racconto estivo adesso con accanto vicino di casa

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inutile.opuscolo letterario — martedÏ 8 febbraio 2011 — rivistainutile.it

racconto estivo adesso con accanto vicino di casa di lorenzo mercatanti 1


inutile.opuscolo letterario — martedì 8 febbraio 2011 — rivistainutile.it

vicino di casa

racconto estivo

L’inverno è un capolavoro. La felicità è guardarlo dalla finestra di casa propria. La perfezione è il certificato del medico che dice cinque giorni a riposo. L’imbecille è il mio vicino di casa. Chissà cosa sta combinando, è un po’ non lo vedo fuori in giardino a dar di matto. Non che mi preoccupi non vederlo, mi preoccupa di più il contrario L’ultima volta che l’ho visto, prendeva a sassate quel povero ragazzo ritardato della comunità familiare giù in paese. Ragazzo! Sono uomini, tutti con qualche anno più di me, ma si dice I ragazzi de!a comunità. Io quando lo trovo giù in paese, quest’uomo-ragazzo, lo saluto sempre, lui ti guarda fisso a quel modo come si fa a evitarlo, alle volte risponde al saluto e mi chiede qualche euro per il caffè, le sigarette. Qualcosa gliela do sempre, come si fa, “però non li spendere tutti in caffè e sigarette,” mi raccomando. Lui dice, grazie ‘rivederci, e s’incammina verso il bar. L’altro giorno era venuto a suonare anche a me, chiedeva delle offerte per una rivista che fanno

Come dite? Cosa sto facendo? Scrivo. Cosa scrivo? Un racconto estivo. Sì, lo so, siamo in pieno inverno, avete ragione, gliel’ho detto pure io ma niente, m’hanno risposto: uno comincia a scriverlo ora, si mette avanti e per l’estate se lo trova bello che pronto. Chi è che m’ha detto così? Gli stessi che mi hanno commissionato il racconto: un amico mio, che poi questo amico mio è lo scemo del paese. L’altro giorno mi ha suonato il campanello, io sono uscito fuori e all’inizio l’ho preso a sassate, come si usa fare con gli scherzi di natura, nulla di che. Niente, non se ne andava, allora gl’ho chiesto che voleva e lui me l’ha detto. «Un racconto estivo?» Sono cascato dal pero, che lui c’ha questa cosiddetta rivista letteraria insieme agli invertiti del paese, che poi a leggerla sono sempre loro più le loro ragazze barbute, mica altri. Io gli dico, «te lo scrivo però di che parlo che è ancora inverno.» Cosa? Foste al posto mio gli raccontereste della scorsa estate, e raccontategliela voi, per me la scorsa estate è bell’e che passata, puff, insomma io 2


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d’estate. D’estate il paese si anima, feste paesane e… insomma un sacco di feste paesane, e fanno partecipare anche quei ragazzi per quel che possono… e fanno bene secondo me, la comunità stampa questa rivista… non son stato tanto a ascoltarlo ma insomma ci deve essere dentro il calendario delle feste paesane più disegni e scritti dei ragazzi. Un offerta è il minimo, cosa c’avrà mai in corpo quello? Al limite digli no non mi interessa, cosa tira i sassi, che dico. E inoltre fa male arrabbiarsi così, uno già mezzo matto finisce d’ammattire. Quanto mancherà che tra quelli della comunità ci si troverà pure lui? Fosse vero. Non che c’abbia qualcosa contro di lui, del resto non c’ho niente a che fare, il minimo, vorrei averci a che fare ancora di meno ma, insomma, i vicini è come i parenti non ci si scelgono, oddio, non è esattamente così ma avete capito. Eccolo! Chi si rivede… sembrerebbe calmo oggi, ma che c’ha da curiosare lì al cancello? Oddio ogni volta ne inventa una nuova. Sempre meglio che i sassi, con lui bisogna ragionar così. Cos’è che ha raccolto da terra? Me lo sentivo.

gli dico è inverno e lui dice, «bene, siamo d’accordo.» La rivista loro si chiama Luglio Agosto Settembre, esce tre mesi l’hanno, indovinate quali, esce quei tre mesi di fila poi c’è una pausa lunga che i collaboratori hanno tutto il tempo di scrivere solo che gli manca la materia prima per scrivere un racconto estivo. Io sapete cosa faccio? Sì, c’avete ragione, come fate a saperlo se non ve lo dico, ecco, faccio che gli parlo dell’inverno, roba da lupi a la Jack London. Racconto estivo adesso lo intitolo, bello scherzo, agli scherzi di natura piace di sicuro. Cosa?! Dite che non è divertente. Aspettate di leggerlo sulla rivista, poi ci risentiamo. E ora chi è che... scusate, sta suonando il campanello, m’affaccio un attimo fuori, non si vede nessuno, «chi è?!» «Luglio Agosto Settembre» sento una voce. Guardo meglio... pazzesco! C’è un nano, lo intravedo tra le grate del cancello. Raccolgo qualche sasso, «no aspetta» fa il nano, «volevo sapere se avevi già un nome per il protagonista.» 3


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Sempre l’altro giorno, il pomeriggio sono sceso a Prato per andare in videoteca a noleggiare qualche Van Damme. Dalla saletta dei film a luci rosse ecco te lo vedo uscire, il mio caro vicino pazzoide… e maialoide, con una paccata di porcherie, dieci cassette almeno. Mi ha visto e non ha fatto una piega, ha salutato e ha detto, facciamo uno scherzo a un amico per un addio al celibato. Che scusa penosa, ho pensato, mentre pagava e usciva con tutta la calma del mondo. E poi dice facciamo, ma che facciamo che non ti visita mai nessuno, facciamo! Ma che fai te?! …non ci credo, sta prendendo a sassate il cancello. Ha perso del tutto la ragione. Io con uno così proprio niente voglio averci a che fare, facciamo! Facciamo un corno! Quando poi ero a pagare, il tale della videoteca attacca a parlarmi, mi aveva visto che ci parlavo e ora mi tocca anche cambiare videoteca, attacca a dirmi dei film porno che a lui gli tocca di tenerli se no chiuderebbe ma certi clienti tipo il suo amico, il suo amico il suo amico ha detto proprio così che deve aver sentito quando diceva facciamo, accidenti, accanto a me c’era una signora con in mano una cassetta con

«Canicola è il nome del protagonista» buffo eh, faccio un racconto con un lupo a la Jack London e ve lo chiamo Canicola. Il nano tira fuori un blocchetto e se lo appunta, è un nano preciso, me ne ha parlato bene il mio amico, piccolino ma tutto stipato concentrato come il lavoro della redazione, tutto schiacciato in quei tre mesi lì. «Un nano è come un dentista» dice il mio amico, «può sempre far comodo.» «Canicola, Canicola, Canicola...» il nano legge e rilegge ad alta voce quello che ha scritto. Tiro una sassata e gli centro in pieno la capoccia, bene esser precisi ma la gente ripetitiva mi sta parecchio sulle scatole. Canicola, Canicola, Canicola... io, per essere precisi, sto parecchio sulle scatole a me stesso, aaaaa-hhhhh, che autoironia! «Ohi, ohi-ah» il nano si gratta il bernoccolo. Io mi chiedo cosa faccia gli altri nove mesi dell’anno oltre a rompere le scatole ai collaboratori della rivista, sì ochei, giusto il tempo di ragionare tra me e me e glielo chiedo subito, «ma cosa fai di lavoro nei mesi che la rivista è ferma?» 4


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Richard Gere e guardava le mie di cassette, sulle cassette dei film di Van Damme c’è sempre Van Damme a dorso nudo, il tale della videoteca badava a dire che certi clienti gli fanno delle richieste ma delle richieste che lui però c’ha una morale, me l’ha urlato che c’ha una morale, e la signora a guardarmi storto e io non sapevo più se tenere bene in mostra le cassette di Van Damme o nasconderle. Volevo quasi dire, signora lei con quel suo Richard Gere lì si crede d’esser più morale di me, ma arrivavano altri clienti e ho pagato e salutato svelto svelto. Svelto svelto sono uscito che tremavo tutto, la sensazione d’aver dietro le spalle la videoteca in fiamme e non poter voltarsi a guardare, mi vergognavo troppo. Quell’imbecille! Mi sono sentito che urlavo, e subito la paura nel dubbio qualcuno avesse sentito. Quell’imbecille! Adesso si è calmato ma sta sempre lì al cancello. Peccato. Sarebbe così bello l’inverno, dalla finestra di casa mia.

«Un po’ lavoro in un circo, un po’ faccio film porno.» Dice il nano. Sì lo so, i classici mestieri da nani d’altronde nano è nano rimane anche se s’atteggia a letterato. Io gli dico, di recente ne ho visto uno di quei film lì. Per esser precisi ne ho visti qualche decina, limitandosi al recente, ma di uno solo mi premeva parlarne col nano. Racconto estivo adesso s’intitolava, detto tra noi e non lo dite al nano il titolo per il racconto l’ho rubato da lì, oh anche quel film con l’estate mica c’entra niente, protagonisti un nano e una cicciona, gli racconto al nano che per tutto il film si vedeva solo la cicciona che si agitava come si fosse seduta su un cactus. «Il nano ero io» dice il nano, «anche il titolo è un’idea mia, la cicciona la mia ragazza, facciamo questi film porno amatoriali e ce li pagano pure bene. Il tuo racconto, invece, dimmi un po’ come s’intitola.» E ora indovinate cosa gli rispondo io a questo nano. E voi cosa gli rispondereste, eh?

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Lorenzo Mercatanti è nato nel 1971 a Prato, dove vive e lavora come agente di commercio. Laureato in Scienze Politiche con una tesi su I fantasmi di Giovannino Guareschi. Sposato con prole (Ariannina, Ada). Alcuni racconti apparsi su Pietraserena; Maltese narrazioni; Ellin Selae; Fernandel; FaM; Scorpione Letterario; QuasiRete; Colla; Il Primo Amore. Un racconto presente sull’antologia Posa ‘sto libro e baciami (Ed. Zandegù).

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