L'Eco 1979

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hnedì

15 gennaio 1979

Pagina

ti

L’ECODI BERGAMO[

Vittoria,

e bella,

finalmente

Con due splendide reti, una per ogni tempo, di MAROCCHINO e ROCCA, i nerazzurri hanno battuto seccamente la Roma

Tecnica e corsa si sono bilanciate

2 a 0 Amici esultiamo: l’evento sj è verificato. L’Atalanta ha conquistato la sua p+.m &toria stagionale, esattamente nove mesr dopo quell’affermazione conqurstata a San Siro

contro

Il primo malgrado

gol al 33’ del primo tempo: azione di Tavola sulla sinistra, Marocchino un estremo tentativo di Santarini che sfiora il pallone. (Foto EXPRESS)

raccoglie

Una traversa Bodini: Osti, Vavassori; MaPrandelli, Tavola; Marocchino, Rocca, Scala (dal 72’ Mei), Festa, Pircher. ROMA: Conti; Peccenini, Maggiora; De Nedai, Spinosi, Santarini; Scarnecchia (dal 49 Casaroli), Boni, Pruzzo, De Sisti, Ugolotti. ARBITRO: Lops di Torino. MARCATORI: al 33’ Marocchino; al 49 Rocca. NOTE: cielo sereno, temperatura fredda, terreno in buone condizioni. Calci d’angolo: 10-O per la Roma (t-0). Sono stati ammoniti, nell’ordine: Santarini per fallo su Scala, Spinosi per fallo su Vavassori 0 De Sisti per proteste. Leggeri incidenti di gioco a Rocca e Bodini. Spettatori paganti 10.701 (abbonati 11.009): per un incasso di 37 milioni 70 mila 100 lire. Sorteggio antidoping per Bodini, Vavassori e Rocca dell’Atalanta; per Peccenini, Boni e De Sisti della Roma. ATALANTA:

stropasqua,

Speriamo che l’anno nuovo sia migliore di questo. Parola piu 0 parola meno, era stato

Marocchino

ha segnato

iI primo

gol

1 augurio unanime rivolto alla causa atalantina. Il 1979 non poteva non iniziare meglio: tre punti in due partite, il passay-io del testimone che caratterizza il fanalino di coda a due campa-ini e, evento più che straordinario, la prima rete di questo campionato segnata su azione. Successivamente arriverà pure il raddoppio, però la strada era :ià solcata, segnata. Il primo tocco di Rocca ci ricorda Garrincha. Il Tonino, rispolverata barba e baffi stile

e mette

dentro

il Milan.

Una vittoria

attesa, sognata, una vittoria comunque meritata, perché awivata alla conclusione di una prestazione in crescendo da parte della squadra. Si era detto alla vigilia che l’Atalanta avrebbe cercato di forzare il ritmo sin dall’inizio e probabilmente la preoccupazione di riuscire in questo, ha giocato qualche brutto scberzo a molti atalantini. Nei primi venti minuti l’Atalanta è parsa preoccupata contratta. A centro campo persino Fe-

sta, giocatore dalle mille espe-

rienze, sembrava

a disagio incapace di giocare mgionando. C’era troppa frenesia ed il controllo di ogni palla risultava difficile, approssimativo. Dove non arrivava la frenesia, arrivava il terreno irregolare, che deviava traiettorie e complicava la stabilità dei gzocatori. Rota aveva fatto ricorso a Tavola che aveva... nascosto a Valcareggi solo per pre-tattica. Temeva il Titta che zio Uccio gli giocasse lo scherzo di schierare una sola punta, lasciando fuori Ugolotti e schierando Boni in aggiunta al centrocampo. Che Boni dovesse giocare, lo avevo detto chiaramente l’altro Como. La

di De Sisti ottocento, finta di corpo poi col tacco smarca Pircher la cui conclusione termina lemme lemme tra le braccia di Conti. La Roma non spinse troppo a fondo, anzi... Però Osti, per neutralizzare un traversone di Scarnecchia, dapprima stoppa col petto e poi, per anticipare Pruzzo, libera in acrobazia. Gli uomini di Valcareggi ci riprovano con Ugolotti e con Pruzzo ma per Bodini, peraltro ben piazzato, è sufficiente dare un’occhiata al pallone che si perde sul fondo. A questo punto Scala decide di mettersi in vetrina e tutto in una volta fa il clown e il (liocatore, facendo passare il pallone in mezzo zd un nugolo di romanisti. Quando chiede il triangolo a Pircher, il c(crucco» non si fa pregare, solo che il tiro del «Gusto» e debole e impreciso. Al 27’ la più bella azione di questo scorcio di partita. Marocchino fa viaggiare Mastropasqua sulla fascia destra del campo; quando il Giorgio arriva nei pressi della linea di fondo mette al centro un pallone sul quale Pircher non si awenta. L’Atalanta insiste e Scala - più che mai croce e delizia della tifoseria neroazzurra grazia la Roma, non riuscendo neppure a calciare una bella combinazione Festa-Prandelli a non più di sette-otto metri dalla porta. Il momento magico al 33’: Tavola suggerisce per Marocchino e questi. in area, finge il tiro, evtta un awersario e poi ancora. con un

SEGUE

A PAG. 6

Angelo

Ghitti

travano in difesa tutti c dieci, Pruzzo

compreso.

Rota aveva raccomandato ai suoi di non awenturarsi in rilanci, tipici del palla avanti e pedalare, Voleva la manovra, sapendo di avere ornai in squadra due uomini in grado di saltare il loro diretto avversan’o: Scala e Marocchino. I due *una volta entrati rn possesso della palla, avevano il compito di <(custodirla)) di frenare lo slancio offensivo del singolo, per consentire 1’ avanzamento di tutta la squadra. Dalle retrovie partivano quasi contemporaneamente Tavola, Mastropasqua e Rocca, a tratti persino Festa e Vavassori. La Roma era costretta a ripiegare, ad ammuccbiarsi davanti alla sua area. Il pubblico dimostrava di non gradire tanto questo tipo di gioco. Inveiva nei confronti di quanti, tergiversando con la palla al piede seguivano i consigli del tecnico, ispirati ad un’impostazione tattzca. che a lungo andare avrebbe dovuto dare i risultati. ((Nel calcio diceva ai vecchi tempi Valcareggi - è come alla dama, se bai l’uomo che ti sa saltare la pedina, vai in rete)). Questo uomo l’Atalanta ieri l’aveva: Marocchino. Già aveva scritto di lui dopo Avellino, indicandolo come elemento chiave per un miglioramento qualitatrvo del gioco nerazzuwo. Mdroccbino si è confermato gaocatore di talento per la sua dbrlità nel controllare la palla, nel tentare drrbblinp vrncent i, ma anche e forse soprattutto, nel fare gfocare i compagnz. Quando la squadra SI è un poco sgelata, dopo aver sofferto non poco alcune iniziative di De Sisti e compagnl, si è intuito che prima o poi al goal sarebbe arrivata. 1 suoi centrocampisti cominciavano a trovare sbocchi SUI offensivo, dove Pirfronte cber, prodigandosi generosamente in corse apparentemente a vuoto, portava fuori zona Spinosi ed a volte lo stesso Santan’ni. Già alla mezz’ora Scala aveva la palla goal sul piede, ma il Gusto ne falliva probabilmente il controllo, per eccesso di preoccupazlone. lvon così faceva Maroccbino 3’ dopo, quando Tavola ,<11 serviva un pallone che in-

Elio Rocca

ha messo al sicuro

il risultato

Avete visto cosa ha combinato il sud-americano Marocchino? Un giocatore dinoccolato, che sembra quasi assente ma quando ha la palla fra i piedi se la gira come vuole, sorprende unodue-tre awersari, si ferma, inverte la marcia, va in dribbling, tira, e se è il caso (come in occasione del secondo gol) ((apre» con lucidità per i compagni, nella specifica occasione per Mastropasqua. Peccato che sia soltanto in prestito: corriamo il rischio di vedercelo portar via dalla Juventus che dovrà rifare il prossimo campionato mezza-squadra. . . Naturalmente Marocchino e aggiungi Scala, il tasso tecnico della formazione di Rota è aumentato nella misura giusta per giostrare con le pari-grado ed avere frecce maggiori nel proprio arco. Si è creata una zona di equilibrio fra tecnica e corsa che ha reso più fantasioso e coerente il gioco della squadra: diciamo che Mastropasqua è il trait-d’union fra i giocatori di un tipo e dell’altro, Prandelli il libero che sa interpretare la doppia parte di appoggio e di difesa, mentre i cursori si sono trovati pronti all’appuntamento con Rocca che di testa ha siglato la seconda rete proprio per arrivare sul perché aveva energie sufficienti pallone con la giusta... velocità. Rota è giunto a uno schieramento che ci soddisfa tatticamente perché in pratica opera con una punta (Pircher) e con due mezze-punte (Marocchino e Scala): da parte del pubblico c’è sempre qualche riserva nei confronti di Huber, per non parlare di alcuni colleghi. La verita è che Pircher meglio di altri può assolvere il compito di (ctorre», di falso attaccante, svariando su tutto il fronte offensivo, persino ritornando, dando modo a Marocchino talvolta di assumere posizione più avanzata e più utile perché al Vercellese basta un dribbling per trovarsi nella zona nevralgica. Certo dispiace per Paina ma è evidente che prima doveva servire Garritano, adesso occorre un uomo solo davanti e Huber ha dalla sua maggior impeto specie sui terreni pesanti. L’incontro con una Roma che era partita assai ben disposta, con centrocampisti ((ragionatori)) e che manovrano la palla cum juicio, ha dimostrato l’importanza delle fasce e nessuno lo aveva mai posto in dubbio a cominciare da Rota: le linee laterali sono state impegnate nel modo migliore, di ((sorpresa)), con Marocchino nelle vesti del primo attore, con Mastropasqua (bravo nelle proiezioni offensive, pur mancando di qualcosa in fase di risoluzione) mentre dietro i «combattenti)) da Rocca a Festa, ad Osti, Vavassori e Tavola (più Bodini) hanno tenuto il campo con grande determinazione. Le contemporanee sconfitte interne del Verona (con il Torino) e del Bologna (con il Milan) ci consentono di scavalcare il duetto e di porci a un punto dalla coppia Roma-Avellino. Un colpo da maestro: a quattro punti ci sono il Vicenza (che non ho mai considerato fra le possibili pericolanti), Ascoli e Catanzaro non insuperabili. Che volete di più? Dopo tanto affanno Rota e i suoi ragazzi si godono questa prima affermazione meritata e attesa da nove mesi: lasciamoli in pace, perché il campionato è lungo e si dovr8 soffrire molto per riuscire nell’intento-salvezza. Diamo merito anche ai dirigenti di aver mantenuto la testa a posto quando è cominciato a far caldo in fondo alla classifica. Domani, sul difficile campo del Vicenza di Paolo Rossi, è dawero un altro giorno...

Roma, pur con due punte, si era preoccupata di intasare il centrocampo, Quando 1’A talanta conquistava palla rien-

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Corbani

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I

Paolo Arzano

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