9 minute read
Attilio Bettega
by ACI
COPPA ATTILIO BETTEGA Sui tornanti di Vastagna nel cuore della notte
L' ottava edizione della gara di regolarità a media dedicata al campione trentino con partenza ed arrivo a Bassano si svolgerà tra sabato 19 e domenica 20 febbraio lungo un percorso dolomitico fiabesco
■ Il 19 febbraio 1953 nasceva a Molveno, in Trentino, Attilio Bettega, uno dei più talentuosi piloti protagonisti sulla scena rallystica mondiale. Per onorarne la memoria proprio sabato 19 febbraio scatterà da Bassano del Grappa l'ottava edizione della Coppa Bettega, gara di regolarità a media organizzata dal Rally Club 70 presieduto da Ivo Strappazzon, una delle più belle e spettacolari prove del calendario internazionale. Il percorso si snoderà lungo suggestivi passi dolomitici, già imbiancati dalla neve, immersi in un paesaggio fiabesco, tale da richiamare l'atmosfera del rally di Montecarlo. Dieci i settori di rilevamento, con tratti lunghi anche venti chilometri, sui quali gli equipaggi dovranno cimentarsi con il cronometro in un esercizio che richiede abilità, senso del ritmo e doti di guida non indifferenti. Non è una gara facile la Coppa Attilio Bettega, ma il divertimento, per chi ama correre sulla neve, esibirsi in pendoli e traversi spettacolari e sfidare le lancette è assicurato. Il percorso presenta parecchie novità alternando difficoltà e cambi di ritmo continui. La partenza sarà data alle 12.30 dall'imbocco del caratteristico Ponte degli Alpini finalmente rimesso a nuovo mentre l'arrivo, sempre a Bassano, è previsto alle 0,30 di domenica 20 febbraio. Dodici ore alla guida, intervallate da una sosta a Strigno per dividere in due la gara, costituiscono un menù robusto, per autentici gourmet del volante, da non prendere sottogamba. In dettaglio, il percorso prevede il primo rilevamento sul Col Per e il secondo sul Col Falcon. A Croce d'Aune, dove si conclude la cronoscalata di Pedavena valida per il Civm, il primo ristoro. Quindi terza difficoltà sulla Forcella Franche che si butta sull'Agordino. Più avanti ecco il primo, severo, passo: il Duran seguito a ruota dal Giau (quinta prova) e dal Falzarego, in trasferimento. Sesto rilevamento sul passo Cereda mentre il settimo sarà lungo i tornanti del passo Brocon. Alle 21 la sosta, con ristoro a Strigno. Dopo mezz'ora nuovo start verso la mitica "università dei rally" di Valstagna, ottava prova a media. Le ultime due saranno la Murello e la Valnevera. Si tratta, idealmente, di un S. Martino di Castrozza in versione extra large che riporta ai tempi eroici del rallysmo. Le premiazioni, domenica alle 11, si svolgeranno a Vicenza, nei saloni di Rally Meeting, la manifestazione organizzata da Miki Biasion con il supporto di ACI Vicenza. Naturalmente saranno presenti il due volte campionee del mondo e Luigi Lucky Battistolli. Alessandro Bettega, invece, sarà alla partenza di Bassano del Grappa assieme a Maurizio De Tofoli, il primo navigatore di Attilio. Attesi al via i più forti specialisti dellla regolarità a media e piloti"vecchia maniera". Lo scorso anno la vittoria è stata conquistata dai fratelli Ferruccio e Carlo Nessi con la Morris Mini Cooper 1000 S, vettura che rimanda agli anni Sessanta quando la "piccolina inglese" vinse il rally di Montecarlo. I due portacolori della Brescia Corse hanno sfruttato l’agilità della macchina sulla neve e sul ghiaccio delle dieci zone di rilevamento. Ma non è stata una passeggiata. Prima Maurizio Verini, ex professionista del volante, il più bravo nelle due prove di apertura, e poi lo svizzero Daniel Perfetti (Lancia Stratos, riuscito a superarli in classifica ad una prova dalla fine) li hanno marcati stretti rendendo quanto mai incerto l’esito della corsa. Decisivi si sono rivelati i 25 chilometri finali del Valles, con 17 rilevamenti, dove i Nessi hanno sfoderato, ormai nel cuore della notte, tutta la loro abilità, mettendo definitivamente le mani sulla Coppa Bettega. Perfetti ha conquistato l’argento mentre l’ex campione europeo ha fatto suo il bronzo, staccati rispettivamente di 145 e 273 punti. Ben più pesante il ritardo di De Sanctis (Lancia Stratos a 813 punti), sufficiente però per tenere alle spalle Tosetti-Bernardelli e Kamata-Zini, entrambi su Porsche 911. Settimi Rigo-Puhali (Lancia Fulva HF 1.6), davanti a Seno-Arena (Opel Kadett Gte). Alexia Giugni (Porsche 356 A) è riuscita a superare il marito Marco Leva sul filo di lana, assicurandosi la nona piazza. Il figlio Riccardo (Fiat 127) ha chiuso al 14° posto davanti ad Andrea Giacoppo, primo dei vicentini.
Attesi al via i più forti piloti della specialità che si misureranno lungo dieci settori di rilevamento. L'anno scorso s'imposero i fratelli Ferruccio e Carlo Nessi con la loro Mini Morris Cooper 1000 S davanti alla Stratos di Daniel Perfetti e all'Audi 4x4 di Maurizio Verini
Chi è Maurizio Verini
■ Maurizio Verini è nato a Riolo Terme il 9 luglio del 1943. Ha esordito nei rally a 25 anni, mettendosi subito in luce. Le sue performance non sono passate inosservate e in breve è entrato a far parte della squadra Fiat per sviluppare la Fiat 124 Abarth. Nel 1973 ha sfiorato la conquista del titolo tricolore. Lo avrebbe vinto se all’Alpi Orientali, ligio agli ordini di scuderia, non avesse dato via libera al compagno Barbasio in lotta con Amilcare Ballestrieri. A laurearsi campione italiano fu quest’ultimo, in coppia con Silvio Maiga, su Lancia Fulvia HF con 214,6 punti. Verini concluse il torneo fermandosi a quota 202.8 punti, precedendo il compagno di team Sergio Barbasio fermo a 184,4 punti. Quell’anno Verini vinse il rally del Medio Adriatico e il rally dei Centomila Trabucchi in coppia con Angelo Torriani. Al Sanremo, valido per il mondiale, concluse al secondo posto alle spalle di Jean Luc Thérier su Alpine Renault A 110. Il tricolore non gli sfuggì l’anno dopo, in coppia con Gino Macaluso. Corse tutta la stagione con la Fiat 124 Abarth (vittoria all’Isola d’Elba) tranne che alla Coppa Liburna, ultimo rally dell’anno, in cui portò al successo la Fiat X 1/9 di gruppo 5. Nel 1975 conquistò invece il titolo di campione europeo vincendo le prime cinque gare del calendario: Costa Brava, Firestone a Bilbao, Lyon-Charbonnierés in Francia, Rally di Polonia, Rally di Jugoslavia a Belgrado. Per avere la certezza matematica del titolo gli bastò il secondo posto al S. Martino di Castrozza vinto da Lele Pinto con la Lancia Stratos. Il campionato italiano, invece, fu appannaggio di Bobo Cambiaghi. Nel 1977 vinse il Rally del Gargano e il Colline di Romagna con la Fiat 131 Abarth, vettura che aveva mandato in “pensione” anzitempo la Lancia Stratos. Secondo assoluto, dietro a Mauro Pregliasco, nell’italiano. L’anno successivo conquistò il primo posto al Costa Smeralda con Mario Mannucci e al Gargano con Arnaldo Bernacchini. Sempre Fiat 131 Abarth la vettura. Nel 1979 passò all’Opel per sviluppare l’Ascona di gruppo 2 mentre nel 1980 e nel 1981 gareggiò con l’Alfetta Gtv Turbodelta. Successivamente vinse il Rally delle Valli Piacentine con una Ascona 400. Nel 1983 diventò direttore sportivo di Citroen Italia, disputando qualche gara con la Visa 4x4 e la Bx 4x4 turbo. Abbandonata la scena agonistica, ma rimasto nell’ambiente come organizzatore di corsi per la guida sicura, si presentò al via del Rally di Montecarlo del 2013 con una Mitsubishi Lancer Evo IX di gruppo N. Da qualche anno è ritornato in prova nelle gare di regolarità a media.
Il "Classico" dei rally
Nel 1976 per la prima volta si disputò la prova di S. Giovanni sul Massiccio del Grappa. Da allora è regolarmente inserita nel percorso del Città di Bassano e della Coppa Attilio Bettega
Da sinistra in piedi: Maurizio De Tofoli, Alessandro Bettega, Luciano Favero, Pietro Polese e Miki Biasion
■ Nel settembre del 1976 il rally di S. Martino di Castrozza si dipanò anche lungo il massiccio del Grappa e per la prima volta gli equipaggi in gara affrontarono le difficoltà della prova di S. Giovanni, tracciata seguendo il profilo dei "Colli Alti" (Moschin, Fenilon, d'Anna, Bonato, Caprile...) diventati tristemente famosi per le sanguinose battaglie della Prima guerra mondiale. Su quelle alture diventarono leggendarie le imprese degli Arditi che fermarono gli austroungarici impedendo loro di conquistare la pianura veneta. Una prova "epica" quella di S. Giovanni, da 45 anni ormai inserita nei percorsi del Città di Bassano e della Coppa Attilio Bettega. Scatta proprio davanti all'albergo S. Giovanni, gestito da Luciano Favero nipote del capitano degli arditi Angelo Zancanaro, e si dipana a
Se la Valstagna-Foza è l'Università dei rally questa è il "Liceo"
fianco di quella che era la prima linea di combattimento. Ricca di insidie e curve improvvise sembra fatta apposta per mettere alla prova la bravura dei piloti. Sono ormai
Da sinistra in piedi: Maurizio De Tofoli, Alessandro Bettega, Antonio Lorenzi, Ivo
Strappazzon, Pietro Polese con la moglie Donatella Brunello, Miki Biasion, Alberto Campagnolo, Mauro Taverna, Vanni Taverna, Luciano Favero.
Seduti: Riccardo Berti e Stefano Baruchello
trascorsi 45 anni dal battesimo rallystico con un padrino d'eccezione, il francese Bernard Darniche affiancato da Alain Mahé, che con la sua Stratos azzurra mise in riga Bacchelli, Tony, Verini e Rohrl, ma il ricordo di quella "prima volta" è sempre vivo e presente. Così Luciano Favero, che nel poco tempo libero che gli lascia la gestione dell'albergo si diverte a correre con l'Opel Kadett Gte ex Bronson, ha chiamato a raccolta con la complicità di Ivo Strappazzon, che della Coppa Bettega è ideatore e organizzatore, campioni di ieri e di oggi. All'invito hanno risposto, tra gli altri, il due volte mondiale Miki Biasion, il vincitore del primo rally Campagnolo nonchè della Corsa dei Campioni Pietro Polese, il figlio di Attilio Bettega, Alessandro, accompagnato dal primo navigatore del padre Maurizio De Tofoli. Purtroppo non hanno potuto essere della compagnia Luigi Lucky Battistolli, impegnato nel concomitante Città di Schio e l'organizzatore Valter Bizzotto. Mentre alla cucina pensava Roberto, il figlio di Luciano protagonista qualche anno fa del Panda Raid con una Panda 4x4 (ne ha più modelli che usa regolarmente per spostarsi sul Massiccio), il padrone di casa e Ivo hanno intrattenuto gli ospiti con aneddoti e racconti riaprendo i fornitissimi magazzini della memoria. Miki, dal canto suo, ha ricordato che proprio sulle stradine del Grappa e soprattutto lungo la S. Giovanni, si allenò a lungo, nell'inverno del 1979, per prepararsi al debutto agonistico avvenuto il 31 marzo di quell'anno nel rally Città di Modena. Luciano Favero ha poi svelato che presto erigerà un grande cartello, nel punto in cui parte la prova speciale, per ricordare le imprese di tanti piloti. Un po' come quello installato all'inizio della ValstagnaFoza, ribattezzata l'università dei rally. Se la S. Giovanni non è l'ateneo del controsterzo è sicuramente un "liceo classico" severo ed impegnativo, adatto ai più dotati.