Libertá di Parola
N°2/2022
Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.
APPROFONDIMENTO Donne, non vittime
Il 25 novembre è la Gior nata internazionale contro la violenza sulle donne: sono loro la stragrande maggioranza delle vittime delle violenze di genere, ovvero tutti gli abusi psico logici, fisici o sessuali che riguardano le persone dis criminate in base al gene re. A Pordenone sono tre le associazioni che, ogni giorno, si spendono per accompagnare e support are le vittime, e per edu care gli uomini al rispetto. a pagina 7
BIANCA NEVE NON È UNA FAVOLA
Preoccupano i consumi in crescita della cocaina
di Ada Moznich
Ricordo ancora a Palermo, alla conferenza sulle dipen denze del 2005. Il professore Riccardo Gatti dell'Universi tà Bicocca di Milano ci disse che dal 2010 ci sarebbe stato il problema cocaina. Così è successo. Ogni anno il consu mo è in crescita. Mentre nel passato la cocaina riguarda va prevalentemente gli adulti, ora anche i giovani ne fanno uso. E' una sostanza che spes so viene sottovalutata dai con sumatori, dal momento che non crea problemi di astinen za fisica, e si ha l'impressione di poterne gestire il consumo, sottovalutando il craiving, il
desiderio compulsivo, che è comunque una dipendenza. Dopo la cannabis, la cocai na è la sostanza illegale più usata, per svariati motivi: di vertirsi, avere alte prestazioni ed essere efficienti al lavoro. Ciò di cui non si tiene conto è che provoca dei seri danni al nostro corpo, uno dei più importanti è il danno all'ap parato cardiovascolare fino a provocare l'infarto anche in giovane età. A livello statisti co sappiamo tutto sui giovani e il consumo di cocaina, dal momento che le ricerche ven gono condotte nelle scuole. Non sappiamo nulla, o quasi,
invece, del mondo adulto per il quale l'unico riferimento che abbiamo sono le analisi delle acqua reflue, dove si trova no i metaboliti passivi espulsi con le urine. I dati dell'ultima relazione consegnata in Parla mento ci dicono che il consu mo della cocaina continua a salire. Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, si registra un aumento a Trieste del 30%. Il capoluogo e Gorizia sono le uniche città in cui sono state analizzate le acque reflue. Per Pordenone non ci sono invece dati in merito, ma ci piacereb be sapere com'è la situazione sul nostro territorio.
PANKA NEWS PANKA AMBIENTE INVIATI NEL MONDO a pagina 14 a pagina 13 a pagina 11 a pagina 4 "Tune Fun" il nuovo progetto di Rdp e Nuovi Vicini Un viaggio di un anno per raccontare
biodiversità Parigi
Giorgio Doardo, l'ex bimbo ribelle che è diventato campione del mondo di Inline Downhill NON SOLO SPORT PANKA LIBRI Paola Cadelli
il Dna a pagina 12
——
Evelyn Beatrice Hall
la
- Aviano in bicicletta, la corsa di sette amici francesi
e la vita di Rosalind Franklin, che fotografò
Cresce il consumo della cocaina, antidoto all’inadeguatezza nell’affrontare le relazioni
Lo psicologo: «È
Avete presente un cane le gato alla catena per giorni? Abituato a vagare per cam pi sterminati e all’improvviso relegato in gabbia? Bene. L’accumulo di energia e de siderio, un giorno, trova il suo feroce compimento: si scioglie la catena e il can cello si apre. Eccolo correre in tutte le direzioni, affamato di spazio e tempo da recu perare. L’immagine si presta bene a identificare quanto è accaduto con il consumo di sostanze ai tempi del Co vid e, ancor di più, a inter pretare ciò che si consuma sotto i nostri occhi, in que sto lunghissimo e per niente confinabile, postcovid. I dati non mentono, con un valore complessivo di 16,2 miliardi di euro, quello delle sostan ze stupefacenti è un mercato
un sommerso
di disagio che è esploso appena si sono rotti i cancelli della costrizione pandemica» di Pietro Scurti, psicologo
ASL Napoli2 nord
che non ha conosciuto crisi. Neanche quando il mondo intero è stato alle prese con una pandemia che ha im posto restrizioni e limitazioni agli spostamenti. Stando a quanto afferma la relazione al Parlamento sulle dipen denze nel 2021, la fetta più importante di questo merca to si è orientata sul consumo dei derivati della canna bis, con il 39% del mercato, e sull’utilizzo della cocaina che, da sola, ha coperto il 32% del giro d’affari. Ma è proprio la cocaina a far re gistrare trend preoccupan ti. “Negli ultimi tre anni per il mercato della cocaina si è osservato un incremento medio del commercio di cir ca 2,5 punti percentuali”. Ma i dati vanno interpretati. Se il Covid è (è stato?) il virus
della distanza dagli altri e al contempo della conviven za forzata, la cocaina si sta proponendo, da sempre, e nel post pandemia ancora di più, come l’antidoto alle relazioni intime a fronte di una nomea che la vuole ricreazionale e che invece sancisce la solitudine più to tale nell’illusione della socia lizzazione più piena. Il furore con cui i giovani ne fanno ricorso (ma anche i meno giovani) fa pensare al biso gno, paradossale, di colma re il vuoto della stasi con la frenesia. Operare, insomma, il contraddittorio distacco da sé espandendo in manie ra sconfinata il proprio Ego. Una generazione spaventa ta dal contatto con se stessa, tendenzialmente depressa, con una allarmante disabi
Un numero di telefono per qualsiasi informazione sulla polvere bianca
tudine a fermarsi per guar darsi dentro, alessitimica e anedonica, che solo nella trasgressione riesce a perce pire la propria esistenza nel mondo. Frotte, sempre più numerose di giovani, chia mati a performance sempre più elevate dalla società che li (e ci) circonda, provano a reggere il diktat dell’efficien za e del divertimento a tutti i costi fornendo di sé rappre sentazioni grandiose e me galomaniche. Stati d’ansia e attacchi di panico (cresciuti a dismisura nel post Covid) che fungono da craving alla cocaina e diventano la cura drogastica all’inadeguatez za nell’affrontare le relazioni. Un sommerso di disagio che è esploso appena si sono rot ti i cancelli della costrizione pandemica. Liberi tutti. Ma
di Giorgio Achino
Il progetto BiancaNeve nasce in seno all'associazione I Ra gazzi della Panchina a parti re dall’esigenza di contattare il consumatore di cocaina che generalmente, avendo una bassa o nulla consape volezza della problematica, non afferisce al Dipartimento delle Dipendenze per affron tarla. Nell’ultimo periodo si è
registrato l’accesso al Dipar timento delle Dipendenze di Pordenone di alcuni consu matori di cocaina come so stanza prediletta, ovvero mo noconsumatori, cosa che ha fatto scaturire il pensiero di un’alta percentuale di con sumatori di questa sostanza nella società civile; il numero è consistente, ma attualmen
sospettabili”, che è compreso verosimilmente in una fascia d’età tra i 35 e i 55 anni, che riescono a mantenere una vita socialmente accettata, con famiglia e con lavoro stabile. Lo scopo del pro getto è quindi intercettare il consumatore per renderlo più consapevole del pro prio consumo e poterlo aiutare nella pro blematicizza zione dello stesso, for nendogli un sup porto prima che la sua sto ria di con suma tore lo porti al servizio pubblico solo per que
IL TEMA
psicoterapeuta
I Ragazzi della Panchina promuovono il progetto "BiancaNeve": offre sopporto anonimo, preve nendo la degenerazione del problema e l'approdo ai servizi istituzionali
si è sempre smarriti quan do è L’OVUNQUE la dire zione verso cui ciecamente andare. Tutto questo di cui parlo mi ha fatto ritornare alla mente l’episodio del soldato Eduardo De Filippo nella commedia Napoli Mi lionaria. Il reduce ha vissu to strazi e privazioni di ogni genere, nascosto in fossati mentre tutto attorno la gen te moriva sotto le bombe e le cannonate. Ha voglia di raccontare, al suo ritor no, quanto questa guerra lo abbia devastato dentro, quanto sia stata spietata e senza onore, nessuno, però, vuole fermarsi ad ascoltarlo. Nessuno vuole destinare del tempo alla cucitura di quel le piaghe che, quella guer ra tremenda, ha prodotto sulla pelle e nell’anima dei sopravvissuti, vogliono tutti divertirsi, scappare, parla re di altro, del fatuo, come se non fosse mai accaduto niente. A me sembra che, a questa necessità codarda e umana di girare lo sguardo altrove, di voler azzerare la storia, davanti alle sciagure, ben si presti, in particolare, la cocaina. Si proprio la so stanza bianca che accelera i nostri battiti e manda in tilt la mente. Abbagliati da una luce nera, che ai "fatti" sem bra brillare di riflessi dorati, la cocaina promette che la nottata sta già passando. Che è già passata. Anzi, che la nottata non c’è mai stata.
stioni legali, di debiti o rife rite alla patente. Proprio per le caratteristiche intrinseche del consumatore - il mio consumo è solo ricreativo/ non ho un problema/ho l’as soluto controllo della sostan za - la modalità di aggancio dev’essere la più discreta ed anonima possibile. Il primo step individuato dalla nostra équipe è quello di far sapere dell’esistenza di un potenzia le supporto in forma del tut to anonima e al di fuori dai circuiti pubblici. Il più grande scoglio che affronta un con sumatore di cocaina è il pre giudizio nei confronti dello stesso servizio classificato per “tossici” (ricordiamo che at tualmente il servizio è deno minato Ser.D – servizio per le dipendenze e non più Ser.T – Servizio per le Tossicodi pendenze) e di conseguen za la non conoscenza dei servizi socio-sanitari a bassa soglia (che non richiedono l’apertura di una cartella sa nitaria) ai quali rivolgersi.
Aumenta il traffico di sostanze, cocaina in pool position
Il dato emerge dalla relazione annuale 2021 della Direzione centrale dei servizi antidroga di Milena Bidinost
Il traffico di sostanze stupefa centi in Friuli Venezia Giulia è in crescita, in particolare lo è sul fronte della cocaina. A dirlo è la relazione annuale 2021 della Direzione centrale dei servizi antidroga del Vi minale, l'organismo interforze composto da rappresentanti della Polizia di Stato, dell’Ar ma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. L'anno scorso in regione è diminui to il numero delle operazio ni antidroga: sono state 349 rispetto alle 382 dell’anno precedente. Le persone de nunciate, elusivamente per il reato di traffico/spaccio, sono state 523, delle qua li 220 in stato di arresto. Per operazioni e sequestri il Friuli Occidentale si è collocato al terzo posto rispetto alle altre provincie. Nonostante que sti dati, la droga sequestra ta è aumentata del 146%, passando da 143 chili totali nel 2020 a 352.All'interno di questo aumento, si è registra
to un vero e proprio boom dei sequestri di cocaina: 162 chili nel 2021 rispetto ai 44 dell’anno precedente, con un aumento percentuale del 268%. In crescita anche l'e roina, del ben 379% rispetto all'anno precedente, sostan za che però si assesta ancora su quantitativi inferiori: sono stati sequestrati 8 chili rispetto all'1,68 del 2020. I dati relativi al Friuli Venezia Giulia sono in linea con il quadro nazio nale per il quale il bilancio finale delle attività di contra sto nel 2021 ha continuato a risentire, per taluni aspetti, della crisi pandemica. Nel 2021, si legge nella relazione, in Italia "decrescono, rispetto all’anno precedente, le ope razioni antidroga (-6,53%) e le denunce all’autorità giudi ziaria (-4,70%), anche se gli scostamenti si fanno meno significativi rispetto all'anno precedente. Il dato è in linea con il valore medio degli ul timi dieci anni, mentre per il
Cocaina: conosciamola meglio
numero delle denunce, pur essendo il più basso nell’ulti mi sei anni, è solo lievemente al di sotto della soglia media nella serie decennale. Il dato dei sequestri di droga, inve ce, nei volumi complessivi (+ 54,04%) rappresenta il quar to più alto risultato dal 2000 ad oggi. Per tutte le princi pali sostanze stupefacenti si osservano, rispetto all'anno precedente, aumenti per centuali largamente positivi. Anche a livello nazionale, il dettaglio degli incrementi segnala un ulteriore record nei sequestri di cocaina, che, dopo l'exploit del 2020, in cui i volumi erano arrivati a 13,6 tonnellate, raggiungono la quota di 20,07 tonnella te, traguardo assoluto senza precedenti nel passato. L’in cremento percentuale rispet to all’anno precedente, che già aveva segnato un con siderevole aumento rispetto al 2019 (+64,25%) e al 2018 (+127,76%), è del 47,66%".
EFFETTI Scomparsa degli stimoli di fame, sete e stanchezza, stati di euforia, iperattività, perdita delle inibizioni, aumento della fiducia in sé stessi, agitazione, bisogno di parlare, desiderio di esporsi ai rischi, diminuzione della capacità di giudizio. Aumento della produzione di dopamina (neurotrasmettitore del piacere) e quindi perce zione di migliori prestazioni fisiche e sessuali. Il down prevede depressione, ipersensibilità, stati d’ansia e voglia di un’altra dose. Inizio degli effetti: sniffata dopo 2-3 minuti, fumata o iniettata dopo qualche secondo. Durata degli effetti: sniffata 20-90 minuti, fumata o iniettata 5-20 minuti. Il fumo del crack ha gli effetti maggiori in circa 10 sec. che durano 3-4 min.
RISCHI ED EFFETTI COLLATERALI Insonnia, malumore, aggressività, ansia, stati deliranti, depressione, disturbi di memoria e concentrazione, iperattività, tremore nervoso, crampi muscolari, restringimento dei vasi sanguigni del cuore, aumento di pressione sanguigna, temperatura e respirazione, overdose (per persone non abituate alla sostanza, 3-4 mg per chilo di peso). Se fumata si verificano danni alle vie respiratorie. Rischi a lungo termine: in caso di consumo cronico dà dipendenza, “craving” (voglia incontrollata della sostanza), alterazione della per sonalità, psicosi, deliri paranoici e allucinazioni, disturbi permanenti della memoria e delle capacità intellettuali, tremore nervoso, crampi, problemi di movimento, danni anche permanenti alle mucose nasali, al cuore, fegato, reni, lingua, ai vasi sanguigni e ai denti, indebolimento del sistema immunitario.
SAFER USE Il rischio di dipendenza è molto alto! Consuma piccole quantità sporadicamente. Se la tiri non scambiare e non riutilizzare gli strumenti (safer sniffing). Ricorda di bere regolarmente acqua e di prendere una boccata d’aria se sei in locali chiusi. Sciacqua denti e narici dopo una riga (riduce danni alle mucose). Sniffare è la modalità di consumo meno rischiosa. Non dovrebbero consumare cocaina le persone affette da patologie cardiache, circolatorie e di fegato, i soggetti asmatici e chi soffre di ipertiroidismo. Per persone epilettiche la cocaina potrebbe causare convulsioni. Non consumare cocaina con medicinali che aumentano la pressione sanguigna.
MIX Cocaina+alcol: favorisce la produzione del cocaetilene, sostanza che dà forte dipendenza e aumenta gli effetti collaterali della cocaina, soprattutto la sovrastimolazione cardiaca. Cocaina+cannabis: l’unione di due so stanze con effetti opposti sull’organismo può portare ad avvertire continua esigenza di entrambe con il rischio di collassare o esagerare con l’assunzione. Cocaina+ecstasy: pericoloso per il cuore, pressione e surriscaldamento. Cocaina+Ketamina: produce disidratazione ed un eccessivo surriscaldamento corporeo.
Uso di sostanze, la prevenzione entra nei luoghi del divertimento
"Tune Fun" è il nuovo progetto de I Ragazzi della Panchina e Nuovi Vicini. Le prime uscite questa estate al Music in Village e al Brudstock festival
di Alice Susenna
Ad aprile è iniziata la collabo razione tra l’associazione “I Ra gazzi della Panchina” e l’area grave marginalità della coo perativa sociale “Nuovi Vicini” di Pordenone sulle tematiche della prevenzione e riduzione del danno da sostanze psico trope. Obiettivi del progetto sono la sperimentazione in tre setting di intervento di équipe mista sulle tematiche lega te alla prevenzione all’uso di sostanze psicotrope e la limi tazione dei rischi ad esse cor relate; prevenire l’utilizzo di so stanze psicoattive nel più vasto ambito dei consumatori occa sionali e ricreazionali; conte nere i problemi più rilevanti di chi è già in una situazione di consumo problematico fa cilitandone l’aggancio con i Servizi sanitari specifici. Na sce così Tune Fun un progetto che attraverso la metodologia della riduzione del danno si propone di tutelare la salute ed il benessere individuale e collettivo limitando i rischi e i danni conseguenti a un uso di sostanze psicotrope nei conte sti di aggregazione musicale. Le modalità con cui si svolgo no le azioni sono orientate a un’attenzione che prevede la messa al centro della persona, valorizzando le competenze e fornendo gli strumenti e infor mazioni utili senza demoniz
zare il consumo e giudicare i comportamenti. Si è scelto di collaborare sul territorio por denonese intervenendo per ora su due eventi locali: il Mu sic in Village a Pordenone e il Brudstock festival a Fontana fredda. In entrambi i setting ci siamo proposti con uno stand dal quale abbiamo distribu ito materiale informativo sul le sostanze psicotrope (alcol, eroina, cocaina, ecstasy, ke tamina, cannabis, lsd) e sulle malattie sessualmente trasmis sibili, nonchè preservativi; ab biamo inoltre proposto ai fre quentatori la misurazione del tasso alcolemico e un questio nario anonimo per la raccolta dati. Al Pordenone Music in Village nelle serate dall’ 1 al 4 giugno abbiamo consegnato 82 materiali di profilassi, 262 flyer infodrugs e MTS e effet tuato 99 alcoltest. Al Brudstock nelle serate del 30 e 31 luglio abbiamo consegnato 85 ma
teriali di profilassi, 278 flyer in fodrugs e MTS e effettuato 77 alcoltest. In entrambi i setting molti sono stati i colloqui ed i counseling eseguiti, purtroppo difficili da tenerne traccia. Fin da subito gli organizzatori dei due eventi si sono resi disponi bili a sostenere e promuovere il progetto ponendo l’attenzio ne sulla salute e sul benes sere dei frequentatori. Alcuni operatori e operatrici di Tune Fun sono stati presenti insieme ad altri colleghe e colleghi delle reti nazionali C.N.C.A. e ITARDD ad eventi sul territorio italiano come il free party di ferragosto e il WAO Festival in Umbria. E’ infatti da un anno circa che si è creata una rete di operatrici ed operatori for mati sulle pratiche di riduzio ne del danno che condivido no metodologie e formazione e operano congiuntamente su eventi legali e informali di grossa portata sul territorio nazionale. Tra queste real tà citiamo: Nautilus (Roma), Neutravel (Torino), Piano B (Perugia), unità di strada Ge nova, Extreme (Firenze), lab57 (Bologna), Tipsina (Mestre), Bessimo, Hybrid (Napoli)… e molte altre. Invitiamo tutte e tutti a seguire i seguenti social per rimanere aggiornate/i sui prossimi interventi ai quali sa remo presenti.
Instagram: tunefunfvg panka_pordenone
Facebook: La Panka Pordeno ne Nuovi Vicini Società Coo perativa Sociale
PANKA NEWS
Il 2021 de I Ragazzi della Panchina, tra limitazioni anti-Covid e servizi al territorio mai interrotti
Terminata l'emergenza sa nitaria, quest'anno anche la nostra associazione ha cerca to di girare pagina e lavorare per tornare a regime rispetto alle attività che mette a dispo sizione del territorio e dei sog getti istituzionali, molte delle quali erano state congelate, altre solo rallentate, dall'arri vo della pandemia. In attesa che si chiuda la relazione che traccerà il bilancio dell'attivi tà svolta da "I Ragazzi della Panchina" nell'anno che sta per terminare, si può dire che il 2021 sia stato caratterizzato per il secondo anno consecu tivo dallo stravolgimento glo bale della pandemia da Co vid-19, con la differenza che c'è statauna qualche ripresa delle attività precedenti. Se il 2020 era stato caratterizza to dalla chiusura totale delle attività per un lungo periodo, nel 2021 l’associazione ha dovuto districarsi all’interno dei labirinti delle limitazioni imposte e, paradossalmente, l’apertura costante ha avuto maggiori limitazioni per alcu ne determinate attività asso ciative. E' stato ripristinato, in ottemperanza alle normative vigenti, un appuntamento sto rico per l’associazione come quello del ritrovo pre-natali zio, con una formula adatta al contesto e i risultati sono
stati ottimi. Per una associazio ne come la nostra, legata al territorio e ai propri frequen tatori, è stato importante veri ficare la propria capacità di mantenere viva l'attività e i contatti con la maggior par te dei frequentatori. A fronte di questa premessa i numeri statistici danno ragione allo stile operativo e alla storia di un’associazione che è un luo go in cui prendono forma i valori simbolici dell’agire dei propri frequentatori, dove vie ne data dignità a un proble ma, fornendo alle persone la possibilità di tracciare percorsi “altri”. Lo stabilizzarsi di nuo ve categorie di frequentatori come genitori e stranieri e la disponibilità dell’associazione ad accogliere anche altre at tività del Ser.D, ha permesso di mantenere una media an nuale in linea con i dati storici.
Per quanto riguarda la lotta alle ludopatie, resta aperto un canale relazionale con i pro fessionisti dell’Azienda sanita ria Friuli Occidentale (Asfo) preposti a questo intervento, condividendone operatività e capacità di cogliere le pro blematiche in emersione. Il 2021 ha registrato una media di accessi giornalieri in sede di 12,6 persone, per un totale di 255 giornate di apertura e di 3223 accessi totali. Le per sone in carico al Ser.D seguite dall'associazione sono state 101, 18 quelle non in carico e 22 gli stranieri; 31 invece i genitori con figli. Nel 2021 a causa delle restrizioni antiCovid sono stati totalmente cancellati gli interventi in pre senza all'interno degli istituti scolastici, ma è stata realizza ta comunque un’attività lega ta al territorio quale l’Hiv Day,
utilizzando le piattaforme te lematiche e coinvolgendo di versi istituti scolastici superiori di secondo grado. Costante e fondamentale rimane l’as se d’azione dell’associazione rispetto la comunicazione, un canale che la pandemia non ha mai interrotto. Svolge, infatti, un ruolo fondamenta le la divulgazione di tutte le realtà che emergono attorno al contesto de I Ragazzi del la Panchina. In questo senso il periodico “LdP – Libertà di Parola” è la proiezione all’e sterno della vitalità dell'asso ciazione e, accanto a questo, si inseriscono un blog www. iragazzidellapanchina.it, un profilo e due pagine Facebo ok, e un profilo Instagram. Il 2021 è stato comunque carat terizzato dalla collaborazione dell'associazione con i tavoli sulla riduzione del danno na zionale, il tavolo ministeriale sull'Aids, il tavolo sull'esecu zione penale di Udine -Por denone, senza considerare le collaborazioni e attività con ii tavolo Nps Italia, con Attiva mente Montagna, con le Te ste di Pietra, il Cicling Pangea, Non è mancata, in questo anno 2021, nemmeno l'attivi tà di divulgazione digitale di quanto svolto, sui profilo e sul la pagina Facebook Panka Pordenone e La Panka Por denone, sul profilo Instagram e sulle pagine La Panka Por denone, il profilo Instagram e la pagina Hiv Day.
Nel secondo e ultimo anno di pandemia, i numeri dell'associazione si sono mantenuti in linea con quelli del passato la Redazione
sede
famiglia La sede associativa de I Ragazzi della Panchina, in via Fiume 8 a Pordenone, è aperta dal lunedì al giovedì dalle 13 alle 17.30; il venerdì dalle 10 alle 15.30. Durante le ore di apertura i ragazzi possono accedere
In
per sentirsi come in
illimitatamente ad internet, attraverso tre computer, per la ricerca lavoro, l'utilizzo social network, svago; possono usufruire della doccia e della lavatrice, possono bere caffè e bevande cal de con qualche dolce. Gli operatori cercano di capire, cogliere, dialogare, confrontarsi con i ragazzi che frequentano la sede, proporre e stimolare percorsi di salvaguardia della salute e di equilibrio psico-fisico-sociale in un’ottica di riduzione dei rischi e di riduzione del danno. In questi ultimi tre anni, in cui l'ambiente "casa" è stato fondamentale, la sede ha nuovamente avuto un ruolo per chi si trova in situazioni di indigenza e senza un posto in cui andare.
La psicologia evolutiva e la teoria del bambino, dell'adulto e del genitore
"Alla ricerca delle coccole perdute" di Giacobbe e la metafora del vaso e del liquido dell'amore
di Simone
"Alla ricerca delle coccole perdute" è un libro di Giulio Cesare Giacobbe: psicologo e psicoterapeuta laureato in filosofia e in psicologia ana litica. L'intenzione del libro è di spiegare e trasmettere un nuovo metodo di vivere la vita da single e di coppia: la psicologia evolutiva. L'autore ci porta dentro la sua teoria con un linguaggio ironico, to nico e irriverente, infatti la let tura risulta fluida nonostante siano presenti delle tecnicità sull'argomento. Addentriamo ci! Secondo la psicologia evo lutiva l'uomo all'interno di sé ha molteplici personalità, ogni personalità viene impiegata in una situazione particolare o con persone specifiche. Di base l'uomo ha tre persona lità che verranno sviluppate
nella crescita (step evolutivi) le quali sono: - Il Bambino, - L'A dulto, - Il Genitore. Ogni perso nalità ha le sue caratteristiche positive e negative, capire in quale step ci troviamo ci aiuta a leggere meglio quello che ci accade e ci aiuta a capire come rapportarci con l'Altro. Si chiama psicologia evolu tiva perché si può passare allo step evolutivo successivo solo se si è passati per quello precedente. Non si può cioè passare da uno stato all'altro saltando degli stadi. L'autore spiega al meglio la sua teoria usando una metafora: la me tafora del vaso e del liquido dell'amore. Questo vaso rap presenta l'individuo. Il liquido rappresenta invece l'amore. Un vaso vuoto rappresenta il bambino che ha bisogno di
coccole ed è nello stato di di pendenza. Un vaso riempito rappresenta l'adulto, l'adulto le coccole se le fa da solo ov vero è nello stato di autosuf ficienza. Un vaso che sgorga rappresenta il genitore, il ge nitore si fa le coccole da solo ed è l'unico che può farle agli altri cioè è nello stato di dedi zione. La psicologia evolutiva, con le sue caratteristiche, a cosa ci serve? Perché l'autore pone molta attenzione e cre de molto a questa sua teoria? Perché dovrei leggere questo libro? Giacobbe dà molta im portanza al fatto che al giorno d'oggi poche persone riesco no a raggiungere lo "stato di adulto", rimanendo bambine. Allo stesso tempo molte per sone rimangono nello "stato di adulto" non raggiungendo
Da un brutto sogno a un incubo, verso il punto di non ritorno
«Dopo due anni di pandemia le cose stavano ripartendo,
ma è arrivata la guerra»
di Celox
Mi guardo indietro e sembra sia passata un’eternità. E' un lasco di tempo in cui sono cambiate tante cose, ma an che il comportamento delle persone. Eppure non sono passati neanche tre anni. Ab biamo passato due anni con la pandemia, che ha pro dotto una frattura sociale. Ne hanno fatto le spese un po’ tutti, bambini e adolescenti, cui alla fine mancano due anni di vita e non sappiamo ancora quanto peserà questo sul loro futuro. Sono andati persi un numero imprecisato di posti di lavoro, parecchie attività sono state costrette a chiudere, il costo della vita è aumentato, è cresciuta la povertà, la Caritas si trova un numero sempre maggio
re di persone/famiglie che bussano alla porta. In questo periodo, tante famiglie sono riuscite a sopravvivere gra zie al reddito di cittadinanza; senza di esso era miseria e fame. Le cose cominciavano a ripartire e dopo due anni di pandemia finalmente si cominciava a “respirare”. Poi è iniziata la guerra RussiaUcraina e tutto è nuovamente precipitato. E' stato come sve gliarsi da un brutto sogno e finire in un incubo Ma il costo della guerra non è solamente nel numero di morti; ci sono i danni economici (l’Ucraina è sull’orlo della bancarotta), materiali e sociali e ci sono anche quelli ambientali, che il danno a North Stream ci ha ricordato. Siamo legati a
Russia e Ucraina per motivi di scambi economici e, per quanto riguarda l’energia, al gas russo. Con le sanzioni l’e nergia è diventata un proble ma, acuito dalle speculazioni, cui si sommano i problemi di prima. Posti di lavoro che vanno persi, attività che chiu dono perché non riescono a pagare le bollette, aumento della povertà e diminuzione del potere d’acquisto e così via. A livello ambientale, la mancanza del gas russo (che non è energia green), ci co stringe a ricorrere ad altri fornitori e altre fonti. In Italia hanno riattivato una centrale a carbone e ne dovrebbero riattivare un’altra. Si parla di nuove trivellazioni (la quan tità di gas è minima) sia in
quello di genitore. Per l'autore moltissimi sintomi come "de pressione, insicurezza, insoddi sfazione e così via" sono legati ad una personalità bambina. Questo non passaggio dalla fase dello stato bambino alla fase dello stato adulto ha una ripercussione sul modo di sta re al mondo della persona. Infatti, diventare adulti non vuol dire solo crescere di età biologica ma anche di età mentale nello stato "bambi no" vuol dire rimanere in uno stato di "dipendenza" e non autosufficienza. Essere con sapevoli della fase di cresci ta in cui ci troviamo (anche quando abbiamo una certa età) può aiutarci a vivere me glio e capire molto del nostro modo di stare ed essere al mondo oltre che a relazionar ci meglio con l'Altro. Un'ultima fase che l'autore aggiunge è quella del Buddha. Il Buddha come quarta personalità rap presenta l'apice, è colui che non ha più paura, né degli altri né della vecchiaia, della povertà,della malattia e del la morte, perché ha capito che la vita è continuo cam biamento ed ha imparato ad accettare il cambiamento continuo della vita senza pre tendere nulla di diverso da ciò che è.
terra che in mare, aumen tando il danno ambienta le. Ma questo è solamente colpa nostra. Abbiamo un clima favorevole e anche le competenze per sviluppare energia pulita, ma è manca ta lungimiranza. Si è pensato al profitto immediato e si è in vestito nei combustibili fossili; in Europa siamo gli ultimi per investimenti in energia gre en. Adesso, con le difficoltà appena descritte e il soprag giungere del freddo, sono più che mai necessari gli inter venti dello Stato, per sorreg gere imprese e famiglie in difficoltà perché la solidarie tà (Caritas e associazioni si mili), non può coprire tutto. E qui ritorna in gioco il reddito di cittadinanza, che secondo alcuni politici è da togliere o tagliare. E' paradossale che chi prende 500euro al giorno, sia contrario che la stessa ci fra sia destinata, in un mese, a persone in difficoltà. Se c’è qualcosa che può insegnarci questo periodo nefasto, è che finalmente dobbiamo pren dere coscienza che stiamo andando dritti verso il punto di non ritorno, se non smettia mo di produrre e consumare beni di nessuna utilità .
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Comprendere la violenza per aiutare le sue vittime
di Voce Donna Centro Antiviolenza
Tra i 200 e i 250 sono i nuovi contatti che ogni anno conta il Centro Antiviolenza Voce Donna di Pordenone. Tra queste 250 donne, una ventina fanno richiesta di poter accedere alle strut ture protette in quanto a grave rischio di perdere la vita, spesso con i propri figli e le proprie figlie. Alle operatrici raccontano sto rie molto simili tra loro: relazioni iniziate come grandi amori, poi pian piano inquinate da un sempre maggior controllo da parte del partner, da svalutazioni, anche nei confronti di familiari o amici, tanto da portare la donna ad isolarsi ed essere sempre più fragile. Quando si pensa alla violenza contro le donne è facile salti alla mente l’immagine stereotipata della vittima colpita fisi camente da calci o pugni; i casi osservati al Centro Antiviolenza rimandano però un quadro molto più complesso in cui la violen za fisica non è che una delle forme di maltrattamenti, accompa gnata spesso da violenza psicologica, sessuale, economica. Un altro aspetto considerevole è la violenza assistita, che subiscono tutti i bambini e le bambine che assistono ai maltrattamenti che il loro papà agisce sulla mamma e che portano a conseguenze sullo sviluppo fisico e psicologico dei e delle minori. Di fronte a questo fenomeno diffuso e allo stesso tempo relegato all’interno delle mura domestiche è naturale chiedersi cosa si possa fare, nel caso a esempio si sospetti che una familiare, un’amica, una collega si trovi in una situazione simile. La prima cosa utile è sem plice e allo stesso tempo molto difficile e consiste nel credere alla donna, a quello che racconta, rispettando i tempi e le modalità che sente giuste per sé. Offrire il proprio supporto incondizionato senza volersi sostituire a lei nelle scelte o nei modi, nonché sug gerire un contatto del Centro Antiviolenza a lei più vicino, rassi curando sulla totale riservatezza e gratuità dei servizi offerti. Stare accanto a una vittima di violenza può essere molto complesso e in questo la società, che vede nella vittima una corresponsabile, spesso, della situazione di maltrattamenti, non aiuta a scardinare gli stereotipi consolidati attorno al fenomeno della violenza di genere. La domanda: “Perché non se ne va?” rimanda parte della responsabilità sulla donna, offuscando chi sceglie delibe ratamente di comportarsi in modo violento; tuttavia può essere
naturale domandarsi come sia possibile arrivare a sopportare tanto. Anche qui la letteratura ci aiuta, quando spiega i mecca nismi delle relazioni caratterizzate da violenze e abusi. Entrano in gioco infatti sia fattori pratici (tra le frasi delle donne è facile ascoltare preoccupazioni come “lui economicamente è più forte di me”, “quando mi dice che mi porta via i figli io ci credo”) sia emotivi, in particolare il dolore di prendere atto della fine di una relazione in cui la donna ha investito molto e che dunque può rappresentare un fallimento, nonché la preoccupazione di “togliere il padre ai figli”. Inoltre, è bene tenere presente che l’uo mo violento non è sempre l’orco rappresentato dai media, ma alterna con abilità e metodica fasi di tensione e controllo ad altre di pentimento, di scuse, in cui la donna rivede per un attimo la persona di cui si è innamorata e ha la sensazione di poter in qualche modo ricucire la famiglia che hanno creato negli anni. I Centri Antiviolenza chiamano l’alternanza di queste fasi “ciclo della violenza”. La consapevolezza delle dinamiche della vio lenza ci aiuta ad allontanare il giudizio e a comprendere quali sono le difficoltà di allontanarsi da un uomo maltrattante. Ancora una volta, ciò che aiuta è credere alla donna, senza mettere in dubbio le preoccupazioni e le paure che manifesta: spesso l’uo mo violento al di fuori delle mura domestiche è un uomo rispet tato, tanto che le persone arrivano a dubitare, anche una volta che è è diventato palese, che quella persona così stimata possa essere stata anche l’uomo abusante che si è rivelato. Compren dere la violenza ci aiuta a riconoscerla, nonché a sapere che in tutta Italia esistono luoghi con personale formato sul tema che può offrire supporto e sostegno. Le donne vittime di violenza non sono sole, le operatrici del Centro Antiviolenza sono preparate per accoglierle e accompagnarle nella loro strada, con totale fi ducia e offrendo gli strumenti necessari. Se conosci qualcuna che pensi potrebbe aver bisogno di ascolto offriti di accompagnarla al Centro, o renditi disponibile per eventuali esigenze pratiche legate ad un’eventuale uscita di casa in sicurezza. Non da ul timo, chiedi supporto anche per te, per poterti confrontare sulle emozioni che provi.
L'APPROFONDIMENTO ————————————————————————
Divulgazione, ricerca e clinica: l'impegno de L'Istrice
Guardare alla violenza come ad una scelta personale apre all’individuo la possibilità di compiere un cambiamento nel proprio modo di agire di Valeria Capalbo, psicologa forense
Era il 2014 quando, dopo un convegno dal titolo “La tana del lupo”, per la prima volta si pensò di fondare l’associa zione L’Istrice. Durante questo evento, un collega che lavo rava presso un’associazione di cambiamento maschile, mise in luce lo stato dell’ar te sulle riflessioni riguardanti l’uomo autore della violenza di genere in Friuli-Venezia Giulia. Con un solo spazio di ascolto presente sul capoluo go friulano abbiamo realizza to che ci fosse ancora tanta, tanta strada da fare e di lì a poco due psicologhe e uno psicologo iniziarono a crede re in questo progetto. Negli anni successivi iniziammo a interessarci all’importanza di incentivare un cambiamento nell’uomo che sceglie di agi re violenza e finalmente nel luglio del 2016, dopo diverse formazioni in primis a livello nazionale, l'associazione di promozione sociale L’Istrice fu il primo centro per l'ascolto e cambiamento per uomini che agiscono violenza all’in terno di una relazione intima, della provincia di Pordeno ne e di Udine. L'associazione nasce quindi come presa di coscienza e tentativo di offri re un contributo scientifico e qualificato in quello che, mol to spesso in modo errato, si definisce “trattamento” (come se la violenza all’interno del le relazioni fosse una malat
tia). L’Istrice, che ad oggi può contare sulla collaborazio ne di quindici professionisti di diversi settori (psicologi e psicoterapeuti, medici, avvo cati, assistenti sociali) speci ficatamente formati anche da esperti di fama europea sul tema della violenza nelle relazioni intime, vede la vio lenza non come una caratte ristica intrinseca e difficilmen te sviscerabile della persona, ma come il risultato di una (errata) scelta che la persona compie in assenza di modali tà alternative e più funzionali per la gestione di situazioni critiche. Guardare alla vio lenza come ad una scelta personale apre all’individuo la possibilità di compiere un cambiamento nel proprio modo di agire all’interno di situazioni di difficile con trollo, ma purtroppo non è anco ra sufficiente per garanti re il conteni mento di un fenomeno che sentia mo come sempre più diffuso nel nostro pa ese e nelle nostre città. Rendendoci conto di es sere solo all’i nizio di un
cambiamento culturale che richiederà l’impegno delle generazioni a venire, ricono sciamo come prioritaria la necessità di creare una solida rete sul territorio, innanzitutto con l’adesione alla rete Re.li. ve, ente nazionale che racco glie gruppi e associazioni al lineando il lavoro con l’uomo autore di violenza domestica alle linee guida europee, e inoltre, lavorando in sinergia con le diverse Istituzioni e gli enti pubblici e/o privati che a diverso titolo operano anche tangenzialmente sul fenome no nel tentativo di mettere in campo strategie di preven zione e contrasto alla violen za che parlino un linguaggio comune. Per tale motivo sono fondamentali le collaborazio ni attivate con i diversi Centri Antiviolenza presenti in regio ne, più recentemente, i proto colli firmati insieme alla Que stura di Udine e Pordenone e la partecipazione ai tavoli di lavoro istituiti dalla Prefettu ra e dalla Commissione Pari Opportunità di Pordenone. L’Istrice si impegna in diversi ambiti, quali divulgazione, ricerca e clinica. Dapprima ritenendo importante il conti nuo aggiornamento formati vo che permette di garantire interventi di qualità, ci occu piamo della conduzione di ricerche e approfondimenti scientifici sulle variabili con nesse alla commissione di atti violenti e al trattamento dell’uomo autore di violen
za, traducendo testi in lingua e scrivendo manuali per gli operatori del settore. È impor tante riconoscere nell’attività di prevenzione la necessità di sensibilizzare e offrire uno spazio di ascolto anche ai più giovani e per questo organiz ziamo incontri nelle scuole per affrontare insieme il tema della violenza di genere nelle relazioni intime. Proponiamo formazioni a chi è già “addet to ai lavori”, preparando gli operatori a riconoscere i se gnali delle varie forme della violenza e a compiere oppor tuni invii ai servizi, sia per la messa in sicurezza delle vitti me, sia per l’autore. Gli uomi ni che agiscono violenza che accedono allo sportello di ascolto sono spesso inviati da un Servizio Specialistico terri toriale (Consultorio Familiare, Ser.D, Neuropsichiatria Infan tile, Centro di Salute Mentale, Autorità Giudiziaria), talvolta accedono spontaneamen te. Dopo un primo contatto telefonico vengono proposti almeno quattro incontri cono scitivi con lo scopo di appro fondire le caratteristiche che, secondo la letteratura, soddi sfano i criteri di ammissione al percorso di cambiamento. Vengono quindi selezionati gli uomini per la partecipa zione al gruppo psico-educa tivo della durata di 6 mesi. Se i requisiti per accedere al per corso di cambiamento non sono soddisfatti, l’uomo viene invitato a seguire i gruppi in formativi, cioè brevi incontri in cui si presenta il tema della violenza al fine di sensibiliz zare l’individuo e mantener ne il contatto, in preparazione all’accesso al gruppo psicoeducativo.
Uomini contro la violenza sulle donne: ascolto ed educazione al rispetto
In Prima Persona, l'associazione maschile che accompagna alla cura gli autori di violenza di Nicola Mannucci, presidente associazione In Prima Persona
L’associazione In Prima Per sona nasce a Pordenone nel novembre 2016 per iniziativa di un gruppo di uomini che intende promuovere una cultura della non violenza. Una spinta fondamentale a creare questo sodalizio è ar rivata dalla allora presiden te di Voce Donna, Maria De Stefano, e dalla giornalista Paola Dalle Molle che han no convinto alcuni uomini a unirsi, analogamente ad al tre esperienze in Italia, in una associazione maschile contro la violenza sulle donne. La cultura della non-violenza, che la nostra associazione si sforza di promuovere, par te dal riconoscimento e dal rispetto delle altrui identità e diversità; sollecita il con fronto dialettico in luogo del conflitto; auspica relazioni di coppia in cui si tenda alla piena realizzazione affettiva, umana e sociale di ciascuno dei partner. Questa premessa definisce il ruolo e i compiti dell’associazione primaria mente in relazione al cam biamento culturale e alla prevenzione della violenza di genere. L’associazione ha attualmente sede presso la Casa del Volontariato Socio Sanitario e dell’Auto Mutuo
Aiuto in Via de Paoli,19. Ha aderito a Carta di Porde none ed è presente con un proprio rappresentante nelle Commissioni Pari Opportunità regionale e comunale. Il con trasto alla violenza di genere prevede varie strategie. Oltre alle iniziative di sensibilizza zione rivolte alla comunità attraverso conferenze, dibatti ti, spettacoli teatrali, convegni tematici, due in particolare sono le azioni che riteniamo qualificate e qualificanti: l’in tervento nella scuola e l’atti vità dello sportello di ascolto. Per quanto riguarda la pri ma, uno dei principali obietti vi dell’associazione è rappre sentato dall’educazione di preadolescenti ed adolescen ti all’affettività, alla sessualità, alle differenze di genere, in un’ottica di alfabetizzazione dei sentimenti e di contrasto sia al consumo compulsivo di pornografia sia alle forme di violenza più frequenti nell’e tà adolescenziale (bullismo, bullismo omofobico, sexting e cyberbullismo). Quanto alla seconda, In Prima Perso na ha aperto ad aprile 2019, presso la Casa del Volonta
riato, uno Sportello di Ascolto al maschile gestito da tutti i volontari dell’Associazione, a ciò appositamente forma ti. Tale iniziativa si prefigge il compito di dare uno spazio di ascolto riservato, anonimo e gratuito a uomini autori di violenza nelle relazioni affetti ve per aiutarli a transitare dal linguaggio dell’agito al lin guaggio della parola e a ma turare una consapevolezza e un pensiero che costituiscono la base e il presupposto per una successiva domanda di cura. Questa opportunità che viene offerta si colloca in una situazione intermedia non già connotata sul piano giuri dico o terapeutico e prelude, in caso di raggiungimento dell’obiettivo, all’accompa gnamento presso le agenzie sociali di cura. L'esperienza di questi tre anni ci ha fatto maturare la scelta di allarga re l'ascolto a quanti (familiari, vicini, amici, colleghi di lavo ro), sono a conoscenza del problema e vogliono chie dere consiglio per non essere spettatori inerti (e quindi far diventare lo sportello il luogo della rottura del segreto).
Tra i vari compiti che l’As sociazione In Prima Perso na si è data dal giorno del la sua fondazione, un ruolo molto importante è quello della attività divulgativa, ovvero della sensibilizza zione del pubblico, soprat tutto quello maschile, sul fenomeno della violenza di genere. Numerose sono state le iniziative organizza te in questi anni tra le quali ricordiamo l’incontro del 18.05.2018 dal titolo “Dai maltrattamenti al femmini cidio, quando le tutele non salvano le donne”, e l’in contro del 24.01.2020 dal ti tolo “Pornografia, maschili smo e sessismo, dove l’eros non sta di casa”. Entrambe queste iniziative hanno avuto un buon riscontro di pubblico anche se, occor re dirlo, prevalentemente di genere femminile. Inol tre abbiamo partecipato a svariati incontri pubbli ci organizzati dai Comuni della provincia pordeno nese ed anche nel vicino Veneto, spesso ma non solo in occasione della giorna ta contro la violenza sulle donne, finalizzati alla sensi bilizzazione su questo terri bile fenomeno. Per il futuro stiamo programmando per il prossimo anno scolastico, insieme alla Cooperativa del Piccolo Principe, de gli incontri presso alcune scuole della provincia di Pordenone riservati alle fa sce di età 14/16 anni, tenuti da personale qualificato e formato che utilizzando vari strumenti comunica tivi e sessioni di lavoro di gruppo porti ad una presa di coscienza da parte dei ragazzi del rispetto verso l’altro genere. Questa ini ziativa verrà estesa anche ai ragazzi della stessa fa scia di età che fanno par te delle squadre maschili giovanili sportive in ambito del calcio, basket e rugby. Riteniamo che il coinvolgi mento degli ambiti sportivi sia particolarmente indi cato perché molto spesso è proprio in questi contesti che si accentua la cultura maschilista.
Orfani speciali, verso la costruzione di una rete di sostegno
Ci sono anche i figli e le figlie tra le vittime di femminicidio, bambini e ragazzi orfani che spesso hanno assistito all'evento traumatico di un padre che uccide la madre. A loro è dedicato il progetto “Orphan of Femicide Invisible Victim” di cui Voce Donna è partner per il Friuli Venezia Giulia di Voce Donna Centro Antiviolenza
“A cosa serve chiamarlo fem minicidio? La parola omici dio comprende già i morti di tutti i sessi! No, la parola femminicidio non indica il sesso della morta. Indica il motivo per cui è stata uccisa. Una donna uccisa durante una rapina non è un fem minicidio. Sono femminicidi le donne uccise perché si rifiutavano di comportarsi secondo le aspettative che gli uomini hanno delle don ne. Dire omicidio ci dice solo che qualcuno è morto. Dire femminicidio ci dice anche il perché”.
Così Michela Murgia ha chia rito il significato del termine femminicidio: indica la mas sima espressione di pretesa di controllo e possesso di un uomo nei confronti di una donna, con lo scopo di an nientarne l’identità individua le. Il fenomeno della violenza contro le donne è un iceberg, la cui punta rappresenta l’uc cisione della donna. Scen dendo c’è la violenza espli cita e visibile (fisica, sessuale, minacce). A filo dell’acqua la violenza economica, emotiva e psicologica (controllo, svalu tazione, denigrazioni, revenge porn, manipolazione, ricatti
emotivi). La parte sommersa, invisibile, include tutte le decli nazioni della violenza simbo lica: catcalling, linguaggio e umorismo sessisti, discrimina zioni basate sul genere, ogget tivazione sessuale del corpo femminile nei media, victim blaming, disparità retributi va di genere, minimizzazione della violenza, stereotipizza zione dei sessi. Il femminicidio, quindi, è preceduto da mal trattamenti sistematici di gravi tà crescente, supportati da un contesto socio culturale che accetta, mantiene e alimenta la subordinazione di genere.
Accanto all’attenzione che so prattutto i Centri Antiviolenza danno alle vittime di maltrat tamenti e femminicidio, un interesse sempre maggiore è posto a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, il cui padre ha ucciso la madre e ai fami liari che, al loro fianco, hanno condiviso l’evento traumatico, spesso senza un idoneo so stegno emotivo, psicologico, legale ed economico. È con l’obiettivo di colmare questo vuoto che ha preso forma il progetto di ricerca della com pianta Anna Costanza Baldry, docente di Psicologia sociale
presso l’Università degli Studi della Campania Vanvitelli, con il quale ha messo le basi per la costruzione di un siste ma di sostegno per orfane e orfani di femminicidio, definiti orfani speciali, e delle fami glie affidatarie. Attraverso il progetto “Switch-off” sono sta ti raccolti dati su quanti sono gli orfani speciali in Italia (a oggi oltre 2000), chi sono, con chi vivono e grazie ad esso l'attenzione politica nei confronti di orfani e orfane di femminicidio è cresciuta e si è concretizzata nella legge 4/2018. L’Italia è il primo Paese ad aver definito una legge a maggiore tutela dei diritti dei beneficiari, finalizzata a ren dere la loro vita meno diffici le. In questo terreno fertile si è sviluppato il progetto “Orphan of Femicide Invisible Victim”, selezionato dalla Fondazione “Con i Bambini” attraverso il bando “A braccia aperte”. Un partenariato che coinvolge sei regioni e diciotto partner e che porterà nel territorio del Nord est un nuovo approccio al fenomeno degli orfani spe ciali, con l’obiettivo di costruire un dispositivo integrato volto alla tutela e alla promozione del benessere psicofisico di fi gli e figlie delle donne vittime di femminicidio. L'Associazio ne Voce Donna di Pordenone è l’unico partner per l'intero Friuli Venezia Giulia.
Due Centri Antiviolenza, sportelli di ascolto e case di rifugio: da 25 anni vicino alle donne
Dal 1997 Voce Donna offre il suo servizio per combattere la vio lenza maschile contro le donne e per diffondere una cultura di parità di genere nel territorio. La matrice volontaristica e femmi nista anima il centro antiviolenza sin dall’origine e ha guidato i valori e i principi che ancora oggi sono fondamentali nell’opera to quotidiano. Riservatezza, rispetto dell’autodeterminazione della donna, e solidarietà sono i baluardi dell’accoglienza e dell’intero percorso delle donne che si rivolgono al centro. Nel tempo l’asso ciazione si è da una parte rinforzata, introducendo operatrici for mate che hanno permesso una progressiva professionalizzazione, dall’altra parte si è diffusa nel territorio aprendo un nuovo centro antiviolenza a Tolmezzo nel 2018. Oltre alle sedi dei due centri an tiviolenza, nel territorio ci sono svariati sportelli di ascolto finalizzati a garantire un servizio di prossimità alle cittadine: gli sportelli di
Maniago, Sacile e Spilimbergo afferiscono al centro di Pordeno ne; gli sportelli di Codroipo, Gemona e San Daniele afferiscono al centro di Tolmezzo. Entrambi i centri offrono colloqui gratuiti alle donne che vogliono uscire da situazioni di violenza e for niscono informazioni legali oltre al supporto emotivo necessario per affrontare il percorso. Il centro di Pordenone gestisce cinque case rifugio e una casa di secondo livello. Le prime sono strutture a indirizzo segreto con lo scopo di tutelare le donne e i lori figli o figlie che presentano una situazione di grave rischio per l’inco lumità personale. Le seconde permettono alla donna di essere supportata nel ricostruire una propria autonomia abitativa. Infine, la prevenzione e la sensibilizzazione sono aspetti indispensabili in quanto unici mezzi capaci di diffondere l’educazione alla parità, strada a senso unico per estinguere la violenza di genere.
Porednone tel 0434 21779 Maniago cel 3347152382 il venerdì dalle 9.00 alle 11.00 Spilimbergo cel 3278879781 il venerdì dalle 11.00 alle 13.00 Per emergenze 3343295364
Colleghi di lavoro in sella alla due ruote per attraversare mezza Europa
Parigi-Aviano, la sfida di sette amici che hanno percorso in bicicletta 1.200 chilometri
di Selene Mazzocco
I muscoli si tendono e si rilas sano nell’estenuante danza che pare infinita, il sudore che cola dalla fronte è il risultato della sana fatica; verde val lata dopo passo montano, rigenerante discesa dopo sfibrante salita, con il suono meccanico della catena del la bicicletta che accompagna il ritmico battito del cuore e l’ansimante respiro pieno d’af fanno. Ad ogni spinta della gamba sul pedale, la meta appare progressivamente più vicina e raggiungibile, ren dendo i 1200km da percorre re non più un’utopia, ma un reale obiettivo. Nel mese di luglio questa fatica, l’impegno e l’entusiasmo diedero grinta e la spinta giusta al gruppo di ciclisti che, partendo dal sob borgo parigino di Villeparisis percorsero lo scenico tragitto fino ad Aviano. Ad aspettarli all’ambito arrivo, il fervore e il fremito di aver sormontato la metaforica vetta e raggiunto l’obiettivo prefissato, concluso l’ambito progetto. Pedalando per un tratto d’Europa i nostri ciclisti furono spinti da pura adrenalina e rigorosa disci plina, non senza stanchezza e insicurezza che ogni tanto serpeggiavano, avvolgendo li nelle sue spire. Tutti i com ponenti del gruppo hanno un background sportivo ricco e diverso, come Pascal Fau quembergue (1956) ciclista e maratoneta, Eric Guegen
(1970) corridore da podio, Ber nar Kerhir (1951) che ha prati cato paracadutismo divenen do istruttore, Pierre Schrivanti (1955) specializzato in ciclismo a lunghe distanze, Fabrice Lama (1962), Jaques Pierson (1956) che nel 2014 partì in bi cicletta per la Croazia e quin di aveva già in mente parte del percorso e Jean Jaques Poilly (1946), presidente del club di cui tutti fanno parte, lo US Gazelec, dell’azienda EDF GDF, operante nel setto re di produzione di energia elettrica. La loro passione in comune questa estate li ha uniti in un ambizioso progetto costruttivo. Quando Fabrice Lama ebbe l’occasione di incontrare Robert Marchard (1911-2021), ciclista francese noto per aver guadagnato diversi record mondiali dopo aver compiuto 100 anni, con
entusiasmo gli chiese quale fosse il suo segreto, ottenendo come risposta "gustarsi i pia ceri semplici della vita senza abusarne, e soprattutto avere un progetto in cui riporre le proprie energie".Ecco quindi che una lezione importante
da imparare dal mondo dello sport e applicabile nella vita quotidiana è riassunta nella metafora della montagna: ai piedi dell’enorme masso di terra, l’idea di doverla scala re sembrerebbe impossibile e un enorme spreco di energie, annebbiandoti la mente in un senso di profondo smarri mento, precursore del senso di fallimento. La vetta in questo modo però rimane inesplo rata, coperta da una coltre di nubi, mantenendo celati i suoi segreti. L’esperienza è un'abilità che si impara con il tempo e uno scalatore esperto è consapevole della difficol tà del percorso davanti a lui e sa che è vitale dividerlo in sezioni più facilmente percor
ribili, a sé stanti e coerenti con le proprie capacità; tale buon sportivo sa che è impossibile scalare una montagna in una sola tirata. Anche nel caso del nostro gruppetto di colleghi appassionati della bicicletta il percorso venne perciò di viso in otto giornate; il primo giorno oltrepassarono la Sen na e Marne, per poi fermarsi al 150esimo km ad Arcis sur Aube. Dopo la prima nottata nel comfort dell’hotel, il grup po partì per Bourbonnes Les Bains, città termale a 170km di distanza. Il terzo giorno oltre passarono il confine francese, entrando in Svizzera, percor rendo 175km fino a Sainte Ur sanne. Questa tappa si rivelò tra le più complicate, con un grande dislivello stradale che fece scemare la grinta. Sebbe ne il percorso si facesse sem pre più impegnativo e tecni camente complesso, realizzare di essere a metà del viaggio li fece pedalare con la forza iniziale finché, il giorno succes sivo, passarono cinque can toni svizzeri, da Jura a Zurigo, per arrivare a Hurden 172km dopo. Il quinto giorno lo spe sero tra valichi montani e piste ciclabili, fermandosi nell’ulti ma tappa elvetica a Zerzez, a 157km di distanza. Il gruppo poté ben presto testare la pro pria fermezza morale nel Pas so dello Stelvio, di nota e note vole difficoltà. Il giorno stesso la strada era an cora bagnata, reduce di una recente pioggia che oltre ad ab bassare le tem perature drasti camente fu un duro colpo per il morale collet tivo. Applicando i principi di disciplina, lo riu scirono a superare, entrando in un momento catartico nel la zona del Tirolo. Seguendo l’Adige raggiunsero Merano, a 128km. Il sesto giorno oltre passarono Bolzano e le Dolo miti, fermandosi dopo 104km ad Agordino. L’ultimo giorno entrarono in Friuli, passando per Longarone e la diga del Vajont, la strada vecchia del la diga di Barcis e Piancaval lo per poi scendere carichi di energia positiva verso la meta finale, dopo 138km.Per il grup po l’arrivo risultò pieno di sod disfazione e fu il coronamento di un sogno di una vita, il cul mine di tutti gli sforzi. L’ansia di fallire e di non farcela svaniro no in un respiro.
INVIATI NEL MONDO
Rosalind Franklin, colei che per prima fotografò il DNA
Nel romanzo di Paola Cadelli la storia dell'esperta di cristallografia ai raggi X
di Daniela Dose
Nella pregevole e storica cor nice di villa Brugnera, è sta to presentato l’ultimo lavoro letterario della scrittrice por denonese Paola Cadelli, si tratta della biografia roman zata di “Rosalind Franklin. "Ho fotografato il DNA” ( Morellini editore). Il romanzo fa parte di una collana dedicata alle donne: “Femminile singolare”, curata da Sara Rattaro, che si propone di valorizzare e far conoscere la storia di donne del passato, anche recente, letterate, artiste, scienziate. “Mi hanno proposto questa scrittu ra - ha raccontato Paola Ca delli - durante il periodo della pandemia. Un periodo diffici le per tutti, dove la scienza ha svolto un ruolo molto delicato. Poter parlare di una donna che ha speso la sua vita per la scienza, per me che sono medico, è stata una bella
opportunità”. Rosalind Elsie Franklin è stata una scienzia ta di altissimo livello,esperta in cristallografia. A lei si deve la scoperta delle due forme del DNA (A e B), passo decisivo per la descrizione della sua struttura. Nel 1952 riesce a fo tografare il DNA con immagi ni straordinariamente chiare. In particolare con la celebre Photograpf 51 immortala la struttura a doppia elica della molecola. Questa fotografia sarà la prova sperimentale e decisiva delle ricerche che stavano compiendo Francis Crick e James Watson. Grazie alle immagini della Franklin, le ricerche dei due scienziati sulla struttura a doppia elica del DNA, vengono conferma te, e nel 1962 ricevono il pre mio Nobel . Rosalind è morta già da tempo, nel 1958, di tumore alle ovaie, contratto a
causa della frequente esposi zione ai raggi x. La sua passio ne scientifica l’ha portata alla morte. In questo modo non ha saputo che i due scienziati non l’hanno neppure citata per il Nobel. Un vero furto, perché senza le fotografie di Rosalind non ci sarebbe stato l’enorme progresso che ha compiuto la scienza nel campo della genetica. Rosalind perciò va ricordata e riscoperta come donna e come scienziata. Nata a Londra nel 1920, rie sce, nonostante le opposizioni della famiglia, a frequentare l’Università di Cambridge. La sua è la storia di una donna che ha dovuto lottare sempre per le sue passioni, per lo stu dio, per il lavoro e per la ri cerca scientifica. Infatti, anche nell’ambito lavorativo, fu sem pre osteggiata, e spesso, come accade, accusata di avere un
Ricordi d'estate, quando la musica ha fatto da protagonista
brutto carattere. « Sappiamo tutti che per gli uomini non conta se hanno un brutto ca rattere, un brutto aspetto, o se non vestono alla moda - ha detto la scrittrice- facciamo che anche per le donne sia così». La vita di Rosalind è un messaggio per le giovani af finché coltivino i loro interessi e amino la scienza. «Le hanno tolto il riconoscimento dovuto - ha rimarcato Paola - per il Nobel. Ho così raccontato con passione la sua storia, evi denziando il fatto che si può portare il proprio contributo alla società anche occupan dosi di scienza». All’incontro, presentato da Sandra Conte, era presente come donna scienziata, anche Silvia Fran ceschi, direttrice scientifica del CRO di Aviano, che nel 2017 ha vinto il prestigioso premio “Rosalind Franklin”.
Tanti
e
ben
riusciti gli
L’estate 2022 è stata caratte rizzata a livello culturale dalla presenza costante della mu sica. Moltissime le proposte e tutte ricche di qualità, che hanno spaziato tra i vari ge neri musicali e hanno coin volto tutte le età, compresi i giovanissimi. La musica come trama delle sere d’estate e colonna sonora delle nostre vite. Si va dai concerti orga nizzati al parco San Valenti no con i cantanti dell’attuale scena musicale pop e un ine dito Jonny Depp in veste di musicista, e le numerosissime proposte di musica classica ma anche e folkloristica.Nella prima settimana di agosto, a
eventi
proposti a Pordenone, per tutti i generi e per tutte le età
coinvolgere soprattutto gli ap passionati di musica classica, ci ha pensato il Teatro Verdi con la Gustav Mhaler Jugen dorchester. Il teatro infatti, ha ospitato per 10 giorni la più celebre orchestra giovani le del mondo, offrendo così al pubblico la possibilità di ascoltare dal vivo tutte le pro ve della prestigiosa compa gnia. Fondata a Vienna 35 anni fa, per iniziativa di Clau dio Abbado, la GMJO sele ziona e raggruppa i migliori musicisti europei compresi tra i 18 e i 27 anni. In piaz za pescheria è stata offerta la prima esibizione pubblica dell’orchestra, con ingresso li
bero.Altrettanto apprezzata è stata l’esibizione della band Il Disadattato, una orchestra che comprende 10 musicisti e che si è formata allo scopo di divulgare i grandi classici della tradizione balcanica. Il 21 agosto si sono esibiti al parco San Valentino propo nendo una grande varietà di brani.Da sottolineare anche il 27° Pordenone Musical Festi val che ha arricchito e impre ziosito le serate pordenonesi e della provincia. Un festival organizzato, come spiega Va lentina Gerometta, presiden te dell’ass. Farandola, con la Regione FVG, la Fondazio ne Friuli e il partenariato di
Confartigianato. Ma l’evento che ci è rimasto particolar mente nel cuore è stata l’e sibizione canora di Antonella Ruggiero. Nella magica notte di San Lorenzo, il 10 agosto, all’arena Cimolai di piazza XXsettembre, si è esibita una delle più grandi cantanti vi venti italiane. Dotata di una voce che può spaziare lungo un incredibile registro voca le, la Ruggiero ha presentato brani di musica classica, ol tre che soul e pop. La can tante ligure, negli anni ha approfondito una ricerca in vari ambiti musicali e in di verse parti del mondo, racco gliendo tradizioni che vanno dall’India al Portogallo, dalla musica sacra al jazz. Antonel la ha proposto un repertorio di canzoni con arrangiamen ti originali creati dal maestro Valter Sivilotti per l’Orchestra Accademia Naonis. Non sono mancate le intramonta bili “Vacanze romane” e “Solo tu”. Una voce stupenda resa ancora più efficace da anni di ricerca e crescita spirituale. (d.d.)
PANKALIBRI
PANKAKULTURA
Un anno lungo la Panamerica a caccia di storie che raccontano la biodiversità
Questa estate è iniziato il viaggio-reportage della naturalista pordenonese Valeria Barbi che sta attraversando le Americhe assieme al suo compagno
di Nicole Mazzega
La pordenonese Valeria Bar bi è naturalista esperta in cambiamento climatico e biodiversità e autrice del vo lume “Che cos’è la biodiver sità oggi” per Edizioni Am biente. Valeria è soprattutto l'ideatrice di WANE (we are nature expedition), progetto che lei stessa ha ideato per sensibilizzare la popolazione sul tema della biodiversità nel nostro paese e nel mondo e sulla sua importanza fonda mentale per il pianeta. WANE è un viaggio-reportage di un anno che Valeria sta facendo assieme al suo compagno di vita e di lavoro, Davide, lun go la Panamerica, la strada più lunga del mondo, che at traversa quindici paesi e con loro la maggior parte degli
ecosistemi del pianeta. La coppia è partita il 15 luglio scorso. Prima Valeria è passa ta in sede a conoscere la no stra associazione e a raccon tarsi. Politologa e naturalista, si è occupata a lungo della
parte legata alle politiche e alla gestione dei progetti sui cambiamenti climatici. Dopo molti anni in cui ha lavorato e insegnato e successivamen te a un viaggio fatto in Africa, ha deciso di tornare a studia re per conseguire una secon da laurea in Scienze naturali. Il suo sogno da sempre era quello di occuparsi del mon do naturale, non solamente per capire quanto stesse suc cedendo dal punto di vista dei cambiamenti climatici, ma per realizzare a 360 gra di ciò che l’uomo sta facen do alla natura. Oltre al libro, Barbi ha scelto di progettare WANE perché si è accorta che si continua a parlare sempre di quanto siano importanti i cambiamenti climatici, sen
Il libro "Che cos'è la biodiverità oggi"
La risposta alla domanda "che cosa è la biodiversità" è in appa renza semplice. È tutto ciò che vive dai batteri e dai funghi fino alle balenottere azzurre e alle sequoie. È un arazzo che avvolge il pianeta che ci ospita composto da un numero incalcolabile di fili interconnessi tra loro che ci collega a tutto ciò che è vissuto in passato e vive ancora oggi. In realtà però fatichiamo ancora a comprendere appieno l'importanza della ricchezza della vita. Prima con timidezza e poi con accanimento via via crescente ab biamo infatti tagliato i fili che ci connettono agli altri esseri viventi. Abbiamo segato boschi e foreste coperto di strade e cemento paludi e aree umide abbiamo inquinato suoli fiumi e mari e disperso in giro per il pianeta specie dannose. Così facendo ci siamo avvicinati a dei punti di non ritorno oltre i quali potrebbero aprirsi scenari molto pericolosi. Nel suo libro, uscito a giugno di quest'anno per le Edizioni Ambiente, Valeria Barbi spazia tra l'ap profondimento scientifico e il racconto delle sue esplorazioni dalle
za però ricordarsi che esiste anche la biodiversità, ovvero la varietà di tutte le forme di vita presenti sulla terra in re lazione ai vari ecosistemi, e di quanto questa influisca nella nostra quotidianità. Ha quin di iniziato a pensare a cosa avrebbe potuto fare lei per far capire alle persone che senza la biodiversità non avremmo niente di tutto quello che ci circonda. «Ripensando al mio passato - ha raccontato - ho iniziato a ricordare come da bambina mi facesse bene ascoltare le storie. Ho comin ciato a riflettere su come avrei potuto raccontare la biodiver sità attraverso una storia e ho scoperto che esiste una strada che collega l’Alaska con l’Ar gentina, che si chiama Pana mericana e attraversa quindi ci paesi. Da questa intuizione nasce il progetto WANE che in inglese significa "svanire", che è ciò che sta succedendo alla natura». WANE è anche l’acronimo di "We are natu re expedition", letteralmente "Noi siamo spedizione natu ra". Il progetto consiste, infatti, in una spedizione per racco gliere storie che ricordino alle persone che noi siamo natu ra. Si tratta di un'attraversata di tutta la Panamericana in un anno, alla ricerca di storie e quindi di persone, associa zioni, attivisti e ricercatori che ogni giorno cercano di pro teggere il mondo naturale e tutte quelle specie che rischia no di scomparire a causa del le attività umane. «La prepa razione di questo viaggio - ha precisato - ha richiesto una grande quantità di tempo, avendolo dovuto organiz zare dopo gli orari di lavoro quotidiano. Ogni dettaglio è stato curato meticolosamen te». Compresa la creazione di un sito dedicato al progetto: www.wearenatureexpedition. org.
montagne dietro casa ai suoi viaggi nei cinque continenti per raccontare che cosa è la biodiver sità e chiarirne l'importanza: oltre a darci l'aria che respiriamo il cibo e l'acqua la biodiversità va protetta perché ogni specie ha diritto di esistere e prosperare. E darci così un messaggio di ottimi smo: siamo stati il problema ma abbiamo gli stru menti per diventare la soluzione e rigenerare la ricchezza della natura che abbiamo così sconsideratamente sciupato. Perché è così importante I diversi valori della biodiversità; Protezione con servazione e rigenerazione; Dall'impegno individuale a un patto globale; Con interventi di Ferdinando Boero, Teresa Camacho Badani, Massimiliano Di Giovanni, Giuliana Furci, Harvey Locke, Daniele Macale, Francesco Petretti, David Quammen, Luciano Sammarone, Elisabetta Tola, Yitzhak Yadid. Prefazione di Luca Perri. Presentazione di Gianfranco Bologna.
PANKAMBIENTE
«Vivo da sempre con i pattini ai piedi, la gioia più grande me la danno i ragazzi»
di Milena Bidinost
Il pordenonese Giorgio Doar do la passione del pattinag gio ce l'ha letteralmente nel sangue: i pattini ai piedi sono un tutt'uno con il suo corpo, quando è in gara e nella vita di tutti i giorni. È così da che è bambino; da 33 anni in parti colare il pattinaggio lo pratica anche da agonista. Doardo ha provato tutte le discipli ne del pattinaggio in linea, lasciandosi poi "folgorare", come lui usa dire, dall'Inline Downhill. Sul sito della Fede razione Italiana Sport Rotelli stici l'Inline Downhill è definito "una disciplina del pattinag gio inline che combina ve locità, tecnica di pattinaggio, tecnica di gara, frenate, pron tezza di spirito e di riflessi oltre ad un "briciolo" di audacia". Doardo di audacia ne ha da vendere, se si pensa che a 58 anni è uno dei due soli atle ti in Friuli Venezia Giulia che praticano questa disciplina a livelli agonistici e l'unico del Friuli Occidentale. Corre da sempre con lo Skate Co mina di Pordenone, società nella quale ha provato tutte le specialità, dal pattinaggio corsa, all'Alpine Slalom, dal Roller Cross (due titoli di cam pione di Italia nella categoria master), allo Snow Skate e al Free Jum (due partecipazio
ni ai campionati mondiali in entrambe le specialità). Il me dagliere che Doardo ha ac cumulato in trent'anni di gare sarebbe troppo lungo da de scrivere così come è difficile trasmettere a parole questa sua sviscerata passione. La si percepisce chiaramente assi stendo a una delle sue tante evoluzioni su strada. Lucido, flessibile come una molla, potente negli scatti, Doardo è
uno degli atleti più "anziani" nella categoria "master" (per atleti dai 45 anni), ma non ha nulla (o quasi) da invidia re ai più giovani. Nell'Inline Downhill, ovvero la branchia del pattinaggio che è tra le ultime ad essere entrate a far parte della Federazione italiana sport rotellistici, il por denonese ha conquistato il titolo di campione mondiale nella categoria master a Pia cenza nel 2021.Quest'anno, però, per lui potrebbe essere l'ultimo anno di competizioni "impegnative" in questa spe cialità. La sua è una scelta meditata. «E' giusto così - dice - ho avuto tante soddisfazio ni, ma alla mia età è tempo di non esagerare e di non chiedere troppo al mio fisco. Risponde ancora bene, ma le discese cominciano a farsi più rischiose». Appendere del tutto i pattini ai piedi invece è un'altra cosa, non è ancora tempo, perché Doardo li usa a volte anche per i suoi spo stamenti quotidiani, capace com'è di farsi "inline" la ven
tina di chilometri che separa Portogruaro, paese in cui vive da qualche anno, da Porde none. Ha iniziato da piccolo e da autodidatta ad anda re sui pattini e con lo skate board, assieme agli amici, e non ha ancora smesso. «La mia vita l'ho dedicata allo sport - racconta - soprattutto ai bambini ai quali ho cercato di trasmettere la mia passio ne: ho iniziato come supporto allenatore nello Skate Comi na, dove oggi sono insegnan te e allenatore, uno dei pochi in Italia nella specialità Inline Downhill». Nei ragazzi Doar do vede la possibilità di tra smettere la sua esperienza. «Da giovane ero indomabile, i miei genitori mi avevano messo perfino in Seminario
- ricorda -ma sono scappato anche da là. Il pattinaggio mi ha fatto trovare l'equilibrio e anche da insegnante ho ca pito che c'è sempre un modo per incanalare l'energia dei ragazzi e che lo sport è uno dei modi più sani. Quando vedo dei bambini che asso migliano a me da piccoloprosegue - sono contento per ché so che saranno gli atleti migliori: in tanti anni da alle natore ho visto passare molti ragazzini così e ho constatato come il lavoro di gruppo e la soddisfazione di quando partecipano alla gara sanno tirano fuori il meglio di loro». Quest'anno Doardo seguirà per lo Skate Comina un pro getto interno al liceo scientifi co Grigoletti, nell'ambito del quale la società farà pattina re tutti i ragazzi della scuola. «La vittoria più bella è quan do da allenatore - concludeti accorgi di avere tramesso a qualcuno la passione, anche solamente l'interesse, per uno sport che ti ha tenuto a galla molte volte nella vita, dandoti obiettivi da superare e benes sere fisico e psicologico, con dividendo con molte persone il percorso. Quando succede questo, lo sport fa la sua ma gia più bella».
NON SOLO SPORT
Giorgio Doardo dello Skating Club Comina si racconta. Fitto il suo palmares, tra cui spicca il titolo mondiale nell'Inline Downhill
Hanno collaborato a questo numero
Simone
È arrivato qualche anno fa, con un progetto del servizio civile, ti midamente si è affaciato alla porta e ci ha detto:"Vorrei cono scervi, ma soprattutto vorrei ca pire.". Ora ci segue nelle nostre attività soprattutto con la Mon tagnaterapia, e quando ce lo portiamo nei boschi ci scappa dalla vista e poi riappare con un perfetto folletto.
Milena Bidinost
Dolce, sensibile e a volte timi da ma quando scrive si vede tutta la sua grinta, decisione e chiarezza. Dirige LdP come se stesse proteggendo un antico vaso durante un trasloco. Il suo pallino? Combatte quotidiana mente la maleducazione con il sorriso sopratutto quando si mette alla guida. Un esempio da seguire.
Giorgio Achino
Teatrante per diletto adesso applica la tecnica in Panka. A tutti dice: "Sarò chi vuoi, nella tua personale rappresentazio ne della vita"; palco e Panka si confondono. Benarrivato in questo teatro! Sempre in scena Giorgio
LDP - LIBERTÁ DI PAROLA Giornale di strada de I Ragazzi della Panchina ad uscita trimestrale o quasi
Registrazione presso il Tribunale di Pordenone N. R. G. 1719/2008 N. Reg. Stampa 10 del 24.01.2009
Direttore Responsabile Milena Bidinost
Capo Redattore Giorgio Achino
Redazione Pietro Scurti, Alice Susenna, Simone, Celox, Voce Donna, Valeria Capalbo, Nicola Mannucci, Selene Mazzocco, Daniela Dose, Nicole Mazzega, Chiara Zorzi.
Editore
Associazione I Ragazzi della Panchina ONLUS Via Fiume 8, 33170 Pordenone
Creazione grafica Maurizio Poletto
Impaginazione Ada Moznich
Stampa Faros Group s.r.l. Via Gorizia,2 33077 Sacile PN
Fotografie
A cura della redazione. Illustrazione a pagina 1 di L’alenta Foto a pagina 2 Di Pietro Scurti Foto a pagina 7 e 10 di Voce Donna Foto a pagina 13 di Valeria Barbi Foto a pagina 14 di Amarcorfotovideo, Cristian Doardo e Maurizio Busato
Associazione I Ragazzi della Panchina ONLUS
S: "Chiara, guarda che bella frase che ho scritto!" C: ”bella ma non si scrive così...” S: "ok non è perfetta ma il senso po etico..." C: "...si bello, ma non si scrive così in Italiano!" S: "Quin di?" C: “tienila, ma non è giu sta!”. Quando scorri, la consa pevolezza del limite, che scorre con te, è vitale. Grazie Chiara
Ada Moznich
Delle quote rosa lei se ne infi schia, non le servono! Essere presidente donna di un’asso ciazione di tossici è da solo un miracolo in termini. Si ama e si teme nello stesso istante, tiene tutti e tutto sotto controllo, anche il conto in banca: - Ada ci ser virebbe una penna.. “scrivi con il sangue che le penne costa no..!”
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Insegnante di lettere e storia alle Superiori. Giornalista pub blicista. Appassionata di lettura e scrittura. Ha ideato e cura da 23 anni il Progetto “Matilda mi racconti una storia?”, lettura di fiabe ad alta voce ai bimbi e ai loro genitori; ha ideato il pro getto di lettura per ragazzi delle superiori “Leggiamo insieme”, giunto al 12 anno. Scrive fiabe, racconti e poesie. Vedete voi se puo’ andare bene per LDP.
Selene Mazzocco
Selene Mazzocco
Quando la vedi per la prima volta entri in un sogno parigi no e già ti culli in quello stile anticonformista alla ricerca di verità, libertà e bellezza. Sele ne abita in rue bohémienne, a Pordenone! Poi vieni risvegliato dal tornado di parole e di idee che ti investe! Di sicuro non sof fre della sindrome della pagi na bianca: è un fiume pure lì. Bienvenue!
Celox
Scrittore, nuotatore, scacchista, attore. Presenza morbida e mai sopra le righe, nonostante que sto difficilmente non fa quello che pensa. Con la caricatura l’omaggio dell’affetto per lui nella folta chioma, ormai ricor do di antichi fasti e disavventu re inenarrabili.
La sede de I Ragazzi della Panchina é aperta dal lunedí al giovedì dalle ore 13:00 alle 17.30 e il venerdì dalle 13.00 alle 16.00
Chiara Zorzi
Daniela Dose
KARL KRAUSS
PANCHINA
I RAGAZZI DELLA
CAMPAGNA PER LA SENSIBILIZZAZIONE E INTEGRAZIONE SOCIALE DE I RAGAZZI DELLA PANCHINA I DIRITTI DELLE DONNE SONO I DOVERI DEGLI UOMINI