Pordenone Design Week 2013

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the future of places

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transition town

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eco - design laboratory

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bio - drink Natjk

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Biro - electric city car

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wall design project

Pordenone Design Week 2013 seven days seven workshops design scenarios eco design product design communication research

MOLTIPLICATORE DI VALORE

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food waste research

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Ideazione ed Organizzatore

Si ringrazia

Prof. Giuseppe Marinelli De Marco Coordinatore Corso Triennale di Design Pordenone

prof. Giuseppe Amadio, Presidente del Consorzio Universitario di Pordenone

Coordinamento Generale

Enrico Sartor, Direttore del Consorzio Universitario di Pordenone

Giuseppe Marinelli, Enrico Sartor, Tommaso Salvatori, Giulia Romiti, Simone Franzo

prof. Giordano Bruno, Direttore Isia Roma Design

Docenti Isia Roma Design, proff.

prof. Nicola Mattoscio, Presidente Isia Roma Design

Massimo Ciafrei Paolo Crescenti Massimiliano Datti Sonia Massari

ll personale amministrativo, congiuntamente al personale addetto, tecnico e non, alla manutenzione e gestione fisica dello spazio che ha contribuito al miglior andamento dell’esperienza.

Tommaso Salvatori Tutor Isia Roma Design

Progetto grafico: Tommaso Salvatori, Valentina Pirritano, Giulia Romiti, Elena Rotondi

Ivo Boscariol

Fotografie e filmato: Domiziana Marinelli De Marco

Filippo Gecele

Realizzazione sito web: Simone Franzo

Claudia Iannilli Francesca Mungiguerra

www.isiaroma.it

Valentina Pirritano

www.unipordenone.it

Giulia Romiti

www.pordenonedesignweek.it

Elena Rotondi

www.italydesignweeks.it

Contributi Esterni Michele Cadamuro, Electrolux Professional, Designer

Marco Pietrosante, Design Consultant

Erika Faresin, Labor Etica, Manager, CSR,

Cinzia Palazzetti, Ad Il Cantiere srl

Kamel Ben Youssef, IUT, Uni Paris 10, Nanterre

Marco Dario , Il Cantiere srl

Stephan Magne, Design Management, Uni, Tolosa

Gianni Rizzo, Design Manager il Cantiere srl

Takayuky Higuchi, Design Dep., Chiba University

Federico Montanari, Semiologo Prof Consultant

Algis Paskevicius, Research Assistant, Chiba University

Edoardo Fabris, Marketing, Design Consultant

Kenta Ono, Design Department, Chiba University, Chiba Gianni Barbon, Studio MOD-O, Pordenone

Si ringrazia sentitamente

Marco Pasian, Studio MOD-O, Pordenone

Marco Camuccio, Pres. Giovani Industriali di Pordenone

Riccardo Palmerini, Experience Design, The Big Space

Fabio Simonella, Pres. Confindustria Asso Arredo

Paolo Sartini , Presotto Industrie Mobili

Gianni Barbon, Pres. Confindustria Terziario Avanzato

Stefano Tessadori, Architetto

Comune di Pordenone, Ass. Politiche sociali

Luigi Cuppone, prof. Disegno operativo ISIA di Roma

Comune di Pordenone, Ass. Cultura

Susanna Martucci , Alisea, Design Manager Michela Diffidenti, Comunicazione, Electrolux Consultant Isabella Reale, Dir. Musei di Pordenone

Si ringrazia l’Assessorato alla Cultura di Pordenone per il sostegno alla stampa.

Anna Lombardi, Design Consultant Fabio Amore, AD società Natjk Raffaele Ferrante, Design Manager, marketing consultant Matteo Maestri, A D Estrima

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Pordenone Design Week

2013

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Usare la crisi per uscire dalla crisi Using the crisis to emerge from the crisis

Giuseppe Marinelli, Vicedirettore ISIA Roma Design, coordinatore del corso decentrato di Pordenone L’ISIA di Roma è a Pordenone da nemmeno due anni e il suo percorso sta riscuotendo già molto successo. Fra i motivi di questi riconoscimenti, il più interessante sta sicuramente nel mix didattico-partecipativo che la scuola ha saputo mettere in campo in modo abbastanza organico alla realtà del territorio, a mio avviso cogliendo anche un bisogno forte di visione, cercando di dare spontaneamente un contributo di energia, in un momento di smarrimento piuttosto critico dovuto a una crisi leggibile a tutte le scale del mondo industriale. In effetti esiste un legame importante fra il percorso didattico ISIA di Roma e la Pordenone DesignWeek, poiché i contenuti scientifico disciplinari che guidano la strategia formativa della scuola e le scelte che ne ispirano la partecipazione attiva alla vita culturale della città e del territorio, sono due pilastri di una stessa visione, sono aspetti pienamente rappresentativi del medesimo atteggiamento che riassumo in questo modo: “Rispondere alla crisi immaginando un futuro plausibile per il Design e per il nostro sistema industriale, attraverso una piena assunzione di responsabilità”. Il tutto è pensato per i giovani che, in aperta controtendenza allo standard politicoculturale italiano, nell’ISIA sono considerati alla stregua di oro e diamanti. Per questo i due aspetti: la Didattica (con le sue peculiarità scientifiche culturali) e la DesignWeek (con le sue immersioni nella realtà aziendale e territoriale), equivalgono a tessere di un mosaico più generale che si pone lo scopo di riconsiderare, non da zero ma senza nostalgia, il rapporto fra: formazione, ricerca, impresa, professione e prodotto; incluso lo studio dei nuovi scenari creatisi nell’era attuale. Il tutto coinvolgendo con forza più soggetti interessati possibile, svolgendo un ruolo, a quanto pare apprezzato ed efficace, di aggregatore e moltiplicatore culturale. La nostra domanda è: come, dove e per chi, lavoreranno i nostri giovani laureati? Dal momento che esistono autorevolissime ricerche industriali che dimostrano come negli Stati Uniti i 10 lavori più richiesti nel 2008 non esistevano nel 2004 !! Da qui la genesi di una didattica che riteniamo evoluta tale da rappresentare essa stessa quasi un nuovo tipo di start-up. Di servizi e ricerche, di training avanzati e co-working, di eco-design autoprodotto, come di analisi e lettura di scenario sulle giganti trasformazioni in corso. Per questi motivi l’ISIA non si è mai proposta al territorio come scuola fatta di, autorevoli, ma accademici cervelli, avulsa dalla realtà dei tumultuosi processi in corso. L’ISIA a Pordenone è percepita oggi molto correttamente quale strumento ulteriore di progresso e di cultura poiché è entrata in un territorio in crisi alla velocità della crisi, quasi come generatore e connettore, di “semi” a vocazione Design. ISIA ROMA DESIGN

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There is an important link between the trail ISIA in Rome and the Pordenone DesignWeek because the contents of scientific discipline that guide the training strategy of the school and the choices that inspire active participation in the cultural life of the city and the region, there are two pillars of the same vision, are fully representative aspects of the same attitude that I shall summarize in this way: “Responding to the crisis imagining a plausible future for Design and for our industrial system, through a full assumption of responsibility.” Everything is designed for young people who, in open contrast to the Italian context, into the ISIA are considered as gold and diamonds. For this reason the two aspects: Teaching (with its peculiarities scientific cultural) and the DesignWeek, (with its diving in the corporate and territorial) are equivalent to the more general pieces of a mosaic that arises in order to reconsider, not from scratch but without nostalgia, the ratio of: education, research, enterprise, profession and product, including exploration of new scenarios whether created in the current era. The involvement of all stakeholders can more strongly, playing a role, apparently appreciated, aggregator and cultural multiplier. Our question is: how, where and for whom, our graduates will work? Hence the genesis of a teaching that we evolved that it speaks for itself almost a new type of startups. Services and research, advanced training and co-working, self-produced eco-design, such as analysis and reading of the flamboyant scenery changes taking place. For these reasons the ISIA has never proposed to the territory as a school made of, authoritative, yet academic brains, divorced from the reality of the tumultuous processes. The ISIA in Pordenone is perceived today very successfully as a means of further progress and

In breve, l’ISIA a Pordenone sta tentando una sperimentazione interessantissima quale quella di usare la crisi per uscire dalla crisi, accettando con coraggio la sfida della “velocità” e del cambio di passo che la realtà ha imposto a tutti: cambio nel paradigma di lettura della crisi, e cambio nei processi progettuali, senza per questo spalancare le porte al qualunquismo culturale, ad un feticismo spicciolo nei confronti del mercato, o alla vecchia dietrologia del “ metodo scientifico “panacea illuminista di tutte le anime belle ma inutili. Tornando a Pordenone, alla sua vocazione al prodotto ed al suo notevole arcipelago industriale oggi in aperta sofferenza, (ma attenzione perché a Pordenone esistono anche molte realtà assolutamente innovative, in crescita e proiettate sul futuro) noi pensiamo che questo in periodo storico vi sia ancora uno spazio importante per un discorso intelligente sul prodotto, ma a patto che quest’ultimo si confronti con gli scenari socioeconomici generati dalla globalizzazione attraverso nuove improcrastinabili mappe di sistema, mappe dannatamente urgenti e tutte da iniziare, sul nuovo modo di concepire, tanto per dirne una, un nuovo rapporto tra servizio e prodotto congruente, e sulle variazioni di contesto a cui questo prodotto va incontro, e che in fin dei conti - nella storia del design - nei momenti più cruciali si è sempre fatto. L’agenda mondiale in un certo senso è contrassegnata da una progressiva eclisse del mondo manifatturiero per come lo abbiamo conosciuto, nei confronti di una ascesa potente di tutto quanto è legato alla pratica digitale, alle tecnologie, alla scienza, alla comunicazione, e al mondo del 2.0. Ma accanto a questo c’è una domanda forte di nuovi modelli di vita basati su scenari low carbon, che si innesta sulla deframmentazione del tessuto familiare storico per come è emerso dalla modernità, e dunque appaiono nuove molteplici domande, e nuovi comportamenti stanno già ri-disegnando ulteriori rituali per nuove famiglie di prodotti, sono queste ultime che apriranno la strada per una presa di coscienza maggiore sul significato di un design e di un didattica aperta sul futuro.

culture as it has entered a territory in crisis at the speed of the crisis, almost as a generator and connector, to “seed” a vocation Design. In short, the ISIA in Pordenone is trying an interesting experiment which to use the crisis to end the crisis, accepting with courage the challenge of “speed” and the change of pace that reality has imposed on all: change in the paradigm of reading of the crisis, and change in design processes, without opening the doors to cultural indifference, to a fetish penny towards the market, or to the old conspiracy of the “scientific method” Enlightenment panacea of all souls beautiful but useless. Returning to Pordenone, his vocation to the product and its remarkable industrial archipelago today in the open suffering, (but be careful because there are many situations in Pordenone absolutely innovative, growing and projected into the future) we think that in this era there is still an important space for an intelligent discourse on the product, but on condition that the latter is compared with the socio-economic scenarios generated by globalization through new system be postponed maps, maps and all damn urgent to start on the new way of thinking, for one thing one, a new relationship between service and product congruent, and on changes in the context in which this product is meeting, and that in the end - in the history of design - in the most crucial moments you have always done. The global agenda in a sense, is marked by a gradual eclipse of the world as we have known for manufacturing, against a powerful rise of all that is related to technology, science, digital practice, communication, and the world of 2.0. But besides this there is a strong demand for new models of life scenario-based low-carbon, and therefore new questions and new behaviors are already redesigning rituals to further new product families ... it is the latter that will pave the way for a greater awareness of the meaning of a design and a teaching open to the future.

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Se scorrendo le pagine dei libri...

Design innovazione

Claudio Cattaruzza, Assessore alla Cultura, Comune di Pordenone

Marco Camuccio, Presidente Confindustria Giovani Pordenone

While browsing books pages...

Se scorrendo le pagine dei libri, ma anche passeggiando attraverso piccole e grandi città noi troviamo conferma che, nei secoli passati, il genio e l’arte di pittori, scultori e architetti hanno dato forma ad una comune idea di bellezza trasferendosi nelle molte grandi opere che definiscono spazi, luoghi e territori, in questi nostri anni, quasi il segno artistico abbia assunto un linguaggio più popolare, è l’oggetto della quotidianità a dettare i canoni di una nuova concezione del bello. Proprio nella purificazione delle linee si incontrano, infatti, l’essenzialità del segno e l’essenza della materia che, insieme, modellano gli oggetti e definiscono quel concetto di design che abbiamo appreso come dettato nel Bauhaus, la scuola d’arti e mestieri fondata da Walter Gropius a Weimar nel 1919 e diventata luogo d’incontro di tendenze ed avanguardie, in cui operarono, tra gli altri, V. Kandinskij e H. Meyer, M. Breuer e P. Klee. Negli atelier del Bauhaus le opere venivano prodotte svincolate dalla tradizione e prive di ogni ornamentazione, trovavano valore nella proprietà dei materiali utilizzati a costruirle e nella ricerca di un equilibrio tra aspetti funzionali, tecnici a artistici. Per gli intenti didattici e per l’incessante impegno ringrazio il professor Marinelli ed il gruppo dei docenti che si sono messi a disposizione affinché il Corso potesse essere realizzato, mentre a tutti gli studenti auguro che possano continuare a ricercare ed a progettare fino ad incontrare, qui o altrove, personalità del mondo dell’impresa e della scuola pronte a fare del loro segno anche una nuova scommessa culturale. Come dicono le parole di Antonio Tabucchi “La sensibilità alla bellezza appartiene a un momento storico e non al patrimonio genetico di una persona. È culturale, e quindi bisogna insegnarla”, così il Comune di Pordenone assicura il proprio sostegno a Design Week nell’intento che la cultura cresca attraverso la trasmissione dei linguaggi e delle esperienze coltivate. ISIA ROMA DESIGN

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While browsing pages of books, but also walking through towns and cities we find confirmation that, in past centuries, the genius and the art of painters, sculptors and architects have given shape to a common idea of beauty ​​ moved in many great works defining spaces, places and territories, in these our years, almost artistic sign language has taken on a more popular, is the object of everyday life to dictate the rules of a new conception of beauty. Just in the purification of the lines meet, in fact, the essence of the sign and the essence of matter, which together model objects and define the design concept that we learned as dictated in the Bauhaus, the school of arts and crafts founded by Walter Gropius in Weimar in 1919 and became a meeting place for trends and avant-garde, in which they operated, among others, V. Kandinsky and H. Meyer, M. Breuer and P. Klee. For didactic purposes and for the tireless efforts thank Professor Marinelli and the group of teachers that are made available so that the course could be realized, and to all students who wish to continue to seek out and to plan until it meets here or elsewhere, personalities from the world of business and school ready to make their mark even a new cultural challenge. As they say in the words of Antonio Tabucchi “The sensitivity to beauty is part of a historical moment and not to the genetic heritage of a person. It is cultural, so you have to teach it”, so the Municipality of Pordenone ensures its support for Design Week in order that the culture grows through the transmission of languages ​​and experiences cultivated.

Design innovation

Innovazione, Aggregazione, Internazionalizzazione sono i temi su cui fondare la rinascita della nostra società e su cui anche Unione Industriali di Pordenone sta investendo considerevoli energie con iniziative dedicate: dal supporto alle Startup con eventi come Startup Opportunity, alle reti d’impresa, alle missioni operative all’estero. Questi temi rappresentano il motore che muove anche ISIA Roma Design che, grazie ad un evento caratterizzato da un alto tasso di innovazione come la Design Week di Pordenone, ha saputo intercettare nuovi bisogni del territorio e offrire nuovi spunti e opportunità. Il design fa parte della nostra cultura, ne siamo circondati: nei prodotti, nei servizi, nel territorio stesso. Stiamo vivendo un nuovo paradigma della nostra società, dove le dinamiche sono completamente cambiate rispetto al passato. In questo nuovo scenario sono profondamente convinto che il design possa ricoprire un ruolo molto importante. Design non è solo estetica, è un processo molto più complesso che parte dall’analisi dei bisogni del consumatore di un determinato prodotto/servizio ed arriva fino alla definizione della sua migliore soluzione funzionale ed estetica, oltre che alla sua migliore declinazione dal punto di vista tecnico ed economico. Un processo, dunque, sicuramente fondamentale per le nostre aziende, che vogliono competere ed essere vincenti, in queste nuove e mutate condizioni del mercato globale. Questo processo si può e si deve applicare allo stesso territorio per esaltarne i punti di forza. Un processo che qui a Pordenone esiste già e si chiama ISIA.

Innovation, Aggregation, Internationalization are the themes on which we can base the rebirth of our society and on which also Industrial Union of Pordenone is investing considerable effort through dedicated initiatives: support in the Start-up with events such as Start-up Opportunity to corporate networks, missions operating abroad. These themes are the engine that moves ISIA Design, thanks to an event characterized by a high rate of innovation as the Design Week 2013 in Pordenone, was able to meet the new needs of the area and provide new insights and opportunities. Design is not only aesthetically pleasing, it is a much more complex process that starts from the needs of the consumer of a particular product/service and finishes with the definition of its best functional and aesthetic solution, as well as her best declination from the point of view technical and economic.A process, therefore, certainly fundamental for our companies, who want to compete and be successful in these new and changing global market conditions.This process can and should be applied to the same area to enhance the strengths. A process that here in Pordenone already exists and is called ISIA Design.

Elettrizzante D.W. An exciting atmosphere Enrico Sartor L’atmosfera che si è respirata in via Prasecco durante la Design Week è stata elettrizzante: studenti in movimento, giornalisti curiosi, committenti impegnati, docenti presenti e costanti. Come altre volte, ma mai forse con questa intensità, l’università ha offerto momenti di concreta e seria elevazione, nella formazione e nell’acculturazione degli studenti, primi testimoni di un mondo che cambia sotto i loro occhi. Il corso di Disegno Industriale a Pordenone eleva sensibilmente il livello della nostra offerta formativa e garantisce un pieno interscabio col territorio: un prezioso strumento di qualificazione della produzione, non solo industriale, dell’ampia area geografica cui fa riferimento il Consorzio Universitario di Pordenone.

The Design Week was really exciting: students in action, curious journalists, engaged contractors, attentive teachers. Perhaps never with this intensity, the university offered moments of concrete training and cultural growth to students, that are now the first witnesses of a world that is changing rapidly. The course of Industrial Design in Pordenone significantly elevates the level of our training and guarantees a fruitful interchange with territory: a valuable tool for qualification of the wide geographical area referred to the University Consortium of Pordenone.

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Design week 2013

Design e territorio

Giordano Bruno, Direttore Isia Roma Design

Nicola Mattoscio, Presidente Isia Roma Design

Design week 2013

C’è stata una seconda volta, a volte non succede! Anche quest’anno l’ISIA di Roma è presente a Pordenone, non solo con un nuovo ciclo triennale del proprio corso in “Disegno industriale”, ma anche con una nuova edizione della Design Week, fortemente arricchita e innovativa come il programma realizzato ha ampiamente dimostrato. Non credo sia sfuggita alla città la straordinarietà di un evento che, in un’epoca di divisioni profonde, ha la capacità di unire: di mettere insieme uomini d’impresa, uomini che fanno formazione e ricerca, scuole, studenti di istituzioni diverse; quindi differenti culture e anche differenti posizionamenti nei confronti della vita, della convivenza, del futuro da costruire. Ma noi siamo testardi e pensiamo che occorra insistere e riportare l’istruzione e la ricerca al primo punto all’ordine del giorno del progetto di futuro che ogni cittadino italiano dovrebbe avere, per ritenersi degno rappresentante di un passato che rischiamo di gettare alle ortiche e per rispondere adeguatamente a quanto è sacrosanto che possano avere le nostre giovani generazioni. Con la mente ad una “sana” e “santa” alleanza, che occorre sempre più attuare e potenziare, tra istituzioni che si occupano di formazione e ricerca e imprese, mi pare di poter concludere che noi ci stiamo provando … grazie a tutti coloro che ci credono.

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Design and region There was a second time, sometimes not happen! This year, the ISIA in Rome is in Pordenone, not only with a new three-year cycle of their course in “Industrial Design”, but also with a new edition of Design Week, strongly enriched and innovative as the program has largely achieved demonstrated. I do not think the city has escaped the extraordinary nature of an event that, in a time of deep divisions, has the ability to unite: to bring together business men, men who have training and research, schools, students of different institutions, so different cultures and even different placements towards life, coexistence, of the future to build. But we are stubborn and we think that emphasis should be placed and bring education and research at the first point on the agenda of future project that every Italian citizen should have to consider himself worthy representative of a past that we risk throwing to the winds and to respond appropriately to what is sacrosanct that they can have our younger generations. With the mind to a “healthy” and “holy” alliance, it must be increasingly implement and enhance, among institutions that are involved in training and research institutions and companies, I think I can conclude that we are trying... thanks to all those who believe in it.

La Pordenone Design Week è uno dei fiori all’occhiello dell’ISIA Roma. Al suo secondo appuntamento dimostra la grande capacità di essere laboratorio creativo che catalizza le enormi potenzialità del suo territorio di riferimento. Con questa iniziativa si dimostra che la tanto auspicata continuità formazione-mondo della produzione è davvero possibile. Quando questa continuità riesce concretamente a realizzarsi, come in questo caso, porta ad innescare processi innovativi utili sia alle aziende che scoprono le potenzialità dell’innovazione sul mercato, sia alle attività di alta formazione accademica, come quelle dell’ISIA, che sono costrette a misurarsi con le effettive necessità del mercato del lavoro. L’ISIA dimostra nei fatti di credere fortemente nella capacità del modello del made in Italy di essere un orizzonte attendibile per un nuovo rinascimento italiano, nel contribuire a spostare la competizione globale del nostro paese sul terreno della qualità e dell’innovazione. L’Osservatorio economico MISE afferma che “la saggezza di un popolo nasce e si sviluppa in un determinato territorio, che diventa esso stesso un valore fondamentale, da proteggere e riscoprire, da considerare al pari dell’oro o del petrolio”. Ebbene l’ISIA di Roma dimostra con la Pordenone Design Week di essere parte influente nella costruzione di questo patrimonio umano di conoscenze capace di farsi sistema produttivo che esporta, prima che prodotti, innanzitutto la storia unica di un territorio e della sua capacità creativa.

The Pordenone Design Week is one of the flagships of the ISIA Rome. At his second appointment demonstrates the great ability to be creative workshop that catalyzes the enormous potential of its territory. This initiative shows that the much desired continuity training-production world is indeed possible. When this continuity can be achieved in practice, as in this case, leads to trigger innovation processes useful to both companies discover the potential of this market and the activities of high academic training, such as those of ISIA, who are forced to compete with the actual needs of the labor market. The ISIA proves in fact to believe strongly in the ability of the model made ​​in Italy to be a reliable horizon for a new Italian Renaissance, in helping to move the global competition of our country in the field of quality and innovation. The Observatory economic MISE states that “the wisdom of a people is born and develops in a given territory, which itself becomes a fundamental value to be protected and rediscover, to be considered like gold or oil.” Well the ‘ISIA Rome demonstrates the Pordenone Design Week to be influential part in the construction of this human heritage of knowledge capable of being productive system that exports before products, first of all the unique history of a territory and its creative ability.

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Lo spreco alimentare

Anatomy of a global problem Creare nuovi atti alimentari In collaborazione con BCFN Barilla YES! Barilla Center for Food and Nutrition Young Earth Solution!

Led by > Sonia Massari Lecturer, Barilla Center for Food & Nutrition > Michele Cadamuro Designer, Electrolux Professional > Kamel Ben Youssef Lecturer, Uni ParisX, Nanterre > Erika Faresin Manager, Labor Etica CSR/Corporate Social Responsibility > Marco Pietrosante Designer

La ricerca nel design di nuovi atti alimentari è in rapida crescita. Durante il workshop sono state studiate le differenze socio culturali che coesistono nelle pratiche e nei rituali del cibo. L’indagine ha considerato la natura pervasiva dell’alimento e il tema dello spreco alimentare in quattro scenari: azienda, scuola materna, ristorazione e comunità urbane. Sono state individuate alcune leve che possono sollecitare certi valori nell’uomo, e quindi incidere sulle sue future scelte alimentari. Research into design in the field of food waste is rapidly growing. During the Food Waste workshop we have considered the pervasive nature of food, beginning with the different socio-cultural backgrounds that impact on it, and studied levers capable of creating new rituals and influencing human nutritional choices.

>Elena Rotondi Design tutor, Isia Roma Design Students > Eva Bertinelli, Roberto Ciot, Riccardo Gasparetto, Giuseppe Quaia, Enrico Ross, Roberto Tonet, Stefano Zanchetta, Marta Zanette.

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Azienda

Scuola

Verso un’etica del tracciabile e del sostenibile. Per rafforzare le relazioni tra produttore, distributore e utente finale, è necessario introdurre nuove forme di packaging: più informativo, trasparente ed interattivo.

Divertirsi imparando con il cibo. Spesso il bambino non conosce il senso dello spreco alimentare: dove va il cibo che lui butta? Attraverso il gioco è possibile fare educazione alimentare e imparare a non sprecare: con vassoi racconta-storie e bidoni per la raccolta differenziata interattiva.

Business scenario. Food etic

For strengthening relations between producers, distributors end users, it is necessary to introduce new forms of packaging: more sustainable, informative, transparent and interactive.

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Teaching & learning by food

Having fun and learning with food. Often kids do not know the meaning of food waste: where is going the food that they throw? Through games and play activities they can learn not to waste: with Trays-telling stories and Interactive Bins for recycling.

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Comunità urbane

Ristorazione

Consumare informati e consapevoli. Le persone dovrebbero riscoprire la sacralità del mangiare, e vivere un’esperienza intima col cibo che scelgono, per imparare a non sprecarlo. Nelle Emotion Factories si impara a condividere e nelle Capsule del cibo all’ingresso dei supermercati, si “vive” il cibo prima di comprarlo.

Sprecare in maniera utile. L’avanzo, lo scarto, il non più bello: non sempre il cibo è pronto per essere buttato. Nasce un nuovo tipo di ristorazione, basata sulla condivisione e sul recupero di prodotti in scadenza. Il Piatto del Forse permette la condivisione del superfluo con altri commensali; il Risto-pub dello scaduto, recupera scarti o prodotti in scadenza da supermercati e mercati, re-inventa una nuova cucina e incentiva gli utenti alla condivisione.

Sacred consciousness of food

Informed and aware consume. People should rediscover the sacredness of eating, and living an intimate experience with their food, for learning not to waste it. In Emotion Factories they can learn how to share it and in Capsules of Food (located in the main entrances of the supermarket), they can “live” their food before buying it.

New useful food waste

Wasting in a useful way. The surplus, the difference, not the most aesthetically pleasing: not always the food is ready to be thrown. The idea is a new type of food business, based on sharing and on the recovery of products. Plate of Maybe allows the sharing of the surplus with other diners, the Expired products Risto-pub , recovers waste or products due from supermarkets and markets, re-invents a new cuisine and encourages users to share food.

1 Menù interattivo 2 Casse 3 Cucina a vista 4 Ritiro piatti 5 Espositore cibi 6 Z

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Gaspillage Alimentaire Philippe Horel, Xavier Davanzo, Quentin Hervier Département GEA, Université Paris Ouest Nanterre

Nella ristorazione in complessi medico sanitari e ospedalieri le perdite e gli sprechi sono legati alla grande varietà dei profili nutrizionali offerti, che variano tra i 27 e i 30, e all’obbligo di fornire una quantità sufficiente di calorie giornaliere, da 1650 a 2000 , a seconda delle necessità dei degenti. I fattori aventi una influenza potenziale nelle perdite e sprechi del servizio offerto per ordine di importanza sono: la presentazione e la qualità gustativa del piatto e della pietanza, le difficoltà fisiche di nutrisi, si pensi alle persone anziane o temporaneamente handicappate, le porzioni non ben adattate ai bisogni e ai desideri dei pazienti o dei lavoratori residenti, l’anoressia secondaria dovuta alla malattia e relativi trattamenti prescritti, lo stress da cure e la difficoltà, o la temporanea incapacità, a masticare e deglutire unite infine alle preferenze soggettive e culturali. Ma anche l’impossibilità di utilizzare prodotti alimentari appartenenti alla gamma degli ultrafreschi e surgelati che hanno subito una interruzione, una rottura della catena del freddo. Nella ristorazione collettiva scolastica, come tutta l’istruzione secondaria, elementari medie licei, le perdite e gli sprechi sono legati ad una sopravalutazione della necessità quantitativa realmente necessaria ed alle pratiche professionali del personale addetto alle cucine. Nella ristorazione tradizionale le perdite e gli sprechi sono legati alla difficoltà di ordinare il giusto necessario ed a un problema di gestione di stock alle richieste minime imposte da molti fornitori, di lavorare prodotti crudi ( brut ) e freschi, agli standard qualitativi imposti dai ristoranti, alle rigide regole di sicurezza sanitaria ed infine alle pratiche professionali in cucina (déchets de préparation). Nella Grande Distribuzione Organizzata le perdite e gli sprechi sono legati al momento dell’approvvigionamento ma anche ad una cattiva gestione dell’equilibrio tra stock di rilievo ma afferenti ad una domanda molto precisa e selettiva, e il desiderio imprenditoriale di riuscire a proporre una scelta più ampia possibile. Anche le clausole commerciali di obbligo al ritiro dell’invenduto, gli standard del marketing che impongono aspetti dimensionale ed estetici sono anch’essi fattori che influiscono sullo spreco.I prodotti derivanti del latte dimenticati in fondo al frigo, la carne con a data scaduta … secondo uno studio di Ademe realizzato nel 2009 anche i privati non sfuggono di dare un contributo allo spreco : i resti fermentabili di cui sono costituiti gli alimenticommestibili riempiono il 25%

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del cestino dei menages francesi di cui sono costituiti gli alimenticommestibili riempiono il 25% del cestino dei menages francesi Dal momento che i rifiuti costituiscono una delle priorità dei Grenelle dell’Ambiente i francesi gettano nella immondizia 20 kg di prodotti alimentari all’anno. Quanso è noto che 3 milioni di persone in Francia dipendono direttamente o indirettamente da aiuti alimentari senza menzionare il miliardo di persone sotto alimentate nel mondo. Dati che fanno riflettere. Mentre questa inchiesta rivela che – come è noto – ogni francese getta ai rifiuti ogni anno 7 kg di prodotti ancora imballati. Una cifra che ad es. non tiene conto del pane raffermo, dei frutti e dei legumi avariati dei resti cucinati. E ancora senza contare i residui delle derrate agricole non iniziate che vengono buttate direttamente senza passare per le mensole dei supermercati. Lo spreco alimentare in tal caso rapresenterebbe minimo un ventina di chili di rifiuti per anno a persona. Una inchiesta rivela che la Francia spende 14 miliardi di euro nel rifiuto di cibi ancora consumabili. Disfarsi del cibo ancora valido che può essre ancora mangiato è responsabile dell’emissione di 200 tonnellate di Co2 ogni anno o dell’equivalente quantitativo, di Co2, emesso da un quarto delle vetture francesi.

In catering in complex medical health and hospital losses and wastage are related to the wide variety of nutrient profiles offered, ranging between 27 and 30, and the obligation to provide a sufficient amount of daily calories, 1650 to 2000, depending on the needs of the patients. The factors with a potential influence in losses and waste of the service offered in order of importance are: the presentation and the taste quality of the dish and the dish, the physical difficulties of nutrisi In catering school, like all secondary education, elementary, middle schools, losses and wastage are linked to an overestimation of the need quantitative really necessary and professional practices of the kitchen staff. In traditional dining losses and wastage are related to difficulties in ordering the necessary and right to a management problem stock In the mass distribution losses and wastage are tied at the time of supply but also to poor management of the balance between stocks of relief but in relation to a question very precise and selective, and the entrepreneurial desire to be able to propose a more wide as possible. Even the commercial clauses of obligation to the withdrawal of unsold, the standards of marketing that impose dimensional and aesthetic aspects are also factors that affect the waste.

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L’esperienza cibo

Design del cibo

Sonia Massari, Lecturer, Barilla Center for Food & Nutrition

Marco Pietrosante, Designer

Food experience

Food Design

We know how industrial design is always evolving rapidly, by virtue of adherence to the contemporary that characterizes it. The current social dynamics linked to globalization, require designers to know how to deal with issues that relate geographic territories and cultural seemingly impervious to one another, as are the world of profit and that of the non-profit. Among the newer disciplines, Food Design, is characterized as system design, in which the survival of our species connects with cognitive, cultural and industrial. On the other hand there where the world of objects populating the outer world, making it more or less comfortable, the food instead, is eaten and once hired becomes a part of our inner physicality, it becomes part of oneself.

Si modifica il rapporto del consumatore con i produttori e i distributori, ma anche con il proprio corpo, con i sensi e con lo spazio. Cambiano i Foodscapes, i Paesaggi dell’alimentazione dell’uomo e aumentano le “esperienze cibo”. Nuovi strumenti (digitali e di comunicazione) per la ricerca e l’acquisto sono forniti ad una domanda sempre più esigente ed informata. Il cibo, considerato sempre meno come bene materiale, viene inserito in quella che verrà definita come l’economia dell’esperienza. In cosa consiste questa “economia dell’esperienza“ e su cosa puntano le aziende? Su quali “Esperienze cibo” la ricerca scientifica sta concentrando l’attenzione, e su quali domini bisognerebbe orientare la progettazione (design), per poter modificare e/o creare nuovi atti alimentari? E’ possibile disegnare le interazioni che contribuiranno a produrre nuove conoscenze e culture alimentari? Le direzioni verso cui la ricerca si sta muovendo sembrano essere: • La trasparenza e la tracciabilità dei prodotti agroalimentari e la distribuzione degli stessi; • La diffusione d’informazione su cause ed effetti dell’alimentazione; • La comunicazione del cibo come prodotto culturale, al fine di far comprendere e sostenere idee come la sostenibilità e la salute; • L’inclusione sociale attraverso il cibo: la cooperazione, la collaborazione e la socializzazione degli individui nella comunità. ISIA ROMA DESIGN

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The consumers change their relationship with producers, distributors, the body, the senses and space. Foodscapes are changing and “ food experience” are increasing. New tools ( ICT and communication) for research and shopping are supplied to a more informed target. The food is considered less as a material commodity, and is made a part of the economy of experience. How do people construct the meaning of their food? Where do the mediation processes underscoring food habits come from? On what kind of experience should design and business research focus their attention? And what domains should guide the design process, with a view to modifying or creating new food activities? In particular, the sectors that Design Research is focusing on are: • Transparency and traceability regarding agricultural products and their distribution; • The spread of an understanding of food and information. • The dissemination of information on the causes and impact of food; • Communication concerning food as a cultural product, in order to understand and support ideas such as sustainability and health; • Social inclusion, through cooperation, collaboration and socialisation between individuals and communities.

Sappiamo come la progettazione industriale sia sempre in rapida evoluzione, in virtù dell’aderenza alla contemporaneità che la caratterizza. Le attuali dinamiche sociali legate alla globalizzazione, impongono ai designer di saper affrontare temi che mettano in relazione territori geografici e culturali in apparenza impermeabili l’uno all’altro, come lo sono il mondo del profit e quello del no-profit. Tra le discipline recenti, il Food Design, si caratterizza come design di sistema, in cui la sopravvivenza della nostra specie si connette con aspetti cognitivi, culturali ed industriali. D’altra parte lì dove il mondo degli oggetti popola il nostro mondo esteriore rendendolo più o meno confortevole, il cibo invece, viene mangiato ed una volta assunto entra a far parte della nostra fisicità interiore, diventa parte di sé stessi. Per questo motivo quando viene progettato un nuovo cibo, un nuovo servizio di ristorazione, o un nuovo packaging entriamo in una sfera “sensibile” che ci coinvolge in modo diretto e senza “veli”, in cui il confine tra l’io e l’altro da sé viene improvvisamente a mancare, mettendoci in balìa di un’ entità estranea.

A proposito di cibo Around nutrition

Giuseppe Marinelli, Vicedirettore ISIA Roma Design

The Deregulation, the apparent weakening if not sometimes the lack of dietary control on a global scale (see the fact of horse meat etc) are progressive and inevitable in the globalization and tend to make one with the same globalization. I say this because the “what” eat has a report on the rather narrow how, how many and where we eat country by country! How and what to change in a colossal mechanism on a global scale? The important thing never happens in the status of the product but near and around and that the data context of today have a transformative power - and Convocation - very stronger than in the past.

La Deregulation, il palese indebolimento se non a volte l’assenza del controllo alimentare a scala mondiale ( vedi il fatto delle carni di cavallo etc.) sono progressive ed inevitabili dentro la globalizzazione e tendono a fare un tutt’uno con la globalizzazione stessa. Dico questo perché il “cosa” mangiamo ha una relazione definitivamente vincolante sul come, quanto e dove mangiamo!! Come e cosa cambiare in un meccanismo colossale a scala mondiale? Lo sappiamo che in Italia, anche se le cose recentemente stanno migliorando, un bambino su cinque è obeso o rischia seriamente l’obesità e stiamo parlando di patologie indotte dal modello alimentare – dal modello relazionale che il cibo, il nutrirsi porta con sé e che è il riflesso del modello relazionale che accade sempre tra Nutrizione/ Affettività / Socialità / Autostima … per questo mi sto formando una convinzione che – come oramai un po’ per tutto la cosa importante non accade mai dentro lo statuto del prodotto ma accanto e attorno e che i dati di Contesto hanno oggi un potere di trasformazione - e di Convocazione - molto più forte che in passato.

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Il futuro dei luoghi

The future of places

Lo store come sistema dei sistemi In collaborazione con Studio MOD-O e The Big Space Srl

Led by > Giuseppe Marinelli De Marco Vice-Director, Isia Roma Design > Gianni Barbon Studio MOD-O > Marco Pasian Studio MOD-O > Riccardo Palmerini The Big Space Srl > Takayuky Higuchi Lecturer Chiba Design Department > Stefano Tessadori Architect > Elena Rotondi Designer, Isia Roma Design > Filippo Gecele Architect

Obiettivo del progetto di retail design è creare forme di relazione sempre nuove tra lo spazio della vendita e il prodotto da vendere, instaurando connessioni tra l’azienda e i suoi clienti, con particolare attenzione alle nuove forme di relazioni tout court e ai problemi ambientali. La corretta progettazione di un Design Store comporta quindi passaggi non sempre lineari che coinvolgono diverse discipline e studi approfonditi volti a stabilire quale sia il miglior impatto sul cliente in termini di polisensorialità. Il retail design si riferisce sia a spazi fisici che virtuali: negli ultimi anni infatti si è avvertita l’esigenza di creare nuove dinamiche di comunicazione per favorire le vendite, si è quindi passati dalla vendita nel retail store alla costruzione di quello che è definito un retail space. The aim of the retail design’s project is to create ever new forms of relationship between the point of sell and the product, establishing connections between the company and its customers, with particular attention to new forms of relations tout court and the evironmental problems.

Students > Ida Alizieri, Fulvio Carniel, Marco Martin, Cristian Pivetta, Marco Simonetti, Angelo Vannicola, Michele Bindi, Giulia Lorenzon, Marco Bortolot, Tanya Roman, Giulia Sbrogiò, Giovanna Trevisan, Valentina Visentin, Takashi Hatta, Hisataka Kizu, Zhong Ying.

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Retail come format-emozionale Retail as an e-motional format

Kaku Bar Concept bar

Studio MOD-O - Gianni Barbon, Presidente Industriali Terziario Avanzato, Marco Pasian, Architetto Kaku in giapponese significa allo stesso tempo “angolare” e “avant-garde”. Abbiamo scelto questo nome per il nostro bar come richiamo alla forma dei tavoli e all’eleganza e lo stile dell’atmosfera degli interni. Pe migliorare la comunicazione abbiamo progettato un tavolo dalla forma triangolare che fa stare le persone in piedi in una posizione in cui non si guardano in faccia direttamente l’una con l’altra. Questa posizione non forza la comunicazione ma permette di creare comunque una atmosfera che faciliti la conversazione. I tavoli sono moduli e possono essere combinati per creare un tavolo più grande che conserva sempre le stesse caratteristiche.

Il gruppo MOD-O ha dato il suo contributo al Workshop 2 “Green : il futuro dei luoghi. Lo Store come sistema di sistemi.” Nel complesso scenario di ricerca in cui “studiare alcune modificazioni in un negozio attuale, il ruolo dello spazio in rapporto al ruolo della relazione” si è data visione di alcune esperienze progettuali e realizzative tra cui il progetto 1xCoworkerStore, già premiato alla 2^ Biennale Spazio Pubblico di Roma (a cura dell’INU). Quest’ultimo è un progetto che integra molteplici aspetti e temi nelle modalità di vita ed azione di uno spazio di vendita contemporaneo: coworking, spazi urbani dismessi, makers, handmade, community, microeconomie, temporary. Sono tutti elementi che non possono prescindere oggi da qualsiasi considerazione su uno scenario futuro per i luoghi reali e virtuali di vendita. Da qui e con lo stesso spirito di verifica delle analisi delle complessità, MOD-O, ha poi coordinato un percorso di avvio alla creazione di un concept per un negozio ‘probabile’, dove in maniera condivisa e trasversale quattro gruppi di studenti hanno focalizzato diversi aspetti di intervento sul tema. Si è giunti ad immaginare un punto vendita come un ‘format’, un modello: temporaneo, nomade, rimodulabile in ogni spazio ospitante, con una forte connotazione identitaria data dalle emozioni create dalle storie da narrare più che dal design dell’oggetto-negozio fine a se stesso.

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The group Mod-o gave his contribution to the Workshop 2 “Green: The Future of places. The Store as a system of systems. “Overall research scenario in which” study some modifications to a store present, the role of space in relation to the role of the relationship “has given some vision of design and manufacturing experience including project 1xCoworkerStore , already awarded to the 2nd Biennale of Rome Public Space (by ‘s INU). This is a project that integrates multiple aspects and themes in the ways of life and action of a retail space contemporary coworking, abandoned urban spaces, makers, handmade, communities, micro-economies, temporary. These are all elements that can not be separated today by any consideration of a future scenario for the real and virtual places of sale. It has come to imagine a point of sale as a ‘format’, a model: temporary, nomadic, Scaleable in every hosting space, with a strong identity given by the emotions created by the stories to be told more than the design of the object-end shop to himself.

Kaku means “angular” and “avant-garde” an the same time in Japanese. We choose this name for our bar to focus on the concept of the shape of the tables and the elegance and stylishness of the interior’s atmosphere. To improve communication we design a triangle shaped table that makes people stand in a position they don’t look at directly each other. This standing position doesn’t force people to talk, it makes however a good atmosphere to start a natural conversation The tables are modules that could be combined to make a bigger table that always kept same features.

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Fuori dai luoghi comuni Off the traditional spaces

Uscire dai luoghi deputati significa scardinare la concezione tradizionalmente attribuita ai luoghi del retail, riprogettando spazi non comuni adattandoli a funzioni inusuali ma coerenti. I luoghi possono essere un valore aggiunto per l’identità di un prodotto e per l’immagine dell’azienda, stimolano le visioni, suscitano emozioni, raccontano una storia. Nel nostro concept proponiamo il redesign di fabbriche del dopoguerra costruite durante il boom economico e oggi dismesse, come nuovi luoghi di esposizione per attività commerciali. “Off the traditional space” means undermine the conception traditionally attribuited to the places of retail, redesigning uncommon places adapting them to inusual and coherent function. Places can be an added value for the identity of a product and for the company’s image, stimulate visions, arouse emotions, tell a story. In our concept we propose the redesign of factories built during the post-war economic boom and now disused, such as exposure to new places of business.

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L’ obiettivo di uno spazio espositivo flessibile e modulabile ci ha portato ad analizzare i percorsi possibili a seconda delle esigenze espositive (monomarca o multimarca) e a suddividere gli spazi in base alle funzioni con forme geometriche curve o lineari. Per sfruttare al meglio la presenza di colonne, abbiamo concepito una soluzione espositiva utile per un temporary shop ma anche per qualsiasi altro negozio che voglia essere innovativo e cambiare la sua identità spesso. The goal of a flexible and modular exhibition space has led us to analyze the possible paths depending on the display requirements (single brand or multi-brand) and subdivide spaces based on the function with curved or linear geometric shapes. To take advantage of the presence of columns, we designed a display solution useful for a temporary shop but also to any other store that wants to be innovative and change his identity often.

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Design come esperienza sensoriale

IAE

Riccardo Palmerini, The Big Space Srl

Prof. PHD, Stephane Magne, Maitre de Conference

Abbiamo affrontato con i ragazzi il tema della comunicazione polisensoriale: utilizzando alcune slides quale pretesto per confrontarci con l’utilizzo quotidiano che facciamo di tutti e cinque i nostri sensi, abbiamo evidenziato come le memorie, che possono essere richiamate o impresse - si relazionino fortemente con tutti i nostri sensi. L’etimologia del termine design, come ci ricorda Carlo Meo, è de-signare: il design è quindi la disciplina che dà senso alle cose al di là della loro forma. La comunicazione multisensoriale, in sintesi, altro non è se non l’espressione piena e viva di un messaggio che si mantiene puro e raggiunge il destinatario con efficacia superiore al normale messaggio trasmesso per immagini. Il designer si confronta quindi con una realtà più strutturata, complessa ma anche più naturale, riempiendo i luoghi di emozioni che coinvolgono il visitatore e lo rendono: 1) protagonista del luogo e dello spazio; 2) titolare delle motivazioni che lo spingono ad una scelta pur sollecitata dal designer stesso. La comunicazione innovativa guarda al passato, la modalità dell’utilizzo integrale dei sensi per relazionarsi e comunicare è la più antica e tradizionale in assoluto, utilizza ciò che di più avanzato ci rende disponibile il presente, strumenti tecnologici esistenti, ancorché spesso non noti, come il teatro a proiezione olografica tridimensionale, le torri multisensoriali,per vedere il futuro e contribuire al disegno di un insieme di relazioni uomo, ambiente più naturali per i tempi a venire. Con alcuni ragazzi ci siamo cimentati sullo scenario, Green: il futuro dei luoghi. Lo store come sistema di sistemi. Nello specifico, abbiamo utilizzato la tecnica dello storytelling per esprimere un modello di racconto di luoghi e percorsi; un racconto che non sia espresso nella sua interezza, lasciando così che l’ascoltatore divenga narratore a sua volta, appropriandosi del racconto, vivendolo, calandolo nella propria realtà. La vita raccontata diventa la sua ed il legame con il racconto diviene forte ed indissolubile.Il web diventa uno dei momenti di incontro e, ancor più, di ritrovo tra l’interlocutore e lo spazio fisico. Partendo dal tema della narrazione, e dalle modalità espressive e grafiche che la rendessero più efficace, ci siamo spostati ad approfondire l’integrazione con i totem e gli strumenti interattivi posizionabili sul territorio (seguendo principi di coerenza e continuità grafica) ed abbiamo integrato gli strumenti ragionando sull’utilizzo dei codici QR con gateway (il contenuto di un codice grafico assolutamente statico varia in relazione della lingua impostata sullo smartphone, piuttosto che in relazione al meteo del luogo o della data sul calendario). L’entusiasmo dei ragazzi, la loro voglia di sapere e di fare, di confrontarsi con un progetto concreto e realizzabile, sono stati un’esperienza viva e carica di significati.

Centoundici studenti del terzo anno della Licenza di Marketing dello IAE di Tolosa, dopo aver affrontato in aula un workshop sul tema dell’Experience Design ed aver approfondito i tema del rapporto tra mercato, Marketing e Design in un rapporto di innovazione fondato sulle idee (oltre l’analisi e le regole), si sono confrontati con i loro colleghi italiani della scuola di Design Industriale di Pordenone nel corso di una videoconferenza che ha collegato Tolosa a Pordenone.Durante la videoconferenza i due gruppi - idealmente il dipartimento di Marketing e quello di Design di un’impresa ideale, dislocati in sedi geografiche diverse - hanno spiegato i rispettivi percorsi. Una serie di domande e risposte tra studenti hanno chiuso questa collaborazione a distanza. Successivamente, quale parte del proprio percorso, gli studenti di Tolosa hanno realizzato - singolarmente o a gruppi - un proprio lavoro: l’analisi di un messaggio (sia esso legato ad una marca, ad un luogo, ad un prodotto) visto nella logica dei cinque sensi ed il successivo design di un contesto esperienziale poli-sensoriale. l futuro dei luoghi impostato metodologicamente nell’Isia di Roma a Pordenone è stato affrontato e sperimentato dalla Facoltà di Tolosa con lavori di assoluto rilievo, che hanno visto studenti di Marketing cogliere l’opportunità di condividere con i loro colleghi designer spunti problematici importanti peer poi compiere un’attività di design creativo, tutta nel segno dell’innovazione.

Design as a sensorial experience

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The etymology of the word design, as Carlo Meo said, is de-signare: the design is the discipline that gives meaning to things beyond their shape. The multi-sensory communication is the deep expression of a pure message that reaches the recipient with efficiency higher than normal message that is conveyed by images. The designer is confronted with a reality more structured, complex but also more natural, filling the places of emotions that involve the visitor and make it: 1) protagonist of the place and space; 2) the holder of the reasons that led him to make a choice even solicited by the designer himself. We focused on the scenario, Green: The Future of places. The store as a system of systems. Specifically, we used the technique of storytelling to express a model of narrative places and routes, a story that is not entirely expressed and gives to the listener a way to appropriating the story, living it, dropping it his in own reality. The enthusiasm of the students, their desire to know and to do, to deal with a concrete and achievable, were an unforgettable experience full of meanings.

Design Management Tolosa

One hundred and eleven students of the third year of the license of Marketing IAE of Toulouse, having faced in the classroom a workshop on the Experience Design and have deepened the relationship between market, Marketing and Design in a relationship founded on the ideas of innovation (over analysis and rules), were compared with their Italian colleagues of the School of Industrial Design Pordenone during a videoconference that linked Toulouse in Pordenone.

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Transition Town

The shared spaces of future Ipotesi per un design dell’inclusione In collaborazione con Presotto Italia

Led by > Giuseppe Marinelli De Marco Vice-Director, Isia Roma Design > Paolo Sartini Marketing Manager, Presotto Italia > Paolo Crescenti Lecturer, Isia Roma Design > Tommaso Salvatori Lecturer, Isia Roma Design > Giulia Romiti Designer, Isia Roma Design Students > Giulia Bianchet, Stefano Branca, Aaron Boenco, Iacopo Cecchetto, Edoardo Fraccaro, Valentina Fundarò,

La complessità delle tematiche di Transition Town è stata una sfida importante per tutto il gruppo di lavoro. Ritengo sia importante il punto di partenza e cioè l’accettazione del cambiamento che ci ha portato a un concept di mobili nomadi non per “collocazione” ma per funzione, non trasformabili per definizione ma recuperabili nel tempo. Sono nati mobili che svolgono funzioni diverse a seconda di come sono orientati, mobili che singolarmente svolgono una funzione e che messi assieme ne svolgono un’altra, il tutto in un’evoluzione del concetto modulare. The complexity of Transition Town has been a major challenge for the whole team. I think it is important that the starting point is the change that has brought us to a concept of furniture nomads for “placement” but for function, not convertible by definition but recovered in time. They were born furniture that perform different functions depending on how they are oriented furniture that individually perform a function, and that they put together another place, all in an evolution of the modular concept.

Riccardo Pavan, Elena Rausse, Lorenc Shuka, Sarita Zoppè.

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Co-housing

Temporary Housing Questa proposta è nata per rispondere alle numerose esigenze abitative temporanee. Il modulo potrà essere posizionato in differenti ambienti e grazie alla sua struttura flessibile permetterà di ottimizzare lo spazio in modo dinamico e razionale. Il progetto svolge una funzione di riqualificazione sociale e colma la mancanza di spazi urbani a servizio di chi si trova provvisoriamente in difficoltà. Il complesso abitativo è configurato per creare continue connessioni fra residenti i quali attraverso lo sharing di aree e servizi comuni vivono un’ esperienza di co-housing. Come materiale costruttivo è stato ipotizzato l’ “ETFE 100% riciclabile”, un polimero estremamente versatile il quale grazie alle proprie caratteristiche conferisce flessibilità ai moduli e cattura la luce al suo interno rendendo opaca la struttura. This proposed temporary housing complex is designed to last a period. The module can be placed in different environments and thanks to its flexible structure will maximize the space in a dynamic and rational way. The project plays a social rehabilitation and fills the lack of urban spaces in the service of those who can not reintegrate into a working environment and is temporarily in difficulty. The housing complex is configured to create continuous connections between residents which is through the sharing of areas of common tools and instruments live an experience of co-housing. As a building material has been hypothesized ‘”ETFE 100% recyclable” is a polymer which is extremely adjustable thanks to its features and modules provides flexibility to capture the light inside the structure making it opaque.

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Seasons

ELLE

Il progetto nasce dall’osservazione dei normali armadi presenti all’interno della casa. Seasons è pensato per sfruttare e ottimizzare al meglio tutto lo spazio disponibile. L’anello centrale ruota e trascina tutti gli anelli più piccoli che essendo fissati a due perni seguono la rotazione senza però modificare l’inclinazione dei ripiani. Questo sistema consentirà di raggiungere tutti i ripiani con la massima comodità e senza alcuno sforzo.

ELLE è un sistema multifunzionale di armadi che può essere composto in diverse combinazioni dando vita ogni volta a configurazioni diverse. Grazie all’uso di cover magnetiche le ante possono essere personalizzate e adattabili a diversi contesti e target.

Rotating Wardrobe

Seasons is designed to exploit and optimize the most of all available space. The central ring rotates and drag all the smaller rings that followed two pins being fixed to the rotation without changing the inclination of the shelves. This system will allow you to reach all the shelves with the maximum comfort and effortless.

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Modular System of Cabinets

ELLE is a multi-functional cabinets that can be composed in different combinations giving rise to different configurations each time. Through the use of magnetic cover the doors can be customized and adapted to different contexts, environments and target. It compose of two different units: one with shelving to view and the other closed.

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Ri-piego

Multimedia_bed

Ri-piego è pensato per rendere trasportabile la postazione di lavoro. Il tavolo si ripiega in due parti grazie all’uso di tre cerniere e di due supporti telescopici; esternamente sono presenti delle tasche che possono contenere vari accessori. Il tavolo verrà ricoperto da una pellicola magnetica che consentirà di avere una superficie personalizzabile. Tutto il set può essere trasportato grazie alla maniglia e a due rotelle proprio come una normale valigia.

Multimedia bed è un letto tecnologico: nella spalliera sono collocate due casse audio di piccole dimensioni, un piccolo proiettore regolabile sull’asse verticale e un sistema wifi. Quest‘ultimo consente ai devices, attraverso un’apposita applicazione, di collegarsi e interagire con il letto avviando varie funzioni tra cui quella di proiezione che consentirà all’utente di fuire comodamente di contenuti video.

Portable Table

Ri-piego is designed to make transportable the workstation. The table folds into two parts, using three hinges and two telescopic supports; externally there are pockets that can hold the accessories. The table is covered with a magnetic film which will have a customizable area. The whole set can be transported thanks to two wheels just like a normal suitcase. .

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Sleep technologic!

Multimedia bed is a technological bed: two speakers are placed back in the small sound, a small projector adjustable on the vertical axis and a wifi system. This allows devices, through a special application to connect to and interact with the bed by initiating various functions including the projection that will allow the user to comfortably fuire video content.

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Eco Design

Museum Talking Objects Ecosostenibilità + Cultura + Design In collaborazione con Electrolux, Alisea Recycled & Reused Green Objects e il Museo Civico d’Arte di Pordenone

Led by > Valentina Pirritano Design tutor, Isia Roma Design > Susanna Martucci Fortuna Owner Alisea Recycled & Reused Green Objects > Michela Diffidenti Electrolux Consultant > Francesca Mungiguerra Design tutor, Isia Roma Design Students > Andrea Boato, Martina Della Longa, Roberta Domini, Deborah Furlan, Alessandro Gentili, Lisa Magarotto, Luca Piccin, Caterina Reffo, Michelle Sperling, Sara Vallar, Ester Vian.

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Il workshop eco-design, svoltosi all’interno del Museo Civico Comunale di Pordenone, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, Ass. Claudio Cattaruzza, coadiuvato dalla dirigente dott.ssa Patrizia Mauro e dalla Direttrice dei Musei di Pordenone, dott.ssa Isabella Reale, ha dato l’avvio ad un’esperienza formativa nuova e decisamente innovativa di interazione fra azienda, università, cultura e territorio. Gli studenti, con il supporto di Electrolux e Alisea, marchio italiano che si occupa di comunicazione aziendale dal 1994 e che promuove un design etico, ecocompatibile e innovativo, ha realizzato una serie di oggetti “comunicanti” per il Museo Civico di Pordenone. The eco-design workshop was held in the Civic Museum in Palazzo Ricchieri, Pordenone, in collaboration with the Department of Culture, Councillor Cattaruzza, Dr. Mauro and the executive director of the Museums of Pordenone, Dr. Reale. This experience, as a new educational model, develop a very innovative interaction between business, universities, culture and territory. The students, with the support of Electrolux and Alisea an Italian brand that promotes an ethical,environmentally friendly and innovative design, has created a series of “talking objects “ for the Museum of Pordenone.

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See You

Sens for All Files

See You è un bracciale che riporta una frase in braille ripresa dalle “Favolose Historie” narrate nelle bellissime “cantinelle” lignee medioevali conservate nel museo, uno dei pochi in Italia a poter offrire riproduzioni tridimensionali delle opere d’arte e un catalogo in braille per persone ipo e non vedenti. Realizzato in Allulife, alluminio riciclato, è contenuto in un packaging in cartone riciclato su cui è impressa la cantinella in rilievo e la frase tradotta in caratteri stampati.

La cartellina ospita il catalogo in braille del museo. Utilizza la carta 100% riciclata di Alisea con motivi impressi a rilievo. Sulla copertina è possibile “sentire” oltre che vedere la riproduzione delle “Cantinelle” lignee, completa di didascalia in braille e in testo semplice. Come See You, la volontà del progetto è quella di inserirsi nel solco del “design for all”, che vede la diversità come ricchezza e stimolo per creare nuovi oggetti “per tutti”.

Braille Bracelet

The Museum’s braille catalogue

SEE

Sens for all files host the braille museum’s catalog. Made of Alisea 100% recycled paper with patterns in relief. On the cover you can “feel” as well as see the reproduction of the “Cantinelle”, with captions in Braille and in plain text. Like “See You bracelet”, of this project follows the path of the “design for all”, and sees diversity as richness and stimulus to create new objects that suits all peaple needs and tastes.

See You is a bracelet that shows a sentence in Braille from the “Fabulous Historie” narrated in the beautiful medieval painted wooden tablet called “Cantinelle” and pride of the in the Civic Museum, that is one of the few in Italy that offers also threedimensional reproductions of the major artworks and a catalog in Braille for partially sighted and blind people.

Spiegazione in braille della cantinella espostaspiegazione in braille della cantinella esposta spiegazione in braille della cantinella esposta spiegazione in braille della cantinella esposta spiegazione in braille della cantinella esposta Spiegazione in braille della cantinella espostaspiegazione in braille della cantinella esposta spiegazione in braille della cantinella esposta spiegazione in braille della cantinella esposta spiegazione in braille della cantinella espostaspiegazione in braille della cantinella esposta spiegazione in braille della cantinella esposta spiegazione in braille della cantinella esposta .

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Spiega zi espost one in braille asp de cantinel iegazione in lla cantinella la braille della ca espostsp della ntinella a iegazione braille in braille espostsp de a spiega lla cantinella iegazione in zione in espost a espost braille a della ca Spiegaz ntinella ione in espost br ai lle asp de cantinel iegazione in lla cantinel la la espo br ai lle della ca sta iega della ntinella sp zi braille espostsp one in braille de a spiega lla cantinella iegazione in zione in espost a espost aspiega braille della ca zione in nt braille inella della

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Fabulorum

Shoppers I story

Realizzato in carta reciclata, Fabulorum è un gioco educativo per poter continuare a sviluppare l’esperienza del laboratorio didattico ospitato quotidianamente dal museo. Lo scudo contiene una serie di fogli prestampati con i personaggi delle “Fabulosae Historiae”sui quali il bambino può completare la storia immaginandola, disegnandola e colorandola. L’ordine degli episodi disegnati può cambiare semplicemente girando le pagine attorno al perno per creare sempre nuove storie!

Una raffinata shopper con stampa museale, dal gusto storico ma adatta a qualsiasi età. La stampa riporta in maniera stilizzata il motivo del “Metope” lignee che decorano il soffitto del Museo. I story sono fatte in carta crespata Alisea, un materiale dalla struttura unica, ricavato interamente da fibre vergini, 100% cellulosa e certificata FSC e PEFC, robusto e resistente all’usura, allo strappo, alle abrasioni e all’umidità.

History Painting Shield

Historical decorated shoppers

I story are Museum dedicated shoppers. The press reports in a stylized manner the motif of the wonderful wooden “Metope” that decorate the ceiling of the museum. The shoppers are made of in Alisea creped paper, a material with a unique structure, made entirely from virgin fiber, 100% cellulose FSC and PEFC certified, robust and resistant to wear, tear, abrasion and moisture.

Made of recycled paper, Fabulorum is an educational game that permits to contiunue and develop the experience of the daily educational workshop hosted by the museum. The shield contains a number of pre-printed sheets with the characters of “Fabulosae Historiae” on which the child can complete the story imagining it, drawing it and coloring it. The oreder of displayed episodes can be changed by simply turning the pages around the post to create new stories!

in collaborazione con:

ISIA ROMA DESIGN

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ECO-DESIGN AUTOPRODOTTO Tutor ISIA : Prof. Valentina Pirritano, Francesca Mungiguerra Studenti : Luca Piccin, Vian Ester

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Trapezé

Portamatite Pizzinato

La shopper, di forma trapezoidale, dalla linea pulita e ben definita, è pensata per un target maschile. La grafica è semplice, ironica ed elegante e gioca su elemento caratteristici prettamente dell’abbigliamento maschile. Le grafiche possono essere pre-stampate oppure può essere acquistato dall’utente un foglio stancil con il quale personalizzare la propria shopper. Sono realizzate in carta crespata Alisea.

I “portamatite Pizzinato”, limited edition, sono realizzati riutilizzando i depliant pubblicitari della mostra su Pizzinato, svoltasi alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Pordenone dal 09/02/2013 al 09/06/2013. Il primo è realizzato in cartone pressato su cui viene applicato il depliant, poi fustellato e piegato. Il secondo, in PET riciclato Alisea, è ottenuto soltanto tramite fustella e piega e può ospitare le immagini del depliant opportunamente tagliate.

The trapezoidal shopper, with its clean lines and pure shape, is designed to a male target. Graphics are simple, elegant and ironic and based on exclusive elements of menswear. The graphics can be printed or the shopper can be purchased white, with a paper stencil that permits the customization. The shoppers are made of Alisea ecological crepe paper.

The “pencil holders Pizzinato”, limited edition, reuse the brochures of the exhibition held at the Gallery of Modern and Contemporary Art of Pordenone from 09/02/2013 to 09/06/2013. One is made of cardboard on which the depliant is glued , then punched and bent. The other, is made of Alisea recycled PET and can host images of the brochure properly cut.

Shopper for men

ISIA ROMA DESIGN

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Recycled pencil holders

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No, non si può fare? We can’t do it... really?

Michela Diffidenti, Electrolux Consultant - Susanna Martucci Fortuna, Owner Alisea

scambio strutturato e costante con le aziende del territorio, in una relazione che porti vantaggi e opportunità a tutti gli attori coinvolti. E proprio in un’azienda, Electrolux, dove all’epoca lavoravo come responsabile delle Relazioni Pubbliche Italia, e’ nata l’idea del workshop organizzato durante Design Week di Pordenone 2013. Il successivo attore che ho coinvolto ad entrare nella nostra filiera è stata Susanna Martucci Fortuna, di Alisea, una società specializzata nella ideazione e creazione di oggetti eco sostenibili e, insieme, abbiamo iniziato a lavorare pensando a quale contributo avremmo potuto dare mettendo a disposizione degli studenti le quattro risorse che avevamo a disposizione: esperienza, contatti, tempo e energia.

in order to create a network of relationships with the territory, companies and citizens. Pordenone’s identity is strongly linked to industrial and entrepreneurial culture, this makes it an ideal place for an undergraduate degree in Industrial Design. It means not only an outstanding training in classes, but also a structured, consistent exchange with local companies, a relationship which would bring benefits and opportunities to all actors involved. It is in fact in a company, Electrolux, where at the time I was working as head of ItalyPublic Relations, that was born the idea of a this creative workshop. Together with Susanna Martucci Fortuna, owner of Alisea, a company specialized in designing and creating environmentally sustainable objects, we started to think about which kind of contribution we could give, and how to give to students the four resources we had: experience, contacts, time and energy.

WORKSHOP ECODESIGN 11-15/3/2013, Museo Civico di Pordenone Palazzo Ricchieri When there are not enaugh economic resources Quando non ci sono risorse economiche da investire in una nuova inattività collaborazione con to invest in a new business you shake your head si scuote la testa e sialisea pensa “no, non si può fare”. In un

and thinking, “No, we can’t do it.” In such an momento storico come quello nel quale stiamo vivendo questo historical moment this means giving up almost all significa rinunciare alla maggior parte dei progetti. Le possibilità of projects. We have two options: or we wait until che abbiamo a disposizione sono due: aspettare che la situazione the situation improves, but this could take long time, migliori, ma l’attesa può essere lunga, o, se non vogliamo or we accept to face a reality in which rules of the arrenderci all’ineluttabilità del fallimento, accettare il confronto game are not the same anymore. We need to use con una realtà nella quale le regole del gioco sono cambiate. different resources, experience and relationships, Dobbiamo fare ricorso a risorse diverse, esperienza e relazioni ad creating a network for the exchange of knowledge esempio, da mettere in rete, per uno scambio di conoscenze che that inspired by barter. Create contacts network and develop supply chain projects, in which all prenda una simbolica ispirazione dal baratto. L’obiettivo è creare players contribute with their skills and are equally una rete di contatti e sviluppare progetti di filiera, dove tutti gli reworded, this is our goal. attori contribuiscano con le proprie competenze e ottengano un In the case of that the project is taking shape compenso, economico o valoriale, per proprio Tutor esterni: S.Martucci, alisea. M. Diffidenti, Electrolux. Tutor ISIA:ilprof. V.Pirritano,contributo. tutor Francesca Mungiguerra year Caterina went Reffo,Michelle with the students theEster degree Studenti partecipanti: Andrea Boato, Martina Della Longa, Roberta Domini, Deborah Furlan, Alessandro Gentili, Lisa Magarotto,this Luca Piccin, Sperling, Saraof Vallar, Vian. Nel caso del progetto che è andato prendendo forma quest’anno course in Industrial Design from ISIA Pordenone con gli studenti del corso di laurea in Industrial Design di ISIA chain includes different worlds, from institutions Roma Design, sede di Pordenone, la filiera include mondi diversi, to the company, from ‘education to nonprofit dalle istituzioni alle azienda, dall’ istruzione alle organizzazioni organizations together with the goal of giving the no profit uniti con l’obiettivo di dare la possibilità ai ragazzi opportunity for kids to get in and understand the di entrare e comprendere il mondo del lavoro fin dalle aule world of work right from the halls of the University. The new born project that we undertake with dell’Università. students of the Industrial Design Bachelor’s degree Un progetto nato grazie all’energia del professor Giuseppe course of Isia Roma in Pordenone, shaped a supply Marinelli, Direttore del corso di pordenone ,che ha affiancato chain that includes different worlds, institution, all’impegno didattico e organizzativo un ,forse più faticoso companies, nonprofit organizations… together with ,lavoro finalizzato a creare una rete di relazioni con il territorio, the goal of giving the opportunity to youngsters to sia per quanto riguarda le imprese che i cittadini. understand and enter the job market right from the L’identità di Pordenone è fortemente legata alla cultura classrooms of University. industriale e imprenditoriale e questo la rende una sede ideale This project was developed thanks to the energy of per un corso di laurea in Industrial Design. Può infatti offrire Professor Giuseppe Marinelli, director of the course non solo una formazione di eccellenza in aula, ma anche uno of Pordenone, who joined teaching and management ISIA ROMA DESIGN

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Start up: Natjk

The identity of a product Design, Packaging, e Comunicazione di una bevanda Biologica In collaborazione con la Start Up Natjk

Ideare il packaging e implementare un piano di comunicazione per il lancio di una nuova bevanda. Un tema che sottolinea la relazione tra design e management, evocando un’attività complessa, sospesa tra la capacità di dare forma a una visione e la conferma data dal comportamento d’acquisto. Si delinea così la figura del design manager: se, infatti, la forma è il primo messaggio che viene colto dall’utente e il design è la disciplina attraverso la quale si impara a dare forma agli oggetti, è anche vero che il prodotto va accompagnato nel mercato da molteplici attività che investono tutto il ciclo produttivo ed esercitano un ruolo determinante nel suo successo.

Led by > Anna Lombardi Lecturer, Isia Roma Design > Tommaso Salvatori Lecturer, Isia Roma Design > Fabio Amore Startup Owner > Raffaele Ferrante Marketing Consultant > Federico Montanari Semiotic Consultant > Ivo Boscariol Tutor, Isia Roma Design Students >Giulia Castellarin, Melissa Ambroso, Alessandro Comici, Marco Lupieri, Ester Mansutti, Matteo Marson, Davide Rizzetto, Mauro Zoccoletto,

Design a communication plan for the launch of a new drink means to emphasizes the relationship between design and management, evoking a complex scenario in which the capacity to shape a vision is in deep connection to the consumer’s behavior. This requires a specific professional figure: the design manager: if the shape is the first message that is caught by the user and the design is the discipline through which we learn to give form to objects, it is also true that the product must be accompanied by a variety of activities that affect the entire production cycle and exert a decisive role in its success.

Jessica Boem, Nicola Bariol, Antonio Apuzzo, Eddy Mancino.

ISIA ROMA DESIGN

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Phase 1

Brand Values and Scenarios Individuazione delle brand values “Natjk” e relativi sviluppi di scenari produttivi e comunicativi. Identificazione del target di mercato. Identifying Natjkbrand values and related developments in production and communication scenarios. Identifying market target.

WOMAN

ambitious

Phase 2 Target

Apprendimento delle tecniche per le ricerche di posizionamento al fine di impostare strategicamente il valore di marca e di prodotto. Definizione della strategia di prodotto e la sua relazione con il design del prodotto.

Woman

Middle\Upperclass Traveler Sporty

Man

s

Poduct Design and Positioning

Learning techniques for researches positioning researches in order to strategically set the value of brand and product. Definition of product strategy and its relationship with the design.

Student 18-26

product concepts Dynamic

Whealty

bottle

MAN “tasky”

active

stylish

BRAND VALUES activity feeling ISIA ROMA DESIGN

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Whealty can

nature PORDENONE DESIGN WEEK 2013 • DESIGN & COMMUNICATION • workshop 5

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Phase 3

Phase 4

Logo and Corporate Image

1

black tea silhouette

Studio del logo e dell’immagine coordinata: colori e lettering sono stati definiti dopo un attento studio della concorrenza.

Communication Campaign

multimedia

website

Apprendimento delle tecniche per le ricerche di posizionamento al fine di impostare strategicamente il valore di marca e di prodotto. Definizione della strategia di prodotto e la sua relazione con il design del prodotto.

pop-up

Study of the logo and corporate identity: colors and lettering come out a deep study of competitors.

social network

Learning techniques for researches positioning researches in order to strategically set the value of brand and product. Definition of product strategy and its relationship with the design.

Print Drop shape to remind freshness

nature

banner magazine

pop-up

Totem

2

nature energy

nature

e n e r g y

3

Guaranà silhouette

sinuous natural shape

magazine WELL NUTRITION FOR WINNING SPORTS

MIGLIORA LE TUE PRESTAZIONI FISICHE E MENTALI GRAZIE AGLI INGREDITI COMPLETAMENTE NATURALI. GARANTISCI ZERO IMPATTO AMBIENTALE. NATURALMENTE VINCENTE.

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4

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identifying script ISIA ROMA DESIGN

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sparkling PORDENONE DESIGN WEEK 2013 • DESIGN & COMMUNICATION • workshop 5

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Birò Electric vehicle Accessori per una nuova mobilità In collaborazione con Estrima

Led by > Massimiliano Datti Lecturer, Isia Roma Design > Matteo Maestri Owner, Estrima Students > Gabriele Casagrande, Francesca Ceschia, Brian Diaz, Eva Milanese, Maurizio Muccignat, Chiara Perlin, Marina Perulli, Davide Ros, Giorgia Sartor, Alexandru Vantu.

Birò è sinonimo di incontro fra ecologia e mobilità; auto elettrica dal design accattivante, rappresenta un nuovo modo di affrontare le esigenze di spostamento in città. In questo scenario tutto ancora da scoprire, abbiamo analizzato i valori del brand Birò, per sottolinearli attraverso proposte di accessori mirate a tre contesti d’uso dall’alto potenziale commerciale e strategico: privato, istituzionale e turistico. A suggello del tutto, sono state esplorate alcune modalità espositive per i punti vendita. Birò is synonymous of meeting between ecology and mobility; an electric car with attractive design, is a new way to address the needs of moving around the city. In this scenario, yet to be discovered, we analyzed the brand values ​​Birò, to emphasize them through proposals of accessories aimed at the three contexts of use from commercial and strategic potential: private, institutional and tourism. To crown the whole, have been explored some exhibition modes for retail stores.

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Accessori Utility Car Accessories for utility car

Tra i diversi tipi di utenti possibili per Birò ne sono stati individuati principalmente tre: professionisti, famiglie, anziani. I bisogni di questi utenti possono essere sintetizzati in tre parole: praticità, spazio e versatilità. Attraverso la progettazione di vari accessori si è cercato di rispondere alle esigenze quali comodità, semplicità e sicurezza che sono i principi fondamentali da cui nasce Birò. Among the different types of possible users for Birò have been identified mainly three: professionals, families and the elderly. The needs of these users can be summarized in three words: practicality, space and versatility. Through the design of various accessories we have tried to meet the needs of comfort, simplicity and security are the fundamental principles of Birò.

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PORDENONE DESIGN WEEK 2013 • PRODUCT DESIGN • workshop 6

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Accessori per servizi

Corner concept

Un’ altra macro-utenza individuata è quella degli enti pubblici: ad esempio la manutenzione del verde comunale, i servizi di mobilità per gli ospedali, caserme, poste, aereoporti ecc... In questo caso le necessità sono particolari e specifiche. Birò dovrà potersi adattare a diversi utilizzi mantenendo l’immagine istituzionale propria dell’ente di riferimento.

Per pubblicizzare Birò all’interno di fiere o contesti espositivi è stato progettato uno stand che possa riprendere nelle linee della pedana il logo “Estrima”. La forma con il fiore a quattro petali può costituire la pedana rotante sulla quale esporre Birò.

Accessories for services

Another macro-user identified is that of the public istitutions, for example the maintenance of communal green, mobility services for hospitals, barracks, post offices, airports, etc... In this case the needs are particular and specific. Birò can be adapted to different uses maintaining the institutional image.

ISIA ROMA DESIGN

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Exhibition stand

To advertise Birò at trade shows or exhibition contexts has been designed a stand with the same lines of the logo “Estrima.” The shape of the flower with four petals can form the rotating platform on which to expose Birò.

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Wall De-sign

Wall The-sign, inventing Ductal® Ecosostenibilità + Cultura + Design In collaborazione con “Il Cantiere” di Pordenone

Led by > Massimo Ciafrei Lecturer, Isia Roma Design > Takayuki Higuchi, Lecturer, Chiba University > Cinzia Palazzetti Owner, “Il Cantiere” > Gigi Rizzo Design manager, “Il Cantiere” > Marco Dario Manager, “Il Cantiere” > Claudia Iannilli Design tutor, Isia Roma Design Students > Andrea Cociancich, Bruno Testa, Mattia Gobbo, Federico Bottan, Giulia Chiarello, Andrea Colussi, Debora D’Agostino, Maki Hatakeyama, Takehiro Koizumi, Jiro Kawano,

Progetto di nuovi segni urbani, incentrato sull’utilizzo di un particolare tipo di cemento: il Ductal®, il workshop è orientato alla progettazione di nuovi segni urbani come metafora di cambiamento sull’utilizzo degli spazi pubblici. Il percorso progettuale si è mosso in quel territorio di confine che va dall’urban landscape all’arredamento di aree verdi, dallo spazio giochi per bambini alla progettazione di piccole strutture ad utilizzo mutevole. Caratterizzato dalla trasversalità e dalla contaminazione tra saperi di diverse culture, il lavoro è stato guidato da un docente dell’ISIA Roma Design ed un docente della Chiba University di Tokyo, in collaborazione con l’azienda “Il Cantiere” di Pordenone ed una giovane designer, nel ruolo di tutor. This workshop focused on the use of a specific kind of cement: the Ductal. It is aimed at designing new urban signs as a metaphor for change on the use of public spaces. The design process moved from urban landscape to the furnishing of green areas, children’s playground by the design of small structures to use changeable. The work has been guided by a teacher of Isia Roma Design and a lecturer from Chiba University in Tokyo, in collaboration with the company “Il Cantiere” in Pordenone and a young designer as tutor.

Shigemasa Tanaka.

ISIA ROMA DESIGN

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Grassy Waves

Water flow

Natural Seat System

Grassy Waves è un sistema di sedute formali ed informali pensate per integrare natura e seduta in un unicum che permette all’utente di accomodarsi a stretto contatto con il prato. Obiettivo del progetto è quello di integrare due realtà opposte: erba e cemento. Ogni seduta è formata da un unico pezzo ed è dotata di una serie di fori a doppia funzione: oltre ad inglobare meglio il verde con il Ductal®, fungono da scolo per il drenaggio dell’acqua. Grassy Waves is a free and natural bench system, designed to merge nature and benches in a unicum that allows the user feel the close contact with the lawn. Each seat is a single piece, equipped with a series of holes to better incorporate the green with the Ductal® cement and act also as drain for water drainage.

Feel the Creek textures

waved woody bumped geometrical

Un ponte in cemento Ductal® sul torrente del parco, in cui le scale non portano sulla terraferma ma a contatto con l’acqua: questo progetto propone una nuova relazione con il fiume. A piedi nudi si può sentire lo scorrere delle acque che riempiono il gradino più bassi e una varietà di texture diverse sugli scalini ne arricchiscono l’esperienza. La prima, ondulata, spinge le persone a scendere verso l’acqua, passando per una texture lignea sulla quale è piacevole sedersi e poggiare i piedi sullo step con diverse texture a sbalzo e quello con texture geometriche, che ognuno può divertirsi a indovinare senza guardare. A Ductal® concrete bridge over the creek in the park, where the stairs do not lead to the mainland but in contact with water: this project proposes a new relationship with the river. Barefooted, you can feel the flow of the water that fills the lower step and a variety of different textures on the steps enrich the experience.

D E S I G N

WALL DE- SI GN ISIA ROMA DESIGN

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Tongue

Module

Tongue è un sistema componibile di piani uniti tra loro da snodi. Si creano così strutture da vivere liberamente, senza vincoli e in modo non convenzionale; si configurano nuovi modi di condivisione e di “common grounds “, di interazione tra gli individui e con l’ambiente stesso. Sebbene il sistema sia totalmente personalizzabile dall’utenza (parco, giardino pubblico, comunità, etc.), Tongue mantiene sempre un segno inconfondibile.

Module è un sistema di arredo per esterni basato su un unico modulo. Singolo, è un oggetto dalla funzione aperta, combinato con altri diviene arredo, copertura, guscio abitabile, struttura architettonica. Utilizzabile in qualsiasi ambiente: mare, montagna o contesto urbano, è adatto ad ospitare elementi vitali: le piante.

Modular Axes System

Tongue is a modular system of variable axes connected by junctions. It creates structures that can be freely experienced, in an unconventional way; Tongue opens to new ways of sharing common grounds, encourages the interaction between people and promotes the relationship with the environment. The oreder of displayed episodes can be changed by simply turning the pages around the post to create new stories!

A single piece, a whole world

Module is an outdoor forniture system based on a single module. You can use just one piece as an open function object, or you can combine it with its brothers to build forniture, shells,architectural structure. It can resist in any environmental conditions: sea, mountain or urban context, and can hosts life, like plants.

MODULE PORDENONE WORKSHOP 11-15.MARZO.2013

×1

×10

OBJECT

FURNITURE

×1000

DORM/SHELTER/PLAYGROUND...

×100

WALL/PARTATION

×10000... BARRIER/ BIG WALL... PORDENONE WORKSHOP 11-15.MARZO.2013

ISIA ROMA DESIGN

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PORDENONE WORKSHOP 11-15.MARZO.2013

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Natural Behaviour

Tree

Natural Behaviour è un sistema di sedute informali composto da cinque elementi distinti e componibili, che permettono di potersi sedere in maniera non convenzionale. Natural Behaviour si discosta dall’immagine convenzionale della panchina da arredo pubblico. I suoi elementi possono essere inoltre composti liberamente, in modo tale da assumere sempre differenti configurazioni nello spazio.

Il progetto è ispirato alla silhoutte dell’albero, come centro vitale del vissuto e del gioco all’aria aperta. é corredato da una serie di oggetti per il divertimento dei bambini e può vivere in spazi pubblici o privati.

Benches System

Outdoor children play

The project was inspired by the silhoutte of the tree, as the very center of living and plyaying outdoor. The tree is supplied with a series of elements for children to play and can be placed in public or private spaces.

Natural Behaviour is an informal seating modular system that consists of five distinct elements, encouraging peolple to sit not conventionally. Natural Behaviour differs from the conventional bench furnishing public. Its elements can also be freely composed, in so that always assume different configurations in space.

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Design Week in Numbers No-funded Event

7 3 4 190 50 8 2 2 3 4000 4

Workshops Scenario subject Product Innovation subjects (ecodesign and system design) Involved students, on 3 Countries: Italy, France, Japan Involved Experts: designers, managers, economists, semiologists, architects, entrepreneurs Involved Companies Involved Corporations Start up Involved Vice-presidents of Italian Industrial Union Websites Accesses (2013 monday the 11th- friday the 15th of March) Companies valuation proposals of projects realization

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