Tragedia del Vajont - La prima pagina de L'Eco di Bergamo

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cattollg~. del .matiino Direzione e Ammuustrazione: Bernamq. VJe rei. 40-644 (4 linee -n ncerca ;xt;o;g& quella lIberah - 7 numeri settlmanall: Armo L, 15.150;Sem. L. 7.900; T.rU L 4.100; Mensile L. 1.450- 6 numeri settimanali: Anno L. 13.000; l

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L. 50 -

Ha fatto rivivere e ha superato l’orrore deI1disastro del Gleno

Impossibile dall’immane fanti -

ancora un bilancio, esatto delle massa - / cenfri cfj&&j finora 530 &Vmie i Difficili’~h& @pefa2ionidi’

Recuperate

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sdccorso

‘1“IIllIIIIllIIIllIIIIlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll~ -= = centinaia di persone,. di VO- = = lonterosi, come oggi, con= z= tinueranno a scrutare dal-= la riva te acque del fiume, = dando il toro modesto ap= = porto alte operazioni di ri= = cerca. = = Per tutto il giorno, pa=renti e amici dette‘ vitti= = me di Longarone, Rivalta, ZZ = Faè, Matcolm e Pirago, i

z z stesso e che segneranno = = DAL NOSTRO INVIATO un solco profondo in tutti z gli uomini, non solo itaz liani. Non si ricorda a LONGARONE (Bell&io 1, = memoria duomo una scia= 10 notte -gura simile nel nostro Pae24‘ore di distanza dalFE lo Astraripamento se. Sono dati, comunque, = della diI che purtroppo non potranga del Vajont, nella valle 5s di no essere modificati = te proporzioni omonima, = molto nelle prossime giordelta immane sciagura aniE nate, quando sarà possibicora non sono state accer= le fare un consuntivo del= tate. Ma il numero dei la tragedia ». r= morti non può, purtroppo, Le salme recuperate venI= essere inferiore a 2500 unigono composte sotto un tà, anzi quasi certamente 2: grande tendone che il prosupererà te tremila. zfessor Gamba ha fatto in« E’ quasi incredibile = nalzare a Fordogno, un iE ha cupamente commentapiiscolo centro a valle di to questa sera un funzio== Longarone, dove si recano dett’ U@cio Studi nario ZE a ,prelevarti militari di tedella SADE - è stato pegz va dell’Esercito - fanti, gio,. motto peggio che a = alpini, bersaglieri - giunti Frejus.’ Se avesse ceduto sz da. Treviso e da Udine in la diga, ci sarebbero sta=‘c aggiunta .a quelli di stante senxa alcun dubbio mez xa a Belluno. no vittime ». Ed è opinio= == ne comune. Le povere salme, per la = maggior parte senza abiti, I centri distrutti o dan= vengono caricate su autoneggiati dalla massa di iE Carri-’ dell’Esercito e tra== acque e di detriti contasportate ai. vari cimiteri vano esattamente 4742 re== dei centri vicini. Atte ore sidenti parte dei quali da = 18, ctntoquarantasei erano z= marzo a novembre erano = state deposte nel cimitero = o sarebbero emigrati in = di Belluno; sessantotto in Germania, Austria, Svixze= = quelli di Castellavazxo, Sera e Francia come mano=dico, Lunana e Pieve di vali, muratori, carpentieri == Cadore: sessanta erano an0 camerieri. cora sotto il tendone di g « Di essi - ei ha dichiaI= Fordogno. Ma alle venti, rato stasera il prof. Gamquando praticamente le O= ba, medico provinciale di z perazioni di ricerca sono trecento solBelluno state sospese, questi dati E tanto si sono salvati; qua= erano da considerare già = si tutti di Longarone e a = di gran lunga superati. E = costoro possiamo aggiun= mentre il pietoso pellegri== gere nel novero dei fortunaggio degli automezzi minati 77 feriti ». = litari e detta Croce Ras: == (( I morti recuperati sosa, da Fordogno ai paesi = no oltre 530, gli altri - ha z= vacini e viceversa. veniva continuato - sono da coninterrotto, giungevano in = siderare dispersi, ma SO- continuazaone = dai centri = 10 colqro che al momen= rivieraschi del Piave, seto della sciagura erano == gnalazioni di reperimento == lontani dalle toro case, di cadaveri anorami dalperchè emigrati per lavoro E te limacciose acque del o perchè recatisi in altre == fiume. possono essere località, = «Forse - ci ha detto = considerati salvi ». z il Capo di Gabinetto del « Sono dati - ha conZZY Questore di Belluno, dr. cluso il prof. Gamba = = Cannarella - non si ritroche hanno lasciato impie= veranno mai tutti i morti, == trito il Ministro della Satanti ne sono stati trascinità al quale ti ho comu= = nati via dalla corrente II e nicati telefonicamente io = = = = = A* == #%sp;tale diL olda = = == = = = IE = c= = = f= =-= = == = -= = == = c= Tz = F z = = = =-= = = = == = = = -5 = = == == ==== = = CZ = = = = == = == ==== = == -= = z === = = 25 = == == =?z = = = r=

trecento scampati e gli abitanti dei paesi vicini hanno lungamente sosta to nelle vicinanze del tendone di Fordogno, davanti ai cimiteri, nei pressi di Longarone, negli ospedali di Belluno e di Pieve. Hanno sostato a lungo in lacrime, nella vana speranxa di vedere, di riconoscere i toro morti. Speranza vana, per quan. to riguarda i morti, pietosamente ricompost$ ma deturpati dalla furaa scatenatasi dal montè Tot. Vana perchè a nessuno 0 quasi è stato concesso sino a tarda ora di vedere le salme, di avvfcinare il luogo dell’immane sciagura. Le disposixioni in proposito, impartite dal Prefetto, dr. Caruso, dal Questore e dal Medico Provinciale prof. Gamba, sodiligentemente Fa?te $Zs~ettare. La zona del disastro visitata stamane dal professor Gamba a bordo di un elicottero delta SETAF - è praticamente irraggiungibile via terra. « Il mare di detriti - ci ha detto lo stesso prof. Gamba - raggiunge il ’ primo dei tre grandi incroci dell’abitato di Longarone, per chi lo raggiunga da Betluno. Le acque in taluni punti sono alte diversi metri, e, con tutta probabilità, sono inquinate. Ogni comunicazione diretta, via terra, con la zona del disastro, è impossibile. Solo con gli elicotteri può essere raggiunta e purtrop-

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Tullio Barbato SEGUE IN NONA .

UNAMONTAGNA E’CROLLATA NELLAGO Sessaniamilioni di metri cubi di rocciahannoinvasoil bacino- Le<acque si sono,alzak, scavalcando la diga e, abbaiiendone la par!e terminale,.sonoprecipitalea ‘valle - Se la diga non avesseresisfito il disastrosarebbesiafo più ‘grave- Cinque’paesi*sepohi LONGARONE, 10 notte Di schianto sessanta milioni di metri cubi di materiale sono franati la notte scorsa dalle pendici del Monte Tot, piombando nelle acque del lago artificiale che conteneva 500 milioni di metri cubi di acqua. L’effetto è stato terrificante. Le acque si sono aizate scavalcando la diga, ab, battendone la parte termiaale e si sono scaricate a valle. Con un boato sinistro e assordante la massa d’acqua ha investito il centro di Longarone?

cancellandolo di colpo ; poi sl è divisa in due ; ed è tornata a livellare il martoriato pae-

se investendo poi in centri ccacentrici tutte le altre frazioni. Un autentico massacro. A quell’ora la maggior parte degli abitanti era già a letto: d-i, soprattutto i giwani, sta, l

vano affollando i diciassettl e bar del paese intenti a seguj re televisivamente le fasi del;: la partita Rea1 Madrid-Range r Glasgow. Non hanno avuto i .l tempo materiale di metters ,i in salvo. A Belluno contem lgoraneamente è venuta a man lcare ia luce. Pochi minuti pi1i

tardi si è udito distinto il boato delle acaue del Piave in piena, Ma ancora si era ben lcntani da indovinare l’entità della catastrofe. Lcllgarone è stata investita da una piena dovuta al crollo della diga del Vaiont. Ci sonò morti e feriti. f Urgono soccorsi. Questi i pri mi appelli disperati. 1 telefo- f ni dei Vigili del fuoco, della Prefettura, dei carabinieri si sono messi 8 squillare insistentemente. Da quel momento, era passata di poco la mezzanotte, è cominciata la pietosa opera degli uomini che con il passare delle ore hanno illtui-

IN TERZA altri servizi Elio ConiEhi SEGUE IN NONA IN ULTIMA fotocronaca Nella foto sopra: di fango si stende c’era il centro di (Telefoto a ANSA , DI BERGAMO),

Un deserto dove prima Longarone. > a - L’ECO

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CITTA’

DEL VATICANO, 10 notte per il disastro verificatesi nella zona del

Paolo VI, profondamente addolorato Vajont, ha inviate al Vescovo di Belluno, Mons. Gioacchino Muccin, un telegramma nel quale, dopo essersi detto profondamente addolorato dalla notizia delia immane devastazione che ha colpito la Diocesi di Belluno causando la perdita di innumerevoli vite umane a Longarone e nei paesi limitrofi, così prosegue:

« L’anima nostra si raccoglie in commossa preghiera, invocando l’eterna pace agli scomparsi, conforto e sollievo ai feriti e superstiti tante duramente colpiti negli affetti e nelle cose più care, mentre a pegno del nostra affetto paterno che vuole dividere pene ed. angosce dei nostri figli diletti, inviamo la particolare Benedizione Apestolica. Aggiungiamo nostra offerta personale per sopperire alle urgenti necessità delle famiglie più provate ».

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