ISSN 1970-6243
8/2014
Anno XXV - Numero 8 - Settembre 2014 - euro 10,00 Mensile fondato e diretto da Tommaso Tommasi Poste Italiane S.p.A. - sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Roma. Registrazione Tribunale di Roma n° 240/90 del 7 aprile 1990
Per settembre attese 111.200 targhe In luglio nuovo exploit del Panel
Dopo il salto della previsione per il mese di agosto (il ministero ha chiuso con 53.191 targhe, -0,2%) dovuto alla vacanze, eccoci ora a registrare quanto è emerso dalle indicazioni del nostro Panel per il mese di settembre: le immatricolazioni dovrebbero toccare agosto ’ 14 le 111.200 unità, in crescita su luglio ’ 14 del 4% sull’analogo mese dello scorso anno, mentre il livello di raccolta degli ordini sempre in termini previsionali - dovrebbe arrivare ai 114.041 contratti, in flessione dello 0,9%. Per settembre, le consegne di vetture bifuel benzinaGpl o benzina-Metano doset.’ 13 - ago.’ 14 vrebbero essere il 14,1% del totale. Ci piace ricordare che su ago.’ 13 - lug.’ 14 la previsione del nostro Panel per il mese di luglio si è rivelata, come ormai accade da molti mesi, assai vicina alla realtà. Avendo indicato come media 111.850 targhe, lo scarto rispetto alle 113.777 immatricolazioni dichiarate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è stato solo dell’1,7%. (Commento a pagina 3, mercato Italia da pagina 58)
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70,5 miliardi dall’auto alle casse dello Stato ma nessun aiuto al settore
Cifre alla mano, il fisco italiano in Europa è il più esoso nei confronti dell’automobile. Secondo i conteggi dell’Anfia, nel 2013 acquisto e uso dell’automobile nel nostro Paese hanno generato un gettito fiscale di 70,5 miliardi di euro, in gran parte dovuto all’uso dei veicoli da parte delle famiglie. Nel confronto con la fiscalità in alcuni dei principali altri mercati europei, si rileva l’ingordigia del fisco di casa nostra, con una politica che oltretutto non sembra disposta a prendere in considerazione la necessità di ridare slancio ad un settore di vitale importanza per l’economia italiana. (Servizio e dati alle pagine 6 e 7)
FCA, sede in Olanda e fiscalità GB Marchionne guiderà pure la Ferrari
Due fatti di grande rilievo, sotto il cielo di Torino (e di Maranello). A Torino si è svolta il 1° agosto l’ultima assemblea del Gruppo Fiat che con la nascita di FCA, Fiat Chrysler Automobiles NV cambia ruolo e collocazione. Ora il gruppo italoamericano guidato da Sergio Marchionne avrà sede legale in Olanda (Amsterdam) e domicilio fiscale in Gran Bretagna (Londra), con la dichiarata volontà di ottenere al più presto possibile la quotazione a Wall Street (New York, Stati Uniti). Marchionne a inizio settembre è stato anche protagonista di un vero e proprio colpo di scena, facilitando le dimissioni dell’avvocato Luca di Montezemolo da Presidente della Ferrari, posizione ricoperta per 23 anni ricchi di successi sportivi ed economici, ed assumendo in prima persona la guida della Casa del Cavallino, con formalizzazione il 13 ottobre. Sia per Fiat, sia per Ferrari, non sono mancate le promesse: rafforzamento dell’italianità per i marchi torinesi e indipendenza per il brand di Maranello. (Il punto a pagina 2)
Il governo cinese contro le Case auto accusate di far pagare troppo i ricambi
L’ente governativo cinese NDRC responsabile per il controllo dei prezzi al consumo ha messo sotto accusa numerose Case auto occidentali e giapponesi, affermando che i prezzi delle parti di ricambio praticati in Cina sono in molti casi superiori sino a 2,5-3 volte rispetto a quelli di analoghe parti vendute negli Stati Uniti. In alcuni casi, sono state mosse contestazioni anche per i prezzi di listino delle vetture. Alcune delle Case messe sotto accusa hanno aderito alle richieste della NDRC, applicando nuovi listini. I costruttori sostengono che le differenze di prezzo sono frutto delle alte tassazioni imposte dalla Cina sui prodotti importati. La Camera di Commercio dell’UE in Cina ha affermato che le misure anti-trust sono le benvenute, a patto che non si trasformino in armi di pressione per altri fini, evidenziando come alcune Case cinesi, pur avendo praticato prezzi più elevati, non siano state messe sotto accusa.
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