INSIDEART online
N. 139
Installation view Étincelles/Scintille, Villa Medici, NIDHAL CHAMEKH, photo Daniele Molajoli
INSIDEART 2
VILLA MEDICI E LE SUE SCINTILLE
Villa Medici abbaglia con le sue Scintille: il racconto dei lavori dei sedici borsisti dell’Accademia di Francia a Roma
Saverio Verini cura la raccolta di opere concepite a partire dagli ultimi 12 mesi di residenza, tappa fondamentale del percorso di sperimentazione portato avanti da ogni borsista a Villa Medici
INSIDEART 3
VILLA MEDICI E LE SUE SCINTILLE
Davide Maria Mannocchi
Per comprendere al meglio un’esposizione
sposizione, fin dal loro arrivo in Italia, pren-
come Étincelles / Scintille, in corso a Villa
de le redini dell’esperienza dei 16 ospiti che
Medici fino al 7 agosto 2022, è necessario
hanno trovato a Villa Medici la cornice dove
prendere in considerazione quanto questa
poter sviluppare la propria personale ricer-
non rappresenti l’espressione finale di una
ca. Camminando fianco a fianco di ciascu-
ricerca monotonale, fin dal principio messa
no di loro, Verini si assicura che possano
in atto per dare corpo e dimostrabilità a tesi
cogliere l’occasione di toccare con mano le
ancora mai accertate. Le sale dell’accade-
stratificazioni di una città come Roma, Ca-
mia di Francia si sono aperte ad un per-
pitale civettuola, troppo conscia della sua
corso espositivo che prende le sembianze
straordinarietà e capace di obnubilare lo
di un diario di viaggio ed è proprio di una
straniero con la sua accecante bellezza.
straordinaria odissea durata un anno che osserviamo oggi i risultati.
Verini accompagna i 16 alla scoper-
Il titolo scelto per raccontarla è perfetta-
ta dell’autenticità della città che li ospita,
mente in grado di evocarne le complessità:
uno sforzo necessario ma evidentemente
si gioca con la lettura biunivoca di un ter-
apprezzato dai destinatari che ne rivelano
mine che riesce a richiamare in un attimo la
l’efficacia nei lavori presentati in mostra. Ad
prima manifestazione visiva del rilascio di
ogni modo, Roma non è mai protagonista
energia, la scintilla, originata tanto dall’at-
assoluta ma la sua lunga ombra ci tiene la
trito quanto dall’intesa.
mano durante la visita, ricordandoci che le anime che la contraddistinguono sono mol-
La convivenza tra i borsisti è al centro del racconto e Saverio Verini, curatore dell’e-
te e inaspettate.
INSIDEART 4
VILLA MEDICI E LE SUE SCINTILLE
CHARLIE AUBRY 1 © Daniele Molajoli
Immersi nella straordinaria residenza che
Partendo dalle prime sale ci si imbatte
ancora non si rassegna a lasciare andare il
nell’istallazione di Charlie Aubry, autore
suo immortale fascino secolare, Kaouther
di un’installazione visionaria dal titolo Così
Adimi, Iván Argote, Charlie Aubry, Théod-
vanno le cose. L’artista raccoglie materia-
ora Barat, Samir Boumediene, Nidhal
li di ogni genere, oggetto di consumo da
Chamekh, Aude Fourel, Marta Gentiluc-
parte del gruppo di borsisti, e li trasforma
ci, Noémie Goddard, Evangelia Kranio-
in un elaborato meccanismo, metafora del-
ti, Marielle Macé, Benoît Maire, Hèctor
la ricerca quotidiana che ha avuto luogo a
Parra, Julie Pellegrin, Mathieu Peyroulet
Villa Medici. La sala successiva è dedicata
Ghilini e Guy Régis Jr. operano dando for-
a Marta Gentilucci e Noémie Goddard.
ma a progetti personali che spaziano dalle
Pur priva di un reale fil rouje, l’esposizio-
arti visive, alla letteratura, fino alla dramma-
ne suggerisce volontariamente o meno,
turgia, l’architettura, la composizione musi-
delle correlazioni: nelle prime due sale in-
cale e la storia e la teoria d’arte. La bellezza
fatti l’elemento della raccolta e della docu-
del dialogo e del confronto/scontro emerge
mentazione è particolarmente evidente, sia
fortemente all’interno di Étincelles / Scintil-
nell’opera di Aubry sia in quelle delle due
le, in cui i protagonisti non perdono l’occa-
borsiste che lo seguono. Marta Gentilucci
sione di contaminarsi vicendevolmente.
sviluppa il suo progetto raccogliendo suggestivi disegni con cui un’anziana signora
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VILLA MEDICI E LE SUE SCINTILLE
da lei incontrata, riempie le giornate. La
traverso l’utilizzo di un ampio ventaglio di
compulsiva produttività diventa in questo
tecniche. Una distensione arriva con la de-
caso ragione e fonte di vita nel mistico e
licata installazione della scrittrice Marielle
disorientante silenzio di una casa di riposo.
Macé che si cimenta nella realizzazione di
La stessa quiete viene rievocata da God-
un elemento visivo grazie al quale riuscire
dard che presenta la sua personale colle-
a dare corpo ai suoi scritti. Concentrandosi
zione di studi e scatti capaci di dare vita.
sul tema della respirazione, l’autrice sceglie
all’Architettura dell’intimo, una dimensione
di presentare su leggerissimi teli, suscet-
spirituale testimoniata da numerose espe-
tibili al minimo spostamento d’aria, i suoi
rienze in situ, all’interno di monasteri e con-
componimenti, metafora della libertà da lei
venti visitati durante i mesi di residenza.
stessa sfiorata durante la residenza a Roma.
BENOIT MAIRE 2 © Daniele Molajoli
Uno scatto in avanti porta all’incontro con
Si apre di qui poi di fronte i visitatori l’impo-
Benoît Maire che presenta Either/Or, per-
nente scalinata che conduce al piano supe-
sonale riflessione sulla frizione tra figurativi-
riore: su di essa convivono le installazioni
smo e astrazione in pittura. L’eterna rivalità
dell’artista Iván Argote e del designer Ma-
delle due correnti che contraddistinguono
thieu Peyroulet Ghilini. Una scala inservi-
la pratica pittorica è approfondito oggetto
bile e i bozzetti realizzati da Ghilini traspor-
di studio dell’artista che nelle composizio-
tano l’occhio verso l’alto, da dove poi viene
ni realizzate sintetizza questa tensione at-
nuovamente riattratto a terra dalla colata di
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VILLA MEDICI E LE SUE SCINTILLE
cemento rosa di Argote: insieme, i due pro-
compiuti dalla comunità extracomunitaria,
pongono un cortocircuito visivo in grado di
in cerca di un luogo dove poter cominciare
non stancare mai lo spettatore ma che vive
una nuova vita.
grazie alle peculiarità di ognuno degli autori, ognuno concentrato e saldamente legato
Il percorso continua con l’intervento di Sa-
alla propria individuale indagine.
mir Boumediene, storico, che traduce la
MARIELLE MACÉ 2 © Daniele Molajoli
Il piano superiore si apre con l’installazione
ricerca sulla funzione del tempo e il suo
di Théodora Barat, che cerca nelle archi-
ruolo di inquisitore dell’attività umana in
tetture moderne di Roma un nuovo volto
un’installazione che gioca con l’effetto del-
della città, da sempre legata al topos del-
la fermentazione sull’alimento. L’autore at-
la sua bellezza decadente ma che invece
tiva così un meccanismo di corrisponden-
propone un nuovo scenario industriale.
ze verbali e visive che si accompagna ad
Seguono Théodora Barat, Aude Fourel ed
un testo scritto dallo stesso Boumediene.
Evangelia Kranioti che portano in mostra
Julie Pellegrin, curatrice e critica d’arte,
due toccanti testimonianze video, nel pri-
affonda la sua ricerca nella Roma contem-
mo caso l’una legata all’esperienza storica
poranea e in particolare su uno dei suoi
e contemporanea della comunità curda e
miti, l’Attico di Fabio Sargentini. Materiale
l’altra legata alla dimensione multiculturale
d’archivio e un’inedita intervista allo storico
di Roma, oggi destinazione di lunghi viaggi
gallerista compongono un racconto straor-
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VILLA MEDICI E LE SUE SCINTILLE
IVAN ARGOTE E MATTHIEU PEYROULET GHILINI © Daniele Molajoli
dinario, ricco di nuove informazioni utili a
questione razziale nelle diverse legislazioni
rileggere le vicende relative a uno dei padri
avvicendatesi nella storia francese moder-
del sistema dell’arte che oggi conosciamo.
na e contemporanea.
L’esposizione al piano superiore si chiude
Seguendo questo iter, il percorso si chiude
con Nidhal Chamekh che offre al visitatore
definitivamente al pian terreno con le ultime
un gesto visivo potente, fortemente critico
istallazioni di Hèctor Parra, compositore,
verso la storia coloniale francese. Nel video
Guy Régis Jr, drammaturgo, e della scrit-
in sala il busto di Jean-Baptiste Colbert,
trice Kaouther Adimi. Il primo sceglie di
potente ministro nella corte di Luigi XIV,
presentare un’immersiva installazione che
viene ricoperto da un viscoso liquido nero,
porta alla completa copertura della sala a
un oltraggio alla memoria di un uomo che
lui dedicata con spartiti dell’opera da Ca-
ha macchiato la sua carriera politica con
mera Orgia, ispirata al testo teatrale epo-
numerosi atti diretti alla privazione delle
nimo di Pier Paolo Pasolini. La vicenda
libertà delle donne e degli uomini africani.
personale dell’intellettuale italiano ispira il
L’installazione presenta oltre il video una
compositore che associa alle partiture an-
serie di documenti, disposti in linea crono-
che una serie di intimi disegni in cui il corpo
logica, che testimoniano le dinamiche della
è protagonista assoluto, capace di dare an-
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VILLA MEDICI E LE SUE SCINTILLE
THEODORA BARAT 2 © Daniele Molajoli
cora più profondità a un dialogo diretto verso la critica sociale. Kaouther Adimi allestisce un simbolico antro in cui tra il fieno sono riversati metri di carta bianca, incarnazione di una storia mai scritta, quella di un episodio di insurrezione di soldati francesi di origine africana durante la seconda guerra mondiale, ma dall’autrice riscoperta e raccontata nel suo nuovo romanzo prodotto durante la residenza romana. Ultimo degli interventi è quello di Guy Régis Jr che si interroga sulla diffusione massiccia delle immagini di odio nella nostra società contemporanea. Scintille è un viaggio complesso e frastagliato in grado di testimoniare la preziosa esperienza che Villa Medici concede di vivere ai suoi ospiti. L’occasione di una residenza, e quella che propone l’Accademia di Francia
HÈCTOR PARRA 2 © Daniele Molajoli
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ne è un modello esemplare, si riconferma essere un tassello fondamentale nel mosaico di conoscenze che costituisce il bagaglio di un artista. Lo studio diventa vita, la vita diventa studio in una caotica mescolanza dalla quale prende corpo un abbagliante e pirotecnico spettacolo. Étincelles / Scintille, a cura di Saverio Verini Dal 15 giugno al 7 agosto 2022 Villa Medici Info: https://www.villamedici.it/
VILLA MEDICI E LE SUE SCINTILLE
INSIDEART 10 MICHELANGELO PISTOLETTO: MOSTRA A PISTOIA
Il ruolo dell’artista oggi: tra libertà e responsabilità. Michelangelo Pistoletto si racconta in occasione della sua mostra a Pistoia
Ritratto di Michelangelo Pistoletto_PistoiaMusei.it
INSIDEART 11 MICHELANGELO PISTOLETTO: MOSTRA A PISTOIA
Chiacchierata con l’artista che, dopo quasi trent’anni, torna in Toscana per una mostra diffusa che trasforma la città in museo
INSIDEART 12 MICHELANGELO PISTOLETTO: MOSTRA A PISTOIA
Marianna Mainenti
«Attraverso la libertà dell’arte mi sono assun-
Partiamo dal suo rapporto con Pistoia
to la responsabilità di quello che avrei potu-
«Sono stato invitato qui a Pistoia parecchie
to fare nel mondo»: Dopo quasi trent’anni
volte, a partire dagli anni Ottanta. La prima
Michelangelo Pistoletto torna a Pistoia per
volta nel 1980, per un’occasione di arte e
l’apertura di PISTOLETTO PISTOIA. Costel-
teatro e poi, quando Bruno Corà è diventato
lazione: 5 passi tra creazione e memoria,
il direttore di Palazzo Fabroni, mi ha invitato
mostra realizzata da Pistoia Musei in colla-
a parlare del mio Progetto Arte. In questo
borazione con Fondazione Pistoletto Citta-
progetto affermavo fosse arrivato il momen-
dellarte e a cura di Monica Preti, direttrice di
to, per l’artista, di mettere in connessione
Pistoia Musei. Fino al 25 settembre la città
tutti i settori della vita sociale: dalla politica
toscana diventa vera e propria città-museo
all’economia, dalla religione all’educazio-
grazie a un percorso diffuso tra l’Antico Pa-
ne, e rendere l’arte l’elemento dinamico di
lazzo dei Vescovi, la Chiesa di San Leone,
cambiamento verso una sostenibilità nella
la Biblioteca Fabroniana, il Museo del No-
società. In questa discussione, insieme alle
vecento e del Contemporaneo di Palazzo
approvazioni, c’è stato anche chi sostene-
Fabroni e l’Osservatorio Astronomico della
va fosse pura utopia. “La parola utopia vuol
Montagna pistoiese.
dire non luogo” dissi “ma io ho già acquisito
Pistoia, Chiesa di San Leone, Pistoia Courtesy Pistoia Musei Foto Pierluigi Di Pietro
INSIDEART 13 MICHELANGELO PISTOLETTO: MOSTRA A PISTOIA
Biblioteca Fabroniana, Pistoia Courtesy Pistoia Musei; Foto Pierluigi Di Pietro
un luogo a Biella che ho denominato Citta-
mondo”. Come conciliare l’idea dell’ar-
dellarte. C’è un luogo, quindi, e ora sto pre-
tista come assolutamente libero e l’idea
sentando il progetto. Non resta che appli-
dell’artista che deve farsi promotore di
care la capacità di costruire il nostro futuro
un futuro responsabile?
attraverso l’arte in questo luogo e con que-
«L’artista, proprio in quanto libero, non ha
sto progetto”. Oggi ci troviamo di fronte a
costrizioni. Diversamente da quanto avvie-
un nuovo passo di questo progetto: raccon-
ne per quasi tutte le altre strutture che or-
tare quello che ho fatto dopo di allora, nel
ganizzano la società, l’artista non è legato
senso proprio di interazione con il sociale.
a nessuna forma predefinita. L’artista della
Ecco che qui, a Pistoia, essendo nata una
modernità è diventato, infatti, anticonvenzio-
nuova concezione di “città museo”, è stata
nale, assumendo una libertà individuale che
creata una costellazione in cinque punti: nei
l’arte non ha mai avuto prima del ventesimo
palazzi storici che rappresentano la memo-
secolo. Cosa se ne fa oggi l’artista di questa
ria della città, abbiamo inserito proposte per
libertà e di questa anti convenzionalità? La
il futuro».
può usare per modificare le convenzioni esistenti e, per modificarle, deve intervenire in
Lei una volta ha detto “Attraverso la liber-
tutti i rami della vita sociale. Questa è la mia
tà dell’arte mi sono assunto la responsa-
idea e l’idea che stiamo portando avanti con
bilità di quello che avrei potuto fare nel
Cittadellarte, che conta oggi su circa due-
INSIDEART 14 MICHELANGELO PISTOLETTO: MOSTRA A PISTOIA
Pistoletto, la sfera di giornali
INSIDEART 15 MICHELANGELO PISTOLETTO: MOSTRA A PISTOIA
cento ambasciate nel mondo. A Biella ab-
a patti con la natura e tornare in equilibrio
biamo creato un’attività che coinvolge tutta
con essa. Tutte le opere in mostra, infatti,
la città, città non più intesa solo come co-
richiamano lo spettatore all’azione. Un’o-
mune ma come insieme degli ottanta comu-
pera che meglio esprime questa urgenza
ni della provincia diventati arcipelago, capa-
di sostenibilità?
ce di includere la campagna, la montagna, i
«Abbiamo sempre pensato che il rappor-
fiumi e tutte le problematiche delle persone
to con la natura fosse totalmente a nostro
che vivono in quei territori. Da qui il bisogno
vantaggio, ricavando da questa tutto il pos-
di creare un parlamento locale a cui ognuno,
sibile. Adesso ci rendiamo conto, invece,
attraverso le sue attività, possa partecipare.
di star passando a uno stadio di svantag-
Ogni attività, ogni organizzazione, è infatti
gio rispetto alla natura stessa. Stiamo os-
un piccolo governo. Anche due persone che
servando i risultati di un inquinamento che
vogliono vivere insieme formano un piccolo
pensavamo non avremmo mai raggiungo:
governo, ossia un piccolo parlamento in cui
noi cercavamo benefici e, insieme a questi,
mettersi d’accordo. Dalla viabilità all’ener-
ci stiamo procurando anche molti danni. Il
gia, dalla scuola alla salute, ogni argomento
danno che noi procuriamo alla natura non è
deve essere analizzato e risolto localmente.
che sia risentito da questa -la natura non ha
Mentre il concetto arte-società si sta svilup-
sentimenti- ma noi lo risentiamo perché ci
pando sempre più, le vecchie convenzioni
manca la terra sotto i piedi, ci manca l’aria
stanno portando disagi spaventosi: pensia-
che respiriamo, l’acqua per far funzionare le
mo alla guerra in ucraina e alle guerre nel
attività quotidiane. Dobbiamo quindi davve-
mondo. Quello che noi abbiamo fatto a par-
ro trovare un nuovo rapporto con la natura.
tire dagli anni Sessanta a oggi è un cammi-
Questo è il senso del Terzo Paradiso, il terzo
no che speriamo porti a qualche risultato.
stadio: il primo è quello naturale, il secondo
Se non dovesse portare da nessuna parte,
quello artificiale che abbiamo creato uscen-
pazienza. L’importante è tentare».
do dalla natura e ora dobbiamo mettere in-
La sua arte risponde a un bisogno sem-
sieme natura e artificio, per poter continuare
pre più impellente: la necessità di venire
a sopravvivere».
INSIDEART 16 MICHELANGELO PISTOLETTO: MOSTRA A PISTOIA
Pistoletto, il segno delì’arte
INSIDEART 17 MICHELANGELO PISTOLETTO: MOSTRA A PISTOIA
che bisognava essere buoni, bravi, gentili, Dualità come opposizione, contrasto, ri-
civili e invece, nella mia infanzia, non ho vi-
flessione e possibilità di riconoscersi.
sto altro che guerre, massacri e cose mo-
Dualità quindi come potenza creatrice di
struose. L’esempio è sempre stato distante
un “terzo”, il pensiero riflettente, l’opera.
dalle buone parole. L’arte, invece, mi offriva
La dualità sembra avere un peso enorme
libertà e autonomia assoluta; ero io a dover
nella sua produzione artistica. È così?
cambiar le cose, perché da fuori non me le
«Esiste solo dualità. Nessun elemento vive
stavano cambiando. Così, ho iniziato a voler
da solo. Tutti gli elementi che esistono sono
cambiare le cose».
unità che si incontrano con altre unità le quali, combinandosi, creano sempre un ter-
Genius loci e digitalizzazione dell’arte: c’è
zo elemento che prima non esisteva. Nel
possibilità di conciliazione? Crede che le
cerchio centrale della formula trinamica, la
sue opere, in particolare quelle maggior-
dualità si unisce e crea il tre. L’elemento cre-
mente legate al territorio, manterrebbero
ato diventa così unità che si unirà a un’altra
il loro significato più profondo “senza ter-
unità e così via all’infinito. In questo modo
ritorio”?
funziona la realtà universale e così deve fun-
«Gli obiettivi sono sempre globali. Viviamo
zionare, con sapienza e conoscenza, anche
ormai in una società globale. Come abbia-
la realtà artificiale».
mo potuto osservare, con una pandemia in ventiquattro ore tutto si blocca. Il mondo è
E lei, come artista, quando nasce? Quan-
una pallina. C’è una guerra in Ucraina, ecco
do si è ri-conosciuto come tale?
che la questione diventa mondiale. A questo
«Sono nato già con le cellule predisposte
non si sfugge. Non si può però partire dall’al-
all’arte. Mio padre era un artista, dipingeva,
to, da dove nascono tutti mali, ma occorre
e ha conosciuto mia madre perché lei vole-
partire dal basso, dai luoghi specifici: Biella,
va imparare a dipingere. Hanno fatto un’o-
per esempio, o Pistoia. Dobbiamo ripartire
pera insieme, che sono io. Fin da bambino
dalla pratica, dalle situazioni più vicine, per
ho vissuto, quindi, questo clima dell’arte e
creare nuclei nuovi di vita che, moltiplican-
ho imparato moltissimo da mio padre. Lui
dosi, possano diventare la grande società».
era un artista tradizionale: copiava benissimo la natura, era un artigiano della copia dal vero. Verso i diciotto, vent’anni, mia madre disse a mio padre che il futuro era nella pubblicità e fu così che mi iscrisse a questa scuola di pubblicità con Armando Testa. È stato lì che ho iniziato a cercare di capire chi ero, chi sono. Quello che mi dicevano non era sufficiente: mi insegnavano
PISTOLETTO PISTOIA Costellazione: 5 passi tra creazione e memoria Dal 25 giugno al 25 settembre Pistoia: Chiesa di San Leone e Biblioteca Fabroniana, Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Osservatorio Astronomico della Montagna pistoiese Info: https://www.pistoiamusei.it/mostra/pistoletto-pistoia/
INSIDEART 18 HYPERMAREMMA_INTERVISTA A MAURIZIO NANNUCCI
Hypermaremma: Maurizio Nannucci racconta il suo lavoro realizzato a Talamone per la rassegna in Toscana
Due parole con l’artista fiorentino all’ombra della Rocca Aldobrandesca, che dal 4 giugno ospita una sua installazione in neon
INSIDEART 19 HYPERMAREMMA_INTERVISTA A MAURIZIO NANNUCCI
INSIDEART 20 HYPERMAREMMA_INTERVISTA A MAURIZIO NANNUCCI
Massimo Belli
HyperNannucci: due parole con Maurizio Nannucci all’ombra della Rocca Aldobrandesca di Talamone, che dal 4 giugno ospita SHIPS THAT PASS IN THE NIGHT, una grande installazione in neon realizzata dall’artista fiorentino per Hypermaremma
A poche ore dall’inaugurazione, all’ombra di due piccoli alberi che fanno quasi da sipario semiaperto sull’enorme scritta in neon blu, nel caldo ventoso di una mattinata talamonese di inizio giugno, Maurizio Nannucci si prende qualche minuto di sosta dopo aver controllato gli ultimi particolari dell’opera. Appoggiati sul muretto in pietra che corre intorno alla Rocca si riflette su ciò che ormai,
Inaugurato il 4 giugno, il lettering in neon blu
installata a qualche passo da noi, ci sovrasta
SHIPS THAT PASS THE NIGHT di Maurizio
in tutta la sua forza evocativa.
Nannucci accende il litorale di Talamone dall’alto della Rocca Aldobrandesca; un’ini-
mb «Ieri, arrivando in serata per seguire gli
ziativa che Hypermaremma – manifestazione
ultimi aggiustamenti all’opera, mi sono molto
culturale ormai giunta alla sua quarta edizione
emozionato nel vedere questo intenso ba-
– ha fortemente voluto e realizzato nell’ambi-
gliore blu, mi piace questo disvelamento re-
to di una serie di iniziative artistico-culturali
pentino: l’unica via che porta qui sulla som-
tese a revitalizzare un’area in rapida risco-
mità corre di lato alla Rocca Aldobrandesca
perta, quella della Maremma. Carlo Pratis,
e non permette di familiarizzare visivamente
Giorgio Galotti, Matteo D’Aloja gli ideatori di
con il tuo lavoro finché non fai l’ultima svolta
questa iniziativa giocata sul cortocircuito che
e finalmente ci entri in contatto. Sono torna-
l’arte contemporanea è in grado di generare
to qui stamattina convinto che quella magia
portando a contatto l’iperattività di un pre-
si sarebbe annullata con la luce del giorno;
sente nevrotico con la placida compassatez-
invece, il colore blu viene ugualmente fuori
za dei ritmi di vita della bassa Maremma.
dai tubi del neon, intenso anche se spento. È
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INSIDEART 21 HYPERMAREMMA_INTERVISTA A MAURIZIO NANNUCCI
Maurizio Nannucci, Ships that pass in the night Rocca di Talamone, foto Giorgio Benni
stata una sorpresa non da poco…»
fra cielo e mare».
mn «Mi fa piacere che si noti. Il mio lavoro
mb «Mi viene in mente che, osservandolo
ha sempre previsto un concerto di stimoli
sotto una certa luce, il tuo lavoro sia sempre
diversi: quello visivo in senso ampio, quel-
stato una sorta di ‘dialogo’, di collaborazione
lo letterale in senso stretto, l’armonia con
sia interna all’opera, dove ogni elemento vive
l’ambiente, l’idea di creare qualcosa che fos-
in commistione con gli altri, sia esterna, nel
se architettonico. Il blu di questo neon non
momento in cui hai cercato di ottenere dei
deve entrare in gioco solamente insieme al
risultati in costante confronto con lo spazio
testo, deve poter vivere in autonomia come
urbano, con l’ambiente circostante in gene-
riferimento al cielo e al mare, come segno
rale e, in questa occasione, anche con un
che va oltre la singola lettera che accende.
progetto spiazzante come quello proposto
Mentre lavoravamo al progetto con i ragazzi
da Hypermaremma».
di Hypermaremma, ho pensato per qualche momento ad altre possibilità di colore, poi ho
mn «È vero, sono due cose che sono sem-
capito che questo tono di blu sarebbe stato
pre state legate. Quando a Firenze1 iniziai a
più adatto, più centrato, che si armonizzasse
cimentarmi con la musica elettronica imparai
meglio con l’architettura e con lo spazio cir-
presto la bellezza di raggiungere dei risulta-
costante di questo magnifico luogo a picco
ti all’interno di un collettivo, in sintonia con
INSIDEART 22 HYPERMAREMMA_INTERVISTA A MAURIZIO NANNUCCI
altre persone. In un mondo dove spesso do-
zioni funzionano è tutto più semplice, loro mi
minano piccole invidie, inezie, piccolezze, bi-
hanno messo subito nelle migliori condizioni
sogna essere capaci di sintonizzarsi con gli
per farlo e io dal canto mio lo avrei realizzato
altri, per cercare dei risultati migliori di quelli
a tutti i costi. Credo che il risultato ci possa
che si potrebbero raggiungere da soli. È un
dare ragione…»
concetto che ritrovai non appena entrai in contatto con Robert Filliou e il gruppo Flu-
mb «Puoi bene immaginare che un ragazzo
xus, un’esperienza che poi mi sono sempre
romano, come lo sono io, abbia grande fa-
portato dietro, collaborando con diversi ar-
miliarità con il tuo lavoro esposto nel percor-
chitetti sia per progetti che siamo riusciti a
so interno del foyer dell’Auditorium di Renzo
portare a termine ma anche semplicemente
Piano e all’esterno del MAXXI, MORE THAN
quando abbiamo provato a fare qualcosa
MEETS THE EYE, intriso di questo enigma
di diverso laddove poi le nostre idee non si
dell’andare oltre la visione e che agisce an-
sono realizzate. Qui a Talamone, con Hyper-
che di concerto con la struttura liquida del
maremma, ho trovato subito la sintonia giu-
museo, con le forme che gli diede Zaha Ha-
sta: avevo questo lavoro inedito pensato
did nel momento della realizzazione. Credo
esattamente cinquant’anni fa e finalmente
che questo lavoro faccia un po’ eco all’idea
mi sembrava perfetto per qualcosa, per un
di relazione dell’opera con la struttura su cui
luogo nello specifico. Quando le collabora-
si innesta, a questo superamento del signifi-
INSIDEART 23 HYPERMAREMMA_INTERVISTA A MAURIZIO NANNUCCI
Maurizio Nannucci Ships that pass in the night Rocca di Talamone foto Giorgio Benni
INSIDEART 24 HYPERMAREMMA_INTERVISTA A MAURIZIO NANNUCCI
Maurizio Nannucci Ships that pass in the night, Rocca di Talamone foto Giorgio Benni
INSIDEART 25 HYPERMAREMMA_INTERVISTA A MAURIZIO NANNUCCI
cato in senso stretto a vantaggio di una visio-
do, un confine, SHIPS THAT PASS IN THE
ne più profonda degli spazi della nostra vita».
NIGHT sembra invece parlare a chi, sulla terra ferma, dovrebbe spingersi a guardare
mn «Credo sia normale pensare a quell’o-
il mare, l’orizzonte, l’altrove, abbattendo sia
pera perché è facile incontrarla per chi si
i confini geografici sia quelli dell’immagina-
avventura negli spazi del MAXXI. Pensa an-
zione, per costruirsi un’idea più ampia di ciò
che al lavoro Polifonia2 che ho realizzato per
che lo circonda».
l’Auditorium Parco della Musica, lì c’è tutto del mio lavoro, venti scritte in neon: dieci blu
mn «È una lettura che ci sta, perché effettiva-
e dieci rosse. Quelle blu vengono dalla mia
mente dal mare tu non puoi leggere distinta-
raccolta di testi Antologia 1967/2002, dove
mente ciò che c’è scritto, mentre qui davanti
indago i sottili legami che uniscono la mu-
tu hai a disposizione tutto: la luce blu, la scrit-
sica, l’architettura, l’arte, il linguaggio. Le
ta, la visione d’insieme. In questo modo sei
scritte rosse sono invece citazioni di famosi
portato a vedere oltre, a immaginare queste
musicisti, scrittori, poeti e filosofi da Bach a
luci a pelo d’acqua, queste barche che pas-
John Lennon e Yoko Ono, che si connettono
sano nella notte, ad immaginarti lì con loro,
al tema del linguaggio musicale. Quel modo
oltre questo luogo fisico. Per questo SHIPS
di ragionare è lo stesso di quest’opera per
THAT PASS IN THE NIGHT rimane accesa
Talamone, dove la scritta parla dei naviganti,
anche di giorno, per non smettere mai di im-
è vero, ma poi la dimensione luminosa inne-
maginare…»
sca il sogno, l’immaginazione, l’idea di ignoto; in questo modo prende forma anche una nuova architettura della Rocca, che da costruzione impenetrabile diventa un luogo di scambio, di dibattito e di dialogo con ciò che c’è intorno». mb «Venendo dall’universo della Poesia concreta, alla quale hai contribuito sin da subito con i tuoi Dattilogrammi iniziati nel 1964 e proseguiti con i lavori in neon a partire dal 19673, non riesco a non assegnare comunque una valenza poetica e semantica a questo lavoro, che a me ricorda il significato del ‘faro’, della torre di segnalazione, ma completamente ribaltato di senso. Se da un lato il faro comunica al mare la presenza della terra per segnalare un limite, un punto di appro-
[1] Il riferimento è alla collaborazione con lo Studio di Fonologia Musicale di Firenze (S 2F M). [2] Polifonia: Un percorso tra Arte, Musica, Architettura e Linguaggio, in collaborazione con Renzo Piano, Auditorium Parco della Musica di Roma, 2002 [3] La prima opera realizzata con le luci al neon fu Alfabetofonetico, del 1967.
INSIDEART 26 ARTURO GALANSINO A PALAZZO STROZZI
Da Tik Tok agli NFT, la rivoluzione di Arturo Galansino a Palazzo Strozzi
Il Direttore del museo fiorentino racconta le proposte artistiche e culturali della sede espositiva che dal 2016 hanno proiettato Firenze verso il contemporaneo
INSIDEART 27 ARTURO GALANSINO A PALAZZO STROZZI
INSIDEART 28 ARTURO GALANSINO A PALAZZO STROZZI
Ritratto Galansino © photo Alessandro Moggi
INSIDEART 29 ARTURO GALANSINO A PALAZZO STROZZI
Marianna Mainenti
Dall’arte digitale a Tik Tok, grazie alla Fon-
ze è oggi diventata una “destination” per
dazione Palazzo Strozzi Firenze diventa la
l’arte contemporanea. I risultati sono stati
nuova “destination” per il contemporaneo.
straordinari anche per quanto riguarda la
Molte sono state le innovazioni nella pro-
risposta del pubblico e la sua composizio-
posta artistica e culturale di Palazzo Stroz-
ne. Oggi Palazzo Strozzi ha un pubblico
zi che, dal 2016 a oggi, hanno reso Firenze
prevalentemente nazionale e internaziona-
cuore pulsante dell’arte contemporanea in
le che viene a Firenze per le nostre mostre
Italia. Arturo Galansino, direttore della Fon-
e sempre più un pubblico giovane – oltre
dazione Palazzo Strozzi, racconta a Inside
il 40% del al di sotto dei 30 anni – ma non
Art la direzione intrapresa dal museo negli
abbiamo perso quello tradizionale e locale,
ultimi anni.
fidelizzandolo anche sui nuovi temi».
Da quando è arrivato lei c’è stato un
Quanto crede che la sua lunga esperien-
importante cambio di rotta per Palazzo
za all’estero abbia influito sulla direzio-
Strozzi. Oggi il museo è diventato, infat-
ne che ha voluto dare al museo?
ti, un vero e proprio punto di riferimento
«Ogni nazione e ogni città in cui si lavora
per l’arte contemporanea in Italia. Come
è un contesto diverso da cui apprendere
ha risposto, dall’interno, un’istituzione
qualcosa e le istituzioni in cui ho lavora-
classica a questa sua profonda trasfor-
to mi hanno fatto sperimentare modelli e
mazione? Come ha risposto invece il
strutture molto diverse, anche dal punto di
pubblico?
vista della governance e a livello econo-
«Dal 2015 abbiamo voluto dare una ster-
mico. Credo sia importante ricordare che
zata radicale a Palazzo Strozzi e possiamo
Palazzo Strozzi ha ottenuto questi risultati
dire che i risultati hanno da subito supera-
con un modello di governance e di sosteni-
to le nostre aspettative, sia per la reazione
bilità economica che non ha eguali in Italia
dei nostri pubblici che per i numeri ottenuti.
ed è ai massimi livelli di sostenibilità anche
Infatti, già la prima grande mostra contem-
se comparato con le strutture estere, dove
poranea di Palazzo Strozzi, ossia la retro-
è molto più facile convogliare fondi privati
spettiva su Ai Weiwei del 2016, è stata la
e dove si ha una attenzione maggiore alla
mostra d’arte contemporanea più visitata
sostenibilità economica rispetto alle istitu-
in Italia fino ad allora. Nonostante il con-
zioni italiane. Infatti, oggi solo il 15% del bi-
temporaneo non fosse un terreno molto
lancio di Palazzo Strozzi proviene da fondi
battuto in città, grazie a Palazzo Strozzi e
pubblici: il resto è frutto del successo delle
alle mostre dei più grandi artisti viventi, da
nostre iniziative e di sostenitori e sponsor
Marina Abramovi ć a Jeff Koons, e assieme
privati. Molte sono infatti le aziende e i fi-
al lavoro di altre istituzioni cittadine, Firen-
lantropi che ci sostengono, come succede
INSIDEART 30 ARTURO GALANSINO A PALAZZO STROZZI
Let’s Get Digital ©photoElaBialkowskaOKNOstudio
INSIDEART 31 ARTURO GALANSINO A PALAZZO STROZZI
Donatello, il Rinascimento, Palazzo Strozzi, Firenze, 2022. (C) photo Ela Bialkowska, OKNOstudio
in molte grandi istituzioni estere. Palazzo
grandiosa e unica nella storia che però te-
Strozzi ha inoltre un’importanza economi-
mevamo non venisse abbastanza sentita
ca notevole per Firenze: le sue iniziative
dai giovanissimi. Abbiamo cercato quindi
portano annualmente sul territorio una me-
di comunicarla attraverso altri canali, come
dia di circa 40 milioni di euro di indotto pro-
TikTok. I numeri, anche in questo caso,
dotto dai moltissimi visitatori che si recano
sono stati decisamente positivi e siamo fe-
a Firenze unicamente per le nostre mostre:
lici del riscontro giovanile della mostra su
quel pubblico di qualità che le città d’arte
Donatello. Tra l’altro, oggi, anche con la
ricercano».
combinazione un po’ paradossale tra Donatello e la mostra sugli NFT, riusciamo a
Fondazione Palazzo Strozzi è da poco
comprendere ancora tutti i pubblici».
approdata su Tik Tok: quanta importanza ha oggi per un museo la comunica-
È da poco stata inaugurata negli spazi
zione digitale? È davvero la scelta vin-
della Strozzina e del cortile “Let’s Get
cente per avvicinare i giovani all’arte?
Digital!”, ultimo esempio della vivacità
«La comunicazione digitale si è dimostrata
culturale di Palazzo Strozzi. In un pe-
e si sta dimostrando molto efficace. L’idea
riodo di grande dibattito sul tema della
di Tik Tok è nata quest’anno, parallelamen-
digitalizzazione delle opere d’arte, lei
te alla mostra su Donatello. Una mostra
dove si pone?
INSIDEART 32 ARTURO GALANSINO A PALAZZO STROZZI
Daniel Arsham_Summer
INSIDEART 33 ARTURO GALANSINO A PALAZZO STROZZI
INSIDEART 34 ARTURO GALANSINO A PALAZZO STROZZI
«Ancora una volta, con “Let’s Get Digital!”,
e rileggere il passato. E ancora molto c’è da
Palazzo Strozzi è laboratorio del futuro.
fare negli studi più tradizionali e del modo
Siamo la prima istituzione tradizionale a
in cui si comunica la storia dell’arte, come
fare una mostra di Nft. Siamo consapevoli
dimostra l’odierna mostra su Donatello che
di trattare un tema lontano da ogni stori-
condensa decenni di ricerca e scoperte
cizzazione e che proprio ultimamente sta
rendendo accessibile al grande pubblico la
mostrando i suoi primi cedimenti, soprat-
rivoluzione di un artista che ha cambiando
tutto dal punto di vista economico; credo
per sempre le sorti dell’arte occidentale».
che proprio per questo sia il timing perfetto. Quello che a noi interessa è inf mo-
Nuovi progetti per Palazzo Strozzi?
strare che il mondo degli Nft è un mondo
«A settembre apriremo una nuova mostra
artistico a tutti gli effetti, non confinato ai
con un altro grande artista contemporaneo,
nostri computer o ai nostri cellulari, ma
Olafur Eliasson. Un importante progetto di
avente una sua dimensione museale, fisica
cui siamo molto entusiasti. Per il momento
e installativa. Importante, poi, per Palazzo
non possiamo dire altro, ma sarà un evento
Strozzi, era avvicinare il pubblico al com-
veramente unico nel suo genere».
plesso mondo dell’arte digitale. È stato molto apprezzato, infatti, l’atteggiamento didattico della nostra mostra, capace di spiegare in maniera semplice concetti che talvolta risultano confusi per gli stessi operatori che ci lavorano». L’arte digitale, come ci insegna proprio “Let’s Get Digital!”, può avere quindi una sua dimensione espositiva. Quali conoscenze deve avere oggi un curatore? Come è cambiata nel tempo la sua figura professionale? «Ci sono molti modi di fare questo mestiere. Il curatore di arte contemporanea si trova oggi di fronte a un mondo completamente nuovo che sta portando cambiamenti nella scena artistica e perciò deve tenere le antenne puntate su queste trasformazioni. Lo stesso vale per la ricerca sull’arte antica che si sta aprendo a nuovi orizzonti introducendo nuovi temi e metodi per studiare
Info: palazzostrozzi.org
INSIDEART 35 ARTURO GALANSINO A PALAZZO STROZZI
Let’s Get Digital Palazzo Strozzi
INSIDEART 36 LA GRANDE MOSTRA DEDICATA A BRUCE NAUMAN
In arrivo all’Hangar Bicocca Neon corridors rooms, la grande mostra dedicata a Bruce Nauman
Left or Standing-Standing or Left Standing
INSIDEART 37 LA GRANDE MOSTRA DEDICATA A BRUCE NAUMAN
INSIDEART 38 LA GRANDE MOSTRA DEDICATA A BRUCE NAUMAN
Bruce Nauman Ritratto © 2022 Bruce Nauman / SIAE Courtesy Sperone Westwater, New York Foto Zoe Nauman
INSIDEART 39 LA GRANDE MOSTRA DEDICATA A BRUCE NAUMAN
Sofia Di Gravio
Il 15 Settembre aprirà “Neons Corridors Ro-
Le opere esposte, come ci comunica il titolo,
oms”, la mostra dedicata a Bruce Nauman,
sono dei corridoi, illuminati da luci al neon. Ge-
uno degli artisti più rilevanti della scena arti-
neralmente, in una galleria, i corridoi collegano
stica contemporanea. In quest’occasione ver-
tra loro i cubi bianchi (White box) dove ven-
ranno esposte trenta opere realizzate dall’ar-
gono esposte le opere. Raramente i corridoi
tista negli anni 60, opere trattati il tema della
sono le opere stesse. Tuttavia, tra la variegata
ricerca spaziale ed architettonica.
e fondamentale produzione di opere di Bruce Nauman, ci sono una serie di capolavori che
Laureato in fisica e matematica, Bruce Nau-
prendono questa caratteristica architettonica
man si è dedicato alla creazione artistica per
e la trasformano in un’opera d’arte. Nauman
oltre sessant’anni. Le sue opere sono filmati,
rende i corridoi una forma di espressione ar-
performance, fotografie e sculture. Nauman è
tistica sin dal 1969. Inizialmente avevano la
un artista concettuale di fama internazionale,
funzione di semplici oggetti di scena, utilizzati
si interroga sulla condizione umana e su tutto
per realizzare video. In seguito, Nauman li ha
ciò che lo frustra in un’opera densa e plurale.
introdotti nelle gallerie, permettendo al pubbli-
In questa mostra verranno esposti 30 dei suoi
co di percorrerli e, così facendo, di realizzare
“corridoi neon”.
la propria performance.
Bruce Nauman Green Light Corridor, 1970 Veduta dell’installazione, “La Jolla”, Museum of Contemporary Art San Diego, 2008. © 2022 Bruce Nauman / SIAE Courtesy Museum of Contemporary Art San Diego
INSIDEART 40 LA GRANDE MOSTRA DEDICATA A BRUCE NAUMAN
I Neons Corridors Rooms sono semplici pas-
tista, quanto del ruolo del pubblico. Un’occa-
serelle con pareti in gesso, in cui l’artista a
sione da non perdere
volte introduce luci, videocamere e monitor, o altoparlanti; alcuni troppo stretti per essere percorsi; altri a forma di cuneo, altri semplici e lineari, altri lunghi e spaesati. La semplicità della struttura architettonica si contrappone alla complessità dell’esperienza che deriva dal percorrere i corridoi. Da un lato la percezione dello spazio semplice, dall’altro la presa di coscienza di emozioni complesse e, spesso, angoscianti. Il pubblico potrà, durante questa mostra, creare la propria performance, diventare parte del processo artistico. Il rapporto tra opera d’arte, spettatore e artista viene rimesso in causa: i ruoli non sono più fissi, l’opera non è mai completa ma in continua evoluzione. A questo proposito sembra calzante citare le sue analisi e autoanalisi della mente creativa e i suoi dubbi sulla creazione artistica, enorme contributo per il mondo artistico e per l’interpretazione della sua arte. Dice, “Se sono un artista e sono in studio, allora tutto ciò che faccio lì è arte”, “A quel punto, l’arte diventa più un’attività e meno un prodotto”, conclude. La mostra realizzata da Pirelli HangarBicocca in collaborazione con Tate Modern e Stedelijk Museum, offrirà una panoramica approfondita sulla ricerca dell’artista che esplora attraverso i corridoi l’utilizzo della luce, del suono del linguaggio e del video. Una mostra che fa luce su uno dei mezzi espressivi più controversi del mondo contemporaneo, accompagnandoci alla scoperta di Bruce Nauman. Un’esposizione tanto dell’importanza e del talento dell’ar-
INSIDEART 41 LA GRANDE MOSTRA DEDICATA A BRUCE NAUMAN
Bruce Nauman Left or Standing, Standing or Left Standing, 1971/1999 Collection of Dia Art Foundation, Partial Gift, Lannan Foundation, 2013 © 2022 Bruce Nauman / SIAE. Courtesy Sperone Westwater, New York