L'Irrequieto - Numero 13 - Settembre 2015

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L’Irrequieto Rivista Letteraria

Associazione Culturale L’Irrequieto Firenze - Paris Settembre 2015 www.irrequieto.eu redazione@irrequieto.eu © Giacomo Braccialarghe


DIREZIONE Alessandro Xenos, Donatello Cirone

REDAZIONE Donatello Cirone, Luca Saracino, Luigi Balice, Alessandro Xenos, Elisa Saracino

CONCEZIONE E REALIZZAZIONE GRAFICA Luigi Balice

DISEGNI E LOGO Giacomo Braccialarghe

WEBMASTER Donatello Cirone

INFORMAZIONI E COLLABORAZIONI info@irrequieto.eu / redazione@irrequieto.eu

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Indice Racconti Mimì non raccoglieva calle pag 6 di Donatello Cirone

In città d’estate di Luca Saracino pag 10 Prima elementare di Luca Saracino pag 11 Il passaggio in auto pag 13 di Alessandro Xenos

Poesie pag 19

La solita palla da basket sotto braccio di Luigi Balice

Disegni Coffee meeting di Elisa Saracino pag 10 Abbraccio di Elisa Saracino pag 12 Substitution di Caroline Lassée pag 18


Mimì non raccoglieva calle Donatello Cirone

Si erano appassite le calle e la terra sotto di loro urlava la sua voglia d’acqua, un vaso di plastica imprigionava tutt’e due come una poesia dentro una bottiglia di rum, il fiume a pochi metri da loro scorreva pieno. Serena si bagnava i piedi bianchi, lunghi e affusolati, le unghie curate come del resto tutto il corpo, i capelli lunghi mossi dal vento si perdevano nell’aria come i tentacoli di una medusa in un mare pulito, senza rumori e senza trivelle, scosso da correnti e vortici, stracolmo di vita, cristallino come l’anima di Giovanna che a valle si lavava i capelli, si massaggiava il capo delicatamente, le ginocchia sopra le pietre le facevano male, il sole batteva forte sul suo collo, lo riscaldava e splendeva come i pochi anni che portava addosso e come la sua bellezza, una bellezza naturale, straordinaria. Veloce come una capra saltava sui massi, i capelli bagnati e pesanti battevano sulla schiena e le bagnavano il vestito a fiori, gli occhi vispi come quelli di una lupa si illuminava-

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no non appena entrava in contatto con qualcosa di interessante, le gote rosse e labbra forti finivano il suo disegno che diventava un capolavoro da corridoio Vasariano. Ogni tanto qualche masso si staccava e finiva nel fiume, i cavedani spaventanti si rintanavano sotto i massi, le trote eroiche si tenevano per la pinna, la maggior parte dei vaironi moriva d’infarto, quella mattina un masso sfiorò l’orecchio sinistro di Bianca che urlò con tutta la forza che aveva in corpo, tremò per la paura e per il pericolo scampato poi corse verso casa e lì vi rimase tutto il giorno. Fuori dalla sua porta Michele sdraiato sul suo lettino da mare sonnecchiava con uno stuzzicadenti poggiato sul labbro inferiore, Elena lo guardava. Si stava consumando quell’estate proprio come si consumava il corpo malato di Zio Fiano, la processione agli inizi del mese, le due serate danzanti, poi il matrimonio del figlio del sindaco, poi il funerale di Don Domenico Tenenti, pluridecorato Cav. Lavoro in nero e Caporalato, poi i fuochi d’artificio che chiudevano l’estate e i sogni per qualcuno di trovare moglie. Tutto finiva nel silenzio delle luci rosse e verdi che in lontananza, fuori al paese, Mimì ù trovapècur, ammirava. Seduto in mezzo al niente con il suo fedele amico Bisonte, un terranova enorme, masticava un pezzo di liquirizia e si godeva i fuochi. Strofinava le mani, il viso al cielo e il sorriso stampato sul volto. Era felice, una felicità semplice e mentre i fuochi si perdevano nel cielo lo raggiunse silenzio-

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samente Giovanna che gli sedette a fianco, si sorrisero, poi si presero la mano, i capelli si erano asciugati, erano morbidi e lisci Mimì glieli accarezzò, il cielo ritornò ad essere scuro, la luna era assente, le stelle spente, i tre respiri vivi e le calle appassite.

Donatello Cirone: fondatote de L’Irrequieto, nato nella valle del Sauro, in Lucania, il 28 giugno del 1986.

Laureato in Scienze politiche. Ha pubblicato due silloge poetiche: La vita di una morte, LibroItaliano, Ragusa 2005 e Gl’oratori del nulla, Amorsog et Oream, Il filo -Roma 2007.

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Coffee meeting

Š Elisa Saracino

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In città d’estate ci sono soprattutto le ruspe immobili ai bordi delle strade. Ci siamo poi: io, la noia, le zanzare, i marciapiedi. Ci sono gli anziani senza i soldi per la casa di cura. Un negozio su tre in agosto resta chiuso, così dice il giornale, da alcune auto potenziate fuoriescono le hit del novantasei. In città d’estate ci siamo: io, la noia, le zanzare, il telegiornale di mezzanotte con le notizie del telegiornale di mezzogiorno. Ci sono le persiane spalancate sui lavori in corso, i marciapiedi fioriti di volantini, le foto dei gatti scomparsi attaccate ai cassonetti. D’estate in città vado dentro i supermercati a respirare l’aria condizionata, a passeggiare in mezzo ai reparti stipati di merendine, detersivi alla lavanda e cibo per criceti. In estate si possono comprare i ghiaccioli coi colori dell’arcobaleno, le parole crociate e le lattine di birra da bere stesi sul divano davanti alla pubblicità. Mentre tornavo a casa un’auto è sfrecciata via con un rombo che mi ha fatto pensare a quei cavalloni enormi che sembrano giungere direttamente dalla linea dell’orizzonte. Ricordi ammuffiti. In città d’estate ci siamo: io, il caldo, la morte.

à t t i c In

e t a t s e ’ d

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i melo grani rubrica di

Luca Saracino

Pri

ma

ele m en

Il più bel ricordo che ho riguarda il ritorno a casa da scuola in pulmino in prima elementare. Il bidello che sedeva accanto all’autista si raccomandava in continuazione che noi bambini tenessimo le mani attaccate alla sbarra di ferro posta davanti a ciascun sedile, per una questione di sicurezza. Io la stringevo allora con tutte le mie forze dall’inizio alla fine del tragitto e non disubbidivo mai. Durante quel tragitto, all’interno del pulmino giallo inondato dalla luce del sole che si avviava al tramonto nell’autunno inoltrato mi sentivo così protetto come non mi sono sentito più e il futuro all’epoca era per me una fantasia preziosa che dovevo scoprire un passo alla volta con lo stupore di chi porta alla luce un tesoro dimenticato.

tare

Luca Saracino è nato a Fiesole nel 1980. Vive e lavora a Firenze. Ha pubblicato le raccolte

di racconti Prima del capolinea (2012) e Silenziosamente (2014) con Edizioni della Meridiana. Dal 2008 scrive su Siamelli, blog di cui è cofondatore.

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Abbraccio

Š Elisa Saracino

Elisa Saracino: nasce a Firenze il 20 marzo 1986. Laureata in Economia Aziendale vive e lavora a Firenze e si occupa di Marketing e Comunicazione come consulente e art director. Coltiva da sempre la passione per le arti visive e il disegno. Le sue realizzazioni grafiche sono visibili all’indirizzo https://instagram.com/p/1ivEE5PcU7/

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Il passaggio in auto parte seconda

Alessandro Xenos

Aprendo il portone dell’edificio per poco Claire non si fece investire da Adrien, l’inquilino cieco del secondo piano. Adrien aveva l’abitudine di scendere le scale di corsa canticchiando arie di opere ottocentesche senza prestare attenzione agli eventuali rischi per sé e per gli altri. Esperto di informatica, pianista, cantante con una certa predilezione per il falsetto, consumatore assiduo di cannabis e vino rosso, omosessuale senza complessi, Adrien era senza dubbio il personaggio più sgangherato e interessante del palazzo.

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Feuilleton

- Adrien! Sempre di corsa, eh?! - Oh Claire, per poco non ti schioccavo un bacio sulla bocca, che ti sei messa un profumo da uomo? - No, sì, cioè…stanotte ho dormito da un tipo e gli ho fregato un po’ di deodorante. - E…? - Un disastro. - Niente?


Feuilleton

- Macché, tra lui e il comodino non so chi fosse più statico. - Io invece ne ho portato a casa uno talmente dolce… - Ah si, mi ha scritto Estelle per dirmi che stanotte sembrava di assistere a una rappresentazione della Carmen. Penso che tutto il quartiere si sia accorto di quanto fosse dolce! Comunque non capisco come fai a trovare dei tipi così su Prestazioni sessuali gratuite e consenzienti io ho sempre una sfiga mitologica… - Guarda che la sfortuna non era cieca neanche per gli antichi greci! Dovresti interessarti a loro prima di profonderti in estenuanti monologhi sulle difficoltà della tua vita adolescenziale. - Hey!! Va bene, forse è vero che parlo troppo dei miei problemi, ma non puoi dire che non sia curiosa. Prima di contattare un ragazzo guardo i suoi interessi, le sue foto, le foto dei suoi amici, mi faccio un’idea del tipo, ma poi costantemente si rivela esattamente il contrario. Te come fai a scegliere ché non puoi nemmeno vederne il profilo? - Mi bastano due o tre domande per capire se è un cretino. E poi senti, non ci sono tanti gay disposti a passare la notte con un cieco alcolizzato, il mio campo d’azione è piuttosto ristretto. Tra un mese mi toccherà ancora cambiare città! (risata fragorosa) - Eh, davvero! Ah sì, a proposito, non te l’avevo ancora detto: tra un’ora vado a Parigi, ho trovato un passaggio in macchina. Poi da lì mi sposterò per andare a trovare un po’ di amici in giro per la Francia. - Brava, ti ci voleva una pausa dopo quest’anno di intenso studio! (ri-

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satina) - Molto simpatico! A dire il vero ne ho proprio bisogno, voglio capire dove andare a battere la testa dopo questa maledetta laurea. Comunque, quando torno ci facciamo una cenetta con Estelle? - Molto volentieri, penso che Estelle ne avrà bisogno visto il tenore della sua telefonata di stamattina. Non capisco lo spagnolo, ma mi sembra di aver capito che con Sebastian non vada molto bene. Credo che se ne sia andata sbattendo la porta... In effetti, entrando nell’appartamento Claire trovò il salotto in disordine e un bigliettino sul tavolo con poche righe in cui Estelle si scusava per non aver fatto le pulizie e per non poterla salutare prima della partenza. Aveva scoperto delle cose assurde su Sebastian e voleva vederlo al più presto per chiedergli delle spiegazioni. L’avrebbe chiamata in serata per raccontarle tutto.

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Sul divano trovò un bloc-notes pieno di insulti in spagnolo e un nome, “Miguel Negredo”, ben sottolineato col pennarello. Pensò che questo Miguel si sarebbe dovuto nascondere o fuggire molto lontano per non incappare nell’ira leggendaria di Estelle. Con una madre andalusa e un padre corso, aveva ereditato un carattere a dir poco passionale. Era sempre radiosa e poteva esprimere una dolcezza senza paragoni, ma a volte bastava un niente per mandarla su tutte le furie e quando succe-


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deva non era consigliabile restare nel suo campo visivo. Non era violenta, ma era dotata di una voce talmente acuta e potente che in quei momenti anche un complimento sarebbe uscito fuori come un insulto. Inoltre, da quando abitava a Figuerolles aveva fatto amicizia con le due bande, tra loro rivali, del quartiere. Da una parte i gitani della cité Polie, con cui aveva un’affinità culturale grazie alle sue origini andaluse, e dall’altra il gruppo di arabi che controllavano la piazza, con i quali invece si divertiva a parlare di politica e di infedeltà femminile. Insomma, tutti la rispettavano e se qualcuno le avesse fatto del male sicuramente avrebbero lanciato una caccia all’uomo per ritrovarla. Era sveglia Estelle, non si sarebbe dovuta preoccupare per lei, pensò Claire. Così, con lo zaino rigonfio di vestiti autunnali scese in strada e si diresse verso la piazza Salengro. Il mercato era finito da qualche ora e sulla piazza giacevano resti di frutta e verdura e carcasse di legno lacerate dal passaggio dei camion. Sui cigli dei marciapiedi un gruppetto di senzatetto recuperava senza fretta gli invenduti, mentre le automobili freneticamente si rimpossessavano dei parcheggi. Claire si sedette sul bordo della vetrina del panettiere e tirò fuori il telefono per verificare se il ragazzo dell’annuncio avesse specificato il tipo di veicolo. Sì, una Mercedes Vito. Non sapeva esattamente di che

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modello si trattasse, ma si disse che in una Mercedes sicuramente sarebbe stata comoda. Quando vide arrivare la vettura però un piccolo brivido le traversò la schiena. Si trattava di un furgoncino grigio a tre porte con i vetri posteriori oscurati. Alla guida c’era un ragazzo magro, pallido e con i capelli tirati all’indietro, che dimostrava almeno quarant’anni. Non può essere lui, pensò. Invece il ragazzo si fermò davanti al panettiere e con un sorriso cortese le chiese se fosse proprio lei Claire. Avrebbe voluto dire di no, che non si chiamava Claire, il suo nome era Athena e non parlava francese, scusi, arrivederci. Quello strano furgoncino e quel suo viso da addetto al trasporto funebre non le ispiravano niente di buono. Ma non ne ebbe il coraggio. Si alzò in piedi e con un sorriso forzato si avvicinò al ragazzo per lo scambio di baci rituale…

Alessandro Xenos: fondatore de L’Irrequieto, Nato l’8 ottobre 1986. Dopo aver conseguito una laurea triennale in Scienze Politiche alla Facoltà Cesare Alfieri di Firenze, decide di trasferirsi in Francia per continuare gli studi. Iscrittosi all’Università di Montpellier, lavora per alcuni giornali locali e consegue un Master 2 in Giornalismo nel 2012. Dal 2013 vive e lavora a Parigi, dove continua ad amare la poesia in tutte le sue forme.

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Feuilleton

Continua nel prossimo numero


Substitution

Paris, 2015

© Caroline Lassée

Caroline Lassée è nata nel 1982 nella provincia parigina. Effettua gli studi universitari tra Poitiers e Barcelona prima di posare le valigie a Bilbao, nella regione basca spagnola, dove vive per 7 anni lavorando come traduttrice. Oggi lavora a Parigi come manager di contenuto musicale, responsabile per l’area Spagna e America Latina. Dipinge nel tempo libero …

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La solita palla da basket sotto braccio Luigi Balice

Parole come schianti da destra, da sinistra, buone solo a farci sputare fiato in cambio di dosi di whisky. Non afferrano i momentanei affanni per inchiodarli al muro e baciarli ma lasciano fluttuare sguardi per farci diventare pietosi collezionisti di ansie. E si finisce per sognare quartieri bui che saranno prima o poi riaperti al traffico. Non due, non tre, ma ben quattro zaini pieni di cose da nascondere, addosso e gabbie alte in cui confluiscono meste marce funebri. Io ho mollato gli zaini, entro nella gabbia sorriso sotto i baffi ed una palla da basket sotto braccio

Luigi Balice è nato a Bari, nel gennaio dell’87, ha studiato Macroeconomia tra Bologna, Torino, Londra e Parigi, cittĂ in cui vive ormai da quattro anni. Ha dedicato anni di studio alla sempiterna Questione Meridionale. Oggi accompagna artisti e creatori di contenuto culturale nei loro processi di sviluppo multimediale. Nel tempo libero litiga con i vicini di condominio.

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L’Irrequieto Rivista Letteraria

Associazione Culturale L’Irrequieto Firenze - Paris


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