Lombardia a Tavola 131 Aprile 2005

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Poste Italiane s.p. a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 ( conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DC B BERG AMO C ontiene IP In caso di mancato rec apito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. Edizioni C ontatto srl - via C rocette, 16 - 24030 Mozzo ( BG )

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annoXIV XVI anno n.131 n.115

200 AZIENDE E 1000 ETICHETTE LA PRESENZA DELL’ENOLOGIA LOMBARDA AL VINITALY ASCOVILO, REGIONE E UNIONCAMERE SCELGONO ANCORA IL PALAEXPO FRA I TANTITEMI DI VERONA IL FUTURO DELLE BOLLICINE




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Sommario Sommario

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Sommario

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Meno rincari per le bevande fuori casa

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Tutto pronto al Vinitaly per 4.200 espositori

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Beccalossi: tracciabilità per i vini lombardi

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Ruffinazzi: Vinitaly appuntamento obbligato

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Bollicine: Talento o Franciacorta?

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Guide 2005: Franciacorta e Valtellina al top

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L’Onav valorizza i vini autoctoni

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L’Ais lombardia presenta Viniplus

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Fatulì, formaggio al sapore di montagna

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Francesco I, l’olio di olive denocciolate

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Più semplice il commercio degli agrumi siciliani

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Sergio Mei ricorda Angelo Paracucchi

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La Fiepet sollecita la collaborazione di tutti

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Il “Tasca” coccola gli ospiti a Treviglio

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I ristoranti suzzaresi puntano sull’arte

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Qualità e sicurezza con l’acqua in caraffa

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Roxy, come spillarsi la birra da soli

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Quattroerre raddoppia per vino e birra

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In copertina

RIVISTA DI CULTURA ENOGASTRONOMICA E TURISMO

“Lombardia a Tavola” è una rivista mensile di cultura enogastronomica e turismo. Si rivolge, soprattutto nel territorio della Lombardia, ad alberghi, ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, cuochi, luoghi di ritrovo, enti, aziende, associazioni e privati che si interessano di enogastronomia e turismo, per un totale di oltre 32 mila destinatari.

Nuova edizione del Vinitaly e nuova, massiccia presenza della Lombardia a Verona: sono infatti 200 le aziende vitivinicole e 1000 le etichette regionali di scena alla Fiera veronese, con grandi speranze di successo. Come ha spiegato Viviana Beccalossi, assessore regionale all’Agricoltura, “il 100% della viticoltura lombarda è situata in zone a Denominazione d’Origine e oltre l’80% delle bottiglie di vino sono Doc o Docg, per cui il vino di Lombardia è, a tutti gli effetti, senza timore di smentita, sinonimo di assoluta qualità»


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Giungerà dal Vinitaly l’atteso segnale di svolta?

È Tutto è ormai pronto per l’atteso appuntamento di Verona dove i produttori lombardi si presentano ancora una volta forti di un miglioramento qualitativo e di un’attenzione al territorio

un momento non certo brillante per la nostra economia e da tempo si attendono, inutilmente, concreti segnali di svolta capaci di ridare speranze alle imprese, soprattutto a quelle di piccola dimensione. L’appuntamento elettorale non costituisce certo un aiuto in questo senso. Gli eccessi di ottimismo o di pessimismo mostrati dai due campi avversi, contribuiscono infatti ad accrescere l’incertezza degli operatori, almeno quanto quella degli osservatori sull’esito di alcune sfide regionali. Come dire che dalla politica, almeno nel breve periodo, non ci si può ragionevolmente aspettare molto. A questo punto non resta che guardare con attenzione a quanto avviene sul mercato. Il che significa, almeno per quanto riguarda la filiera dell’enogastronomia, cercare di interpretare le tendenze che, come è abitudine, si manifestano in appuntamenti ormai capaci di segnare il tempo come il Vinitaly. Dopo gli eccessi degli ultimi anni, recentemente il settore del vino aveva perso un po’ di grinta. Prezzi eccessivi, fenomeni troppo legati alla moda - o a speculazioni - come l’eccesso delle barrique e l’incapacità di fare sistema da parte del troppo frammentato comparto produttivo, avevano un po’ annacquato le straordinarie performance di molte imprese. Se a ciò aggiungiamo la crisi economica che ha imposto un ripensamento negli acquisiti, si può ben capire come attorno ad un settore che non è certo caratterizzato da consumi in crescita, ci fossero non poche preoccupazioni. La qualità delle produzioni da un lato e l’avvio di più serie politiche di territorio e di valorizzazione delle tipicità dall’altro, sono però realtà ormai ben diffuse sul territorio nazionale e capaci di arrestare il declino. Non si può ancora dire se siamo giunti all’inversione di tendenza, ma certo il peggio sembra fortunatamente passato. A questo punto è importante capire se la ripresa di molti produttori di vino (che hanno magari recuperato spazi di mercato in Italia dopo il venir meno di vendite negli Usa o in altri Paesi per il valore troppo elevato dell’Euro) si può accompagnare ad una moralizzazione del mercato per quanto riguarda la ristorazione. I prezzi troppo elevati con cui in molti locali si sono vendute bottiglie di cui i consumatori potevano conoscere il prezzo all’origine, costituiscono una delle ragioni della crisi della ristorazione italiana, che non soffre certo per la mancanza di creatività o per poca attenzione alle materie prime, ma solo per rapporti sbagliati fra prezzi e qualità. In questo contesto, un ruolo importante può essere svolto dai produttori lombardi di vino che, grazie agli indubbi miglioramenti qualitativi ottenuti negli ultimi anni, non sono certo secondi a nessuno in Italia. La valorizzazione del territorio e dei vitigni autonomi è uno dei punti qualificanti dell’enologia lombarda, così come la leadership raggiunta in alcuni segmenti: pensiamo per tutti al Franciacorta ed ai riconoscimenti generali raccolti dalle sue bollicine, o a grandi riscoperte come lo Sforzato o il Buttafuoco. Quello che servirebbe in particolare è un’alleanza fra le cantine e la ristorazione basata sul presupposto che il vino costituisce un plus per un locale, non uno strumento per fare il bilancio di fine mese. Per vendere vino ci sono già le enoteche e le strutture della grande distribuzione. Al ristorante un vino deve completare un menù e dare valore aggiunto. Se serve per aumentare il livello finale del conto, l’operazione risulta alla fine in perdita sia per il ristorante che per i produttori di vino. Le difficoltà del settore degli ultimi tempi lo confermano in pieno.

Alberto Lupini alberto.lupini@lombardiaatavola.it

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Quel bicchiere che è mezzo pieno e mezzo vuoto

Edizioni Contatto via Crocette 16 - 24030 Mozzo (BG) tel 035 6222698 - fax 02 700557702 segreteria@lombardiaatavola.it www.lombardiaatavola.it Amministratore: Mariuccia Passera Redazione: via Crocette 16 - 24030 Mozzo (BG) tel 035 460563 - fax 02 700557702 redazione@lombardiaatavola.it

Editoriale

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Direttore responsabile Alberto Lupini - alberto.lupini@lombardiaatavola.it Direttore editoriale Roberto Vitali - roberto.vitali@lombardiaatavola.it Vicedirettore Marino Fioramonti Segreteria di redazione: Elisabetta Passera Hanno collaborato a questo numero: Livia Bertagnolli, Carlo Bresciani, Bruno Federico, Giorgio Lazzari, Salvatore Longo, Donato Losa, Andrea Lupini, Sergio Mei, Rosanna Ojetti, Davide Oltolini, Sergio Pezzotta, Enrico Rota, Louise Sage.

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• Cooperativa Agricola Fortore • Distilleria Bertagnolli • Distillerie Francoli • Go-Wine • Italia a tavola • Lombardia Carni • Maiolini srl • Mericco spa • Metro • Orderman • Padana Everest • Pasini produttori • Raviolificio Poker • Ristorante Abbazia • Redaelli De Zinis • Ros • Sacbo • Sea srl • Società Agricola La Brugherata • Tenuta Villa Gaia • Torrevilla • Trentino spa • Verona Software • Vinservice srl

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Per il periodo 1/1/2003 - 31/12/2003 Tiratura media per numero: 30.070 Diffusione media per numero: 30.061 Stampa: Sate, Via Praga n. 1 - Zingonia Verdellino (Bg) Registrazione del Tribunale di Bergamo n. 39 del 21/11/88 Iscrizione al Roc (Registro degli operatori di comunicazione) n. 10548 Chiuso in tipografia il 10 marzo 2005

erve trasparenza e regolarità. Parliamo della quantità di liquori e alcolici che viene servita nei bar o al ristorante. In Italia nessuna norma stabilisce la quantità minima di alcolico che deve essere versata nel bicchiere del cliente, mentre in Gran Bretagna, ad esempio, una legge del 1963 stabilisce che ogni superalcolico deve essere servito in quantità minima di un quarto di gill, pari a 35 millilitri (un gill equivale a 0,142 litri). Anche in altri Paesi la mescita di bevande alcoliche è regolamentata, garantendo così il diritto del consumatore di avere, con il pagamento del prezzo, una quantità di bevanda precisa e facilmente controllabile. In Olanda sono fissati dei volumi predeterminati di 10, 20, 35, 37,5 o 50 millilitri, ovviamente ognuno con prezzo corrispondente. In Danimarca la quantità servita può essere sempre controllata attraverso una gradazione lineare impressa sul bicchiere. In Italia, si lamentano i consumatori, non c’è regola precisa e molto spesso si continua a servire quantità di liquore e alcolico praticamente intorno ai 25 millilitri. Un alcolico nazionale viene fatto pagare mediamente 1,80 euro e una bottiglia da 750 millilitri costa mediamente all’esercente 6 euro. Ciò significa che con una bottiglia si possono vendere sino a 30 dosi, con un ricavo corrispondente che è facilmente calcolabile. Spesso, fa osservare l’Unione Consumatori, nei bar italiani sono usati bicchieri in vetro assai spesso e con effetto di rifrazione, che fa apparire un contenuto maggiore di quello effettivo. Una entità, quindi, che viene giudicata indecifrabile e anche ingannevole. Con tante leggi che ogni giorno vengono sfornate a Roma, perché non dare al consumatore dei bar qualche certezza in più di non essere preso in giro? Dà fastidio la sensazione di pagare molto per avere poco. Regole certe andiamo tutti cercando: perché il consumatore non dovrebbe averle al bar? I gestori, dal canto loro, darebbero sicurezza di trasparenza e regolarità.

Privati e aziende possono ricevere regolarmente Lombardia a Tavola versando e 30 alla Edizione Contatto srl, via Crocette 16, Mozzo (Bg) utilizzando assegno bancario, vaglia postale o il conto corrente postale n. 49038870. Sono previste agevolazioni per le associazioni professionali.

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Le bevande fuoricasa “Subito o tra un attimo?” tirano il freno sui rincari Bello sarebbe se...

L’industria del beverage aumenta i listini ma grossisti e dettaglianti tutelano il consumatore finale

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ualcuno un piccolissimo aumento su alcune bevande l’ha subìto, come Danilo Sacconi, titolare del Bar Amadeus di Pavia: «Sì, poca roba, 3-5 centesimi su alcune marche di birra ma niente di più, che io, ovviamente, non ho scaricato sul consumatore finale». Altri, i recenti aumenti attuati dai grandi produttori di bevande non li hanno proprio visti, segno che i grossisti per il momento non hanno ritoccato i loro listini. Spiegano dal Baby Bar di Mantova, nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele II: «Aumenti? Ma ci mancherebbe. Speriamo che non ne arrivino proprio, perché qui la crisi si fa sentire, non è più il tempo che si entra allegramente al bar a prendere un aperitivo o una birra: ora la gente ci

pensa due volte. Manca solo che aumentiamo ancora i prezzi delle bevande». E questo, in sostanza, era stato il grido d’allarme lanciato da Italgrob, la Federazione italiana dei grossisti e dei distributori di bevande, che a inizio anno aveva denunciato la sequenza dei nuovi listini maggiorati da parte delle grandi aziende produttrici di bevande, subito dopo la scadenza del periodo di tregua sui prezzi, decretato dal Governo. Il timore di Italgrob, che con oltre 700 affiliati rappresenta il 40% della distribuzione indipendente Horeca, era che l’aumento dei prezzi si scaricasse immediatamente sul consumatore finale. Cosa che finora non è avvenuta, perlomeno in maniera massiccia, come confermano anche dal Bar Al 2002 di Como (“Noi finora abbiamo tenuto i prezzi fermi”) e dall’Apollo Bar di Varese («Aumenti? Ancora no, ma non sappiamo fino a quando»). Italgrob, d’altra parte, si era già detta disponibile a non applicare rincari per tutto il 2005, purché i produttori non imponessero aumenti all’origine e ora si sta cercando di tamponare la situazione, anche con iniziative promozionali che mirano a rilanciare il comparto delle bevande fuori casa.

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i capita spesso di telefonare e di essere messi in attesa, la risposta nella maggior parte dei casi è “Attenda un attimo…”. Qualcuno osa di più e dice “un attimino”, come se l’attimo fosse allungabile o riducibile. E’ comunque preferibile chi dice un attimino, anche se grammaticalmente non corretto, perché tende a minimizzare il disagio dell’interlocutore piuttosto di chi dice un attimo intendendo così dire aspetta punto e basta. Ma quali sono le risposte attese da un interlocutore? Quella di sentirsi dire “aspetti un attimo?” Attimi che spesso diventano lunghissimi secondi che sembrano minuti. No, non credo; credo che la risposta d’attesa possa essere: Glielo passo subito, non importa se è fattibile o meno, conta l’impegno e cioè “Sei gradito, farò il possibile per metterti in contatto quanto prima alleviandoti il fastidio dell’attesa”. Io credo che questa nostra Vita sia fatta di attimi e gli attimi siano preziosi. In un attimo concepisci un figlio, in un attimo lasci la vita, in un attimo ti innamori, in un attimo strappi un successo o hai un’idea che ti cambia l’esistenza o ancora per un attimo non trovi più posto al ristornate o perdi il posto auto al parcheggio. Successi e insuccessi della nostra vita sono legati a questo attimo che per i fatalisti è trovarsi al posto giusto al momento giusto, per i pragmatici è l’abilità di riconoscere con tempestività le occasioni che la Vita ci regala. Non sottovalutiamoli questo attimi, sono importanti più di quanto pensiamo, impariamo a riconoscerli, sperando che al telefono quando chiami tu non ti senta ancora rispondere “Attenda un attimo…” . Bello sarebbe se… Donato Losa donatolosa@libero.it

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Prosit! 140 mila operatori si incontrano a Verona riferimento per il comparto, che ha aiutato a crescere, a farsi conoscere e a raggiungere vette di eccellenza sulle piazze più importanti (Stati Uniti), e ora sta investendo anche su quelle del futuro, come Cina e India. All’edizione di quest’anno partecipano circa 4.200 espositori da più di 30 Paesi, su una superficie netta, superiore ai 70mila metri quadrati. Sono attesi, come lo scorso anno, 140mila operatori professionali da 90 nazioni. La rassegna, accanto ai tradizionali appuntamenti, presenta una serie di importanti novità. Innanzitutto l’ampliamento del quartiere espositivo: vicino al padiglione 8 verrà allestita una tensostruttura di 16mila metri quadrati (padiglione 10), suddivisa equamente tra Vinitaly e Sol, Il Salone internazionale dell’Olio di oliva vergine ed extravergine, che si svolge in contemporanea. E già è previsto che dal 2006, in base alle linee guida del Piano industriale di sviluppo dell’Ente, questa struttura verrà sostituita da un nuovo padiglione espositivo, la cui realizzazione si inserisce nel più generale programma di riqualificazione urbanistica della Fiera. Ecco, di seguito, una serie di iniziative che

La rassegna leader del settore si apre su 70 mila metri quadri e accoglie 4.200 espositori in arrivo da tutto il mondo

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uella che si apre il 7 aprile è una manifestazione sempre più selettiva, internazionale, al servizio delle aziende e dell’intera tipologia di operatori dell’universo vinicolo, siano essi produttori, importatori, distributori, ristoratori o professionisti del comparto: la 39ª edizione di Vinitaly, il Salone internazionale del Vino e dei Distillati, non solo è diventata la manifestazione leader mondiale del settore, un marchio riconosciuto che contribuisce a promuovere il meglio delle etichette made in Italy, ma rappresenta ormai uno strumento commerciale indispensabile per le imprese, che riescono a raggiungere i vari segmenti di mercato grazie a una rassegna realizzata per promuovere il meglio dei vini nazionali ed esteri. Non è un caso se il Vinitaly è da quasi quarant’anni il punto di

Il Salone Internazionale: orari, parcheggi e servizi Quando: da giovedì 7 a lunedì 11 aprile 2005. Dove: nel Quartiere espositivo della Fiera di Verona, a 4 minuti dal casello Verona Sud dell’Autostrada A4 e a circa 4 minuti dalla stazione ferroviaria, a 3 Km. dal centro città. Orario: dalle ore 9.00 alle ore 19.00 Ingresso: San Zeno (Sud) e Cangrande (Est). Modalità d’ingresso: riservato agli operatori del settore con pre-registrazione. Servizi nel quartiere: ristoranti, tavola calda, bar, servizi congressuali, assicurazioni, posto telefonico pubblico, noleggio telefoni cellulari, ufficio postale, Polizia, Carabinieri, banche, giornali, fotocopie, deposito bagagli. Check in (all’ingresso Cangrande) con servizio navetta Fiera/Aeroporto (solo per passeggeri con bagaglio a mano). Come arrivare: in auto, A4 Torino-Milano-Trieste (Ufficio Informazioni, Numero Verde: 167-012812), A22 Modena-Brennero. L’uscita più vicina al quartiere fieristico è Verona Sud (per chi viene dall’A4) e Verona Nord (per chi viene dall’A22). Per chi viaggia in treno, la Stazione FS di Verona Porta Nuova (FS informa, 1478 88088, orario 7-21). Per chi arriva a Verona in aereo, l’aeroporto “Valerio Catullo” (Ufficio Informazioni Passeggeri: 045-809.5666). Parcheggi: Saranno riservati, come lo scorso anno, vari parcheggi nel quartiere e vicino al quartiere, in modo da consentire un accesso veloce alla struttura. Agli espositori sono stati riservati anche l’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo (2.000 posti auto), degli ex Magazzini Generali di fronte alla Fiera (1.000), il nuovo parcheggio multipiano di Viale dell’Industria (2.000), l’area dell’ex Macello, contigua al multipiano (500 – riservati agli espositori di SOL ed Enolitech), e la porta F (via Scopoli) di accesso al quartiere (140), per un totale di 5.640 posti auto. L O M B A R D I A A TAVO L A

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d’Europa illustreranno le virtù dei loro vini con la guida di sommelier di fama internazionale. Al Vinitaly 2005, infine, grande spazio alla partecipazione dei più importanti operatori specializzati di ogni categoria. Per questo verrà riproposta la Vip Lounge Vinitaly, con annesso Buyers’ Club Vinitaly, un luogo riservato e tranquillo nel quale sarà possibile programmare e concludere affari in assoluto relax. Verrà anche replicata l’operazione “identificazione” da parte degli espositori: tutti gli operatori, suddivisi in macro-categorie, riceveranno all’ingresso un badge di riconoscimento per permettere alle aziende di capire chi si troveranno di fronte agli stand. Tra gli appuntamenti classici, da segnalare il Concorso Enologico Internazionale (29 marzo 4 aprile), l’International Packaging Competition (18 marzo 2005), riservato alla veste estetica dei vini, il Premio Internazionale Vinitaly, creato da Veronafiere come riconoscimento ai personaggi o alle aziende italiane ed estere arrivate a ricoprire, grazie alla loro attività, ruoli di eccellenza nella produzione enologica mondiale e l’International Wine and Spirit Competition che assegna il premio di Communicator of the Year a quanti operano nel settore dei media e della comunicazione e che si sono distinti nella divulgazione della cultura enologica, viticola e dei prodotti della distillazione.

accompagnano tutta la durata del Vinitaly. In collaborazione con Ardi, Associazione internazionale dei ristoranti d’Italia, Veronafiere lancia il Concorso Internazionale Migliore carta dei vini, riservato ai ristoranti italiani di qualità all’estero. Il premio viene assegnato sulla base della valutazione dell’intera attività di servizio nei confronti della clientela che un ristorante svolge presentando un vino: la proposta delle etichette, la chiarezza nella loro identificazione, la completezza della gamma dei vini, la varietà, la tipologia di servizio al tavolo, la trasparenza nell’indicazione del prezzo. Quattro sono le categorie individuate dal concorso: la migliore Carta dei vini, quella più creativa, la migliore selezione italiana, il servizio più innovativo. Di notevole interesse si preannuncia anche il Wine & Food Paring, un’iniziativa organizzata con l’Associazione giovani ristoratori d’Europa nel corso della quale quattro chef, provenienti da Francia, Lussemburgo, Olanda e Belgio, abbineranno ai vini italiani i piatti della loro cucina.Sono previsti due eventi-degustazione per ogni giorno di manifestazione, tranne la giornata inaugurale del 7 aprile, in cui ce ne sarà solamente uno il pomeriggio. Inoltre, per difendere i vitigni legati al territorio di riferimento e combattere “l’omologazione internazionale del gusto”, Vinitaly e l’Associazione della sommelleria internazionale, realizzano, al padiglione 10, I viaggi di Gulliver, una degustazione in cui aziende di varie regioni

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Beccalossi: «La tracciabilità dei vini scommessa vinta in Lombardia» L’assessore regionale all’Agricoltura spiega la crescita del comparto. Per il secondo anno consecutivo le aziende lombarde sono al Palaexpo del Vinitaly

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er il secondo anno consecutivo i “Vini di Lombardia” potranno essere apprezzati all’interno della rinnovata struttura in muratura del Palaexpo (fino allo scorso anno conosciuto come World Trade Center), una soluzione ispirata ai criteri del comfort e dell’accoglienza. Raggiungere il Palaexpo è semplice grazie alle quattro scale mobili, esterne al palazzo, che offrono al pubblico il piacere di una visione panoramica della fiera. All’interno della struttura, oltre ad una nuova e moderna sala stampa, opererà il punto d’informazione di Radio Number One che quotidianamente informerà i

propri ascoltatori sulle cinque giornate fieristiche, «Vino in Lombardia è a tutti gli effetti, e senza timore di smentita, sinonimo di assoluta qualità. Per questo la nostra attenzione è sempre più rivolta alla salvaguardia e alla certificazione dell’uva, oltre che alla rintracciabilità del prodotto. Un modo d’agire, il nostro, che sta producendo risultati importanti e concreti: il 100% della viticoltura lombarda è situata in zone a Denominazione d’origine, e l’80% delle bottiglie di vino della nostra regione sono Doc o Docg». Così Viviana Beccalossi, vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, rappresenta lo spirito con cui oltre mille etichette lombarde, in rappresentanza di circa 200 aziende, sfileranno al Vinitaly di Verona. Uva certificata e rintracciabilità sono le nuove frontiere dei vini lombardi? Certamente. Anche questa scommessa sta per essere vinta. In

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Lombardia, attraverso regole chiare e ben precise, siamo in grado di disegnare un percorso che parte dalla vigna per arrivare alla bottiglia. E tutto ciò senza dimenticare che nella regione si producono 85 milioni di bottiglie ogni anno su 23.000 ettari di territorio censiti. Gli addetti che operano nel settore sono oltre 15 mila. Un settore, quello vitivinicolo lombardo, caratterizzato oggi da numeri importanti e da un altissimo livello qualitativo con la presenza di 15 vini Doc e di 3 Docg. Non dimentichiamo che nel 2004, con un fatturato di oltre 760 milioni di euro, la Lombardia si è confermata leader nella produzione di vini di qualità. Questo è vero. Ma a decretare i successi della Franciacorta, della Valtellina, dell’Oltrepo sono stati anche le menzioni e i riconoscimenti assegnati dai massimi esperti del settore? I nostri vini, per fare un esempio concreto, hanno ottenuto quest’anno i “5 grappoli” dell’Associazione italiana

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sommeliers con ben quindici etichette: undici bresciane, due dell’Oltrepò, due della Valtellina. Ciò testimonia che nel comparto vitivinicolo i concetti di qualità ed eccellenza sono da qualche anno una realtà indiscutibile. I nostri produttori, coadiuvati dall’As.co.vi.lo. e dai singoli Consorzi, hanno capito che la strada da percorrere è soltanto una: quella dell’eccellenza. Come si lega il rapporto tra il prodotto vino e il territorio? Stiamo investendo molte risorse nel territorio. Un impegno economico, professionale ed umano che fa da volano anche ad altri aspetti da sviluppare ulteriormente. Un esempio concreto è quello del turismo del vino: bisogna puntare sulla capacità complessiva del territorio di saper organizzare la propria offerta, che si basa non sulla

qualità del vino e dei prodotti tipici, ma su una complessiva qualità diffusa del sistema territoriale che dev’essere realizzata attraverso il concorso delle diverse istituzioni, pubbliche e private. La Regione può e deve svolgere, in questo contesto, un ruolo centrale, non solo sollecitando il governo centrale ad una maggior attenzione su questi temi, ma soprattutto cercando, di concerto con gli Enti locali e tutti gli attori coinvolti, di incidere direttamente sulla politica dell’offerta nel suo insieme. Per concludere ricordiamo che per la 39ma edizione del Vinitaly una delle novità più significative è rappresentata dall’ampliamento dell’area espositiva attraverso la realizzazione di una tensostruttura di 16 mila mq. vicina al padiglione 8: la metà, 8 mila mq., saranno riservati al Vinitaly e gli altri 8 mila al Sol, il

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La copertina di Lombardia a Tavola del marzo 2004 dedicata alla novità dei nuovi padiglioni espositivi della Lombardia alla fiera Vinitaly

Salone internazionale dell’olio di oliva vergine ed extra vergine, che si svolge in contemporanea.

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Marino Fioramonti


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200 aziende, 1000 etichette nel Palalombardia al Vinitaly Tutto pronto per la presenza al Palalombardia, l’ampio e il più confortevole padiglione della Fiera veronese. Viviana Beccalossi: «Qualità certificata lungo tutta la filiera»

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ovrebbe essere chiamato Palalombardia e non più Palaexpo. La battuta è di Viviana Beccalossi, vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, riferendosi al fatto che, per il secondo anno consecutivo, al Vinitaly di Verona, i ‘Vini di Lombardia’ potranno essere apprezzati all’interno della rinnovata struttura in muratura del Palaexpo, una soluzione ispirata ai criteri del comfort e dell’accoglienza. Raggiungere il Palaexpo è semplice, grazie alle quattro scale mobili che corrono esternamente al palazzo, offrendo al pubblico anche il piacere di una visione panoramica della fiera. All’interno della struttura, oltre ad una nuova e moderna sala stampa, opererà il punto d’informazione di Radio Number One che quotidianamente informerà i propri ascoltatori sulle cinque giornate fieristiche (7-11 aprile). Saranno 200 le aziende vitivinicole lombarde presenti, per un totale di circa mille etichette. «Il vino in Lombardia è a tutti gli effetti, senza timore di smentita, sinonimo di assoluta qualità. Per questo – ribadisce Viviana Beccalossi - la nostra attenzione é sempre più rivolta alla salvaguardia e alla certificazione dell’uva, oltre che alla rintracciabilità del prodotto. Un modo d’agire che sta producendo risultati importanti e concreti: il 100% della viticoltura lombarda è situata in zone a Denominazione d’Origine e l’80% delle bottiglie di vino sono Doc o Docg. Il settore vitivinicolo lombardo è caratterizzato da severi disciplinari di produzione, basati su regole chiare e

precise, per un percorso che parte dalla vigna e arriva alla bottiglia». «Nella regione – ricorda Vittorio Ruffinazzi, presidente dell’Associazione Consorzi Vini di Lombardia - si producono oltre 85 milioni di bottiglie a denominazione d’origine controllata, ogni anno, su 23.000 ettari di territorio censiti. Gli addetti che operano nel settore sono oltre 15.000. Un settore, quello vitivinicolo lombardo, caratterizzato oggi da numeri importanti e da un altissimo livello qualitativo con la presenza di 15 vini Doc e 3 Docg». Nell’ambito della presentazione dei “Vini di Lombardia al Vinitaly 2005”, l’Associazione Italiana Sommelier sezione Lombardia, ha nominato il conduttore televisivo, il pavese Gerry Scotti, ‘sommelier ad honorem’. Un riconoscimento di cui erano stati insigniti nel 2004 il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, ed il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. «Credo che nessuno meglio di Gerry Scotti potesse diventare testimonial vincente degli ottimi vini di Lombardia – aggiunge Viviana Beccalossi -. In un’indagine conoscitiva svolta due anni fa da un istituto specializzato per conto della Regione, Gerry Scotti é stato

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indicato spontaneamente e nettamente dal 16% dei lombardi intervistati come il personaggio pubblico più idoneo a promuovere i vini di qualità». Alle sue spalle il 2% ha segnalato Pippo Baudo, l’1,5% Fiorello e Roberto Benigni, l’1% Paolo Bonolis e Mike Bongiorno. E sempre in occasione della presentazione dei ‘Vini di Lombardia’ l’Assessorato all’Agricoltura, attraverso la sua testata di informazione ‘Lombardia Verde’ e una giuria presieduta da Lorenzo Del Boca, presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, ha consegnato al cantautore bresciano Omar Pedrini e al presidente del Consorzio Franciacorta, Ezio Maiolini, il Premio “Spiga d’Oro Lombardia” per aver contribuito a valorizzare e comunicare a livello nazionale ed internazionale la positività del settore agricolo e agroalimentare lombardo.

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Appuntamento obbligato per i vini di Lombardia Per Vittorio Ruffinazzi, presidente di Ascovilo, Verona resta «irrinunciabile per la promozione in tutto il mondo» a fianco di Bordeaux, Düsseldorf e Milano

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scovilo farà come di consueto il coordinamento dei vari Consorzi di tutela dei vini lombardi e ne curerà la comunicazione generale al prossimo Vinitaly, che si terrà dal 7 al 15 aprile a Verona. Lo ha confermato il presidente Vittorio Ruffinazzi, al vertice anche della Cantina sociale di Casteggio e del Consorzio dell’Oltrepò pavese. Abbiamo sentito Ruffinazzi alla vigilia della manifestazione veronese. «Oggi la politica agricola non è più svolta dal ministero competente ma dall’Unione europea e dalle Regioni. Nel caso della Lombardia, noi operiamo in stretto rapporto con l’assessorato regionale all’Agricoltura e la nostra attività si svolge attraverso i

dodici Consorzi di tutela, di cui sei provinciali. Il fatto di avere una tale varietà di vitigni in aree molto diverse e con climi molto differenti, ci permette di non identificare la regione con un solo vino, ma, appunto, con una varietà d’offerta che non ha eguali. La vitivinicoltura lombarda è caratterizzata da una articolata gamma di ambienti produttivi nei quali hanno trovato insediamenti ottimali decine di vitigni, alcuni autoctoni, sopravvissuti alla fillossera, malattia della vite che distrusse l’80% delle coltivazioni lombarde alla fine dell’Ottocento, altri importati da oltre un secolo». Ruffinazzi, che cosa vi aspettate dal prossimo Vinitaly? «Il rapporto che noi abbiamo con l’Ente Fiera ci permetterà di trovare spazi per promuovere il vino lombardo in tutto il mondo. Per questo la nostra partecipazione al Vinitaly è irrinunciabile, come lo sarà in futuro al Vinexpo di Bordeaux, al Pro-wine di Düsseldorf, al Mi-Wine e all’Expo dei sapori di Milano. Siamo anche attivi nella comunicazione, sia istituzionale, con libri, dépliant e materiale vario, sia mirata ai target». Dal primo febbraio di quest’anno tutti gli spumanti Metodo Classico prodotti in Italia possono utilizzare, per legge, anche se non facenti capo all’Istituto, la denominazione di Talento. Qual è la vostra posizione? «Con Talento viene definitivamente messo in atto un riconoscimento ministeriale, anche se volontario, alla denominazione di un VSQ o VSQPRD. Certamente non sarà così semplice far sì che Talento entri nell’uso comune in sostituzione di Metodo Classico, ma certamente è il primo passo verso una posizione chiara e finalmente identificativa del Metodo Classico rispetto al generico nome Spumante, ormai legato di fatto al metodo Martinotti, che è come dire che Spumante identifica ormai solo Asti e Prosecco».

Vittorio Ruffinazzi, presidente di Ascovilo L O M B A R D I A A TAVO L A

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Franciacorta Via G. Verdi, 53 - 25030 Erbusco (Bs) tel. 030 7760477/7268008 fax 030 7760467 mail: consorzio@franciacorta.net www.franciacorta.net Presidente: Ezio Maiolini Direttore: Adriano Baffelli Aziende associate: 140 area vitata globale: ettari 2.150 volumi totali, vendemmia 2004: hl 126.900. I vini Doc e Docg: Franciacorta Docg (spumante metodo tradizionale); Terre di Franciacorta bianco, Terre di Franciacorta rosso. Igt: Sebino rosso (tra cui il Novello) e bianco, Sebino Passito. Il consorzio tutela le bollicine e i vini fermi che sono ormai noti in tutto il mondo. Un recente riconoscimento della Ue decreta al suo spumante l’autorevolezza di indicare in etichetta semplicemente il termine “Franciacorta”, senza nessuna altra menzione specifica, neppure i già prestigiosi termini Docg e Doc. Se la prima produzione di spumante metodo classico con rifermentazione in bottiglia data dai primi anni Sessanta, visti i risultati eccellenti in termini qualitativi, già nel 1967 viene sancita una legge che autorizza la produzione del Franciacorta Doc nelle versioni Bianco, Rosso e Spumante. Allo scopo quindi di tutelare, valorizzare e promuovere la vitivinicultura della regione e gli interessi delle aziende, nel 1990 viene costituito il Consorzio Franciacorta. Nel 1993, grazie alle azioni promosse dal Consorzio, è modificato il disciplinare della Doc, e viene così sancito che il nome Franciacorta sia esclusivamente riservato al vino a lenta fermentazione in bottiglia. Ultimo grande traguardo è il decreto del 1° settembre 1995 che vede il Franciacorta, unico brut italiano a rifermentazione in bottiglia, a ottenere ufficialmente la Docg (Denominazione di origine controllata e garantita). In concomitanza con il prestigioso riconoscimento nasce una nuova Doc, Terre di Franciacorta, riservata ai vini tranquilli bianco e rosso prodotti nella stessa zona.


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Caveau e Bonarda Così l’Oltrepò espone le sue due anime

Lugana Via Marconi, 2 25019 Sirmione (Bs) tel e fax 030 916171 mail: consorziolugana@libero.it sito Internet: www.gardanotizie.it Presidente: Paolo Fabiani

«N

tinte raffinate e un tocco di mistero per el Vinitaly 2005 l’Oltrepò si un’ambiziosa realtà che non è ancora, ma presenta con due anime e un sarà fra breve: nel Caveau troveranno posto i corpo. Il corpo è quello del vini migliori delle migliori annate, in un Consorzio Vini dell’Oltrepò: 230 associati, “archivio” del bello e del buono che nasce in 13.600 ettari Doc, 65 milioni di bottiglie, Oltrepò. Vini da ricordare, da tramandare alla cioè la terza zona d’Italia e la prima in storia, preziosi e unici. Vini “della memoria” Lombardia per superficie a vigneto. Le sue a cui legare eventi pubblici e privati di due anime, invece, sono quella della grande significato emozionale, vini che sono tradizione e quella dell’avanguardia, già di per sé storia e che costruiranno, rappresentate da due diverse scelte bottiglia su bottiglia, la storia vinicola espositive: da una parte la scenografia dell’Oltrepò». dedicata al Bonarda (il vino “naturalmente Per fissare nel tempo l’essenza del vino vivace” e “naturalmente Oltrepò”), dall’altra nel suo senso più profondo, nessun colore e quella dedicata al Caveau, raffinato progetto luci mirate alla degustazione. Conclude il per uno scrigno del tempo, destinato a riunire direttore del Consorzio: i vini gioiello dell’Oltrepò». «Poche immagini di forte A parlare è Carlo Alberto impatto, così si presenterà Panont, direttore del Consorzio, lo spazio espositivo del al quale abbiamo chiesto come Caveau d’Oltrepò a si presenterà l’Oltrepò al Vinitaly 2005» Vinitaly. «Il Bonarda, simbolo di Insomma, diverse dinamismo, colore e vivacità, ambientazioni per attori sarà interpretato da luci, tinte, diversi. Bonarda fa rima movimento e un tocco di con fantasia, creatività, sorpresa. Tutto in bella vista e musica incisiva, inventiva, tanto spazio per le degustazioni Carlo Alberto Panont, direttore giovani, suoni e per le visite guidate attraverso i del Consorzio vini dell’Oltrepò sorprendenti; atmosfera; progetti promozionali messi a Caveau è per intenditori, curiosi ed estimatori punto dal Consorzio in questi mesi. del vino, per chi è sensibile a ciò che resta Insomma, Bonarda Style, ma non soltanto: nel tempo che va, per chi ama il silenzio da l’anima più creativa del Consorzio si farà gustare e assaporare a piccoli sorsi. Ma anche portavoce di tutto quel che è fermento, il Caveau, figlio dello stesso Oltrepò, da cui azione e movimento nel territorio di colli e nasce il dinamico Bonarda, riserva una colline, più vocato alla vitivinicoltura in sorpresa stimolante e stuzzicante, da scoprire Lombardia». durante le degustazioni condotte fra sfida e «Non lontano dallo spazio del fantasioso mistero. E tutte da vivere, dal 7 all’11 aprile, Bonarda - prosegue Panont - sarà allestito al Padiglione Lombardia, Vinitaly,Verona. quello del Caveau d’Oltrepò. Toni eleganti,

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aziende associate: 99 area vitata globale: ettari 700 volumi totali, stima vendemmia 2003: quintali 70.000 i vini Doc: Lugana, Lugana Spumante

Ente vini Bresciani V.le Bornata, 110 25123 Brescia Tel. 030 364755 Fax 030 364775 mail: info@entevinibresciani.com www.entevinibresciani.com Presidente: Emilio Alberto Pancera Direttore: Pierluigi Villa Questo Ente rappresenta e gestisce gli interessi generali comuni delle Doc: Botticino, Capriano del Colle, Cellatica, Garda Classico/S.Martino della Battaglia e rappresenta istituzionalmente anche la Docg Franciacorta e le Doc Terre di Franciacorta e Lugana. Consorzi che in ogni caso hanno una propria autonomia e assieme coprono un’area vitata di 3.000 ettari da cui si realizza una produzione media di vino di circa 180.000 ettolitri. Inoltre, l’Ente ha al suo interno un efficiente Centro Vinicolo, fruibile dagli associati, per la sperimentazione e la ricerca.


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La Franciacorta ci crede Crescono le aziende che si mettono in mostra D

al 7 all’11 aprile la Franciacorta sarà presente al Vinitaly 2005 con un’ampia area che ospiterà il Consorzio per la tutela e una cospicua rappresentanza dei produttori associati. Infatti, nel rinnovato padiglione della Regione Lombardia, su una superficie di 512 mq., saranno situati gli stand di 28 aziende della Franciacorta che, creati e disegnati appositamente, consentiranno di avere una visibilità ancora maggiore e un’immagine elegante, raffinata, ricca di fascino. «Quest’anno le aziende associate al Consorzio che parteciperanno al Vinitaly in area consortile - afferma Adriano Baffelli, direttore del Consorzio per la tutela del Franciacorta sono sei in più dello scorso anno: tra queste alcune hanno deciso di abbandonare le loro posizioni storiche in altri padiglioni preferendo la partecipazione collettiva. Sicuramente si tratterà di una presenza rappresentativa e qualificata, che consentirà alla Franciacorta di avere un forte impatto d’immagine, di incrementare i rapporti commerciali acquisendo ulteriori spazi anche in nuovi mercati, di comunicare, valorizzare e fare conoscere ancora meglio il Franciacorta. L’incremento di presenze dei nostri produttori alla manifestazione veronese continua Baffelli - testimonia come l’evento sia vissuto e considerato un’importantissima ribalta per fare conoscere ed Adriano Baffelli apprezzare i nostri prodotti». Conclude il direttore del Consorzio: «È sempre più ampio e qualificato il consenso che i nostri vini riscontrano sul mercato italiano e su quelli internazionali, grazie a prodotti di

assoluta eccellenza sotto il profilo della qualità. E questo è stato confermato anche dagli ultimi dati del 2004, anno da incorniciare per il Franciacorta che ha registrato vendite per 5,3 milioni di bottiglie, con un incremento di oltre il 12% rispetto al 2003». Anche la vendemmia 2004 ha avuto un andamento altamente positivo. Ci sono tutte le premesse per ottenere cuvée con caratteristiche che garantiscono il raggiungimento dell’alta qualità, e conseguentemente il raggiungimento, da parte dei produttori, di ambiziosi traguardi in termini di riconoscimenti e di penetrazione sul mercato. Vinitaly sarà anche l’occasione per presentare la sesta edizione del Festival del Franciacorta, organizzato dal Consorzio il 17, 18 e 19 settembre 2005, e diventato ormai uno degli appuntamenti più importanti nel calendario annuale del settore vitivinicolo nazionale.

I produttori presenti Al secondo piano del Palaexpo si potranno visitare gli stand delle aziende aderenti al Consorzio Franciacorta: Antica Cantina Fratta, Azienda agricola Boschi, Barboglio de Gaioncelli, Bonomi Tenuta Castellino, Borgo la Gallinaccia, Bredasole, Cà del Bosco, Cantina Ziliani Chiara, Cantine Berardi, Conti Bettoni Cazzago, Cornaleto, Faccoli, Ferghettina, Fratelli Berlucchi, Gatta-Le Cantorie, Gatti, Il Mosnel, La Montina, Lantieri de Paratico, Le Marchesine, Lo Sparviere, Majolini, Mirabella, Ricci Curbastro, Ronco Calino, San Cristoforo, Vezzoli Giuseppe, Vezzoli Ugo. Complessivamente, le ditte presenti al Vinitaly saranno 36: in altri padiglioni, infatti, esporranno con proprio stand anche Barone Pizzini, Bellavista, Cà del Bosco, Contadi Castaldi, Castel Faglia, Fratelli Muratori, Montenisa, Monte Rossa, Uberti.

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Valtellina Vini Valtellina via Piazzi, 23 23100 Sondrio Tel 0342 200871 Fax 0342 358706 mail: info@valtellinavini.com www.valtellinavini.com Presidente: Casimiro Maule Direttore: Carlo Alberto Panont associati: 1.064 viticoltori, 12 aziende vitivinicole, 15 case vinicole, 1 cantina cooperativa area vitata globale: 1.250 ettari volumi totali, vendemmia 2003: 19.657 hl. I vini Doc e Docg: Valtellina, Valtellina Superiore Docg (Sassella, Grumello, Inferno e Vagella), Valtellina Sforzato Docg Igt Terrazze Retiche. Da rimarcare la notevole attività promozionale del Consorzio dei vini Valtellina sia in Italia (convegni, dibattiti, degustazioni a confronto con vini similari di altre regioni), sia all’estero. Pensiamo al comarketing promozionale con l’Ente risi in Gran Bretagna, a seguito del quale nei locali londinesi, ad esempio, la gamma dei vini valtellinesi - a partire dallo Sforzato - hanno incontrato un grande successo sia fra i gourmet sia fra i giovani. Per quanto riguarda questo Consorzio, nato nel ’76, è opportuno sottolineare una peculiarità che gli omologhi in tutta Italia non possiedono: è l’unico esempio che rappresenta indistintamente tutte le aziende presenti sul territorio della provincia di Sondrio e della Valposchiavo. Particolare affatto trascurabile che sottende la forte credibilità che gli operatori del settore nutrono per questa forma di associativismo teso non solo a tutelare gli interessi dei singoli, ma soprattutto l’immagine e la qualità dei loro prodotti, ossia delle loro fatiche quotidiane. Ragguardevoli, infatti, pur con la limitatezza dell’area e dei volumi, le esportazioni che mediamente ammontano ormai a oltre il 30%, toccando tutto il Nord Europa, gli Stati Uniti e il Giappone, mercato decisamente in crescita



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Le viti della Valtellina? Patrimonio dell’Unesco A Verona la richiesta d’iscrizione dei terrazzamenti vitati come patrimonio mondiale dell’umanità

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a partecipazione al Vinitaly rappresenta una tappa obbligata nel programma annuale dell’attività del Consorzio di tutela vini di Valtellina, da tempo tutte le aziende vitivinicole della provincia di Sondrio associate - dichiara il direttore del Consorzio, Carlo Alberto Panont - sono protagoniste nell’ambito della rassegna veronese che propone la selezione del panorama enologico mondiale». Per l’edizione 2005 di Vinitaly, la 39esima, verrà riconfermata l’immagine unitaria di una terra di montagna e dei suoi rossi Docg Valtellina Superiore e Sforzato delle fantastiche vendemmie 2001 e 2002. «Da sottolineare - aggiunge Panont che soprattutto il 2002 è stata un’annata poco positiva in tutta Italia ma eccellente in Valtellina. Questi rossi dal grande carattere sono prodotti con uve Nebbiolo maturate nei vigneti terrazzati e sono sinonimo di qualità e valorizzazione del territorio. Quest’anno, inoltre, la Valtellina, attraverso “ProVinea”, associazione senza fine di lucro nata con lo scopo di tutelare l’ambiente viticolo terrazzato della Valtellina, si presenta a Verona con la richiesta ufficiale d’iscrizione, come

patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, dei terrazzamenti vitati come “paesaggio culturale evolutivo vivo”. Numerosi sono i vitigni autoctoni presenti da secoli in Valtellina, ma il Nebbiolo, detto qui anche “Chiavennasca”, è la varietà prescelta storicamente e, attualmente, copre il 95% del territorio vitato. Pignola è un altro vitigno che concorre all’uvaggio nella produzione dei vini classici di Valtellina, ai quali conferisce colore e sapidità (gusto di nocciola). E’ conosciuto anche con i nomi di Pignola Valtellinese, Pignolo Spanna o Pignolo Spano. Si tratta di un vitigno di origine piemontese, coltivato già nel XVI secolo. Rossola è un’uva a maturazione tardiva, conosciuta anche con i nomi di Rossera, Rossola nera o Rossolo. Il grappolo maturo è di dimensione mediopiccole, cilindrico oppure piramidale, spesso con un grappolino peduncolare sviluppato. Tra gli altri antichi vitigni, da segnalare il Bressana (ovvero Bresciana, trattandosi di una varietà tipica della viticoltura delle aree a ovest di Brescia e a sud del Garda), il Corvino (coltivato quasi esclusivamente nella zona di Ponte Valtellina) e il Merlina, che fornisce uva e succo pigmentato utilizzato per contribuire alla colorazione del mosto. Di utilizzo non dissimile le uve del Negrello, coltivato nel comune di Sondrio, e del Tintorello, apprezzato per la resistenza all’oidio, il cosiddetto “mal bianco” di molte piante.

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Valcalepio Via Bergamo, 10 24060 San Paolo d’Argon (Bg) Tel 035 953957 Fax 035 4272403 mail: ctv@valcalepio.org www.valcalepio.org Presidente: Bonaventura Grumelli Pedrocca Direttore: Sergio Cantoni aziende associate: 75 area vitata globale: ettari 210 volumi totali, vendemmia 2004, per le sole Doc: 10.000 hl Valcalepio Rosso, 2.000 hl Valcalepio Bianco, 150 hl Moscato Passito. Per Igt e vini da tavola, dati non disponibili. I vini Doc: Valcalepio rosso (Cabernet Sauvignon dal 25 al 60% e Merlot dal 40 al 75%), Valcalepio rosso riserva (con tre anni di invecchiamento e una gradazione di 12,5 gradi), Valcalepio bianco (Pinot Bianco e Chardonnay dal 55 all’80%, Pinot Grigio per la rimanente parte), Valcalepio moscato passito (vitigno autoctono Moscato di Scanzo coltivato in sei comuni, escluso Scanzorosciate), Igt Bergamasco. Tra gli eventi più importanti attuati dal Consorzio Tutela dei vini Valcalepio c’è sicuramente l’ottenimento, primi in Italia, della certificazione di prodotto. Da questa scelta si può capire l’importanza che ha per l’enologia bergamasca il consumatore: solamente stabilendo patti chiari, questo il credo imperante, è possibile evitare equivoci e mantenere nel tempo un rapporto duraturo e costante. Per dare un’immediata percezione dell’immagine del Valcalepio e del suo collegamento con il territorio, è stata fatta un’altra scelta importante: una bottiglia che rappresenti il prodotto, una bottiglia semplice, come semplici sono coloro che producono il vino. Una bottiglia con raffigurato il busto del condottiero Bartolomeo Colleoni, che contiene solamente il Valcalepio che ha superato la degustazione della commissione consortile.


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Valcalepio, la sorpresa Garda Classico c/o Ente Vini Bresciani V.le Bornata, 110 - 25123 Brescia tel. 030 364755 - fax 030 364775 mail: info@entevinibresciani.com www.entevinibresciani.com Presidente: Paolo Turina aziende associate: 144 area vitata globale: ettari 954,23 volumi totali, vendemmia 2004: quintali 22.715 La superficie delle tre Doc: Garda Bresciano, Garda classico, S. Martino della Battaglia non corrisponde alla realtà in quanto lo stesso vigneto (avendo base ampelografica uguale) può essere iscritto in tutti gli albi dei vigneti. Lo stesso dicasi per il numero di aziende iscritte. Con la fusione, avvenuta nel 1988, questo consorzio annovera anche il Consorzio San Martino della Battaglia attivo dal 1993 e conseguentemente vigila anche sulla medesima Doc la cui zona di produzione coincide parzialmente con quella del Lugana e del Garda classico comprendendo alcuni comuni bresciani e parte di Peschiera (Vr). I vini Doc: Garda classico bianco, Garda classico Chiaretto, Garda classico Groppello, Garda classico Groppello Riserva, Garda classico rosso, Garda classico rosso Superiore, Garda Bresciano Novello, San Martino della Battaglia, San Martino della Battaglia liquoroso.

È stato definito un vino che regala emozioni: a Verona il Consorzio vuole la giusta atmosfera

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l Valcalepio è la vera sorpresa di quest’anno, è un vino che cresce e regala emozioni, scrivono Paolo Massobrio e Marco Gatti nella loro Guida Critica & Golosa, aggiungendo che è questo il vino rivelazione del 2005. «E noi del Consorzio, rilancia il presidente Bonaventura Grumelli Pedrocca, vogliamo regalare agli amici che verranno a trovarci al nostro stand del Vinitaly altre emozioni, altre sorprese: vogliamo far sentire l’ospite a suo agio in un’atmosfera di allegria; ed è per questo che ogni giorno, un’ora al mattino e una al pomeriggio, offriremo dei piccoli spettacoli che comprendono anche della buona musica suonata dal vivo». Oltre 75 aziende associate, 219 ettari di area vitata globale, il consorzio ha prodotto nella vendemmia 2004 oltre 10 mila ettolitri tra Valcalepio Rosso, Valcalepio Bianco e Moscato passito, tutti vini doc che, primi in Italia, hanno ottenuto la certificazione di prodotto. Ed è in questa ottica di

particolare attenzione al consumatore che il Consorzio di tutela del Valcalepio ha messo in campo, per il Vinitaly, un’altra iniziativa che va nella direzione di accogliere e “coccolare” il più possibile l’ospite. Spiega ancora Grumelli Pedrocca: «Nel nostro punto di assaggio ci sarà sempre una persona che spiegherà il vino, la sua tradizione e le sue caratteristiche, illustrerà la storia della Valcalepio perché noi vorremmo che il pubblico capisca la particolarità del Valcalepio, anche partendo dal fatto che tutti i nostri associati presenti a Verona saranno raccolti in un grande stand unico, di circa 300 metri quadri. Il visitatore sarà in una specie di grande arena e non ci saranno problemi di accalcamento e di folla». Anche così il Consorzio Valcalepio cerca di mettere al centro della sua attività il consumatore e la particolarità del prodotto, un’iniziativa che fa il paio con quella già entrata a regime e che è basata sulla messa in commercio del Valcalepio che ha superato la degustazione della commissione consortile in una particolare bottiglia che lo rappresenta, e che porta raffigurato il busto di Bartolomeo Colleoni, condottiero del XV secolo, oggi uno dei simboli della città di Bergamo.

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Per i vini mantovani promozione coordinata Il presidente del Consorzio provinciale di tutela spiega perché è importante curare l’immagine

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abrizio Verona, presidente del Consorzio provinciale Tutela Vini Mantovani, illustra la partecipazione del suo Consorzio alla grande kermesse veronese: «In un momento di grande attenzione per il made in Italy agroalimentare, credo che la promozione e la comunicazione devono essere sempre più incisive e coordinate. Puntare sul Vinitaly per valorizzare le produzioni mantovane, con le sue tre Doc “Lambrusco Fabrizio Verona, Mantovano”, “Garda” e presidente Consorzio “Garda Colli Mantovani”, è provinciale Tutela Vini Mantovani per il Consorzio Tutela Vini Mantovani una scelta fondamentale. In questa importante rassegna, che vede presenti dodici aziende mantovane,

sono sicuro che tutti potranno trovare una significativa esposizione per apprezzare l’impegno dei viticoltori mantovani». Il Consorzio presieduto da Fabrizio Verona associa le due grandi realtà viticole presenti nella provincia, raggruppate nei rispettivi consorzi: quello dei Vini Colli Mantovani Doc, con 14 aziende associate per una superficie tutelata iscritta all’Albo dei vigneti di 325 ettari, e quello del Lambrusco Mantovano Doc, con 12 aziende associate per 375 ettari di superficie tutelata iscritta all’Albo dei vigneti. I vini Doc che aderiscono al Consorzio di tutela sono: Garda Colli Mantovani bianco, Garda Colli Mantovani Chardonnay, Garda Colli Mantovani Pinot bianco, Garda Colli Mantovani Pinot grigio, Garda Colli Mantovani Sauvignon, Garda Garganega, Garda Pinot bianco, Garda Pinot grigio, Garda Chardonnay, Garda Riesling, Garda Sauvignon, Garda Colli Mantovani rosso, Garda Colli Mantovani Chiaretto, Garda Colli Mantovani Merlot, Garda Colli Mantovani Cabernet, Garda Cabernet, Garda Cabernet Sauvignon, Garda Merlot Lambrusco Mantovano.

Dalla Valcamonica ecco il vino Camuno

Mille metri quadri per i vini bresciani

Il Consorzio volontario di Tutela del vino a indicazione geografica tipica Valcamonica, ultimo nato tra i consorzi associati all’Ente Vini Bresciani, riunisce i produttori del vino Camuno. Dice il presidente Matteo Mensi: «Sono vigneti coltivati in montagna in un ambiente incontaminato dove le viti crescono lontane dall’inquinamento, Matteo Mensi, salvaguardando i valori presidente Consorzio autentici del vino: lavoro, territorio, originalità, Igt Valcamonica biodiversità e tradizione di cui i vigneti di montagna sono una delle più alte e nobili espressioni. Vigneti realizzati dall’uomo attraverso un colossale lavoro durato secoli, che ha visto impegnate intere generazioni».

Spiega Emilio Alberto Pancera, presidente dell’Ente Vini Bresciani: «Al Vinitaly avremo a disposizione circa mille metri quadrati di esposizione e potremo mostrare con assoluta tranquillità i grandi progressi compiuti dall’enologia bresciana, che si caratterizza per un ottimo rapporto qualitàprezzo. Ogni anno produciamo circa 20 milioni di bottiglie e il 90 Emilio Alberto Pancera, presidente per cento sono Doc, dell’Ente Vini Bresciani quindi strettamente legate alla tipicità del territorio. Fa piacere, inoltre, come sta succedendo da noi, vedere nascere nuove aziende guidate da giovani appassionati alla viticoltura».

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Cellatica c/o Ente Vini Bresciani V.le Bornata, 110 - 25123 Brescia tel 030 364755 - fax 030 364775 mail: info@entevinibresciani.com www.entevinibresciani.com Presidente: Alessandro Milesi aziende associate: 42 area vitata globale: 42,57 ettari volumi totali, vendemmia 2004: 800 q.li i vini Doc: Cellatica, Cellatica Superiore

San Colombano Via Riccetto - Castello Belgioioso 20078 San Colombano al Lambro (Mi) tel 0371 898830 - fax 0371 201161 mail: info@sancolombanodoc.it www.sancolombanodoc.it Presidente: Daniele Gilberti Direttore: Marco Tonni aziende associate: 24, di cui 16 imbottigliatrici area vitata globale: 160 ettari volumi totali, vendemmia 2004: 15.545 hl i vini Doc: San Colombano rosso, San Colombano rosso Riserva, San Colombano bianco. i vini Igt: San Colombano bianco Collina del Milanese. A smentire l’antico detto che “a Milano non si fa vino”, le colline di San Colombano stanno a testimoniare come, findal tempo dei Benedettini e poi dei Visconti, a Milano si brindi con un vino prodotto in provincia, Doc dal 1984, il cui Consorzio con la scorsa vendemmia ha aggiunto le Doc bianco e il rosso Riserva.


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Consorzio Garda Classico debutta il Chiaretto 2004

Oltrepò pavese Piazza Vittorio Veneto, 24 27043 Broni (Pv) tel 0385 250261 - fax 0385 54339 mail: info@vinoltrepo.it www.vinoltrepo.it Presidente: Vittorio Ruffinazzi Direttore: Carlo Alberto Panont aziende associate: 225 area vitata globale: 14.000 ettari volumi totali, vendemmia 2004: 440.000 hl Vini Doc: Barbera, Bonarda, Buttafuoco, Cabernet Sauvignon, Pinot nero vinificato in rosso, Rosato, Rosso, Sangue di Giuda, Chardonnay, Riesling italico, Riesling renano, Sauvignon, Cortese, Malvasia, Moscato, Pinot grigio, Pinot nero vinificato in bianco, Moscato passito. Spumanti metodo Classico e metodo Martinotti. L’area, considerata unanimemente la “cantina della Lombardia”, malgrado i cali produttivi ha acquisito quel valore aggiunto dell’alta qualità che alcuni esperti hanno per parecchio tempo sottovalutato. Dall’elaborazione dei dati raccolti emerge che il 60% del prodotto Doc finisce in bottiglia direttamente in Oltrepò, il 15% viene ceduto in taniche superiori ai 2 litri e un 25% esce dall’Oltrepò in grandi recipienti diretti a centri d’imbottigliamento remoti. Alla luce di ciò si può sostenere che lo slogan “Qui il vino è il vino”, coniato nel lontano 1961 da Giovanni Ballabio, fondatore del Consorzio, è più che mai una concreta realtà, evidentemente ben percepita dai consumatori. Considerata la cospicua varietà dei vini che l’Oltrepò è in grado di proporre, fermo restando il rispetto dei disciplinari e i relativi controlli di filiera, è necessario che le peculiarità sia dei vini sia del territorio vengano evidenziate, come marketing vuole. La comunicazione, insomma, è più che mai uno strumento indispensabile per avere visibilità. Un esempio di questa presa di coscienza è il nuovo corso del trimestrale Vinoltrepò, house organ consortile. Valutato un buono strumento di comunicazione è stato potenziato in termini di contenuti e, in particolare, verrà allargata la circolazione riservata sino all’altro ieri ai soli associati. Il tutto per mantenere un collegamento sempre più stretto con i consumatori, privati o della

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ice Paolo Turina, presidente del Consorzio Garda Classico: «Il Vinitaly è, per le aziende del Garda classico, la prima importante vetrina in cui presentare il loro prodotto più esclusivo e accattivante: il Chiaretto. Con una veloce indagine presso gli associati, fatta in dicembre, a fermentazione appena conclusa, ho potuto cogliere il grande ottimismo circa la qualità della produzione 2004. Si è parlato di profumi eccezionali e di un grande equilibrio Paolo Turina, gustativo; presidente del Consorzio soddisfacenti la Garda Classico freschezza e la

sapidità. Uno dei motivi della buona riuscita del Chiaretto 2004 è, molto probabilmente, l’andamento climatico del mese di settembre, perfetto per la buona maturazione dei grappoli del nostro vitigno più importante: il Groppello. Gli acini serrati e la buccia sottile, necessitano di sole durante il giorno e fresco nella notte e, da fine agosto fino alla vendemmia, si sono verificate le condizioni meteorologiche ideali, prima per recuperare il leggero ritardo nella maturazione e poi, per far trovare ai vendemmiatori dei grappoli pressoché perfetti. Ora siamo alla prova dei fatti: durante il Vinitaly, vi sarà la possibilità, presso lo stand del Consorzio Garda classico, di verificare, attraverso degustazioni comparative, il valore del Chiaretto 2004».

Cresce l’identità dei vini Lugana P

aolo Fabiani, presidente del Consorzio di Tutela Lugana Doc, è fiducioso sulla buona riuscita della manifestazione veronese: «Il Vinitaly rappresenta una kermesse di portata mondiale. I vini Lugana rispondono all’appello e affrontano la nuova edizione 2005 con rinnovato vigore e dinamismo. Proveniamo infatti da una stagione particolarmente ricca di contenuti, in cui analisi scientifiche e promozione del marchio stanno andando nella stessa direzione: la difesa e la comunicazione capillare di una forte identità, quella del Lugana. Abbiamo fatto degustare i nostri vini in gallerie d’arte, abbiamo presidiato convegni e conferenze, ci stiamo muovendo verso la sponsorizzazione di attività culturali, attraverso una forte

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Paolo Fabiani, presidente Consorzio Tutela Lugana Doc

attività di comunicazione che tocca uno dei suoi punti cardine proprio con il Vinitaly. Vorrei ricordare le sagge parole del buon Veronelli, quando invitava a bere il Lugana giovane per goderne la freschezza, a bere il Lugana invecchiato di due o tre anni per goderne la completezza, a berne uno di dieci anni per rimanere stupefatti della composta autorevolezza». Conclude Fabiani: «Questo è il messaggio più alto che vorremmo arrivasse forte e chiaro con l’edizione Vinitaly 2005. Attraverso incontri e degustazioni mirati ci impegneremo affinché il concetto e la filosofia di fondo restino inalterati e trovino le migliori modalità d’espressione, attraverso i canali che il Vinitaly offre».

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photo massardi

MITI A CONFRONTO

OGNI ANNO, NELLE NOTTI FRESCHE DI SETTEMBRE, CON I PREZIOSI GRAPPOLI DI GROPPELLO, MARZEMINO, BARBERA E SANGIOVESE, RINASCE IL MITO DEL GARDA CLASSICO, IL CHIARETTO, SIMBOLO DI UN GRANDE TERRITORIO E DELLA SUA ANTICA MAGIA ENOLOGICA

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Poste Italia ne s.p.a. In caso - Sped di manc ato recap izion e in ito si restit Abbo name nto Posta uisca al le mitte nte che si D.L. 353/2003 impegna (conv. in a paga re la relatL. 27/02/2004 iva tassa n. . Edizi oni46) art. 1, comm Contatto a 1, srl - via DCB BERGAMO Croce tte, 16 - 2403 0

Mozzo (BG)

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Il Cellatica, grande vino di frontiera «Il Consorzio Cellatica Doc - dice il presicipalmente nelle trattorie della zona ed è dente Alessandro Milesi - sarà rappresencommercializzato soprattutto in provincia di tato al Vinitaly dall’Ente Vini Bresciani. Brescia, anche perché la produzione del Inoltre, alcune singole aziende saranno preVino Cellatica Doc, in questi ultimi 10 anni, senti con proprio stand, mentre ha subìto un ridimensionamento altre avranno in esposizione le piuttosto significativo: una quabottiglie in stand associati ad rantina di ettari a vigneto sono altri produttori. Lo scopo prinstati interessati da ristrutturazione cipale del Consorzio, in questi e riconversione. Molti agricoltori ultimi anni, è salvaguardare le della zona hanno riconvertito i produzioni migliori e incentivavecchi vigneti con uva re i produttori a un innalzamenChardonnay, per produrre il ben to del livello qualitativo dell’uva più famoso e remunerativo prodotta in vigna e del vino Franciacorta Docg». Conclude il imbottigliato. D’altra parte la presidente: «Per fortuna c’è un Alessandro Milesi produzione totale di bottiglie, progetto di recupero di una deciessendo abbastanza limitata, non necessita na di ettari attualmente incolti, intorno alle di particolari iniziative promozionali e il Colline della Stella e dei Campiani, all’interconsumo di questo tipico vino avviene prinno del Parco delle colline di Brescia»

Sulla strada del Moscato per scoprire la tradizione O

ltre il Vinitaly. Il Consorzio del Moscato di Scanzo (Bg) guarda avanti. «A giugno saremo pronti con una nuova grande iniziativa promozionale: partiremo con la “Strada del Moscato”, un percorso turistico che permetterà di scoprire le bellezze della zona di produzione del Moscato e nello stesso tempo di degustare i nostri vini, di provare i sapori di questa terra, di fermarsi a chiaccherare con i produttori». Così Paolo Bendinelli, 57 anni, presidente del Consorzio del Moscato di Scanzo, paese a pochi chilometri da Bergamo, spiega l’imminente partenza di un’iniziativa, che nelle intenzioni dovrà ulteriormente valorizzare la produzione Doc della zona, che l’anno scorso ha toccato le centomila bottiglie vendute. «E ne abbiamo vendute centomila perché centomila bottiglie siamo riusciti a produrre: se ne avessimo prodotte il doppio, le avremmo comunque vendute tutte. Ormai, i nostri associati ricevono le

prenotazioni sulle annate con grande anticipo». Nato nel 1993 come trasformazione dell’Associazione produttori Moscato di Scanzo, il Consorzio è stato riconosciuto con Decreto ministeriale nel 2000 e ha ottenuto la certificazione autonoma di Doc Moscato di Scanzo nel 2002, dopo essere stato sottosezione del Valcalepio passito. «In questi anni - spiega Bendinelli abbiamo valorizzato enormemente il prodotto e portato avanti un forte discorso di uniformità tra gli associati, per garantire sempre il massimo standard qualitativo, soprattutto tenendo conto del fatto che molti nostri associati sono piccoli e piccolissimi produttori, i cui vigneti, l’anno scorso, a luglio, sono stati messi in ginocchio da una forte grandinata». Dice ancora il presidente del Consorzio: «Ma ora per i nostri soci sono in arrivo gli indennizzi previsti per le calamità naturali, visto che il Consiglio dei ministri ha appena approvato il relativo decreto ministeriale. Come Consorzio abbiamo fatto il possibile, come stiamo facendo il possibile per portare a buon fine una nuova iniziativa culturale: aprire un piccolo museo in collaborazione con il Comune di Scanzo, con gli attrezzi e gli oggetti da sempre legati alla lavorazione dell’uva».

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Botticino c/o Ente Vini Bresciani V.le Bornata, 110 - 25123 Brescia tel 030 364755 - fax 030 364775 mail: info@entevinibresciani.com www.entevinibresciani.com Presidente: Claudio Franzoni aziende associate: 30 area vitata globale: 43,21 ettari volumi totali, vendemmia 2004: 2.200 q.li i vini Doc: Botticino, Botticino Riserva

Capriano del Colle c/o Ente Vini Bresciani V.le Bornata, 110 - 25123 Brescia tel 030 364755 - fax 030 364775 mail: info@entevinibresciani.com www.entevinibresciani.com Presidente: Michele Torreggiani aziende associate: 54 area vitata globale: 54,58 ettari volumi totali, vendemmia 2004: 3.200 q.li i vini Doc: Capriano del Colle bianco, Capriano del Colle rosso, Capriano del Colle Novello.

Consorzio Valcamonica Igt c/o Ente Vini Bresciani V.le Bornata, 110 - 25123 Brescia tel 030 364755 - fax 030 364775 mail: info@entevinibresciani.com www.entevinibresciani.com Presidente: Matteo Mensi Direttore: Sergio Bonomelli aziende associate: 3, di cui 1 cooperativa con 14 produttori di uve area vitata: 140 ettari viticoltori nell’area Igt: 105 I vini Igt: Valcamonica Bianco (Riesling Renano, Incrocio Manzoni) Valcamonica Rosso (Marzemino, Merlot)



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Cresce il San Colombano, l’unico Milanese Doc I

l San Colombano Doc è l’unico vino a Denominazione di origine controllata della provincia di Milano, particolarità che, da sola, dovrebbe essere sufficiente per incuriosire gli appassionati di vino e indurli a scoprire il “Milanese Doc”. Marco Tonni è il direttore del Consorzio volontario Vini Doc San Colombano (90 ettari vitati): «Al Vinitaly si potrà trovare il San Colombano Doc e scoprirne tutti i pregi presso lo stand consortile, dove i produttori garantiranno la propria presenza e durante le degustazioni guidate organizzate da Onav,

l’Associazione degli assaggiatori di vino, nell’apposita sala, nel Padiglione Lombardia». La caratteristica che rende unico il San Colombano Doc è che i produttori sono pochi, costantemente a confronto tra loro e questo determina una continua crescita tecnica, sia a livello viticolo che enologico: l’incessante comparazione stimola, o meglio quasi obbliga, ciascuno a produrre sempre meglio. E da questo punto di vista nessuno più del consumatore si può avvantaggiare da questa corsa al miglioramento continuo.

Da sinistra: Marco Tonni, direttore del Consorzio volontario Vini Doc San Colombano; Michele Torreggiani, 32 anni, nuovo presidente del Consorzio tutela Capriano del Colle Doc; Claudio Franzoni, presidente Consorzio Botticino Doc

Capriano del Colle punta su cibo e vino

Consorzio Botticino, piccolo ma di qualità

Michele Torreggiani, 32 anni, giornalista pubblicista, oltre che viticoltore, è il nuovo presidente del Consorzio tutela Capriano del Colle Doc e illustra così la presenza del suo consorzio alla grande fiera di Verona e le prossime iniziative: «Al Vinitaly saremo presenti con bottiglie in degustazione nello stand dell’Ente Vini Bresciani, mentre, come eventi, puntiamo molto su “Cibo e Vino a Capriano”, che si svolgerà a Cantina l’Uccellanda a fine maggio. Ora stiamo vendendo il Bianco e il Rosso 2003 e il Riserva 2000, che viene giudicato di ottima qualità. I nostri ettari vitati sono 54 e penso arriveremo presto a 65».

Claudio Franzoni è il presidente del Consorzio Botticino Doc e spiega con poche parole la presenza del suo consorzio alla nuova edizione del Vinitaly: «Noi siamo una realtà molto piccola e infatti delle 30 aziende iscritte al nostro Consorzio, solo due saranno presenti a Verona. Ma questo non toglie che cercheremo di fare il massimo per promuovere il nostro vino. Il momento principale sarà quando metteremo in degustazione il Riserva 2000 e il Botticino Classico 2001. Noi, al momento, dobbiamo anche fare i conti con il fatto che dei 40 ettari di vigneto iscritti alla Doc, molti sono interessati da reimpianto e ampliamento».

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Vini mantovani c/o Camera di Commercio Largo Pradella, 1 46100 Mantova tel 0376 234420 fax 0376 234429 mail: conprovini@libero.it Presidente: Fabrizio Verona Direttore: Giuseppe Rossi aziende associate: 29, di cui 5 cantine sociali area vitata globale: 1.400 ettari volumi, vendemmia 2003: 3.897 hl. Garda Colli Mantovani Doc, 17.397 hl. Garda Doc, 29.110 hl. Lambrusco Mantovano Doc Igt: 49.000 hl. complessivi tra Alto Mincio, Quistello, Provincia di Mantova, Sabbioneta I vini Doc: Garda Colli Mantovani bianco, Garda Colli Mantovani Chardonnay, Garda Colli Mantovani Pinot bianco, Garda Colli Mantovani Pinot grigio, Garda Colli Mantovani Sauvignon, Garda Garganega, Garda Pinot bianco, Garda Pinot grigio, Garda Chardonnay, Garda Riesling, Garda Sauvignon, Garda Colli Mantovani rosso, Garda Colli Mantovani Chiaretto, Garda Colli Mantovani Merlot, Garda Colli Mantovani Cabernet, Garda Cabernet, Garda Cabernet Sauvignon, Garda Merlot Lambrusco Mantovano. I vini Igt: Alto Mincio, Quistello, Provincia di Mantova, Sabbioneta. Virgilio è stato, verosimilmente, il cantore più autorevole dei vini mantovani che, fra collina e pianura, si basano su molti vitigni differenti. Persino di un eccellente Lambrusco da vitigni autoctoni quali il Viadanese, il Peduncolo rosso e Salamina. In provincia di Mantova si riscontrano due strutture consortili, il Consorzio Vini Colli mantovani e il Consorzio volontario Lambrusco mantovano, che peraltro agiscono unitariamente all’interno del Consorzio provinciale tutela vini mantovani.


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Le strade del Vino e dei Sapori tra ville e vigneti di Lombardia Otto itinerari naturali per conoscere una terra capace di offrire tradizioni uniche, con oltre 75 milioni di bottiglie annue a Denominazione d’origine controllata

Valtellina La Valtellina è riconosciuta come territorio portato alla produzione di grandi vini rossi da invecchiamento. I Doc più famosi sono il Valtellina e lo Sfursat, ai quali si affiancano i pregiati Valtellina Superiore, Grumello, Inferno, Sassella, Valgella e Maroggia, che si possono fregiare della Docg a testimonianza della loro alta qualità. Questa Strada del vino e dei sapori comprende, in quanto associati, vari Enti locali della provincia di Sondrio, compresi i Consorzi della bresaola e dei formaggi Casera e Bitto.

Franciacorta

Colli dei Longobardi

Definita la “Toscana dimenticata” per il glamour e la particolare atmosfera di quiete che si respira nelle sue ordinate colline e nei paesaggi inconfondibili, con vigneti in filari geometrici, con ville di patrizi cultori della viticoltura fin da tempi immemorabili, con cantine di produttori di “bollicine” odierni, la Strada del Franciacorta, siglata dalla “F” stilizzata, rievoca l’immagine di un territorio unico. Il Consorzio conta attualmente 121 associati appartenenti alle categorie professionali dei viticoltorivinificatori e degli imbottigliatori, interessati alla filiera produttiva dei vini Docg, Doc e Igt della zona. Le cantine imbottigliatrici sono 70, di cui 65 sono presenti sul mercato con il Franciacorta Docg nelle sue varie tipologie.

I vini interessati dalla Strada del vino Colli dei Longobardi appartengono all’area di due Consorzi di tutela: quello di Botticino con i Comuni di Brescia, Rezzato e Botticino, e quello di Capriano del Colle che comprende i Comuni di Capriano del Colle, Poncarale, Castenedolo e Flere. I vini prodotti sono Botticino Doc, Trebbiano e Capriano del Colle Riserva, frizzante e novello, Igt Montenetto e Igt Ronchi di Brescia. Nel bel mezzo della Pianura Padana si erge un altopiano formato da terreni calcareo-argillosi, il Monte Netto: qui si ottengono vini piacevoli e da tutto pasto.

Valcalepio Il territorio della Strada del vino e dei sapori della Valcalepio è interessato dai vini Doc Valcalepio rosso, Riserva, bianco, Moscato, Passito, Igt Bergamasca. I percorsi della Strada passano per la “via dei conventi” (Abbazia di S. Egidio, Pontida, Tempio di S. Tomè, Santuario della Madonna del Castello), attraversano il cuore della valle (Bergamo Alta, Villa di Serio, Torre de’ Roversi, Cenate Sopra) e terminano nel Sebino (Sarnico, Castelli Calepio, Credaro, Castel Montecchio e Castel Trebecco).

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Garda

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La zona geografica di produzione dei vini Bresciani del Garda è costituita dalla riviera meridionale del lago e comprende, in tutto o in parte, i Comuni di Sirmione, Desenzano, Lonato, Pozzolengo, San Martino della Battaglia e Peschiera in provincia di Verona. È una zona caratterizzata da terreni argillosi e sabbioso-argillosi molto calcarei, dalla quale si ottengono i Lugana, i Rosso Superiore Doc e Spumante, i Groppello e i Chiaretto. La Doc Garda Classico, ottenuta nel 1996, vede nella denominazione “Classico”, il meritato e raro riconoscimento concesso solo a vini di grande e antica tradizione.

Il territorio della Strada dei vini e dei sapori mantovani, è interessato dalla Doc Garda Colli Mantovani, Doc Garda e dai vini Igt “Alto Mincio” e “Provincia di Mantova”. Questa terra ha una tradizione vitivinicola di origini antiche che si esprime al meglio nell’area collinare dell’Alto Mantovano, nei pressi del Lago di Garda. Tale zona si trova nella parte centrale dell’anfiteatro benacense: confina a levante con le colline veronesi, a ponente con quelle bresciane, a nord con la zona di Peschiera del Garda.

San Colombano La Strada del vino San Colombano e dei sapori lodigiani è un percorso di circa 60 chilometri lungo il quale è possibile conoscere la qualità dei vini e dei prodotti tipici. Tutti gli operatori dislocati lungo il percorso che da Milano, attraverso Chiaravalle e Sant’Angelo Lodigiano, giungono a San Colombano al Lambro e a Lodi, contribuiscono a formare l’offerta del prodotto turistico locale: strutture ricettive quali alberghi e agriturismo, ristoranti tipici, enoteche e gli stessi vignaioli con le loro cantine e i prodotti tipici agroalimentari, dai salumi ai formaggi.

Oltrepò Pavese La Strada del vino e dei sapori dell’Oltrepò Pavese presenta un variegato campionario enoico: Rosso, Rosato, Rosso Riserva, Buttafuoco, Sangue di Giuda, Barbera, Bonarda, Riesling italico e renano, Cortese, Moscato e Passito, Malvasia, Pinot nero, bianco e grigio, spumante, Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Sauvignon. Esteso per 1089 km. e comprendente 78 comuni, l’Oltrepò ha all’incirca la forma di un triangolo con la riva destra del Po quale lato maggiore e il vertice racchiuso fra le province di Alessandria e Piacenza, che s’addentra come un cuneo fino nell’Appennino ligure-emiliano. Per qualità e quantità di produzione di vino, questo “oceano di ondanti colline”, che si estende a perdita d’occhio, è considerato tra i più importanti d’Italia.

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Il Gusto cremonese e il Riso mantovano La Strada del Gusto cremonese e la Strada del Riso e dei Risotti mantovani completano, con le otto Strade del vino e dei sapori, il circuito enogastronomico lombardo. Cremona e Mantova offrono grandi peculiarità storico-artistiche e anche ospitalità ai palati più raffinati in grado di cogliere i sapori della buona tavola. Così, a Cremona, il visitatore può gustare piatti tipici come i Marubini, i Tortelli cremaschi e di zucca, le Zuppe con fagiolini e con verze matte, la Frittata con loertis (asparagi selvaggi), il Bollito misto e il Semifreddo al torrone. Anche Mantova unisce una grande tradizione gastronomica a una cucina gustosa e ricercata, soprattutto a base di riso e risotti. Tra i piatti tipici svetta il famoso Risotto alla Pilota, il cui nome deriva dal pilarino, cioè dall’addetto alla pilatura del riso nello stabilimento dove viene pulito e preparato alla vendita. È una ricetta gustosa, con costine e braciole passate in precedenza alla brace.

Le Strade riunite in Federazione Strada del Vino e dei Sapori della Valtellina, della Franciacorta, della Valcalepio, dei Colli dei Longobardi, del Garda, del Mantovano, dell’Oltrepò Pavese, di San Colombano e dei Sapori Lodigiani, oltre alla Strada del Gusto Cremonese nella terra di Stradivari e alla Strada del Riso e dei Risotti mantovani: sono queste le dieci strade del vino e dei sapori riuniti nella Federazione lombarda, di cui è presidente il mantovano Gianni Boselli. Un’elegante pubblicazione illustra le varie possibilità offerte dai dieci circuiti agroturistici. La sede della Federazione è presso la Direzione generale Agricoltura della Regione Lombardia, piazza 4 novembre, 5 - 20124 Milano, tel 02 6765.2532, fax 02 67658056. email: strade_del_vino@regione.lombardia.it. Direzione generale Agricoltura della Regione Lombardia, piazza 4 novembre, 5, 20124 Milano


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Alessandro il Grande Storia di un grande vino del Garda È il Don Lisander della Monte Cicogna dei Fratelli Materossi

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livi, buganvillea, arance e vite; declivi dolci, mai un’asperità, l’azzurro intenso del Lago e il verde scintillante di pini marittimi e cipressi. Questo è il Lago di Garda, quella particolare oasi climatica conosciuta per agrumi, olio e vino. Nel centro della costa bresciana, esposta ad est, la Valtenesi è fucina di vini eleganti, bianchi rossi e chiaretti, fini, di rara sapidità e di ottima freschezza. Moniga del Garda è nella zona di produzione più classica per queste tipologie, la più antica, la più vocata. Proprio qui, nella terra del Garda Classico a ricordo di un avo, nasce il Don Lisander, nell’azienda agricola Monte Cicogna dei fratelli Materossi. Garda Classico Rosso Superiore, appunto come lo vuole la legge, ci dice Groppello, Sangiovese, Marzemino e Barbera e ci racconta di selezione, di produzione attenta e nella zona di origine. Una tradizione Azienda Agricola gardesana, una storia di Monte Cicogna genti raccontate dal vino e Via delle Vigne 6 un poco di innovazione 25080 Moniga vedendo l’arrivo di carati del Garda (BS) di rovere francese. tel 0365 503200 Bisogna avere corpo e fax 0365 503200 sostanza per raccontare e-mail montecicogna@tin.i ciò in un bicchiere, e l’appassimento parziale delle uve ci aiuta a rendere avvincente il nostro dialogo col vino. Niente sforzi e forzature di ogni tipo, equilibrio e calma sono l’obiettivo e la filosofia di produzione: circa 11.000

bottiglie dalla selezione dei 20 ettari vitati dell’azienda, uve sane e mature, e riposo quanto basta sotto i volti quattrocenteschi delle sale di affinamento. In bocca risulta pieno, avvolgente, setoso e caldo, con riconoscimenti di bacche rosse e tanta polpa di frutta. Naso elegante, mai etereo,

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nonostante la presenza alcolica, fine e delicato in ogni sfumatura che dal legno di contorno ci porta a ricongiungerci, attraverso l’evoluzione, con la frutta del sorso in una nitida corrispondenza. Chiusura delicata e lunga, fresca di rara bevibilità e ottima digeribilità, come ci si aspetta da un Cru di razza.

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Provenza, nuova cantina e una pioggia di premi tutta computerizzata, con controllo analogico e un robot pallettizza automaticamente i cartoni). Pronta anche la nuova sala di ricevimento e di degustazione, con cucina attrezzata e impianto di multivisione. Fabio e Patrizia Contato hanno continuato anche il lavoro di miglioramento e potenziamento delle vigne: la superficie aziendale vitata è passata da 100 a 125 ettari, dopo l’entrata in funzione dei nuovi impianti (10 ettari per il Garda Rosso Doc e altri 15 per il Lugana Doc). Intanto i premi continuano a piovere sui vini Provenza. Nel campionato regionale dei grandi vini rossi di Lombardia, promosso da Slow Food con una giuria popolare di 800 degustatori, il primo posto è andato al Azienda agricola Garda Doc Rosso 2001 Fabio Contato Selezione Provenza Provenza. Nella sua Guida 2005 Luca Maroni 25015 Desenzano premia il Lugana Doc Superiore Fabio Contato del Garda (Bs) 2001, mentre al Concorso nazionale Grandi tel 030 9910006 Spumanti di Valdobbiadene, il Lugana Doc www.provenzacantine.it Metodo Classico Cà Maiol ha meritato un prestigioso Nastro d’Argento.

L’azienda gardesana di Fabio e Patrizia Contato amplia la superficie vitata

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l 2005 rappresenta un anno importante per l’azienda vitivinicola Provenza di Fabio e Patrizia Contato, sicuramente una delle più rappresentative della zona del Lugana, a sud del lago di Garda. È terminato l’ampliamento della cantina, con l’aggiunta al vecchio fabbricato di un nuovo corpo di fabbrica, la cui superficie coperta è di ben 5 mila metri quadri, suddivisi su due piani. Al piano inferiore lo spazio necessario per la maturazione dello spumante metodo classico (vi sono stoccate circa 200 mila bottiglie) e per la barricaia (circa 1.500 le barriques presenti). Al piano superiore hanno trovato posto i nuovi reparti di Patrizia e Fabio Contato imbottigliamento e di con la mamma Cesarina confezionamento (la nuova linea è

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Così a Pontida brilla la Schiava della Bergamasca S

ulle colline della riviera di Pontida (Bg) i soci della Cantina Val San Martino coltivano con passione e dedizione le uve rosse (Merlot e Cabernet Sauvignon) e le uve bianche (Chardonnay e Pinot grigio), che contribuiscono alla produzione della gamma dei prestigiosi vini rossi e bianchi di questa importante realtà vitivinicola bergamasca (Valcalepio Doc, Moscato rosso Passito Doc e Rièra Igt). Ma nella tipologia dei vini realizzati dalla Cantina sociale Val San Martino è compreso anche un vino che si presenta con un delicato colore rosato tendente al cerasuolo: la “Schiava della Bergamasca”, vino a Indicazione geografica tipica. Le uve utilizzate per la produzione di questo vino provengono da un vigneto situato nella zona orientale della riviera di Pontida, con ideale esposizione a sud-ovest. In cantina queste uve dalla buccia di colore blu-nero, vengono vinificate come le altre uve rosse, ma le caratteristiche dell’uva schiava si evidenziano nel prodotto finale. Si ha un vino di colore rubino chiaro tendente al rosato, con profumi fruttati, di media alcolicità e di notevole eleganza al palato, con buona sapidità, caratteristiche che incontrano ottimamente il mutato gusto del consumatore di vino, non più solamente attratto da quelli di corpo e carichi di colore, ma anche da questi vini eleganti, di semplice beva, che donano a ogni occasione un’atmosfera di piacevolezza. La vendemmia 2004, da poco imbottigliata, ha mantenuto le promesse: la Schiava della Bergamasca 2004 è anche questa volta un prodotto che mantiene le sue caratteristiche e che troverà nel periodo primaverile ed estivo una collocazione ideale sia come aperitivo che come vino, da abbinare a primi leggeri (pasta fredda) o anche ad insalate ricche e gustose. La Schiava della Bergamasca vino della riviera di Pontida, vino del territorio bergamasco.

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Lo Spumante Ferrari alla notte degli Oscar È stata all’insegna del Made in Italy la notte degli Oscar che lo scorso 27 febbraio ha premiato i migliori film e attori dell’anno. I vincitori delle mitiche statuette hanno infatti brindato con una flute di Spumante Ferrari, così come ha voluto Elton Jhon, da anni organizzatore della serata che, dopo la consegna degli Oscar, vede riuniti tutti i protagonisti dello star system. Insieme ai divi di Hollywood hanno festeggiato alcuni tra i più grandi protagonisti della musica e della moda.

Villa punta tutto sul Franciacorta Docg Il risultato 2004 dell’Azienda agricola Villa di Monticelli Brusati (Bs), è stato in linea con il risultato 2003, per quanto riguarda la vendita di Franciacorta Docg, mentre si è ridotta la produzione dei vini Curtefranca Terre di Franciacorta Doc, soprattutto per la sottrazione di prodotto da destinarsi ai vini Docg. Questo esito, in un momento in cui il mercato ha assistito a una vera e propria “asta al ribasso” sui prezzi dei Franciacorta Docg, a cui Villa ha deciso di non partecipare, consolida l’obiettivo dell’azienda bresciana di puntare tutto sulla produzione di Franciacorta Docg, anche a scapito di altri vini. Un altro obiettivo raggiunto da Villa è quello della cosiddetta destagionalizzazione del consumo di Franciacorta Docg: per la prima volta, infatti, la vendita nei primi nove mesi dell’ anno (51%), ha superato quella degli ultimi tre, periodo cruciale per le bollicine, perché include i festeggiamenti natalizi e di fine anno.

Chiara Soldati al vertice del “Terre del Gavi” Eletto il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Associazione Terre del Gavi, a San Cristoforo, in provincia di Alessandria. Chiara Soldati è stata confermata presidente, per il triennio 2005-2007 e Carlo Gemme vicepresidente. «Oggi - ha detto Chiara Soldati - l’obiettivo principale dell’associazione è quello di riportare la denominazione “Gavi” al successo di qualità, di consumatori e di immagine cha aveva negli anni ‘70 e ’80, quando era considerato un modello del Made in Italy. L’altro grande obiettivo - ha continuato la presidente - deve sempre essere, indipendentemente da chi guida Terre del Gavi, quello di far conoscere, nel mercato nazionale e internazionale, tutti i marchi produttori associati e non limitare la visibilità e la notorietà a poche referenze di etichette e a una o due cantine».

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Pinot nero di Torrevilla Una produzione di classe O

ggi l’uva Pinot nero rappresenta circa il 25% della produzione totale dell’Oltrepò pavese e fa di questo territorio la vera Champagne Italiana. Le diverse varietĂ di Pinot nero, infatti, hanno conosciuto una rapida diffusione a partire dagli anni cinquanta e sono sempre state utilizzate come basi spumante. Alla fine degli anni settanta, poi, un piccolo gruppo di aziende ha deciso di unificare gli sforzi tecnici ed economici creando un consorzio di produttori di spumante classico: è nato cosĂŹ il Consorzio

produttori del Classese, spumante classico prodotto con uve Pinot nero doc, con lo scopo dichiarato di produrre spumante classico di grande qualitĂ , seguendo il protocollo stilato dall’Istituto di enologia dell’UniversitĂ di Piacenza. Ăˆ in questo contesto che l’azienda Torrevilla di Torrazza Coste (Pv) ha aderito all’iniziativa e oggi è fra i produttori piĂš rappresentativi dello spumante classico Classese Oltrepò doc, prodotto in tre versioni: Classese brut, Classese rosĂŠ e Classese demi-sec. L’uva Pinot nero ha fatto però registrare in Oltrepò, anche se in epoca piĂš recente, un notevole riscontro qualitativo anche come origine di grandi vini rossi. All’inizio degli anni novanta, Torrevilla ha infatti avviato il “Progetto uve di qualitĂ â€? con la supervisione

dell’UniversitĂ di Milano. Fra le uve a buccia rossa individuate come piĂš rappresentative dal punto di vista qualitativo, il Pinot nero ha riscontrato un eccezionale favore, soprattutto nella vendemmia 2001. Quest’ultimo vino è stato da poco messo in vendita, dopo la maturazione in piccole botti e dopo piĂš di un anno di affinamento in bottiglia nei sotterranei delle cantine Torrevilla. CosĂŹ il Fraseggio di Cadè, Oltrepò Pavese doc Pinot nero, rappresenta l’aristocrazia dei vini Torrevilla ed è ormai un grande “rossoâ€?, divenuto punto di riferimento per l’intero Oltrepò. Profumato, morbido e corposo è vino da abbinare a piatti importanti, ricchi di gusto e sapore. Insieme al “cuginoâ€? spumante classico, è candidato a fregiarsi della Denominazione d’origine controllata e garantita.

Dalla Langa a Milano i ‘Dialoghi del Barolo’ Una serata e un libro sul vino piemontese

L’

Associazione Go Wine, ha promosso a Milano una serata dedicata al Barolo. L’evento, in collaborazione con l’Enoteca regionale del Barolo, si è svolto all’Hotel Westin Palace. Prima dell’apertura del banco d’assaggio, si è svolta una conferenza sui ‘Dialoghi del Barolo’, alla quale hanno partecipato Massimo Corrado, presidente di Go Wine, il prof. Luigi Caputo dell’Enoteca e il giornalista Massimo Zanichello della Guida dell’Espresso, che hanno accompagnato i presenti tra i vignaioli e i cantinieri alla scoperta della Langa. Il Barolo è frutto del Nebbiolo, il vitigno delle nebbie ed è un feudo di 1.200 ettari che produce solo 80 quintali per ettaro. Ăˆ un vino Docg invecchiato per tre anni, di cui almeno due in botte. L’incontro è stato anche l’occasione per presentare il volume 100 Barolo del bergamasco Gigi Brozzoni, direttore del Seminario permanente Luigi Veronelli e direttore della rivista Il Consenso. Il libro è edito da Go Wine ed è un viaggio tra vigneti, storia e arte. Tra le manifestazioni di Go Wine, da segnalare “Vinum 2005â€? (23-25 aprile) nel centro storico di Alba, il “Moscato Wine Festivalâ€? di Torino (26-28 maggio), “Colli Bolognesi Wineâ€? a Bologna (9 maggio). m. f.

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Oltrepò e San Colombano Terre di tradizioni e novità Nell’antica patria del vino i figli dei contadini diventano imprenditori

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itorno in Oltrepò con un gruppo di giornalisti europei della Fijev, Federazione internazionale dei giornalisti e scrittori di vino, per una visita patrocinata dalla Regione Lombardia e organizzata dall’agenzia Thema di Voghera (Pv). Si comincia proprio da Voghera e ci si dirige nella zona di Borgo Priolo (Pv), nell’azienda della famiglia Percivalle, per poi attraversare l’Oltrepò da ovest a est, sino alla splendida sede settecentesca dell’azienda Scarpa-Colombi a Bosnasco (Pv), al confine con l’Emilia. All’inizio è difficile far credere al collega svizzero di Losanna che i

vigneti dell’Oltrepò coprono complessivamente circa 16 mila ettari, un migliaio in più di tutto il vigneto svizzero. Quando però il pullmino comincia a scollinare di valle in valle e lo sguardo si riempie di filari ordinati a perdita d’occhio, Pierre Thomas annuisce convinto e ammette l’ignoranza: l’Oltrepò è una grande cantina italiana. Tra assaggi convincenti di Bonarda, Pinot nero, Barbera e Cabernet, le aziende fatte conoscere ai colleghi svizzeri e spagnoli alla fine saranno cinque: oltre a Percivalle e Scarpa-Colombi, Montelio di Codevilla (Pv), Bisi di San Damiano al Colle(Pv) e, a San Colombano al Lambro (Mi), l’azienda agricola Pietrasanta, con storica cantina nella zona centrale dell’antico abitato. Non solo vino, però.

In alto, Maria Percivalle e il figlio Paolo, enologo, titolari della Tenuta Percivalle di Borgo Priolo (Pv). Qui sopra, da sinistra, Francesca e Michela Selvatico, l’enologo Mario Maffi della Tenuta Montelio di Codevilla (Pv) e Piera Selvatico, del ristorante Selvatico di Rivanazzano (Pv).

Oltrepo Pavese terre di grandi vini

Azienda Agricola

TRAVAGLINO 27045 Calvignano (PV) - Tel. 0383 872222 - Fax 0383 871106 e-mail: travaglino@travaglino.it - www.travaglino.it L O M B A R D I A A TAVO L A

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Angelo Bozzola, titolare del Salumificio Valverde, uno dei 10 produttori di Salame di Varzi Dop

L’imprenditoria oltrepadana si sviluppa e si completa, perché il territorio ha molto da offrire. Ecco allora le visite al modernissimo Salumificio Valverde, nell’omonimo Comune, dove Angelo Bozzola produce ottimo salame di Varzi dop e il fratello Giancarlo gestisce, sempre a

Valverde (Pv), l’hotel-ristorante Croce Bianca, dove il rapporto qualità prezzo è davvero buono; molto ben organizzato anche l’agriturismo Rocca, in località Casa d’Agosto. L’appuntamento culturale è con l’eremo di Sant’Alberto di Butrio e, a Stradella, con il museo della fisarmonica. Il momento artigianale è, a Voghera, con il laboratorio di arte vetraria di Fra Trizia, in via Cairoli. È una sorpresa la vitalità imprenditoriale a San Colombano al Lambro,”la collina di Milano”, dove accanto a piccole realtà come quella di Carlo Pietrasanta, ci sono l’azienda Riccardi e i Poderi di San Pietro, che

producono numeri ben più elevati di bottiglie. Sulla collina di San Colombano sta anche nascendo Villa Valbissera, Claudio Bisi, dell’azienda nuovo hotel vitivinicola Bisi di San con centro Damiano al Colle (Pv) benessere, in splendida posizione, simbolo di una terra contadina in evoluzione.

In alto, i fratelli Maria Teresa e Roberto Colombi, della storica azienda ScarpaColombi di Bosnasco (Pv). Qui sopra, Carlo Pietrasanta, al centro della foto, produttore di San Colombano al Lambro (Mi) e presidente del Movimento lombardo turismo del vino, con due esponenti di Vinidea, società di servizi per la formazione vitivinicola L O M B A R D I A A TAVO L A

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L’azienda Caprili bandiera del Brunello

L’Oltrepò guarda oltre Verona N

onostante la fiera veronese del Vinitaly sia ormai alle porte, le aziende vitivinicole oltrepadane continuano a essere protagoniste di numerose altre iniziative di promozione commerciale. Oltre al matrimonio tra il rosso Bonarda e il pesce caciucco, raffigurato anche con un carro allegorico durante il carnevale di Viareggio, il Consorzio di tutela Oltrepò ha promosso a Casteggio (Pv) il concorso artistico ‘Young Art Bonarda Style’, riservato a 86 giovani artisti con al centro dell’iniziativa, ovviamente, il tema del vino. Di grande interesse anche le iniziative portate avanti singolarmente dalle varie aziende, come la recente presentazione all’Excelsior Gallia di Milano, da parte dell’enologo Fabrizio Maria Marzi, responsabile nazionale

della didattica dell’Associazione italiana sommeliers, e del giornalista ed enogastronomo Bruno Pizzul, della nuova annata del Pinot nero Poggio della Buttinera Travaglino 2001. Estremamente particolare anche la doppia presentazione del Barbera Diabolika 2003 della Tenuta Borgolano di Montescano, tenutasi a Besate (Mi), presso il ristorante “Lisa dagli occhi blu”, di proprietà del famoso cantante degli anni ’60 Mario Tessuto. Presentazione poi replicata durante la cena, dal curioso ed indovinato titolo “O che vin - o che bon”, visti i piatti presentati esclusivamente a base di oca e preparati dal grande chef Michele presso il ristorante Cascina Ladina di Pieve Fissiraga (Pv).

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Davide Oltolini

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La leggera flessione delle vendite sui mercati Usa, per il cambio sfavorevole dollaro/euro, si sta dimostrando un’occasione insperata per recuperare quote di mercato in Italia per il Brunello di Montalcino prodotto da una delle aziende toscane che da tempo sono emblema di qualità, l’azienda agricola Caprili dei fratelli Bartolommei di Montalcino (Si). In alternativa alle vendite Usa, la Caprili sta in particolare potenziando la sua attività promozionale Roberto Farumi rivolta ai ristoranti del nord e Paolo Bartolommei Italia. Ne è un esempio al serata condotta da uno dei titolari, Paolo Bartolommei, che al ristorante Itaparica di Antegnate (Bg), insieme al patron Roberto Farumi, ha presentato una selezione dei suoi prodotti, fra cui l’interessante bianco S. Antimo, il Brunello 2000 e lo straordinario Brunello riserva 1998 la cui struttura e ricchezza degustativi conferma la fase di piena evoluzione e non ancora raggiunta maturità. Come dire un grande vino che in futuro dovrebbe dare ancor più soddisfazioni.


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La carne argentina si gusta a Verona Forte del successo registrato nella scorsa edizione del Vinitaly, dove più di 1300 persone in cinque giorni hanno assaporato le qualità uniche della carne argentina e manifestato la loro soddisfazione, anche quest’anno Argentina Carnes srl, azienda di Albino (Bg), ripropone il suo ristorante argentino al Vinitaly. La regina sarà ovviamente la carne, che la stessa ditta importa direttamente: stupende bistecche di entrecote e controfiletto saranno proposti nel menu insieme a delicate ma sostanziose porzioni di filetto che, cotti alla griglia, potranno essere accompagnati con le tipiche salse chimichurri o crolla. Non possono mancare, inoltre, le “Empanadas” fatte con le tapas, “La Salteña”, anche queste importate dalla azienda, ripiene di carne o mais e poi dolci e vini rigorosamente argentini. Il servizio sarà caratterizzato da cordialità e disponibilità, e particolare attenzione verrà data a tutti coloro che vorranno avere informazioni tecniche e commerciali sulla carne argentina e sull’azienda bergamasca, i cui titolari, Enrique Raffo e Gustavo Barach, saranno presenti per l’intera durata della manifestazione.

Il Gruppo italiano vini cresce Via a una Spa con nuovi partner esterni

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alle aziende del sud che registrano l Gruppo italiano vini (Giv) ha chiuso risultati superiori a quelli medi del l’esercizio 2004 con un fatturato Gruppo. Le bottiglie vendute da aggregato pari a 270 milioni di euro Basilicata, Puglia e Sicilia ammontano a 5 (+4,8% sul 2003), un fatturato milioni, su un totale di 66 milioni consolidato di 236 milioni (+2,8%) e un commercializzate dall’intero Gruppo. fatturato della capogruppo pari a 156 Gli investimenti effettuati sono stati milioni (+3,1% sul 2003). Questi risultati di 15 milioni di euro e hanno sono stati ottenuti interessato prevalentemente le nonostante il momento cantine di produzione e i poco favorevole dei vigneti. Nel corso dell’esercizio mercati, anche a causa del è stato anche approvato il rapporto dollaro/euro che progetto di ristrutturazione ha inciso negativamente societaria che si articolerà in sulle vendite in valuta, nei due fasi. La prima, nel 2006, mercati del Nord America. vedrà la costituzione di una Questi risultati sono società per azioni che farà capo stati presentati a Milano dal all’attuale cooperativa e che presidente del Giv, Rolando Rolando Chiossi, gestirà tutte le attività industriali Chiossi, che ha sottolineato presidente del e commerciali, nonché le anche la ripresa del margine Gruppo italiano vini partecipazioni societarie in di contribuzione lordo Italia e all’estero, mentre i vigneti e le aziendale sia della capogruppo, che si attività agricole continueranno ad essere assesta a 37 milioni di euro (+11,2% sul di pertinenza della cooperativa. Nella 2003), sia a livello consolidato, pari a 74 seconda fase, che partirà dal 2008, verrà milioni (+9%). In crescita anche le effettuato un aumento di capitale della vendite sul mercato interno, soprattutto società per azioni che, in parte nel canale moderno, e all’estero, dove si minoritaria rispetto alla quota di capitale nota una ripresa generalizzata in tutti i detenuta dalla cooperativa, verrà messo a principali Paesi. disposizione di partners esterni. Particolare menzione è stata rivolta

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Bollicine, è l’ora del confronto fra Talento e Franciacorta Il futuro dello spumante metodo Classico italiano si gioca fra territorio e nome di fantasia

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er ora tutto si svolge all’insegna del fair play. I trentini e i vari produttori sparsi per l’Italia, che hanno da tempo optato per l’adozione del nome Talento, lustrano le etichette in attesa di una campagna di promozione di indiscustibile importanza. I franciacortini, per parte loro, rafforzano la strategia di valorizzazione di un territorio che a tutti gli effetti vuole proporsi come l’area di punta per le bollicine italiane. Almeno per il momento tutti i segnali sembrano confermare che non dovrebbe scoppiare la guerra temuta da alcuni osservatori, anche se le polemiche non mancano. La questione di fondo è quella che da tempo divide il mondo dell’enologia italiana: come denominare lo spumante metodo Classico. Stretta da un lato fra i colossi Champagne e Cava, e dall’altro fra Prosecco e Asti, la produzione nazionale delle bollicine viaggia sui 17 milioni di bottiglie l’anno (contro i 300 milioni di quelle

francesi o i 200 milioni di quelle spagnole)

e ha finora sofferta per la mancanza di un’identità che ha bloccato sviluppi più rapidi. Il termine spumante è diventato ormai troppo ampio e comprende metodi di produzione diversi e, soprattutto, vini con costi al consumo decisamente diversi. Le strade intraprese negli ultimi anni erano state di fatto tutte all’insegna di una valorizzazione del territorio che a conti fatti, visti i numeri in campo, non erano però sufficienti a imporre un nuovo nome. Trento, Franciacorta, Classese o Alta Langa sono state alcune delle soluzioni più conosciute e che hanno prodotto interessanti risultati. Strade che però sono state accomunate dal fatto di non potere rappresentare nulla di più dei produttori di quelle specifiche aree. Vista la distanza geografica fra un territorio e l’altro, era di fatto difficile anche immaginare un allargamento ideale di un territorio per comprendere più zone. La quasi contiguità poteva forse essere giocata in una forma di alleanza fra

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Franciacorta e Trento, ma strutture produttive molto diverse fra loro, nonché storie diverse, hanno portato a quella mancanza di dialogo che oggi si esplicita nell’adozione, da parte dei trentini, del logo del Talento per tessere alleanze con altri produttori sparsi per l’Italia. Un’opzione che non è però condivisa dai bresciani che, forti del successo della loro formula che può contare anche su una Docg, hanno da tempo deciso di andare per la loro strada. Scontato che Franciacorta si imporrà tanto più crescerà la penetrazione commerciale delle aziende del suo territorio, sarà a questo punto interessante vedere quante aziende adotteranno invece il logo del Talento, visto che come ha dimostrato l’inchiesta di Lombardia a Tavola del mese scorso, molti produttori non hanno ancora deciso se issare il nuovo vessillo o continuare a restare fedeli al termine di Spumante metodo Classico. a.l.

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Il “San Gioan” di Pasini piace a Luca Maroni

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CITTA’DI ALBA

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Così l’azienda bresciana di Raffa di Puegnago si prepara alla grande manifestazione veronese

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asini Produttori, l’azienda di Raffa di Puegnago (Bs), sulle rive del lago di Garda (www.pasiniproduttori.com), arriva al Vinitaly 2005 sull’onda di una serie di significativi successi e di diverse novità. Le Guide 2005 giudicano in modo superlativo il San Gioan “I Carati”, tanto che il grande esperto Luca Maroni lo ha posto Da sinistra, Paolo, Diego e Luca Pasini tra i migliori vini italiani dell’anno, mentre il canale televisivo Gambero Rosso Channel ha raccontato con enfasi, tra i protagonisti del vino, il Groppello Riserva Vigneto Arzane, prezioso autoctono che Pasini ha sempre tenuto in grande considerazione. Per la prima volta, nella vendemmia 2004, Pasini ha voluto vinificare in bianco una partita di uve Groppello che, insieme allo Chardonnay, formerà la base spumante 2004 del metodo classico Ceppo 326. Un esperimento che incuriosisce ed entusiasma e sul cui esito siamo tutti in attesa. Intanto, al Vinitaly si brinda con il “solito” Ceppo 326, particolarmente apprezzato anche dall’Associazione Italiana Sommelier e dalla Guida Duemilavini del 2005. Quanto all’olio extravergine d’oliva prodotto da Pasini sulle rive del Garda, il raccolto di quest’anno è stato particolarmente favorevole, anche per l’esperienza e l’amore con cui Alex Nember, grande esperto in materia, ha seguito tutte le fasi della raccolta e della spremitura.

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23-24-25 APRILE 1° MAGGIO 2005

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Segreteria Organizzativa:

Go Wine Piazza Risorgimento, 5 12051 Alba Cn Tel. ++39 0173364631 Fax ++39 0173361147 www.gowinet.it E-Mail:info@gowinet.it

SPONSOR VINUM 2005 FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO

BANCA REGIONALE EUROPEA

CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA CUNEO

FORNITORI VINUM 2005

MOLLO SOLUZIONI PER L’UFFICIO

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NOLEGGIO

ALLESTIMENTI - MARENE (CN)

MACCHINE MOVIMENTO TERRA - ALBA (CN)


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Le guide 2005 premiano il Franciacorta e la Valtellina C

bollicine, non corrisponde però un analogo risultato per quanto riguarda i vini fermi, segno che la strada da fare è ancora lunga, anche se ormai aperta. Nelle 4 Guide da noi considerate, per i rossi, a vincere alla grande è la Valtellina che piazza ben 4 Sforzati ed un Valtellina Superiore. Alla Franciacorta con un Terre rosse ed un igt, segue poi l’Oltrepò con uno dei migliori prodotti de Le Fracce. Nei bianchi due i vini lombardi piazzati, entrambi Terre di Franciacorta. Comprensibile che con simili risultati Adriano Baffelli, direttore del Consorzio Franciacorta, si mostri piĂš che soddisfatto: ÂŤI produttori di Franciacorta possono essere legittimamente orgogliosi - dice - per i prestigiosi risultati raggiunti. I copiosi riconoscimenti ottenuti dalle aziende franciacortine evidenziano la validitĂ di un metodo produttivo rigoroso, con rese di uva volutamente contenute, pressature soffici, perfetti parametri tecnici, Franciacorta maturati in bottiglia anche per 4/5 anni. Ăˆ con queste produzioni e queste caratteristiche che si dĂ al consumatore la piĂš trasparente garanzia che la qualitĂ non è un termine retorico, ma si esprime attraverso risultati concreti e inconfutabili, sanciti dai piĂš autorevoli esperti italiani ed internazionaliÂť.

ontinua l’ascesa della Franciacorta tra le grandi zone vitivinicole italiane. Le Guide dei Vini 2005 premiano ancora una volta il lavoro degli operatori bresciani. A vincere alla grande è in particolare il Franciacorta Docg che si conferma di fatto come lo spumante Metodo Classico coi maggiori riconoscimenti a livello nazionale. Quello che sorprende, semmai, è la grande difformitĂ di giudizio fra gli “espertiâ€? che hanno stilato queste graduatorie i quali, come mostra la tabella che pubblichiamo qui sotto, sembrano essersi trovati d’accordo solo su un paio di giudizi: a raccogliere l’en plein delle segnalazioni delle 4 principali Guide che abbiamo messo a confronto per i livelli massimi assegnati, è infatti il solo Franciacorta CuvĂŠe Anna Maria Clementi 1997 di CĂ del Bosco, a cui si avvicinano, con 3 citazioni su 4 il Franciacorta Gran CuvĂŠe Pas OperĂŠ 1999 di Bellavista e con 2 su 4 il Franciacorta Brut Cabochon 2000 di Monte Rossa Franciacorta Gran CuvĂŠe Brut 2000 anch’esso di Bellavista. Per tutti gli altri spumanti c’è solo il vertice in una guida, anche se a livello nazionale non è certo poco. A fianco di un Berlucchi troviamo in particolare 18 Franciacorta di 13 cantine diverse e 2 Classese dell’Oltrepò. A un simile piazzamento della Lombardia nel campo delle

I lombardi piĂš premiati segnalati nelle guide Gambero Rosso Duemilavini

BOLLICINE

8I<

• Franciacorta CuvĂŠe Anna Maria Clementi 1997 CĂ del Bosco • Franciacorta Gran CuvĂŠe Pas OperĂŠ 1999 Bellavista • Franciacorta Brut Cabochon 2000 Monte Rossa • Franciacorta Gran CuvĂŠe Brut 2000 Bellavista • CuvĂŠe Imperiale Vintage 1990 Berlucchi • Franciacorta Brut Comari dek Salem 1999 Uberti • Franciacorta Brut Electo 1999 Majolini • Franciacorta Brut Millesimato 1999 Castellino • Franciacorta Brut Millesimato Casa delle colonne 1997 Berlucchi • Franciacorta Brut Satèn 2000 Il Mosnel • Franciacorta Brut Satèn Millesimato 2000 Villa • Franciacorta Collezione Extra Brut 1999 Cavalleri • Franciacorta Dosage ZĂŠro 2000 CĂ del Bosco • Franciacorta Extra Brut 1997 Ferghettina • Franciacorta Extra Brut Dosage ZĂŠro Millesimato 2000 CĂ del Bosco • Franciacorta Extra Brut Millesimato 2000 Ricci Curbastro • Franciacorta Gran CuvĂŠe Brut RosĂŠ 2000 Bellavista • Franciacorta Satèn 1999 CĂ del Bosco • Franciacorta Satèn 2000 Gatti • Franciacorta Satèn Brut 1996 Ricci Curbastro • Franciacorta Satèn Magnificentia nm Uberti • Franciacorta Satèn Millesimato 1999 CĂ del Bosco • Franciacorta ZĂŠro Contadi Castaldi • O.P Brut Classese 2000 Travaglino • O.P.Brut Classese CuvĂŠe CĂ del Tava Monsupello

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ROSSI • Valtellina Sfursat 5 stelle 2002 Nino Negri • O.P. Rosso Bohemi 2000 Le Fracce • PinÊro 2001 Cà del Bosco • Terre di Franciacorta Rosso carpineto 20001 Castellino • Valtellina Sforzato Albareda 2002 Prevostini Mamete • Valtellina Sforzato Canua 2001 Conti Sertoli Salis • Valtellina Sforzato Ronco del Picchio 2002 Sandro Fay • Valtellina Superiore Prestigio 2001 Triacca

BIANCHI • Terre di Franciacorta Bianco Chardonnay 2002 Cà del Bosco • Terre di Franciacorta Bianco Curtefranca Convento dell'Annunciata 2001 Bellavista

0DMROLQL 6 U O 9LD 0DQ]RQL /RF 9DOOH 2PH %UHVFLD

7HO )D[ ZZZ PDMROLQL LW PDMROLQL#PDMROLQL LW

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Nella tabella sono riportate le posizioni di eccellenza presenti nelle diverse guide

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Veronelli

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Confagricoltura: i vini australiani hanno troppe facilitazioni L’Associazione agricola contesta il nuovo accordo in via di definizione tra Unione Europea e Australia

Importazioni di vino nell’Unione Europea per Paesi di origine (in ettolitri)

L

Paese

a Commissione europea sta negoziando con l’Australia un nuovo accordo sul commercio dei vini, che sostituirà quello del ’94. Lo scopo dovrebbe essere quello di migliorare la protezione delle indicazioni geografiche e di rafforzare le relazioni bilaterali. In realtà, i contenuti della bozza di accordo suscitano molte perplessità tra i produttori di Confagricoltura che segnalano le eccessive concessioni accordate ai vini australiani, che si tradurrebbero inevitabilmente in un sostegno di quei prodotti, a scapito di quelli dei Paesi della Ue. In particolare l’Australia propone alcune deroghe alle norme dell’accordo che disciplina l’etichettatura dei vini, sulla questione delle ‘menzioni tradizionali’ usate per i vini comunitari. In pratica, spiega Confagricoltura, si consentirebbe a un vino australiano con marchio commerciale contenente la menzione “Amarone”, o “Lacryma Christi”, registrato prima dell’entrata in vigore dell’accordo, di essere venduto negli Stati Uniti o nei mercati del Sud Est asiatico. L’Australia, inoltre, è già il primo Paese esportatore nella Ue con un’incidenza percentuale crescente.

2002

2003

Diff. 2003/2002

Australia

2.356.442

2.605.000

11%

Sud Africa

1645.941

1.897.000

15%

Cile

1539.452

1.888.000

23%

Usa

1340.660

1.657.000

24%

Ungheria

366.752

384.000

5%

Argentina

247.243

365.000

48%

Rep Macedone

455.246

305.000

-33%

Bulgaria

321.620

250.000

-22%

Romania

232.125

196.000

-16%

Nuova Zelanda

126.983

134.000

6%

Resto paesi terzi Totale

431.732

439000

-5%

9.064.196

10.120.000

12%

Alba, quando il “Vinum” d’autore fa spettacolo Vinum, la più importante manifestazione piemontese dedicata all’enologia d’autore è giunta alla 29esima edizione e aprirà le porte agli enoturisti italiani e stranieri il 23, 24, 25 Aprile e il 1° Maggio, ad Alba (Cn). L’evento nasce dalla collaborazione fra la Città di Alba, la Regione Piemonte, vari Enti turistici della zona e l’Associazione Go Wine, che ne cura l’organizzazione. Per quattro giorni le piazze e le vie della città s’identificheranno con i nomi dei vini più importanti e celebrati della manifestazione, dal Cortile della Maddalena che si trasformerà in Piazza “Barolo” fino a Piazza Falcone che diventerà Piazza “Barbaresco”, passando per Piazza Savona che sarà Piazza “Roero” e a Piazza Medford che sarà Piazza “Dolcetto-Barbera-Moscato”. In una luccicante scenografia, così, si svolgerà l’assaggio delle principali denominazioni di Langhe, Roero e di tutto il Piemonte. L O M B A R D I A A TAVO L A

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Isola Service, vini di qualità solo a prezzi appetibili In occasione del Vinitaly l’azienda milanese si propone come distributore di alcune tra le più grandi etichette italiane per le zone di Bergamo e Milano

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uali sono i vini che Isola Service propone ai suoi clienti? Da anni siamo alla ricerca di alcune piccole aziende da affiancare ai nomi più blasonati che offrono prodotti con un rapporto qualità prezzo appetibile per noi e, di conseguenza, per il consumatore finale. Così è stato qualche anno fa con diverse realtà: con Firriato, oggi riconosciuta come la più interessante realtà dell’enologia siciliana; con l’azienda agricola. La Biancara, tra le prime ad applicare l’agricoltura biodinamica in Italia e con Tommasi, in Veneto. Così come abbiamo fatto con Enzo Boglietti e con Castello di Malabaila, in Piemonte, con Tormaresca, di proprietà Antinori, in Puglia e con Di Majo Norante nel Molise. E l’elenco sarebbe ancora lungo: rappresentiamo l’azienda agricola La Caminella, nella Valcalepio, Il Cennatoio in Toscana, Kellerei Kaltern in Alto Adige; Casa Victoria, in Friuli Venezia Giulia, Monteschiavo nelle Marche, Casale del Giglio nel Lazio e la Cantina del Taburno in Campania. Insomma, abbiamo stretti rapporti con questi e tanti altri produttori capaci di mantenere un prezzo adeguato ai propri vini senza cadere nella golosità di chi ha approfittato del sempre crescente consumo di vino in Italia per far lievitare i prezzi. E per quanto riguarda i nomi più blasonati? Noi cerchiamo di tenere i vini

Enrico Perego, responsabile commerciale di Isola Service

italiani più importanti perché c’è comunque chi ci chiede il grande nome che, in certi casi, può valere veramente il prezzo a cui viene proposto. Collaboriamo con grandi aziende in tutta Italia, da Nord a Sud. Abbiamo Nino Negri e Sertoli Salis in Valtellina; Cavalleri e Uberti in Franciacorta; Gaja, Conterno e La Spinetta in Piemonte; Romano Dal Forno, Allegrini e Anselmi in Veneto; Foradori, Hofstatter e Cesconi in Trentino Alto Adige; Jermann, Gravner, Radikon, Felluga e La Castellada in Friuli Venezia Giulia; Caprai, Falesco e Lamborghini in Umbria; Masciarelli in Abruzzo, Mastroberardino in Campania; Paternoster in Basilicata; Librandi in Calabria; Planeta e Donnafugata in Sicilia; Argiolas, Capichera e Santadi in Sardegna. Infine abbiamo i più importanti vini toscani, dai Brunelli ai Chianti, dai Nobili ai Supertuscans e molti altri. Voi, però, siete partiti con gli champagne? Sì, il mercato dello champagne è quello che ci ha fatto conoscere, parecchi anni fa, nel mondo della ristorazione e anche tra alcuni industriali e privati appassionati delle più prestigiose bollicine. Sono trent’anni che organizziamo mini tour di tre giorni nella regione della Champagne con gruppi di clienti affezionati per visitare le più

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prestigiose Maison. Henriot, con il quale abbiamo una collaborazione ormai decennale, è il nostro prodotto di punta, ma lavoriamo anche con altri grandi marchi come Deutz, Perrier, Jouet, Louis Roederer, Taittinger, Ruinart, Veuve Cliquot, Billecart Salmon, e altri che alterniamo di anno in anno. Servite anche bar e locali serali con i liquori? Certo, abbiamo tutti i liquori nazionali più richiesti e i più svariati cognac, brandy, tequile, cachace, wodke, gin, oltre a un centinaio di tipi di whisky e ad altrettanti rhum da tutto il mondo. Trattate anche prodotti alimentari, quali? Più che altro abbiamo dei piccoli gioiellini, prodotti di prestigio come il Prosciutto crudo di Parma Val D’Enza, uno dei pochi che matura in solai con il processo naturale che segue le stagioni, e il Prosciutto Crudo di San Daniele Testa e Molinaro, molto rinomato nella nostra zona. Inoltre abbiamo il Parmigiano Reggiano Casello 200 Coop Nuova san Rocco, piccola azienda a conduzione familiare, il Culatello e i Salumi Piacentini Dop dei Salumifici Grossetti e Alsenese. Isola Service via Trento e Trieste, 16 - Trezzo sull’Adda (Mi) tel. 02 9092218/9091237 - fax 02 9091301 info@isolaservice.it - www.isolaservice.it

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Vini autoctoni Priorità Onav A Verona la delegazione lombarda degli assaggiatori di vino punterà su questo filone e illustrerà i grandi vini regionali

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collaborazione entusiasta dei Consorzi dei produttori, che si sono resi disponibili a interloquire con appassionati e ristoratori. Il 21 marzo, nell’ambito di ‘Enoforum’, la manifestazione che nei locali della Fiera di Piacenza ha visto riuniti circa 300 enotecnici, l’Onav Lombardia ha presentato il 2° Bancoassaggio dedicato ai vini prodotti da vitigni autoctoni. Un’altra iniziativa nell’ambito del progetto ha preso il via il 1° marzo nella sede di via Termopili, a Milano, con il seminario di approfondimento dedicato all’Oltrepò pavese, cui hanno partecipato agronomi ed enotecnici che hanno illustrato le caratteristiche dei terreni, del clima, delle uve e dei vini, di una delle principali e più conosciute zone vitivinicole lombarde.

a presenza al Vinitaly è uno dei momenti culminanti del primo semestre di attività dell’Onav, l’associazione degli assaggiatori di vino. Il 2005 è iniziato con un programma molto intenso che ha affiancato agli impegni per i corsi e per le degustazioni di approfondimento, riservate ai soci, un’intensa presenza in iniziative aperte al pubblico, con l’illustrazione dei vini lombardi e con lo sviluppo della tematica dei vini autoctoni. E proprio questi due filoni caratterizzeranno la presenza di Onav Lombardia al prossimo Vinitaly. Accanto al tradizionale stand, nel padiglione riservato alla nostra regione, vi sarà infatti una sala degustazioni nella quale sarà sviluppato un programma di incontri, concordato con i diversi Consorzi e con le varie realtà produttive. Particolarmente interessante si preannuncia la degustazione guidata di ‘passiti e vini da meditazione’ prodotti da vitigni autoctoni lombardi. Si tratta di una vera chicca che certamente susciterà l’interesse di appassionati e specialisti. Un’altra degustazione di notevole interesse sarà quella dedicata al Lugana, un vino troppe volte non considerato per il suo valore. Prima del Vinitaly, l’Onav lombarda aveva già sviluppato parecchie iniziative. In occasione di ‘Tirreno CT’, l’importante manifestazione riservata ad albergatori e ristoratori, che annualmente si svolge nel quartiere fieristico di Carrara, l’associazione aveva presentato Vito Intini, delegato ‘L’eccellenza dei vini lombardi’, una Lombardia Onav quattro giorni di degustazioni che ha visto alternarsi in sala e sui banchi assaggio, le principali doc lombarde, dalla Valtellina, che ha aperto la rassegna domenica 27 febbraio, all’Oltrepò pavese, ai vini bresciani fino a quelli della Valcalepio e di S.Colombano, che hanno concluso la rassegna il 2 marzo. Si è trattato di un importante momento promozionale per la produzione vinicola lombarda, a volte meno considerata e popolare al di fuori dei confini regionali, di quanto l’alta qualità del prodotto meriterebbe. La presenza a Carrara è stata particolarmente significativa e ha portato i nostri vini a fare i protagonisti in Toscana, successo che è stato reso possibile anche grazie alla

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Salvatore Longo

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Viniplus: la guida ragionata dell’Ais Lombardia Sarà presentata al Vinitaly. Gerry Scotti “Sommelier ad honorem”. A Ezio Maiolini e a Omar Pedrini la “Spiga d’Oro”

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ualità. È questa la parola d’ordine che ha ispirato il Direttivo dell’Ais Lombardia (l’associazione dei sommelier) a un sostanziale rinnovamento del progetto Viniplus, ideato nel 2001 per raccogliere le opinioni dei sommeliers lombardi e dar loro l’opportunità di applicare le conoscenze acquisite durante il complesso e impegnativo iter formativo. Per far questo ha pensato di coinvolgere i propri 5.000 associati fornendo loro una traccia per spingerli alla ricerca di aziende e di produttori e, in seconda battuta, condurli ad

esprimere una valutazione sui vini prodotti. Ma qual è la vera novità del progetto? Lo abbiamo chiesto al presidente dell’Ais lombarda Luca Bandirali. «È la pubblicazione di una Guida ragionata all’interno della quale un’apposita commissione di tecnici ha segnalato oltre un centinaio di aziende lombarde auto-certificatesi in base ai metodi produttivi attraverso la compilazione di un questionario. Il tutto per sensibilizzare e stimolare nel tempo le aziende vitivinicole non solo a produrre un buon vino, ma anche a lavorare nel rispetto dell’ambiente e del territorio in un percorso di filiera che sia a tutti gli effetti eco-sostenibile». La pubblicazione della Guida, che sarà presentata al prossimo Vinitaly, sarà accompagnata da un importante banco d’assaggio allestito grazie alla collaborazione con la Regione, nel Padiglione Lombardia. I vini regionali protagonisti al Vinitaly sono stati presentati al Circolo della stampa di Milano da Viviana Beccalossi, vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione, da Piero Mossi presidente della Camera di commercio di Pavia, da Vittorio Ruffinazzi presidente dell’As.co.vi.lo., da Osvaldo Failla docente di viticoltura all’Università di Milano e da Claudio Valente vice presidente vicario di VeronaFiere. L’Ais in questa occasione ha nominato il conduttore televisivo, il pavese Gerry Scotti, “Sommelier ad honorem”, indicato spontaneamente dal 16% dei lombardi intervistati come il personaggio pubblico più idoneo a promuovere i vini di qualità. Da parte sua l’assessorato all’Agricoltura attraverso la sua testata di informazione “Lombardia Verde” ha consegnato al presidente del Consorzio Franciacorta Ezio Maiolini e al cantautore bresciano

Luca Bandirali, presidente Ais Lombardia L O M B A R D I A A TAVO L A

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Omar Pedrini il premio “Spiga d’Oro” per aver contribuito a valorizzare e comunicare a livello nazionale e internazionale la positività del settore agricolo e agroalimentare lombardo.

Nella foto in alto, da sinistra, Omar Pedrini, l’assessore regionale Viviana Beccalossi ed Ezio Maiolini. Qui sopra, il neo sommelier ad honorem Gerry Scotti

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Nuove etichette sui vini La Brugherata L’azienda agricola La Brugherata di Scanzorosciate (Bg), in occasione della prossima edizione del Vinitaly che si svolgerà dal 7 all’11 aprile a Verona, presenterà i suoi vini in una veste del tutto nuova, a volere sottolineare ancora una volta l’accostamento tra viticoltura e arte. Le nuove etichette, che usciranno con la prossima annata, vogliono sottolineare quanto è stato fatto nell’ultimo anno, cioè una rivoluzione a 360 gradi per un prodotto di eccellente qualità ottenuto grazie alla tenacia di tutti i collaboratori dell’azienda agricola e all’esperienza dell’enologo Musatti.

Azienda Castel De Paolis Così il Frascati si rilancia Azienda agricola Castel De Paolis, ovvero quando il Frascati riacquista la giusta valorizzazione di vino nobile e si accompagna a grandi vini che, dopo anni di sperimentazione guidata da un tecnico del calibro di Carlo Porino, si presentano oggi sul mercato grazie a sapienti equilibri fra vitigni del territorio (come Malvasia puntinata bianca del Lazio, Bombino o Passerina) e varietà migliorative (quali Syrah, Merlot, Petit Verdot o Moscato Rosa). Dall’85 l’azienda di Giulio Santerelli e della moglie Adriana Croce è impegnata in quello che appariva come un progetto forse un po’ avveniristico: portare le produzioni vinicole del comune romano di Grotafferata (nel cuore dei Castelli Romani) a livello di quella dei più blasonati colli toscani. Una scommessa che per molti versi la si può dare per acquisita, almeno a giudicare dalla riuscita degustazione (una delle prime in Lombardia) proposte dal rappresentante dell’azienda, Massimo Negri, a La Lucanda di Osio Sotto (Bg) dove lo chef-patron, Luca Brasi, ha saputo dare la giusta dimensione ai vari vini presenti.

Un distretto per i Bianchi del Veronese Orientale I grandi Bianchi del Veronese Orientale tengono a battesimo il Distretto Veneto del Vino. E’ stata la vetrina di Agrifood quella scelta dall’Ati, Associazione temporanea di impresa costituita tra i Consorzi Tutela del Soave, del Lessini Durello e dell’Arcole, per presentare il progetto che per primo dà corso alla quinta misura del Distretto Veneto. Un flute, il bicchiere del Soave e un tulipano da degustazione, i contenitori elettivi del Lessini Durello, del Soave e dell’Arcole, sono infatti l’immagine visiva del progetto che punta, secondo gli obiettivi del Distretto, alla “realizzazione di un progetto di comunicazione integrata per la valorizzazione e la conoscenza del vino veneto bianco attraverso le più moderne tecnologie divulgative”. Forte dell’assegnazione di un finanziamento regionale di 100 mila euro, l’Ati dell’Est veronese, che investirà nel progetto altri 150 mila euro, ha elaborato un progetto che ha nell’autoctonia dei suoi vini il punto di forza. I grandi Bianchi del veronese Orientale tengono a battesimo il Distretto Veneto.

L’Unione Europea discrimina l’enologia italiana Non solo minore protezione per le menzioni tradizionali dei nostri vini, ma anche riconoscimento del Vinsanto greco e discriminazioni per il nostro Marsala. Queste le gravi conseguenze di una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea. Lo evidenzia la Confagricoltura, ricordando che erano quattro i motivi sostenuti dall’Italia per il ricorso al tanto criticato regolamento 316/2004 che ha concesso l’utilizzo delle nostre denominazioni storiche e tradizionali ai vini prodotti all’estero, anche se privi di un legame con il territorio cui la menzione fa riferimento. Il nostro Paese si era opposto anche alla concessione che il regolamento aveva accordato alla Repubblica greca, cioè la protezione della menzione Vinsanto, scritta in caratteri latini, per i vini con denominazione d’origine Cantorini. L O M B A R D I A A TAVO L A

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Banco di Torgiano Trionfa la Sicilia Buone le prestazioni per i vini di Toscana, Veneto, Lombardia e Abruzzo. Premiati ben 73 vini, 34 denominazioni, 52 aziende. Presenti 227 cantine

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olto ricco il palmares del 24° Banco di assaggio dei vini d’Italia, il più qualificato concorso enologico italiano, che si è concluso nel mese di dicembre a Torgiano (Pg). I vini vincitori sono 73, 227 le cantine italiane che hanno partecipato, presentando nelle 14 categorie previste dal Banco, spumanti metodo classico, novelli, bianchi e rossi di varie età, aromatici. Dal punto di vista delle denominazioni, le Doc, Docg e Igt premiate sono 34. Hanno vinto il Sicilia con 12 vini, il Chianti Classico con 7 vini, l’Amarone, il Franciacorta e

il Moscato Passito di Pantelleria con 4 vini ciascuno. In questo campo una novità è il Brunello di Montalcino, che quest’anno prende soltanto un premio. Dal punto di vista geografico, con 16 premi, dominatrice è la Sicilia, che per la prima volta batte la Toscana (13 premi); emergono il Veneto (10 premi), la provincia di Trento (7 premi), la Lombardia e l’Abruzzo (6 premi). Seguono l’Umbria e il Friuli-Venezia Giulia con 3 premi, Piemonte, EmiliaRomagna, Marche con 2, con un solo premio Lazio, Puglia, Sardegna, per un totale di 14 regioni premiate. Dal punto di vista delle tipologie enologiche emerge che lo spumante vincente è il Franciacorta di Lombardia, il Novello potrebbe essere quello trentino, ma anche lombardo, abruzzese, pugliese. I vini bianchi sono siciliani e in seconda linea trentini. I vini rossi sono toscani (Chianti classico) e poi veneti (Amarone). L’aromatico è il Moscato Passito di Pantelleria.

Sugli aerei Air One si brinda con La Versa I vini di La Versa saliranno a bordo degli aerei della Compagnia Air One per trasformarsi in privilegiati compagni di viaggio dei suoi passeggeri. La Cantina di Santa Maria della Versa (Pv) ha siglato un importante accordo con la società di volo, in base al quale s’impegnerà a distribuire i propri vini su tutti i velivoli. A partire dal febbraio 2005 i clienti di Air One potranno degustare il famoso Chardonnay spumante dell’azienda oltrepadana. Erroneamente chiamato “Pinot giallo” fino a non molti anni fa, è una varietà a bacca bianca originaria della Borgogna. Viva soddisfazione per l’intesa raggiunta è stata espressa dal direttore commerciale della cantina, Luca Buratti.

EnoGastrOroscopia La cucina dello Zodiaco L’essere arrivati sulla Luna, l’aver clonato i geni, non è stato sufficiente a cancellare il bisogno dell’occulto. Perché? L’uomo moderno vive immerso nelle proprie certezze, ma cammina fiancheggiato dalla curiosità e dalla paura dell’ignoto. Come il bambino ha paura ad entrare in una stanza non illuminata, così l’adulto teme le avversità che gli riserva il domani. Conoscerlo in anticipo lo illude di poterlo sconfiggere. L’Ariete che il Sole percorre dal 21 marzo al 20 aprile è un segno di fuoco e corrisponde all’inizio della primavera, periodo in cui la natura è condizionata da un grande slancio, dallo sforzo che il seme compie per spuntare dalla terra; di qui il motto del primo segno dello Zodiaco: “Io sono il primo”. Il bisogno di primeggiare fa si che l’Ariete, che governa la pastorizia, affronti la vita come se avesse attorno a sé avversari da superare in una corsa verso il traguardo. Non accetta mezzi termini, il suo slogan è: o caldo o freddo, ma mai tiepido. In questo segno sono domiciliati Marte (pianeta dell’aggressività), Plutone (della creatività) ma soprattutto c’è il Sole (vitalità, volontà), da cui dipendono l’entusiasmo, il coraggio, il bisogno di primeggiare. L’Ariete entra in cucina come una furia scatenata, è generalmente rapido nell’esecuzione delle ricette, a cui aggiunge spesso un ingrediente nuovo per personalizzarle e renderle uniche. Se apre un ristorante, farà di tutto per essere il solo nella città a servire quei determinati piatti e per distinguersi per l’accuratezza del servizio al tavolo. A tavola manifesta una decisa predilezione per i gusti piccanti. Vorrebbe, se potesse, proporre una torta all’aglio o al peperoncino, la carne gli piace alla griglia, possibilmente al sangue e le verdure al salto. Spesso gli Arieti manifestano una decisa predilezione per lasagne, melanzane alla parmigiana e mille foglie per i dolci. Pure la maggiorana si associa al segno dell’Ariete: le sue proprietà rilassanti sono note fin dall’antichità, quando si credeva che chi ne portasse addosso un ramoscello o se ne cibasse, non incorresse mai nella sventura. Nel bere in genere preferisce i vini frizzanti o rossi (Bonarda dell’Oltrepò), ma se gradisce un bicchiere durante il pasto, vorrà finire con una coppa di Champagne. Dopo cena, può apprezzare un amaro digestivo o una grappa di montagna.

Ariete, la passione per gusti piccanti e bollicine d’annata

Marino Fioramonti

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Per gustare appieno il benessere della primavera bastano poche scaglie di Grana Padano con l’aperitivo, un pranzo, una cena, raffinata o semplice

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a primavera porta sole e temperature miti per chi vuole passare una giornata all’aria aperta, dedicata alla visita delle bellezze d’arte e naturali. Chi scegliesse il lago di Garda, che si trova nel cuore della zona di produzione del Grana Padano, troverebbe tanti borghi da scoprire, lasciandosi sedurre dal clima dolcissimo del lago. I colori tenui come un risveglio, che col passare delle ore si fanno più limpidi, invitano ad entrare nei negozi, a cercare scorci tra le case e tra le rive, ad andare alla scoperta di panorami unici. Si ha la sensazione di ammirare un “proprio” lago, bello come quello conosciuto, ma creato a misura del proprio benessere. È un ambiente che ritempra e dà serenità, con tutti i prodotti che in questo territorio nascono con le stesse caratteristiche: qualità, rispetto delle tradizioni, capacità di esaltare sapori antichi, anche nelle esigenze di oggi. E in questa magia, con un aperitivo o un pranzo leggero, oppure in una cena raffinata o semplice, non possono mancare alcune scaglie di Grana Padano. È un formaggio che si amalgama con il latte per creare piatti semplici e gustosi. Rende vivaci al palato torte e piatti a base di verdure. Si esalta con la pasta di grano duro ed i suoi condimenti e trasforma in un piacere unico le paste fresche delle più antiche ed apprezzate cucine regionali. Esalta il gusto naturale della carne dei piatti freddi ed è prezioso sostegno di vitello e manzo. E con il pesce si sposa a scaglie o grattugiato. Grana Padano è un formaggio che sa essere un piatto anche da solo. Con la mostarda e le composte di frutta, con il miele, con i fichi e con le pere, con verdure fresche. Un amico generoso per un pasto rapido e naturale, l’ospite di classe di un pranzo o di una cena da ricordare. Grana Padano vanta inoltre sapori

Primavera con il Grana Padano inconfondibili che esaltano i vini più nobili di tutta la penisola. Il formaggio meno stagionato si sposa con tutti i vini bianchi e con rossi giovani e di media struttura, con i rosati e con i novelli. Il suo aroma intenso ed invitante si abbina quindi ad uno champagne o ad un brut italiano prestigioso, abbastanza morbido, ma con altrettanta grazia si sposa a vini bianchi dal bouquet persistente e dall’aroma fruttato, sino a quelli barricati, più ambiziosi con i sentori di prugna e di fichi secchi. Chi ama i rossi, invece, rende

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felice il palato con vini di media consistenza, ma può spingersi anche ad abbinare il numero uno dei formaggi italiani con i suoi pari in cantina, Brunello e Barolo, corposi e sapidi, con i quali si sposa bene il Grana Padano più stagionato, per il suo sapore più intenso. Quando il formaggio è più maturo, dal sapore più piccante, diventa protagonista a fine pasto, abbinato con marmellate, mostarde o miele e si accosta a vini dolci o liquorosi, come il Moscato, il Vin Santo, il Recioto e il Marsala Soleras, con i quali stempera la sua aggressività e crea nel palato un’armonia unica e di grande fascino.

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ABBINAMENTI

Il vecchio gusto di montagna torna col formaggio Fatulì Questa rubrica vuole sottolineare gli abbinamenti più razionali tra cibi e vini di casa nostra, prevalentemente della Lombardia, evidenziando di volta in volta

Mirosa Servidati, sommelier

le peculiarità dei singoli prodotti, le materie prime utilizzate, i processi e le tecniche di produzione e i migliori connubi enoici. In questo numero, l’attenzione è dedicata a uno dei più antichi e particolari formaggi bresciani della Valle Saviore sull’Adamello, il Fatulì

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erti prodotti sono una sorta di libro di storia rurale: la preparazione, il gusto e gli aromi descrivono in modo immediato e molto più piacevole di un tomo scolastico, la gente di un territorio. Perché la tavola è fortunatamente anche oggi, un passaggio speciale della nostra

quotidianità: il pranzo, adesso prevalentemente quello serale e domenicale, non è solo il soddisfacimento di un bisogno primario, è momento di scambio affettivo, intimo, che ti dà il senso della vita e del lavoro quotidiano. Per questo è importante salvare e promuovere gli antichi prodotti del territorio, per non allentare il filo che ci

lega al passato, senza il quale facciamo fatica a definirci. Uno di questi prodotti è il Fatulì, che in dialetto significa “piccolo pezzo”. Anticamente per la formatura di questo formaggio, prodotto principalmente nella Valle Saviore, in provincia di Brescia, si usava un piatto da minestra. E oggi questo formaggio è una delizia che si realizza solo con latte intero, appena munto, di capra bionda dell’Adamello. Appena raccolto, il latte viene lavorato su un fuoco di legna a circa 38°C, al quale viene poi aggiunto il caglio e dopo un breve riposo di circa trenta minuti, si passa alla rottura della cagliata che viene poi cotta. Terminata la cottura, la massa caseosa è posta nelle forme per la sgrondatura del siero. Il giorno dopo, le forme, che hanno diverse dimensioni, vengono salate e quando il casaro le ritiene sufficientemente asciutte si passa all’affumicatura. Questo passaggio lascerà traccia non solo nel gusto, ma anche sulla crosta, in cui rimarrà la caratteristica impronta della grata, sulla quale è stato posto il formaggio. L’affumicatura avviene utilizzando rami di ginepro verde, che conferiscono al prodotto un aroma

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particolarissimo. A questo punto il Fatulì è pronto per la stagionatura, che va da uno a sei mesi e anche oltre. La nostra delizia ha una pasta morbida, di colore bianco; il sapore è caratteristico, piacevolmente acidulo e pungente, in particolare nelle produzioni estive per le essenze del foraggio. Il Fatulì è un prodotto di montagna, quindi è deciso, netto e ben definito; ha carattere, corposità e qualche spigolatura. Il vino in abbinamento non deve soffrire le lunghe distanze, deve smussarne le

angolosità senza cedere nell’aromaticità e nel gusto. Tra le bottiglie lombarde scegliamo un effervescente Franciacorta brut, sapido, fresco, che esprime una marcata nota di pane tostato e un lungo finale persistente; tra le nazionali, un raffinato Traminer aromatico, elegante, intenso, rotondo, che propone un ampio bouquet floreale e una bella spalla acida.

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L’olio Francesco I nasce rivoluzionario

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i chiama Francesco I ed è il nuovo olio prodotto da Francesco Maria Cannaviello nella sua Tenuta Villa Gaia, a Seggiano (Gr): fatto di olivastra seggianese extravergine, e denocciolato, si è già aggiudicato il consenso degli olivocultori e dei critici più illustri, Veronelli in testa, tanto da meritare il marchio di qualità “L’olio secondo Veronelli”. Francesco I è un olio rivoluzionario perché ottenuto attraverso un metodo innovativo che unisce il rispetto della natura e della tradizione alle nuove scoperte in campo produttivo. Secondo gli studi più recenti, infatti, il nocciolo non contiene nessuna proprietà organolettica e nutrizionale. Francesco I viene spremuto da olive già denocciolate e raccolte solo ed esclusivamente a mano. Quest’olio viene poi conservato in contenitori d’acciaio sotto pressione e distillato in preziose boccette dal vetro oscurato per ottenere un nettare ricco di polifenoli e di proprietà anti-tumorali e antiradicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. Per far assaggiare il suo olio, Francesco Maria Cannaviello, che a soli 27 anni ha vinto il Premio “Italia che lavora”, organizza degustazioni nella sua country house con Bed & breakfast.

L’Abc della grappa Ecco il marchio del Tridente Una delle maggiori esperte del settore - Livia Bertagnolli - ci guida all’interno del mondo della grappa analizzandone caratteristiche, tipologie, modalità di produzione e tecniche di servizio La Grappa trentina di origine e qualità garantita è facilmente riconoscibile. La bottiglia porta sul collarino il marchio dell’Istituto di Tutela. Il sigillo con il Tridente che il consumatore individua facilmente sulla bottiglia prevede tutta una serie di controlli e garanzie stabiliti dai produttori soci dell’Istituto di Tutela per certificare che la Grappa è sicuramente prodotta con vinacce trentine.e che è stata controllata sia dal punto di vista chimico che organolettico. È quindi sicura per quanto riguarda i livelli qualitativi previsti dal disciplinare di produzione. Quando il distillatore associato all’Istituto di Tutela ha pronta la propria grappa per essere imbottigliata, deve prelevare quattro campioni e farli pervenire al Laboratorio d’analisi dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (Tn) per l’esame chimico. Se la Grappa rientra nei parametri stabiliti, uno dei quattro campioni viene inviato alla Camera di Commercio di Trento, presso la quale, ogni quindici giorni, si riunisce un’apposita Commissione deputata al controllo organolettico. La Commissione è composta da due distillatori soci dell’Istituto, da un rappresentante del Laboratorio dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige e da due esperti Livia Bertagnolli, indicati dall’Anag (Associazione nazionale assaggiatori grappa). In Amministratore delegato quella sede si decide se la Grappa per la quale è stato richiesto il marchio, corrisponde al tipo indicato in etichetta (giovane, monovitigno, distillerie G. Bertagnolli invecchiata.) e se il livello di qualità è conforme allo standard prefissato. Srl Mezzocorona (Tn), Se la Grappa viene giudicata idonea al marchio, il socio potrà ritirare Vicepresidente presso la segreteria dell’Istituto tanti marchi numerati quante sono le “Donne della grappa” bottiglie da 0,70 cl. La seconda fase dei controlli prevede l’acquisto, a campione, della Grappa già marchiata da parte di un incaricato dell’Istituto di Tutela e la ripetizione dell’intero percorso (Laboratorio dell’Istituto e Commissione organolettica) previsto per la dichiarazione di idoneità. La Grappa acquistata sul mercato deve corrispondere al campione (uno dei quattro) che è stato depositato presso il Laboratorio al momento della richiesta d’analisi. Una prassi rigorosa, forse unica in Italia, per assicurare al consumatore che la Grappa del Trentino contrassegnata dal Marchio del Tridente è di origine e qualità garantite. L O M B A R D I A A TAVO L A

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Accorciata la filiera per gli agrumi siciliani L’accordo fra produzione e commercio per la distribuzione di arance e limoni può essere esteso anche ad altri prodotti

Così un chilo di arance costa solo 95 centesimi

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Quest’anno si prevede un aumento del raccolto di arance, con circa due milioni di tonnellate, di cui oltre il 60 per cento coltivate in Sicilia. La stima è della Coldiretti che nello stesso tempo ha però rilevato un aumento medio di cinque volte del prezzo delle arance dalla produzione al consumo. È in questo contesto difficile che la società consortile “Le buone terre” di Francofonte (Siracusa) ha messo a disposizione circa 10.000 quintali di arance Tarocco e 3.500 quintali di limoni Femminello a prezzi calmierati . Su 1 kg. di arance Tarocco, calibro 8/108 (64/68 mm), vengono calcolati al produttore 0,45 euro, comprendendo anche quella parte che va scartata o che è sotto calibro. A questo si aggiungono 0,13 euro per l’imballaggio (le cassette), 0,11 euro per il trasporto al mercato agroalimentare, 0,03 euro per spese pubblicitarie, 0,07 euro per il margine all’ingrosso e 0,16 per il margine del dettagliante. Così, sommando tutte queste voci, il costo finale per il consumatore sarà di soli 0,95 euro per 1 kg di arance. Per quelle di calibro maggiore, 68/78 mm, il prezzo sarà di 1,08 euro, mentre per 1 kg. di limoni si pagherà 0,96 euro.

i fronte alla crisi degli agrumi c’è un primo esempio di filiera accorciata, che promuove un percorso dal produttore alla commercializzazione all’ingrosso e alla successiva vendita al dettaglio, senza inutili intermediazioni e che può essere in futuro esteso anche ad altre produzioni. Da Francofonte (Siracusa), territorio che rappresenta una delle più antiche e tradizionali agrumicolture di tutto il bacino del Mediterraneo, la società consortile “Le buone terre” ha messo a disposizione circa 10.000 quintali di arance Tarocco, provenienti da due cooperative aderenti, e 3.500 quintali di limoni Femminello dell’azienda Campisitalia, in cassette di legno da 3 kg., che giungeranno nei negozi di ortofrutta di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna a prezzi vantaggiosi e in 30 ore senza passare dai vari frigoriferi. Sin dai primi giorni dalla firma del protocollo d’intesa hanno aderito 1.630 negozi, di cui 850 a Milano e provincia, 265 nel Torinese, 277 nel Bolognese e 238 nel Veronese. Ma altri stanno aderendo anche in Liguria e nel Triveneto, per cui si potrebbe arrivare entro breve tempo a superare quota 2.000. L’iniziativa, intesa a favorire i consumatori salvaguardando i redditi di produttori e grossisti dei mercati alimentari, è stata presentata al Circolo della stampa di Milano dai dirigenti della Fida (Federazione italiana dettaglianti alimentari), dalla Fedagromercati (Federazione nazionale delle associazioni degli operatori dei mercati agroalimentari) e dal Consorzio siciliano che raggruppa più di 1.200 ettari di agrumeti nelle province di Siracusa, Catania e Ragusa. Nei primi dieci mesi del 2004, secondo le rilevazioni della Società di ricerche Iha Italia, le famiglie italiane hanno acquistato agrumi per 1.005.000 tonnellate contro 1.051.700 dello stesso periodo del 2003, con un calo del 4,37% in quantità e del 3,27% in valore. L’acquisto medio per famiglie è passato dai 51,8 kg. del 2003 ai 48,1 kg. del 2004. Una crisi che si vede anche sul fronte dell’export. Secondo Aneioa, l’Associazione nazionale esportatori-importatori ortofrutticoli e agrumai, le importazioni nel 2003 (367 mila tonnellate) sono state più del doppio delle esportazioni (149mila tonnellate). Il forte calo dei volumi esportati (-30,9% nel 2002) comprime il valore a 87,2 milioni di euro (109 milioni nel 2002). Le importazioni sono aumentate del 25,4% in quantità e del 30,2% in valore. L’Italia, il primo Paese agroalimentare in Europa, è passato in seconda posizione dopo la Spagna. Marino Fioramonti

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Il Macfrut di Cesena guarda al Mediterraneo La maggiore rassegna ortofrutticola europea metterà a confronto dal 5 all’8 maggio i ministri dell’Agricoltura di diversi Paesi e farà il punto su un settore in forte difficoltà

L’

ortofrutticoltura italiana nel 2004 ha attraversato una profonda crisi. I quantitativi, dopo due anni di scompensi, sono tornati pressoché alla normalità con 25 milioni di tonnellate (+10,9% sul 2003), ma il reddito delle aziende agricole è calato. Secondo l’Ismea, l’ente per i servizi al mercato agricolo e alimentare, i produttori di ortaggi hanno registrato infatti un -17% di reddito, mentre le famiglie italiane hanno sborsato per l’ortofrutta fresca il 6,52% in meno rispetto all’anno precedente, con un calo del

volume degli acquisti del 4,26%. Domenico Scarpellini, presidente di Agri Cesena, presentando a Milano l’edizione 2005 di MacFrut, la maggiore rassegna europea sul mercato ortofrutticolo, che si terrà nella città romagnola dal 5 all’8 maggio, ha detto che da più parti si chiede un piano ortofrutticolo nazionale per superare le difficoltà del settore, che si notano anche sui mercati esteri. Nel 2004, secondo i dati diffusi da Luigi Peviani, presidente dell’Aneioa, l’Associazione nazionale esportatori importatori ortofrutticoli e agrumai, l’Italia ha esportato un totale di 3,2 milioni di tonnellate di ortofrutta, contro i 3,3 milioni del 2003, mentre ha importato un più 0,4%. E se scende il saldo attivo della frutta (fresca e secca) e degli ortaggi, crescono invece i surgelati, che hanno superato le 200 mila tonnellate in volume e i 650 milioni in valore. Su tutti questi problemi la 22ma edizione di MacFrut metterà a confronto il ministro italiano

dell’Agricoltura, Gianni Alemanno e diversi ministri dell’Agricoltura dei Paesi del Mediterraneo, oltre a quelli di due grandi Paesi emergenti come India e Cina. A Cesena si rinnovano anche gli appuntamenti con il 16° AgroBioFrut (Salone delle nuove tecnologie e delle sementi), con il 10° Salone delle produzioni biologiche mediterannee e con il 15° TransWorld (Salone del trasporto agroalimentare). Rosanna Ojetti

Gianni Alemanno, ministro dell’Agricoltura, al centro, sarà al MacFrut 2005.

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CUOCHI

E’ scomparso un Angelo dell’alta cucina italiana In questa rubrica Sergio Mei presenta alcuni dei suoi più famosi colleghi italiani che sono, tra l’altro, anche amici. Un modo per dare la parola ai tecnici e ai professionisti e attivare così un dibattito all’interno della categoria. Questo mese lo spazio è dedicato alla memoria di un maestro della cucina italiana, Angelo Paracucchi

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orse ai giovani il nome di Angelo Paracucchi non dice niente, ma a coloro che giovani non lo sono più ricorda un maestro dell’alta gastronomia e dell’alta ristorazione. Negli ultimi tempi si era ritirato in territorio di Amelia, al confine fra Liguria e Toscana, dove aveva aperto la sua “Locanda dell’Angelo”, ora gestita dal figlio Stefano e in cucina dai giovani Matteo e Davide Cargiolli, due dei tanti suoi allievi. Nato a Cannara (Assisi) 75 anni fa, appena uscito dall’Istituto Agrario fece le sue prime esperienze a Londra e a Monaco di Baviera approdando poi al Motel Agip di Firenze e al confratello di Sarzana. Fu allievo prediletto del grande Luigi Carnacina, amico di Gino Veronelli, di Paul Bocuse e Roger Vergé. I proprietari del lussuoso Royal Monceaux lo vollero a Parigi meritando subito l’ammirata attenzione degli esperti, in primo luogo dei seguitissimi Gault et Millau. Sergio Mei In Svezia fu il primo chef Executive chef del Four Seasons italiano ad essere invitato Hotel di Milano nell’esclusivo, chiuso ambiente della Restaurang Akademie. Qui gli allievi non erano studenti, ma colleghi dei ristoranti più esclusivi. Di Angelo si occuparono anche i giornali descrivendo i suoi piatti. Nelle prime trasmissioni televisive dedicate all’alta cucina, senza mai salire in cattedra, con bonomia e umiltà

spiegava le sue teorie che prima di tutto partivano dai prodotti della terra, genuini e di qualità. Prodotti il cui acquisto non delegava a nessuno, svegliandosi poco dopo l’alba per essere fra i primi ad arrivare sui mercati: della frutta, della verdura, dei pesci. Per le sue cotture usava oli extravergini che pure andava a cercare dai piccoli produttori e i vini nelle più sperdute cantine. Era arduo per lui dividersi fra la “Locanda” e tutti gli impegni internazionali cui era chiamato. A New York per lezioni al “Culinary Institute”, primo docente italiano dopo una “eterna” egemonia francese, in

Giappone alla “Suji School” di Osaka, una delle più grandi scuole di cucina del mondo. Il patrimonio che egli ha lasciato, libri, pubblicazioni, ricette, è immenso. Una riflessione che, sommata ai ricordi Angelo Paracucchi personali, è anche un modo per attenuare il dolore e il rimpianto che la sua scomparsa ha provocato. Sergio Mei

Gallinella picchettata alla citronella con cipollata, pomodorini e olive La gallinella è un pesce marino di forma allungata e assottigliata nella parte posteriore; ha il muso appuntito e la bocca piccola, con la mascella superiore più sporgente dell’inferiore. Misura 25-40 cm, è rosso bruna sul dorso, a volte punteggiato di macchie bianche o rosa, e biancastra sul ventre. Le due grandi pinne pettorali quando sono aperte sembrano due ventagli. Si trova comunemente nel Mediterraneo, soprattutto in Adriatico e nell’Oceano Indiano, dove vive sia in profondità, in fondali fangosi, che presso gli scogli. Le sue carni sono sode e gustose. Ingredienti per quattro persone Una gallinella da 1,2 Kg, 50 gr di bastoncini di citronella, 30 gr di olio extravergine d’oliva, 2 gr di timo, 2 gr di peperoncino fresco, sale. Per la finitura 200 gr di cipollotto fresco, 30 gr di olio d’oliva, 60 gr di olive taggiasche, 100 gr di pomodorini di Pachino, 200 ml di vino Riesling, 2 gr di prezzemolo. Preparazione Per la gallinella sviscerarla, picchettarla con bastoncini di citronella e condirla con olio extravergine d’oliva, timo, peperoncino e sale. Per la finitura Tagliare a losanghe il cipollotto e stufarlo a fuoco dolce in una casseruola con olio d’oliva. Unire la gallinella con gli elementi del condimento, le olive taggiasche e i pomodorini. Bagnare con vino bianco e riporre in forno preriscaldato a 185° C. Portare a cottura e servire al piatto o in casseruola di rame con sopra il prezzemolo e un giro di olio d’oliva crudo.

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CUOCHI

Il più bravo è Maurizio Toscanini Uno chef di 23 anni premiato con la medaglia d’oro al concorso “Miglior cuoco di Lombardia”. Suoi i ravioli di robiola su crema di pomodoro

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ra gli chef protagonisti dell’ottava edizione di RistorExpo, importante manifestazione dedicata al mondo della ristorazione e organizzata presso il polo fieristico di Erba, ha spiccato per bravura e giovane età Maurizio Toscanini, 23 anni, cuoco del team del Ristorante Hotel Locanda Montescano, locale che si trova nell’omonimo paese a pochi chilometri da Pavia, tra i vigneti dell’Oltrepò: secondo la giuria che gli ha conferito la medaglia d’oro al concorso “Miglior cuoco di Lombardia”, il giovane chef ha infatti saputo interpretare al meglio le tradizioni

enogastronomiche italiane e lombarde. Nel corso della manifestazione fieristica, che ha proposto una serie di esibizioni promosse dalla Federazione italiana cuochi, lo chef originario di Ruino (Pv), si è infatti distinto combinando elementi della tradizione regionale con innovazione e creatività e proponendo una ricetta semplice ma di grande effetto: ravioli di robiola al pomodoro fresco. Da vero artista dei fornelli, Maurizio Toscanini, di giovane sembra avere solo l’età. Infatti, come testimonia il riconoscimento appena ottenuto, il cuoco di Locanda Montescano non ha nulla da invidiare, nonostante i suoi 23 anni, ai colleghi più maturi, quanto a esperienza e abilità. «La mia esperienza presso il ristorante Locanda Montescano - dice Toscanini - mi offre ogni giorno la possibilità, grazie alla passione dei proprietari per la buona cucina, di

sperimentare e divertirmi con ricette e varianti nuove e originali e di esprimere al meglio la mia abilità ai fornelli». Sono numerose, infatti, le iniziative culinarie proposte dal ristorante Locanda Montescano nei prossimi mesi, inoltre, sono previste serate enogastronomiche a tema con degustazione di vini, incontri della “Compagnia del gusto” e i corsi di cucina per i clienti e gli amici della locanda. Arroccato sulle splendide colline dell’Oltrepò, il Ristorante e Hotel Locanda Montescano dispone di Maurizio Toscanini, un’accogliente sala ristorante con 23 anni, miglior cuoco vista panoramica sui vigneti, della Lombardia arredata con gusto e ricercatezza, dotata di 120 coperti al chiuso che, nella stagione primaverile ed estiva, si ampliano ulteriormente nell’incantevole giardino immerso nella natura oltrepadana.

Ristorexpo 2005: la cucina d’autore si fa grande con 16 mila visitatori e più di 120 espositori

Così il prezzo del riso raddoppia

Record di presenze a Ristorexpo: in cinque giorni, dal 19 al 23 febbraio, all’area espositiva di Erba (Co), l’evento enogastronomico dedicato alla cucina d’autore ha fatto registrare ben 16 mila ingressi tra operatori del settore e consumatori. L’edizione 2005, l’ottava della serie, si è così chiusa con un nuovo balzo in avanti del 20% e migliorando il successo dell’edizione precedente, tanto che nei 12 mila metri quadrati di fiera sono stati più di 120 gli espositori e migliaia i marchi rappresentati. E così, se i luoghi domestici raccontano storie, la tavola ha saputo comunicare emozioni e i “Jeunes Restaurateurs”, interpreti indiscussi dell’ottava edizione dell’evento, sono stati in grado di trasmettere sapienza e i segreti del “Bien vivre”. Poi, da Herbert Hintner ad Alfredo Russo fino ad Antonella Ricci, è stato un viaggio enogastronomico lungo tutta Italia,

Dalla Lomellina a Roma il prezzo di un chilo di riso raddoppia e in qualche caso il consumatore finale può pagare il prodotto dieci volte quello che è stato pagato all’agricoltore. Lo rivela il sito www.risoitaliano.org che ha confrontato i prezzi delle confezioni da un chilogrammo, distribuite in tre grandi supermercati della capitale e in una boutique del gusto e ha riscontrato “sbalzi” sorprendenti tra i prezzi pagati ai produttori e quelli chiesti al consumatore. Il portale www.risoitaliano.org offre gratuitamente informazioni, ricette e approfondimenti sul riso, di cui l’Italia è il primo produttore comunitario. Per informazioni: direzione@risoitaliano.org

con in cattedra i grandi del momento, da Claudio Sadler a Pietro Leman, a raccontare e insegnare la passione per i fornelli. Infine, i momenti di formazione riservati agli operatori, una novità dell’edizione 2005, apprezzata e applaudita dagli addetti ai lavori. Ottima l’affluenza agli incontri tecnici e alle lezioni per conoscere “i trucchi per una spesa oculata”. Per gli appassionati del late hour, poi, l’appuntamento con la rassegna “Aperitivi d’autore”. E ancora forum, degustazioni, laboratori del gusto e l’area dedicata alla cucina internazionale, con la rassegna “Sapori dal mondo”. Vincitore del Trofeo culinario, Arturo Della Torre e Premio Ristorexpo, è risultato Walter Della Pozza, del team cuochi di Pavia. Primo assoluto tra gli allievi si è classificato Nicole Larue, dell’Istituto Gianni Brera di Como.

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La ristorazione bresciana spiegata in 30mila copie La nuova guida dell’associazione dei ristoratori locali sarà diffusa in tutta Europa

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uova guida alla ristorazione bresciana. È l’impegno del direttivo dell’Arthob, l’Associazione ristoranti, trattorie, hostarie bresciane. Ne verranno stampate trentamila copie che saranno distribuite in tutte le fiere europee di gastronomia e turismo, nonché attraverso i canali tradizionali. «Si tratta di un importante traguardo raggiunto dal direttivo dell’Arthob: per la quinta volta, nei

venticinque anni di attività - ha detto il presidente dell’associazione di via Fratelli Bonardi a Brescia, Beppe Dattoli - abbiamo aggiornato la guida per essere sempre al passo coi tempi che cambiano».La guida, come caratteristica di fondo, ha quella di rendersi utile con le sue preziose indicazioni, soprattutto sulle peculiarità qualitative della cucina bresciana. Una vera e propria mappa della ristorazione che porta il lettore lungo un itinerario di locali della città e della provincia, di ambienti per ogni gusto e per ogni tasca, e che è un indispensabile sussidio per coloro che, in visita alle zone della provincia bresciana, vorranno sostare dopo aver ammirato le attrattive che la provincia offre sotto il profilo storico-culturale. D’altra parte Arthob, sin dalla sua costituzione, si è mossa proprio con l’intento di incentivare l’attività, la professionalità di quanti si trovano quotidianamente ad accogliere gli ospiti e a confrontarsi coi loro gusti e le loro esigenze. E si è appena concluso, nella sede dell’associazione a Brescia, un primo corso per gli addetti ai lavori, svolto

dalla Federazione italiana sommelier alberghi e ristoranti (Fisar). «Questa iniziativa ha ottenuto un grande successo - ha detto il segretario bresciano della Fisar, Fabio Loda - tanto che si è pensato di ripeterlo in aprile, anche perché ci sono arrivate parecchie richieste». Gli interessati possono telefonare per informazioni e iscrizioni al numero 030 3731544, dal lunedì al venerdì dalle 14,30 alle 18. Carlo Bresciani

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U D I RT À

I problemi della ristorazione si risolvono con l’impegno di tutti Dopo gli interventi di Matteo Scibilia (Udirtà), di Beppe Dattoli (Arthob) e di Vittorio Fusari (Udirtà), è ora la Fiepet a intervenire sui criteri di tutela della ristorazione di qualità. Su questo argomento abbiamo sollecitato un dibattito a

partire proprio dalle associazioni di categoria, fermo restando il nostro ruolo di promuovere un confronto senza dover concordare prese di posizione con chiunque. a.l.

Certamente questo comportamento non risulta utile alle aro direttore, riceviamo da sempre Lombardia a imprese della ristorazione che necessitano di associazioni di Tavola e apprezziamo lo spazio che viene dato alle rappresentanza agguerrite, alle quali partecipino ristoratori e realtà locali per promuovere le loro iniziative. Da aziende che si assumono la responsabilità di costruire ultima, la presentazione di Udirtà, neonata associazione di possibili soluzioni: tutti devono avere la ristoratori per la difesa della ristorazione italiana di qualità, consapevolezza che trovarsi di fronte a un mondo di che ha trovato nel corso degli ultimi mesi spazio sulla sua grandissimo interesse estremamente variegato, rivista. La decisione è senz’altro giusta, come positiva è la costituito da molte decine di migliaia di soggetti nascita di questa nuova organizzazione che certo non dalla spiccata vocazione individualista, certamente sfigurerà tra le numerose esistenti. causata dalle impellenti necessità del lavoro, rende In qualità di Presidente provinciale e di coordinatore tutto estremamente difficile. regionale della Fiepet, Federazione esercenti pubblici e Per parte nostra abbiamo confermato e turistici aderente alla Confesercenti, abbiamo risposto confermiamo l’impegno a rappresentare le esigenze delle all’amico Fusari, vicepresidente di imprese della ristorazione secondo Udirtà, offrendo tutta la nostra il grado di conoscenza e capacità collaborazione e manifestando la più che ci contraddistingue e anche ampia disponibilità ad affrontare secondo il grado di partecipazione insieme i problemi che si ritiene non dei ristoratori, che vorremmo siano adeguatamente sostenuti dalla maggiormente partecipi alle istanze nostra Federazione. Non ne abbiamo associative per rendersi fatto oggetto di lettera pubblica, come protagonisti insieme con noi della pare sia diventato costume, secondo valorizzazione della categoria. noi abbastanza discutibile, in quanto I problemi evidenziati dai vari la nostra missiva di benvenuto e articoli riguardano la ristorazione e augurio voleva e vuole aprire una l’affermazione che non saremmo porta agli interessati e non sensibili ci pare eccessiva, autopromuovere un passaggio sulla vorremmo dire ingenerosa; forse rivista. non si sono trovate soluzioni Ciò che vorremmo facesse Lombardia appropriate o desiderate per tutti i a Tavola è però un’indagine per conoscere quante sono le associazioni Silvano Nember, coordinatore regionale Fiepet, a sinistra, problemi ed esigenze, e ciò può essere condivisibile, ma non è esistenti nel territorio lombardo e e Franco Raffaele Chiappi, presidente Fiepet Brescia accettabile la presunzione che tali nazionale, che si prefiggono scopi questioni non ci vedano attenti. analoghi in modo da avviare su questo terreno una Inutile elencare le cose che si sono realizzate e quelle che si riflessione e un ragionamento sereno, fuori dagli schemi e fanno: ne risulterebbe un lungo elenco. Così come è un fatto dal luogo comune che assegna sempre ad altri la che molti altri problemi debbono essere conquistati, ma ciò responsabilità e la mancanza di iniziativa a tutela della sarà possibile solo in un ambito di unità di intenti fra tutti i categoria. È un mondo, quello della ristorazione, troppo protagonisti secondo il proprio grado di competenza e importante perchè non si colga tutta la necessità e l’urgenza riconoscendo ad ognuno almeno pari sensibilità e stabilendo di una riflessione comune che coinvolga tutti i soggetti e, un condiviso criterio di priorità. soprattutto, veda gli interessati autenticamente partecipi alla Ecco allora che una iniziativa per la quale la stessa vita delle associazioni di rappresentanza, in modo che tutti Lombardia a Tavola potrebbe rendersi protagonista, ci si renda conto di quanto è complessa la materia e attivando una sede di dialogo e confronto fra le diverse quanto difficile la tutela di interessi legittimi, che però associazioni del territorio, potrebbe risultare assai utile. Per sono di una parte sola della nostra società, per quanto questo ci dichiariamo disponibili sin da ora, così come importante. abbiamo salutato con favore la nascita della nuova Unione a Troppo spesso si suole assegnare, talvolta anche da difesa della ristorazione di qualità, che in parte comunque Lombardia a Tavola, responsabilità alle associazioni di riteniamo anche noi di rappresentare. rappresentanza, quale è la Fiepet, senza neppure chiedere un parere in merito. Franco Raffaele Chiappi - Presidente Fiepet Brescia È più facile intentare una polemica con queste organizzazioni Silvano Nember - Coordinatore regionale Fiepet Lombardia piuttosto che aprire un confronto o sollecitare un intervento.

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AGGIORNAMENTI

BIRRERIE

Conoscere e capire il mondo della birra

Un invito a scoprire il Pianeta delle birre speciali Fohrenburger

Continua il viaggio all’interno del mondo della birra sotto la guida di Enrico Rota, uno dei maggiori esperti del settore, Responsabile vendita Quattroerre di Torre de’ Roveri (Bg)

Fohrenburg, nell’ambito del Pianeta Birra 2005, ha proposto una degustazione condotta direttamente da Dieter Wehinger che ha invitato a scoprire le sfumature, il carattere e il gusto di queste singolari 4 speciali birre. Una degustazione che ha trasmesso al palato suggestioni di un mondo ricco di storia, passione, emozioni con un’armonia di abbinamenti, i più adatti a ogni tipologia di piatto.

Come risolvere i piccoli e grandi problemi che possono capitare con le “bionde”. Iniziamo dalla birra che non arriva al rubinetto, che cosa fare in questi casi? Se la birra non arriva al rubinetto può dipendere da diverse situazioni. Alcune si possono tranquillamente sistemare da soli, altre no. La più comune è che il fusto è vuoto e quindi basta sostituirlo; la bombola del Co2 potrebbe essere chiusa o vuota, e quindi basta cambiarla; la testa di spillaggio è disinnestata e quindi basta innestarla in modo corretto. Se invece dipende da un tubo schiacciato od otturato oppure il riduttore di pressione è a zero, dobbiamo per forza chiamare l’assistenza tecnica. E se invece la birra che esce fa troppa schiuma? Anche qui abbiamo diverse possibilità. Potrebbe dipendere dal fatto che i bicchieri usati sono troppo caldi e quindi, per effetto di uno choc termico, la birra si versa all’interno del bicchiere con eccessiva schiuma. In questo caso dobbiamo pre-raffreddare il bicchiere. Potrebbe poi dipendere da una spillatura errata, in quanto teniamo il bicchiere troppo distante dal rubinetto, quindi basta avvicinarlo. Potrebbe invece essere la bombola del Co2 che si sta svuotando e non riesce a dare la giusta pressione, e anche qui basta sostituire la bombola. Se invece dipende da altri fattori, come la temperatura della birra che esce dal rubinetto, da un’eccessiva o scarsa pressione al riduttore, dallo stesso riduttore difettoso, dal rubinetto o dalle tubazioni sporche, dobbiamo, come prima, chiamare l’assistenza tecnica. Infine la birra potrebbe fare troppa schiuma semplicemente perché il frigorifero è spento o la sua presa di corrente non è ben inserita.

Fohrenburger n° 1 è una birra dal sapore fresco, pieno, piacevole e non troppo amaro. Fohrenburger Lager, invece, è una birra dal gusto delicato e non troppo oneroso

Il problema opposto: se la birra non fa schiuma? Come al solito, diverse possibilità. Le più comuni sono: i bicchieri non puliti bene, e quindi basta lavarli accuratamente; la temperatura della birra troppo bassa, quindi basta alzarla; la birra nel fusto si è sgasata, o non abbiamo un discreto consumo di birra alla spina. In questi due ultimi casi dobbiamo analizzare assieme al nostro fornitore le vere motivazioni e trovare le più opportune soluzioni senza escludere a priori la possibilità della rimozione dell’impianto, a causa di un insufficiente consumo di birra alla spina.

Insomma, siamo nel mondo delle birre speciali, come le 4 birre Fohrenburger: n°1, 1881, Lager e Weizen, che nascono nella regione austriaca del Voralberg, regione vocata alle birre speciali, grazie alla purezza delle acque limpide e non filtrate, al luppolo di grande qualità, alla freschezza garantita dai sistemi di produzione precisi ed ineccepibili, che fanno della birreria di Bludenz il fiore all’occhiello delle birre speciali in Austria e in tutta Europa.

La Quattroerre srl organizza in via continuativa corsi di spinatura della durata di un giorno riservati ai gestori di pubblici esercizi. Il costo del corso è pari a 120 Euro. Per ulteriori informazioni telefonare al 035.580.701 oppure scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: enrico@quattroerre.com

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TENDENZE

Così il gusto della buona cucina coccola gli ospiti del Tasca Atmosfere coinvolgenti, piscina, menù stagionali. E la griglia sempre accesa. E’ il ristorante La Lepre di Treviglio, che i vecchi clienti chiamano Il Tasca

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ello scorso numero di Lombardia a Tavola abbiamo pubblicato un’intervista a Mariarosa Tasca, ultimogenita di una famiglia che da ben tre generazioni si dedica al “mestiere” della ristorazione e ha creato un connubio tra esperienza e professionalità in grado di garantire cortesia nell’accoglienza, genuinità e fantasia nei piatti studiati e proposti per soddisfare differenti gusti, con una gestione totalmente rivolta alla piena soddisfazione qualitativa e quantitativa del cliente. Ora Mariarosa Tasca descrive la trasformazione del ristorante La Lepre, situato all’interno dell’omonimo albergo di Treviglio, importante centro commerciale e industriale della bassa bergamasca «”Il Tasca”, come viene ancora chiamato dai vecchi clienti, nasce come trattoria per camionisti nel 1946, e con il passare degli anni la struttura si ingrandisce fino a diventare famosa nella bassa bergamasca e nel milanese per gli ampi spazi dedicati alla banchettistica. Il Salone dei ricevimenti, infatti, può ospitare eventi fino a 400 persone, ed è uno spazio che a sua volta può essere diviso con una parete mobile creando due saloni, la Sala dell’edera (150 coperti), e la Sala della magnolia ( 200 coperti ) dove si organizzano a cadenza mensile feste danzanti con musica dal vivo e durante le quali viene servito un menu ogni volta differente, che ha come protagonista un alimento stagionale». Prosegue Mariarosa Tasca: «Abbiamo poi realizzato l’ampio parco con piscina e con un’area dedicata alla ristorazione, uno spazio adibito a ricevimenti nuziali,

cene aziendali, feste di compleanno, insomma una cornice ideale per godere specialità gastronomiche immersi nel verde, lontano dal rumore della quotidianità. La ristorazione individuale viene invece accolta in due sale, la Sala Treviglio, e la Sala delle rose, e durante il periodo estivo anche sulla terrazza esterna, circondata dal verde di un curato giardino che crea un ambiente piacevole ove attardarsi nelle calde serate estive. In collaborazione con il personale di cucina viene definita la carta, che è proposta anche in inglese, francese e tedesco: un servizio per la nostra clientela che spesso è proveniente dall’estero e una comodità per le aziende che usufruiscono del nostro ristorante e che ospitano clienti stranieri. Le specialità alla brace sono un riferimento fisso, e la griglia è accesa tutto l’anno, da oltre mezzo secolo «La Sala Treviglio è anche sede di mostre d’arte temporanee e alle pareti si

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possono ammirare quadri di autori famosi (Longaretti, Marra, Pezzotti) così come opere di giovani emergenti ed è l’ambiente ideale per chi non vuole rinunciare a pranzare in un luogo piacevole e tranquillo, contenendo l’investimento per i pasti consumati fuori casa e potendo scegliere, dal lunedì a cena al sabato a pranzo, la proposta del giorno a 11,5 euro con una scelta fra 3 primi e 3 secondi, verdure e acqua inclusi. Durante l’anno si svolgono anche rassegne enogastronomiche, come l’ormai consolidato e atteso appuntamento con i 30 giorni dell’oca, rassegna autunnale per la quale viene stilato un menu a base di carne d’oca, animali provenienti dal nostro allevamento privato e curato personalmente da mio padre, il patron Luigi Tasca. Conclude Mariarosa Tasca: «Ogni due settimane, il sabato sera, allestiamo un ricco e colorato buffet a bordo piscina e i nostri clienti, oltre a cenare, possono ballare, tuffarsi in piscina, godere dell’atmosfera romantica creata dalle candele sui tavoli o dalle candele galleggianti sull’acqua». Infine, il bar della piscina, che è accessibile al pubblico, così come il campo da tennis e da calcetto. Tutte le novità, gli eventi, le rassegne gastronomiche sono in rete al sito www.ristorantelalepre.com.

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Bruno Federico, uno dei più noti chef e sommelier lombardi, patron de La Caprese di Mozzo (Bg) e delegato della Ais di Bergamo, Associazione italiana sommelier, esprime giudizi e commenti su locali e “colleghi” con l’obiettivo di offrire valutazioni tecniche e sensazioni come solo le può vivere un cuoco, che per una volta è seduto al posto della clientela. Una mediazione che non passa attraverso la tecnicalità di un giornalista, ma si basa sull’esperienza di un addetto ai lavori.

Una cucina dai mille sapori L’Hostaria Uva Rara offre tutta la tradizione culinaria del territorio bresciano

Nel verde della Franciacorta

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L’Hostaria Uva Rara si trova nel comune di Monticelli Brusati (Bs) in un antico cascinale del ‘400 immerso nel verde della Franciacorta e a poca distanza dal Lago d’Iseo e dal centro di Brescia. Il locale dispone di due sale ristorante, una più piccola ricavata dal vecchio portico con circa 18 posti e una più grande che accoglie 35 posti di fascino, un fascino particolare che deriva dall’antichissima volta con muri in pietra a vista che sono stati lasciati alla loro bellezza originale e dal camino che nella stagione fredda è sempre acceso, mentre all’esterno un delizioso dehor estivo accoglie un gelso bianco secolare. Il ristorante propone pranzi di lavoro, banchetti o romantiche cene a due, con cucina regionale e vini Franciacorta e nazionali.

ll’Hostaria Uva Rara di Monticelli Brusati (Bs) è facile trovare la cucina tradizionale del territorio, quella vera, semplice, gustosa, intelligentemente moderna nella presentazione, che dà soddisfazione all’occhio e soprattutto al palato. Questo è possibile grazie alla conoscenza delle materie prime del luogo e alla grande professionalità di Ennio Zanoletti, chef patron insieme alla moglie Daniela, sommelier, e al figlio Alessandro, in sala con la mamma a proporre deliziosi manicaretti della cucina bresciana. La cucina è robusta e decisa ma Ennio, giocando sulle cotture dei vari ingredienti con grande maestria e sensibilità, riesce a renderla decisamente leggera senza stravolgere le tipicità delle varie pietanze. L’alimento presentato è l’attore protagonista e non una comparsa insieme ad altri che, solo per la risonanza del nome, rischiano di banalizzare il piatto. Con grande intelligenza vengono offerti prodotti che, nella loro stagionalità, esprimono al meglio i sapori mantenendo comunque prezzi contenuti. Questo è importantissimo nella strategia dell’offerta del Ristorante per abbassare i prezzi, soprattutto in questi tempi. Si possono gustare stuzzichevoli e tipiche lumache alla bresciana con spinaci, primi piatti interessanti e piacevoli, caramelle di pasta fatta in casa con sfoglia sottilissima e delicata con ripieno di erbe, oltre al famoso e raro “Bagoss”, formaggio d’alpeggio di Vagolino prossimo alla Dop. C’è un insieme di sapori ben armonizzati, come l’ottimo risotto al Franciacorta con tartufo nero in crosta di grana. Tra i secondi non può mancare il classico manzo all’olio, piatto principe della zona, così come il tenero e gustoso capretto alla bresciana dorato in modo impeccabile, delicato e succulento. I dessert sono naturalmente fatti in casa e ispirati alla stagionalità: delizioso il tortino alle mele con gelato al miele e sfogliatine classiche. In cantina trova ampio spazio il Franciacorta, secco o spumante; la carta è ricchissima di etichette di gran pregio, sia italiane che estere, insieme ad un’accurata selezione di distillati. Non per nulla la signora Daniela è sommelier e, essendo nel cuore della Franciacorta, si possono degustare anche perle di piccole cantine come il Franciacorta Brusato: un eccellente spumante brut nature, metodo classico, prodotto in alta collina, proprio a Monticelli Brusati, dall’azienda Il Pendio, diverso dagli altri spumanti, intenso al profumo, pieno e complesso al gusto con lunga persistenza, dal colore giallo carico e riflessi dorati in perfetta armonia con i cibi. Il tutto servito in un ambiente caldo e piacevole con grande maestria dalla famiglia Zanoletti. Bruno Federico

...dall’ Entusiasmo,

Hostaria Uva Rara, Via Foina 42 - Monticelli Brusati (Bs) tel 030 6852643 - www.hostariauvarara.it - chiusura mercoledì L O M B A R D I A A TAVO L A

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genealogia di un dono di Natura

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PREMIATA DISTILLERIA

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Distillazione con Metodo Discontinuo a Bagnomaria Via del Teroldego,11-13 - 38016 Mezzocorona (TN) Telefono 0461 603800 - Fax 0461 605580 info@bertagnolli.it - www.bertagnolli.it www

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LOCALI

TENDENZE

Arte e cucina per i ristoratori suzzaresi

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Associazione ristoratori suzzaresi, Ars, costituita a Suzzara (Mn) nel 2000 con un motto significativo “Arte-Cucina-Cultura” si è collegata con il Premio Suzzara, la prestigiosa manifestazione d’arte figurativa che dal 1948 ha reso celebre la città di Suzzara, per portare avanti un piano di promozione reciproca. Si tratta di un collegamento tra arte e cucina che non va certamente a svantaggio dell’arte ma che rappresenta, come ormai si verifica in molte località italiane, un binomio di grande efficacia, in quanto incrementa i flussi turistici, riporta alla luce le tradizioni, permette la riscoperta di

valori e caratteri locali. Fra queste, per quanto riguarda la cucina dell’Oltrepò Mantovano si collocano “il sorbir di cappelletti”, i “maccheroni al torchio”, i tortelli di zucca, i “bigoli con le sardelle”, diversi piatti di carne e di pesce di fiume. Il 4 e 5 giugno 2005, inoltre, si terrà a Suzzara la IV edizione della manifestazione “I sapori dell’Oltrepò Mantovano”. Nel quadro di questa manifestazione l’Ars - che ha sempre operato per unire le forze della ristorazione suzzarese per la promozione di piatti, menu e prodotti tipici del territorio, dalle qualità e dal gusto inimitabili - organizzerà la “Cena sotto le stelle”, con un menu tipico. La prenotazione si compie presso i ristoranti dell’Ars. Nei giorni 16-17-18-19 settembre 2005, poi, a Suzzara, in occasione della “Sagra del Crocifisso”, l’Associazione disporrà di appositi gazebo in Piazza Garibaldi, dove si potrà assaggiare i cappelletti in brodo e seguire la loro produzione a partire dalla sfoglia fatta a mano.

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I locali che aderiscono all’Associazione Ristoranti Suzzaresi Ristorante Pizzeria F.lli Cuomo - Via Lenin – Suzzara (Mn) Tel 0376 532224 Ristorante Taverna sul Po - Via Argine Vecchio, 4 - Correggio Verde di Dosolo (Mn) Tel 0375 89248 Trattoria la Cambusa Via Roma, 2 – Motteggiana (Mn) Tel 0376 527477 Ristorante Cavallino

Bianco - Via Luppi Menotti 11/a – Suzzara (Mn)- Tel 0376 531676 Ristorante Cavour - Via Cavour, 25 – Suzzara (Mn) - Tel 0376 531298 Trattoria La Campagnola - Via Zamiola, 4 - Riva di Suzzara (Mn) Tel 0376 531022 Ristorante Pizzeria Da Marco - Via G. Bianchi, 32 - Suzzara (Mn) Tel. 0376 532205

Nei mesi di ottobre-novembredicembre, infine, l’Ars organizza l’ormai tradizionale incontro settimanale dei suoi ristoranti con case produttrici di vini rinomati del Nord Italia. Ogni serata vedrà presentati i piatti del menu abbinati con i vini di una cantina, dopo che i titolari della cantina stessa ne hanno fatto la presentazione.

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TENDENZE

La ristorazione secondo Onama Buonappetito! apre a Milano Ai Santi, novità in franchising

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uonappetito! è il nuovo locale di via Giovanni Bensi a Milano (zona Lorenteggio) presentato lo scorso 25 gennaio dal Gruppo Onama/Compass. Si tratta di un luogo d’incontro studiato con l’obiettivo di staccarsi dal vecchio stile “tavola calda” o “self-service” per diventare un mix tra ristorante e locale alla moda. Il piano architettonico del nuovo concept si caratterizza per la forte impronta tecnologica: elementi di arredo anni 70, tonalità calde dall’arancione al rosso, 2 schermi al plasma che trasmettono news 24 ore su 24, musica e le più importanti partite di campionato a seconda della fascia oraria e un Internet point per i patiti del Web. Tutto questo senza dimenticare però la qualità e la varietà gastronomica. Il “Buonappetito!” è in grado di fornire un’offerta multiservice, che dalla colazione al pranzo, all’happy hour, soddisfa le necessità di un’alimentazione varia ed equilibrata, grazie alle sue aree dedicate (il ristorante free flow, la pizzeria, il corner etnico, la caffetteria, il wine bar, il take away). Il nuovo format rientra nel piano di sviluppo della ristorazione commerciale all’interno del sistema di quella collettiva. «Un esempio di questa

nuova impostazione - dichiara Gianni Colombo, direttore commerciale del gruppo - sono i due “Buonappetito!” che abbiamo realizzato all’interno della sede Telecom di Roma Valcannuta e che rappresentano un approccio innovativo alla tradizionale mensa aziendale. Nel corso del 2005 prevediamo circa 10 altre aperture». Buonappetito! Via Giovanni Bensi 12/10 20152 - Milano Aperto tutti i giorni dalle 8.00 alle 21.00

E Gaetano Tresoldi torna all’Osteria della Buona Condotta L’unione fa la forza, ovvero più professionalità può fare la differenza anche nella ristorazione. Gaetano Tresoldi, chef de “La locanda degli Archinti” di Mezzago (Mi), è tornato a lavorare alla “Osteria della Buona Condotta” di Ornago (Mi), gestita da Matteo e Nicoletta Scibilia. Fra gli attori della ripresa di un prodotto di territorio come l’asparago rosa di Mezzago, Gaetano Tresoldi apporterà la sua esperienza nella gestione di un locale che, come l’Osteria della Buona Condotta, costituisce da sempre uno dei presidi della cucina di territorio. E per cominciare, da aprile Ornago diventerà la nuova capitale dell’asparago rosa.

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Il ministro Gianni Alemanno durante la cena con Marco Consonni, uno dei gestori, “Ai Santi” - via Galliari 20, 24047 Treviglio (Bg) - Tel e fax 0363 303880 Ristoranti in franchising con lo scopo di agevolare lo start-up di giovani imprenditori che si vogliono immettere nel settore della ristorazione. È lo scopo dell’iniziativa “Ai Santi” portata avanti dall’azienda Tallarini. In pochi mesi con questa filosofia sono già stati aperti due locali, uno in centro a Bergamo, in via Borgo Santa Caterina e il secondo a Treviglio (Bg) in via fratelli Galliari. La rinomata azienda bergamasca che è ubicata a Chiuduno (Bg) per quanto concerne la sede operativa e a Gandosso (Bg) per quanto riguarda l’azienda vitivinicola, fornisce la logistica necessaria per iniziare l’attività. Oltre a consegnare i prodotti, in particolare vini e liquori, garantisce anche personale e chef per il primo periodo. “Ai Santi” di Treviglio (Bg) ha aperto i battenti da circa due mesi e, ancora prima dell’inaugurazione ufficiale, ha avuto l’onore di ospitare a cena il ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno con tutta la sua scorta. In occasione della visita alla Same di Treviglio (Bg), l’onorevole, dopo aver visitato la famosa industria di trattori, è stato ospitato nel ristorante appena aperto. All’interno il locale è arredato in stile moderno con prevalenza di colori caldi come il giallo e il rosso. Un ascensore collega il pianterreno con il primo piano e con il seminterrato dove sono situati i bagni. I piatti, tutti curati nei minimi dettagli, spaziano dal pesce alla carne. La lista vini è molto dettagliata e le bottiglie vengono divise in base alla regione di provenienza. Ve ne sono per tutte le tasche, da un prezzo di 9 euro fino al più costoso Bordeaux Chateau Margaux. g.l.


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TURISMO

P RO M O Z I O N E D E L T E R R I TO R I O

Con il Treno Blu riparte la Bergamo-Sarnico organizzati, con interessanti programmi ai quattro angoli della Lombardia: il 5 maggio per la visita a “Franciacorta in Fiore”, un’importante rassegna del settore florovivaistico; il 2 giugno alla scoperta dei sapori della Valle Calepio e del Lago d’Iseo; il 12 giugno per il 120° anniversario della ferrovia Brescia-Iseo; il 16 ottobre per conoscere i sapori della Valle Camonica; il 1° novembre per un’escursione a Pizzighettone per una sagra che propone piatti tipici locali; il 6 novembre, per chiudere la stagione, un incontro con il vino Novello in Franciacorta. «Annualmente – ha sottolineato il presidente Cinquini – sono circa diecimila i viaggiatori che fruiscono di questa interessante iniziativa”.

Nuove proposte turistiche della Ferrovia del Basso Sebino. Stimati 10.000 viaggiatori

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al 1° maggio al 26 giugno e dal 4 al 25 settembre i treni torneranno a viaggiare lungo la ferrovia turistica Bergamo-Palazzolo sull’OglioParatico-Sarnico, rimasta chiusa, nel suo tratto terminale, per quasi trent’anni e riaperta nel 1994, grazie alla collaborazione delle FS (Trenitalia e Rfi), l’associazione di volontariato Ferrovia del Basso Sebino, il Wwf, gli Enti locali e le aziende private. Nella giornata inaugurale del 1° maggio e in quella di chiusura della stagione, il 25 settembre, sarà ancora in servizio uno storico treno a vapore trainato da una delle ultime locomotive del genere, rimaste in circolazione. Nelle altre giornate domenicali, invece, oltre alle numerose corse tra Palazzolo e Paratico-Sarnico, sono garantite due partenze da Bergamo con treni diretti, uno al mattino e uno al pomeriggio, con automotrici diesel. È stato lo stesso presidente della ferrovia del Basso Sebino, Silvio Cinquini, a presentare alla stampa a Milano, nella prestigiosa “Sala Radetzky” dell’European Lawyers Group, la 12ma edizione dell’iniziativa “Treno Blu”. Anche per il 2005 continuerà la simpatica iniziativa promozionale relativa alla commercializzazione, da parte dell’azienda agricola Tallarini, di una limitata serie di bottiglie di vini e spumanti di Franciacorta e Val Calepio, con etichetta “Selezione Treno Blu”. Grazie a comode coincidenze, a Sarnico, continuerà inoltre ad essere garantita l’opportunità di completare la gita sui battelli in servizio sul Lago d’Iseo fino a Lovere, Iseo e Montisola, utilizzando biglietti integrati e scontati. Importante novità di quest’anno è la realizzazione di due nuovi cataloghi con numerose proposte rivolte alle scolaresche (i ragazzi fino a 12 anni, uno per ogni viaggiatore pagante, viaggiano gratuitamente) e ai gruppi

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In acciaio Inox la pentola a due maniglie S Uovo affogato servito con fave, trumento ideale per la cottura della pasta e la preparazione del brodo. Per la sua scarsa conduttività termica è perfetto per le cotture in affogamento come le uova poché, dove l' acqua all'interno della pentola non deve mai bollire. Altra preparazione a cui si presta grazie alla sua forma è la cottura in affogamento di piovra o bolliti. La sua durata nel tempo è davvero ottima anche se, a causa del peso, può

pecorino, cipollotti e pancetta

INGREDIENTI Uova fresche Fave Cipollotto Pecorino Sale e pepe Pancetta affumicata Pane casereccio Olio extra vergine di oliva

Ricetta a cura di Chicco Coria Chef docente della SAPS

n. gr. gr. gr.

8 100 150 60 quanto basta

gr gr

60 60 quanto basta

Antipasto caldo

STRUMENTI DI COTTURA

TECNICA DI COTTURA

Pentola in alluminio a due maniglie Misure da 20 a 60 cm - spessore 2 mm

affogare

METODO

STRUMENTI COMPLEMENTARI

affogare in acqua

Padella svasata bassa in alluminio antiaderente

PREPARAZIONE

risultare poco maneggevole. Poiché non garantisce omogeneità nella distribuzione del calore risulta poco versatile ed adatta solo alle cotture per immersione. È importante ricordarsi di non salare mai l'acqua prima dell'ebollizione per evitare che il sale aggredisca l'acciaio, ma non richiede altri tipi di manutenzione.

In una casseruola alta in acciaio portare l'acqua a una temperatura di 85°. Versare un goccio di aceto. Rompere le uova in una fondina e farle scivolare nell' acqua. Cuocerle per circa 4 minuti. Privare le fave della pellicina. Tagliare i cipollotti in sei. Scaldare una padella antiaderente con un goccio di olio. Cuocere il cipollotto con le fave mantenendoli al dente. Nella stessa padella rosolare il pane a pezzetti con la pancetta e un goccio di olio se necessita. Disporre nel piatto a piacimento e finire con il pecorino a scaglie.

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In collaborazione con

www.sapsitalia.com


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Qualità e tanta sicurezza Ecco l’acqua in caraffa È in aumento il consumo di acqua microfiltrata nella ristorazione italiana. Sfidando i pregiudizi

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ella ristorazione capita sempre più spesso di vedersi servire, anziché la tradizionale bottiglia di “minerale”, eleganti caraffe o bottiglie contenenti acqua purificata. È prodotta attraverso un sistema abbastanza complesso di microfiltrazione, sterilizzazione, refrigerazione dell’acqua di rete, il tutto addizionato, per chi lo richiede, di bollicine. Qualcuno inorridisce all’idea temendo che “un litro di acqua del rubinetto costa in media una lira e mezza e viene rivenduto a qualche euro”. In realtà una breve riflessione permette di capire che non succede nulla di diverso dall’acqua in bottiglia, dove i costi non sono relativi all’acqua che sgorga dalla fonte ma derivano dall’imbottigliamento, dall’imballaggio, dai trasporti e soprattutto dalle brillanti campagne pubblicitarie. Anche in questo caso i costi non sono da imputarsi all’acqua di rete ma all’acquisto o affitto del macchinario e relativi costi di manutenzione. Se il motivo di imbarazzo non può essere il prezzo, altrettanto si può dire della qualità dell’acqua, considerando che la provenienza è dalla rete

dell’acquedotto, quindi soggetta a numerosi e severi controlli e poi affinata con sistemi di microfiltrazione e sterilizzazione, come quelli utilizzati dai produttori di bibite alla spina in Italia e nel mondo. A livello ecologico, invece, il riciclaggio delle bottiglie o caraffe, opportunamente sterilizzate, è di gran vantaggio, poiché elimina in modo

Silvano Allera, vicepresidente dell’Associazione italiana acque di qualità

pressoché totale lo smaltimento di milioni di bottiglie di plastica. Per coloro che non si fidano di una bottiglia non sigillata, il consiglio è di rifiutarla, qualora si tratti di minerale preconfezionata all’origine e di accettarla con serenità se prodotta al punto d’uso, cioè immessa nelle bottiglie o caraffe all’interno del ristorante stesso, in quanto valgono le stesse regole del vino o della birra alla spina. Se poi proprio non ci fidiamo delle

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performance igieniche del ristoratore, sarà meglio cambiar locale, anche se, in questo caso, un dubbio peggiore potrebbe nascere per altri prodotti serviti, quali carne, pesce o surgelati. Sotto il profilo strettamente igienico è giusto valutare che in rarissimi casi la bottiglia di minerale viene lavata all’esterno prima di proporla in tavola. Questo è molto grave, soprattutto in considerazione del fatto che spesso vengono immagazzinate in luoghi igienicamente poco idonei. Chi tenta di allontanare l’opinione pubblica dall’acqua purificata con allarmismi ingiustificati, ha molto probabilmente interessi economici che vanno in contrasto con questa tendenza. Per corretta informazione è giusto ricordare che il 28 dicembre 2004 il ministero della Salute ha sospeso la vendita di 115 marche di acqua minerale: tale notizia, che riguarda direttamente la salute dei cittadini, ha avuto un bassissimo riscontro sui media nazionali, al punto che quasi nessuno si è accorto del provvedimento. I produttori di acqua purificata non investono somme ingenti in campagne pubblicitarie, non aiutando i media a far quadrare i propri bilanci: sarà forse per questo motivo che non godiamo della loro considerazione?

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Silvano Allera Vicepresidente Associazione acque di qualità


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Il manico brevettato dura nel tempo L’innovazione tecnologica e di materiali hanno fatto il successo di una linea di coltelli con 70 versioni

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innovazione e la ricerca sono da sempre le strategie vincenti che premiano le aziende leader sul mercato. Lo studio, l’esperienza e la passione di analizzare attentamente i problemi quotidiani che si presentano ai professionisti del taglio, ha dato l’opportunità alle aziende produttrici più qualificate di coltelli, di realizzare una linea di prodotti che è ancora in continua crescita. Lo dimostra il fatto che l’assortimento della linea ha raggiunto il traguardo di ben 70 modelli, un successo che non conosce confini ed età. Le caratteristiche tecniche che compongono i prodotti sono molte, ma sicuramente la principale che contraddistingue il manico, è il design ergonomico esclusivo. Studiato in collaborazione con il politecnico di Milano, e convalidato da prove computerizzate, la forma del manico ergonomica garantisce una sensibile diminuzione della fatica da parte dell’utilizzatore. Il materiale usato per la composizione dell’impugnatura è atossico e conforme alle norme, resiste agli sbalzi di temperatura da -40°C a +150°C, agli agenti corrosivi, ai detergenti. Lavabile in lavastoviglie e sterilizzabile, assicura il massimo dell’igiene. Sergio Pezzotta, Il manico è perfettamente bilanciato con la amministratore della Ros Spa, lama, e la ingloba con un sistema a doppio con questa rubrica stampaggio, prima con una plastica più rigida offre spunti di riflessione di colore rosso, e poi con una plastica di colore sulle tendenze verde morbida e leggermente rugosa, che per la gestione dei locali favorirà poi la presa. A tutto questo sono abbinate lame d’elevata durezza (54-56 Hrc), con buona flessibilità, con elevato potere tranciante, e con lunga durata del filo. La sagoma del filo è stata particolarmente studiata per l’uso professionale intenso, e ha ottima facilità di raffilatura. La forma convessa della lama, garantisce un supporto efficace quando sono necessari notevoli sforzi da parte dell’utilizzatore, non si verificano scheggiature. Il brevetto copre questa linea di coltelli in tutta Europa e negli Usa. Il rapporto tra qualità e prezzo, fanno sì che questa linea di coltelleria è leader nel suo segmento di mercato, e nelle vendite non conosce tregua, né rivali. E’ inoltre approvata e consigliata dalla Federazione nazionale macellai. Sergio Pezzotta

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Roxy, ovvero il sogno di spillarsi la birra da soli Soddisfa clienti e gestori la nuova realizzazione di Vin Service

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oxy è la realizzazione del sogno di ogni appassionato di birra: spillarsi da solo il proprio bicchiere. Certo una soddisfazione per l’avventore, ma anche per il gestore, perché questo sistema realizzato da Vin Service permette di vendere più birra, grazie al coinvolgimento dei propri clienti. Un prodotto che sta incontrando un grande interesse degli operatori, che non a caso hanno sollecitato maggiori informazioni. Di seguito pubblichiamo quindi la scheda tecnica di Roxy, ricordando che maggiori informazioni sono disponibili sul sito della società www.vinservice.it

Componenti del sistema Coperchio realizzato in abs con possibilità di predisposizione per Cool-Table; cilindro in policarbonato alimentare; base in abs semitrasparente; rubinetto in moplen con beccuccio in acciao inox. I componenti sono lavabili in lavastoviglie, senza l’uso di brillantante. Lavaggio a mano senza detersivi abrasivi. Istruzioni di montaggio Dopo aver aperto la confezione, all’interno del cilindro trasparente di Roxy è posizionato il rubinetto in moplen; avvitare il rubinetto nell’apposita sede alla base del cilindro, in corrispondenza della scritta graduata (fino a 3,5 lt), assicurarsi che vi sia la guarnizione di tenuta inserita; Il rubinetto va avvitato fino alla scomparsa del filetto centrandolo in posizione verticale.

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Istruzioni di utilizzo Sganciare il cilindro graduato con una rotazione in senso antiorario; risciacquare con acqua fresca il cilindro; riempire il cilindro con la quantità desiderata dal cliente (massimo scala graduata 3,5 lt) e assicurarla alla base; trasportare Roxy impugnandolo nell’apposita sede; erogare la bevanda tenendo premuta la leva del rubinetto e poi rilasciare. Dopo ogni utilizzo risciacquare il rubinetto ed il cilindro con acqua corrente. Accessori (in vendita separatamente) Cool-Table permette il mantenimento della temperatura della bevanda erogata mediante il Roxy per 45 minuti. Turn-table inserito sotto il Roxy permette al cliente di girare facilmente l’erogatore.

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La Quattroerre raddoppia e punta su vino e birra

Tavolinux, così è più facile gestire un ristorante La gestione accorta di un ristorante è un compito talmente complesso da poter essere considerato una vera e propria professione. Bisogna fronteggiare problemi di ottimizzazione degli acquisti, di gestione del magazzino e di efficienza nel servizio ai tavoli. Per rispondere a questi e altri bisogni Trend Servizi ha sviluppato una soluzione basata sui migliori prodotti hardware e sul sistema operativo Linux. L’unione di questi due fattori si è concretizzata in un prodotto, Tavolinux, che coniuga l’estrema facilità e semplicità d’uso di un’interfaccia utente appositamente studiata alla potenza e flessibilità di un sistema operativo open-source. Tavolinux accompagna il ristoratore in tutte le fasi del suo lavoro dalla presa della comanda tramite palmare ‘Rf Oderman’, all’emissione degli ordinativi nei punti ove vengono prodotte le pietanze alla stampa della chiusura di fine giornata. Per informazioni, 0376-631761, mail commerciale@trendservizi.it

L’azienda dei fratelli Rota apre a Seriate la seconda sede

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l presidente dell’Amministrazione provinciale di Bergamo, Valerio Bettoni, insieme al vicepresidente Bonaventura Grumelli Pedrocca e altre autorità provinciali, ha inaugurato la sede di Seriate (Bg) della Quattroerre, azienda leader in Lombardia per la distribuzione di vini, birra, bevande e distillati. Fondata nel 1982, la Quattroerre, chiamata così perché di proprietà dei quattro fratelli Rota, Giampietro, Enrico, Maurizio e Luca, è costantemente Quattroerre s.r.l. cresciuta negli anni, così da via Marconi, 1 - 24068 - Torre de’ Roveri rendere necessaria l’apertura di tel. 035 580701 - fax 035 580782 una seconda sede che si è info@quattroerre.com - www.quattroerre.com affiancata a quella storica di Torre de’ Roveri (Bg). La nuova sede nella zona industriale di Seriate opera su un’area di circa 3 mila metri quadrati e oltre a un vasto deposito, accoglie i nuovi uffici commerciali e logistici dedicati alla birra e alle bevande. Al primo piano della palazzina degli uffici c’è anche un Centro di formazione della birra, cioè una sala dove periodicamente si svolgono corsi di spinatura di birra, sia in fusto che in bottiglia. Personale altamente Nella foto in alto, i fratelli Rota, titolari della qualificato provvede a formare Quattroerre: da sinistra, Enrico, Luca, Giampietro, e informare i titolari di bar, pub, Maurizio. Qui sopra, il presidente della provincia di pizzerie. Il materiale didattico è Bergamo, Valerio Bettoni, al centro, subito dopo sempre a disposizione di chi ne l’inaugurazione della nuova sede faccia richiesta. Nel settore birrofilo la Quattroerre ripone oggi grande attenzione, visto che i fratelli Rota hanno scelto birre tra le più importanti e qualificate, puntando sia su grandi marchi internazionali come Warsteiner, Krombacher (prima e seconda birreria tedesca) e Ceres, sia su birrerie ancora con produzione artigianale, come Fohrenburg, Herrn Brau e su quelle poco conosciute ma di grande spessore, come Cardinal e Feldschlosschen. Ma Quattroerre non è solo birra, da otto anni produce anche vino in due territori lombardi, la Valcalepio e la Franciacorta. Il marchio è quello di Villa Domizia. La gestione di questa attività è nella sede di Torre de Roveri, 5 mila metri quadrati dove, oltre a un vasto deposito, ci sono gli uffici di direzione e una enoteca aperta al pubblico, con circa mille etichette di vini italiani e internazionali, nonchè una accurata selezione di distillati.

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Con Encore un nuovo sistema per scaricare musica Mp3 Se scaricare musica Mp3 da Internet è diventato troppo faticoso e anche toppo rischioso, viste le possibili sanzioni penali, oggi Encore Media System offre una buona alternativa. Dietro pagamento di una quota mensile l’utente riceve il diritto di riprodurre 2.500 canzoni nella versione Professional. Le canzoni sono suddivise in piú di 100 categorie di generi musicali. Encore Media Player gestisce automaticamente il passaggio da una canzone all’altra. Nella quota mensile sono inclusi due Update Cd (da 70 a 100 nuove canzoni ciascuno), e l’utilizzo dell’archivio remoto con più di 100.000 canzoni, che possono essere richiesti per mail e poi arriveranno con un Cd, oppure scaricate in tempo reale (Adsl necessario). Encore è distribuito dalla Giacomuzzi srl di Bolzano (0471 975728 – www.giacomuzzi.it).

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Nuovo stabilimento ad Almè per Lombardia Carni N

uovo polo produttivo per Lombardia Carni. Una delle realtà imprenditoriali di maggior rilievo nel settore della lavorazione e commercializzazione di carne fresca, ha iniziato la produzione nel nuovo stabilimento in via Volta, 6, sempre ad Almè (Bg). Dal 1984, grazie allo spirito imprenditoriale del fondatore Mario Solari, la preesistente macelleria si è trasformata in un’impresa dal profilo moderno che ha saputo, anno dopo anno, cogliere le sfide del mercato, diventando un punto di riferimento per il settore. In via Volta sono operativi ora anche uffici commerciali ed amministrativi che si integrano in maniera armonica con il nuovo e moderno stabilimento dove sono in

attività impianti ed attrezzature tecnologicamente all’avanguardia. Su una superficie totale di circa 3.500 mq., la nuova area produttiva ha una capacità complessiva di 7milioni di Kg. annui. Magazzini automatizzati, robot e sistemi computerizzati permettono al nuovo impianto di operare su tre turni. Un’organizzazione che rappresenta solo l’ultima tappa della crescita dell’azienda gestita da Mario Solari col figlio Marco. Consapevole dell’importante posizione raggiunta sul mercato e attenta ai propri propositi di consolidamento, Lombardia Carni, nell’innovativo stabilimento si è fissata

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obiettivi chiari: fortificare l’immagine, aumentare il panorama dei partner, raggiungere una fascia di mercato più ampia, garantire l’impegno e la professionalità di un’azienda in continua crescita. È facile comprendere come questo rappresenti un momento importante nella vita di Lombardia Carni. L’azienda si è infatti lanciata in un progetto di ampio respiro sulla base di una crescita strutturale. In sostanza la società mira al rafforzamento del posizionamento sul mercato, attraverso anche la ricerca di nuovi collaboratori nel settore delle vendite.

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l Azzurro - Bg / www.pro-vocazione.it - ph. Nino Calamuneri

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Ci vuole un bel pò di storia per spiegare un pò di tradizione (Henry James)

www.pentoleagnelli.it


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