Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB BERGAMO In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. Edizioni Contatto srl - via Piatti, 51 - 24030 Mozzo (BG)
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anno XVIII n.143
Trento spumante Doc ai vertici della produzione italiana
I tesori dell’Oltrepò in mostra nel Caveau
Onav, delegazione d’eccellenza a Brescia
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Sommario Sommario
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Sommario
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Tradizione e innovazione per l’alta cucina
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Le Donne del Vino conquistano MiWine
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La fiera...in the city
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Crescono i consumi di vino al bar
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Trento Doc, bollicine tutte italiane
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Spumanti trentini: parola ai protagonisti
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La tradizione del Prosecco di Valdobbiadene
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Grande successo per il Caveau d’Oltrepò
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La Brugherata e il suo Moscato
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Teroldego, una leggenda che diventa realtà
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Grana e Franciacorta, profumi lombardi
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Occhi puntati sull’orata da allevamento
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L’Aibes premia i barman del centro Italia
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Al via i corsi dell’Onav a Brescia
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Biodinamica, ultima sfida di Bisol
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A cielo aperto con Eos Volkswagen
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Colpo d’occhio sul prossimo Il Bontà
82 82 In copertina Sarà il rosa il colore protagonista del MiWine che si appresta a riempire i padiglioni di FieraMilano dal 12 al 14 giugno. Rosa perchè la manifestazione è stata fortemente voluta dalla vice presidente della Regione Lombardia e assessore all’Agricoltura Viviana Beccalossi e dalle Donne del Vino. Alla base, la sicura coscienza dell’assoluto primato della qualità del territorio lombardo. Ma non solo, MiWine sarà anche il punto di canalizzazione del business e della cultura del buon bere nonchè il canale di rilancio del settore a livello internazionale.
MENSILE DI CULTURA ENOGASTRONOMICA E TURISMO
“Lombardia a Tavola” è una rivista di cultura enogastronomica e turismo. Si rivolge nel territorio della Lombardia e del nord Italia, ad alberghi, ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, cuochi, barman, luoghi di ritrovo, enti, aziende, associazioni e privati che si interessano di enogastronomia e turismo, per un totale di oltre 38 mila destinatari.
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La sfida lombarda del MiWine per l’alleanza vino-ristorazione
M C’è attesa, ma anche contestazione, attorno alla fiera che sembra destinata a cambiare il mercato del vino. Milano si è mobilitata, come mai prima d’ora, per tutto l’agroalimentare. L’importante è non avviare un’inutile concorrenza con il Vinitaly
ilano (e la Regione Lombardia ancor di più) si gioca il tutto per tutto per affermarsi come una delle nuove capitali mondiali del vino. Dopo aver perso questa opportunità una ventina di anni fa con la fine della Campionaria, il capoluogo lombardo ci riprova ora con MiWine, evento per il quale istituzioni e mondo dell’ospitalità si sono mossi come mai era successo per coinvolgere la città e creare interesse attorno alla 3 giorni che a Rho richiamerà ristoratori, enotecari e buyers dall’Italia e dal mondo. Come la moda, la tecnologia o la finanza hanno trovato sede stabile in Lombardia, molti sono convinti che anche per il vino e la gastronomia ci sia oggi lo spazio per una posizione di rilievo. MiWine, va ricordato, è una fiera che al momento non piace a molti. Anzi, per dirla tutta, l’evento sembra avere diviso il mondo del vino in due campi: c’è chi la vede come un’importante occasione per creare una tribuna di eccellenza per i vini e le cantine più qualificate (e fra questi entusiasti supporter ci sono ad esempio le Donne del Vino capitanate da Pia Berlucchi), e chi, al contrario, la giudica come un’inutile concorrenza al Vinitaly che al momento, pur con tutti i suoi limiti organizzativi e con la datazione delle strutture, resta pur sempre uno degli appuntamenti immancabili. Cosa potrà diventare nei fatti MiWine solo il tempo e i fatti lo potranno dimostrare. Per il momento è interessante notare come il vino, comparto che ancora qualche mese fa sembrava in crisi, stia mostrando segni di grande vitalità. La ripresa del mercato in Germania (anche se per ora guidata dall’acquisto dei prodotti di fascia di prezzo più modesta), il consolidamento delle esportazioni nel Nord America e la grande richiesta dei vini autoctoni o del territorio (fra cui pure si sconta la perdita di un nome storico come quello del Tocai, a cui dedichiamo un servizio apposito), sono solo alcuni degli aspetti che conferma il momento positivo. E di questo trend proprio il MiWine, a cui parteciperanno alcuni dei maggiori compratori a livello internazionale, potrebbe costituire un’importante occasione di verifica. Da qui l’interesse con cui giornalisti, produttori e operatori dell’Horeca guardano a questa fiera. Anche solo per la possibilità di degustare e parlare di vino in ambienti moderni, dotati di servizi tecnologicamente avanzati, con parcheggi e sistemi di trasporto adeguati. L’importante è che nessuno pensi di fare di Milano una sorta di alternativa a Verona. Non sarebbe giusto per il sistema Paese che ormai da tempo ha assegnato il Vinitaly come grande mercato internazionale. Ma proprio perché grande (a volte anche troppo con debordi da valutare come per l’olio…), in Italia ci potrebbe stare bene anche una seconda fiera, con cadenza biennale, in cui presentare in maniera più selezionata chi si rivolge in modo esclusivo all’Horeca o punta ai mercati esteri. Questa è la scommessa che forse vale la pena di giocare e vedere se l’intera filiera dell’agrolimentare italiano saprà cogliere l’opportunità di due occasioni diverse e non in conflitto fra loro, o se invece prevarrà alla fine solo la logica antiquata del campanilismo. Alberto Lupini alberto.lupini@lombardiaatavola.it
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La ristorazione è sempre più attenta alla salute
Edizioni Contatto srl via Piatti 51 - 24030 Mozzo (BG) tel 035 615370 - fax 02 700557702 segreteria@lombardiaatavola.it Amministratore: Mariuccia Passera
Direttore responsabile Alberto Lupini - alberto.lupini@lombardiaatavola.it
di Roberto Vitali
Editoriale
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Redazione: via Piatti 51 - 24030 Mozzo (BG) tel 035 460563 - fax 02 700557702 redazione@lombardiaatavola.it
L’alta ristorazione rispetta i disturbi alimentari proponendo menu specifici per chi non può permettersi certi alimenti. Tutta un’altra storia per il vino...
Direttore editoriale: Roberto Vitali Vicedirettore: Marino Fioramonti Segreteria di redazione: Elisabetta Passera In redazione: Greta Nicoletti Art director e impaginazione: Andrea Lupini
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Hanno collaborato a questo numero: Enrico Artifoni, Bruno Federico, Salvatore Longo, Gustavo Lopez, Sergio Mei, Sergio Pezzotta, Enrico Rota, Mirosa Servidati
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rendo spunto da due recenti ricerche pubblicizzate in altrettanti convegni di esperti. La prima riferisce che “l’alta ristorazione italiana scopre i disturbi alimentari”. La rilevazione indica che, soprattutto nell’alta ristorazione, un ristorante su tre prevede all’interno della sua offerta una cucina rivolta a clienti con specifiche problematiche alimentari. La celiachia guida la fila, poi ci sono le intolleranze a latte e derivati, all’aglio, a pesci, crostacei e molluschi, anche alle verdure e alla frutta secca. Una parte dei ristoratori risponde a questa problematica mettendo in menu piatti “ad hoc”, rivolti a questo tipo di intolleranze. La maggior parte, inoltre, si dichiara disposta a risolvere al momento le esigenze di celiaci, vegetariani o diabetici. Tra le intolleranze dei clienti buongustai non è citato il vino. La scelta di non bere vino non sarebbe quindi dettata da scelte obbligate di intolleranza, ma da altri motivi: se mai, l’elevato costo della bottiglia oppure il desiderio di essere ligi a una dieta. Il vino, quindi, consumato in quantità giuste, non fa male. Anzi - e qui arriviamo all’altra ricerca - è componente importante dell’alimentazione umana, una sorta di medicina. L’Associazione Vino e Salute, attiva a Montalcino, riferisce invece alcune implicazioni benefiche del vino a scopo terapeutico. È ormai accertato dalla ricerca internazionale che i polifenoli contenuti nel vino, in particolare il resveratrolo (di cui è più ricco il vino rosso), sono ottimi antiossidanti e vasodilatatori, per cui sono protettori contro le malattie cardiovascolari, inibiscono i tumori e rallentano l’invecchiamento cellulare e cutaneo. Spesso demonizzato ingiustamente, il vino non ha controindicazioni legate alla salute umana. Una sola è la variabile: la quantità. Quindi, vi è un’unica attenzione da raccomandare al consumatore: non ingerirne troppo, il che vale in ogni caso per qualunque alimento. roberto.vitali@lombardiaatavola.it
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C O N F R O N TO E U R O P E O
Alta cucina, un futuro tra innovazione e territorio A
ttenzione alla qualità e alla tecnica, piuttosto che alla sola creatività fine a se stessa, tanto in voga oggi ma spesso priva di basi solide, soprattutto tra i giovani. Il tutto con un ritorno ai piatti della cucina tradizionale riproposti con gli adeguati aggiornamenti per quanto riguarda abbinamenti e salute. A tracciare quella che dovrebbe essere una rotta fatta di equilibro tra innovazione e legame con il territorio è ancora una volta il maestro della cucina italiana. Con il consueto garbo che gli è proprio, Gualtiero Marchesi (nella foto) ha colto l’occasione del “Symposium sui trend della gastronomia europea di alto livello” organizzato da San Pellegrino e Acqua Panna al Park Hotel Villa Quaranta di Ospedaletto di Pescantina (Vr) - per lanciare un richiamo per una cultura della ristorazione, fatta di competenza e attenzione al piatto e agli ingredienti, in grado di fare la differenza tra il “mangiare”, come semplice piacere fisico, e l’esperienza della “degustazione”, che va guidata e promossa dagli stessi cuochi. Un approccio a cui si dedica personalmente lo stesso Marchesi che non a caso ha creato all’Albereta uno “spazio culturale” nel ristorante per poter condividere, con un ristretto numero di partecipanti, l’abilità e il valore della sua arte culinaria. A confrontarsi sulle tendenze dell’Haute Cuisine con Marchesi c’erano Renato Besenzoni (ristorante Da Giovanni), lo svizzero Heinz Rufibach (ristorante Le Gourmet/Alpenhof Hotel Zermatt),
l’austriaco Rudi Obauer (ristorante Obauer, 2 stelle Michelin e presidente del Bocouse d’Or Austria), lo svedese Frederik Jaras (ristorante LaBamba, prediletto dalla Casa Reale Svedese per i suoi eventi più importanti), il tedesco Eberhard Aspacher (ristorante Lago, ascoltato guro della cucina del centro Europa) e Attilio Del Re, docente di Biochimica e chimica fisica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e un centinaio di grandi chef provenienti da tutta Europa e riuniti sul lago di Garda in occasione della VI edizione dei Campionati europei delle nazionali ristoratori di calcio (vinti dalla squadra italiana). Il Symposium ha fra l’altro fornito l’occasione alla San Pellegrino Spa di anticipare i risultati della recente ricerca internazionale “Lo scenario dell’alta ristorazione nei cinque continenti”, dalla quale emerge che da un grande ristorante il cliente si aspetta oggi non solo una soddisfazione sensoriale che vada al di là del gusto e dell’olfatto, ma anche una speciale gratificazione emotiva. In una scala di importanza, il cliente mette al primo posto tra le richieste da appagare l’eccellenza della cucina (55,8%), seguita nell’ordine da un corretto rapporto qualità/prezzo (38,8%), un’atmosfera gradevole (34,1%), l’unicità e creatività dei piatti (15,5%), un’emozione (14%), buoni vini (8,5%) e l’abilità di presentare al meglio cibi e vini del territorio (6,2%).
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a.l.
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SAN PELLEGRINO FIRMA LA GUIDA CHE FA LA DIFFERENZA Per sopravvivere al mare magnum di carta stampata, siti on line, rubriche e pubblicazioni sull’enogastronomia è nata un’offerta editoriale originale e selettiva. La Carta delle Stelle è la guida ai migliori ristoranti d’Italia firmata da San Pellegrino e Acqua Panna. Banditi voti e giudizi. La nuova mappa delle bontà cerca di orientare la scelta dei lettori indicando il prezzo che in media si spende nei locali segnalati. La guida è agile e tascabile nonostante le sue 300 pagine, è facile da consultare: i ristoranti sono suddivisi per regione, provincia e comune in ordine alfabetico. Ogni capitolo è introdotto da un profilo che illustra la cucina, le tipicità locali e le tendenze attuali. Questi “cammei” sono stati affidati alla penna di scrittori, giornalisti e critici gastronomici come Allan Bay, Faith Willinger, Paolo Marchi, Davide Di Corato, Fiammetta Fadda, Mario Busso, Carlo Vischi e Mariarosa Schiaffino, mentre i profili regionali sono redatti da due chef d’eccezione: Moreno Cedroni (Marche) e Ciccio Sultano (Sicilia). Ai contributi sulla cucina segue sempre uno spaccato sui vini con abbinamenti firmati dal Miglior sommelier del mondo Giuseppe Vaccarini.
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Le Donne del Vino aprono la strada a MiWine Con MiWine Milano diventa la tribuna d’onore per l’eccellenza del vino. L’impegno dell’assessore regionale Viviana Beccalossi per promuovere la ricchezza del territorio lombardo, come biglietto da visita di assoluto rispetto, Il calendario di eventi, premi e iniziative che caratterizza la kermesse milanese
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arà un MiWine in rosa quello che si terrà in FieraMilano dal 12 al 14 giugno prossimo. In rosa perché la manifestazione è fortemente voluta dalla vice presidente della Regione Lombardia e assessore all’Agricoltura Viviana Beccalossi (nella foto in basso), che ha presentato l’evento all’auditorium Giorgio Gaber al Pirellone. In rosa perché tra le protagoniste ci saranno le Donne del Vino che, martedì 13 giugno, promuoveranno ad esempio il Premio Vinarius al Territorio, un’ iniziativa che premierà due socie enotecarie che meglio hanno interpretato il tema “Donne, cinema e vino”, la quinta edizione del premio Ambasciatori del buon gusto e la seconda edizione del Premio Donnedizioni, nato nel 2004 a MiWine e organizzato da Donna Sommelier. Un impegno diretto su cui hanno insistito con convinzione nella conferenza stampa, Pia Donata Berlucchi, presidente dell’associazione Donne del Vino (che in Italia conta 730 socie), Patrizia Torti della Tenuta Castelrotto e José Rallo di Donnafugata (da sinistra nella foto di apertura del servizio). Dopo un tour che ha toccato New York, Shanghai e Pechino il
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Donnafugata Music Wine la sera del 13 giugno tornerà a MiWine con le note e la voce di José Rallo nel Foyer del Centro Congressi di FieraMilano. Le sue degustazioni enomusicali saranno il filo conduttore di una esperienza dove il linguaggio della musica si fonderà con le emozioni scaturite dai migliori vini siciliani. «La Regione Lombardia si presenta all’esposizione professionale dei vini e dei distillati - ha detto Viviana Beccalossi - con la consapevolezza di vivere una realtà fieristica particolarmente qualificata e in grado di offrire certezze assolute. Certezze che sono eccellenza, tradizione, territorio e passione che in Lombardia (dove si producono 80 milioni di bottiglie di vino all’anno) rappresentano un biglietto da visita di assoluto livello. Dall’Oltrepò pavese alle montagne della Valtellina, all’area vocata delle bollicine, la Franciacorta, quello lombardo è un vino prodotto con il rispetto di severi disciplinari basati su regole chiare e precise per un percorso che parte dalla vigna e arriva alla bottiglia».
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A Milano il meglio dell’enologia italiana
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ilano è il primo bacino italiano per consumo di vino e unisce alla tradizionale cultura del business anche la tradizione e la cultura del buon bere. Forte di queste prerogative, oggi MiWine si presenta come un canale per il rilancio del settore a livello internazionale e vanta, tra le altre, la collaborazione di Regione Lombardia, Ice e Camera di commercio di Milano. Questo in sintesi l’intervento di Ezio Rivella (nella foto in alto), presidente di Sifa Spa (l’ente organizzatore di MiWine), nell’affermare che «il settore vitivinicolo necessita di spinte all’esportazione soprattutto nel caso in cui le aziende produttrici sono di media o piccola dimensione. Queste aziende, che in Italia rappresentano la maggior parte dei produttori di settore, non sono in grado da sole di acquisire il know how e di investire le risorse necessarie alla ricerca di canali distributivi che siano all’altezza del proprio prodotto. Questa mancanza rischia, alla lunga, di penalizzare prodotti di ottima qualità, ma magari lontani dai grandi centri distributivi e dai mercati più interessanti. Ecco perché MiWine rappresenta la grande occasione soprattutto per queste piccole e preziose realtà produttive e non, come siamo stati accusati, di far
VINO DEL PRESIDENTE CON TRIACCA SI BRINDA A CIAMPI
concorrenza ad altre manifestazioni di settore come il Vinitaly». Il 2004, anno della prima edizione di MiWine, ha visto la partecipazione di 1.200 aziende e di 25 mila operatori. Oggi si prevede una crescita dei visitatori professionali italiani ed esteri provenienti da Europa, Cina, Corea, Giappone, Singapore, Usa, Argentina, Canada, Australia. «Secondo una stima dell’Ice - ha detto Piergiacomo Ferrari, amministratore delegato di Fiera Milano (nella foto in basso) - in Italia su 800.000 aziende produttrici solo 7.500 sono quelle che esportano. Manifestazioni di settore come MiWine appaiono pertanto strumento di marketing finalizzato all’espansione nei nuovi mercati anche per le società di piccole e medie dimensioni. A Milano c’è il mercato e nei nostri nuovi padiglioni di Rho si fa business perché c’è l’atmosfera ideale dove l’offerta del vino si incontra con la domanda in un clima studiato appositamente per concludere affari. D’altra parte - ha terminato - tutte le manifestazioni che si sono tenute nei padiglioni del nostro quartiere fieristico, il più moderno d’Europa, hanno riportato un incremento di visitatori professionali con conseguente successo delle trattative».
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«Desidero rivolgere, e credo di interpretare il sentire comune di tutti i lombardi, un particolare e sentito ringraziamento al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, per quanto di grande e di prezioso ha saputo fare in questi sette anni».Viviana Beccalossi in occasione della presentazione di MiWine 2006, ha rivolto così un brindisi di ringraziamento a Carlo Azeglio Ciampi. Un brindisi particolare, caratterizzato infatti dalla presenza del “Vino del Presidente”.Tre anni fa, in occasione della sua visita in Valtellina, il presidente della Repubblica, durante una colazione di lavoro, rivolse un elogio particolare e di grande apprezzamento verso un “moscato rosa”, fino ad allora sperimentale e oggi a produzione limitatissima, realizzato con l'uva dei vigneti Triacca a Bianzone (So). «Da lì - ricorda Viviana Beccalossi - è nata l'idea di ribattezzare quel vino come “Il Vino del Presidente”. Un'idea piaciuta moltissimo a Ciampi e a sua moglie, signora Franca. Dall'ipotesi alla realtà il passo è stato brevissimo al punto che, otto mesi più tardi, in occasione di una sua nuova visita istituzionale a Sesto San Giovanni, ebbi l'onore di consegnargli la prima bottiglia etichettata di quel moscato con la scritta “Vino del presidente”». Il vino è ancora prodotto dal vigneto sperimentale (30 litri/anno). Il vigneto impiantato (circa un ettaro) produrrà uva solo dal 2007 e il vino sarà in commercio solo dal 2009. Ce ne saranno solo fra le 3 e le 4 mila bottiglie.
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CORSO BUENOS AIRES SI METTE IN FESTA Dal 10 al 14 giugno corso Buenos Aires aderirà al circuito “MiWine in the City”, grazie all'associazione AscoBaires che è stata coinvolta da Eicma, che promuove con successo le fiere dedicate al ciclo (Fieramilano, 1518 settembre 2006) e motociclo (Fieramilano, 14-19 novembre 2006) in questa zona della città. Le vetrine dei negozi saranno questa volta allestite con bottiglie, damigiane, cavatappi, bicchieri, decanter e uva per celebrare il vino e i suoi protagonisti in arrivo a Milano per partecipare a MiWine, seconda esposizione professionale del vino e dei distillati.
La fiera...in
Enoteche, alberghi, ristoranti e musei, Milano si mobilita
Tre circuiti paralleli per degustare in città Il programma di “MiWine in the City” prevede anche tre circuiti alternativi.Con il supporto di Fipe sono in programma serate a tema con menu ispirati alle ricette delle cucine regionali d’Italia,accompagnati dai vini selezionati per l’occasione.Basta scegliere tra i ristoranti Al tronco,Montecristo,Calabrone,Globe, La bellingereta,La colonna,Il rifugio del ghiottone,D’o’,Piero e pia, Casa fontana 23 risotti,Masuelli,I malavoglia, Arlati dal 1936, Madonnina,Il barone,El brellin,Officina 12,Osteria del pomiroeu di Seregno,Castani di Arese. Wine tip - organizzatore dell'evento “in anteprima”,unica degustazione dei vini italiani en primeur aderisce al circuito con una selezione di locali:Le barrique, Trattoria amici miei,Le buone cose bistrot,Exedra wine restaurant,ristorante forma,Cantina di Manuela,Oste del teatro, Eda,Cantina delle vetra ,Barabba,Enterprise hotel,La pirogue di Cuggiono.“Vino nel piatto” è il filo conduttore che legherà alcuni ristoranti,i cui chef proporranno personali menu a prezzo fisso dove il vino sarà il principale ingrediente di ogni portata, dall’antipasto al dolce.I locali che aderiscono all'iniziativa sono: Anadima,Bottiglieria moscatelli,Cibo…eno’,Dulcis in fundo,Eda, Farinella,Frantoi celletti,Gustibus,Innocenti evasioni,La brisa,La crocetta i panini,L’ape piera,La tavernetta da Elio,Mama’ cafe’ restaurant,Nectar,Osteria della vecchia lira,I Panino giusto restaurant & caffe’.Pupurry,Quattrocento,Teatro 7,Utz,La cantina di Manuela a Saronno,Vico della torretta a Sesto S.Giovanni.
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nche Milano e provincia saranno attivamente coinvolte nella promozione della manifestazione attraverso MiWine in the City, che si rivolgerà ai clienti delle migliori enoteche, wine-bar, ristoranti e hotels oltre agli operatori in visita a FieraMilano. Grazie alla partnership della Camera di commercio, Unione del turismo e Fipe saranno organizzate serate a tema con speciali menu ispirati alle più gustose ricette delle cucine regionali d’Italia accompagnate da vini selezionati. Gli hotels a 5 stelle lusso di Meeting Milano che hanno aderito sono: Bulgari, Grand Hotel et de Milan, Caruso, Don Carlos, Park Hyatt, The Park, La Cupola, Principe di Savoia, Galleria, oltre ai locali dell’Unione italiana ristoratori (Uir). Le enoteche Vinarius aderenti all’iniziativa invece sono: Cantine Isola, Enoteca el vinatt René, Enoclub, Cotti, Iemmallo, Ronchi, La Bottega dell’arte del vino, Vino Vino, tutte di Milano, Calò di Arluno, Maggiolini di Bareggio, Cattaneo di Carate Brianza, Pippinato di Ceriano Laghetto, Colombo di Cesano Maderno, Enopassione di Desio, Longo di Legnano, Al Convegno di Lissone, Enopolio Italico Festa e Incontri Divini di Seregno. Peck, nome di punta del circuito delle enoteche Vinarius, allestirà una speciale vetrina del proprio negozio per la promozione dei vini degli espositori e organizzando nella propria cantina speciali degustazioni. Anche i mondi della moda e della cultura saranno attivamente coinvolti: a giugno in alcuni musei di Milano (Triennale, Poldi Pezzoli, Museo della scienza e della tecnica) e in alcuni dei più prestigiosi showroom saranno offerti apertivi di cultura e moda. Un ottimo strumento per far conoscere la realtà produttiva italiana si sono rivelati gli “Enotour”, introdotti per la prima volta nell’ambito di una manifestazione fieristica. Questi percorsi di visita guidati alle cantine di eccellenza di alcune fra le principali regioni vitivinicole italiane (Lombardia, Abruzzo, Sicilia e Toscana) rappresenteranno l’ideale proseguimento della manifestazione e si svolgeranno nei giorni successivi ad essa. In pratica fino al 20 giugno. Costituiranno un’opportunità per buyer e giornalisti stranieri di approfondire la conoscenza dei prodotti, dei territori di appartenenza e delle tecnologie di produzione, ma anche ricerca di nuove occasioni commerciali e avvio di concrete relazioni d’affari.
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È di scena la La Lombardia conquista con la tradizione dei prodotti locali
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l leit motiv della kermesse milanese è la proposta ai buyer e ai professionisti del settore del felice abbinamento tra i prodotti tipici e i vini della Lombardia. Ogni zona lombarda, dalle Alpi ai laghi (Garda, Maggiore e Como), dalle colline alla Bassa pianura, dove scorrono grandi fiumi (il Po, il Ticino e l’Adda), si contraddistingue infatti per la produzione di uno o più prodotti tipici: salumi, formaggi, pesci d'acqua dolce, oli e vini, che nel tempo hanno contribuito a costruire una cultura gastronomica ricca, gustosa e originale. La Lombardia offre un patrimonio agroalimentare che non ha eguali al mondo: 221 prodotti tradizionali e 21 prodotti riconosciuti con marchio europeo (Dop e Igp), mentre 15 sono i vini Doc, 3 le Docg e 13 i vini a Indicazioni geografiche territoriali (Igt). A fronte di questa tradizione sarà allestita un’area espositiva dedicata
tipicità
all’interno del MiWine, coordinata da Ascovilo in sinergia con Ersaf, ben visibile all’ingresso della fiera in posizione di assoluta centralità rispetto al lay out espositivo della manifestazione. Inoltre sarà fortemente caratterizzata da moquette colore verde (identificativa della Regione), portali d’ingresso circoscritti, logo della regione su tutti i fascioni delle aziende lombarde, stendardi verticali agganciati al sottotetto del padiglione, reception e ufficio; ma soprattutto una grande area di tasting/degustazione. «La Regione Lombardia spiega Viviana Beccalossi - si appresta ad accogliere MiWine con la consapevolezza di vivere un appuntamento fieristico particolarmente qualificato e in grado di offrire certezze assolute che in Lombardia, nel settore vitivinicolo, sono sinonimo di eccellenza. E a tal proposito, in veste di padrona di casa, desidero ancora una volta ribadire che tutto il vino lombardo è prodotto attraverso il rispetto di severi disciplinari basati su regole chiare e precise, per un percorso che parte dalla vigna e arriva alla bottiglia. La sua filosofia si basa sul coinvolgimento dei produttori vitivinicoli e di tutti i soggetti che
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partecipano alla filiera della distribuzione e alla comunicazione del buon bere, dai distributori ai ristoratori, dai gestori di bar alle enoteche». Il programma “MiWine in the city” prevede, al centro della Galleria Vittorio Emanuele in prossimità dell’Ottagono, dalle 18 alle 20, un Banco d’assaggio per proporre i vini lombardi in una gioiosa enoteca notturna aperta al pubblico. Si attende quindi l’apertura dei battenti con il “Galà di Benvenuto” per buyer e giornalisti, che avrà luogo il 12 giugno al Principe di Savoia, organizzato dall’assessorato al Turismo.
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Per l’Oltrepò è l’occasione giusta Spazio al business to business
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ra i più convinti sostenitori di MiWine c’è il consorzio dell’Oltrepò pavese che non a caso, attraverso il direttore Carlo Alberto Panont, dichiara di presentarsi alla fiera con le sue aziende per veicolare al mondo internazionale dei buyers la proposta Oltrepò. Il consorzio intende far conoscere in occasione di una delle più importanti manifestazioni fieristiche europee business to business i vini dell’Oltrepò, puntando sui vini più rappresentativi ma senza escludere l’intera gamma della proposta enologia territoriale. Il “patrimonio” vitivinicolo dell’Oltrepò è infatti ormai pronto per essere conosciuto e apprezzato anche
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oltre frontiera. La chiave di partecipazione a MiWine, quindi, conferma l’obiettivo 2006 già formulato dal consorzio presieduto da Vittorio Ruffinazzi: consolidare il mercato nazionale con un importante focus su Milano quale maggiore centro assoluto di consumi di vini di qualità in Italia e promuovere la produzione dell’Oltrepò all’estero. La spiccata vocazione internazionale di MiWine è la cornice più appropriata per questo importante obiettivo. Anche tenendo conto dei dati della prima edizione, organizzata nel 2004: 1.200 aziende presenti, 25.000 operatori, di cui 2.500 stranieri provenienti di 41 Paesi, 660 giornalisti, di cui 450 di testate italiane e 110 di testate estere. Per i vini dell’Oltrepò, un ottimo trampolino di lancio e una vetrina di solide aspettative. «La partecipazione a ProWein - sottolinea Panont - ha testimoniato che i vini dell’Oltrepò possono avere ottimo riscontro anche sui mercati stranieri e presso operatori che non conoscono o conoscono parzialmente il nostro valore. Durante i giorni di ProWein, a fine marzo, le aziende sono state contattate da vari operatori, curiosi di “capire” una zona di produzione non ancora affermata con grandi numeri a livello internazionale, ma che può obiettivamente competere ormai per livelli qualitativi con altre aree, ben più note». La carta che il Consorzio gioca sul piano internazionale è quella del Pinot nero accompagnato dal Bonarda e dai rossi autoctoni, declinati sia in versione sia ferma che vivace. «L’adesione ricevuta - continuano al consorzio - ci permette di ben sperare rispetto all’impatto sui buyers che visiteranno la manifestazione. È evidente che, malgrado sia soltanto alla sua seconda edizione, MiWine sta attirando l’attenzione di produttori e mercato, con riflessi che possono essere vantaggiosi e funzionali anche alla valorizzazione del nostro territorio».
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Consumi di vino al bar +18,7% in due anni
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ai come in questi anni il vino sembra essere diventato una delle bevande maggiormente richieste nei bar italiani, con un incremento che sfiora il 20% solo nell'ultimo biennio. Un trend che emerge chiaramente dai dati raccolti da Cda - Consorzio distributori alimentari, che con i suoi 97 soci è oggi il più importante gruppo indipendente italiano di distributori di bevande. Un exploit dovuto innanzitutto al cambiamento del consumatore: «è importante sapere la zona di provenienza del vino», dichiara il 43% dei consumatori tra i 15 e i 74 anni intervistati da Cda, mentre il 36% desidererebbe intendersi maggiormente di vino. C’è poi una forte propensione alla degustazione del vino “fuori casa”: «mi piacciono quei locali che ti danno la possibilità di ordinare a bicchiere» - dice il 45% dei consumatori interpellati; «mi sono avvicinato al vino grazie a nuovi locali come wine bar» - aggiunge il 10%; o come ottima occasione per «ritrovarsi e socializzare», secondo il 51% degli intervistati (in netto aumento rispetto al 40% del 2002). Per quanto riguarda le preferenze i rossi sono in netto vantaggio con il 41,3%, mentre i vini piemontesi sono considerati quelli di migliore qualità (23,6%). Ai toscani invece la medaglia d’oro per la genuinità (15%) e per l’immagine di “vini di moda” (20%). In questi anni si è modificata, come abbiamo più volte sottolineato, la funzione del bar che ha unito alla sua formula originale di colazione al mattino, una proposta a 360° che risponde alle differenti esigenze di consumo, dall’aperitivo all’intrattenimento dopo cena. Il bar ha quindi trovato nel vino un ottimo alleato, non solo per la pausa aperitivo, ma come logico accompagnamento al consumo di pasti veloci o come un valido complemento nel dopo cena. Eppure, nonostante questa crescita e la consistenza numerica dei punti vendita (in Italia se ne contano circa 125.000 capillarmente distribuiti su tutto il territorio), il bar continua ad essere trascurato dalla distribuzione, che per il vino preferisce focalizzare la propria attenzione sulla ristorazione. Il risultato è una vera e propria mancanza di “cultura del vino”, mentre il livello di conoscenza degli operatori (così come quello dei consumatori) necessita di una preparazione approfondita. Proprio per questo motivo Cda, in stretta collaborazione con MiWine e Ais (Associazione italiana sommelier) ha dato vita al MiWine Bar Tour 2006, il primo “Master italiano sul vino al bar”, un interessante progetto di formazione e di aggiornamento professionale indirizzato ai responsabili di bar, wine bar, locali serali e notturni che ha dato risultati interessanti per la partecipazione.
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IL CONSORZIO CDA VALE IL 10% DEL MERCATO Nato nel 1988 in Lombardia dal desiderio di alcuni imprenditori locali operanti nel settore della distribuzione di bevande, Cda si è trasformato nel giro di pochi anni in una struttura di carattere nazionale, leader di mercato. Con soci operanti in tutto il territorio italiano e un fatturato complessivo di circa 450 milioni di euro (ottenuto per il 75% nel canale Horeca), il consorzio può oggi vantare una quota di mercato davvero considerevole, che si attesta intorno al 10%, con oltre 40.500 pubblici esercizi serviti in tutto il Paese. Proprio il canale Bar sviluppa fra l’altro oggi oltre il 45% del fatturato vino dell’intero consorzio (per circa 32 milioni di euro).
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Trento Doc
40% bollicine italiane
nasce in Alto Adige il delle Con una produzione di 7 milioni e 100 mila bottiglie il Trentino e le sue valli sono la culla di uno dei vini più richiesti al mondo. Il Trento Doc continua la sua ascesa senza limiti anche, e soprattutto, alla conquista dell’Horeca. Per il 2006, la rosea previsione di un aumento del 3% nelle vendite
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ella splendida media valle dell’Adige le vette spesso innevate del Baldo, della Paganella o dell’Adamello dominano e proteggono un paesaggio reso affascinante anche dal lavoro dell’uomo e nel quale i meleti dai colori vivaci si alternano ai tipici vigneti a pergola trentina. La coltura della vite nella valle è antichissima, risale certamente a epoca antecedente la colonizzazione romana. Sembra infatti che siano stati gli Illiri, provenienti dalla Grecia, a piantare le prime viti come è testimoniato dal ritrovamento (avvenuto nella prima metà dell’Ottocento) di una situla divenuta simbolo dell’enologia trentina - (attualmente conservata nel Castello del Buonconsiglio a Trento), un vaso sacro utilizzato per offrire il vino agli dei e risalente probabilmente al VII secolo a.C.. I Retici che occuparono il Trentino dopo gli Illiri furono un popolo con una grande cultura enologica, fu loro infatti il vino più lodato in epoca romana: da Virgilio a Svetonio tutti
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“andavano pazzi” per il vino rethico. Nel Medioevo furono i monaci (benedettini e domenicani) a portare un contributo importante allo sviluppo della coltura della vite che acquisì un ruolo fondamentale nella locale economia, come è possibile rilevare dalla prima codificazione delle regole vendemmiali avvenuta intorno al 1100 e nel secolo successivo dagli Statuti di Trento che contenevano norme contro l’importazione di vino dalle zone vicine. Il vino aveva un peso economico così importante che ci vollero due secoli per definire una disputa tra i viticoltori di Trento e Bolzano sorta nel 1372 sull’esclusiva dell’esportazione del vino nel Nord Europa. Le particolari condizioni pedoclimatiche della zona hanno determinato l’identificazione di quattro aree principali: la valle dei laghi, la val Cembra, la Vallagarina e la valle dell’Adige con il Campo Rotaliano. È in quest’ultima zona che maggiormente si è diffusa la tecnica della spumantizzazione. La
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sui lieviti di fermentazione. «In Sforza-Lavis o Cavit) - ha tre anni di realtà tutto il prodotto non invecchiamento e maturazione sui millesimato - precisa Mauro Lunelli - lieviti e 48-50 mesi quello millesimato». Nasce così un prodotto che a volte definire grande è limitativo. La particolarità dei terreni, leggeri e ben arieggiati, conferisce note di aromaticità più spiccate ai vitigni e in particolare allo Chardonnay. Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco, i tre vitigni alla base di questo spumante, assicurano struttura, personalità ed eleganza a questo prodotto unico nel panorama enologico italiano. La zona di presidente dell’Istituto Trento produzione è compresa tra i 200 e i Classico che raggruppa 26 delle più 700 metri sul livello del mare con note aziende della zona (a partire terreni (prevalentemente calcarei) in naturalmente da colossi come pendio dove le uve maturano Ferrari, Mezzacorona, Cesarini lentamente conservando la loro acidità. Le notevoli escursioni termiche tra giorno e notte, così Scheda tecnica Onav: Trento Doc come la notevole differenza tra estate e inverno, determinano un bouquet dalle molteplici note Zona di produzione: circa 70 comuni nella provincia di Trento profumate e di grande persistenza. Alla vista: colore giallo paglierino brillante con bollicine fini, numerose e Il Trentino è il maggior persistenti. Nella tipologia rosé il colore è rosa brillante con produttore italiano: sono infatti 7 bollicine sottili e persistenti milioni e 100 mila le bottiglie (sulle Al naso: bouquet molto elegante con note di lievito e crosta di pane e con diciassette milioni prodotte in tutta sentori di mandorla, mela, frutta matura e a volte anche secca. Più Italia col metodo Classico) che dalla vinoso nella tipologia rosé valle dell’Adige allietano le tavole di In bocca: secco, fine ed elegante, di buona struttura, morbido e molto tutto il mondo. Al 31 dicembre 2004 equilibrato dà sensazioni di freschezza e una gradevole persistenza le aziende trentine che superavano aromatica le 500 bottiglie annue di produzione Resa: max. 15 t/ha erano 35. Il 99% della produzione Titolo alcolometrico: 11,5% vol. totale di Trento doc fa riferimento Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-3 anni dopo la sboccatura all’Istituto Trento Classico. Due terzi Temperatura di servizio: 7-9° C della produzione (ben 4 milioni e Vitigni: Chardonnay e/o Pinot bianco e/o Pinot nero e/o Meunier mezzo di bottiglie) sono delle Tipologia: Spumante bianco e rosé Cantine Ferrrari di Trento. Il mercato Altre tipologie: Lo Spumante Trento bianco e rosé rimasto almeno 24 mesi sui principale per tutti i produttori è lieviti di fermentazione può riportare sulla bottiglia l’anno di produzione delle uve. Il quello nazionale di cui copre circa il Trento bianco con titolo alcolometrico minimo del 12% vol., rimasto almeno 36 28% e al quale è destinato oltre il mesi sui lieviti di fermentazione e con l’obbligo di citare in bottiglia l’anno di 77% della produzione. produzione delle uve, può utilizzare la denominazione Riserva Per il 2006 si prevede un Abbinamenti: piatti a base di pesce, carni bianche e formaggi freschi o comunque aumento del Trento doc pari a circa non piccanti. La tipologia rosé può essere abbinata anche a salumi e primi piatti con il 3% grazie a maggiori vendite panna. Ottimo come aperitivo all’estero e, soprattutto, nell’Horeca. Riconoscimento della Doc: Decreto del 30/10/2002 che ha sostituito il D.M. 09/07/93. Doc riservata al vino Spumante Trentino bianco o rosato ottenuto con il Salvatore Longo metodo della rifermentazione in bottiglia
lavorazione del Trento doc (metodo Classico) avviene secondo il metodo della rifermentazione in bottiglia: alla base un vino fermo cui vengono aggiunti zuccheri e lieviti selezionati, il vino così imbottigliato inizia una seconda fermentazione cui segue il riposo sui lieviti, l’eliminazione dei residui, la dosatura e l’apposizione del tappo definitivo. Nasce quindi dalla storia e dalla tecnologia, ma soprattutto dal terroir lo Spumante Trento nelle due tipologie bianco e rosato, primo spumante in Italia ad essere stato garantito da una Doc (la seconda in ordine temporale al mondo). Il disciplinare prevede che possa essere imbottigliato solo dopo il 1° gennaio successivo alla vendemmia e da quel momento debba restare per almeno 15 mesi
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Il Trento Doc e le guide
Questa panoramica non vuole essere una superclassifica dei prodotti, ma un quadro comparato tra i giudizi delle 5 maggiori guide: a discrezione, condividere o meno i giudizi e affidarsi a loro (s.l.)
Ferrari - F.lli Lunelli Giulio Ferrari Riserva (1996)
Dorigatti Methius Riserva (1999)
Ferrari Perlè (2001)
Maximum Brut Maximum Demi-sec Trento Perlé Rosé (2001) Ferrari Brut Rotari Brut Riserva (2000) Brut Rosé
gambero rosso: 3 bicchieri espresso: 18 ventesimi sommeliers: 5 grappoli veronelli: 3 stelle gambero rosso: 2 bicchieri espresso: 16,5 ventesimi sommeliers: 4 grappoli veronelli: 2 stelle espresso: 16 ventesimi sommeliers: 4 grappoli espresso: 15 ventesimi sommeliers: 4 grappoli espresso: 17 ventesimi sommeliers: 4 grappoli veronelli: 2 stelle sommelier: 4 grappoli Luca Maroni: 76 centesimi espresso: 14,5 ventesimi espresso: 15 ventesimi
gambero rosso: 2 bicchieri espresso: 16 ventesimi sommeliers: 4 grappoli Istituto Agrario S. Michele all’Adige Mach (2001) gambero rosso: 2 bicchieri sommeliers: 4 grappoli Maso Martis Brut Riserva (2000) espresso: 15 ventesimi sommeliers: 5 grappoli veronelli: 2 stelle Brut (2002) sommeliers: 4 grappoli Rosé (2002) sommeliers: 4 grappoli Balter Brut Riserva (2001) espresso: 14 ventesimi sommeliers: 4 grappoli veronelli: 2 stelle Brut gambero rosso: 2 bicchieri espresso: 14,5 ventesimi Letrari Brut Riserva (1999) espresso: 14,5 ventesimi veronelli: 2 stelle Brut (2001) sommeliers: 4 grappoli veronelli: 2 stelle Brut Riserva sommeliers: 4 grappoli Abate Nero Riserva Cuvée dell’Abate gambero rosso: 2 bicchieri (1999) espresso: 16 ventesimi Extra Brut espresso: 12,5 ventesimi Brut (2002) espresso: 14 ventesimi Extra Dry espresso: 15,5 ventesimi Cavit Altemasi Brut veronelli: 2 stelle Altemasi Graal Brut (1999) gambero rosso: 3 bicchieri espresso: 16,5 ventesimi veronelli: 2 stelle Brut Metodo Classico (1998) espresso: 15,5 ventesimi Conti Wallenburg Brut Corte imperiale
espresso: 14 ventesimi veronelli: 1 fiore
Zeni Brut Metodo Classico (1995) gambero rosso: 2 bicchieri espresso: 16 ventesimi Cesarini Sforza Brut Rosé espresso: 14,5 ventesimi Luca Maroni: 84 centesimi Brut Talento Metodo (2001) espresso: 14,5 ventesimi Brut Riserva Luca Maroni: 84 centesimi Cantina di Toblino Brut Antares (1999) espresso: 15,5 ventesimi veronelli: 2 stelle sommeliers: 3 grappoli Revì Brut espresso: 15 ventesimi L O M B A R D I A A TAVO L A
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I NUMERI DELLA DOC 26 sono le aziende associate all’Istituto Trento Classico: Abate Nero di Gardolo - Accademia del vino Cadelaghet azienda vinicola di Civezzano - Balter azienda agricola di Rovereto - Cantina Toblino di Sarche Cantina Mori Colli Zugna di Mori Cantina Sociale di Ala - Cavit srl di Ravina - Cesarini Sforza Spumanti di Ravina - Concilio di Volano - Conti Wallenburg srl di Martignano - Endrizzi di S.Michele all’Adige - Ferrari F.lli Lunelli di Trento - Istituto agrario di S.Michele all’Adige - Letrari azienda agricola di Rovereto - Madonna delle vittorie azienda agricola di Arco Marchesa Pallavicino di Mezzolombardo - Maso Martis azienda agricola di Martignano - Metius di Mezzocorona Pedrottivini di Nomi - Pisoni dist. E Trento doc di Pergolese - Revì azienda vinicola di Aldeno - Rotari di Mezzocorona - Simoncelli Armando azienda agricola di Rovereto Cantina Aldeno società coopertiva di Aldeno - Vivallis di Calliano - Zeni Roberto azienda agricola di Grumo s. Michele all’Adige. 7.100.000 bottiglie la produzione totale di spumante Trento Doc. Tra i 200 e i 700 metri sul livello del mare, la zona di produzione con terreni (prevalentemente calcarei) in pendio dove le uve maturano lentamente conservando la loro acidià. 35 le aziende trentine che superano le 500 bottiglie annue di produzione (al 31 dicembre 2004). 99% della produzione totale di Trento Doc fa riferimento all'Istituto Trento Classico. Due terzi della produzione (ben 4 milioni e mezzo di bottiglie) sono delle Cantine Ferrrari. 28% la quota del mercato italiano coperta dallo spumante Trento Doc con oltre il 77% della produzione. 3 % l’aumento che si prevede per il 2006 grazie a maggiori vendite all’estero e, soprattutto, nell’Horeca. 92 d.C. l’anno in cui l’imperatore Diocleziano emanò un editto nel quale vietava la coltivazione della vite nelle province esterne al Nord Italia; il Trentino Alto Adige fu subito in grado di esportare nelle zone colpite dal divieto, imponendo il suo primato.
“Prodotto di eccellenza” Parlano i protagonisti
Mauro Lunelli
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Patrick Taufer
oche regioni al mondo, forse soltanto la Champagne e il Penedès, possono vantare una vocazione spumantistica paragonabile a quella trentina. Per valorizzare i loro prodotti non a caso i produttori hanno chiesto e ottenuto una Doc ad hoc, la Trento, per designare unicamente gli spumanti rifermentati in bottiglia. Sotto la Doc Trentino, seguita dal nome del vitigno di base, rimangono quindi quelli spumantizzati in autoclave. Uguali per entrambi le uve, le classiche Chardonnay, Pinot bianco, grigio e nero, queste ultime naturalmente vinificate in bianco. Fra le cantine spumantistiche della zona vi sono nomi celebri, capaci di produzioni di svariati milioni di bottiglie. Chi non conosce nomi come Ferrari? Questa prestigiosa maison fondata nel 1902 da uno dei pionieri della scuola spumantistica italiana, Giulio Ferrari, è oggi di proprietà dei fratelli Lunelli ed è famosa al pari delle auto da corsa del cavallino rampante. Lo stabilimento trentino recentemente è stato ingrandito e potrebbe produrre fino a 21 milioni di bottiglie. «La nostra produzione - dice Mauro Lunelli, che è anche presidente dell’Istituto Trento Classico - si aggira sui 4.500.000 bottiglie circa, di cui l’11% (500.000) è destinato all’esportazione, soprattutto giapponese. Proponiamo 8 etichette. La più prestigiosa senza dubbio la Giulio Ferrari Riserva, un millesimato ottenuto da uve dei vigneti di proprietà». Un altro nome storico è quello della Cesarini Sforza, specializzata nella
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Claudio Rizzoli
Andrea Pisoni
produzione di spumanti (1.400.000 bottiglie all’anno) sia con la presa di spuma in autoclave sia con il metodo classico tradizionale. L’azienda, che oggi è al 50% della Cantina La Vis di Trento e al 50% della Fratelli Rinaldi di Bologna, non possiede vigneti propri, ma acquista le uve da fornitori privati e cantine sociali, soprattutto nelle colline Avisane e nella valle di Cembra. La produzione in campagna e in montagna (da 300 a 700 metri) è seguita e controllata dai tecnici della cantina, dalla potatura ai trattamenti fino alla vendemmia. «Nella nostra modernissima e attrezzata cantina - dice il responsabile Patrick Taufer - il grosso della produzione è costituito da spumanti elaborati con il metodo “Cesarini Sforza”, una variante del metodo italiano nella quale i vini che compongono la cuvée vengono spumantizzati separatamente e assemblati prima dell’imbottigliamento». Un altro pezzo da novanta del settore è la cantina MezzaCorona, fondata nel 1904, che conta su 1.300 viticoltori associati e un plafond di vigneti di oltre 1.500 ettari. «Sulla produzione globale - spiega il vice presidente del gruppo e amministratore delegato Claudio Rizzoli - solo il 10% è dedicata allo spumante metodo classico con uve Chardonnay e Pinot nero che provengono dai vigneti di proprietà di S. Michele all’Adige e Faedo, per circa 1.600.000 bottiglie. Le tipologie aziendali sono quattro: Trento Brut che rimane sui lieviti ben 24 mesi, “Rotari Cuvée 28” (da 28 mesi prima della sboccatura), il Rosé che
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ha un’altrettanto lunga maturazione e, infine, il Rotari Flavio Riserva, un prodotto di eccellenza che matura 36 mesi prima del dégorgement e della commercializzazione». E fra i grandi produttori di spumante c’è anche chi interpreta l’altra anima del Trentino, la grappa. È il caso di Andrea Pisoni che, ormai alla terza generazione, segue le orme dei fratelli Oreste e Giulio, fondatori dell’omonima azienda di Sarche. «La distilleria - precisa - pur essendo specializzata nelle grappe, è stata tra le prime a intuire la predisposizione del Trentino alla spumantizzazione, contribuendo alla fondazione del primo Consorzio Spumante Trento Classico. La produzione è iniziata nel 1970 utilizzando solo uve Chardonnay, Pinot bianco e nero delle tenute San Siro e Pergolese applicando il metodo champenois. Dopo 24-36 mesi sono nati gli spumanti “Pisoni Brut”, “Pisoni Rosè” e “Pisoni Riserva”, un extrabrut più invecchiato dei precedenti e prodotto solo in annate di qualità eccezionale. È il caso del 2005 che ha vinto il primo premio al Concorso spumanti di Valdobbiadene. La produzione attuale è di 15 mila bottiglie rispetto alle 45mila di vini bianchi e alle 40mila di rossi». Detto dei produttori, il giudizio forse più importante spetta a chi consuma e vende il Trento Doc. Giorgio Babini (nella foto), direttore del rinnovato ristorante Santini di Milano (con locali anche a Londra e a Edimburgo e, prossimamente, a Marbella e in Irlanda del Nord) è uno dei supporter più entusiasti. «Oltre agli Champagne, alle bollicine Franciacorta e Oltrepò, nel nostro locale un ottimo riscontro lo ha proprio il Trento Doc Classico, soprattutto l’etichetta Ferrari Riserva del Fondatore, un blanc de blancs che ritengo uno dei migliori spumanti italiani in assoluto. Pur avendo una clientela medioalta, dal novembre scorso serviamo anche il metodo classico a calice (vino a bicchiere, ndr) soprattutto tra i giovani che non vogliono consumare una intera bottiglia di spumante o di altro vino».
Meno forte, forse, l’immagine in enoteca. Gigliola Bozzi Naviglio (nella foto), titolare dell’enoteca “Vino Vino” di via Speronari a Milano e già presidente di Vinarius, viene da una famiglia di professionisti del vino fin dal 1921 e di vino è una che se intende sul serio. «Di Trento Doc tra i nostri scaffali - dice abbiamo solo 2 aziende: Ferrari (nelle
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versioni Maximum, Perlé millesimato e Rosè) e Brut classico Madonna della Vittoria. Lo spumante più richiesto dai privati è il Franciacorta, che ha saputo fare più marketing territoriale e lavorare sodo per l’immagine dei suoi prodotti». Marino Fioramonti
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Trento Doc Millesimato Cesarini Sforza Tridentum
Spumante Trento Doc Rotari Cuvée 28
Tipologia vino:Trento Doc Millesimato Etichetta: Cesarini Sforza Tridentum – Trento Doc Uvaggio: Chardonnay 80 % Pinot nero 20 % Vinificazione: Fermentazione in bianco a 18/20°C Invecchiamento: 48 mesi in bottiglia A ffinamento: 90% in acciaio 10% in barriques Colore: Giallo paglierino Pro fumo: Ricco, complesso, minerale Sapore: Sapido, buona struttura e persistenza Longevità: 2 anni Gradi: 12,5 % vol. Temperatura di servizio: 8°C Acidità totale: 5.7 °/°°
Tipologia vino:Trento Doc Etichetta: Cuvèe 28 Rotari Uvaggio: Chardonnay 90 % Pinot nero 10 % Vinificazione: Rifermentazione in bottiglia Invecchiamento: Minimo 28 mesi sui lieviti A ffinamento: In bottiglia Colore: Giallo paglierino Pro fumo: Intenso, netto, tipico, elegante Sapore: Secco, pieno, fragrante, ben bilanciato, armonico Longevità: 3-5 anni Gradi: 12,5 % vol. Temperatura di servizio: 6-8° C Acidità totale: 6.0 °/°° Abbinamenti: A tutto pasto
Cesarini Sforza Spumanti, via Stella, 9 - 38040 Ravina (Tn) Tel 0461 382200 - Fax 0461 382222 www.cesarinisforza.com - info@cesarinisforza.com
Nosio, via del Teroldego, 1 - 38016 Mezzocorona (Tn) Tel 0461 616399 - Fax 0461 605695 www.rotari.it - info@mezzacorona.it
Spumante Trento Doc Pisoni Rosé Brut
Spumante Trento Doc Ferrari Maximum Brut
Tipologia vino: Trento Doc (spumante metodo Classico) Etichetta: Pisoni Rosè Brut Uvaggio: Chardonnay 80 % Pinot nero 20% Vinificazione: Rifermentazione in bottiglia a 12°C A ffinamento: In acciaio Maturazione: 3 anni in bottiglia su proprio lievito Colore: Rosa antico Pro fumo: Floreale, fruttato, pane, lievito Sapore: Morbido, complesso, sentori di frutta a bacca rossa Longevità: 2 anni dalla sboccatura Gradi: 13% vol. Temperatura di servizio: 7-8° C Acidità totale: 5.5 °/°° Abbinamenti: Da aperitivo a tutto il pasto
Tipologia vino:Trento Doc (spumante metodo Classico) Etichetta: Maximum Brut Uvaggio: Chardonnay 100 % Vinificazione: Metodo classico Invecchiamento: 36 mesi A ffinamento: In bottiglia Colo re: Giallo paglierino Pro fumo: Gentile e intenso, con note di frutta matura e pompelmo rosa Sapore: Secco, elegante e armonioso Longevità: 5-6 anni Gradi: 13 % vol. Temperatura di servizio: 8-9° C Acidità totale: 5.0 °/°° Abbinamenti: Ideale sia con i piatti di mare che con quelli di terra. Assolutamente sconsigliato con i dolci
F.lli Pisoni, via S.Siro, 7/a - 38070 Pergolese - Sarche (Tn) Tel 0461 564106 - Fax 0461 563163 www.pisoni.net - grapes@tin.it
Ferrari f.lli Lunelli, via Ponte di ravina, 15 - 38040 Trento Tel 0461 972311 Fax 0461 913008 www.ferrarispumante.it - info@ferrarispumante.it
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Il Prosecco di Valdobbiadene vale oltre 44 milioni di bottiglie ANCHE LA CULTURA TRA I PIACERI DEL VINO “I piaceri del vino” è il tema dell’evento che il 20 maggio ha visto incontrarsi arte, musica, filosofia e letteratura. Ne hanno parlato Mario Cantilena dell’Università Cattolica di Milano, Giovanni Morelli direttore dell’Istituto per la musica della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, Augusto Gentili e Pietro Gibellini rispettivamente docenti di Storia e letteratura italiana dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ciascuno forte della propria disciplina ha discusso sui significati del vino nella nostra tradizione culturale, tra antichità e mondo moderno.
IL NUOVO MONDO NEL BICCHIERE A conferma dell’attenzione del mercato Usa verso il Prosecco va sottolineato come al convegno sul Mercato del vino negli Usa sono intervenuti Pierpaolo Penco direttore di Mba in Wine Business del Mib di Trieste, Leonardo Lo Cascio presidente di Winbow, uno degli importatori più noti negli Usa e fra i primi ad aver creduto nel vino italiano, Stefano Raimondi responsabile del settore vini dell’Ice e Marco Sabellico, giornalista del Gambero Rosso. Il meglio dell'enologia californiana è stata presentata invece in occasione della degustazione guidata di etichette esclusive selezionate da Monica Larner, corrispondente per l’Italia di “Wine Enthusiast”.
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nche in un anno considerato “difficile” dall’intero mondo del vino, il Prosecco Doc di Conegliano Valdobbiadene conferma il proprio successo e continua la conquista dei mercati esteri. La produzione 2005 si è attestata su 44.200.000 bottiglie delle quali 35.800.000 sono Spumante. Di queste 10.400.000 sono state esportate per un valore al consumo di 300 milioni di euro. All’interno di questa tipologia il Superiore di Cartizze, vero cru della denominazione, si mantiene stabile su 1.100.000 bottiglie. La quota destinata all’export soprattutto in Germania, Svizzera e Stati Uniti - cresce in modo costante e si attesta su circa un terzo di tutta la produzione. Ed è a quest’ultimo mercato, che non lascia spazio a ingenuità e improvvisazioni, che è stata dedicata la IX edizione di “Vino in Villa” il 20 e 21 maggio presso il Castello di San Salvatore di Susegana (Tv), uno splendido borgo del XIII secolo di proprietà dei conti Collalto, alla presenza di produttori, operatori del settore e visitatori giunti da tutto il mondo per conoscere la vera identità di questo vino “autoctono per davvero”. Numeri che, come hanno indicato i rappresentanti del Distretto produttivo della Regione Veneto e del Centro studi della Camera di commercio di Treviso, gratificano l’opera del Consorzio di tutela del Prosecco presieduto da Franco Adami. Dalle indagini di questi enti è emerso in particolare che il distretto del Prosecco è
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costituito per il 28% da aziende con fatturato inferiore ai 250.000 euro, il 18,7% con fatturato fra i 250.000 e i 500.000, il 14% fra questi ultimi e un milione e solo il 9,3% dei casi supera i 10 milioni di euro. Nonostante l’Italia vanti una lunga tradizione enologica, la strategia di marketing che le aziende vitivinicole Usa hanno adottato anche nel nostro Paese è un vero “fenomeno Nuovo Mondo”. È necessario perciò un confronto con questo mercato. «La scelta rappresenta un logico sviluppo dell’azione che il Prosecco Doc di Conegliano Valdobbiadene - ha rilevato il direttore del Consorzio e rappresentante del Distretto Giancarlo Vettorello - ha intrapreso con l’evento “Vino in Villa” che si svolgerà il 27 giugno a New York in occasione dell’anniversario della nascita del boom dei vini californiani».
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SPUMANTI
“Forum”: a giugno il confronto Charmat/Classico a Villa dei Cedri I l “Forum Spumanti d’Italia 2006” chiama a raccolta i più qualificati esperti nazionali per realizzare un confronto ai massimi livelli sulle caratteristiche tecniche dei due grandi metodi di produzione spumantistica: lo Charmat o italiano in grandi botti e quello Classico con rifermentazione in bottiglia. Due giorni di relazioni didattiche, con presentazioni di prove e prodotti innovativi, in Villa dei Cedri a Valdobbiadene (Tv), il 23 e 24 giugno. Oltre alle relazioni tenute da professori universitari sono previste degustazioni e visite a cantine. Dall’8 al 12 settembre, sempre a Valdobbiadene, tradizionale MostraEnoteca di centinaia di etichette nazionali in degustazione per il grande pubblico e
Il programma
gli appassionati, “Le officine dei sapori”, le “verticali”, le aule di degustazione per gli operatori, la presentazione del Rapporto 2006 dell’Osservatorio nazionale sugli Spumanti d’Italia. A Roma, a fine ottobre, una giornata-evento di fascino e di glamour con la premiazione dei migliori spumanti del Concorso enologico autorizzato dal Ministero e di personaggi di spicco del mondo spumantistico.
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Villa dei Cedri - Valdobbiadene 22/6 ore 17 - Consegna del premio di laurea “G. Comolli 2006”; presentazione Corso di Formazione per “ Maestri di Spumanti”; riunione Comitato etichettatura degli spumanti; presentazione bando premio di laurea “G. Bortolomiol 2007” 23-24/6 - Seminario sui vini effervescenti spumanti “Ricerca e vocazione viticola ed enologica per gli Spumanti d’Italia” 25/6 - Degustazioni itineranti libere Info: tel 0423 971999 fax 0423 975510 Mail: segreteria@forumspumantiditalia.it
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CONSORZI
Con
OltreCentovini è già un successo
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Caveau d'Oltrepo
OltreCentovini è il nuovo progetto per la promozione del territorio e sarà la nuova frontiera che caratterizzerà il 2006 dell’Oltrepò vitivincolo. Tanti gli appuntamenti imperdibili per aziende e operatori caratterizzati da obiettivi ben definiti ma anche da un’azione work in progress. La giornata svoltasi alla Certosa Cantù è stata di buon auspicio per i prossimi incontri fissati per l’estate. L’impatto-Caveau si è rivelato un successo
I
l progetto Caveau d’Oltrepò (nuova frontiera della promozione del territorio) è ormai passato dalla fase progettuale alla realizzazione e il suo primo appuntamento del 14 maggio scorso, “OltreCentovini”, costituisce certamente la manifestazione - evento che caratterizzerà l’Oltrepò vitivinicolo nel 2006. Organizzata dal Consorzio tutela vini Oltrepò pavese, in collaborazione con il Comune di Casteggio (Pv), la giornata svoltasi presso la Certosa Cantù ha costituito un’opportunità per molti versi unica per presentare a giornalisti, operatori e pubblico il progetto di valorizzazione della migliore enologia del territorio. Il progetto prevede ora nuovi appuntamenti il 18 giugno e il 3 settembre, nonché l’apertura del Caveau a chi ne farà richiesta per degustazioni (segreteria Consorzio tutela vini Oltrepò pavese, Tel 0385 250261). In poco più di 12 mesi, il Caveau ha già selezionato più di 100 etichette, da qui il nome della manifestazione “OltreCentovini”, rappresentative dell’identità enologica del territorio; ha individuato una sede che fosse facilmente raggiungibile per chi arriva da Pavia, Milano, Genova, Piacenza e Torino e ha “testato” l’impatto-Caveau su target mirati, dal pubblico indifferenziato di Oltrevini 2005 agli operatori invitati lo scorso novembre al Westin Palace di Milano. Un progetto definito, dunque, ma che non perde la sua caratteristica di work in progress, azione costantemente in corso, come ricorda il presidente del consorzio, Vittorio Ruffinazzi, poiché le selezioni continuano e nuove introduzioni di vini sono sempre possibili, in base ai criteri di rispondenza all’identità enologica territoriale. Per quanto riguarda l’evento è interessante ricordare che i visitatori
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Sono 145 le etichette selezionate finora Sono 145 le etichette delle 51 aziende finora selezionate dal responsabile Francesco Beghi e suddivise in isole tematiche: “Le uve native, Croatina e Barbera”, “Le due anime del Pinot nero”, “Bianchi da invecchiamento: il Riesling”, “La fantasia del territorio con l’Itg Provincia di Pavia”, “L’angolo dei dolci: dal Moscato alla Malvasia”. Il viaggio nell’enologia dell'Oltrepo è stato inaugurato, come è doveroso in questi casi, con abbinamenti a prodotti tipici locali e con riferimenti storici e culturali al territorio grazie alla presenza del civico Museo archeologico di Casteggio, al primo piano della Certosa. Per l’occasione era inoltre allestito un Info Point della rassegna gastronomica “Sapori e stagioni”, in programma dal 18 maggio al 25 giugno in provincia di Pavia, dove 37 ristoratori offrono i loro menu a prezzo fisso. Infine nella sala della biblioteca della Certosa per “Degustando in libreria” sono stati presentati i libri “L’amore goloso” di Roberta Schira e “Non solo vino, non solo cibo” di Lucia Siliprandi e Anna Goffi.
Vittorio Ruffinazzi e Alberto Panont
hanno potuto visitare il civico Museo archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò pavese, allestito al primo piano del complesso della Certosa; in assaggio anche una selezione di salumi, formaggi e delicatezze d’Oltrepò. OltreCentovini si è articolato in due diversi spazi: presso l’Auditorium della Certosa Cantù dove sono state proposte otto postazioni di assaggio e presso le antiche cantine. Le tipologie dei vini in degustazione sono state quelle su cui punta ora con decisione il consorzio per rafforzare l’immagine del territorio: Oltrepò metodo Classico, Riesling, Pinot nero, Oltrepò pavese rosso, Buttafuoco, Bonarda, Barbera e Passiti. Oltre cento le etichette e 51 le aziende che hanno inaugurato la cornice casteggiana del Caveau.
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Panont : questo è oggi l’Oltrepò P er capire come e dove va il mercato, per scoprire gli obiettivi futuri e soprattutto conoscere dati certi a livello economico sulla zona dell’Oltrepò abbiamo intervistato il direttore del Consorzio vini Oltrepò pavese, Carlo Alberto Panont. Domande mirate e risposte altrettanto precise per centrare il punto sull’andamento della produzione e dell’esportazione dei vini della zona. Qual è il numero totale di bottiglie prodotte e consumate nell’ultima annata in commercio? «Il dato rapportato alla capacità 0,75 è corrispondente a 29.879.844 litri (al 31 dicembre 2005) per un totale di litri Doc idonei al consumo di 40.979.395». Intorno a che cifra si stima il giro d’affari? «La stima di valore in euro per la produzione dell’ultima annata in commercio si attesta ai 491.000.000 di euro». Qual è stato l’andamento dell’export nelle ultime tre annate? Qual è la tendenza in atto per il futuro? «Il dato dell’export è basso, infatti si registra debolezza nell’esportazione di Doc. Buone invece le esportazioni Igt Pavia per Pinot nero, Pinot grigio e Riesling (40.000 ettolitri circa). Risulta però impossibile fornire un dato attendibile anno per anno. In prospettiva si assiste a un aumento l’esportazione di Pinot nero vinificato in rosso e
anche la piccola esportazione Doc in bottiglia (Bonarda fermo, d’annata, Barbera); si tratta comunque di piccoli volumi (3-5 % della Doc globale) con livelli qualitativi e di valore alto». Può darci la stima della spesa e degli obiettivi di mercato per la promozione e il commercio estero? «Gli obiettivi sono altissimi: 50% per Pinot grigio, 30% per la Doc Bonarda, Pinot nero, Barbera (10-12 milioni di bottiglie Doc, 70.000 ettolitri Igt). Come Paesi destinatari, l’attenzione è rivolta soprattutto a Germania e Stati Uniti. Per quanto riguarda la spesa di promozione per l’export 2006 si può registrare tra i 70.000 e i 100.000 euro (dato che deve essere confermato dall’assemblea consortile, di prossima convocazione), mentre la spesa prevista per l’export 2007 è di circa 180.000 euro». Quali sono i principali progetti o interventi in atto per incrementare l’export? «In particolare, si sceglie la partecipazione a importanti manifestazioni (ad esempio ProWein 2006) e iniziative. Sempre efficaci sono comunque i contatti diretti e continuativi con la stampa estera, riconosciuta come tramite importante di comunicazione».
BEGHI: UNA SELEZIONE IN CONTINUO AGGIORNAMENTO Obiettivo eccellenza e qualità.Non ha dubbi Francesco Beghi,il curatore della selezione del Caveau.«Abbiamo puntato - dice - su Doc e Igt capaci di rappresentare il territorio e i suoi vitigni quali Croatina,Barbera,Riesling e Pinot nero.Il nostro lavoro è solo all’inizio.Per il momento ho fatto una selezione sulla base di degustazioni e conoscenze dirette di vini e produttori,girando cantina per cantina per capire le filovie produttive.Questa selezione verrà aggiornata in progress,con l’aggiunta di nuove produzioni o annate,o con la sostituzione di alcuni vini».
MUSSI: SOLDI SPESI PIÙ CHE BENE «Un’iniziativa che si prefigge di valorizzare il territorio e la filiera del vino. Si tratta di un passaggio importante per l’Oltrepò che deve puntare con forza all'eccellenza».Per Piero Mussi,presidente della Camera di commercio di Pavia,il Caveau rappresenta un investimento necessario.«Destiniamo molte risorse al comparto vino:pensiamo alle fiere estere o al Vinitaly,e ora al MiWine.Meglio un intervento come questo che le sagre che non riescono a dare spessore alla dimensione delle aziende che hanno invece bisogno di ribalte e vetrine di valore.Come ente camerale abbiamo deciso di potenziare un sistema informatico capace di mettere in rete dati e informazioni,dalle rese alle denunce per la Doc o le fascette,così da garantire la trasparenza e rafforzare il sistema».
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Superficie vitata DOC ettari 11.365 IGT ettari 1.462 TOTALE ettari 13.327 R i ve n d i c a t a a ve n d e m m i a ettari 8.815 (77% della superificie doc) P ro d u z i o n e lo rd a ve n d u t a anno 2005 (dato stimato) 420.000.000 P ro d u z i o n e Totale uva doc prodotta kg 78.419.940 Litri idonei al consumo 40.979.395 Litri confezionati 29.879.844
Vi n o s p e d i t o i n TIPOLOGIE Bonarda Barbera Pinot nero (in bianco) Riesling
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b o t t i glia (capacita 0,75 l) LITRI BOTTIGLIE 11.731.600 15.642.133 6.922.900 9.230.533 1.804.100 2.405.466 1.790.800 2.387.733
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Tutti i
gioielli del Caveau
Le uve native: Croatina e Barbera Bonarda Fatila ’00 - Vercesi del Castellazzo Bonarda Vigna Guardia ’02 - Vanzini Bonarda Millennium ’03 - Agnes f.lli Bonarda Boisée ’03 - Fattoria Cabanon Bonarda Ombre Rosse ‘03 - Fortesi Bonarda Costa delle More ’04 - Caseo Bonarda ’04 - Martilde Bonarda Carlino ’05 - Castello di Luzzano Buttafuoco Storico Vigna Solenga ’01 - Fiamberti Buttafuoco Riva Bianca ’01 - Picchioni Andrea Buttafuoco Storico Vigna Pregana ’01 - Quaquarini Francesco Buttafuoco Storico Casa del Corno ’02 - Giorgi f.lli Buttafuoco Roccolo delle Viole ’03 - La Versa Buttafuoco ’04 - Ca’ del Santo Rosso Riserva Monte Acutello ’98 - Fiamberti Rosso Riserva Solarolo ’00 - Montelio Rosso Riserva Vigne della Casona ’01 - Albani Riccardo Rosso Triangolo ’01 - Tenuta Ca’ Boffenisio Rosso Riserva Il Frater ’01 - Ca’ di Frara Rosso Valmaga ’01 - Cantine Montagna Rosso Riserva La Vigna Bricca ’01 - Tenuta La Costaiola Rosso Bohemi ’01 - Le Fracce Rosso Riserva Mosaico ’01 - Monsupello Rosso Riserva ’01 - Montenato Griffini Rosso Riserva Marc’Antonio ’01 - Travaglino Rosso Riserva Re Rosso ’02 - Marchesi di Montalto Rosso Bacuco ’03 - Fattoria Il Gambero Rosso Riserva Cavariola ’03 - Verdi Bruno Rosso Borghesa ’04 - Giorgi Luigi Barbera ’99 - Tenimenti Castelrotto Barbera Tre ’00 - Calvi Andrea Barbera Donna Clarizia ’00 - Caseo Barbera La Strega, la Gazza, il Pioppo ’00 - Martilde Barbera Vigna Preda ’00 - Vanzini Barbera Olmetto ’01 - Bellaria Barbera Roncolongo ’01 - Bisi Barbera Piccolo Principe ’01 - Fattoria Cabanon Barbera Cascina Bellaria ’01 - Marchesi di Montalto Barbera Costa del Sole ’01 - Tenuta Percivalle Barbera Bronis ’03 - Cantina di Broni
Barbera Console Marcello ’03 - Cantina di Casteggio Barbera AD ’03 - Doria Barbera ’03 - Pegazzera Barbera Campo Rivera ’03 - Torti Pietro Barbera ’04 - Ca’ Montebello Barbera Autari ’04 - Cantina di Casteggio Barbera Due Draghi ’04 - Tenuta La Costaiola Barbera Oreste ’04 - Castello di Luzzano Barbera Clà ’04 - Vercesi del Castellazzo Barbera Campo del Marrone ’04 - Verdi Bruno Barbera ’05 - Martilde Igt Auriga ’01 - Tenuta La Costaiola Igt Rosso d’Asia ’01 - Picchioni Andrea Igt Barbacarlo ’03 - Barbacarlo Igt Infernot ’03 - Fattoria Cabanon Igt Poculum ’04 - Agnes f.lli Igt Uva Rara ’04 - Frecciarossa Igt Vespolino ’05 - Vercesi del Castellazzo
Le due anime del Pinot nero OLTREPÒ METODO CLASSICO Casa Re Brut ’89 - Casa Re Pinot nero Brut Riserva del Poeta ’98 - Anteo Pinot nero Brut Classese ’99 - Monsupello Pinot nero Brut Classese ‘99 - Quaquarini Francesco Pinot nero Brut Classese ’00 - Travaglino Pinot nero Brut Nature Ecru ’00 - Anteo La Genisia Brut ’03 - Torrevilla Pinot nero Brut Gianfranco Giorgi ’03 - Giorgi f.lli Pinot nero Brut Gianfranco Giorgi Rosè ’03 - Giorgi f.lli Pinot nero Brut Carta Oro - La Versa Pinot nero Brut Classese - Cantina di Broni Pinot nero Brut Nature - Monsupello Pinot nero Brut Rosè - Anteo Pinot nero Brut - Pegazzera Spumante Brut Cuvée Ca’ del Tava - Monsupello Brut Vergomberra - Verdi Bruno Spumante Classico Extra Dry Testarossa - La Versa Blanc de Blancs Extra Dry - Caseo
OLTREPO PINOT NERO Pinot nero ’01 - Casa Re Pinot nero ’01 - Torti Pietro Pinot nero 3309 ’01 - Monsupello Pinot nero Costarsa ’01 - Montelio Pinot nero Fraseggio di Cadè ’01 - Torrevilla Pinot nero Neo ’01 - Calvi Andrea Pinot nero Poggio della Buttinera ’01 - Travaglino Pinot nero Vigna Brumano ’01 - Ruiz De Cardenas
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Pinot nero Vigna Miraggi ’01 - Ruiz De Cardenas Igt Estro ’01 - Andi Fausto Pinot nero ’02 - Tenimenti Castelrotto Pinot nero Giorgio Odero ’02 - Frecciarossa Pinot nero Luogo dei Monti ’02 - Vercesi del Castellazzo Pinot nero ’03 - Tenuta Il Bosco Pinot nero ’03 - Vanzini Pinot nero Ca’ dell’Oca ’03 - Anteo Pinot nero Calonga ’03 - Bisi Pinot nero Il Raro Nero ’03 - Ca’ di Frara Pinot nero Noir ’03 - Tenuta Mazzolino Pinot nero Pernice ’03 - Conte Giorgi di Vistarino Pinot nero Querciolo ’03 - Doria Pinot nero Vigneto La Fiocca ’03 - Piccolo Bacco dei Quaroni Igt Cabanon Noir ’03 - Fattoria Cabanon Pinot nero ’04 - Verdi Bruno Pinot nero MonteRoso ’04 - Giorgi f.lli Pinot nero Umore Nero ’04 - Castello di Luzzano
Igt Il Longobardo ’01 - Cantina di Casteggio Igt Comprino Mirosa ’01 - Montelio Igt Tacabrighe ’01 - Tenuta Ca’ Boffenisio Rui ’01 - Calvi Andrea Cabernet Sauvignon Viti di Luna ’02 - Cantine Montagna Cabernet Sauvignon La Botte n. 18 ’03 - Fattoria Cabanon Cabernet Sauvignon Corvino ’03 - Tenuta Mazzolino Cabernet Sauvignon ’03 - Torti Pietro Igt Io Rosso ’03 - Ca’ di Frara Igt Titanium ’03 - San Giorgio Igt Ad Memorial ’03 - Doria Igt La Giostra ’03 - Montelio Igt Rosso Castellazzo ’03 - Vercesi del Castellazzo Igt Cabanon Blanc Opera Prima ’04 - Fattoria Cabanon Malvasia Piume ’04 - Martilde
L’angolo dei dolci Moscato Passito Vigna Soleggia ’01 - Caseo Moscato Passito Lacrimae Vitis ’01 - La Versa Igt Bianco Passito Villa Marone ’03 - Bisi Moscato Passito Pasirè ’03 - Marchesi di Montalto Moscato Passito Dorè ’03 - San Giorgio Malvasia Elos ’04 - Piccolo Bacco dei Quaroni Ad Bianco - Doria Vdt Oro - Fattoria Cabanon
Bianchi da invecchiamento
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Igt Bellarmino ’01 - Tenuta La Costaiola Igt Favole ’01 - Tenimenti Castelrotto Riesling Le Segrete ’02 - Caseo Riesling Monsaltus ’02 - Marchesi di Montalto Riesling Roncobianco ’03 - Doria Chardonnay Senso ’03 - Monsupello Pinot nero ’03 - Andi Fausto Pinot grigio Raccolta Tardiva ’04 - Ca’ di Frara Riesling ’04 - Albani Riccardo Riesling Apogeo ’04 - Ca’ di Frara Riesling Gli Orti ’04 - Frecciarossa Riesling Landò ’04 - Le Fracce Riesling Campo della Fojada ’04 - Travaglino Riesling Vigna Costa ’04 - Verdi Bruno Chardonnay Blanc ’04 - Tenuta Mazzolino Igt Io Bianco ’04 - Ca’ di Frara Riesling Rivalunga ’05 - Ca’ del Santo
CASA FONDATA
V ini, gli S pumanti, la G rappa i
AZIENDA AGRICOLA
MONSUPELLO® Via S. Lazzaro, 5 27050 Torricella Verzate (Oltrepò Pavese - Italia) Tel. 0383.896043 Fax 0383.896391 www.monsupello.it monsupello@monsupello.it
La fantasia del territorio Cabernet Sauvignon Primm ’01 - Bisi Cabernet Sauvignon Aplomb ’01 - Monsupello Igt Bricco Sturnel ’01 - Bellaria
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Consorzio Lison Pramaggiore
Cercasi nome disperatamente. Cosa ne sarà del “dopo-Tocai”?
ancora esistere (come ha dimostrato uno dei maggiori esperti, Antonio Calò dell’Istituto sperimentale di Viticoltura di Conegliano, «non c’è alcuna connessione fra i due vitigni, tanto più che quello italiano deriva dal Consorzio Friuli Latisana Sauvignonasse del Midi, andato perduto»), ma ormai sul piano formale i giochi sono chiusi e agli italiani resta un solo compito: trovare un nuovo nome a questo vino. E qui cominciano i problemi. Proprio la forse troppo vasta coltivazione del Tocai ha impedito di trovare delle strategie efficaci per difendere il nome del vino dal ricorso ungherese. Appare quindi improbabile che ci possa essere una qualche intesa sulla nuova denominazione. Lo sbocco più probabile è che, mantenendo il nome del vitigno Tocai in etichetta (scelta che anche sul piano scientifico è incontestabile), ogni consorzio vada un po’ per la sua strada. Se ne è avuta ncora pochi mesi (fino al 31 marzo 2007) e poi l’Italia dovrà conferma in occasione di un interessante convegno “Lo chiamavano Tocai rinunciare al nome di uno dei suoi vini più radicati, il Tocai. Il braccio Dall’“ombra” della piazza ai mercati del mondo”, svoltosi a Portogruaro per di ferro ingaggiato con l’Ungheria (che sostenere tutti i produttori di Tocai nel nel Tokai non ha solo il più nobile dei vini passiti al mondo, ma anche uno dei delicato passaggio a una nuova suoi emblemi nazionali) si è come noto denominazione, che per i vini Doc di concluso in maniera negativa per i nostri Lison e Pramaggiore - come hanno confermato il presidente del Consorzio, produttori, sparsi in uno dei più vasti Giorgio Piazza, e il maggior produttore, areali della viticoltura italiana, Carlo Paladin, sarà “Lison”. coinvolgendo ben 10 Consorzi Doc: E poiché alla scelta del nome dalla Lombardia (San Martino della sono interessati tutti i produttori, che battaglia) al Friuli (che ne vede devono affrontare “il dopo-Tocai”, è stata interessati addirittura sei). Qualche spiraglio sembrerebbe organizzata una degustazione che ha visto in campo 62 Tocai Top, Giorgio Piazza ovvero l'oro del Nord Est. Il Carlo Paladin vino più noto in particolare nel Veneto orientale e nel Friuli Venezia Giulia, dove è da sempre il bianco per eccellenza, la celeberrima “ombra” dei veneti e il “tajùt”
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dei friulani. Ecco allora il Lison e il Lison Classico (come si chiama ora il tradizionalissimo Tocai della zona), i suoi fratelli del Friuli Venezia Giulia e anche le etichette di piccole isole di produzione come il Breganze bianco nel Vicentino, e il San Martino della Battaglia nel Bresciano. m.p.
A PORTOGRUARO VINO E LETTERATURA A sostegno dell’evento Tocai,Portogruaro ha messo in scena il fascino di cui è capace la cittadina veneta che vanta uno splendido centro storico solcato da alcuni canali che la fanno apparire una piccola Venezia. All’interno della manifestazione in costume “Terra dei Dogi in festa” (una kermesse con mercati all’aperto di prodotti tipici che si mescolavano coi banchi d’assaggio del vino) è stata ad esempio organizzata,dal Master “Cultura del cibo” dell’Università di Ca’ Foscari,la “Cena del Conte”,che - nel collegio universitario Marconi - ha riproposto un menu di fine 700 ricavato dalle pagine di “Confessioni di un italiano” di Jacopo Ortis.Uno scrittore che a Portogruaro era di casa e che è stato fatto rivivere con efficacia grazie al lodevole lavoro di studenti,ricercatori e attori. Una modo assolutamente originale di promuovere il territorio,secondo quanto voluto direttamente anche dal sindaco Antonio Bertoncello (nella foto),abbinando cultura ed enogastronomia.
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Ezio Maiolini resta al timone del Franciacorta
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nche per il prossimo triennio Ezio Maiolini sarà il presidente del Consorzio per la tutela del Franciacorta: il neoeletto consiglio d’amministrazione, votato dall’Assemblea generale, lo ha riconfermato all’unanimità. Conferma anche per Paolo Pizziol alla vicepresidenza, mentre Adriano Baffelli continuerà a svolgere il ruolo di direttore generale. La continuità è la dimostrazione del riconoscimento per l’intenso lavoro svolto e la fiducia nella capacità di dare vita a ulteriori iniziative a favore della crescita della filiera. Il passato ha visto, infatti, la Franciacorta in continua crescita con l’adesione di nuove aziende e il consolidamento di ottimi rapporti istituzionali. «Il Consorzio per la tutela per il Franciacorta è sempre stato molto attivo - dice Maiolini - nel controllo e nella tutela del territorio fin dal periodo precedente il decreto ministeriale Erga Omnes, e ha sempre dimostrato una particolare sensibilità e fiducia nel suo ruolo di guida di un intero territorio». Grande l’impegno sul versante promozionale grazie al Piano triennale straordinario di comunicazione che il Consorzio ha varato con il supporto della Camera di commercio di Brescia e della Regione Lombardia. L’assemblea, dopo l’approvazione dei Bilanci consuntivo 2005 e preventivo 2006, ha approfondito e approvato una serie di proposte innovative, inserite nelle bozze di revisione dei Disciplinari di produzione. g.l.
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Arcole, la piccola Doc del sistema Soave in cerca di identità dell’organizzazione produttiva». Novità che sono state peraltro già anticipate in occasione del Vinitaly dove è stato possibile degustare i vini in attesa di poterne vedere i nuovi nomi ufficiali in etichetta. La Doc Arcole conta al suo interno oltre 2.500 ettari di artiti 5 anni fa sulla base vigneto nel veronese e un dell’Igt, i produttori di migliaio nel vicentino, si Arcole rappresentano basa su 1500 aziende sparse oggi una nicchia produttiva fra fra 21 comuni e costituisce le più dinamiche del Veneto, un unico sul piano della ma alla piccola Doc del più storia e della cultura del territorio complesso “sistema Soave” (che vale veneto. Un’area che costituisce il oltre 120 milioni di bottiglie) manca ancora una più precisa identità. Giusto terreno fertile da cui prendono forma alcuni vini di grande spessore. Ne sono ciò che il Consorzio si propone di un esempio Merlot e Cabernet, anche garantire attraverso la modifica del riserva, che si distinguono per gran disciplinare che punta ad inserire fra i carattere, ma anche i bianchi etichettati vini tutelati anche quelli da con il nome di Arcole Doc visto che appassimento bianchi (da uve Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay Garganica, come il Recioto) e rossi, a e Garganega raccontano con intrigante partire dal Nero d’Arcole, derivato da complessità le caratteristiche uniche del tagli bordolesi. La relativa procedura è territorio. stata formalmente avviata a fine aprile Le principali modifiche alla con la pubblica audizione e il direttore Doc Arcole saranno relative a: Arcole Aldo Lorenzoni (nella foto) ricorda bianco - passito, Arcole bianco come «ciò costituisce un momento decisivo per dare una nuova prospettiva frizzante, Arcole - rosato, Arcole - rosato frizzante, Arcole a una zona vinicola che negli ultimi Garganega/vendemmia tardiva, Arcole anni ha compiuti grandi cambiamenti, Sauvignon, Arcole - riserva, Nero sul piano della qualità e
Nel disciplinare rientreranno ora anche i passiti bianco e nero
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d’Arcole. Da notare che per quanto riguarda il Nero d’Arcole, ottenuto dai vitigni Merlot, Cabernet e Cabernet Sauvignon, esso rientra tra i vini dal così detto “taglio bordolese”, una tipologia che negli ultimi anni ha trovato un’attenzione sempre crescente tra i consumatori. I bordolesi infatti sono vini importanti, originati da uve provenienti da vigneti con basse rese per ceppo, con un profilo enologico di grande concentrazione e progettati per durare nel tempo, esprimendo il meglio di sé solo dopo alcuni anni di affinamento. Proprio per questo i produttori hanno sentito l’esigenza di inserire anche il Nero d’Arcole tra i vini Doc di questa denominazione. Le modifiche interessano direttamente una fetta centrale di territorio di circa 700 ettari, vitato per lo più a Cabernet e Merlot, e coinvolgono direttamente 4 cantine (Colli Berici, di Monteforte d’Alpone, di Colognola ai Colli e Vini Chic di Bixio Emilio), ma avranno effetti su tutta l’area Doc perché attraverso una maggiore identificazione e semplificazione dei vini sarà possibile valorizzare l’intero territorio.
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CONSORZI
Vale 3 milioni il Recioto
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rturo Stochetti, presidente del Consorzio di tutela del vino Soave e Recioto di Soave non ha dubbi. «Il Recioto di Soave - ha affermato - oggi vale più di tre milioni di euro e il suo valore è in costante crescita da quando è diventato il primo vino veneto a denominazione di origine controllata e garantita». L’occasione per rilanciare un confronto col resto d’Italia è stata offerta dall’ incontro “Chiamami pure dolcezza… il Recioto e i suoi fratelli” in cui sono stati degustati, insieme al Recioto, il Passito di Pantelleria “Martingana” di Salvatore Murana, il passito dell’Alto Adige ”Aureus”
MESSERBIANCO LE CORNE A BRUXELLES MEDAGLIA D’ORO
dell’azienda Niedermayr Josef e il Vin Santo del Chianti Classico dell’azienda FelsinaCastelnuovo Berardenga di Siena. Un incontro in cui si è fatto esplicito riferimento alla nuova collocazione di mercato a cui i vini dolci italiani aspirano. In tal senso il Recioto punta alla tipicità grazie alle ultime modifiche al disciplinare che hanno aiutato i produttori in questa ricerca. Grazie al sensibile aumento dell’estratto secco, della gradazione alcolica e del residuo zuccherino, il Recioto di Soave ha acquisito personalità, diventando un esempio da imitare anche per altre denominazioni.
Marketing e pubblicità. Il Moscato d’Asti alla ricerca del rilancio
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a stagnazione delle vendite di Moscato, da anni al di sotto dei 70 milioni di bottiglie, pone la necessità di un rilancio, di una campagna di marketing e pubblicitaria per le quali sono previsti 40 milioni di euro nei prossimi tre anni. Ma l’intervento sull’immagine non basta, dovrà essere raccordata con un ulteriore salto di qualità in cantina». E’ molto chiaro il presidente Giovanni Satragno dei produttori di Moscato Doc. L’occasione è stata quella dell’assemblea generale della Produttori Moscato d’Asti Associati, l’organizzazione che raggruppa 2.300 imprese agricole del settore, svoltasi il 28 aprile al centro culturale S. Secondo di Asti.
Oltre all’approvazione dei bilanci consuntivo e preventivo, è stato rinnovato il consiglio d’amministrazione composto da 15 rappresentanti delle cantine cooperative, 9 viticoltori cosiddetti liberi e un rappresentante dell’Apum di Santo Stefano Belbo. Dopo aver parlato dell’impegno promozionale del Moscato d’Asti alle più importanti vetrine nazionali (Vinitaly, MiWine, Pianeta Birra a Rimini, Salone del vino di Torino, Moscato Wine Festival, Vinum, Go Wine) e internazionali con degustazioni negli Stati Uniti e nell’Europa dell’Est, il presidente si è soffermato sul prezzo delle uve riconosciuto dalle case spumantiere non sempre ritenuto congruo.
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Ancora un riconoscimento nel 2006 per l’azienda agricola Corne di Grumello del monte (Bg). Dopo la stella di qualità ottenuta a Prowein con Gonzaghesco Valcalepio bianco doc 2005 e la Gran menzione ottenuta al Vinitaly con Le Corne moscato spumante v.s.a.q, ora è la volta del Messerbianco Valcalepio bianco doc 2004 che ha vinto la medaglia d’oro al Concours mondial de Bruxelles.
TORCHIATO DI FREGONA TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE Migliorare la qualità con la ricerca e creare domanda sui mercati moderni per rilanciare un vino antico. Così il Torchiato di Fregona (Doc della provincia di Treviso prodotta alle pendici del Consiglio che da tempo punta alla Docg) dovrebbe trovare il suo giusto riconoscimento sul mercato. Per rilanciare questo vino conosciuto da secoli ma finora prodotto in minime quantità, il 27 aprile si è svolto un Forum da cui è emerso che la ricerca di base, la razionalizzazione della produzione e l’impegno dei produttori saranno gli elementi principali per il rilancio in chiave moderna e competitiva di questo passito. Una promozione che riguarda anche il territorio e la cultura della zona, legati ad un vino che deve il suo nome al metodo di produzione: le uve Prosecco,Verdiso e Boschera sono lasciate appassire sino a primavera e quindi “torchiate”. Un po’ come avviene per il Recioto o l’Amarone.
I 10 ANNI DELLA DOCG A GHEMME Oggetti d’arte e prodotti equo-solidali, nonchè degustazioni verticali, hanno caratterizzato (tra fine aprile e i primi di maggio) i festeggiamenti della Ghemme Docg, su iniziativa dell’Associazione turistica Pro Loco, in occasione della 36ma Mostra mercato del vino con banchi d’assaggio dei Nebbioli dell’Alto Piemonte (Colline Novaresi, Coste della Sesia, Canavese-Caruso e Carema) abbinati a cioccolati e sigari.
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La Brugherata, da 20 anni... il nome del Moscato di Scanzo
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ituata sulle colline bergamasche, nel cuore delle zone Doc del Moscato di Scanzo (forse il più nobile e ricercato dei vini passiti italiani) e del Valcalepio, da ormai vent’anni, con grande impegno e tenacia, la Brugherata produce vini e olio all’insegna di una crescita costante in volumi e qualità. Sulla base di una superficie di oltre 8 ettari tra vigneto e oliveto, attualmente la produzione annua oscilla fra le 30 e le 35 mila bottiglie che per una buona parte sono vendute all’estero. Proprio l’interesse dimostrato negli ultimi tempi dai compratori europei ha permesso all’azienda, ad esempio, di
partecipare recentemente ad un’iniziativa prestigiosa nella catena di negozi Partridges di Londra. Durante l’evento, promosso dalla Regione Lombardia e dall’Ice, i vini Doge Moscato di Scanzo doc e Vescovado Valcalepio doc hanno trovato unanime apprezzamento e da qui è nata la decisione dell’azienda di partecipare (fra il 16 e il 18 maggio scorso) alla 26° edizione del The London International Wine & Spirits Fair, manifestazione che ha permesso di garantire un’importante promozione della viticoltura bergamasca all’estero. Gran Bretagna, Svizzera, Germania, Stati Uniti, Giappone e Cina
sono oggi i Paesi dove La Brugherata vuole maggiormente operare e i contatti già in essere sono stati rafforzati dai consensi ottenuti dal “Doge” anche all’ultima edizione del Vinitaly. Sia pur limitata nei numeri, proprio la produzione del Doge Moscato di Scanzo rappresenta la punta di diamante dell’azienda della famiglia Bendinelli che vanta peraltro altre etichette di valore, quali il Doglio
L’azienda guidata dalla famiglia Bendinelli punta sull’estero e sull’enoturismo per promuovere il vino, la cucina e il territorio bergamasco
scorso novembre in occasione di una delle manifestazioni organizzate dal Movimento del turismo del vino lombardo, a cui La Brugherata aderisce con convinzione. L’enoturismo è del resto l’altro aspetto fondamentale su cui l’azienda sta investendo, certa di poter contare su un ambiente adatto ad accogliere il visitatore che si vuole avvicinare alla realtà vitivinicola, non solo per degustare i vini, ma per conoscere tutto il retroterra produttivo per l’alta qualità: un vigneto moderno, una cantina all’avanguardia e con uno staff tecnico di alto livello sia sotto il profilo enologico che agronomico.
Valcalepio riserva doc, il Vescovado Valcalepio bianco e rosso, il Vescovado del Feudo Valcalepio bianco riserva, il Priore Cabernet, il brut metodo classico.Anche l’olio extravergine d’oliva, seppur in piccola produzione, è un vanto della Brugherata, come dimostra l’ultima degustazione fatta dal Seminario Veronelli. In occasione della recente edizione di Cantine aperte è stata fra l’altro particolarmente apprezzata la nuova sala degustazione inaugurata lo
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Il ritrovato Gutturnio torna a far parlare di sé
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rande successo della tre giorni (dal 30 aprile al 1 maggio) del “Gutturnio Festival” che si è tenuto a Carpaneto Piacentino, comune con castello fortilizio del ‘400 in Val Chero, all’interno della 330ma Fiera di Primavera. Una rassegna ormai consolidata che propone ai visitatori immagini della campagna e dei borghi delle colline piacentine, degustazioni e assaggi di prodotti tipici locali. Soprattutto i salumi stagionati tipici Dop (coppa, salame e pancetta) prodotti, tra gli altri, dal salumificio La Rocca di Castell’Arquato, il Grana Padano del caseificio cooperativo Santa Vittoria di Ciriano di Carpaneto, i tortelli con la coda a base di ricotta e spinaci, la picula di cavallo trita in umido ma, soprattutto, il piatto povero per eccellenza della cucina piacentina, i pisarei e fasö nati per utilizzare il pane raffermo. Il Gutturnio è un vino (Barbera e Bonarda vinificati insieme) realizzato dai viticoltori delle Val Tidone, Val Nure, Val d’Arda e Val Lunetta, territori che hanno preso il nome dai rispettivi fiumi. La produzione è di 70.000 ettolitri (dati 2005) per circa 3.000 aziende, il 66% delle quali è associato al Consorzio di tutela Doc. Una di queste, legata al mondo della viticoltura da ben cinque generazioni, è la cantina Montesissa di Travazzano che lo produce nelle sue componenti classiche: Frizzante (o tranquillo), Superiore e Riserva. Era un vino già noto ai tempi dell’antica Roma per merito del piacentino Lucio Calpurnio Pisone, suocero di Caio Giulio Cesare. Il suo nome deriva da un boccale argentato “Gutturnium” in uso dagli antichi
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Romani che veniva riempito di vino e a turno veniva bevuto dai commensali come “sorso d’amicizia”. Il boccale è stato ritrovato tra le sabbie del Po nel 1878, nei pressi di Croce Santo Spirito, ed è conservato nel Comune Capitolino a Roma. Ed è per consolidare questi rapporti che l’amministrazione comunale di Carpaneto intende gemellarsi con Frascati e con i vini del Lazio.
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Marino Fioramonti
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È il Groppello il re delle Cantine Redaelli
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l fiore all’occhiello delle Cantine Redaelli de Zinis è il Groppello, un vino che nasce tra le verdi e soleggiate colline di Calvagnese Riviera sulla coste del Lago di Garda. In un’ala del Palazzo Redaelli de Zinis (XVVII secolo) è ubicata la sede delle cantine della famiglia che opera in loco dal 1623. Nella vasta Tenuta agricola, ben 52 ettari, si producono spumanti (metodo Classico e metodo Charmat), soavi e profumatissimi vini bianchi,
l’inimitabile Chiaretto del Garda, corposi e vellutati rossi superiori e grappe autentiche. Ma il re è un vino e un vitigno del luogo che trae il suo nome dal francese “groupe”, o “grouper” raggruppato, perché gli acini si presentano incastrati l’uno all’altro. Anche la forma del grappolo è insolita: attaccato si trova spesso un picciolo che sembra un orecchio e che i viticultori di tradizione fanno appassire a solaio, così da aumentare la concentrazione zuccherina prima della mostatura. Molto apprezzato anche come uva da tavola per la dolcezza e per i sapori che richiamano la fragola e il lampone. Il vitigno è di due
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qualità: il Gentile, che matura nei terreni a lago, più esposti al vento e da un delicato vino da bere giovane e il Groppello di Mocasina, che trae il suo nome da un borgo posto nel Comune di Calvagese della Riviera. Da esso si ricava un vino più corposo e robusto, assai adatto all’invecchiamento. Si accompagna, solitamente, agli spiedi e a piatti di cacciagione. Nella versione invecchiata, predilige la barrique. Azienda Vitivinicola Redaelli de Zinis Via Ugo de Zinis, 10 25080 Calvagese Riviera (Bs) Tel 030 601001 - Fax 030 6800840 www.dezinis.it - info@dezinis.it
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Moscato Friulvini Oro al Vinitaly
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o spumante moscato aromatico della Friulvini di Zoppola (Pn) ha vinto per la seconda volta di seguito la “Medaglia d’Oro” all’ultimo Vinitaly nel 14° Concorso enologico internazionale organizzato da Veronafiere. Diploma di “Gran menzione” anche per il Pinot nero Doc Friuli Grave “Sastér” 2001. «È una grande soddisfazione - ha affermato il presidente Friulvini, Rino Deotto - che gratifica tutti noi: soci, amministratori, dirigenti, tecnici, collaboratori e maestranze». Nella foto, da sinistra, Enio Della Flora (direttore generale), Walter Girardi (Campione Italiano di discesa libera) e Giancarlo Ambrosini (direttore vendite Italia)
TIGULLIOVINO.IT PRESENTA 250 VINI
mostrano con giusta soddisfazione l’attestato del premio al Vinitaly.
LAMBRUSCO DI MODENA CON BICCHIERE RIEDEL Friulvini Sca via Treviso 40 - 33080 Zoppolo (Pn) Tel 0434 979274 Fax 0434 977290 www.friulvini.it l.dellagnese@friulvini.it
Vino per tutte le stagioni firmato Giorgi
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a sempre il cavallo vincente della Cantine Giorgi è il Pinot nero vinificato in bianco. Con l’arrivo dell’estate, il Pinot nero Giorgi (che in etichetta da qualche tempo è diventato “Pinò Nero”) - fresco, frizzante, fruttato, gioioso e armonico - si appresta a riscuotere altri successi. Altro vino ideale per la calura estiva, nuovo nella produzione ma già apprezzato, è lo Spumante extra dry rosé. Va dato atto all’azienda di aver visto giusto: il vino rosé sta registrando nel 2006 un buon incremento di consumi. Per chi percorre la Valle Versa, è consigliabile una sosta nella enotecawine bar “Solo Giorgi”(nella foto),
Giorgi Fratelli & C. sas Frazione Camponoce 39/A 27044 Canneto Pavese (Pv) Tel 0385 262151 - Fax 0385 60440 www.giorgi-wines.it - fgiorgi@tin.it
Saranno quasi 250 i vini in degustazione a TigullioVino.it Meeting 2006 che si svolgerà il 19 Giugno 2006 all’Excelsior Palace Hotel a Rapallo (Ge). Settanta espositori nazionali ed esteri presenti personalmente proporranno solo il meglio di ogni singola azienda selezionata, oli eccellenti e altre specialità gastronomiche nazionali. L’evento è organizzato dal portale www.tigulliovino.it con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Rapallo, della Provincia di Genova e della Regione Liguria.
ricavata in un’ala della sede. Aperto nelle giornate di sabato e domenica, mette in degustazione l’intera produzione della casa vinicola, in abbinamento ai migliori salumi e ai formaggi dell’Oltrepò. Se bianchi e rosati sono i vini dell’estate, è sempre consigliabile la degustazione e l’acquisto di vini rossi corposi, da tenere in cantina per il ritorno dei primi freddi. In questa prospettiva vanno forte il Pinot nero vinificato in rosso e il Buttafuoco Storico, una chicca d’Oltrepò prodotta solo in una zona limitata da alcuni produttori riuniti in Consorzio, di cui Fabiano Giorgi è presidente. Vini che sono stati premiati al Vinitaly e in altri concorsi nazionali e internazionali.
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r.v.
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Dopo quelli per il Brunello di Montalcino e il Prosecco, la cristalleria austriaca Riedel ha realizzato un nuovo esclusivo bicchiere per uno dei vini simbolo dell’Italia: il Lambrusco di Modena. L’originalità del calice (studiato per valorizzare al massimo profumi e aromi di un vino frizzante con una caratteristica nota acodoamara di base che lo rende unico) rende finalmente giustizia al rosso a volte penalizzato e banalizzato da bicchieri tozzi, grevi, di vetro spesso, che ne ‘uccidevano’ le sfumature di profumo e sapore. A presentare il bicchiere al Vinitaly era intervenuti sia Georg Riedel (l’uomo che ha insegnato al mondo il ‘motto’ «è il contenuto che determina la forma: ovvero, a ogni vino, il suo calice», sia Pierluigi Scioletta, presidente del Consorzio marchio storico dei Lambruschi Modenesi. I volumi contenuti del bicchiere (che ha un inconfondibile stelo rosso) fanno sentire al meglio le componenti floreali del lambrusco mentre non enfatizzano sulla lingua le componenti acide. Un calice che mantiene fra l’altro per il giusto periodo la schiuma: secondo la tradizione il tempo necessario di pagare il vino dopo che era stato versato in trattoria.
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N O S - T E R O L D E G O R O TA L I A N O R I S E R VA MezzaCorona in cifre
30 milioni di bottiglie la produzione 40% l’export (soprattutto Stati Uniti) 1.600.000 bottiglie di spumante 2.400 ettari di vigneti in Trentino 280 ettari di vigneti in Sicilia 12 ettari l’area “Cittadella del vino” 500.000 q di uva, la capacità di conferimento 420.000 hl di vino, la capacità di stoccaggio Principali marchi del gruppo: Rotari, MezzaCorona, Tolloy, Nota e Feudo Arancio (Sicilia) Marchi distribuiti sul mercato italiano: Castello di Querceto e Nannetti (Toscana), Righetti (Veneto)
La
leggenda che diviene realtà L’
IL PRINCIPE DEI VINI TRENTINI
La proposta di MezzaCorona si amplia celebrando quello che è ritenuto il principe dei vini trentini, il Teroldego Rotaliano. Come ha sottolineato l’amministratore delegato dell’azienda, Claudio Rizzoli, si è attuato un percorso basato su un grande sforzo costante negli ultimi anni, concentrato sia a livello della campagna che nel lavoro di cantina.Adottando tutte le migliori tecniche e tecnologie di produzione e di vinificazione, puntando molto anche sulla ricerca di una qualità superiore. Il Risultato? Si chiama “Nos”, il suggello di un percorso di eccellenza frutto di un attento e accurato lavoro di selezione e valorizzazione dei vigneti di Teroldego di cui MezzaCorona è principale produttore, con una previsione di 10 mila bottiglie. Questo prodotto d’eccellenza nasce dalla consapevolezza che oggi il mercato paga il rigore qualitativo e che la produzione di vini di alto livello ha bisogno di un progetto che coinvolga fortemente tutti i partecipanti al ciclo di trasformazione. Lì dove si fondono natura e sapienza nasce la qualità.
oro del Tirolo. Il sangue del drago, secondo un’antica leggenda che parla di un basilisco e delle vergini che gli venivano sacrificate. Il vino muto elogiato ai tempi del Concilio di Trento. Nella storia si sprecano i riferimenti al Teroldego Rotaliano, uno dei vini simbolo del Trentino e tipico della Piana Rotaliana fra Mezzocorona e San Michele all’Adige. Una zona dove i 280 soci della cantina di MezzaCorona, che possiedono circa 500 ettari vitati a Teroldego, sono stati guidati per realizzare un formidabile salto qualitativo basato su nuove tecniche di allevamento (pensiamo solo al taglio apicale dei grappoli che si effettua da 6/7 anni), selezione dei cloni, attenzione alle rese e alle giuste maturazioni, anche attraverso l’assaggio dei vinaccioli per
individuate le zone migliori e da qui è partito il progetto di dare vita al cru del Teroldego Rotaliano che nel NOS riserva 2001 ha trovato ora la sua giusta valorizzazione.
«Questo vino che si colloca ai vertici della nostra produzione - spiega l’enologo Lucio Mastricardi (nella foto) è il frutto a un tempo degli studi zonali, delle tecniche di coltura e di quelle di cantina. Dopo 3 anni di barrique e due di botte abbiano ottenuto un vino che, grazie all’evoluzione in legno, esprime ricchezza di profumi e in bocca risulta morbido con leggera acidità e grande eleganza, grazie capire la giusta gradazione zuccherina. Il anche ad almeno un anno di affinamento in bottiglia». risultato è stato un’evoluzione generale Notevoli sono in effetti le note del Teroldego. di freschezza, soprattutto mirtilli e more Grazie a un attento studio, fragranti, con spezie e liquirizia. come spiega Mauro Varner, a.l. capoagronomo della cantina, sono state
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Giornata alla Cantina di Valdadige per conoscere il suo Müller Thurgau L’ultima domenica di maggio si è svolta all’insegna del Müller Thurgau day alla Cantina di Valdadige a Rivalta di Brentino Belluno (Vr). Un’occasione per molti versi unica per visitare le nuove strutture e degustare ottimi vini, tra cui quel Müller Thurgau Igt Vallagarina che ha meritato la medaglia d’oro alla XVIII Rassegna dei Müller Thurgau dell’Arco alpino, svoltasi in valle di Cembra nell’estate 2005 e che si presenta ancora tra i favoriti anche per l’edizione di quest’anno. Si tratta di un vino che stuzzica i palati e lascia il segno con il colore giallo paglierino striato di riflessi verdognoli; profumo delicato leggermente aromatico; sapore secco, fresco, fruttato. La versione frizzante, ottenuta con metodo Charmant, esalta quelle stesse caratteristiche con un buon corpo e grande finezza. Grazie anche a questo vino la Cantina Valdadige rappresenta nel modo più ampio e qualificato la locale vitivinicoltura e per questo è stata premiata in vari concorsi internazionali. Custode della tradizione (ha un museo che riunisce attrezzi e strumenti della vinificazione, donati, in gran parte, dagli stessi soci della Cantina), è luogo attraente per l’enoturismo e il fuoricasa.
Ronco Calino ‘99, una rarità Solo 2.500 preziose bottiglie,anche perché Ronco Calino - l’azienda di Franciacorta che fa capo a Paolo Radici,con sede ad Adro (Bs) - ha sempre puntato sulla qualità piuttosto che sulla quantità.Solo 2.500 bottiglie del Franciacorta Docg Millesimato 1999,degustato in anteprima al Vinitaly.Chardonnay al 60%,Pinot nero 40%,il Millesimato ‘99 ha una maturazione di 60 mesi prima della messa in vendita.Perlage fine e continuo, profumo ricco. Al sapore,denota ottima consistenza e cremosità,con lunga persistenza nel retrogusto. Per informazioni visitare il sito www.roncocalino.it.
Colline Saluzzesi festa per i 10 anni Doc Gli storici vini del Marchesato di Saluzzo (Cn) celebrano il decennale della Doc con tre giorni di intensi festeggiamenti che avranno il clou nel concerto di Gianna Nannini (produttrice di vino in Toscana) in programma sabato 17 giugno a Costigliole Saluzzo per il suo “Grazie Tour Estate 2006”. Da venerdì 16 a domenica 18 giugno saranno in vetrina il raro Quagliano (da dessert), lo storico Pelaverga (molto apprezzato da Papa Giulio II), il Colline Saluzzesi Nebbiolo di Dronero conosciuto come “Chatus”, per il quale i Marchesi di Saluzzo importarono le tecniche di vinificazione francesi.
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Cuvè Zerotre , nuovi vini qualità Quattroerre di sempre Curiosità
Il nome. Il nome Cuvè Zerotre nasce dall’idea di unire il termine “assemblaggio” (in francese,cuvée) e il numero dei vini utilizzati per produrre ogni vino. Il mercato. La linea Cuvè Zerotre, come tutti i vini a marchio Villa Domizia, è destinata esclusivamente alla ristorazione e ai bar. Il Droppy. Qualifica speciale nel packaging data dalllo speciale salvagoccia incollato al collo della bottiglia che permette di eliminare la goccia di vino dopo aver versato un bicchiere.
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resentata in occasione del banco d’assaggio “Bere Bergamo”, dal 2 al 4 giugno, in anteprima la nuova proposta a marchio Villa Domizia di Quattroerre che sarà ufficializzata al prossimo MiWine presso lo stand del Consorzio di Tutela del Valcalepio. Si chiama Cuvè Zerotre la linea di vino bianco e rosso realizzata pensando a un consumo giovane ma allo stesso tempo elegante. In queste occasioni il consumatore può prendere confidenza con un prodotto nuovo, destinato esclusivamente alla ristorazione e ai bar, di modo da non dimenticare di richiederlo per accompagnare le proprie scelte
enogastronomiche nei vari locali. Destinati principalmente alla mescita in purezza o miscela, i vini sono indicati anche per i ristoranti che vogliono offrire proposte equilibrate e quotidiane. Il bianco è prodotto grazie all’unione di tre vini che hanno trovato grandi consensi nel nostro territorio: Pinot bianco, Chardonnay e Moscato giallo. Il rosso è prodotto invece dall’unione di Merlot, Cabernet-Sauvignon e Franconia. Entrambi dispongono di un’assoluta novità, il droppy, il pratico salvagoccia incollato al collo della bottiglia. Il lancio della linea prevede la produzione di 20 mila bottiglie tra bianco e rosso. I
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vini Cuvè Zerotre sono a denominazione Bergamasca Igt, annata 2005, e possiedono una gradazione di 11,5% vol. Questa linea va ad ampliare il ventaglio di prodotti dell’azienda di Torre de’ Roveri (Bg) che vanta già due famiglie a marchio Villa Domizia a Denominazione di origine controllata quali Valcalepio e Franciacorta. I vini prodotti in Valcalepio sono il Valcalepio bianco, rosso e rosso Riserva. Quelli prodotti in Franciacorta sono Franciacorta brut, Terre di Franciacorta bianco e Terre di Franciacorta rosso.
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Pinot Pernero-azzurro della cantina Travaglino
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er omaggiare la prima tifosa nerazzurra, Bedy Moratti, la maison dell’Oltrepò ha realizzato una selezione limitata di uno dei suoi vini più apprezzati su iniziativa dell’enologo Fabrizio
Maria Marzi. Il Pernero, ricavato da uve di Pinot nero, ha un’etichetta che lo contraddistingue con i colori della società interista oltre che con la firma della musa ispiratrice. La qualità invece è sempre la stessa, frutto della vendemmia del 2005 con delicati profumi di frutti di bosco e spezie. Il lancio è avvenuto durante una serata speciale organizzata lo scorso 19 maggio nella sede dell’azienda agricola Travaglino di Calvignano (Pv), alla presenza di membri della dirigenza e di alcuni giocatori della squadra milanese.
PREMIATI I MIGLIORI DA VITIGNO AUTOCTONO Chianti classico, Taurasi e Nero d’Avola sono risultati i migliori vini presenti a Vitigno Italia, il salone del vino da vitigno autoctono e tradizionale italiano che si svolge a Napoli. Per I magnifici 12 sono stati premiati 12 vini, uno per ogni varietà autoctona, esaminati dai degustatori professionisti e dai sommelier dell’Ais. Per Il vino perfetto, scelto tra i migliori vini da vitigni autoctoni da 50 degustatori non professionisti, per la categoria “Rosso” il riconoscimento è andato al Mille e una Notte 2003 di Donnafugata, mentre per la categoria “Bianco” è stato premiato il Fiano di Avellino Docg Terre di Dora di Terredora.
Cantina di Soave tra i top all’International Wine Challenge Tre medaglie: oro, argento, bronzo e un paio di diplomi di merito sono i lusinghieri traguardi raggiunti dalla Cantina di Soave nell'edizione 2006 dell'International Wine Challenge di Londra. I premi sono andati rispettivamente all’Amarone della Valpolicella Doc “Rocca Sveva” 2000, all’Amarone della Valpolicella Doc “Cadis” 2003 e al Soave Classsico Doc “Villa Rasina” 2005, mentre i vini Valpolicella Superiore Ripasso “Rocca Sveva” 2003 e il Soave Classico “Rocca SvevaCastelcerino” 2004 hanno ottenuto i diplomi di merito.
Primavera mediterranea coi Principi Spadafora L’zienda agricola Spadafora sorge in contrada Virzì a circa 60 km da Palermo e produce vini autoctoni e alloctoni. Per festeggiare l’incedere della primavera ha organizzato in collaborazione con Mare Nostrum, lo scorso 5 aprile, una serata a tema “Mediterraneo” presso il ristorante Castello Malvezzi di Brescia. Alla presenza del Principe Spadafora si è degustato il famoso vino della sua cantina siciliana abbinato ai piatti degli chef Sandro Cappotto e André Wadoux. Il menu è stato rigorosamente realizzato a base di pesce fresco.
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ABBINAMENTI
Grana Padano e Franciacorta Tributo alla qualità lombarda U
na nota voce dell’economia lombarda è l’allevamento di mucche da latte, da cui si produce il Grana Padano. Questo formaggio si fregia della Dop (Denominazione di origine protetta) che lo tutela a livello mondiale, mentre l’omonimo Consorzio vigila su tutto il processo produttivo per garantire il MIROSA SERVIDATI, rispetto del disciplinare. Ogni giorno il SOMMELIER, latte viene ritirato dai caseifici e SOTTOLINEA sottoposto alla scrematura che consiste GLI ABBINAMENTI TRA I VINI E I CIBI nella separazione dello strato di panna DI CASA NOSTRA formatosi per affioramento spontaneo. Si procede alla caseificazione, le cui fasi ripercorrono gli antichi gesti che risalgono al Medioevo, salvo alcune modifiche determinate da esigenze igienico-sanitarie. Il latte crudo, parzialmente scremato, viene posto nelle caldaie con capacità massima di 11 ettolitri di latte, necessari per ottenere due forme di Grana Padano. La cottura avviene dopo aver aggiunto il caglio di vitello e gli innesti. Segue una fase di riposo in cui la massa granulosa precipita sul fondo della caldaia. Si procede all’estrazione della pasta, divisa in due parti e inserita in appositi stampi, detti fascere, che conferiranno al formaggio la caratteristica forma. Dopo la salatura, è pronto per affrontare la stagionatura il cui unico protagonista è il tempo. È lui che, tra un minimo di 8 a un massimo di 24 mesi, permetterà al Grana Padano di diventare una leccornia con un medio contenuto di grasso. La pasta è dura, leggermente granulosa e di colore bianco o paglierino. L’aroma è intenso e il sapore fragrante e deciso, che si accentua con la stagionatura senza divenire piccante. Un formaggio così richiede un vino che lo regga, esaltandone le peculiarità. Deve essere o un rosso maturo, di corpo, con bouquet intenso, caldo e con una
buona morbidezza; oppure uno spumante metodo Classico, fresco, morbido e con un finale persistente. La Lombardia offre diversi prodotti con tali caratteristiche: il San Colombano al Lambro: vino di corpo, sapido e con un retrogusto; il Franciacorta brut, fragrante, fresco, con sentori di fiori bianchi e di crosta di pane. Tra i vini nazionali sono perfetti il Chianti Classico, il Sangiovese di Romagna,il Roero; prodotti che hanno caratteristiche ideali con il nostro formaggio: buona intensità, giusta morbidezza ed equilibrata sapidità. Se poi il Grana Padano è molto stagionato allora ci vuole un Valtellina Sforzato: il suo nome in dialetto è “sfurzat” e deriva dalla tecnica della forzatura, ovvero l’appassimento delle uve che permette la concentrazione degli zuccheri e l’arricchimento dell’arredo aromatico e quindi un superiore tenore alcolico. È un vino di notevole corposità, caldo, morbido e alcolico. Mirosa Servidati
Franciacorta Docg La Montina Millesimato 2001 Tipologia vino: Franciacorta Docg Etichetta: Millesimato 2001 Uvaggio: Chardonnay 70% Pinot nero 30% Vinificazione: Fermentazione in bottiglia (metodo Classico) Invecchiamento: 39 mesi (come minimo sui lieviti) A ffinamento: Vino base ( 70% acciaio - 30% barriques) Pro fumo: Ricco di sentori floreali, equilibrato e ben evoluto Sapore: Complesso, con retrogusto di leggera vaniglia e frutta matura Gradi: 12,5% vol. Temperatura di servizio: 7-8°C Acidità totale: 6,25 °/°° Abbinamenti: Primi piatti, pesce, formaggi anche stagionati e carni bianche La Montina, via Baiana 17 Monticelli Brusati (Bs) Tel 030 653278 - Fax 030 6850209 www.lamontina.it - info@lamontina.it
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CARNE
Da Cremona il grande rilancio della carne di maiale italiana?
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orse è la volta buona. Nel senso, almeno che, con la filiera, si sono gettate le basi per il rapido sviluppo degli allevamenti italiani di maiali. La vivace tavola rotonda che si è svolta a CremonaFiere ha fatto il punto sulla situazione di un comparto dell’allevamento che promette agli allevatori prospettive di grande interesse. In una situazione di mercato attraversata da tanti problemi, di cui la recente crisi nel comparto avicolo è solo un episodio, oggi c’è la possibilità di incrementare in misura notevole la vendita delle carni suine che già con il prodotto trasformato supera il 30% dei consumi di carne in Italia. Qualità, igienicità, gusto sono gli attributi che accompagnano le carni di maiale utilizzate su larga scala dalla rete distributiva compresi i supermercati. Si tratta di svolgere una vasta e
articolata campagna di promozione che fornisca ai consumatori tutti gli elementi che decidono di una scelta a favore del made in Italy. A questa campagna dovrebbero concorrere tutti i protagonisti del processo produttivo e commerciale con una sola preoccupazione: quella di fornire una vetrina adeguata all’importanza e alla qualità dei prodotti che gli allevamenti, l’industria di trasformazione e la rete commerciale mettono a disposizione del consumatore finale. Un obbiettivo troppo ambizioso? Forse. Gli allevatori rilevano ad
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esempio che una crescita del consumo di carne suina con le caratteristiche che sono state illustrate se non comporta un miglioramento del reddito per chi è impegnato nella gestione degli allevamenti, può anche risultare un boomerang per le aziende agricole già fortemente penalizzate per quanto riguarda i prezzi pagati dalle aziende trasformatrici e dalla rete commerciale. E d’altra parte, aggiungiamo noi, non è che si possa tirare troppo sui prezzi perché alla fine al ristorante, dove già la carne a volte incontra difficoltà, non è detto che il maiale possa sfondare. Per fortuna c’è l’esempio di chi, come Massimo Spigaroli, un maestro della cucina, dimostra come sia possibile nobilitare qualsiasi pasto utilizzando le carni di maiale e in particolare le carni di maiale uscite dagli allevamenti italiani.
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PESCE
Con qualche attenzione anche l’orata di allevamento diventa un grande piatto...
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a suscitato grande interesse fra i ristoratori la segnalazione che abbiamo effettuato il mese scorso circa i prezzi momentaneamente in rialzo di branzini e orate. Scontato che un pesce selvaggio presenta caratteristiche organolettiche e gustative superiori, in molti lettori ci hanno in particolare chiesto di fornire qualche indicazione in più per meglio poter selezionare pesci d’allevamento che permettano di non sfigurare nel confronto con i primi. Ancora una volta ci viene in aiuto Giovanni Cacciolo Molica, presidente dell’Orobica Pesca di Bergamo, una delle aziende più specializzate per la vendita all’Horeca, che ci ricorda come oltre alla scelta prioritaria fra pesci allevati in modo estensivo, rispetto a quelli in tipologia intensiva (perchè con più spazio a disposizione nella gabbia l’animale può muoversi con più libertà sviluppando più tessuto muscolare che grasso…), c’è quella delle condizioni in cui viene commercializzato. «Scontato - dice Cacciolo - che come per tutti i pesci è fondamentale che sia garantita la continuità della catena del freddo dalla fase della pesca (anzi della raccolta in questo caso) a quella del trasporto e della conservazione, nel caso di quelli allevati va data una giusta
ORATA ALLEVATA
ORATA SELVAGGIA
attenzione al fatto che il pesce sia stato prelevato dall’allevamento a digiuno, o meno. Ciò che distingue i pesci d’allevamento da quelli pescati è a volte il gusto che può avere sentore di amaro, o ricordare troppo quello del mangime. Questo è un rischio che si può però evitare se il branzino o l’orata in questione vengono venduti a stomaco vuoto. Bastano infatti 48 ore di digiuno nella gabbia prima della raccolta, perché lo stomaco non presenti più residui di mangime e quindi non si avviino processi di fermentazione, che a loro volta danno odori e gusti non certo delicati, una volta morto».
Il rombo in gabbia non piace ancora Fra le novità che si trovano in pescheria c’è anche il rombo di allevamento,riconoscibile dalle grosse macchie scure/nere sul dorso che lasciano le dita sporche se strofinate. Visti i prezzi di quelli “pescati” potrebbero costituire un’alternativa valida,ma non sembra così.«Noi non li vendiamo ancora. Abbiamo fatto delle verifiche con alcuni dei più qualificati allevatori spagnoli e francesi - precisa in proposito Giovanni Cacciolo Molica - ma non siamo soddisfatti perché pensiamo che si tratti di qualità in genere scadenti.Il sapore non è lontanamente paragonabile a quello delle specie pescate (sembra baccalà,ma costa di più…) e dalle prove di laboratorio effettuate non siamo al momento sicuri che il livello di antibiotici utilizzato negli allevamenti sia quello giusto».
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Vendere pesci d’allevamento che hanno fatto digiuno vuol dire commercializzare prodotti leggermente più costosi (dal 5% al 10% in più), perché il singolo esemplare ha perso peso, in media fra il 10% e il 15%. «In realtà - aggiunge Giovanni Cacciolo - per il ristoratore questo dovrebbe essere un vantaggio, perché se per una singola porzione sembra di pagare di più, in realtà non essendoci lo scarto dello stomaco pieno, il peso reale è eguale, ma il gusto di quella carne é nettamente superiore, e quindi la soddisfazione del cliente è garantita». Al di là di questo quasi scontato conto della serva - che sembra in realtà sfuggire ad alcuni ristoratori - ci può essere anche un altro trucco. Se non è disponibile pesce allevato “a digiuno” (e questo lo può garantire solo un commerciante serio), si può sempre chiedere al rivenditore di spanciare i pesci, così da evitare il rischio stress e avvio di fermentazione se il trasporto non avviene nelle condizioni ottimali, in presenza cioè di temperatura controllata.
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I Cerea e Sopexa creano con le patate La fantasia degli chef Enrico e Roberto Cerea del ristorante “Da Vittorio” di Brusaporto (Bg) ha interpretato le patate di Francia al Showroom Bulthaup Durini di Milano in occasione della presentazione del libro “Patate da amare” delle Edizioni Gribaudo-Il Gusto. I due chef hanno presentato ricette secondo alcuni parametri di congruità gastronomica, originalità, innovabilità degli abbinamenti e scelta degli strumenti di cottura. La manifestazione era inserita nella campagna triennale realizzata in Italia da Sopexa, per conto del Comité national interprofessionnel de le pomme de terre.
Creatività e sapore con la panna spray Debic Il sapore ricco e delicato, immediatamente percettibile al palato, contraddistingue la nuova proposta Debic: la panna spray Uht nella confezione da 700 ml. Grazie alla esclusiva tecnologia del doppio gas, innovativo sistema brevettato dall’azienda, è possibile ottenere in un attimo, con un semplice gesto, una panna montata fresca e naturale, che mantiene a lungo la sua soffice consistenza. È sufficiente agitare la bomboletta, capovolgerla e ….. voilà: la gustosissima panna montata spray Debic è pronta all’uso. Ideale per creare, facilmente e velocemente, scenografiche decorazioni su dessert caldi e freddi, macedonie di frutta e gelati, la panna spray Debic è particolarmente indicata, grazie alla sua capacità di resistere a lungo senza sciogliersi, anche per completare con un tocco di dolce creatività bevande calde come cioccolate e caffè. L’innovazione del doppio gas consente di usufruire del prodotto quasi nella sua totalità, con una rimanenza solo del 5% a dispetto dell’8% delle tradizionali bombolette da 250 ml, solitamente in uso nei bar.
Prosciutto di Modena Davide Nini presidente 38 anni, laureato in economia, presidente e amministratore nell'azienda di famiglia, il Prosciuttificio Nini Gianfranco srl, Davide Nini è il nuovo presidente del Consorzio del Prosciutto di Modena, sostituendo Benito Vitali, presidente dal 1999. Nuovo vicepresidente è Rossano Vitali del Salumificio Vitali Spa, mentre gli altri componenti del comitato direttivo sono Antonio Vezzali (Prosciuttificio Gilli Vignola srl) e Stefano Pelloni (Prosciuttificio Valle del Leo Spa).Attualmente il Consorzio del Prosciutto di Modena conta 13 aziende consorziate con una potenzialità produttiva complessiva di 2 milioni di pezzi circa, 180mila dei quali a denominazione di origine tutelata.
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Latteria sociale di Branzi Un Formai de mut d’argento
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econdo premio nella categoria formaggi di montagna per il Formai de mut e ottima posizione in classifica per il Branzi stagionato. Questi i risultati ottenuti dalla Latteria sociale di Branzi (Bg) al Trofeo San Lucio, svoltosi il 1 maggio a Pandino (Cr), a cui hanno partecipato 120 tipi di formaggi. Un riconoscimento che per Francesco Maroni, responsabile qualità della latteria presieduta da Italo Midali, è strettamente legato ai livelli produttivi del caseificio brembano. «Noi - spiega Maroni produciamo 30 mila forme ogni anno di Branzi, formaggio che ha preso il nome da questo comune della Val Brembana, e 5.000 forme di Formai de mut, dal nome dialettale del monte sul quale i pastori sono soliti alpeggiare. Vendiamo
attraverso la grande distribuzione solo nel Bergamasco essendo questo un prodotto tipicamente locale». Cosa distingue questi formaggi dagli altri della zona? «Per conformità al disciplinare Dop, può avvalersi del none Formai de mut solo quello a pasta semicotta prodotta con latte di vacca nei 21 Comuni dell’Alta val Brembana. La stagionatura minima è di 45 giorni. Per preparare il Branzi si raccoglie invece il latte vaccino (che confluisce da 70 aziende agricole) di una o due mungiture, al quale può essere aggiunta una piccola parte di latte ovino o caprino. Dopo la salatura a secco inizia la stagionatura che dura un mese per il prodotto fresco e fino a 7 mesi per quello stagionato».
La Latteria si è attualmente defilata rispetto al costituendo Consorzio per il Branzi. Come mai? «Noi siamo sempre stati per la qualità e la tipicità dei nostri prodotti che sono legati al territorio e, nel caso specifico, al microclima della vallata di Branzi. Perciò siamo contrari ad allargare troppo i confini della denominazione d’origine che secondo i promotori del Consorzio dovrebbe coinvolgere tutte le vallate bergamasche. Ci sembra invece logico affermare che per garantire il gusto di un formaggio tipico non si possono effettuare produzioni e stagionature al di fuori del territori perché aromi e sapori stravolgono il gusto che deve ricordare il burro e il fieno dei pascoli dell’alta montagna brembana».
Da Latterie Virgilio tre novità per tutti i gusti
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l Consorzio Latterie Virgilio ha lanciato la nuova linea del provolone, il burro tradizionale Primepanne e le confezioni di cuoricini e scaglie di Grana Padano. Il provolone conserva la sua connotazione di formaggio di qualità, stagionato e ottenuto da latte vaccino italiano ad acidità naturale di fermentazione. Comprende ora le varianti formaggio dolce, affumicato e piccante, vendute nel formato mezzaluna da tagliare a piacere. Il provolone dolce e quello affumicato sono disponibili anche in sottili fettine, in fette più spesse da grigliare e in cubetti. I cuoricini e le scaglie ampliano la gamma del Grana Padano con gli spicchi in vaschetta. I cuoricini sono cubetti ricavati dal cuore della forma di Grana Padano e sono venduti in confezioni da 150 g. Le scaglie invece sono disponibili in confezioni da 100 g, pronte all'uso e richiudibili, confezionate in atmosfera protettiva (Atm). Il burro tradizionale Primepanne nasce da una specifica selezione delle panne che lo rendono genuino e gustoso, è ottimo per essere consumato a crudo oltre che come condimento e si trova in confezioni da 125 e da 250 g.
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Italia
e Svizzera connubio vincente
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ue tradizioni casearie: svizzera e italiana. La Svizzera è nota per la ricchezza della natura e per la bontà dei prodotti lattiero-caseari tra cui burro e formaggio. Emmental o Emmentaler, Gruyere, Sbrinz, Appenzeller, Vacherin Fribourgeois, Vacherin Mont d’Or, Tilsiter, Tete de Moine, Sapsago, Etivaz, per citarne solo alcuni. È poi famosa per la sua cucina al formaggio fra cui spiccano piatti come la “Raclette” e la “Fondue”. L’Italia invece è conosciuta come nazione “formaggera” per gli elevati consumi pro-capite e per la ricchezza delle tipologie (più di 400 varietà fra cui numerosi Dop). In onore di questa tradizione si è tenuto lo scorso 4 maggio presso il Centro Svizzero di Milano il Forum
“Pane e formaggio: connubio italo svizzero”. Presenti il Rettore dell’Università di Pollenzo e Colorno, professor Alberto Capatti, il professor Carlo Lozzia della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano e la dottoressa Simona Lauri in rappresentanza della Fippa. Al termine della serata sono stati offerti assaggi in abbinamento pane e formaggio che hanno regalato spunti interessanti: taleggio - pane alle patate, Emmentaler - pane salvia e zafferano, Sbrinz - pane alle carote, Gruyere - pane alla zucca ed amaretti, formaggi di pasta molle spalmabili - pane di segale, Parmigiano Reggiano - pane al miele, formaggi erborinati e Raclette - pane bianco, Bitto - pane noci e burro.
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CONSORZIO ASIAGO ROBERTO GASPARINI NEO PRESIDENTE Roberto Gasparini delle Latterie Vicentine di Schio (Vi) è il nuovo presidente del Consorzio per la tutela del formaggio Asiago; vicepresidente è Paolo Cavasin delle Latterie Trevigiane di Treviso. L’Asiago, quarto formaggio vaccino Dop in Italia, si è difeso meglio di altri: la sua produzione ha continuato ad aumentare, compensando la lieve flessione fatta registrare dall’Allevo; i prezzi all’ingrosso sono calati mediamente del 3%, meno della media dei prodotti agricoli e di altri formaggi italiani.
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OLIO APRICUS SELEZIONE TAGGIASCA TRA I MIGLIORI AL MONDO Quattro le stelle assegnate dalla guida “Best olive oil buys around the world” di Judy Ridgway all’olio extravergine di oliva Apricus Selezione Taggiasca dell’azienda di Imperia Frantoio Bianco.Un riconoscimento che va ad aggiungersi a quelli ottenuti in oltre vent’anni di attività.Si tratta di un olio dolce ottenuto da olive raccolte a piena maturazione e molìte a freddo poche ore dopo.Vero fiore all’occhiello dell’azienda che fa capo alla famiglia Bruna,che produce olio da 5 generazioni.La selezione dei suoi oli comprende,oltre al premiato Apricus,il FruttOro,il Novello giovane,il LeggerOlio delicato e bio al 100%,il Dop Riviera Ligure - Riviera dei Fiori e gli extravergine aromatizzati.
SLOW FOOD PREMIA LA REGOLA AVANZI OLIO + VINO Slow Food non ha dubbi e premia il Frantoio Cav.Avanzi quale miglior olio extravergine di oliva per rapporto qualità/prezzo. Grande soddisfazione dunque nel team Avanzi di Manerba del Garda (Bs) che inaugurerà a maggio la nuova cantina di vinificazione, una struttura all’avanguardia e adeguata alle nuove esigenze della produzione. Per la produzione dell’olio, così come per quella del vino, la famiglia Avanzi si richiama a tradizioni antichissime che permettono di garantire la qualità. Ma al tempo stesso si applica il meglio dell’innovazione tecnologica per ottenere i risultati migliori per chi compra e per chi produce. «La nuova cantina - spiega in proposito Giovanni Avanzi - ha spazi complessivi di oltre 3 mila metri quadri e prevede locali differenziati per trattori, carri agricoli e attrezzature per coltivare vigneti e oliveti. Sono stati inoltre realizzati nuovi uffici, locali tecnologici, sale di degustazione, ambienti ad uso abitazione e sale riunioni».
Malcesine , dal lago rinasce l’ Olivetto L’ occasione non poteva essere migliore: durante “Sensora - I sensi in gioco a Malcesine”, manifestazione promossa dal comune di Malcesine (Vr) per celebrare il risveglio del lago dopo il riposo invernale è rinata la grappa alle olive, una delle tradizioni più antiche dell’alto Garda oggi riproposta come “Olivetto”. E proprio all’interno di un percorso nel borgo storico di Malcesine, fra degustazioni ed esperienze curiose, in cui sono stati messi in gioco mani, occhi, orecchie, bacca e naso, l’Olivetto ha trovato nuovi estimatori. Dal reciproco scambio di sensazioni fra la grappa trentina e le olive del lago, da secoli scaturiva un prodotto straordinario, spesso usato anche per spiccate proprietà terapeutiche, di cui però si erano un po’ perse le tracce. L’impegno della Pmp di Marco Pallua (nella foto a destra in alto con Stefano Pisoni) e delle distilleria Pisoni ha però permesso di riproporre oggi sul mercato l’Olivetto. Il ritrovato frutto dell’infusione di due prodotti emblema a un tempo di territorio e genuinità associa le proprietà digestive della grappa e quelle salutari delle olive maturate lentamente nel microclima mediterraneo dell’alto Garda. E a garantire c’è Angelo Peretti, fiduciario Slowfood, fra i maggiori esperti italiani di olio nonchè divulgatore del nuovo distillato.
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I protagonisti
Incontro di 2 tradizioni
Marco Pallua,erede di una tradizione di famiglia nella gastronomia (che continua nell’Osteria alla Rosa),si è impegnato nel recupero di un’antica ricetta del territorio (dove l’olivo l’ha sempre fatta da padrone).Ne ha poi promosso il rilancio grazie all'incontro con una famiglia trentina di antiche tradizioni di distillazione (dal ‘600),i Pisoni,fondatori fra l’altro dell'Istituto tutela grappa del Trentino,che al progetto hanno apportato la loro esperienza nonché la collaborazione con l’Istituto agrario San Michele all’Adige.
Premio Biol - Andria Vince Quattrociocchi Ottime performances per gli oli biologici italiani, ma anche importanti riconferme di extravergini esteri. Questo, in sintesi, il verdetto del Premio Biol - Città di Andria, l’unico concorso internazionale riservato ai migliori oli bio svoltosi tra Andria e Bari. A vincere l’undicesima edizione del Biol è il laziale “Olio Quattrociocchi” del Frantoio Quattrociocchi Amerigo (nella foto) di Alatri (Fr). Con un voto di 82,60 su 100 è risultato il migliore tra gli oltre 250 oli in gara - record di partecipazioni - da 14 Paesi di vari continenti. Staccati di pochi decimi, al secondo posto - ad onta del nome - il siciliano “Primo da Agricoltura Biologica” dei Frantoi Cutrera di Chiaramonte Gulfi (Rg), e al terzo uno dei protagonisti delle ultime edizioni, lo spagnolo “Rincon de la Subbetica”. Per il blended premiato l’abruzzese “San Zopito”.
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Nuova identità per l’ortofrutta lombarda
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empre più rappresentativa, l’Associazione lombarda che raggruppa le principali organizzazioni di produttori ortofrutticoli (opo) cambia nome e sede. Aop UnoLombardia Sacpa sarà la nuova ragione sociale dell’Aop che nel frattempo è cresciuta, arricchendosi soprattutto nel comparto IV gamma. L’Aop-Apol Sacpa, il cui nome e la cui sede rischiano di identificarsi spesso con una delle O.p. associate, lascia il posto all’associazione di organizzazioni di produttori che raggruppa le 6 principali opo lombarde. Valorizzazione dei prodotti e del territorio, tutela degli interessi economico/commerciali dei soci, programmi di formazione e
comunicazione aiuteranno ad accrescere il valore delle quasi 2.500 aziende agricole associate. Alle 5 opo di AopApol - opo Apol industriale (pomodoro da industria, orticole e frutta per l’industria della trasformazione), opo Bellaguarda (angurie, meloni, zucche e pere mantovane), opo Melavì (mele della
Valtellina a marchio Igp), opo Ortonatura (ortaggi e IV gamma), opo PerWiva (pere mantovane a marchio Igp) - si è da poco aggiunta la opo Oasi dedicata alla IV gamma. La nuova sede operativa, inaugurata il 7 giugno, si sposta di pochi chilometri dall’attuale, rimanendo a San Giuliano Milanese (Mi).
Frutta e verdura in cifre
Pomodoro e trasformati Meloni, angurie, zucche Pere Mantovane (Igp) Mele della Valtellina (Igp) Orticole I gamma Orticole IV gamma TOTALE
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ettari 2.850 640 350 725 1.500 1.590
quintali 2.000.000 180.000 90.000 300.000 280.000 950.000
produttori 434 190 150 1.100 97 376
7.655
3.800.000
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emozione… caffè
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n’esperienza sensoriale ed emotiva quella del caffè. Recenti ricerche dimostrano che il consumatore abituale è alla ricerca della sua ricchezza sensoriale. All’ultima edizione del Pianeta Birra di Rimini Fiera sono stati presentati innovativi metodi di analisi della nera bevanda, come il Big Sensory Test (Bst), protagonista del 3° Forum Scientifico sul Caffè promosso dall’Istituto internazionale assaggiatori di Caffè in collaborazione con l’Istituto nazionale espresso italiano e il Centro studi assaggiatori. Tema dell’incontro:
“Espresso Italiano: la tostatura e l’arte della miscela”. Il Bst è stato sviluppato dal Centro studi assaggiatori in collaborazione con l’Istituto internazionale assaggiatori Caffè e ha due declinazioni. La prima è il Bst Avanzato, in grado di fornire un ritratto delle caratteristiche sensoriali del caffè in base all’analisi delle note aromatiche dell’Albero degli aromi, classificazione che rispecchia il modo in cui gli italiani organizzano gli aromi nella loro memoria e può guidarli nella misurazione di ben 50 parametri. Il Bst Analogico-Affettivo
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coglie l’impatto che ogni caffè ha sull’emotività e sull’immaginazione degli assaggiatori. Consente di misurare alcuni elementi chiave dell’interpretazione che i consumatori danno della bevanda a partire dalle attese generali dal livello visivo fino all’impatto emotivo dell’aroma, passando attraverso l’impatto olfattivo e gustativo.
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Bonollo incanta tutti con l’Of Amarone Barrique
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l Vinitaly Grappa Tasting Award, assegnato dal centro studi assaggiatori di Luigi Odello, è l’ultimo dei riconoscimenti ricevuti da “Of Amarone Barrique”, il prodotto di maggior prestigio delle Distillerie Bonollo Umberto Spa di Mestrino (Pd). Un’esperienza non comune che, come ricorda Elvio Bonollo, responsabile marketing (nella foto), ne ha fatto la più grande realtà della distillazione italiana con oltre 3 milioni di bottiglie prodotte annualmente. Nella distilleria dei Bonollo sono stati realizzati i maggiori investimenti nel settore in Italia per
adattare la tradizione alle nuove tecnologie, e il risultato è un’offerta che abbraccia tutte le 14 tipologie di grappa e 3 acquaviti di uva (le Fior d’Uva Of) con cui l’azienda padovana è in grado di coprire le fasce del mercato, con etichette distinte per la Gdo e l’Horeca. Per quanto riguarda l’Of Amarone Barrique, le sue caratteristiche di frutta, uvetta e spezie ne fanno una grappa ricca e morbida, con una personalità unica. Un prodotto di eccellenza che nel primo trimestre del 2006 ha registrato un aumento di vendite del 40%, trascinando con sé un po’ tutta la collezione Of.
FIRMATI FASSBIND I DISTILLATI DI FRUTTA Riprendendo una tradizione familiare secolare, Gottfried Fassbind avviò nel 1846 un’attività artigianale di produzione di kirsch, il tipico distillato svizzero di ciliegie di montagna. Il successo lo indusse a produrre anche altre acquaviti (pere Williams, albicocche, prugne, lamponi) e ad esportarle in tutta Europa e nel mondo. Oggi Fassbind, distribuito in esclusivo per l’Italia dalla F.lli Rinaldi di Bologna, è sinonimo di qualità e purezza di distillazione, nel rispetto della materia prima.
Il lato rosa della
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n grande consenso ha salutato l’evento “La Grappa è Donna”, ideato in occasione dell’ultimo Vinitaly dall’associazione Donne della Grappa. Una degustazione guidata a cui hanno aderito quasi un migliaio di visitatori a conferma di come le donne rappresentino, oggi, le estimatrici più attente del distillato. Presidente è Claudia Mazzetti, responsabile marketing e comunicazione di Mazzetti d’Altavilla, Livia Bertagnolli e Lisa Tosolini delle omonime distillerie
ricoprono la carica di vicepresidente, Valeria Luparia (Distilleria Magnoberta) è segretaria generale mentre Elena Borra (Distilleria Vieux Moulin) è consigliera. «Negli ultimi anni - spiega Claudia Mazzetti - le donne che lavorano nelle aziende hanno preso coscienza delle loro capacità imprenditoriali, sono entrate da protagoniste nei luoghi di consumo della grappa, nei locali glamour, nelle enoteche, nel mondo della ristorazione e sono riuscite ad affermare un nuovo modo di concepire e consumare il distillato italiano per eccellenza. Anche in occasione della degustazione organizzata a Vinitaly abbiamo avuto la conferma di una tendenza in voga da tempo: il consumo della grappa è sempre più orientato verso un prodotto di alta qualità, da gustare in modo consapevole, conoscendone a fondo le caratteristiche per arrivare ad abbinamenti corretti con i cibi».
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grappa
Aziende sostenitrici Distillerie Bonollo - Via Mosca, 5 41043 Formigine (Mo) Distilleria Bertagnolli - Via del Teroldego, 11/13 - 38016 Mezzocorona (Tn) Distilleria Magnoberta - Strada Asti, 6 - 15033 Casale Monferrato (Al) Distilleria Mazzetti d’Altavilla Viale Unità d’Italia, 2 - 15041 Altavilla Monferrato (Al) Distilleria Marzadro - Via per Brancolino,10 - 38060 Nogaredo (Tn) Torino Distillati - Via Montegrappa, 37 - 10024 Moncalieri (To) Distilleria Francoli - Corso Romagnano, 20 - 28074 Ghemme (No) Distilleria Bepi Tosolini - Via della Roggia, 20 - 33040 Marsure di Povoletto (Ud) Distilleria Vieux Moulin - Strada Sotto Rocche, 5 - Motta di Costigliole (At)
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CUOCHI
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La alle porte di
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ulla collina bergamasca, allo sbocco della Valle Brembana, si trova Villa d’Almè, borgo che ospita, in un antico casolare tra gli orti di campagna, l’”Osteria della SERGIO MEI, EXECUTIVE Brughiera”. In realtà CHEF DEL FOUR non è un’osteria, SEASON DI MILANO PRESENTA ALCUNI DEI ma un signor PIÙ FAMOSI COLLEGHI ristorante con una stella Michelin: elegante, ricercato e curato fin nei minimi particolari. Oltre agli arredi, ciò che
la rende originale è la stanza dei salumi e dei formaggi di Walter Arrigoni, papà di Stefano, che è stato salumiere e grande collezionista delle rosse Berkel, le famose affettatrici dell’epoca. Perciò l’antipasto della casa è fatto prevalentemente di salumi, crostini toscani, lardo di Colonnata con polenta calda, torta di riso pontremolese che si rifà alla tradizione toscana... Stefano Arrigoni (nella foto), con
Le ricette di Sergio Mei
Risotto ai piselli freschi e noci di capesante alla granella di olive nere infornate I n gre d i e n t i Per la ricciola: 3 lt di brodo vegetale, 200 gr di cipolla bianca, 1 kg di piselli con buccia, 20 gr di foglia d’alloro. Poi 300 gr di granella di olive nere al forno tritate ed essiccate sempre al forno a 50/60 °C. Una capesanta, olio, sale, pepe, timo tritato quanto basta. 90 gr di riso carnaroli, brodo, vino bianco, burro, olio, parmigiano e zuppa di piselli. 1 lt di brodo vegetale, 400 gr di piselli bacelli, 100 gr di cipollotto, 50 gr di olio, sale e pepe, 50 gr di peperoncino rosso, 150 gr di olio umbro.
l’aiuto dello chef Paolo Benini, tra i primi piatti propone la zuppa di fagioli di Bigliole e la “Garmugia”, un antico brodo lucchese di fave, carciofi e pisellini, o i fusilli di Gragnano alla carbonara con asparagi e foie gras. Oppure i raviolini di casa preparati con il classico ragù di carne chianina. Anche se non in zona di mare, agli amanti del pescato si consiglia il gran fritto misto, il baccalà arrostito con fagioli cannellini, erba cipollina e olio crudo oppure le mazzunchelle alla griglia ai cristalli di sale Maldon. In primavera lo chef propone il capretto di latte cucinato arrosto o il maialino agli aromi. Sempre viene servito il piccione novello disossato all’arancia e zafferano.
P ro c e d i m e n t o Preparare a parte il brodo vegetale. Rosolare il fondo della padella e far appassire i piselli. Bagnare con il brodo e cuocere per pochi minuti e passarne la metà, poi regolare di gusto. Cuocere il risotto tostato, bagnarlo con il vino bianco e il brodo rimescolando in continuazione e mantecare fuori dal fuoco. Scottare le capesante passate alla granella di olive nere e all’olio. Servire il riso al piatto con al centro la capesanta, i piselli saltati con il cipollotto, la polvere grossolana di pomodoro con accanto la foglia di alloro.
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CUOCHI
Festa europea della cucina Santin e Morin in Euro-Toques
Kermesse d’Oltreoceano
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n tutto il vecchio Continente il 1° giugno è il giorno della “Festa europea della cucina”, promossa da Euro-Toques, l’Unione dei cuochi nata nel 1986 per volontà di Paul Bocuse e Pierre Romeyer e fondata da 12 rappresentanti di altrettanti Paesi. Attualmente fanno parte di Euro-Toques International oltre 3.500 chef di 18 nazioni (in Italia sono 140) tra i quali emergono grandi firme della gastronomia internazionale: cuochi proprietari e dipendenti, grandi professionisti e profondi conoscitori della cucina del proprio Paese, rispettosi delle tradizioni, della cultura gastronomica, delle legislazioni in materia di alimentazione, della qualità e della genuinità dei prodotti. Gualtiero Marchesi, presidente onorario dopo essere stato effettivo dal 2000 al 2002, e i soci Euro-Toques italiani hanno festeggiato l’avvenimento il 25 maggio nella Reggia di Colorno (Pr) con una cena di gala associando Ezio Santin, dell'”Antica Osteria del Ponte di Cascinetta” di Lugagnano (Pc), e Gianluigi Morini, patron del “San Domenico” di Imola.
Si presenta puntuale all’appuntamento biennale il concorso mondiale di pasticceria,World Pastry Team Championship, che si terrà il 7 e l’8 luglio prossimi presso il JW Marriott Desert Ridge Spa & Resort, a Phoenix, in Arizona (Stati Uniti). Questa edizione vedrà la partecipazione di 10 squadre di pasticcieri provenienti da Corea del Sud, Francia, Giappone, Italia, Polonia, Messico, Russia, Singapore, Stati Uniti e Svizzera.A rappresentare l’Italia Silvio Bessone, Roberto Rinaldini e Lucio Forino, allenatore e giurato Leonardo Di Carlo; team manager e giurato Biagio Settepani, direttore tecnico Vittorio Santoro e coordinatrice Livia Chiriotti.A precedere il concorso, dal 2 al 6 luglio, la città ospiterà il World Pastry Forum, da tempo punto d’incontro per i professionisti del settore con dimostrazioni e lezioni tecnico-didattiche curate da alcuni dei più grandi nomi della pasticceria internazionale.
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CUOCHI
Alla scuola di Alma si sfatano i pre-giudizi sul pre-cotto
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lma, che rappresenta il più autorevole centro di formazione della cucina italiana a livello internazionale, offre l’opportunità di rivalutare uno strumento di cottura da tanti stigmatizzato, ma orami usato in tutti i ristoranti o le tavole calde: il forno a microonde. Sono tante le motivazioni per cui si utilizza questo strumento tecnologico, diventato un po’ l’ancora di salvezza in molte case private. La cottura è molto rapida perché il calore si propaga dall’interno tramite onde elettromagnetiche; non c’è estrazione di grassi, la degradazione delle vitamine è molto limitata e il
cibo non si disidrata. Insomma, chi credeva che il microonde, simbolo del “fast food”, fosse sinonimo di poca naturalezza nella consumazione del cibo e scarsa qualità nella preparazione, dovrà ricredersi. Il 19 giugno, nel Palazzo ducale di Colorno (Pr), sede di Alma, Massimo Ogliotti metterà in luce i vantaggi meno evidenti e conosciuti, dimostrando che il forno a microonde può diventare un valido strumento di cottura anche per i grandi cuochi. Svelerà tante ricette da preparare con l’ausilio di questa moderna tecnologia: temperare il cioccolato, preparare le tulip e cialde di ogni specie oltre
alle innumerevoli decorazioni. In questo modo si potrà valorizzare al meglio questo strumento, scoprendo che oltre all’abusata funzione del “riscaldare” il microonde può offrire molte altre opportunità.
A Cibus Metro riscopre i “ vecchi mestieri ” frequentatissimo stand al Vinitaly (con la consulenza dello schef Mateo Scibilia), Metro ha quindi scelto Parma per rimarcare con forza la sua scelta strategica di essere fra i principali operatori della filiera enogastronomia e partecipare direttamente alla crescita di qualità del settore. I seminari svoltisi al Cibus avevano in particolare lo scopo di giornate di formazione per formare gli operatori su quelli che tutti gli operatori vengono considerati i “vecchi professionali del settore gastronomia e il lancio ufficiale del mestieri”, come ad esempio il salumiere, che si tramandavano di “Progetto Commercio padre in figlio nei negozi di Indipendente” per i piccoli dettaglianti alimentari indipendenti. proprietà e che a oggi sono stati sviluppati anche all’interno delle Queste, in sintesi, le novità della partecipazione di Metro Italia, uno funzioni dei punti vendita della grande distribuzione. Destinatari dei leader mondiali del cash & sono stati ovviamente i negozi carry, al 13° Cibus a Parma. Dopo specializzati, i buyer della grande la partecipazione con un
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distribuzione e i fornitori, ma anche gli operatori professionali come i cuochi o gli allievi delle scuole di cucina per i quali è oggi importante sapere come trattare determinanti prodotti. Metro ha inoltre messo a punto anche un progetto innovativo di supporto ai punti vendita alimentari indipendenti, i cosiddetti negozi di prossimità, presenti all’interno delle aree urbane e sottoposti ad oggi alla forte concorrenza di altre formule di vendita. Sono i negozi indipendenti, che identificano il 32,8% della clientela professionale Food di Metro Italia, rappresentata per il resto dai professionisti della ristorazione.
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A RT H O B
Il Premio Dattoli per i giovani professionisti di domani “Caterina De’ Medici” di Gardone Riviera (Bs) alla presenza di operatori del settore enogastronomico e di esponenti delle autorità come il preside dell’Istituto,Claudio Mazzacani, il vice Valter Mezar, il sindaco di Desenzano, Fiorenzo Pienazza con l’assessore Adelio Zanelli. A rappresentare la Provincia di Brescia, Sabrina Medaglia. A ricoprire il ruolo di presidenti di giuria Enzo Dellea e Marino Damonti. Nell’ambito del concorso, per la categoria cucina, si è classificata al primo posto Romina Torre Canossa di Brescia, al secondo Giuseppe Lavagna (Ipssar Gardone Riviera), al terzo Daniele Garattini (Ipssar Darfo). Come Miglior istituto bar. A organizzarlo, l’Accademia Il concorso istituito bresciana Arti e Mestieri della Buona di categoria è stato premiato l’Ipssar dall’Arthob premia Gardone Riviera (Bs). tavola di cui Beppe Dattoli, fratello Per la categoria sala e bar si di Dario, è presidente, con il le scuole alberghiere patrocinio della Provincia di Brescia. è classificato al primo posto del bresciano Giuseppe Stamilla (Ipssar Mantegna Molto impegnati nell’iniziativa anche associazioni di di Brescia), seconda classificata Debora De Bonis (Ipssar categoria del calibro di Adid, Ais, er celebrare la prematura Desenzano), terza Jennifer Patacchia scomparsa di uno dei fondatori Amira, Arte in tavola, Cuochi (Ipssar Desenzano). Quindi il premio bresciani, panificatori artigiani, dell’Arthob, Associazione pasticcieri, Onaf e maestri macellai. “Dario Dattoli” è stato assegnato, in ristoranti, trattorie, hostarje un caloroso applauso, ai Giunto alla settima edizione il bresciane, Dario Dattoli, è stato da rappresentanti dell’Istituto Ipssar Premio “Dario Dattoli” ha visto lo anni istituito un concorso dedicato “Caterina De’Medici” di Gardone svolgimento delle premiazioni agli alunni delle Scuole alberghiere Riviera (Bs). all’Istituto professionale di Stato bresciane per la cucina, la sala e il
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AIBES
Profumo di cocktail in Val Chiavenna
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l Circuito del cocktail Lombardia 2005/2006, giunto alla 4° edizione di Valtellina-Chiavenna in fiore, ha premiato i giovani partecipanti ai corsi di formazione Aibes Lombardia nella cornice fiorita del convento dei cappuccini. L’obiettivo era quello di divulgare il buon bere in valle, attraendo i giovani alla partecipazione ai corsi di formazione che l’Aibes svolge dallo scorso marzo. La gara ha visto salire sul podio più alto per la categoria
emergenti Silvia Scuffi (nella foto) che lavora al Caffè Bertolazzi di Chiavenna con “Pepito”, Pre dinner, realizzato con 3 cl di Rum Bacardi (Martini e Rossi), 2 cl di Aperol (Campari), 2 cl di Passoa (Maxxium), 1 cl di succo di ananas. Decorato con ananas, ciliegina e con agruma. Il Boston shaker è firmato Coppa y Rocco Bormioli. Per la categoria Aibes barman professionisti, sempre con un Pre dinner, si è affermato Silvano Evangelista (nella foto), che conduce saldamente la classifica del Circuito del Cocktail con un drink double strain, “Twentynine” che è realizzato con 5 cl di Absolut
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Mandrin (Maxxium), 1 cl di Aperol (Campari), 0,5 cl di Maraschino (Strock), 0,5 cl di Boero Fruit drink Papaia (Ramazzotti) e gocce di angostura. Il tutto decorato con ravanello, ciliegina, ribes, melone e menta. Dopo le premiazioni, si è tenuta una cena di gala con le autorità locali e i concorrenti, nonchè numerosi barman Aibes tra cui Pierino Dell’Avo, Mario Belotti e Alfredo Raineri.
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AIBES
Emilia e Toscana premiano i barman L uciano Trevisani (nella foto) dell’Hotel Sofitel di Bologna è il Barman dell’anno per l’Emilia Romagna, categoria Pre dinner con “Cinzia”. Seconda classificata Stella Galvani del Bar Patty di Riccione, terzo Gionata Repetti del Jackie o’ di Piacenza. Nella categoria Long drink, prima Francesca Raviola dell’Hotel Holiday inn city di Bologna, seguita da Mario Carli del Collins irish pub di Lido degli estensi (Fe). Terzo Pierangelo Visani del Sunrise caffé di Imola. Per Aibes Domani - Frozen, Premio “Nando Pucci Negri”, il primo posto va a Gina Famiglietti del Grand Hotel Terme di
Cognac, 5 italiani alla sfida mondiale del Rémy Martin Diego Ferrari (Shantilouge, Lodi), Silvio Borghesan (Marilyn’s Bar, Canegrate - Mi), Marcello De Ferrari (Principe Di Savoia, Milano), Silvano Evangelista (Bar Star Hotel Old Ascot, Milano) e Bruno Squarzoni (Agorà-Palace Hotel, Biella) sono i 5 rappresentanti italiani che dal 6 al 9 giugno parteciperanno alla finale mondiale di Cognac del “Rémy Martin Bartender Style Masters”. La giuria selezionatrice era composta da Jason Bowden, Rémy Martin International Brand Ambassadeur, Andrée Lacour, Rémy Martin Event Manager, Camillo Bosco, presidente Aibes, Umberto Caselli, presidente onorario Iba, Gianmario Artosi, bar manager dell’Hotel Marriott (vincitore del premio come Miglior barman italiano nell’edizione 2005), e da 2 rappresentanti di Maxxium Italia, importatore di Rémy Martin nel nostro Paese, Guido Conserva Marketing Manager e Adele Arlati Product Manager Champagne & Cognac.
Castrocaro Terme (Fc). Il secondo a Luca Palazzo del Victor Pub di Riccione con “One night victor’s”, il terzo a Sauro dell’Aglio dell’Amarcord di San Lazzaro. La categoria Flair premia Eddy Righi del Vanquish bar di Milano Marittima (Ra), poi Enrico Giorgetti del Byblos di Riccione. Il Concorso “Angelo Zola” premia Carlo Spadoni, per gli Emergenti sono saliti sul podio Marco Guerzoni, Paolo De Vitis e Cristian Moretto. Per la Miglior decorazione il primo Premio “Bormioli Rocco Professional” va a Stella Gavani, secondo Premio “Consorzio grancaffé” ad Alessandro Amianto, il terzo Premio “Ceado” a Bruneto Sanchioni. Anche la Toscana proclama Barman dell’anno Andrea Francardi (nella foto) del Fonteverde natural spa resort di San Casciano de Bagni. La sezione Pre dinner premia Alessandro Bellucci del Caffé pasticceria Villano di Firenze. Al secondo posto Daniele Arcangeli dell’Hotel Noblesse di Lucca, al terzo Gabriele Fedeli del Fonteverde natural spa resort di San Casciano de Bagni. Vincitore dalla categoria Long drink Andrea Francardi con “Ischia especial II”. Secondo posto per Massimo Londi del Bar gelateria Viti di Empoli, terzo per Ernesto Santarnecchi del Tettucciobar di Montecatini terme. Aibes Domani - Frozen Premio “Nando Pucci Negri” premia Andrea Aleski del Fonteverde natural spa resort di San Casciano de bagni. Secondo posto per Federico Filippini de Il nido della civetta di Pieve a fievole, terzo per Stefano Baragli dell’Hotel placet di Rigatino. Il Premio “Angelo Zola” per Francesco Ilio; negli Emergenti primo Lorenzo Picchi, seconda Anna Benedetti e terzo Simone Quaranta. Per la Migliore decorazione primo Premio “Bormioli Rocco Professional” ad Andrea Francardi, Premio “Consorzio Grancaffé” a Savino Cimenti e Premio “Ceado” a Gabriele Fedeli.
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ARMAGNAC JANNEAU NUOVA MEDAGLIA Cresce in ampiezza e in importanza il palmares di Janneau, la casa leader internazionale nel settore dell’Armagnac, di proprietà della famiglia italiana Giovinetti. Recentemente ha ottenuto due ambitissimi riconoscimenti: la medaglia d’oro alla “International Wine & Spirit Competition”, con il Grand Armagnac Janneau V.S.O.P e la medaglia d’argento, nella categoria Brown Spirits, alla “Drinks International Cocktail Challenge” con il Grand Armagnac Janneau 5 anni Double Distillation. I Grand Armagnac Janneau sono distribuiti in esclusiva per l’Italia dalla Fratelli Rinaldi importatori di Bologna.
COCKTAIL TRASGRESSIVO “FUORI DI ZUCCA” Margarita,Mohito,Caipiriña addio.Dopo aver dominato gli happy hour degli ultimi anni la corona di cocktail dell’estate passa al “Fuori di Zucca”,il nuovo e rivoluzionario drink simbolo di un neonato movimento internazionale,emblema di una nuova generazione:la “tribù” dei New Bohemién o Neo Scapigliati.Dal sapore tutto retrò,leggero, fresco,con il caratteristico retrogusto di Zucca, addolcito dall’essenza di Vanil,il “Fuori di Zucca” riesce a ricreare le atmosfere del classico aperitivo all’italiana.La nuova tendenza prevede un calice da cocktail dall’ampia imboccatura in cui versare 9/10 Zucca,1/10 Vanil Isolabella e ghiaccio shakerati con l’aggiunta di una scorza di arancia.Dopo anni di drink all’insegna di bombe alcoliche e di buffet ipercalorici a base di distese di pizza e piramidi di pasta, infatti,l’aperitivo riscopre i vecchi sapori snobbando gli ambienti patinati,effimeri e modaioli dell’happy hour.
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AIS
Valtellina, teatro dell’Ais Lombardia Il tradizionale concorso decreterà il miglior sommelier
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opo cinque edizioni svoltesi nell’Oltrepò Pavese, il tradizionale concorso che decreta il Miglior sommelier della Lombardia avrà come scenario i vigneti della Valtellina. Il 26 giugno la storica casa vinicola Pietro Nera di Chiuro (So) ospiterà la competizione che vedrà i sommelier professionisti della regione sfidarsi a suon di degustazioni e calici. «Abbiamo scelto di spostare il concorso in Valtellina - spiega il presidente Ais della Lombardia Luca Bandirali - per dare ai nostri sommelier la possibilità di conoscere le varie realtà produttive della regione così ricca di zone ad alta vocazione vitivinicola e di perle enologiche». La cantina Pietro Nera vanta una lunga tradizione nella produzione vitivinicola: una passione nata quasi 60 anni fa dall’amore per la propria terra e le sue tradizioni. Numerosi sono i riconoscimenti nazionali e internazionali che ha collezionato in questi ultimi anni. Lo scorso anno il titolo era stato vinto da Ivan Corocher, restaurant manager al prestigioso hotel Principe di Savoia di Milano, mentre sul secondo e terzo gradino del podio rispettivamente Michele Garbuio (sommelier al Principe di Savoia) e Salvatore Ferrara (in servizio al Westin Palace Hotel di Milano). Il concorso regionale è riservato ai sommelier professionisti la cui attività o prestazione d’opera si svolga in Lombardia; per prepararsi al meglio, l’Ais ha istituito anche quest’anno, presso la sede di Milano, la Scuola Concorsi coordinata dal sommelier Nicola Bonera, già vincitore nel 2002.
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O N AV
Una delegazione d’ eccellenza in terra bresciana
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na data da ricordare, quella del 16 novembre, perché darà il via ai corsi organizzati dalla Delegazione Brescia dell’Onav. La delegazione, coordinata da Fabio Finazzi, nasce nel 2001 riunendo 38 storici iscritti della zona che dovevano far riferimento ad altre e più lontane realtà territoriali. A quel piccolo nucleo iniziale in pochi anni si aggregano 220 iscritti, ma è di circa 300 il numero degli appassionati che ruotano intorno ai due poli associativi di Brescia e Moniga del Garda. Il consiglio comprende Fabio Finazzi (nella foto), delegato, Stefano Taglietti, vice delegato, Antonello Sblocchi, tesoriere, Marco Lazzarini, Maurizio Pasini, Giuseppe Piotti, Francesco Franzoni, Michelangelo Scarpai, Pierangelo Plebani, Matteo Gazziero, Franca Zeni, Marco Rossi, addetto stampa. La sua storia annovera tra gli iscritti figure storiche come Michele Vescia, Maestro assaggiatore, Consigliere nazionale e memoria storica dell’Onav, uno dei primi a credere
alla necessità di un modo diverso di parlare di vino. Insieme a Vescia, l’enologo Corrado Cugnasco è un’altra delle bandiere dell’Onav Lombardia con oltre 25 anni di permanenza nell’associazione. Tra i meriti della sezione di Brescia vi è la capacità di effettuare un’attenta e proficua attività di raccordo e collegamento con le realtà produttive della provincia: dal Botticino al Lugana, al Garda, consorzi e singoli produttori trovano nell’Onav un sicuro punto di riferimento. Tra le attività è particolarmente affascinante il corso primaverile di marzo organizzato dalla sezione di Moniga del Garda con lezioni itineranti nelle cantine. Mentre tra le altre iniziative si ricorda il corso di specializzazione “Alle radici del vino” sviluppato sul campo sia per gli aspetti inerenti alla vigna sia per la fase della cantina. L’impegno per i vini della zona si è concretizzato anche con la partecipazione all’organizzazione del 1° Concorso enologico Garda Classico (riconosciuto dal ministero delle Politiche agricole e forestali) nell’ambito della Fiera del Vino di Polpenazze, giunta quest’anno alla sua 57esima edizione.
MIWINE E GRAN TOUR PROSSIMI OBIETTIVI Il programma delle attività Onav Lombardia per i prossimi mesi prevede le collaborazioni con “Gran tour della qualità alimentare”, l’evento organizzato nel cuore di Milano, e MiWine, la biennale internazionale del vino di FieraMilano a cui presenzierà con uno stand. Queste importanti informazioni sono state divulgate il 6 maggio a Villa Crespia (Azienda Muratori di Adro) dove si è svolta la riunione primaverile del Consiglio regionale. Dopo un’ampia relazione della delegata Simonetta Carminati sullo status delle varie delegazioni e sugli obiettivi a medio termine della delegazione regionale, Vito Intini, delegato di Milano e consigliere nazionale ha informato sull’andamento dei futuri obiettivi. Sono stati infine premiati per la qualità della collaborazione prestata Nicoletta Bottinelli, Mario Baldi e Carlo Consonni (Milano), Nereo Ferrari (Bergamo), Alberto Bianchi (Varese), Giovanni Palazzi
Salvatore Longo
Calendario degustazioni e manifestazioni
20/06 - Viaggio tra alcuni vitigni storici 12/09 - “Il Teroldego” autoctono del territorio trentino 10/10 - “Il Groppello” l’autoctono della Riviera che fa grande il “Garda Classico” 07/11 - “I vini a sapore d’Oriente” ottenuti da rari vitigni speziati 16/11 - Inizio 6° corso aspiranti assaggiatori Onav 09-12/06 - 57ª Fiera del vino di Polpenazze 26-27/09 - 5ª edizione della rassegna “Stella del Garda” Settembre -13ª rassegna del Botticino Info:Fabio Finazzi (tel 030 364755 - cell 335 7599009 - onavbrescia@onavlombardia.it)
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e Raffaele Rovati (Brescia). Sempre nella cornice della villa si svolgerà il 17 giugno la cerimonia di consegna dei diplomi ai neo assaggiatori che hanno superato i corsi organizzati da alcune delegazioni lombarde: Treviglio, Brescia-Moniga del Garda, Lodi, Varese e Milano.
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BIRRERIE
Conoscere il mondo della birra
Enrico Rota, responsabile vendite del gruppo 4R di Torre de’ Roveri (Bg), continua il suo viaggio nel mondo della birra
Possiamo utilizzare il bicchiere a forma di calice svasato per servire la birra? Il calice svasato è un bicchiere dalla bocca svasata. La svasatura favorisce la percezione olfattiva del profumo. È indicato per birre aromatiche e ricche di schiuma come le “Strong Ale” o le birre doppio malto in generale. E il bicchiere a forma di calice panciuto? Il calice panciuto è un bicchiere molto simile a quello usato per i distillati di vino (brandy o cognac). Presenta una pancia più larga rispetto agli altri calici. È indicato per birre molto aromatiche come le “Lambic” o le birre “Abbey”. Infine la base larga favorisce lo scambio termico con il palmo della mano onde permettere all’aroma della birra di sprigionarsi completamente. Parliamo del bicchiere a forma di coppa. È un bicchiere dalla forma semisferica con gambo che riduce la schiuma per esaltare gli aromi. La coppa è indicata per birre aromatiche e corpose come le “trappiste” e le birre di “abbazia”.
forma larga sin dal fondo tende a frenare il formarsi di schiuma. Indicata principalmente per le birre “Stout”. Mentre per servire le birre Weizen? Il bicchiere idoneo per queste birre di frumento è il weizenbecker. Un bicchiere da mezzo litro, alto, slanciato e dalla bocca svasata per contenere meglio l’abbondante schiuma e al tempo stesso esaltare la percezione olfattiva.
Abbiamo poi la famigerata “pinta” È un bicchiere a tronco di cono, largo sotto l’orlo e molto popolare nei pub inglesi. Difatti il suo nome prende spunto da una unità di misura inglese (una pinta è uguale a 0,56 litri). La sua
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La Quattroerre srl organizza in via continuativa corsi di spinatura della durata di un giorno riservati ai gestori di pubblici esercizi. Il costo del corso è di 120 euro. Per ulteriori informazioni telefonare allo 035 580701 oppure scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: enrico@quattroerre.com.
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PIZZERIE
Sfornare fresco con Molino Spadoni L’offerta si arricchisce di esclusive referenze: due miscele complete di lievito per la realizzazione del pane bianco e del pane nero. Pane Bianco (farina di grano tenero Manitoba) e Pane Nero (miscela di 7 cereali), in confezione Kraft da 1 kg, sono miscele espressamente studiate da Molino Spadoni per facilitare la produzione del pane e garantire la certezza del risultato finale, sia con l’utilizzo delle diffusissime macchine per fare il pane sia con i robot da cucina o mediante la tradizionale lavorazione manuale e la cottura nel forno.
ARRIVA LA QUALIFICA DI PIZZAIOLO Il “Comitato italiano pizzaioli” è stato ufficialmente registrato presso l’ufficio delle entrate di Fidenza il 4 aprile 2006 con il numero 1.173 serie 3. Dopo una serie di traversie e battaglie sostenute dalle associazioni pizzaioli europee finalmente una vittoria che rende giustizia alla categoria dei pizzaioli. Le premesse si erano concretizzate nella riunione che si è tenuta presso la sala auditorium dell’Hotel Excelsior a Salsomaggiore Terme (Pr) durante lo svolgimento del 15° Campionato Mondiale della Pizza.
1° CAMPIONATO PROVINCIALE DI COMO PER PIZZAIOLI Durante la serata celebrativa dei 25 anni di attività del Pesce Vela di Albere con Cassano (Co), lo scorso 16 maggio, si è svolto il 1° Campionato provinciale per
pizzaioli amatoriali alla presenza della giuria dell’Accademia italiana della pizza. Incoronata, come vincitrice, la pizza marinara di Simona Mazzucchetti di Grandate (nella foto), mentre tutti gli altri partecipanti hanno ricevuto il secondo posto a parimerito. Sette i partecipanti
della gara: Simona Mazzucchetti, Giancarlo De Benedetti di Albavilla, Fabio Locatelli di Grandate, Luigi Scialdone di Senna Comasco, Michael Mc Donagh di Giussano,Teodoro Di Lorenzo di Albavilla, Enrico Fermi di Albavilla assistiti da cinque pizzaioli professionisti, Carmine Esposito, Luigi Iorio Esposito, Matteo Somma, Agostino Strianese e Andrea Martins.
I segreti della cottura con i forni Ceky
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a garanzia per un’ottimale attività del pizzaiolo dipende, oltre che dalla sapienza di quest’ultimo, dal tipo di attrezzatura a disposizione. Per questo, ogni locale può disporre di un alleato d’eccezione, i forni firmati Ceky. L’azienda bresciana realizza forni artigianali in mattoni refrattari e dotati di bruciatore per la cottura a gas o mista legna-gas, offre un servizio di progettazione su misura e installazione di pizzerie complete o angoli pizza. Anche il pane e i dolci mantengono fragranza e gusto per il fatto che i mattoni refrattari garantiscono ottima tenuta termica, resistenza all’usura e alle rotture. L’offerta dell’azienda è arricchita anche dalla fornitura di
banchi da lavoro refrigerati per la preparazione e la farcitura della pizza. Interamente costruiti in Italia con acciai nazionali, provvisti di due ante o cassettiere a sette vani possono essere personalizzati in vari materiali. Ogni banco garantisce l’autonomia sufficiente per la produzione di circa 300 pizze.
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Di quest’anno una novità rivoluzionaria: un set di prodotti indispensabili in pizzeria composto da forno artigianale 140 cm con bruciatore a gas da 24.000 kcal, cavalletto in ferro, banco refrigerato in acciaio 215x85 cm con armadi refrigerati, ripiano in granito e vetrinetta refrigerata 215x32 cm, controbanco laterale a giorno da 180x60 cm, controbanco per lo sforno da 100x85 cm, impastatrice a spirale da 30 kg a due velocità. g.n.
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LOCALI
TENDENZE
La Fermata di Casatenovo Ricerca e originalità
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uciano Tona, brianzolo doc, interpreta artisticamente la cucina, abolendo il solito standard provocatorio. In questo ristorantino della BRUNO FEDERICO, CHEF E SOMMELIER DE provincia lecchese si LA CAPRESE DI MOZZO trovano coerenza e (BG), CI PRESENTA I linearità nel susseguirsi SUOI COLLEGHI delle pietanze. Il menu non è suddiviso da antipasti, primo e secondo, ma il cliente incastona le sue preferenze nell’ordinazione come meglio gli suggerisce la fantasia. Anche gli ingredienti sono un assemblaggio di piacevoli prodotti anche lontani dalle
abitudini consolidate del palato. Come gli spaghetti al caviale di lago realizzati con particolari farine, te verde, missoltini, scalogno e carote. Luciano Tona è un appassionato ricercatore di pollame, suggestiva è la collezione di galli e galline in miniatura provenienti da tutto il mondo esposti nel locale. In virtù di questo, il piatto forte è il pollo in tre servizi, nostrano di razza livornese. Cotto intero in una cocotte di terracotta con erbe aromatiche e patate ratte. Sono serviti inizialmente il petto e l’aletta al dragoncello con patate senza grassi. Poi si serve la coscia in un consommé di gambero di San Remo con carote piccole e piselli. Straordinario l’equilibrio di sapori tra l’aromatico profumo del gambero, i
piselli e il dolce delle carote. Infine, la sovraccoscia con una maionese vegetale che non prevede le uova, a contorno asparagi e zucchine. A corredo una delicata zuppetta di creste con aceto balsamico, liquirizia e menta. Il ristorante è piccolo in stile moderno, è meglio prenotare anche perchè Luciano si dedica al cliente con totale disponibilità e professionalità. La cantina non è da meno, dispone di eccellenti etichette. I dessert sono una piacevole sorpresa dove impera il cioccolato. Ristorante La Fermata Via A. De Gasperi 2 - 23880 Casatenovo (Lc) Tel 039 9205411 - Fax 039 9202715 www.lafermata.it - lucianotona@lafermata.it
Shun , il feeling sushi
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ecisamente all’insegna di una cucina e di uno stile fushion (anche se il termine è riduttivo), Shun, il nuovo ristorante giapponese di Milano, in viale Tunisia, il cui nome significa letteralmente stagione, elemento chiave nella cultura giapponese. L’idea è nata dall’incontro fra due giovani: il 23enne Enrico Liao, un
PESCE VELA DA 25 ANNI AL TOP La pizzeria-trattoria Pesce Vela di Albese con Cassano (Co), fondata da Generoso Ferrara, ha celebrato i suoi 25 anni offrendo pizza gratis per tutti nella serata di lunedì 15 maggio “Pizza in Festa”. Gli amanti della vera napoletana hanno anche assistito al 1° Campionato Provinciale per pizzaioli amatoriali in collaborazione con l’Accademia italiana della pizza.
audace imprenditore cinese, che ha realizzato un locale spontaneo e moderno, il secondo, Mario Jin Shizukvistii Gouvea, il sushi-man nippo-brasiliano dotato di non comune estro gastronomico. Questo feeling lo si ritrova anche in arredi e spazi che rappresentano in modo dinamico le stagioni della vita e creando un ambiente chiaramente rivolto a un pubblico giovane. Al bancone Mario, formatosi tra San Paolo, Barcellona e Milano nei migliori ristoranti giapponesi, è pronto a dar vita a gustose opere d'arte culinarie. Appena ventiseienne eppure già esperto, da otto anni impegnato a soddisfare i palati più esigenti, Mario caratterizza la cucina di Shun grazie al suo originale sushi, fusione estetica e saporita della tradizione gastronomica giapponese con quella occidentale. Dall’Oriente coglie i sapori e la semplicità elegante degli
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ingredienti, dall’Occidente l’istinto e la creatività che gli permettono di innovare: il suo menu, ricco e variegato, rapisce i palati già al primo gunkan, succulento “bignè” ripieno di pesce avvolto in un tenero “cuscino” di salmone freschissimo. Fra le specialità ricordiamo i “Marios’ roll” (alga, salmone cotto, philadelphia, erba cipollina e tobiko, le uova di pesce volante) e il Gunkan (bignè di salmone fresco, con riso e uova di salmone).
Shun Viale Tunisia 6 - 20124 Milano Tel e fax 02 29403096 Chiuso la domenica
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Nuove Bocche in Liguria Ora tocca a Varazze
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opo il grande successo del ristorante “Le Bocche” a Portovenere (La Spezie), questa formula vincente di “ristorazione esclusiva” approda anche nella riviera di ponente. “Le Bocche Ponente” è un ristorante panoramico collocato nel nuovo porticciolo turistico della Marina di Varazze (Sv), un complesso architettonico all’avanguardia voluto dal gruppo Azimut-
Benetti, leader nel settore nautico. Il locale si affaccia direttamente sul mare grazie all’ampia vetrata della sala ristorante che consente di degustare nel massimo del comfort le prelibatezze dello chef Claudio Sordi. Le Bocche di Ponente propone i sapori raffinati tipici della cucina ligure, le crudità di pesce fresco e una rifornita cantina di vini. Il banco bar è un blocco nero semplicemente elegante. La sala pranzo è caratterizzata da un grosso volume centrale interamente rivestito con fasce irregolari di legno iroko che accoglie la cucina a vista. La sala è arredata con tavoli e sedute dal design essenziale nei colori tenui del beige e del marrone. Il pavimento in ardesia ha delle sfumature tendenti al verde che richiamano il colore del mare.
Madoogali Cafè un’oasi di piacere a Masano di Caravaggio
Moreno Picchetti porta la Toscana all’Empire Hotel di Roma Il Ristorante Aureliano dell’Empire Palace Hotel di Roma apre la nuova stagione avvalendosi dell’esperienza, della creatività e della professionalità dello chef Moreno Picchietti. Spazio d’ispirazione classica in cui spicca l’apparato decorativo, il ristorante ha scelto per la sua cucina il sapore toscano con materie prime di stagione. I menu elaborati dallo chef seguono i cicli di maturazione dei prodotti e sono in programma serate a tema.
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Singolare iniziativa in Alta Pusteria prevista per la serata di sabato 17 giugno 2006: menu gourmet servito nelle cabinovie della Croda Rossa di Sesto (Bz). La cena inizia verso le 19.00 con un aperitivo nella piazza antistante la stazione a valle. Ognuna delle 35 cabine, normalmente a 6 posti, viene preparata per accogliere 4 commensali e allestita con un tavolo preparato di tutto punto. Le pietanze (ancora segrete) servite durante la singolare cena saranno preparate dagli chef del rifugio Rudi e dello Sport & Kurhotel Bad Moos di Sesto.
MERCURE, NELLA GUIDA 750 HOTEL IN 49 PAESI La nuova guida 2006 degli hotel Mercure che, all’interno del Gruppo Accor, si posizionano come gamma alberghiera di comfort e di grande comfort, comprende 750 hotel in 49 Paesi. La rete Mercure si è ampliata nel 2006 grazie a 47 nuovi alberghi e si è installata per la prima volta in due nuovi Paesi: la Tunisia e il Guatemala.
NEGLI ANTARES HOTEL C’È LA CANTINETTA
L’ispirazione per questo wine-bar è nata dalla magica atmosfera vissuta dai titolari nel paradisiaco atollo di Ari, dove si trova Madoogali, una splendida isola maldiviana. Il Madoogali Cafè è il posto ideale per una sosta rigenerante a tutte le ore della giornata. È un cafe - wine bar che si propone di animare il piccolo paesino di Masano di Caravaggio, nel bergamasco. Quello che colpisce di più entrando nel locale sono i colori e lo stile moderno, estremamente curato nei particolari. Gli arredi infatti spaziano dalle sedute dal design minimal alle poltrone rivestite in velluto, ai lampadari a goccia dallo stile classico. Un mix di colori e materiali che crea un’atmosfera unica e piacevole.
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METTI UNA SERA A CENA…IN CABINOVIA
L’ultima novità che nasce dalla filosofia del gruppo Antares Hotel a Milano (i tre 4 stelle Accademia, Concorde e Rubens) si trova nei Wine bar dei tre alberghi: la Cantinetta, ovvero un angolo dove trovare la migliore selezione di vini, ideale per l’uomo d’affari che dopo una giornata di lavoro deve presenziare a una cena da amici o che semplicemente vuole portare a casa un vino che ha particolarmente gradito durante il suo soggiorno.
L’ALTO ADIGE PREMIA HANSWIRT E ANNA STUBEN L’Hotel Hanswirt di Parcines/Rablà (www.hanswirt.com) e il ristorante “Anna Stuben” (www.annastuben.com) dell’Hotel Gardena (www.gardena.it) di Ortisei sono i due locali che hanno ricevuto il “Premio alla cultura enogastronomica dell’Alto Adige” assegnato per la mostra vini di Bolzano.
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TENDENZE IL PESCE? AL VIGNETO COI FRATELLI SIRAGUSA Non è stato difficile trovare un nome appropriato al nuovo ristorante ricavato in una vecchia cascina a Grumello del monte (Bg), lungo la strada che sale a San Pantaleone. Circondato da cinque ettari di vigneti, il ristorante è stato giustamente chiamato “Al Vigneto”. È affidato alla esperienza di due fratelli,Vito e Tony Siragusa, entrambi siciliani, originari di Mazara del Vallo. Vito Siragusa, 30 anni (nella foto con il presidente dell’Unione cuochi regione Lombardia, Ivar Foglieni), ha alle spalle ottime esperienze nelle sale di ristoranti di prestigio: sommelier e barman professionista, ha lavorato per 7 anni al
ristorante “Da Vittorio”,Tony è invece cuoco affermato, consulente di importanti catene alberghiere. Con lui in cucina è l’esperto Luis Delgado, nato negli Usa, per anni componente dello staff di cucina “Da Vittorio”.A collaborare nella conduzione del locale è anche Silvana Gotti, moglie di Vito. Quanto al menu (chiuso il martedì, Telefono 035 831979), dominano i piatti di pesce e crostacei. Ed era logico, non solo perché Vito e Tony Siragusa sono nati a Mazara del Vallo ma perché con il noto centro siciliano di pescatori hanno mantenuto un filo diretto che fa arrivare in aereo a Milano e quindi a Grumello del monte quanto di meglio il mare ha donato nelle ultime ore. La freschezza del pescato è quindi il primo punto a favore di questa cucina.Al quale vanno aggiunti l’eleganza degli arredi, il dolce panorama fuori dalle vetrate, la gentilezza e professionalità nell’accoglienza, i prezzi giusti e in questo momento anche promozionali (42 euro, escluse le bevande, il menu degustazione a base di pesce e crostacei). r. v.
Cantina del Rubello Roner accompagna il cinghiale
L’
inaugurazione ufficiale non c’è mai stata. Prima ancora di essere aperta, “La Cantina del Rubello” di Cavenago (Mi), piccolo ma moderno e luminoso locale che propone cucina tradizionale lombarda e si avvale di uno staff in prevalenza al femminile, aveva infatti molte prenotazioni dai clienti o dagli amici che frequentano l’”Osteria della Buona condotta” a Ornago (Mi). Per Nicoletta Rossi e Matteo Scibilia una qualche forma di battesimo era peraltro obbligata e l’occasione è stata offerta dalla prima serata di degustazione a tema (“con vini e cibo dell’Alto Adige”), organizzata a metà maggio in collaborazione con la Roner di Termeno (Bz). L’occasione ha visto come di consueto nel ruolo di divulgatore enogastronomico lo chef Scibilia che ha presentato la qualità di alcune delle materie prime utilizzate per il menù, evidenziandone la ricerca e la costanza di fornitura assicurata da realtà di assoluta garanzia come un produttore di vini e grappe quale Roner o un distributore quale il gruppo Metro Italia. Ecco quindi un antipasto di speck di cinghiale accompagnato da Pinot bianco 2005 da profumi e freschezza intensi grazie all’affinamento di un 20% del vino in botti grandi. La minestra di castagne al Traminer con germogli di soia è stata invece valorizzata dal Gewurztraminer 2005 (una primizia che, già di grande valore, saprà dare ancora più soddisfazioni a settembre),
Un eccezionale Perhofer 2005 (Schiava, Lagrein e Merlot) ha poi accompagnato lavagnette di asparagi bianchi, mentre un Cabernet riserva 2001 (intenso e di grande piacevolezza) si è abbinato splendidamente a un notevole guanciale di cinghiale stufato.E dopo i vini Roner (illustratid al direttore commerciale Ernesto Gozzi (nella foto con Matteo Scibilia), l’altra specializzazione dell’azienda altoatesina: le grappe servite in degustazione con il cioccolato di Modica, dall’inconfondibile aroma quasi ruspante che si ricompone con delicatezza in bocca. Eccezionale la “Morbida” (blended di Moscato e Chardonnay) che per profumi e aromi conferma senza alcuna smentita la precisione di un nome che più azzeccato non poteva essere. E sempre unica è anche la William, che delle pere esprime profumi e gradevolezza impareggiabili. m.p. La Cantina del Rubello p.zza Libertà, 82040 Cavenago Brianza (Mi) Tel 02 95339038 Chiusura: domenica sera e lunedì
Il Trussardi alla Scala Ristorante riapre nel mese di giugno Completamente rinnovato secondo un progetto che coinvolge la proposta gastronomica, l’arredamento e l’atmosfera del locale milanese. Dopo un anno, lo chef Andrea Berton concretizza la sua cucina d’eccellenza curando con rigore ogni dettaglio, grazie al supporto di uno staff qualificato e alla sintonia con l’heritage che contraddistingue la maison del levriero. Una nuova cucina all’insegna della tecnologia con struttura unica in acciaio sarà visibile grazie a un divisorio di vetro.
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Un laboratorio che spazia dalla cultura del territorio all’essenza della natura
Non solo vino al relais di Bisol
a un pubblico variegato ha ribadito la sacralità del vino che deriva dalla capacità di conciliare gli opposti che fanno parte del nostro essere, conscio e inconscio, razionale e irrazionale. Grazie al vino, attraverso l’ebbrezza, che deve essere moderata e a propria misura, ogni essere umano ritrova l’identità con se stesso, grazie al oco più di due anni fa rinasceva a vino si riconcilia Rolle Cison di Valmarino il Relais con l’universo e comprende che in Foresteria Duca di Dolle, un ognuno di noi paradiso dell’ospitalità circondato da vigneti e immerso in un panorama d’altri convivono umano e divino. tempi. Voluto dalla famiglia Bisol, L’ultima sfida del Relais è un viticoltori in Valdobbiadene dal 1542, nuovo percorso che va alla riscoperta di come espressione di quel legame indissolubile che li unisce al territorio e quello che un tempo gli antichi abitanti alla sua storia, oggi il Relais rappresenta di questo luogo, i monaci benedettini, un punto di incontro insostituibile tra la compivano in religioso silenzio alla storia e la cultura veneta, un laboratorio ricerca di saporose erbe mangerecce, oggi quasi dimenticate. Un di ricerca e di idee che spazia dal passato al futuro, esaltando i valori di un laboratorio di ricerca mondo agropastorale a rischio di scomparsa. Così in poco più di due anni è stato testimone silenzioso e partecipe del ritorno del grande poeta Andrea Zanzotto a quella che fu un tempo la casa dell’amico Mura, personaggio eclettico del 900, di cui il poeta ricorda in un suo libro le gesta. Ha festeggiato insieme a personalità del Fai l’elezione del Borgo di Rolle a primo Punto FAI in Italia, ha riunito tra le sue mura musicisti di fama internazionale. È diventato un punto di incontro privilegiato tra personalità del gusto, Accademia della cucina italiana e Slow Food, e della cultura come ha testimoniato il filosofo Massimo Donà che nella Sala Convegni ha tenuto una lezione sulla Filosofia del vino. Di fronte
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così eclettico e vocato alla natura non poteva rinunciare a sperimentare una nuova tecnica di coltivazione, che è in realtà un ritorno ai ritmi della natura e al suo legame con l’universo. La viticoltura biodinamica più che un metodo scientifico è una filosofia che affronta l’agricoltura considerando il terreno come un essere vivente, che risente delle fasi lunari e dei ritmi cosmici. Una teoria del filosofo Rudolf Steiner che, alla ricerca del superamento del baratro che divide il mondo spirituale e quello materiale, fu il primo a pensare a un’agricoltura biodinamica. Jacques Mell, il principale esperto di viticoltura biodinamica in Europa, farà delle vigne intorno al Relais un nuovo avamposto di ricerca sulla viticoltura biodinamica in Italia. Si potranno così paragonare tre modi diversi di fare viticoltura, quello tradizionale, organico e biodinamico. Bisol Desiderio & Figli Azienda Agricola 31040 Fol di Valdobbiadene (Fol) Treviso Tel 0423 900138 - Fax 0423 900577 www.bisol.it - info@bisol.it
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M OTO R I
Nuova
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Eos
Volkswagen Sulle ali del vento...
estate porta in casa Volkswagen una nuova, affascinante vettura: si chiama Eos, come la divinità greca dell’aurora, ed è una classica convertibile a 2 porte e 2 posti più 2, con motore e trazione anteriore, e un modernissimo tetto rigido retrattile a comando elettrico al posto della tradizionale capote in tela. Sono ben cinque i pannelli in cui è suddiviso l’hardtop e uno di essi integra un tettuccio scorrevole di vetro con tendina parasole. Sulla Eos, quindi, si può viaggiare non solo con il tetto chiuso oppure totalmente ripiegato nel bagagliaio, ma pure con la classica apertura parziale che fa entrare nell’abitacolo la quantità di luce e aria adeguate alle mezze stagioni. Per aprire e richiudere il tetto basta premere l’apposito pulsante fra i sedili anteriori e l’operazione viene completata in soli 25 secondi. Il parabrezza anteriore poco sporgente facilita l’ingresso nella Eos scoperta, mentre i sedili anteriori con scorrimento a comando elettrico e ritorno
automatico nella posizione precedente agevolano l’accesso ai sedili posteriori. Le linee sono muscolose ma non troppo: leggermente bombati i lati del cofano motore, appena accennato l’andamento a cuneo delle fiancate. A tetto chiuso, la linea ad arco del padiglione dona alla vettura un aspetto da coupé, mentre il frontale con la grande calandra cromata a V segnala l’appartenenza alla famiglia Volkswagen. La Eos è lunga 4,41 metri e larga ben 1,79 metri, misure importanti ma che la rendono eccezionalmente agile e divertente su qualsiasi percorso. Tre i motori disponbili: sono il 2 litri a iniezione diretta di benzina in due varianti (aspirata da 150 cavalli e turbo da 200) e il turbodiesel Tdi 2.0 da 140 Cv,
tutti abbinati a un ottimo cambio manuale a sei marce. Successivamente la gamma sarà completata dal più turistico 1.6 Fsi da 115 cavalli e dal possente V6 di 3,2 litri da 250 cavalli abbinato al cambio automatico a doppia
frizione Dsg. Il piacere di guidare la Eos fa il paio con il comfort offerto dall’abitacolo in qualsiasi configurazione e condizione di marcia, a cielo aperto sotto il sole ma anche a tetto chiuso con freddo e pioggia. L’abitabilità è ottima sia davanti che dietro e la capienza del bagagliaio di ben 380 litri è superiore a quello della Golf. La Eos viene offerta in un solo allestimento, con un equipaggiamento di serie molto ricco: sono compresi, fra l’altro, sei airbag, controllo di stabilità Esp, poggiatesta posteriori con funzione di roll bar, climatizzatore semi-automatico, radio con lettore Cd e 8 altoparlanti, cerchi in lega da 16 pollici, sedili anteriori sportivi e regolatore di velocità. I prezzi partono dai 29.604 euro richiesti per la versione 2.0 Fsi e arrivano ai 33.304 euro per la 2.0 Tfsi. La Eos turbodiesel 2.0 Tdi costa invece 31.605 euro. Enrico Artifoni
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Il polipropilene al servizio dei carrelli
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impiego del polipropilene non conosce confini. Le qualità a resistenza e durata nel tempo fanno sì che sia un materiale plastico usato in tutto il mondo SERGIO PEZZOTTA, per la realizzazione A.D. ROS SPA, PRESENTA LE NUOVE d’articoli d’ogni genere. TENDENZE NELLA Nella ristorazione sono GESTIONE DEI LOCALI tanti i prodotti usati con questo derivato plastico e molti sono diventati strumenti di lavoro insostituibili. Vi parlo di due novità presenti sul mercato, i carrelli da servizio multiuso. Versatili, robusti e durevoli, sono offerti a un prezzo conveniente e facili da assemblare. Molteplici sono gli utilizzi di questi carrelli: trasportare il materiale dal punto di ricevimento al magazzino, alle celle frigorifere, alla zona lavaggio,
al luogo d’utilizzo. Si possono impiegare per il servizio stoviglie, per il servizio catering e bevande, per lo stoccaggio o per la consegna dei pasti. Ogni carrello è dotato di tre ripiani in polipropilene con superficie rugosa che serve a ridurre il rischio di scivolamento del carico, oltre a essere duratura nel tempo, resistente alle macchie e facile da pulire. I ripiani hanno bordi rialzati per ridurre il pericolo di rovesciamenti del contenuto, e l’ampio spazio che li separa permette di eseguire velocemente carico e scarico. I montanti in alluminio garantiscono la solidità nel tempo, le 4 ruote orientabili in acciaio verniciato con
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polveri epossidiche resistono agli attacchi della ruggine, sono silenziose e non lasciano segni. Il carrello piccolo misura 79x41x92 cm, il ripiano è 62x40x30 cm e la portata massima è di 136 kg. Quello più grande ha una capacità massima di 180 kg, misura 102x54x95 e il ripiano è 80x52x29,8 cm. Il carrello più grande permette di sistemare sui ripiani anche i cestelli della lavastoviglie. Sono disponibili accessori come il contenitore per posate e rifiuti, i pannelli opzionali che servono a chiudere tre lati su quattro dei ripiani per poter aumentare il volume o nascondere il contenuto.
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Sergio Pezzotta
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T E C N O H OW
Spillatura VinService tutela l’ambiente
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n’azienda per definirsi moderna e competitiva, oggi, non può trascurare il rispetto del protocollo di Kyoto che ingloba tutta una serie di problematiche ecologiche e ambientali. L’azienda bergamasca Vin Service Dispensing Group, fondata nel 1976, si allinea perfettamente in quest’ottica. Da 30 anni, infatti, si distingue nel design di impianti di spillatura di bevande puntando sulla crescita progressiva di forza lavoro, spazio e fatturato. Nel 2005 ha continuato il suo trend positivo incrementando del 50% gli spazi produttivi nel sito industriale di Zanica (Bg) preparandosi ad affrontare al meglio le nuove sfide del mercato globale, continuando a investire in Ricerca&Sviluppo. Certificata Iso 9002, ha sviluppato un impianto di
refrigerazione CO2, precorrendo i tempi nel settore della spillatura. I laboratori di Ricerca, i prodotti e l’azienda sono certificati da Coca-Cola e Pepsi-Cola oltre che dai principali gruppi mondiali di produzione birreria del calibro di Anheuser-Busch, Apb, Carlsberg, Efes, Fosters, Heineken, Inbev, Kirin, Modelo, SabMiller, S&N e molti altri. La grande spinta
all’innovazione sia di prodotto che di processo di pari passo alla dimensione internazionale sono alla base della stabilità e della continua crescita dell’azienda orobica, che registra un export del 70%. Recente è l’implementazione del sistema gestionale integrato Erp Pantera che permette una gestione organizzativa più moderna.
SICILIA IN BOTTIGLIA DA SAN PELLEGRINO Prodotta da sempre con vere arance di Sicilia, l’Aranciata Sanpellegrino rappresenta l’italian style nel mondo.Tre diversi gusti, L’Aranciata, L’Amara, La Rossa, caratterizzati da un unico tratto distintivo: la presenza della polpa di arancia. Con il loro sapore naturale e genuino, sono le bibite ideali per tutte le occasioni.Alla classica clavetta da 20 cl si affiancano la bottiglia da 1,5 l, la lattina da 33 cl e la nuova in Pet da 50 cl.
DALL' ASSENZIO IL PROFUMO PROIBITO Da oggi l’assenzio non è più soltanto il liquore della Belle Époque, reso celebre dai poeti francesi di fine Ottocento. Infatti rivoluziona anche il mondo dei profumi, proponendo con audacia una combinazione ricercata e inattesa di 49 essenze rare: nasce Aa - Absolument absinthe, Eau de Parfum. La Liquoristerie de Provenne ha curato lo sviluppo di un “profumo di pelle”, che diventa unico nel momento in cui si associa alle note personali di chi lo porta. In Italia è distribuito in esclusiva da Rinaldi Holding di Bologna.
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FIERE E CONCORSI
Il
BonTà
I
l Salone enogastronomico è nato per valorizzare e portare sulle tavole italiane la produzione alimentare d’eccellenza e per dare agli operatori professionali un valido momento d’incontro anche sotto l’aspetto commerciale. Giunto alla terza edizione, Il BonTà è oggi uno dei meeting point più importanti in Italia dedicati ai prodotti alimentari artigianali e di alta qualità. Quest’anno l’appuntamento si rinnova a Cremona dal 10 al 13 novembre con obiettivi chiari e che rispondono efficacemente alle esigenze delle piccole e medie imprese alimentari. Valorizzare al massimo la produzione artigianale tipica e di alta qualità nella distribuzione tradizionale: la manifestazione mette in contatto diretto i produttori con le gastronomie, i ristoratori e la grande distribuzione, per aprire nuovi rapporti commerciali e fruttifere possibilità di business. Attenzione al mercato estero Da sempre una delle prerogative fondanti è promuovere i prodotti artigianali italiani sui mercati stranieri e già nella passata edizione la manifestazione è stata visitata da delegazioni internazionali di buyers che da sempre apprezzano molto il prodotto tipico italiano. Altro punto di
fa gola forza del BonTà è la promozione delle eccellenze alimentari a un pubblico di attenti gourmet che favorisce la conoscenza diretta dei prodotti da parte di un attento pubblico di buongustai. Il BonTà raggiunge questi obiettivi perché
riunisce in fiera oltre 400 produttori attentamente selezionati e provenienti da tutta Italia. Inoltre, coinvolge un gran numero di operatori professionali grazie al ricco programma di eventi collaterali dedicati alla ristorazione.
eccellenti anche presso le televisioni e la stampa nazionale. La stessa cura e precisione nel comunicare si riflette nell’organizzazione di un calendario di seminari, eventi e iniziative collaterali che coinvolgono il pubblico e gli espositori. Come ogni anno, Il BonTà non si limita a un’esposizione eccellente, ma coinvolge i professionisti e i gourmet di alto livello, dedicando loro specifici punti di incontro per l’aggiornamento professionale e la presentazione dei prodotti. Eventi organizzati in collaborazione con le principali associazioni e istituzioni del settore, che riconoscono nell’evento un prezioso strumento di promozione dell’agroalimentare tipico italiano, e con gli espositori stessi che hanno la possibilità di utilizzare anche uno spazio dedicato alle degustazioni dei propri prodotti. Un ricco paniere Di anno in anno i settori merceologici si ampliano come la presenza del vino e le numerose aziende vitivinicole. Aceto balsamico tradizionale di Modena e Reggio Emilia, olio, salumi, vini e attrezzature enologiche, liquori e distillati, frutta sotto spirito, marmellate e confetture, mostarde, frutta, succhi di frutta, conserve e composte, torrone, prodotti del sottobosco, funghi, pasta e farine, legumi e cereali, riso, formaggi, prodotti dolciari, preparati per dolci, prodotti da forno, ortaggi e miele. Queste e altre le proposte per il prossimo appuntamento con il gusto. Da segnare in agenda
dal 10 al 13 nov e m b re 8.000 mq espositivi
Importante saper comunicare L’appuntamento annuale viene portato sotto i riflettori con un’importante campagna di comunicazione, che già negli anni scorsi ha avuto riscontri
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APPUNTAMENTI
FIERE E CONCORSI
Scalda già i motori il Sia Guest di novembre
S
CALENDARIO
i sta già creando una forte attesa per la 56esima edizione di Sia Guest, il Salone internazionale dell’accoglienza che si svolgerà a Rimini Fiera da sabato 25 a martedì 28 novembre 2006. Come tradizione, negli anni pari il Sia ospita anche il settore Grandi impianti per la ristorazione. L'esposizione di Sia Guest si snoderà su 95 mila metri quadrati sui quali saranno ospitati oltre 850 espositori. La vetrina espositiva sarà articolata in 8 settori: “Grandi Impianti”, “360° Contract”, “Spazi e Ambienti”, “Inter Decò”, “Forme e Dettagli di stile”, “Wellness & Cocooning”, “Technology & Building Automation”, “Spazio Bar” e “Foodservice Equipment”. Il Salone, organizzato da Rimini Fiera Spa con il patrocinio di Federalberghi, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per gli operatori del settore turistico, che a Sia Guest possono aggiornarsi su tutte le novità e le tendenze dell’arredo, dell’hotellerie e dell’impiantistica, in modo da conferire al proprio esercizio quel requisito di originalità che determina un valore aggiunto decisivo nella scelta della clientela.
GIUGNO/LUGLIO 12/14 giugno Rho (Milano) MiWine Esposizione internazionale dei vini e dei distillati di qualità www.miwine.it info@miwine.it Info 02 49977179-643 19-22 giugno San Paolo (Brasile) Fithep Mercosur Brasil Tecnologie e prodotti per gelateria e pasticceria www.publitec.com publitec@terra.com.br Info +5511 38131808
2-5 luglio Stoneleight ParkWarwickshire (Uk) The Royal Show Salone internazionale dell’agricoltura www.royalshow.org.uk Info +44 2476696960 9-11 luglio New York (Stati Uniti) Summer Fancy food & confection Show Alimentari, prodotti dolciari e bevande www.specialtyfood.com ccrocker@nasft.org Info +212 4826440
Rho, dai saloni del mobile successo quasi inaspettato
L’ AGROALIMENTARE LIGURE HA FATTO IL BIS
Un’edizione decisamente da record, la 45esima del Salone internazionale del mobile nel quartiere fieristico di Rho-Pero. Il Salone e le biennali Eurocucina, Eimu e il nuovo Salone internazionale del bagno, oltre al Salone del complemento d’arredo e al SaloneSatellite, hanno totalizzato 2578 espositori (di cui 600 giovani designer del SaloneSatellite) distribuiti su un totale di 220.463 metri quadrati. Non solo si è così mantenuta “l’abitudine” del tutto esaurito degli spazi a disposizione, quest’anno fra l’altro maggiori rispetto al vecchio quartiere fieristico in città, ma si è anche concretizzata la vera e propria invasione che Cosmit, l’organizzatore dei Saloni, aveva pronosticato già alla fine della scorsa edizione. Le cifre parlano da sé: 223.138 il totale delle presenze degli operatori di settore, che in percentuale si traduce in +15.96% rispetto all’edizione 2005 e +17.65% rispetto a quella del 2004, quella che vedeva in campo le stesse manifestazioni, Eurocucina ed Eimu. Complice della qualità dell’offerta merceologica nella riuscita della manifestazione anche la qualità del sistema espositivo che ha visto un grande impegno da parte di tutte le 2578 aziende nel creare allestimenti scenografici e portatori creativi della propria filosofia, dando vita a una sorta di mostra nella mostra. Fin dagli esordi del Salone gli allestimenti hanno connotato la manifestazione conferendogli quel particolare valore aggiunto rispetto alle altre fiere, animando con creatività e vitalità la presentazione dei prodotti.
Si consolida con la seconda edizione (12-14 maggio) l’importanza del Salone dell’agroalimentare ligure dedicato alle produzioni enogastronomiche di qualità. I punti di forza sono stati dati non solo dalla splendida cornice di Santa Caterina di Finalborgo (Sv), ma dalla qualità dei prodotti esposti e dagli eventi collaterali. I veri protagonisti sono stati i prodotti selezionati nell’ambito delle eccellenze di ogni provincia. Grande successo per i laboratori di degustazione a base di vini Doc delle 4 province organizzati dall’Enoteca Regionale della Liguria e della Lunigiana, di olio extravergine d’oliva, tartufi savonesi, formaggi, fagiolo Gianetto di Nasino a cura della Camera di Commercio di Savona. Novità sono stati i laboratori di cucina a base di fiori e il dimostrativo sulle fronde ornamentali, a cura di Coldiretti di Savona.
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Bergamo-Digione scambio culturale e culinario Bourgogne, la chiesa di Notre Dame e il quartiere del Parlamento. Si è poi intrapresa la Route des Grands Crus, visitato il Castello di Vougeot, l’antica capitale Beaune con il meraviglioso Hotel Dieu. I soci hanno visitato le antiche i rinnova il gemellaggio cantine della Bergamo-Digione grazie al “Patriarche Père et piacere della tavola. Infatti Fils”, degustato i anche quest’anno si è tenuta l’usuale gita di primavera del Club grandi vini della casa e sono stati poi dei Buongustai di Bergamo. I fortunati trentadue soci sono partiti ospiti del ristorante Les Gourmets di Marsannay-lail 21 aprile per Digione, capitale della Borgogna, e hanno visitato il Cote, stella Michelin. Immancabile la visita all’abbazia di Fontenay, Palais des Ducs et des Etats de
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Semur en Auxois, Vezelay, la parte più caratteristica dell’antica Borgogna. Poi la zona dello Chablis, la Collégiale Saint Martin, le cantine del Domaine Regnard, Auxerre. Molto apprezzata anche la cena presso il ristorante “La Dame d’Aquitaine” a Digione, diretto dal signor Salera (originario di Ardesio) dove si sono riuniti con i soci del Club “Bergamaschi nel mondo”. Lo scambio dei doni tra i rappresentanti nazionali è stato particolarmente significativo.
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La Tenuta Borgolano visitata da Chaine des Rotisseurs
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ra vigne e caprioli. Questo il leit motiv della giornata enogastronomica della Confrérie Mondiale de la Gastronomie - Chaine des Rotisseurs proposta dal Bailli di Milano e Piacenza, Luigi De Sisto, guidata da Gerardo Blanca e organizzata con l’usuale maestria da Loris Lombroni e dalla consorte Anna Maria. L’appuntamento ha visto abbinata una
gita nell’Oltrepò Pavese per visitare le cantine dell’azienda vitivinicola Tenuta Borgolano di Montescano (Pv). Ad accoglierli la titolare dell’azienda Donatella Quaroni, nuova socia della Chaine des Rotisseurs, che ha offerto gustosi aperitivi consumati in cantina e abbinati alle bollicine di Dhéon - Cuvée Spumante Brut metodo Martinotti Tenuta Borgolano. I commensali si sono trasferiti nel vicino ristorante “Al Pino” di Mario Musoni, dove è stato servito un menu comprendente filetto di capriolo affumicato e millefoglie di fois gras fresco con fesetta di capriolo marinato. Tenuta Borgolano via Pianazza, 46 27040 Montescano (Pv) Tel e Fax 0385 60070 - d.quaroni @libero.it
TRA AGLIO E CIPOLLA CI STA LO SCALOGNO Una rassegna dedicata al prodotto Igp a Riolo Terme (Ra).La Fiera dello scalogno di Romagna dominerà il centro storico del paese inaugurando la sua 14esima edizione dal 20 al 23 luglio.Nelle vie del centro si svilupperà anche la mostra mercato dove si potranno gustare pietanze a base del bulbo e numerosi stand con ricchi menu a tema.
LA PATRIA DELL’AGLIO IN FESTA Il protagonista della fiera di Voghiera (Fe) che si terrà al Castello di Belriguardo dal 4 al 6 agosto è l’aglio.Il piccolo bulbo che ha reso famoso il territorio sarà “on the stage” con degustazioni,visite agli stand gastronomici, concorsi a premi,borsevalori,visite a strutture storiche della zona e mostre di oggetti d'artigianato.Vera sfida: battere il precedente record della lunghezza della treccia.Ben 50 metri.
L’arte degli sciabolatori stappa gli spumanti Bisol Tecnica impegnativa ed esaltante quella di aprire a colpi di sciabola le bottiglie di spumante, in voga fin dai tempi di Napoleone. Risale al 1986 la creazione in Francia della Confrérie du Sabre d’Or (confraternita della sciabola d’oro), che oggi vanta più di 500 associati e ha coinvolto migliaia di persone nel mondo. La confraternita sarà a Rolle presso il Relais Foresteria Duca di Dolle di Bisol, il 21 luglio, per intronare 20 nuovi sciabolatori.
Incontro conviviale per la Confraternita del gusto Il primo appuntamento con la cucina d’autore “A Cena dal produttore” si è tenuto nell’azienda agricola San Giovanni in Olevano di Lomellina (Pv), per promuovere le specialità regionali prodotte dai soci della Confraternita Fondamenta del Gusto, il consorzio nato 4 anni fa per volontà di una decina di produttori che credono nella genuinità e qualità delle loro referenze, nell’amore per la tradizione italiana e nell’unione.
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LIBRI - RIVISTE - WEB
Bello sarebbe
Una selezione di 410 tra i migliori spumanti
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inque anni di collaborazione giornalistica con “Lombardia a tavola”. Quarantuno corsivi acuti e personali con cui ha di volta in volta fustigato o incoraggiato cuochi o gestori di bar. Imprenditore di successo, dopo aver scritto un’originale autobiografia, Donato Losa ha raccolto i suoi commenti, decisamente fuori dagli schemi, in un singolare volumetto che rende merito a una preziosa e apprezzata collaborazione con la nostra testata, sempre svolta in assoluta libertà e con l’obiettivo di migliorare l’offerta dei pubblici esercizi.
Sono ben 410 gli spumanti secchi presentati dalla guida “Bere Spumante 2006”. La guida, giunta alla 4a Bere spumante 2006 Autore: Francesco edizione, offre una D’Agostino dettagliata analisi delle Cucina & Vini editrice migliori bollicine nazionali. Pagine 336 - Euro 20 Non si tratta solo di un percorso enologico dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, ma piuttosto di un manuale di enogastronomia con tanto di abbinamenti consigliati e schede dei vini che comprendono una dettagliata descrizione delle caratteristiche organolettiche e delle sensazioni suscitate all’assaggio.Ad ogni prodotto è assegnato un punteggio e sono segnalati gli spumanti che per più annate hanno ottenuto il massimo della valutazione o comunque un buon giudizio. Completa questo manuale la lista dei produttori con le principali indicazioni utili.
Tutti gli extravergine del mondo in un libro È giunta alla sesta edizione la pubblicazione dedicata agli oli extravergine italiani e non di Marco Oreggia. La guida è un’articolata trattazione delle tematiche riguardanti gli aspetti specifici del
utili comprese quelle settore riguardanti premi e agroalimentare: L’extravergine 2006 l’olivicoltura, Autore: Marco Oreggia concorsi oleari. L’extravergine è dunque l’elaiotecnica, la Cucina & Vini editrice una guida-manuale legislazione, i dati Pagine 392 - Euro 29 completa, un volume di statistici, le consultazione che non può tecniche di degustazione, le analisi mancare agli operatori del settore chimiche e anche l’uso del che vogliono avere notizie certe e prodotto in cucina. Inoltre sono soprattutto orientamenti per trattati argomenti economici e migliorare le loro produzioni. turistici e tutta una serie di notizie
Una guida presenta la ristorazione del Nordest
È
di recente pubblicazione la meglio orientare il lettore la guida guida “Nordest A Tavola” che utilizza pratici simboli che presenta, sintetizzate in pratiche indicano la tipologia del locale e schede di una pagina cadauna, le alcuni servizi particolari. Ad offerte gastronomiche esempio con una di ristoranti, trattorie candela sono Nordest A Tavola ed enoteche del Autore: Giovanni Chiades segnalati i locali di Trentino Alto Adige, charme, con Terra Ferma editore del Veneto e del Friuli l’orsacchiotto quelli Pagine 357 - Euro 18 Venezia Giulia. Per adatti ai bambini, con
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la luna i ristoranti la cui cucina è aperta oltre la mezzanotte. Una ricca galleria fotografica, con le immagini di alcuni locali e ristoratori, completa e arricchisce questo interessante manuale.
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SPAZIO AI LETTORI
LETTERE & E-MAIL entile lettore, la ringrazio per la sua testimonianza che è apprezzabile e aro direttore, sugli scorsi numeri molto utile per approfondire, ancora una della rivista avete già trattato volta, un tema caro a molti e per certi versi l’astioso argomento “caro vino”. A scottante. Difficile prevedere come andrà il proposito, la situazione pare ora in una mercato e quale sarà l'atteggiamento delle fase di stallo. Parlo da ristoratore e, cantine nei confronti dei ristoratori. dopo un momento di crisi delle cantine Una cosa è certa, ci vorrebbe un con conseguente aumento dei prezzi del accordo serio tra produttori e ristoratori che vino, da qualche tempo sembra che le non vada a penalizzare nessuno ma cose siano cambiate. Le cantine hanno favorisca, con obiettivi comuni, il consumo ripreso quota e la situazione si è di un prodotto importante come il vino. normalizzata. Per noi ristoratori significa Peccato sarebbe penalizzare una buona poter offrire un prodotto a un prezzo offerta di menu con una proposta enologica accessibile con aumento dei consumi troppo cara o viceversa. La qualità presso la clientela. Più vino si beve, più rischierebbe di pagare un prezzo troppo alto e il consumatore di rinunciare al buon bere. se ne vende... a un prezzo moderato e realistico. Questa sarebbe la logica del mercato che accontenta produttori, a.l. ristoratori e consumatori. Comunque, le perplessità non mancano. Cosa Il bollino fantasma accadrebbe se le cantine dovessero rialzare il prezzo per un’altra crisi? i scrivo per avere informazioni sul progetto, intrapreso dall’ex ministro p.v. delle Politiche agricole, riguardante Milano l’emissione del bollino di qualità per i Dove va il prezzo del vino?
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aro lettore, è interessante sollevare un tema di cui si sono quasi perse le tracce. Attualmente è stato costituito il nuovo governo che prevede al ministero un tecnico qualificato come Paolo De Castro. Certificare la qualità dei prodotti e dei ristoranti italiani all'estero è un percorso difficile e molto delicato. Già tante avversità si affrontano nella certificazione dei locali nel nostro Paese, all'estero il rischio si moltiplica enormemente. Si tratta certamente di un nobile progetto mirato alla salvaguardia del made in italy, sarebbe bello poterlo realizzare. Speriamo che il governo attuale possa svilupparlo al più presto.
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a.l.
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Lombardia a Tavola garanzia di aggiornamento
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I.P.
e ntien - Co (BG) O 0 Mozzo RGAM2403 B BE 51 1, DC atti, ma via Pi comto srl 1, art. at 46) Cont 04 n.izioni /02/20 . Ed L. 27 tassa v. in lativa 3 (con la re 3/200 gare L. 35gna a pa le - D. O Mozzo (BG) impe Posta BERGAM e si - 24030 ch to en te ma 1, DCB Piatti, 51 nam itten art. 1, como srl - via Abbo al m 04 n. 46) Contatt e in isca L. 27/02/20a. Edizioni izion stitu (conv.lainrelativa tass Sped o si re 353/2003 .a. - capit a pagare ale - D.L. to Postche ne s.p to re si impegna onamen Italiamanca ente in Abbca mitt al ne ste di Po caso . - Spedizio restituis In ane s.p.a recapito si Poste Itali di mancato In caso
ristoranti italiani all’estero. Dopo la notizia di qualche tempo fa, non si è più saputo nulla. Voi avete qualche informazione in più.
te Doc spuman Trento della ici ai vert ne italiana io uz i prod siv epò ltre clu ll’Oin i erisdeiW eau tetso In nel Cav Scoin mi os al trMa s res zione ga g le in Onav, de nza a Brescia lle d’ecce
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