artis-
E continuiamo con il logo del MiM, Ministero
Poco all’avanguardia anche a nostro avviso
dell’istruzione e del merito, che, oltre ad es-
la trovata di Gagosian per la mostra romana
sere molto brutto, presenta evidenti richiami
di Alex Israel, divulgata attraverso un comu-
e inquietanti analogie con i fasci littori fascisti
nicato stampa scritto da ChatGPT, una solu-
divisi al centro da una fiamma tricolore.
zione che abbiamo qui definito un espediente pubblicitario modesta per una delle più gran-
Di sicuro bisogna annoverare tra i momenti imbarazzanti dell’anno il siparietto di Vittorio Sgarbi e Morgan al MAXXI di Roma, fatto
di gallerie d’arte al mondo.
INSIDEART 16 IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
Ci fa preoccupare la perseveranza inoltre del
per molti a lieto fine, perché culminata con
Comune di Napoli nel voler installare a tutti i
una decisione cittadina, con la scelta delibe-
costi una nuova Venere degli Stracci di Mi-
rata dei cittadini di disfarsene. Ma la vicenda
chelangelo Pistoletto dopo quella già brucia-
non si esaurisce qui perché verrà ricostruita
ta a luglio. Già allora si era discusso sull’este-
dall’artista installata e inaugurata il 22 gen-
tica della scultura in scala extra large, poco
naio in Piazza Municipio una nuova Venere.
integrata nel contesto territoriale e poco capi-
Ecco, viene da chiedersi, ce n’è davvero bi-
ta dal pubblico. Una storia in un certo senso
sogno?
INSIDEART 17 IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’ARTE NEL 2023
E ancora, last but not least, la mostra pilotata su Talkien alla Galleria Nazionale d’Arte moderna e contemporanea, una rassegna “imposta dall’alto” ma che ci ha fatto proprio arrabbiare perché ha snaturato completamente l’anima di un’istituzione di alto livello non adatta a ospitare mostre di questo genere. That’s all folks, almeno per quest’anno. Nel 2024 chissà, ma siamo pronti a captare i prossimi top e flop.
INSIDEART 18 A TREVISO UN HUB POLIFUNZIONALE
TAD: a Treviso un hub creativo polifunzionale
Fondato da Davide Vanin, il Treviso Arts District - TAD - ha rivitalizzato una ex area industriale investendo nei giovani talenti
INSIDEART 19 A TREVISO UN HUB POLIFUNZIONALE
INSIDEART
A TREVISO UN HUB POLIFUNZIONALE
Lavinia Peruzzi
INSIDEART 21 A TREVISO UN HUB POLIFUNZIONALE
calendario di eventi, mostre, incontri, ma-
Vanin ha affittato un capannone per poi
sterclass e workshop con artisti nazionali
aprire, due anni dopo, il Cantiere Gallery,
A Treviso un progetto multidisciplinare
un collezionista è fondatore e presidente
e internazionali, aperti alla partecipazione
il TAD si presenta come uno spazio poli-
dà nuova linfa alla città. Si tratta del TAD
del gruppo 21 Invest.
del pubblico». Queste le parole dei fonda-
funzionale. Tra i vari settori, sono centrali la
tori, che puntano così a valorizzare il gio-
21Gallery, società di benefit che si occupa
– Treviso Arts District, un hub creativo situato in una ex area industriale a Villor-
«TAD vuole ridare vita artistica a uno spa-
vane talento. Proprio da questa realtà sono
di artisti emergenti e fondata con Massimi-
ba-Treviso che unisce arte contempora-
zio ormai fermo da tempo, per regalare alla
emersi Mattia Bordini, designer che ha
liano Mucciaccia, e il concept store Vite.
nea ed enogastronomia. I protagonisti di
città un nuovo polo culturale e multidisci-
avviato la sua attività nel TAD, e Simone
Accanto allo store, in cui le sale sono alle-
questa rigenerazione sono stati Davide
plinare di cui i cittadini potranno riappro-
Selva, che ha ottenuto la stella Michelin nel
stite dai brand che collaborano con l’hub,
Vanin, fondatore e ideatore del progetto, e
priarsi e vivere quotidianamente. Parte in-
2022 e ha aperto il proprio ristorante pro-
c’è anche Vite-Ristorante, il progetto del-
Alessandro Benetton, che oltre ad essere
tegrante del progetto TAD è infatti un ricco
prio nel distretto.
lo chef Simone Selva. Ma non è l’unico spazio dedicato all’enogastronomia: il TAD
Con una storia iniziata nel 2016, quando
presenta anche il Tiki Bar e il Cantiere.
INSIDEART 22 A TREVISO UN HUB POLIFUNZIONALE
INSIDEART 23 A TREVISO UN HUB POLIFUNZIONALE
INSIDEART 24 ARTE FIERA COMPIE 50 ANNI
Arte Fiera compie 50 anni e anticipa un’edizione 2024 che unisce passato e futuro
L’esposizione bolognese celebra, dal 2 al 4 febbraio, l’anniversario sotto la direzione di Simone Menegoi e confermando collaborazioni vincenti
INSIDEART 25 ARTE FIERA COMPIE 50 ANNI
INSIDEART 26 ARTE FIERA COMPIE 50 ANNI
INSIDEART 27 ARTE FIERA COMPIE 50 ANNI
Martina Esposito
ra cercherà di indicare nuove direzioni, tor-
manager e collezionista di livello internazio-
Era il 1974 quando BolognaFiere presenta-
quindi, dal 2 al 4 febbraio, questo importante
nando ad aprirsi alle gallerie straniere, dando
nale, come Direttore operativo. Un binomio
va, all’interno di quella che allora si chiamava
anniversario come Giano bifronte, con uno
spazio alle ultime novità della performance,
che coniuga un taglio curatoriale ambizioso
ancora Fiera Campionaria, una piccola se-
sguardo alla storia e con una proiezione verso
chiedendo agli artisti del presente di creare
con una gestione attenta di tutti gli aspetti or-
zione dedicata all’arte moderna e contem-
il futuro. Nel Public Program ci saranno pro-
opere inedite.
ganizzativi della fiera, dall’allestimento alla ri-
poranea. Nacque così Arte Fiera, che l’anno
tagonisti ed eventi legati alle sue primissime
storazione, dall’accoglienza del grande pub-
prossimo festeggia il suo 50esimo comple-
edizioni e, più in generale, al clima culturale
blico al programma dedicato ai collezionisti.
anno, segnando un traguardo che nessun’al-
di Bologna negli anni Settanta, un periodo in
Si confermano la location della scorsa edi-
Si rinnova anche la preziosa partnership con
tra fiera d’arte italiana ha ancora raggiunto.
cui la città emiliana era all’avanguardia tanto
zione (i padiglioni 25 e 26) e le sue collabora-
ANGAMC, l’Associazione Nazionale Gallerie
nell’arte visiva quanto nell’architettura e nel
zioni vincenti, a partire da quella fra il Diretto-
d’Arte Moderna e Contemporanea, con cui
design. Ma con tante altre iniziative Arte Fie-
re artistico Simone Menegoi ed Enea Righi,
Arte Fiera ha aperto un tavolo di confronto
La storica fiera bolognese nel 2024 celebra
permanente. In continuità con l’edizione del 2023, l’identità visiva dell’edizione 2024, curata da Leftloft, torna a ispirarsi alla tradizione e alle forme che hanno reso Arte Fiera famosa nel corso dei decenni. Gli elementi chiave rimangono gli stessi che hanno sempre caratterizzato l’evento: i tre colori principali (rosso, nero e bianco), una tipografia dallo stile modernista e il distintivo cerchio rosso. Tornano inoltre gli script, una voce informale e diretta, formata da interventi manuali che aggiungono note e appunti alle varie comunicazioni. Arte Fiera rilancia inoltre la partnership con ART CITY, il circuito dell’Art Week bolognese. Anche l’edizione 2024 di Arte Fiera sarà accompagnata, come di consueto, dalle mostre e dagli eventi coordinati egregiamente da Lorenzo Balbi, direttore di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Nell’ambito delle iniziative diffuse in città, l’appuntamento annuale di ART CITY White Night: il 3
INSIDEART 28 ARTE FIERA COMPIE 50 ANNI
INSIDEART 29 ARTE FIERA COMPIE 50 ANNI
INSIDEART 30 ARTE FIERA COMPIE 50 ANNI
febbraio è prevista un’apertura straordinaria fino alle ore 24 di numerose sedi del circuito ART CITY Bologna, oltre che di gallerie, spazi espositivi indipendenti, palazzi storici e negozi.
INSIDEART 31 ARTE FIERA COMPIE 50 ANNI
INSIDEART 32 UN PAESE NON BASTA
Un Paese non basta
Chiudono gli studi al Lanificio, l’ultimo saluto nelle parole e nelle installazioni degli artisti di Paese Fortuna
INSIDEART 33 UN PAESE NON BASTA
INSIDEART 34 UN PAESE NON BASTA
INSIDEART 35 UN PAESE NON BASTA
Francesco Angelucci
José Angelino, Alessandro Dandini de Syl-
ni de Silva – due chilometri in linea d’aria. È
Quell’ammasso di attrezzi, libri, posaceneri,
tolto, suona nel raggio di luce, ne rimane l’e-
va, Marco Emmanuele, Luca Grechi e Die-
un piano terra e abbiamo previsto un piccolo
cavi, bottiglie; ferri e piatti, bicchieri e car-
co ovunque; a volte solo un’ombra lasciata
go Miguel Mirabella riempiono i Tir e svuo-
ambiente vuoto all’ingresso che può funzio-
te, piante e padelle tafognato in ogni piz-
sull’intonaco, altre mattonelle crepate a ricor-
tano lo spazio. Dandini de Sylva, Emmanuele
nare come spazio espositivo». Angelino in-
zo, mollato in ogni dove è stato spostato e
do di un peso. Hanno chiuso gli studi d’ar-
e Mirabella spediscono allo stesso indirizzo:
vece sposta tutto a Milano; Grechi acchitta
come la povere sotto il tappeto, a tappeto
tista al Lanificio per affitto non rinnovabile.
«poco lontano da qui, saranno – dice Dandi-
uno spazio al Quadraro. Prima di andare gli artisti lasciano le loro ultime installazioni.
Luca Grechi, Quattro ambienti. Photo Carlo Romano
Ditelo anche voi. Che cosa? Lo dicono tutti. Ma cosa? Sembra più piccolo. Ci accoglie Emmanuele nel suo studio diviso con quello di Mirabella. Ed è vero; ma lo spazio ristretto non è la prima sensazione o è meno forte di un’altra evidenza: lo spazio è vuoto, nudo. E a vestirlo per l’ultima volta sono i tessuti di Mirabella composti, si direbbe, su panneggi di abiti antichi reificati in materiale eterogeneo conservando il chiaro scuro, schivando la banale verticalità del tendone teatrale con una linea di fondo rotta e colorata installata lungo le pareti alte più vicino al soffitto, e insistendo sugli angoli forse sentiti troppo volgari in quello spazio scoperto. «Il titolo dell’opera è – dice l’artista – Paesaggio Mirabella, porta su di te ciò che vuoi e deve intendersi come un invito, un augurio alla libertà di muoversi liberamente in tutte le direzioni. Sono – continua – felice, dobbiamo cambiare e quindi sono felice. Questo ambiente adesso è solo uno spazio ma prima è stato un luogo». Ed è Emmanuele con il suo intervento che risale parte della storia: un paesaggio monocromatico copre un’intera parete. “Caro Italo, un paese solo non basta” scrive sulla mensola interna davanti le finestre di vetro e piombo; dietro una cassa di birra al fresco
INSIDEART 36 UN PAESE NON BASTA
INSIDEART 37 UN PAESE NON BASTA
andiamo tutti insieme». Paese fortuna infatti è il nome di una serie di eventi accolti in questi spazi negli ultimi anni, nome e attività che vogliono essere un richiamo a Opera Paese il progetto multi-disciplinare fondato da Pietro Fortuna proprio in questi luoghi, conclusosi nel 2004, ha lasciato spazio agli studi di artista che ne hanno raccolto l’eredità. Marco Emmanuele, Caro Italo, un paese non basta. Photo Carlo Romano È la storia personale invece a diventare materia nell’installazione di Grechi: trasforma il suo studio in una basilica silenziosa. Sulla calce scialba tre ombre architravate segnano le pareti, forme primitive di una geometria incerta che perde alla base la perpendicolarità e cola sul pavimento rigoli di colore antico, di lavori che non sono certo più qui. «Ogni forma – spiega l’artista – riprende le dimensioni delle porte che mi collegavano agli studi dei miei amici, spazi di passaggio, mi consentivano contemporaneamente di condividere e rimanere da solo». Ma la porta da apertura si rinsecchisce nell’addio in una parete impenetrabile che sostiene al centro l’ultimo ricordo: un quadrato di vetro brillante e trasparente contro l’opacità dell’ombra-porta. Dandini de Sylva trasforma il suo saluto allo spazio in una massa di colori e suoni: Josè Angelino, Passaggi. Photo Carlo Romano
viene continuamente saccheggiata. «Pavese
un video riprende numerosi fuochi d’arti-
– spiega Emmanuele – nella Luna e i Falò
ficio in funzione dentro lo stesso spazio di
dice che un paese solo basta, credo inve-
installazione; e la fragile installazione di
ce che ne serva più di uno e sono sicuro:
Angelino, un piatto roteante sopra un’esi-
ci sarà un paese ovunque andremo, stiamo
le colonna, non è nient’altro che una mano
cambiando infatti spazio, non luogo. Sono
intenta a salutare. Il movimento circolare
felice di spostarmi, l’unica cosa è che non
espande l’addio a chi ha vissuto questi stu-
INSIDEART 39 UN PAESE NON BASTA
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INSIDEART 38 UN PAESE NON BASTA
Diego Miguel Mirabella, Paesaggio Mirabella (porta su di te ciò che vuoi). Photo Carlo Romano
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INSIDEART 41 UN PAESE NON BASTA
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INSIDEART 40 UN PAESE NON BASTA
Alessandro Dandini de Sylva
>
Marco Emmanuele, Caro Italo, un paese non basta. Photo Carlo Romano
INSIDEART 42 UN PAESE NON BASTA
INSIDEART 43 UN PAESE NON BASTA
di nel corso di 13 anni, Grechi e Mirabella, i primi dal 2010 e poi Mauro Vittorini, Serj, Marco Affaitati, Francesco Irnem, Caterina Silva, Michele Welke e Vincenzo Franza.
Paese fortuna, da sinistra Marco Emmanuele, Luca Grechi, Diego Miguel Mirabella, Alessandro Dandini de Sylva, Josè Angelino. Photo Carlo Romano
INSIDEART 44 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
I figli orfani sono sempre i più cattivi?: spettri e racconti di una generazione artistica mancata
Una riflessione sugli ultimi 20 anni della storia dell’arte italiana, un periodo che manca di una rilettura critica oggi più che mai necessaria
INSIDEART 45 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
INSIDEART 46 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
INSIDEART 47 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
Davide Maria Mannocchi
L’arte italiana allo specchio
Ansia da globalizzazione e sogni infranti
Parlando attraverso metafore, l’identità
L’arte italiana sofferente e sconfortata dell’i-
dell’arte italiana a partire dal 2000 è facil-
nizio degli anni 2000. È infatti figlia senza
mente inscrivibile nell’archetipo Junghiano
padre, anima raminga senza appigli, che
dell’”Orfano”. Nella teoria degli archetipi
dopo aver tentato il tutto e per tutto per fug-
proposta da uno dei padri della psicolo-
gire dalla lunga ombra dei maestri dell’Ar-
gia infatti viene evidenziato come l’Orfano
te Povera non ha più saputo generare una
che è in noi si attivi ogni volta che la nostra
narrazione innovativa ed efficace per libe-
persona viene tradita o abbandonata dalle
rare il suo potenziale, non trovando la sua
figure su cui facciamo riferimento. L’ingiu-
riconoscibilità in un mondo radicalmente
stizia di un insegnante, il tradimento del-
rinnovato. Germano Celant riesce sul finire
la promessa d’amore da parte del proprio
degli anni ‘60 nell’impresa di generare un
amato o amata, l’essere sbeffeggiati dai
movimento che sul piano internazionale an-
propri compagni: tutto questo ci allontana
cora oggi, superato il primo ventennio del
sempre più dal ricordo del Paradiso e ad
terzo millennio, riesce a essere punto di ri-
tiva è globalizzata ma superficialmente ap-
nei Parlamenti ma sui tabloid, sul piccolo
un certo punto finiamo per dimenticarci di
ferimento per la nostra identità artistica na-
profondita. Siamo davanti alla fonte di una
schermo dei salotti famigliari: il nuovo do-
esserci mai stati. L’Orfano ci invita a svilup-
zionale, seppur sia la polvere di una cometa
perdita graduale dell’identità nazionale. Nel
minus è il marketing, e l’arte – come anche
pare autonomia e senso pratico, ci esorta
che ha ormai salutato da tempo i nostri cie-
1989, con la caduta del muro di Berlino,
la stessa politica affranta che trova in Italia
a rimboccarci le maniche e a ricominciare.
li. I confini nazionali all’inizio del XXI secolo
la vecchia politica ha intagliato nel legno
il suo nuovo profeta nel magnate della tele-
Tuttavia il rischio dell’Orfano è quello di fare
sono già lagune stagnanti, l’acqua cristalli-
la croce da conficcare nella terra sopra la
visione Silvio Berlusconi – non può fare a
l’abitudine alla rinuncia e alla privazione, di
na è altrove.
sua tomba. Lo spirito del tempo, lo zeitgeist
meno di inginocchiarsi. Vanessa Beecroft e
come viene definito dalla storiografia tede-
Maurizio Cattelan come capofila elabora-
sca otto-novecentesca, non è più definito
no un linguaggio para-pubblicitario che ga-
perdere la speranza e diventare arido, fredLo sguardo è rivolto al mondo, la prospet-
do, cinico e diffidente.
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Maurizio Cattelan
INSIDEART 48 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
rantisce loro uno spazio nella storia recen-
INSIDEART 49 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
Eugenio Tibaldi Eugenio Tibaldi
te. A ben guardare, quello dei ’90 è stato un decennio segnato da una grande promessa tradita, picco di ottimismo e autocompiacimento di un Occidente perso nel suo progresso che si è poi dovuto scontrare con una realtà molto più amara del previsto. L’aria del mainstream è soffocante per i giovani artisti dei primi anni ’00 che si muovono come outsiders in un terreno desertico. Si tenta di spolverare rovine del passato ormai sterili e inefficaci per la costruzione di un linguaggio che dovrebbe interpretare i venti dell’ormai imperante globalizzazione. Si celebra, e non si crea. L’Orfano si sente perduto e non sa come superare la sua natura da infante, è in cerca di una figura genitoriale assente. Quella schiera di nuovi volti tra cui Francesco Arena, Rossella Biscotti, Seb Patan e Patrizio Di Massimo viene raccolta proprio sotto l’insegna di questa ricerca nell’esposizione organizzata nel 2012 al Castello di Rivoli dalla curatrice Marcella Beccaria, La storia che non ho vissuto (testimone indiretto).Il risultato di tale assenza di guide sfocia in una sgangherata e apparentemente poco generativa inconsapevolezza. È opportuno però dare a Cesare quel che è di Cesare: dobbiamo riconoscere che molti dei volti che hanno segnato questo primo decennio hanno saputo scardinare, almeno temporaneamente, la consuetudine di un sistema basato su un pubblico ricercato e
Eugenio Tibaldi incarna perfettamente que-
tosto tra le strade di Licola Mare, scenario
connotato dall’estetica di artisti come Fran-
borghese, motore collezionistico indispen-
sta tendenza quando sceglie, nel 1999, di
pregno di storie complesse e difficili da cui
cesco Vezzoli o del Toiletpaper di Mauri-
sabile alla sopravvivenza economica dell’ar-
trasferirsi nella periferia napoletana e cer-
emergerà il progetto Seaside. Il panorama
zio Cattelan e PierPaolo Ferrari, più vicini
tista. Voltando le spalle al salotto, gli artisti
care nuova ispirazione non all’interno dello
è sempre più lontano dalla patinatura che
al Jet-set che alla cruda quotidianità popo-
spalancano le porte per scendere in strada.
spazio chiuso di uno studio riservato, piut-
aveva contraddistinto il recente passato,
lare. La narrazione di un totale abbandono
INSIDEART 50 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
del sistema commerciale è pura utopia ma
pensierosa e avvolgente. La nuova poetica
sta di fatto che l’attenzione degli artisti dagli
prende nutrimento dal basso, per ricerca-
anni ’00 instaura un saldo rapporto di dialo-
re la propria nuova identità. L’arte italiana
go con le storie più umili.
si muove nei margini asistemicamente. Tor-
INSIDEART 51 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
nando brevemente alla suddetta metafora Un altro esempio che dimostra questo
psicologica, socialmente parlando, l’orfano
cambio di rotta è incarnato da Gian Maria
che è in noi emerge quando ci si immede-
Tosatti che predispone un progetto a lungo
sima con gli oppressi, i deboli e si cerca-
termine proprio tra le vie di Napoli, Le sette
no soluzioni. Analogia interessante. La vera
stagioni dello spirito (2013-2016), un pro-
differenza che connota la recente narrazio-
getto nato tra le vie partenopee e destinato
ne dell’arte nostrana è l’assenza di un mo-
a chi quelle stesse vie le vive nel quotidia-
dello critico capace di tradurne i caratteri
no. Una storia che si è declinata in spazi
formali. Achille Bonito Oliva e Germano Ce-
sconosciuti e spesso miserabili della città,
lant restano relegati al passato e la nuova
che con l’intervento di Tosatti hanno riac-
generazione di curatori e critici si muove
quistato nuova vita, diventando non conte-
non allineata. L’individuale prevale definiti-
nitori ma opera stessa, riflessiva e vibrante,
vamente sul collettivo.
Sette stagioni dello spirito, Gian Maria Tosatti
Sette stagioni dello spirito, Gian Maria Tosatti
Sette stagioni dello spirito, Gian Maria Tosatti
INSIDEART 52 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
La critica nelle braccia di Orfeo
INSIDEART 53 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
lazione tra uomo e macchina si complica: la società dell’informatica accetta il Truman
Non resta quindi che dare avvio a un’inda-
Show. Manetas viene riconosciuto per le
gine attuata tramite la raccolta e la com-
sue opere Internet-based e per aver fon-
parazione di frammenti di temporalità che
dato nel 2009 il primo Padiglione Internet
si accavallano l’un l’altra. La storia recente
alla Biennale di Venezia, raccontando l’im-
non sarà raccontata attraverso la critica,
maginario della nostra era contemporanea.
piuttosto la documentazione resterà l’unico
Nuovo importante sviluppo di questa ri-
reale strumento per tenere traccia dell’ope-
cerca sono 2018 gli Internet Paintings del
rato di oggi. L’archivio è l’unica roccaforte
2018, progetto presentato al Museo MAXXI
a cui potranno appellarsi gli studiosi di do-
di Roma: sulla tela l’artista raccoglie input
mani. Quello dell’archiviazione può essere
dal mondo virtuale e li rielabora attraverso
un metodo efficace nella ricognizione di un
un processo di analisi e decodifica del reale
pensiero non lineare ma circolare, determi-
e della sua rappresentazione, creando così
nato da una serie di punti comuni che si al-
un nuovo sistema iconografico del presen-
lontanano e si rigenerano sotto altre spoglie
te.
in ambiti differenti. Rimane ancora complesso decifrare delle linee guida comuni,
Guardare altrove
siamo solo in grado di sfiorare l’impalpa-
Miltos Manetas
bilità di un’atmosfera che cala più o meno
Proprio come in rete tutto si modifica e
uniformemente su tutto il territorio italiano.
scompare. Nulla rimane invariato e la fame
Questa è senz’altro connotata dalla volontà
del nuovo cresce esponenzialmente come
di ricercare un’inedita visione dell’arte, non
fenomeno totalizzante, anche grazie alla
più necessariamente politica e militante,
nascita e crescita dei social network. L’I-
neppure però limitata alla sola gioia ricrea-
talia però rimane indietro. La comunità di
tiva della borghesia intellettuale, o presunta
artisti che ha ricercato e prodotto novità
tale.
sul suolo nazionale ha difficoltà a emergere nella scena internazionale. Sono rari i casi
L’era di internet
in cui nomi italiani riescono a farsi largo sul mercato internazionale, in particolare extra-
La connessione tra le persone diventa cen-
europeo. Tra gli altri, Rosa Barba, Monica
trale, soprattutto in un contesto storico e
Bonvicini, Rudolf Stingel, Eva e Franco
sociale in cui il concetto di relazione ha un
Mattes e ancora Cattelan e Vezzoli hanno
nuovo fondamentale intermediario: il Web.
in comune la passione esterofila. Abbando-
La rete entra nel quotidiano. Tra tutti è Mil-
nare la provinciale Italia, trasferendosi a lun-
tos Manetas il pioniere di una ricerca tutta
go termine al di fuori dei confini è ormai una
incentrata sulla nuova dimensione digitale
consuetudine che si dimostra insostituibile
sempre più complessa e ramificata. La re-
per l’affermazione del proprio operato. Una
Miltos Manetas, Internet Paintings
INSIDEART 54 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
generazione senza padri e senza mentori
sfida i propri limiti ricominciando a chiedere
lascia il proprio luogo di nascita senza timo-
aiuto altrove, porta con sé il grande dono
ri, non avendo legami troppo stretti e resi-
della solidarietà, la capacità dell’autonomia
stenti per essere recisi. L’Orfano impara ad
e del vivere da soli, non dimenticando mai
affrontare la frustrazione dell’abbandono e
l’empatia verso chi soffre.
Bibliografia C.G. Jung, L’analisi dei sogni – Gli archetipi dell’inconscio – La sincronicità, Torino, Bollati Boringhieri, 2011 F. Chimento, Arte Italiana del terzo millennio – I protagonisti raccontano la scena artistica in Italia dei primi anni 2000, Milano, Mimesis Edizioni, 2013 L. Longobardi, 15 ipotesi per una storia dell’arte contemporanea, Roma, Lit edizioni s.a.s., 2022 M. Bergamini, L’involuzione del pensiero libero – Arte e giornalismo all’epoca del non detto, Milano, Postmedia Data, 2021 P. P. Pancotto, Arte contemporanea: il nuovo millennio, Roma, Carocci Editore, 2013 S. A. Barrila, F. Broccardi, M. A. Marchesoni, M. Pirrelli e I. Sanesi, Quanto è (ri)conosciuta all’estero l’arte contemporanea?, Milano, BBS Lombard, 2022
INSIDEART 55 GLI ULTIMI 20 ANNI DELLA STORIA DELL’ARTE ITALIANA
Eva e Franco Mattes
INSIDEART 56 JACOVITTI AL MAXXI
Jacovitti al Maxxi: 400 tavole e illustrazioni originali del celebre e geniale fumettista
INSIDEART 57 JACOVITTI AL MAXXI
INSIDEART 58 JACOVITTI AL MAXXI
Massimo Canorro
Nell’ambito del centenario della nascita di Benito Jacovitti, nato a Termoli il 9 marzo 1923, il Maxxi – che anche a Natale prosegue nel solco delle mostre dedicate ai nomi di spicco del fumetto nazionale: da Altan a Zerocalcare – presenta al pubblico la monografica Jacovittissimevolmente: l’incontenibile arte dell’umorismo, a cura di Dino Aloi e Silvia Jacovitti con Giulia Ferracci. Dedicata all’universo creativo dell’autore molisano, geniale e irriverente allo stesso tempo, l’esposizione a Roma terminerà il 18 febbraio ed è parte integrante di un progetto più ampio che include la “gemella” Jacovittissimevolmente: tutte le follie di Jac presso il Macte di Termoli, con la curatela di Luca Raffaelli e visitabile fino al 24 febbraio. A cominciare dal titolo che accomuna i due grandi eventi – una sorta di scioglilingua spiritoso, quasi impronunciabile – il visitatore viene letteralmente catapultato nel mondo jacovittiano, animato da personaggi fantastici e surreali. Per scoprire (o riscoprire) il profilo giocoso, irriverente e visionario del disegnatore e autore di fumetti scomparso a Roma nel 1977, capace di far riflettere mettendo il buonumore nonché, come ha scritto Vincenzo Mollica, «di trasformare la comicità in poesia». Una galassia pop e coloratissima, quella scritta e disegnata da “Jac”, il cui esordio come autore risale al 1939, quando pubblica la sua prima vignetta sul settimanale sa-
INSIDEART 59 JACOVITTI AL MAXXI
INSIDEART 60 JACOVITTI AL MAXXI
tirico fiorentino Brivido, di cui le tavole introducono il percorso insieme alla serie “I tre re” (1941), incentrata sui massimi poteri politici del tempo: il papa, il re e Mussolini. Numeri alla mano, al Maxxi sono esposte circa 400 tavole e illustrazioni originali – insieme a una serie di giornali, albi e libri (anch’essi originali) – popolati da personaggi immortali, nati dall’instancabile matita di Jacovitti. Ulteriore nota curiosa è che l’allestimento – abitato da divertenti incursioni sonore – è ispirato ad Anticaglie (1960), una delle più note panoramiche inventate da Jac; tavole stipate di personaggi divenuti un suo marchio di produzione. Qui la panoramica fa da tappeto al centro, e guida il visitatore attraverso le differenti sezioni (cronologiche e tematiche insieme) presenti in rassegna. Dai già citati esordi alle prime storie stampate su Il vittorioso (1937-1970), conosciuto periodico dedicato alla bellezza della nona arte. E ancora, una serie di tavole di piccolo formato in cui l’abilità dell’autore nel disegnare si concilia con l’invenzione di storie dalle trame ampie, western e poliziesche, orientali ed esotiche (come Alì Babà, Le babbucce di Allah, Pippo in Africa, l’onorevole Tarzan). Le super affollate panoramiche, dense di centinaia di figure e di battute, personificazione del Belpaese di quegli anni, occupano poi un’intera area espositiva con tavole come “Arte moderna”, “Er gioco der pollo”, “Buon Natale dottò”. Le pareti dello spazio centrale sono invece “conquistate” dai cento e oltre personaggi di Jacovitti (rilevante nome di riferimen-
INSIDEART 61 JACOVITTI AL MAXXI
INSIDEART 62 JACOVITTI AL MAXXI
INSIDEART 63 JACOVITTI AL MAXXI
to per il fumetto del Novecento, è stato un uomo libero. Politicamente si definiva un anarchico del centro): Cocco Bill – ideato per “Il giorno dei ragazzi” nel 1957, è stato al centro dei Caroselli televisivi e pubblicitari –, ma anche Giacinto corsaro dipinto, Oreste il guastafeste, Joe Balordo, Battista l’ingenuo fascista, Zorry kid, Tom ficcanaso, Cip l’arcipoliziotto, Occhio di pollo, Pippo pertica e palla, la signora Carlomagno, Romero il torero, Gionni lupara, Microciccio spaccavento, Elviro il vampiro e parecchi altri eroi scanzonati. Tavole a colori intrise di impareggiabile umorismo, come quelle dell’ampia sezione dedicata al “Kamasultra” – goliardica pubblicazione del 1977, strambo manuale di posizioni erotiche acrobatiche realizzato con Marcello Marchesi – e alle seguenti tavole realizzate per la rivista Playman. Non possono mancare le tavole del Diario Vitt, il diario delle Edizioni Ave, oggetto di culto, ricco di vignette e illustrazioni, che ha accompagnato intere generazioni di studenti per oltre un trentennio (1949-1980). A seguire, Jacovittissimevolmente presenta una sezione dedicata agli anni in cui la matita dell’autore mai troppo schierato (Jac ha seguito piuttosto la sua personale indole e il suo modo di pensare il mondo) è prestata ad alcune campagne pubblicitarie e alle animazioni per Carosello. A chiudere
Jacovitti (l’artista ha interpretato più volte
Hugo Pratt a Sergio Zaniboni, ma potrem-
tere a punto uno stile distintivo e surreale,
c’è uno spazio di gioco pensato per i più
la storia del burattino creato da Collodi), e
mo continuare all’infinito).
Jacovitti è ben ricordato dal curatore Aloi,
piccoli dove sono esposte illustrazioni ori-
una serie di tavole firmate dai più importanti
ginali realizzate nel 1964 per Pinocchio, tra
fumettisti italiani e stranieri che, negli anni,
Capace di inventare un linguaggio che non
nico maestro del fumetto di casa nostra
le opere più significative della carriera di
hanno reso tributo al maestro (da Antan a
è stato scalfito dal tempo e abile nel met-
«riusciamo a ritrovare noi stessi, la parte
secondo cui ancora oggi, grazie al vulca-
INSIDEART 64 JACOVITTI AL MAXXI
migliore, quella divertente, che ci rammenta l’eterna fanciullezza a cui restiamo legati profondamente». info: www.maxxi.art