Lombardia a Tavola 144 Luglio/Agosto 2006

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB BERGAMO In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. Edizioni Contatto srl - via Piatti, 51 - 24030 Mozzo (BG)

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anno XVIII n.144

Acqua da sommelier L’ultima sfida firmata Norda

Riflettori d’estate sui vini del Garda

Almeno in parte il Tocai cederà il posto al Friulano?


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Sommario Sommario

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Sommario

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L’avventura della cucina italiana in Cina

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Contro la calura estiva, caprini e Lugana

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L’acqua da sommelier è firmata Norda

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Acido ammoniacale, nemico del pesce

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Osservatorio sui trend della ristorazione

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Gelato industriale: il suo codice “etico”

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Degustazioni alla scoperta di Cremona

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Fohrenburger, la birra autoctona

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Aibes premia i barman del Centro-Sud Italia

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MiWine, una fiera in crescita

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Müller Thurgau, re della val di Cembra

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Il destino del Tocai. Luci e ombre

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Il Garda premia vino e olio di qualità

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Scoprire l’uva autoctona del Groppello

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Sicurezza contro le truffe elettroniche

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Bmw Serie 3 Coupè, potenza e grinta

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Il Bontà, festival di eccellenze alimentari

82 82 In copertina Nel settore delle acque minerali Norda si posiziona terza azienda in Italia per il canale Horeca. Costantemente alla ricerca di innovazione ed eccellenza nell’offerta, l’azienda vanta una serie di prodotti che identificano un’acqua di qualità. Ultima sfida, l’acqua da sommelier creata in collaborazione con l’Istituto europeo di Design di Milano. Dai bozzetti degli studenti è stata scelta una proposta creativa per un nuovo packaging. Nasce così la rivoluzionaria bottiglia in vetro Lynx, naturalmente firmata Norda.

MENSILE DI CULTURA ENOGASTRONOMICA E TURISMO

“Lombardia a Tavola” è una rivista di cultura enogastronomica e turismo. Si rivolge nel territorio della Lombardia e del nord Italia, ad alberghi, ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, cuochi, barman, luoghi di ritrovo, enti, aziende, associazioni e privati che si interessano di enogastronomia e turismo, per un totale di circa 40 mila destinatari.

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Troppe chiacchere sui trucioli E i frazionamenti o l’acqua?

U Per il vino si profilano vere rivoluzioni, ma in Italia si discute d’altro. Additivi, rettifiche o chimica rischiano di cambiare in peggio il mercato, applicando le regole Usa. Dal MiWine un’esperienza positiva per far lavorare insieme il vino e la ristorazione

na cosa sembra certa. Milano (e in particolare le istituzioni e le associazioni impegnate in prima linea) ha vinto la sua scommessa. Grazie a MiWine il capoluogo lombardo può avere un ruolo (importante) nel mercato internazionale del vino. La manifestazione di FieraMilano forse non ha sfondato sul piano dei numeri, come speravano i suoi organizzatori, ma certo ha dimostrato a produttori e buyers che è possibile utilizzare una sede prestigiosa, con servizi di primordine, per promuovere al meglio uno dei beni nazionali più preziosi: il vino e tutta la filiera dell’enogastronomia. Il coinvolgimento della città e di ristoranti, bar ed enoteche non ha eguali in Italia, confermando come sia possibile, purchè lo si voglia sul serio, costruire un’alleanza strategica fra vino e ristorazione. In Italia intanto sembra che l’unico tema su cui si gioca, quasi in termini di vita o di morte, il futuro del vino sia quello dei trucioli. Un dibattito che non ci appassiona per nulla, nonostante il prestigio buttato in campo da associazioni o grandi nomi del settore. Non che la questione di come sia fatto un vino non sia importante. Ci mancherebbe altro. La verità è che non siamo convinti dei tanti gridi di dolore che sorgono dal nulla, quasi che coi trucioli l’Italia non abbia mai avuto nulla a che fare. Cerchiamo di essere seri, chi non ne ha mai visti in qualche cantina scagli pure la prima barrique... Il dubbio è che ora che la Ue ne regolarizza l’uso a seguito delle norme sull’import da Usa o Australia qualcuno cerchi alibi per dire che a questo punto si è costretti ad utilizzarli anche da noi. Senza dire che per ossigenare più in fretta alcuni vini, quando la moda era di farli obbligatoriamente in barrique, in molti usavano anche i trucioli. C’è solo da sperare che qualche serio collega americano non pensi di fare un’inchiesta sul mercato dei trucioli in Italia negli ultimi anni. Invece di prendere atto della situazione e puntare sulla questione vera (l’obbligo di indicare in etichetta l’uso dei trucioli, così da evitare le troppe speculazioni sui prezzi), purtroppo si grida solo allo scandalo dimenticando (o nascondendo...) che ben altri sconvolgimenti sono dietro l’angolo. Altro che rilanciare il vino biologico (che senza controlli seri resta solo un’utopia). La verità è che si apre la possibilità di fare il vino coi laboratori del piccolo chimico. Le novità introdotte dalla Ue creano infatti i presupposti per un’autentica demolizione di tutte le procedure e le garanzie con cui in Italia si è potuto arrivare a conquistare una leadership internazionale per vendite e qualità. Non si può, in particolare fare finta di dimenticare che negli Usa, ad esempio, il “vino” lo si può fare aggiungendo fino a un 30% di acqua al prodotto base. Per non parlare dell’aggiunta di additivi o rettifiche da noi finora vietati o, vero incubo per i puristi, delle tecniche di “frazionamento” per cui si può scomporre un vino per aromi o estratti e poi ricostruirlo modificandone la caratteristica. Non diciamo che i trucioli sono un bene, ma purtroppo dietro l’angolo c’è di peggio. Alberto Lupini alberto.lupini@lombardiaatavola.it

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C A M B I A L ' O S P I TA L I T À Edizioni Contatto srl Via Piatti, 51 - 24030 Mozzo (Bg) Tel 035 615370 - fax 02 700557702 www.lombardiaatavola.it - segreteria@lombardiaatavola.it Amministratore: Mariuccia Passera Redazione: Via Piatti, 51 - 24030 Mozzo (Bg) Tel 035 460563 - fax 02 700557702 redazione@lombardiaatavola.it www.lombardiaatavola.it Direttore responsabile Alberto Lupini - alberto.lupini@lombardiaatavola.it Direttore editoriale: Roberto Vitali - Vicedirettore: Marino Fioramonti Segreteria di redazione: Elisabetta Passera - In redazione: Greta Nicoletti Art director e impaginazione: Andrea Lupini Hanno collaborato a questo numero: Enrico Artifoni, Carlo Bresciani, Bruno Federico, Simona Caccia, Nicky Fiore, Salvatore Longo, Gustavo Lopez, Rosanna Ojetti, Davide Oltolini, Gianpaolo Marchetti, Sergio Mei, Roberto Morelli, Sergio Pezzotta, Enrico Rota, Mirosa Servidati

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Precisazioni IL TRENTO DOC PRODOTTO SOLO IN TRENTINO Pur essendo scontato che lo spumante Trento Doc (che rappresenta circa il 40% della produzione nazionale di bollicine) è realizzato solo in Trentino,per un refuso nel numero di giugno di Lombardia a tavola è apparso un titolo che poteva trarre in inganno perché, in pieno contrasto con il sommario e con il contenuto del testo (dove si parla solo di Trentino),indicava che il Trento Doc nasce in Alto Adige.Purtroppo è accaduto che in sede di chiusura dell’ultima bozza,per un disguido tecnico il correttore automatico del sistema editoriale (che per default riporta la dizione “Trentino - Alto Adige”) invece di cancellare la parola in esubero “Alto Adige” ha cancellato “Trentino”.Dell’errore ci siamo accorti solo a numero stampato e spedito e ora non possiamo che scusarci con i lettori. LAT

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Turismo sulla scia di vini e sapori di Roberto Vitali

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li italiani sono i più colti al mondo e godono del miglior cibo dell’intero pianeta”. Personalmente ne sono più che convinto. Ma fa piacere sapere che sono d’accordo anche i 4,1 milioni di membri del sito wwww.wayn.com, con sede in Gran Bretagna, che riunisce globetrotters incalliti in cerca di amici e compagni di viaggio. Invitati a votare le destinazioni preferite, hanno dato il massimo punteggio all’Italia, che si è piazzata prima per simpatia, cultura e buon cibo. Meno bene il nostro Paese si è piazzato per “ospitalità” e “generosità”. Questa notizia mi dà lo spunto per tornare a parlare del turismo enogastronomico. E il discorso cade sulle “Strade dei vini e dei sapori” (sono 139 per ora in Italia), un modello di innovazione turistica che calza a pennello per il nostro Paese ma che è ancora alla ricerca di un serio coordinamento nazionale, nonché di un rifinanziamento della legge quadro del 1999. Argomenti dibattuti in un convegno nazionale organizzato dalla Regione Emilia Romagna e dall’Associazione nazionale Città del Vino. Altro punto debole evidenziato: la scarsa collaborazione tra pubblico e privato, nonché lo scollamento tra le “Strade” e i Consorzi di valorizzazione dei vini e prodotti tipici. Ancora una volta viene stigmatizzato il comportamento individualista e di scarsa collaborazione tra i vari attori del comparto turistico, culturale ed enogastronomico. Al nuovo governo l’appello per intervenire decisamente nell’ammodernare le infrastrutture e per incentivare gli investimenti nel settore dell'accoglienza, soprattutto al Sud, dove le potenzialità inespresse rimangono gigantesche. roberto.vitali@lombardiaatavola.it

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Con Icif la cultura italiana alla conquista della Cina

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Shanghai Lingang Science and Technology School, Zhou Yuan Chao. «Quando sono stato chiamato a dirigere questo importante progetto - ci dice il direttore Zhou Yuan Chao - ho subito capito l’importanza di questa scuola e di come poteva diventare un momento importante per i rapporti tra il mio Paese e l’Occidente. Oggi, dopo i controlli di qualità, sono particolarmente contento di dichiarare che la scuola dell'Icif in Cina è stata dichiarata la miglior scuola professionale di indirizzo enologico e gastronomico di tutta la Cina e di conseguenza ha ottenuto l’autorizzazione - cosa rara - e il riconoscimento giuridico da parte del mio governo». Sono passati quattro anni e la scuola è una realtà che verrà inaugurata entro la fine del 2006 con la offerta. L’Icif (Italian culinary institute for foreigners) ha ricevuto, benedizione e l’autorizzazione del governo della Repubblica infatti, il riconoscimento ufficiale Popolare Cinese e alla presenza di come Istituto di formazione un ministro del governo italiano. culturale e professionale dalla L’obiettivo è la formazione di Repubblica Popolare di Cina. Era il 1998 quando il direttore generale Icif Bruno Libralon (nella foto in basso) si era recato in Cina per organizzare un concorso di cucina. Un primo contatto con le autorità, altri ancora e poi la prima pietra della scuola in Huinan Nanhui, poco distante da Shanghai. Era il 13 giugno 2002 quando l’Istituzione cinese alla cultura e istruzione nominava un suo rappresentante nella persona del direttore della egli ultimi anni straordinarie scoperte e studi approfonditi hanno portato a una rivalutazione della storia e della cultura della Cina. Dai dati emersi si traccia un quadro chiaro ed esauriente delle vicende di questo grande Paese. Dalla politica della conservazione culturale alla politica del confronto e delle sfide. La Cina di oggi si può riassumere in: sviluppo nella tradizione. Anche la cultura dell’alimentazione non si è sottratta al cambiamento e alla possibilità di ampliare la propria

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operatori che attraverso diversi master possano assimilare il gusto e la cultura alimentare italiana da “esportare” nei loro paesi d’origine. Per questo, i corsi si svolgono esclusivamente in Italia al fine di favorire la conoscenza diretta della realtà locale. Oltre alla formazione scolastica teoricopratica, agli allievi è offerta l’importante opportunità di visitare le più significative realtà produttive del settore agroalimentare con lezioni specifiche riservate ai prodotti tipici e alle loro metodologie di produzione. Ogni gruppo è affidato alla responsabilità di un tutor, proveniente dallo stesso Paese degli allievi per facilitare la comunicazione. «Entro il 2006 si inaugurerà - dichiara il direttore generale Icif Bruno Libralon - la prima scuola di cucina italiana in Cina. Un grazie all’Ice, alle Regioni Piemonte e Lombardia e al governo della Repubblica Popolare Cinese che hanno voluto investire sulla formazione professionale». a.l.

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I lombardi puntano sulla qualità per il più grande mercato del mondo

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olto il caso del cioccolato, che con oltre 25 milioni di euro (per lo più appannaggio della Ferrero) rappresenta oltre la metà dell’export italiano, per l’enogastronomia italiana non ci sono state finora grandi possibilità di vendite in Cina. La tradizionale assenza del formaggio nella cucina asiatica e le rigidissime norme che vietavano la commercializzazione di salumi e carne hanno praticamente escluso gran parte dei nostri prodotti. Se poi si pensa che il mercato del vino è praticamente in mano ai francesi, massicciamente

presenti nella grande distribuzione, da Carrefour a Metro, e in grado, a differenza degli italiani, di superare anche gli sbarramenti sugli insaccati, si può ben capire come i nostri operatori (dai più grandi ai piccoli) siano direttamente impegnati ad acquistare nuove fette del più grande paesemercato del mondo. Fra le realtà più interessate a questa strategia c'è ovviamente la Lombardia, prima area agricola nazionale, che proprio sulla Cina punta ad aprire nuovi canali commerciali dopo i successi già avuti in comparti come il tessile, la meccanica e le altre attività industriali. La conferma è venuta dal recente Sial di Shanghai (29-31 maggio) dopo la presenza italiana che superava per numero di aziende quella francese, che peraltro resta la più organizzata e la più radicata sul territorio. Proprio il crescente interesse dei 300 milioni di cinesi che vivono nelle grandi città verso il made in Italy e in genere i prodotti di qualità, nonché il fatto che Shanghai si presenta oggi come l’ormai prossima capitale mondiale dell’economia, ha

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spinto la Regione Lombardia, che con il 13,4% della produzione costituisce il principale polo agroalimentare nazionale, a organizzare una partecipazione diretta di una qualificata rappresentanza di imprese e di istituzioni che, grazie anche alla collaborazione della locale sede dell’Ice (Istituto nazionale per il commercio estero), ha costituito il punto di maggiore richiamo all'interno dell’area Italia (Sapori d’Italia) costituita d’intesa con il ministero per il commercio estero e il sistema uniocamere. Le 21 aziende presenti con la Regione Lombardia (si veda box a fianco) hanno così avuto l’occasione di incontrare buyer, distributori e rappresentanti della ristorazione delle principali realtà cinesi, puntando in particolare su aree di mercato oggi in forte sviluppo come quelle del formaggio, del vino, dei dolci e dei prodotti conservati. Ad arricchire la presenza lombarda, che contava anche su altre imprese presenti direttamente in fiera (è il caso della Zanetti spa), c’erano il

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Auricchio: facciamo conoscere il formaggio

21 LE AZIENDE AL SIAL CON LA REGIONE

Non possono che essere soddisfatti i produttori lombardi di bollicine che si trovano di fronte competitor quali le maison di champagne, ma riescono a vendere comunque. E che dire di chi produce aceti balsamici o mostarde che in Cina non si sa proprio cosa siano. Chi peraltro deve forse giocare maggiormente contro corrente sono i produttori di formaggio, un prodotto che proprio non c’è mai stato nella dieta cinese. Qualcuno parlava addirittura di intolleranza alimentare dei cinesi verso la caseina. Eppure proprio gli stand dei produttori di formaggio (da quello del Consorzio Grana Padano a quello delle Latterie Virgilio) sono stati fra i più visitati nell’area italiana. Se le forme di grana attiravano l’attenzione dei buyer cinesi, ancor di più si può dire dei maxi provoloni della Auricchio. «È un mercato certamente difficile - dice Alberto Auricchio (nella foto) perchè lo sforzo principlae è concentrato nel fare conoscere il prodotto formaggio. Ma per chi come noi vende in 50 Paesi nel mondo è una bella sfida».

21 le aziende lombarde che hanno partecipato alla delegazione della Regione Lombardia e di Federlombarda. Per l’area formaggi c’erano Auricchio di Cremona (rappresentata da Alberto Auricchio), Latterie Virgilio di Mantova (con Fausto Turcato e Sara Saccagi), Ciresa di Introbio, Lc (con Nicola Arnoldi), Mico di Orzinuovi, Bs (con Giovanni Motti) e Consorzio Export 3p di Pegognaga, Mn. Per i vini, Cà di Frara di Mornico Losana, Pv (con Paola Corsini), Decordi di Motta Baluffi, Cr (con Alessandro Decordi), Le Fracce di Mairano di Casteggi, Pv (con Nicoletta Mongini e Roberto Gerbino), Tenimenti Castelrotto di Montecalvo Versiggia, Pv (con Patrizia Torti), Cà Montebello di Cigognola, Pv (con Alberto Scarani e Silvio Gazzaniga), Majolini di Ome, Bs (con Simone Maiolini), Monte Rossa di Nornato Cassago San Martino, Bs (con Emanuele Rabotti e Monica Toninelli), Ricci Curbastro di Capriolo, Bs (con Giuseppe Roviaro), Contadi Castaldi di Adro, Bs (con Claudia Spada) e Agricola San Giorgio di Santa Giulietta, Pv (con Guido Perdonini e Silvana Gatto). Per le altre produzioni, Le Tamerici (mostarde e marmellate) di San Biagio, Mn (con Paola Calciolari e Umbro Rosati), Torrefazioni Poli (caffè) di Treviolo, Bg (con Alberto Poli e Marco Limonta), Witors (cioccolato) di Corte de’Frati, Mn (con Andrea Griffoni), Consorzio del Pomodoro di Rivarolo Re, Cr (con Linda Avigni), Riso Gallo di Robbio, Pv (con Alejandro Titiunk, che da 10 anni vende riso in Cina) e Galletti (aceto) di San Daniele Po,Cr (con Elisa Galletti e Gabriella Galante).

Consorzio Grana Padano (presente con una delegazione guidata dal direttore amministrativo Giuseppe Saetta), Federlombarda, la più importante organizzazione delle imprese agroalimentari che ha svolto un ruolo di coordinamento esterno attraverso gli interventi del vicepresidente Pasquale Gervasini, e la Camera di commercio di Cremona, direttamente impegnata nell’organizzazione della missione. Durante i tre giorni di manifestazione la presenza lombarda è stata arricchita da diversi momenti di degustazione presso l’area comune

allestita dall’Ice (grazie all’impegno del direttore della sede di Shanghai, Maurizio Forte), in occasione dei quali la Regione Lombardia (rappresentata da Gianfranco Di NicolaAntonio) ha presentato ricette e prodotti in collaborazione con gli chefs e i sommeliers dell’Italian culinary institut for foreigners (Icif, si veda servizio a pagina 7), abbinandole a vini della regione. Fra i seminari previsti ricordiamo quelli sui formaggi Dop, i risotti e i vini. a.l.

In apertura un Carrefour a Shanghai. Da sinistra area italiana al Sial, a destra Pasquale Gervasini, in basso da sinistra Giuseppe Saetta, Gianfranco Di NicolAntonio e la promozione al ristorante a base di prodotti lombardi e Grana Padano.

PROMOZIONE IN 8 RISTORANTI A conferma del ruolo insostituibile della ristorazione per la promozione dell’enogastronomia, anche all’estero, la Regione Lombardia ha organizzato un periodo di promozione con la proposta di menu e abbinamenti “Made in Lombardy” presso 8 ristoranti di cucina italiana di Shanghai.

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I caprini , freschezza dell’estate, si sposano con il Lugana

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e capre anticamente erano definite “le mucche dei poveri” perché robuste e poco dispendiose da mantenere, si accontentavano dell’erba e dei germogli che MIROSA SERVIDATI, riuscivano a brucare SOMMELIER, in luoghi inospitali. SOTTOLINEA Spesso non era una GLI ABBINAMENTI TRA I VINI E I CIBI scelta, ma una DI CASA NOSTRA necessità poiché i pascoli migliori erano vietati alle capre in quanto non producevano lana, così come non era permessa ai caprini la transumanza. Esisteva infatti la “dogana della mena” che era l’organismo statale preposto al controllo delle pecore in transumanza. Il caprino è un formaggio che si produce in molte regioni italiane; in Lombardia una buona parte della produzione è ancora artigianale e si declina in varie tipologie secondo la zona di realizzazione e il tipo di latte utilizzato. Abbiamo i caprini di Vagolino, freschi e di solo latte vaccino, quelli di Barzio sia freschi che stagionati e di latte misto e quelli della valle Sassina, la cui versione dipende dal periodo di produzione: freschi i caprini primaverili, destinati alla stagionatura quelli estivi, il latte utilizzato è vaccino e caprino. La preparazione e la lavorazione è la stessa per le diverse versioni di questo formaggio. Il latte è fatto coagulare in piccole bacinelle aggiungendo caglio e poi lasciato a riposare per un giorno. Si procede a mettere la cagliata in sottili teli con molta cautela per non sfaldarla, permettendo così lo sgocciolamento del siero. La massa caseosa viene lavorata con l’aggiunta di sale e poi suddivisa in piccole pezzature conferendole la caratteristica forma cilindrica: la nostra leccornia è così pronta per il consumo. Per i caprini stagionati si parte dallo stesso impasto di quelli freschi, ma si aggiunge più sale. Una volta preparato, il formaggio viene posto in celle di stagionatura finché affiorano le prime muffe, periodicamente lavate con un panno imbevuto di salamoia. La stagionatura non supera i 30 giorni. Il caprino fresco è un formaggio semplice che ha nella cremosità e nella freschezza le sue migliori e peculiari qualità, ha però anche una consistenza data dalla materia grassa. Ad accompagnarlo vuole quindi un bianco fresco e profumato, ma anche sapido e netto così da trasformare la sensazione grassa in vellutata carezza. Tra le bottiglie

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lombarde proponiamo un Lugana, intenso e sapido con una bella spalla acida. Tra quelli italiani scegliamo la Ribolla gialla, un vino con un bel bouquet floreale fresco e sorbevole. Il caprino stagionato ha gusto aromatico e deciso, a volte piccante; il vino in abbinamento dovrà essere capace di contenerne l’esuberanza arrotondando le spigolature, rispondendo alle sue note provocanti con l’eleganza e la dolcezza, l’aromaticità e la rotondità. Azzardiamo un abbinamento particolare: un bianco lombardo dolce, avvolgente, ma che non manca di sapidità come il San Martino della Battaglia. Mirosa Servidati

Lugana Doc Lugana Riserva del Lupo 2003 Tipologia vino: Lugana Etichetta: Lugana Riserva del Lupo 2003 Uvaggio: Lugana 100% Vinificazione: fermentazione prolungata Invecchiamento: in bottiglia A ffinamento: in acciaio Pro fumo: minerale Sapore: clorofilla Longevit : 12-18 anni Gradi: 12,5% vol. Temp. di servizio: 8-10°C Acidit totale: 5,40 °/°° Abbinamenti: ottimo con i piatti di mare come le ostriche e i crostacei. Raffinato con i formaggi freschi dal sapore delicato Azienda Agricola Ca’Lojera Via 1866 - 25019 Sirmione (Bs) Tel 045 7551901 - Fax 045 6409280 www.calojera.com - info@calojera.com L U G L I O - AG O S TO 2 0 0 6


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Acqua da sommelier L’ultima sfida di Norda La classe della tradizione si fonde con il design innovativo. Nasce un nuovo “stile” di bere acqua qualità, sempre mantenendo l’equilibrio e la saggezza che caratterizzano il marchio: evitando quindi eccessi e forzature, soprattutto per quanto riguarda l’introduzione nei ristoranti delle cosiddette “Carte delle acque minerali”. Per Norda l’acqua è il modo più naturale e sano di accompagnare l’alimentazione e di dissetarsi. A casa e fuori casa. In questa filosofia rientra anche la volontà di puntare sempre più sull’importanza di bere acqua di qualità nei migliori ristoranti. Questo significa aprire serie e motivate collaborazioni a tutti i livelli con ristoratori, chef, scuole alberghiere, accademie di cucina, sommelier, enogastronomi e associazioni del untare sull’importanza gusto. Ma senza imposizioni. dell’abbinamento tra acqua di L’azienda sta già attuando questo qualità e buona cucina percorso da alcuni anni e, come ha rappresenta un fattore determinante dichiarato il suo management, nell’immagine e nel gradimento del marchio Norda, conosciuto come uno intende incrementarlo ulteriormente anche in dei professionisti della ristorazione. Infatti è stata una tra le prime aziende futuro. Una nuova, di acque minerali a promuovere la significativa cultura dell’abbinamento tra acque e testimonianza viene cibi, anche tramite eventi e dall’avanguardistica manifestazioni rivolte al iniziativa promossa da coinvolgimento dei giornalisti, dei professionisti della ristorazione e degli Norda in collaborazione con Saint Gobain Vetri e appassionati gourmet. Inoltre, l’azienda ha costruito e costantemente il famoso Istituto europeo di Design di Milano: gli rafforzato prestigiose collaborazioni studenti dello Ied sono con accademie del gusto, autorevoli scuole come Academia Barilla e altre stati invitati a realizzare realtà ai massimi livelli internazionali proposte creative per nuovi packaging. Da questa nel campo dell’alta cucina. iniziativa è nata la rivoluzionaria Per Norda il canale della bottiglia in vetro Norda destinata al ristorazione (Horeca) è, infatti, settore Horeca, creata dalla giovane importantissimo, visto che si colloca designer islandese Tinna Pitersdottir. come terza azienda del settore in Italia. Si sta impegnando molto in g.n. questo dialogo con la ristorazione di

Lynx vista da vicino

Nasce sul versante Nord-Est del Monte Pelpi, nel Comune di Bedonia (Pr). L’acqua, defluente dalla roccia viva, viene captata e convogliata naturalmente allo stabilimento di Masanti di Bedonia (Parma) tramite una tubazione di acciaio inox lunga circa 2 Km. Confezioni: 50 cl di vetro a rendere, 75 cl per l’Horeca, 1 lt per l’Horeca, 1 lt di vetro a rendere, Blue Elite da 75 cl e 33 cl, 92 cl in vetro verde, 1,5 lt in Pet, bibite di vetro a rendere da 1 lt, bibite gamma in Pet da 1,5 lt.

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Dagli Appennini alle Alpi, il gemellaggio del gusto

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interesse verso i prodotti gastronomici del territorio non è una moda passeggera ma un bisogno sentito per riscoprire, nell’arcipelago della golosità, gli alimenti legati alla storia e alle tradizioni di un passato che rischia di smarrirsi. Ecco perché il formaggio Asiago si è gemellato con l’aceto

balsamico tradizionale di Modena affinato ed extra vecchio. La cerimonia del gusto “Dagli Appennini alle Alpi” è avvenuta il 21 maggio presso il ristorante Da Riccardo “Al Maddarello”- sull’Altipiano dei 7 Comuni di Asiago (Vi) - alla presenza del sindaco Andrea Gios e dei due presidenti dei Consorzi, il veneto Roberto Gasparini e l’emiliano Mauro Gambigliani, alla guida di una delegazione di produttori modenesi e di esperti degustatori dell’aceto balsamico. Unico nel panorama dei prodotti caseari Dop italiani, l’Asiago è un formaggio in due tipi diversi: meno conosciuto al di fuori della zona di origine è lo stagionato (o dell’allevo) che è prodotto a partire dal

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latte fresco di due mungiture. È di forma cilindrica appena inferiore all’Asiago fresco o pressato. A seconda della stagionatura è definito mezzano (da 4 a 6 mesi), vecchio (oltre 10 mesi), stravecchio (oltre 15 mesi). L’aceto balsamico tradizionale di Modena è, invece, ottenuto da mosto d'uva cotto, maturato per acetificazione derivata da fermentazione naturale e progressiva concentrazione, mediante invecchiamento in botticelle di pregiati legni di dimensioni decrescenti (“batteria”). Di colore bruno scuro, carico e lucente, manifesta la propria densità in una corretta sciropposità.

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OLIO

Dimmi da dove vieni… …e ti dirò che Dop sei

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engono da Sicilia, Umbria e Veneto i migliori oli Dop italiani premiati con la “Sirena d’Oro”. Hanno combattuto in tre categorie, superato la selezione e sbaragliato i 57 oli avversari di 31 denominazioni arrivati alla finale del Premio “Sirena d’Oro” di Sorrento. Riservato alle produzioni oleicole Dop. è stato organizzato da Assessorato all’agricoltura e attività produttive Regione Campania e Città di Sorrento con la collaborazione dell’Associazione nazionale Città dell’Olio, Oleum e Federdop. Premiati anche Anna Scafuri, Chiara Mojana, Angelo Peretti e Fabio Piccoli con il Premio giornalistico “Sirena d’Oro”, e lo chef Alfonso Iaccarino, insignito

della carica di ambasciatore della gastronomia mediterranea. La cerimonia di consegna dei premi, alla quale hanno presenziato Andrea Cozzolino, assessore all’Agricoltura e attività produttive della Campania, insieme alle cariche istituzionali, si è svolta il 13 maggio al Teatro Tasso di Sorrento. «La produzione di olio di qualità - ha detto Andrea Cozzolino ha bisogno di una grande manifestazione come il “Sirena d’Oro”, una risposta italiana ai marchi che ormai sono in mani straniere. La salvaguardia del nostro settore e della qualità delle produzioni passa necessariamente attraverso un crescente investimento e impegno sulle

denominazioni di origine. Occorre impegnarsi per mantenere l’alleanza con la ristorazione, iniziata proprio in seno al Premio, per promuovere l’uso della Carta degli oli nei ristoranti che rappresenta un veicolo straordinario non solo per difendere la tipicità ma anche la sicurezza alimentare». Il premio per la categoria fruttato intenso è andato alla Dop Monti Iblei sottozona Gulfi dell’azienda agricola Sergio Gafà di Varzo (Vb), per la categoria fruttato medio alla Dop Umbria sottozona Colli Assisi-Spoleto dell’azienda agricola Marfuga di Campello sul Clitunno (Pg), per la categoria fruttato leggero alla Dop Veneto Valpolicella della Cantina sociale della Valpantena (Vr).

Storia e tradizione toscana nel Vipiano di Giannini Nel vasto territorio del Comune di Arezzo,Vitiano è la parte estrema a Sud, verso Cortona, al confine con Castiglion Fiorentino: dolci colli ai bordi della val di Chiana. A Vitiano documenti e reperti lo attestano - l’olivicoltura era praticata già ai tempi dei Romani. La famiglia Giannini, produce olio di oliva dal 1300 ed è proprietaria da 350 anni di un frantoio che opera anche per terzi. La superficie olivata di proprietà è di 57 ettari, a un’altitudine fra i 300 ed i 500 metri. Per la concomitanza di diversi fattori - esposizione, suolo, clima, modo di coltivazione - si ottengono frutti con caratteristiche tali da rendere singolare la qualità del prodotto. «Le analisi chimiche di laboratorio confermano ogni volta - afferma Giancarlo Giannini - i pregi del nostro olio “Vipiano”, che ha acidità bassa e sapore delicato e gustoso al tempo stesso. Siamo di fronte a un prodotto perfettamente naturale. Ci è sempre gradita la visita di chiunque sia interessato a conoscerci». Azienda agraria e frantoio Giannini Giancarlo Località Vitiano 229, 52100 Arezzo Tel 0575 97370 - Fax 0575 97096 - www.vipiano.it L O M B A R D I A A TAVO L A

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Ritorna la voglia dei fasolari I n occasione dell’ultima edizione della Mediterranean Seafood Exposition di Rimini, l’Organizzazione dei produttori della pesca dei fasolari dell’Alto Adriatico ha presentato le ultime iniziative per garantire la filiera di questo mollusco e assicurare ai consumatori il suo corretto consumo. In Italia lo si pesca esclusivamente tra Friuli e Veneto, rendendolo così un prodotto ittico di nicchia, raffinato e unico nel suo genere. Il fasolaro cresce a circa 8-10 miglia dalla costa a una profondità di 10-20 metri su isole di sabbia di alcune centinaia di metri di diametro, lontano

L’Emilia Romagna certifica il pesce dell’Alto Adriatico

quindi da ogni possibile fonte d’inquinamento microbiologico. Le novità introdotte sono all’insegna di una maggiore trasparenza riguardo a conservazione, etichettatura, consigli per apertura, pulitura e preparazione del mollusco, con l’obiettivo di esaltare e proteggere, una risorsa eccellente in lento rinnovamento. La P.p.i. Fasolari, con sede a Chioggia (Ve), ha una flotta composta da 61 imbarcazioni e riunisce 150 operatori. Nel 2005 ha chiuso con un fatturato pari a 9,5 milioni di euro, incrementando il volume di affari del 72% rispetto al 2001.

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È stato presentato all’Mse 2006 di Rimini (Mediterranean Seafood Exposition) un progetto per certficare la provenienza e la salubrità del pesce dell’Alto Adriatico. L’iniziativa porta la firma della Regione Emilia Romagna e delle Province di Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini. È stato definito un disciplinare che si basa sulle leggi che regolano la pesca e sull’esperienza degli operatori. Il nuovo marchio garantisce al consumatore l’idoneità ambientale delle aree da cui proviene il pesce, l’igiene degli strumenti utilizzati, dei locali di lavorazione, la rintracciabilità del prodotto, il riconoscimento dell’azienda produttrice, le corrette modalità di trasporto, di conservazione e di confezionamento.

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Acido ammoniacale... meglio non avvertirlo P

oco se ne sente parlare, ma l’acido ammoniacale è una sostanza che IL PESCE esiste in natura e diventa NELL’ALIMENTAZIONE percepibile all’olfatto mano a mano che il pesce “invecchia”, quando non è fresco o Punti di forza: proteine di elevato è stato conservato male. Ciò significa che valore biologico, grassi prevalentemente il prodotto si è deteriorato e pone insaturi, presenza di particolari acidi grassi problemi al consumatore. Anche se (omega3) e vitamine, elevata digeribilità e sembra ancora commestibile l’odore lo masticabilità, basso livello calorico. rende sgradevole, ammoniacale appunto. Quindi è saggio farlo sostituire se lo si è Punti deboli: non è un alimento comprato così. Infatti trascorsi “completo” e va integrato con altri. mediamente 3 giorni dalla pesca, l’acido Ha anche un’elevata deperibilità. ammoniacale si manifesta naturalmente se il prodotto non è stato accuratamente prestare particolare attenzione. Il prezzo di vendita di alcuni prodotti ittici (crostacei prima di tutti) dipende oltre che dalla provenienza anche da quando sono stati pescati: fra una calata e l’altra delle reti di una stessa imbarcazione (durante la giornata) possono passare anche 8 ore, è facile quindi capire perché “l’ultima pescata” abbia un costo nettamente superiore alle altre. Teniamo conto che fra

la prima pescata e l’ultima si può avere, nei prezzi di vendita, una variazione anche del 50% che da sola giustifica la differenza di freschezza e, quindi, di opportunità offerte a un ristoratore attento. Come dire, si può risparmiare nell’acquisto (se si ha la certezza che chi vende garantisce freschezza e qualità), ma quel prodotto ittico va lavorato e consumato nel più breve tempo possibile.

Caratteristiche fisiche di pesce fresco e avariato

conservato nel ghiaccio. Ciò vale per tutto il pesce, in particolare per i crostacei (prodotto ittico fra i più delicati), per i quali è opportuno abbreviare il più possibile i tempi dal momento dell’acquisto a quando lo si ripone al fresco. Utilissimo è l’uso di vaschette con ghiaccio o adeguati contenitori termici per conservare la freschezza del prodotto, evitando ogni alterazione. Ma, come per tutto il pesce in genere, è opportuno non scendere sotto i 6°C. Passando alla pratica, è importante sapere che in una cassa non ci può essere un solo crostaceo che rilasci acido ammoniacale: o la situazione riguarda tutti o c’è qualcosa di strano. Come precisa il presidente dell’Orobica Pesca di Bergamo, Giovanni Cacciolo Molica, le modalità di pesca, conservazione e trasporto sono infatti uguali per tutti. Se uno scampo è maleodorante e un altro no significa che provengono da partite diverse. E questo è un problema serio a cui il ristoratore deve

PESCE FRESCO Odore

Tenue, gradito

Aspetto generale

Brillante con splendore metallico e riflessi iridescenti Rigido, arcuato Soda ed elastica

Corpo Consistenza Secrezioni Squame Pelle Occhio

Assenti Fortemente aderenti Unita, tesa, colorata Chiaro, vivace, brillante, convesso, privo di macchie nell’iride Umide, rosee o rosse Forma normale, senza macchie Ermeticamente chiuso Lisce, pulite

Branchie Addome Ano Viscere

Costole e colonna Aderenti e facenti corpo con vertebrale la parete toracica Carni Solide, bianche

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PESCE AVARIATO Sgradevole, acre, acido, ammoniacale Smorto, senza splendore nè riflessi Flaccido, molle Molle, alla pressione si lasciano impronte Presenti e viscide Sollevate Grinzosa, lacerabile, scolorita Smorto, vitreo, opalino, concavo, infossato e macchiato Secche, grigiastre Flaccido, deformato, gonfio e con macchie turchine Beante, spesso prominente Macerate, gonfie, peritoneo fragile Sollevabili, distaccabili Friabili e giallastre

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IL SOMMELIER… …DI ACQUA MINERALE L’Italia è il più grande produttore europeo di acque minerali e cresce l’interesse per l’individuazione delle sue caratteristiche organolettiche.Tra le iniziative in provincia di Pavia è da segnalare il Wine water tasting “La giusta acqua per il giusto vino”, organizzata alla Certosa Cantù di Casteggio (Pv) da Carlo Pietrasanta, presidente del Movimento del vino Lombardo,Lucilla Ortani di Thema e Paolo Mazzocchi di San Pellegrino (Bg).Durante l’incontro,tenuto dal sommelier Alberto Rovati,sono state illustrate le linee guida del “Water codex” San Pellegrino,redatto in collaborazione con l’Association de la Sommellerie Internazionale.e le credenziali dei nuovi bicchieri per l’assaggio delle acque “piatte” e “addizionate”. Davide Oltolini

MOSTRA DEL BITTO ALLA SCOPERTA DELLA VALTELLINA Il filo conduttore della Mostra del bitto, formaggio Dop principe della Valtellina, sarà la “Cucina”, intesa come arte culinaria, capacità di riscoprire e rielaborare ricette di antica memoria. Dal 12 al 15 ottobre al polo fieristico di Morbegno (So) saranno di scena i prodotti tipici della montagna lombarda. Anche in questa edizione un concorso decreterà il miglior bitto Dop e il miglior Valtellina Casera Dop prodotti durante l’anno, ma stavolta una giuria di “piccoli degustatori in erba” assaggerà e valuterà i formaggi.

LISOZIMA NEL GRANA PADANO Il Consorzio per la tutela del formaggio Grana Padano afferma che il lisozima (enzima che evita eventuali gonfiori nel formaggio) è ammesso. Precisando che sulla Gazzetta Ufficiale del 23 dicembre 2005 è indicato l’uso innocuo di tale enzima e va pertanto indicato in etichetta. Per quanto riguarda la possibile azione allergica del lisozima, che è derivato dalle uova, è in corso una sperimentazione specifica al Policlinico Gemelli di Roma.

Assemblea Assica : cresce l’ export , consumi stabili

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ono 2.150 le unità produttive dell’attività di trasformazione delle carni in Italia, di cui circa 1.000 di tipo industriale, con un’occupazione totale di 32.200 addetti. Il fatturato del settore ammonta a 7.150 milioni di euro (0,4% rispetto al 2004). Questi alcuni dati emersi dall’assemblea annuale Assica svoltasi a Mantova lo scorso giugno. Ogni italiano consuma in media 30,6 kg di carne suina e salumi (30,9 kg con la bresaola) che è divenuta la più richiesta. Il fatturato sui mercati esteri nel 2005 è stato di 705 milioni di euro, con oltre 95.000 tonnellate esportate (+5,1% in quantità e un +5,8% in valore rispetto al 2005). Il principale mercato di sbocco è l’Unione europea con quasi l’80% del totale. «Nel 2005 la

presenza della salumeria italiana sui mercati internazionali si è rafforzata - ha affermato il presidente di Assica Francesco Pizzagalli (nella foto) -, grazie all’apertura di nuovi sbocchi commerciali in aree di valenza strategica per l’agroalimentare italiano. Un risultato ottenuto oltretutto in un anno non facile per l’intero export alimentare italiano». La produzione dei salumi italiani è di 575 milioni di euro, con un incremento del 4,8% rispetto al 2004. Buono l’export di prosciutto crudo, speck, culatelli e coppe (45.000 tonnellate, per 395 milioni di euro). Positive le spedizioni di prosciutto cotto (+6,8%), dei salami con un +7,3% in quantità e un +8,3% in valore, di pancette (2.200 tonnellate, +5,4% in quantità) e di bresaola (+13,1%).

Dop e Igp, cartelli indicatori del turismo rurale Dalla tavola rotonda di Torgiano (Pg) organizzata da Agriturist (Confagricoltura) è emersa fiducia nel sistema Dop/Igp come strumento di presentazione del territorio in sinergia con i beni culturali e naturalistici. «I prodotti agroalimentari a Denominazione d’origine costituiscono un potente richiamo turistico che dobbiamo sviluppare e valorizzare insieme alle testimonianze della storia e dell’arte, e insieme al patrimonio naturale del nostro Paese, per indicare nuove mete al turismo rurale». Lo ha affermato il presidente di Agriturist, Riccardo Ricci Curbastro (nella foto), durante la tavola rotonda su “Prodotti a Denominazione d’origine e agriturismo”, promossa con il contributo del ministero delle Politiche agricole e forestali nel quadro della campagna informativa “Dop e Idp… Agriturismo …diffidate delle imitazioni!”. Hanno introdotto i dibattiti, le relazioni di Ferdinando Albisinni (Università della Tuscia) e di Magda Antonioli (Università Bocconi di Milano), a corredo le “intemperanze” (come lui stesso le ha definite) di Carlo Cambi.

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Da 300 anni Twinings nel mondo Per celebrare tanto degno anniversario, l’azienda inglese ha creato una miscela a edizione limitata, un viaggio attraverso i tre maggiori Paesi produttori di tè. Combinando il tè brillante dal sapore di malto della valle Assam dell’India, una rara foglia dal carattere vivace del Kenya e una miscela intensa dello Sri Lanka. Ideale al mattino o per ristorarsi nel pomeriggio, è disponibile in latta da 200 g o in confezione da 20 filtri per il canale Horeca.

Connubio gastronomia/champagne per il premio “Pierre Taittinger” 40 a edizione per il “Prix Culinaire International Pierre Taittinger”, prestigioso concorso culinario promosso dalla Maison Taittinger, che si articola su due livelli: finali nazionali in numerosi Paesi europei e in Giappone e finale internazionale a Parigi. La finale italiana, in collaborazione con la Fic, si svolgerà il 25 ottobre a Milano presso la “Scuola Gianni Brera” dove i candidati, superata la selezione scritta, si confronteranno su una ricetta libera su tema imposto e ricetta imposta dal presidente della giuria. Il candidato vincitore sarà festeggiato con una cena di gala che si svolgerà all’Hotel Excelsior Gallia di Milano; parteciperà poi alla finale internazionale di Parigi il 5 dicembre.

Parmigiano Reggiano sul “Treno del Gusto” Ideato dal giornalista italosvizzero Attilio Scotti, il “Treno del Gusto” - iniziativa turisticoenogastronomica di impatto comunicativo - ha visto protagonisti, sul treno Cisalpino che collega Milano a Zurigo, il Consorzio del Parmigiano Reggiano e l’Enoteca regionale dell’Emilia Romagna, insieme ai cuochi della Chef Express (Gruppo Cremonini) e ai Consorzi dell’aceto balsamico di Modena e Reggio Emilia. Durante il viaggio, degustazione di Parmigiano di 15, 25 e 36 mesi. Nella foto, da sinistra, il giornalista Attilio Scotti, il nuovo presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, con il capo ufficio stampa del consorzio, Igino Morini.

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DA 170 ANNI WHISKY GLENFARCLAS Una selezione di whisky di puro malto invecchiati, nella caratteristica confezione. Nessun whisky è invecchiato per meno di 10 anni, la maggior parte delle bottiglie riposa in botte per 12, 15, 21, 25 anni e oltre. Caratteristica è che l’invecchiamento avviene in botti di quercia spagnola che contenevano il vino di sherry. Conferiscono a Glenfarclas lo stile ricco, speziato e resinoso. In particolare, Glenfarclas 10 anni (40%) ha un colore giallo paglierino chiaro, è un Malt scotch whisky dal sapore rotondo con un aroma di sherry dolce-maltato che indugia a lungo, lasciando un gusto aromatico.

IL MONFERRATO SI ANIMA IN TEATRO Promette di stupire la quinta edizione del Teatro in Distilleria, la rassegna ideata da Mazzetti d’Altavilla - Distillatori dal 1846. Dall’8 al 10 settembre 2006, nell’ambito delle manifestazioni che rientrano nel “Teatro del Monferrato”, la cultura torna tra gli alambicchi con tre giorni di appuntamenti pensati e ideati in collaborazione con Torino Spettacoli. Riapre anche l’ottocentesca cappella votiva dopo un sapiente restauro.

12 NUOVI MEMBRI TRA GLI ACQUAVITIERI 11 cavalieri e una dama sono stati inseriti nella Corporazione degli acquavitieri italiani nel corso del Capitolo primaverile, celebrato il 27 maggio nella cantina di affinamento della grappa dei fratelli Berta a Casalotto di Mombaruzzo (At). I confratelli hanno potuto gustare un pranzo allestito dall’agenzia formativa Colline astigiane di Agliano Terme (At), in cui ciascuna portata era stata aromatizzata a una diversa grappa.

I single malt whisky a cena con l’ Adid

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er concludere la sessione di serate a tema dedicate ai singoli distillati, organizzate dalla delegazione di Bergamo dell’Adid, si è tenuta una cena scozzese presso il ristorante “Monna Lisa” di Bergamo, lo scorso 30 maggio. In collaborazione con il Classic malts club, di cui il socio Adid, Franco Gasparri, è presidente. Lo staff del ristorante, diretto dal maitre di sala Luca Cuminetti e dagli chef Cristiano Baldi e Roberto Cortinovis, ha interpretato le tradizioni scozzesi con

alcune licenze mediterranee, preparando sei portate in abbinamento ai Classic single malts che rappresentano la realtà della storia dello Scotch whisky. E i sei prescelti per la degustazione della serata incarnano originali peculiarità da intenditori e le caratteristiche uniche del territorio. Dal Talisker dell’isola di Skye all’Oban di West Highlands, dal Lagavulin dell’isola di Islay al Cragganmore di Speyside, al Dalwhinnie delle Highlands fino al Glenkinchie di Lowlands.

Menu e abbinamenti

Ostriche e tartare di tonno - Talisker, 10 years Bresaola, prosciutto di cinghiale e risotto - Glenkinchie, 10 years Pasta con le sarde - Oban, 14 years Risotto con salsiccia e scamorza affumicata - Dalwhinnie, 15 years Roast-beef, purè di patate e funghi porcini - Cragganmore, 12 years Mousse al cioccolato con gelato alla vaniglia - Lagavulin, 16 years

Anag Bergamo premia 15 assaggiatori

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a consegna dei diplomi di partecipazione a coloro che hanno seguito con profitto il corso di I livello della sezione di Bergamo è avvenuta al ristorante “Elite” a Trescore Balneario, patron e chef Angelo Bombardieri, alla presenza del direttore dei corsi, Oscar Mascheretti. La serata è stata impreziosita dalla degustazione di 4 grappe della Distilleria Bottega di Castello Roganzuolo (Tv) e della presentazione di nuovi modi per degustare la grappa in estate, destagionalizzando il noto distillato. Il presidente Anag, Lucio Piombi, ha annunciato lo svolgimento del corso di II livello in cinque lezioni tra settembre e ottobre, mentre sono in programma visite alle distillerie Nonino e Bottega. I partecipanti erano: Fabio Bagno di Rivolta d'Adda; Davide Capelli, Stezzano; Carlo Ciani e Daniele Manini, Bergamo; Claudio Coppola, Scanzorosciate; Manuela Ghidini, Laura Testa e Roberta Testa, Carobbio degli Angeli; Ramon Gregis e Dario Martinelli, Albino; Franco Marsan e Marzia Mazzoleni, Seriate; Antonio Pedretti, Fonteno; Matteo Pittà, Torre Boldone; Fabrizio Roncelli, Almenno San Salvatore.

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Bunnahabhain, dal 1881 incarna il fascino scozzese Situata ai confini dell’isola di Islay (Scozia) la Distilleria Bunnahabhain produce whisky di malto con orzo di qualità Optic e acqua della fonte Margadale, il cui invecchiamento avviene in fusti di quercia contenenti sherry, bourbon e altri whisky. Invecchiati 12, 18 e 25 anni, disponibili in bottiglie da 700 ml, dal profumo intenso e caratteristico, gli whisky sono distribuiti in l’Italia da Rinaldi Importatori Bologna.

FRESCHEZZA PER COCKTAIL DA BERTAGNOLLI È recente il lancio dello Sparkling MelaVerde a base di liquore mela verde e mele Granny Smith e del cocktail Sinfonie di Moscato a base di grappa Moscato e fragole.Una dimostrazione del dinamismo che le Distillerie G.Bertagnolli da sempre perseguono. Dalle grappe blasonate,frutto di attenta cura nella scelta della materia prima,a questa nuova veste dal carattere fresco e moderno per offrire alla clientela una caratterizzazione diversa per ogni tipologia di locale e richiesta.

LA MELA BONOLLO ACCENDE L’ESTATE La Mela del Peccato di casa Bonollo è il giusto mix di sensualità e tradizione,

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passione e originalità, ideale per cocktail elettrizzanti e freschi. Si tratta di un liquore a base di mela capace di inebriare gusto e olfatto con l’intensità e la fragranza dei suoi profumi, grazie alla sua alta concentrazione di materia prima (18% succo e purea di mela) che rende questo liquore unico.

DISTILLERIA TOSOLINI IN FESTA Per Cantine Aperte, la famiglia Tosolini ha aperto le porte della Distilleria di Marsure di Sotto a Povoletto (Ud) per far conoscere il processo di distillazione, visitare le cantine d’invecchiamento e degustare i prodotti come il Most, acquavite da mosto d’uva, e i Legni, acquaviti e grappe stagionate in barrique di rovere e frassino. Ospite d’eccezione, lo stilista Luca Missoni che nel 2005 ha “vestito” la Serie Storica.

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Tris Moka punta sulla formazione del barista I futuri baristi, consapevoli della crescente concorrenza e della necessità di maggiore professionalità, scelgono di partecipare ai corsi organizzati dal Centro formazione barista presso la torrefazione Tris Moka di Paratico (Bs). Forte è la richiesta di informazioni e partecipazione a questi corsi, autorizzati dallo Scae (Speciality coffee association of Europe), che l’azienda ha deciso di proporre con cadenza più

ravvicinata. I corsi sono aperti a chiunque abbia voglia di apprendere il miglior metodo per presentare un espresso fatto a regola d’arte e un cappuccino con crema di latte, magari decorato con un cuore o una foglia, ma in generale per migliorare la conoscenza sul caffè. Il corso di primo livello dura due mezze giornate, solitamente il lunedì o il martedì, dalle ore 15 alle ore 21. L’insegnante è il campione italiano Andrea Lattuada che, con

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PAOLO UBERTI, DELLA TRIS MOKA DI PARATICO (BS), FA IL PUNTO SUL MONDO DEL CAFFÈ

un massimo di 10 allievi, affronta i seguenti argomenti: conoscenza del caffè, luoghi di provenienza, specie e caratteristiche del prodotto, compito del barista, gestione del cliente, strumenti di lavoro, prove sulla macchina da caffè e macinadosatori. Nella seconda giornata, che si svolge la settimana successiva, oltre a svolgere molta attività pratica, si affronta il tema “cappuccino”. Gran parte del corso si concentra sull’esercitazione pratica sulle macchine da caffè, prendendo possesso e conoscenza dell’attrezzatura, fino ad arrivare a riconoscere alla vista se un caffè o un cappuccino è fatto a regola d’arte.

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DOLCI

Le nuove frontiere della pralina…firmate Icam

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a giovane promessa Alessandra Ciavalini (nella foto), che al concorso Icam della pralineria artigiana “Armonie di cioccolato” della passata edizione del Sigep si è aggiudicata il primo posto, si è recata a Lecco presso la sede dell’azienda per il ritiro del premio. Le chiavi della Lancia y 1200 8 valvole sono state consegnate dal direttore marketing Emilio Agostoni e dalla responsabile relazioni esterne Marisa Agostoni. Appena ventiquattrenne, collabora attivamente nell’omonima

pasticceria Ciavalini di Ortona (Ch) e ha saputo farsi strada in quest’universo prevalentemente maschile con determinazione. Non nasconde che la realizzazione della pralina “isolana” dai sapori sardi ha visto il totale coinvolgimento di tutta la famiglia. L’insolito team ha dato il meglio di sé nella ricerca delle materie prime, resa difficoltosa dalla rarità degli ingredienti. Ma il suo augurio particolare la Ciavalini lo manda a Icam e alla competizione giunta ormai alla terza edizione,

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molto sentita nell’ambiente della pasticceria di qualità e dai giovani talenti. Dal canto suo Icam non smette mai di mettersi in gioco e proprio a Lecco presso il Jolly Hotel Pontevecchio ha organizzato, gli scorsi 29 e 30 maggio, un evento di particolare interesse: “Le nuove frontiere del gelato al cioccolato”, una due giorni di degustazioni. A presenziarvi e a deliziare i partecipanti con inedite creazioni di gelato al gusto di cioccolato, i maestri Pierpaolo Magni e Sergio Colalucci.

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AGGIORNAMENTI

A N TO N E L L O C O L O N N A

classico romano magna ”

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e c’è uno chef che parla come “magna”, nel senso che va subito al nocciolo della questione, è lo stellato Michelin Antonello Colonna (nella foto), patron dell’omonimo ristorante di Labico, un paese situato sulla via Casilina a circa 40 km da Roma. Da quando trasformò il vecchio locale

del padre da osteria di paese a luogo gourmet, non ha mai seguito le mode e non si è mai fatto impressionare da vere o presunte rivoluzioni in cucina. Se gli si chiede perché il suo locale non conosce crisi, Antonello risponde: “Perché Colonna è un classico!”. Infatti sa reinterpretare alcuni piatti tradizionali, come i “cappelletti di coda alla vaccinara in brodo di cappone” o i “ravioli di pecorino e trippa alla romana”. Nel suo locale si può iniziare con la testina di vitello “panata” con caponata e pappa al pomodoro oppure con le polpette di baccalà mantecato e farina di ceci fritta. Poi si procede

SERGIO MEI, EXECUTIVE CHEF DEL FOUR SEASONS DI MILANO PRESENTA ALCUNI DEI PIÙ FAMOSI COLLEGHI

con uno stufato di verza, caciotta fresca, lardo e funghi, o con la pancetta di maialino, farro e mele cotogne. Si possono assaggiare animelle rosolate, capperi e broccoli fritti e l’ormai classica scaloppa di fegato d’oca, pizza e fichi. Chef di molti politici che vivono nella capitale, è chiamato a innumerevoli eventi privati. Dagli Internazionali romani di tennis al Low-cost di cucina tipica laziale a quelli di “Alta cucina ad alta quota” con ricette da lui create per la top class della linea aerea Roma-New York-Roma dell’Alitalia. Sergio Mei

Le ricette di Sergio Mei

Sarde, sgombro e alici

con melone bianco condito al sale rosa di Carloforte, salicornia e acqua di pomodoro sardo I n gre d i e n t i Due sarde da 100 gr, 1 sgombro da 200 gr, 4 alici da 50 gr, 100 ml di Vermentino di Santadi, 200 gr di ghiaccio, 10 gr di menta selvatica, 10 gr di scorza di limone, 10 gr di sale marino. 150 gr di salicornia in germogli, 400 gr di melone bianco non troppo maturo, 10 gr di sale rosa di Carloforte, 2 gr di rosmarino di mare, 10 gr di olio extravergine. Per l acqua di pomodoro: 800 gr di pomodori sardi maturi, 50 gr di olio, 2 gr di timo selvatico, 2 gr di scorza di limone, 50 ml di succo di arancia bionda, 5 gr di pomodoro secco (pilarda).

P rocedimento Preparare i filetti privandoli di spine e squame, farli marinare in vino bianco, ghiaccio, menta selvatica, limone e sale marino per far perdere alla carne il sapore troppo intenso. Disporre i filetti in una pentola con poco olio, coprire e cuocere per 2 minuti senza girare. Sbianchire i germogli di salicornia in acqua bollente salata, scolarli e tenerli da parte per la finitura. Tagliare a fettine il melone bianco e condirlo con sale, olio e rosmarino e farlo appassire nel forno a 100°C per 80 minuti. Lavare e tagliare i pomodori, condirli con olio, timo, limone, succo d’arancia e pomodoro secco. Metterli in una teglia forata posta sopra un’altra teglia, coprirli con pellicola trasparente e farli appassire nel forno con il melone per lo stesso tempo di cottura. Togliere dal forno e, con un cucchiaio, rimuovere la parte superiore dei pomodori facendo precipitare il liquido sotto, quindi emulsionarlo con la frusta aggiungendo il restante olio. Per la finitura: disporre nei piatti fondi le fettine di melone, il pesce con sopra la salicornia e intorno il liquido di pomodoro. Finire con gocce d’olio e guarnire con buccia di pomodoro e menta selvatica.

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26° Concorso gastronomico Risultati e premiazioni C ome di consueto da 26 edizioni, il Gruppo cuochi ed ex-allievi della Lombardia organizza il Concorso gastronomico internazionale, che quest’anno si è tenuto il 27 maggio presso il Politecnico del commercio di Milano. Una giuria composta da giornalisti ed esperti del settore ha valutato i partecipanti assegnando la vittoria, nella categoria Pizzeria, ad Angelo Pirola, Savino Francavilla e Riccardo Gemma per la realizzazione di pizza al trancio con ortaggi ai ferri e margherita. Nella categoria Gastronomia a Chiara Giaiella per l’insalata viennese classica e a Rosa Colaianni per l’insalata di orecchiette fresche, mentre nella sezione Cucina nei primi piatti si è distinto Antonino

Coffaro con il risotto in cialda e quaglia in brunoise di verdura, nei secondi piatti Veronica Cannone con il coniglio olive e pinoli, Natascia De Rosa con i bocconcini di agnello agli asparagi verdi di Altedo, Barbara Albanese con le costolette di agnello al timo e ventaglio di zucchine, Christian Visintini con il filetto di vitello alla vaniglia e sformato di patate. Nella categoria pane sono stati premiati Veronica Lista, Francesca De Clemente e Khalid Zohaib. Infine, nella sezione Dolci si sono distinti Federica Fatizza e Maurizio Picozzi con baci alle noci, Gianluca Teveri e Alessio Ricci con pastine al maraschino, Raul Silvera Ramirez con pastine gialle friabili e Nadia Casalaz con lo strudel di mele croate con pasta trasparente.

In Sala erano presenti le giovani Martina Ravara e Manuela Ghislandi mentre nel laboratori hanno collaborato Andrea Busnelli (pasticceria), Giovanni Farina (panetteria), Lucio Rutino (sorbetteria e gelateria), Marco Francavilla (pizzeria), Ivano Losa e Mario Mantegazza (cucina).

A Carloforte , sfida sulle rotte del tonno

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ono stati sei i Paesi che si sono sfidati, in una gara gastronomica a base di tonno, nell’ambito del “Girotonno, Uomini, storie e sapori sulle rotte del tonno”, in programma lo scorso giugno a Carloforte, sull’isola di San Pietro, nel sud-ovest della Sardegna. Famosa per la pesca del tonno rosso-bluefin fin dal 1738. Gli chef hanno preparato le migliori ricette a base di tonno cotto e crudo per il palato della giuria internazionale composta da 14 giornalisti di stampa specializzata e non, italiani ed esteri, guidata dal critico enogastronomico Enzo Vizzari. A svelare i segreti, Vittorio Castellani, noto come chef Kumalé. Per l’Italia ha cucinato il giovane

Luigi Pomata del ristorante “Da Nicolo” di Carloforte, con lui Achille Pinna del ristorante Moderno di Sant’Antioco. Per il Giappone hanno gareggiato Keitaro Baba e Sumito Ohtake, per la Spagna-Catalunya, lo chef Oriol Balnes Masana, coordinatore dell’aula gastronomica di L’Empordà di Barcellona. Con lui

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Andreu Bosch, chef del Ristorante la Mar de Malgrat de mar di Barcellona. In concorso per il Libano (vincitore della gara), Youssef Antsoun Barza dirigente della catena di ristoranti “Chase” e Kamil Boloot, chef del Rotana Cafè di Beirut. Pedro M. Schiaffino, molto noto a Lima, dove è proprietario e chef del ristorante Malabar (San Isidro) ha rivisitato per il Perù le ricette tipiche del suo Paese. Con lui Toshiro Konishi, chef del ristorante Sushi Bar di San Isidro (Lima). Per la Tunisia, Rafik Tlati, maitre cuisinier e patron dell’Hotel Les Jamins e del ristorante Slovenia a Nabeul.

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Sulle tracce dei nuovi trend dell’ alta ristorazione

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na fotografia più che mai oggettiva e precisa quella che ci fornisce l’Osservatorio internazionale permanente della S.Pellegrino. In occasione del Symposium organizzato con Acqua Panna lo scorso maggio (ndr vedi n 143 di Lombardia a tavola) è stata discussa l’indagine “Lo scenario dell’alta ristorazione nei cinque continenti”, che traccia uno spaccato accurato del settore, avendo interpellato direttamente i protagonisti dell’alta ristorazione nei 5 Continenti. Sono stati intervistati, infatti, 130 tra chef e titolari dei ristoranti al top sia nelle guide specializzate sia nella classifica annuale del World’s 50 Best Restaurants, 46 tra sommelier professionisti e studenti e 48 produttori internazionali di vini. Da un buon ristorante il cliente si aspetta, oggi, non solo una soddisfazione sensoriale che vada al di là del gusto e dell’olfatto, ma anche una speciale gratificazione emotiva. In crescita le richieste di eccellenza, unicità dei piatti, corrispondenza tra qualità e prezzo, buoni vini e abilità nel presentare cibi e bevande. Una tendenza in progressivo sviluppo è l’allargamento delle bevande che affiancano o sostituiscono i vini negli abbinamenti alle portate. Oggi, infatti, il 93% di wine consumer affianca a pasto la degustazione dei vini con altre bevande: l’acqua (89,6%) ma anche aperitivi, liquori, superalcolici e digestivi, tè, infusi, birra e soft drink. Inoltre, buona

42% 7,2% 25% % 2 1 3,5% Parametri del cliente su un ristorante 55,8% eccellenza della cucina 38,8% giusto rapporto qualità/prezzo 34,1% atmosfera gradevole 15,5% unicità e creatività dei piatti 14% emozione 8,5% buoni vini 6,2% abilità nel presentare cibi e vini del territorio

Componenti fondamentali nell’alta ristorazione

66,9% qualità degli ingredienti 43,1% talento creativo degli chef 22,3% immagine trasmessa all’esterno 16,2% rappresentazione della cultura enogastronomica del territorio

Cosa non può mancare secondo i ristoratori? 65,5% ingredienti utilizzati 27,4% servire cibi e vini prodotti nel territorio 26,5% servire specialità del luogo 15% conoscenza del territorio 8,8% ambientazione e posizione del locale

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parte (37,7%) della clientela si dimostra attenta e selettiva anche nello scegliere l’acqua da abbinare ai cibi. L’elemento più importante è il gusto, ovvero la canonica distinzione tra acque minerali naturali e frizzanti (73,3%). Non di meno, si è sviluppata una diffusa

sensibilità all’elemento garante del marchio (44,2%). Entrando nel merito dei nuovi trend di gestione del ristorante, indiscutibilmente la figura dello chef ha assunto una posizione più che mai centrale e identificante, oltre che una spiccata valenza mediatica. Non a caso il 39,2% del campione definisce il ristorante come costruito intorno allo chef, il 23,1% come ruotante intorno a una determinata immagine, il 17,7% come legato al territorio. Il futuro si giocherà sempre più su alcune componenti fondamentali come la qualità degli ingredienti, la capacità di selezionare le materie prime, il talento creativo degli chef, l’immagine trasmessa all’esterno attraverso ambientazioni, design e l’abilità nel far vivere al cliente lo spettacolo dell’arte culinaria, nonché la capacità di rappresentare la cultura enogastronomica del territorio. Rispetto alla preparazione dei cibi, i ristoratori si dichiarano impegnati a definire una cucina sempre più legata al territorio.

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Obiettivo “qualità” nella Bergamasca

CON ALMA, LA CUCINA ITALIANA SBARCA NEGLI STATI UNITI

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egli ultimi anni, precisamente dal 1998 al 2005, la ristorazione in Bergamo e provincia si è resa competitiva, tanto che il numero delle aziende è cresciuto del 12%. Per questo motivo la Confesercenti ha deciso di realizzare un’indagine integrata sul percepito del “costo della qualità” nella ristorazione, affidando l’incarico all’istituto di ricerca MPS Marketing Research. Imprese attive nel settore I risultati della prima ristorazione in provincia di Bergamo fase rivolta a un campione di ristoranti sono stati presentati lo scorso giugno mentre quelli relativi ai consumatori saranno resi noti nell’ambito di un convegno a fine Periodo: 1998-1° trimestre 2006 settembre. Le Fonte: Elaborazioni Cciaa di Bergamo su dati Infocamere aziende coinvolte sono state suddivise in tre categorie: 6 trattorie/pizzerie, 15 ristoranti di fascia medio-alta, 9 di fascia alta. Gli intervistati tendono a distinguere i concetti di qualità “erogata” e di qualità “percepita”: la prima è assimilabile al concetto di qualità definita dal valore commerciale (materie prime, componenti di corredo & arredo, location) e la seconda dalla stima congiunturale di professionalità, accoglienza, servizio. La selezione delle materie prime risulta, in modo trasversale, la top of mind tra le costituenti del concetto di qualità. Determinante anche l’esecuzione e la preparazione del piatto, seguita da manipolazione e presentazione che concorrono a costruire competitività e valore aggiunto. La tecnologia della cucina rappresenta un’area d’investimento trasversale. Ma il dato che stupisce è il peso strategico della carta dei vini che definisce incidenze di costo per il ristoratore e contribuisce a marcare la segmentazione di target (dalle 400 a più di 1200 etichette per la fascia alta; 50% degli investimenti per la medio-alta). Seguono la qualifica professionale, la qualità di risorse umane, il corredo, l’arredo e la location che definiscono il primo atto di comunicazione.

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La più autorevole scuola di cucina italiana guidata da Gualtiero Marchesi e la più efficiente scuola di cucina negli Stati Uniti si sono unite per inserirsi in un mercato in cui operano 25mila ristoranti italiani (quello degli States). C’era anche il vice ministro all’Istruzione Mariangela Bastico alla conferenza stampa che si è svolta il 15 giugno a Roma per presentare i nuovi corsi intensivi integrati tra The French Culinary Institute di New York e Alma di Colorno (Pr). In un mondo che ha sempre più necessità di professionalità elevate la partnership tra queste due realtà diventa una sfida per la cucina italiana d’eccellenza, tanto da meritare la nascita di una nuova scuola:The Italian Culinary Academy.Alma porta nel progetto una riflessione che viene condivisa dal Fci: il carattere della cucina italiana per essere trasmesso ai giovani cuochi ha bisogno di essere sperimentato e vissuto nell’humus originale, cioè in Italia. Così nascono i quattro moduli del corso. Il primo prevede dieci settimane a New York per l’insegnamento delle tecniche di base su cui poi impostare la specializzazione. Seguono nove settimane a Colorno per il corso intensivo di cucina regionale italiana. Quindi, nove settimane di stage in un ristorante italiano di qualità, selezionato.Al termine il rientro a New York, con l’esame finale e la consegna del “joint diploma” di cuoco professionista di cucina italiana. Il programma inizierà l’8 gennaio 2007 a New York, mentre il 26 marzo gli aspiranti cuochi professionisti si trasferiranno per le lezioni in Italia.

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Secco “no ai dai ristoratori

trucioli“

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nche l’Arthob ha preso posizione riguardo alla forte polemica relativa alla possibile approvazione da parte della Comunità economica europea dell’uso di addizionare il vino con trucioli di legno, per simulare i processi di invecchiamento naturale in botte. Secondo il presidente Arthob, Beppe Dattoli, questa pratica aggiungerebbe solamente gli aromi del legno al vino, senza l’intervento qualificante di tutti i fattori che invece sono sviluppati durante l’invecchiamento tradizionale in botte. Con l’Arthob hanno preso posizione in questo senso l’Associazione della stampa agroalimentare, diversi produttori di primo piano e la Fisar. La proposta di questi organismi è quella di inserire i vini ottenuti con questo procedimento nella categoria dei

vini aromatizzati. Il problema riguarda anche la commercializzazione nei Paesi Cee dei vini provenienti da altre Nazioni, dove l’uso dei trucioli è autorizzato e che fino ad oggi sono venduti senza nessuna particolare indicazione in etichetta. Il segretario dell’Arthob, Fabio Loda, fa notare come tutto questo naturalmente vada ad aggiungersi alle varie iniziative nelle quali l’associazione si è impegnata negli anni, a salvaguardia della tipicità e genuinità dei prodotti tipici italiani e bresciani, che sono poi anche quelli che dettano e costituiscono la base della proposta enogastronomica di cui i ristoranti sono i principali attori. Questa genuinità nei nostri tempi è sempre più messa in pericolo dalle strategie della speculazione commerciale, fanno notare i dirigenti Arthob, delle quali si pensa faccia parte anche questa pratica enologica che ha come unico scopo la riduzione dei costi per la produzione del vino. I ristoratori della provincia di Brescia sostengono con forza la posizione assunta dall’Arthob.

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GRAN TROFEO D’ORO PER LE SCUOLE ALBERGHIERE Si terrà in occasione di “Italia in tavola 2006” il 1° Concorso nazionale delle scuole professionali alberghiere promosso dalla Provincia e dalla Camera di commercio di Brescia, in collaborazione con il Consorzio pasticceri, la Federazione cuochi,Amira e Arte in tavola. Il concorso, che si svolgerà il 7 e l’8 ottobre, prevede la partecipazione di 20 scuole in rappresentanza delle regioni italiane. Ogni scuola potrà prendere parte al concorso con una squadra composta da un insegnante e due allievi maitres, due allievi cuochi, due allievi pasticceri, per realizzare 10 portate per ogni entrata in un tempo massimo di 6 ore. La giuria sarà composta da quattro giornalisti specialisti in enogastronomia e da 5 maestri che valuteranno la capacità di apparecchiare il tavolo, la velocità di servizio nell’etica, la descrizione del piatto, la temperatura del piatto e del cibo, la cromaticità del piatto, la pulizia del piatto e del lavoro di ogni singola portata, la bontà, l’equilibrio dei sapori, l’abbinamento dei piatti ai vini del territorio, la genialità e la stesura della ricetta, l’idea generale del menu.

Carlo Bresciani

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New York

Udirtà Milano

ospita con la creatività e il design di organizzati una serie di eventi e di workshop a cui hanno partecipato imprenditori di New York City, artisti, produttori ed esperti culinari. La mostra si è infatti aperta con un gala dinner organizzato in collaborazione con Udirtà all’Osteria del Circo, celebre locale newyorchese di Sirio Maccioni, già patron di Le Cinque. In questa sede

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l 19 maggio ha preso il via un’esposizione itinerante innovativa, promossa da Provincia e Camera di commercio di Milano, e progettata per far vivere ai cittadini di New York un viaggio sperimentale nella cultura milanese. La mostra Milano Made in Design vantava la presenza di oltre 120 oggetti di eccezione, firmati da nomi come Prada e Artemide, selezionati da un comitato di Èlite, coordinato dal direttore dell’Istituto europeo di design, Aldo Colonetti. «Attraverso Milano Made in Design vogliamo dare agli americani un assaggio di Milano a New York e trasmettere loro le passioni, i valori e la cultura della nostra grande città» - ha detto Filippo Penati, presidente della Provincia di Milano. Il percorso della mostra è stato diviso in aree tematiche: Vestiti e Oggetti, Luci e Ombre, Fatto a Mano, Casa Dolce Casa e Amore per il dettaglio. Oltre alla mostra, sono stati

Udirtà, attraverso il suo presidente Aimo Moroni del “Luogo di Aimo e Nadia” ha rappresentato l’eccellenza e la creatività milanese anche in cucina, proponendo una rivisitazione del risotto alla milanese per i 150 ospiti. Dopo la prima tappa la mostra proseguirà a Toronto, in Canada, e in altre città degli Stati Uniti.

La penna del giornalista regna in cucina La decima edizione del concorso “Penne in cucina”, gara culinaria a tempo fra giornalisti promossa dal pastificio Jolly Sgambaro di Castello di Godego (Tv) e dall’Associazione della stampa enogastronomica del Triveneto - svoltasi nel parco della villa palladiana Ca’Marcello di Levada di Piombino Tese (Pd) - è stata caratterizzata dalla partecipazione degli stranieri: il giapponese Tetsuro Akanegakubo del Shakai Shimpo di Tokyo, lo spagnolo Russend Domenech del quotidiano El Periodico di Barcellona, lo svizzero Attilio Scotti del Corriere del Ticino. Su oltre 80 partecipanti ha prevalso Cristiana Sparvoli de La Tribuna di Treviso. Dalle manches eliminatorie, in cui le “penne” concorrenti avevano solo 15 minuti di tempo per preparare la salsa con cui condire la pasta a grano duro, si sono classificati il vice direttore della nostra testata Marino Fioramonti, Paolo Occhipinti direttore di Oggi, e Oliviero Beha (fuori concorso). I premi sono stati messi in palio dalla catena alberghiera “Austria per l’Italia”, dai Consorzi Giotto di Padova e Terme Euganee di Abano e Montegrotto e dalla Strada del vino Colli Euganei.

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PIZZERIE

Nasce il “pizza concept” firmato Forni Ceky

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l set completo di attrezzatura per la preparazione della pizza, “pizza concept”, di Forni Ceky ha ormai raggiunto un notevole e meritato successo anche nella vendita. Tutti i prodotti sono della massima qualità, pensati per garantire i migliori risultati con la minima spesa. Oltre al forno tradizionale

artigianale Ceky in mattoni refrattari da 140 cm di diametro interno a gas o a legna (perfetto per garantire ottimi risultati anche nei momenti di massima produzione), vengono proposti a un prezzo particolarmente vantaggioso le attrezzature indispensabili per la preparazione della pizza: banchi e vetrinette refrigerate, impastatrice, lavamani, pale eccetera. Il tutto è studiato su misura per ottimizzare lo spazio a disposizione delle richieste della clientela. Tutti i particolari della fornitura si riassumono nell’offerta di vari tipi di legno, graniti, laccatura, rivestimenti in mattoni o piastrelle e vengono scelti direttamente dal

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cliente, offrendo una totale personalizzazione. Oltre a ciò l’azienda bresciana realizza pizzerie complete, fornendo tutta l’attrezzatura necessaria e studiando direttamente per la clientela, senza nessun impegno, la soluzione migliore per qualsiasi esigenza particolare di spazio.

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I magnifici dodici del gelato industriale

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Istituto del gelato italiano (Igi) ha aggiornato e diffuso il “Codice di autodisciplina dei prodotti della gelateria industriale” a cui aderiscono le maggiori aziende italiane del settore. Il codice è stato elaborato circa dieci anni fa e contiene i criteri e i parametri sui quali si basano le varie denominazioni commerciali in modo che il consumatore non sia tratto in inganno. Il Codice Igi che riguarda il mondo della gelateria industriale non ammette l’aggiunta di conservanti in quanto la catena del freddo (almeno -18°C) è sufficiente a garantire la conservazione dei prodotti nel tempo. Sono ammessi però i coloranti e altri additivi come gli emulsionanti (servono a legare l’acqua ai grassi) e gli stabilizzanti che mantengono stabile nel tempo la consistenza del prodotto.

Gelato alla frutta. La misura non inferiore al 5% in peso. frutta non deve essere Ricoperto di cioccolato. La inferiore al 15%; nei copertura deve costituire almeno il gelati agli agrumi e 50% di cioccolato. Se però la alla frutta esotica la denominazione è “ricoperto al percentuale scende al cacao” quest’ultimo deve essere 10%. Si possono almeno il 5%. aggiungere grassi vegetali. Gelato allo zabaione. Il tuorlo Sorbetto alla frutta. È d’uovo deve essere presente per migliore del precedente, almeno il 2,5%. poiché la frutta deve essere almeno del 25% (15% se di agrumi e frutta esotica). Vietato LA CREATIVITÀ aggiungere grassi ENTRA IN GELATERIA vegetali. Ghiacciolo alla frutta. È La prossima edizione del Sigep di Rimini una miscela di (20-24 gennaio 2007) sarà all’insegna dei acqua e gusti di tendenza del gelato artigianale zucchero con fino ad offrire una gamma di circa 600 l’aggiunta di gusti nelle varie regioni italiane. succo di frutta Alla soia o ipocalorici e quelli studiati per in quantità non chi ha intolleranze alimentari. Il precisata. Se la cosiddetto “Wellness ice cream” è il denominazione è “ghiacciolo al gelato iperproteico degli sportivi, a basso gusto…” o “all’aroma di….” contenuto calorico, che può significa che è stato fatto con gli sostituire un pasto e contiene il aromi e non con vero succo di 12% di proteine nobili del latte, sali frutta. di calcio, fosforo, cloro, sodio, Granita. È un impasto di potassio, zolfo e vitamine. I palati fini ghiaccio tritato e altri cercano i diversi cru di cacao speziato ingredienti come frutta, infusi o i gusti realizzati con materie Gelato al latte. Deve contenere di the, caffè, sciroppi eccetera. pregiate come le nocciole delle almeno il 2% di proteine del latte e in quantità non specificata. Langhe, i limoni di Amalfi, i pistacchi di il 2,5% di crema di latte. Vietati i C’è quindi molta acqua Bronte, il caffè Blue Mountain della grassi idrogenati o altri che non congelata per cui l’estratto Giamaica, la noce di Macadamia. Da derivano dal latte. secco raggiunge il 15%. Cogel-Fipe arriva una novità: il Gelato alla panna. La quantità di Granita di frutta. Se c’è gelato cerca nuovi spazi panna o crema di latte deve essere questa denominazione la all’interno della ristorazione almeno l’8%. frutta (succo e/o polpa) non italiana. «La nuova tendenza del Semifreddo. È un deve essere inferiore al 10%. 2006 va interpretata in questa gelato con meno Se non supera questa quantità direzione - spiega Giancarlo acqua poiché la denominazione è “al gusto Timballo - il “gelato l’estratto di…” o “all’aroma di…”. salato”, una sintesi di secco (ciò Gelato allo yogurt. Lo yogurt creatività, che rimane è almeno il 40% ma se la professionalità e quando è denominazione è “gelato con ritorno alla più alta evaporata yogurt” la quantità si riduce tradizione tutta l’umidità) al 20%. gastronomica che deve essere Gelato all’uovo. Deve ha fatto grande almeno il 45%. contenere tuorlo d’uovo in l’Italia nel mondo».

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Ais: arriva il nuovo progetto “Carta dei vini di Lombardia”

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Ais Lombardia presenta una nuova iniziativa per la valorizzazione delle produzioni vitivinicole lombarde e per incrementare il consumo e il servizio dei vini regionali nei ristoranti del territorio. Il progetto si intitola “Carta dei Vini di Lombardia nella ristorazione di qualità” e prevede la realizzazione di una carta certificata dall’Ais che sarà proposta in alcuni ristoranti lombardi (purché associati e selezionati dalla stessa), unitamente alla propria, in un delimitato periodo di tempo tra ottobre e novembre 2006. Comprenderà una trentina di cantine lombarde individuate sulla base della guida

VINIplus 2005 nelle zone a maggior vocazione vitivinicola della regione Lombardia. I vini potranno essere proposti anche alla mescita, favorendo così un maggior consumo e la possibilità di degustare più tipologie nell’ambito di un unico pasto. Il prezzo del vino al bicchiere e della bottiglia sarà stabilito dall’Ais Lombardia e stampato sulla carta stessa. Data l’importanza del progetto, l’associazione ha deciso di coinvolgere in questa iniziativa anche Udirtà (che in Lombardia conta parecchi membri) proponendo ai ristoratori interessati l’opportunità di associarsi e aderire al progetto.

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NUOVI VERTICI PER AIS PIEMONTE Dopo la riunione del consiglio direttivo dell'Associazione italiana sommeliers del Piemonte,il neo presidente regionale Fabio Gallo ha nominato per il prossimo quadriennio:Mauro Carosso per la provincia di Torino,Emilio Bellossi per il Verbano Cusio Ossola,Paolo Guidi per la provincia di Novara,Roberto Martino per la provincia di Cuneo,Claudio Aquili per la provincia di Biella,Fulvio Giublena per la provincia di Vercelli,Francesco Binello per il Canavese e Daniele Guaschino per il Casalese.Inoltre,sono stati eletti consiglieri V.Milanese,G.P. Vinai e O.Facchini.

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Professione sommelier È nata l’ Unione

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’Unionesommeliers è un’organizzazione nata nel 2005 e costituita esclusivamente da esperti sommeliers professionisti, impegnati a tempo pieno nell’attività. A livello nazionale, colma un vuoto nell’ambito della sommellerie professionale. Infatti in Italia non esistevano organizzazioni costituite esclusivamente da professionisti». Così ce l’ha descritta il presidente dell’associazione, Raffaele Franco Chiappi (nella foto). L’ammissione dei soci (circa 100 attualmente) avviene soltanto attraverso il vaglio di una commissione professionale che valuta la preparazione scolastica e professionale, su presentazione della certificazione comprovante lo svolgimento dell’attività in forma continuativa per almeno tre anni. L’organizzazione è nata dalla ferma volontà di qualificare e di affermare a qualsiasi livello la professione dei sommeliers aderenti, attivi professionalmente ed esclusivamente nell’ambito della ristorazione, negli

winebar, nelle enoteche, di quelli che operano nell’ambito vitivinicolo come liberi professionisti e nel comparto commerciale presso le società all’ingrosso e nella grande distribuzione. A differenziarla dalle altre associazioni, il fatto che non gestisce corsi di formazione ma collabora con le istituzioni scolastiche pubbliche e private per l’organizzazione dei percorsi scolastici di alta formazione. Si fa carico, però, dell’aggiornamento professionale dei propri iscritti e intraprende tutte le iniziative rivolte alla difesa e al riconoscimento a livello istituzionale, sul modello svizzero e francese, della professione di esperto sommelier. Per citare qualche esempio, nel novembre 2005, l’associazione ha ottenuto un riconoscimento per la degustazione dello Champagne a Epernay e per il prossimo autunno sono in programma gemellaggi con l’Unione sommelier di Francia e di Montecarlo.

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ENOTECA DEL BAROLO PREMIA FISAR E AIS Il presidente nazionale della Fisar, Vittorio Cardaci Ama, ha ricevuto dal presidente dell’Enoteca regionale del Barolo, Luigi Cabotto, uno dei riconoscimenti più significativi nel settore. L’ “Onorificenza al merito dell'Ordine dinastico del Barolo”. Premiato con la stessa onorificienza anche il presidente nazionale Ais, Terenzio Medri. Il tutto si è svolto al Castello Falletti nel comune di Barolo (Cn), lo scorso 11 giugno. Come ha sottolineato il presidente Cabotto «il riconoscimento vuole essere un concreto gesto di riconoscenza a tutti quei professionisti, i sommelier, che ogni giorno vivono il mondo del vino».

Attualmente il punto d’incontro per i soci è la trattoria “Il Labirinto” di Brescia, sede dell’attività lavorativa del presidente dell’associazione, Raffaele Franco Chiappi. A coordinare i lavori insieme a lui, i vice presidenti, Michele Colucci e Davide Comoli, e il direttore, addetto ufficio stampa Remo Pàntano.

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SOMMELIER

Scegliere un vino che sposi Cremona , città-gourmet

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remona. Parola magica evocatrice di infinite tentazioni per la gola, luogo ideale per i gourmet, ma anche per i golosi di quella tavolozza di sapori che la città di Antonio Stradivari sa offrire. Dal marubino, la tipica pasta ripiena in brodo, alle molte varianti dei tortelli, al salame cremonese, al cotechino e alla tradizione della lavorazione del maiale, alla mostarda e al torrone la gastronomia cremonese è ricca di proposte e di tentazioni. Unico assente il vino poiché non vi è alcuna tradizione nella coltivazione della vite. A questo i cremonesi sopperiscono con i vini delle aree confinanti. L’essere privi di una produzione vinicola propria rende liberi di poter scegliere il vino più adatto alle occasioni e piatti al di là di ogni condizionamento locale, ma rende necessaria una cultura enologica e la capacità di poter giudicare la qualità di un vino. Per sviluppare questa funzione un piccolo gruppo di appassionati, dotati di una grande entusiasmo, nel 2002 diede vita alla locale sezione dell’Onav dopo un periodo preparatorio in cui vennero organizzate alcune serate monotematiche che permisero di ritrovarsi in un’amicizia fondata sull’amore per il vino. Motore di questa furono l’entusiasmo e l’abnegazione di Vito Intini, delegato di Milano. Da ottobre 2002 la delegazione di Cremona sviluppa un’importante e costante attività imperniata su degustazioni di almeno 5 vini per tipologia guidate da un insegnante Onav. Delegato della giovane sezione fu nominato Guido Vezzoli con il non facile compito di far crescere l’associazione in un’area molto interessata ai temi del bere bene, ma anche molto dispersa e dispersiva (la provincia di Cremona si estende per più di 100 km). Le degustazioni guidate sono affiancate da degustazioni di accostamento cibo/vino come il Porto con il pesce affumicato e il cioccolato, logicamente coinvolgendo anche i prodotti della tradizione cremasca

Onav Cremona: calendario degustazioni

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giugno settembre ottobre novembre dicembre

Il Vermentino: vitigno delle coste marine Grandi bianchi friulani Valcalepio rosso: taglio bordolese delle valli bergamasche Vini della provincia di Agrigento Il Sauternes

quali i formaggi. Guido Vezzoli ha saputo trasformare l’handicap di non poter disporre nella sua Provincia di una rete di cantine con cui rapportarsi nello svolgimento della propria attività in un vantaggio per i soci e soprattutto per gli allievi dei corsi. Ha stabilito una rete di rapporti di collaborazione con le grandi zone vinicole confinanti quali la

I PERSONAGGI Guido Vezzoli, delegato Erminio Nossa, consigliere Enzo Patrini, consigliere Ermete Aiello, consigliere Paolo Pissavini, consigliere

I RIFERIMENTI Sede delle degustazioni: Self Restaurant La Siesta, via Olivetti 17 Crema (zona Università). Guido Vezzoli:Tel 0373 86007 (ore ufficio) - guido.vezzoli2@tin.it

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Franciacorta o l’area del Garda, potendo offrire un ampio spettro di conoscenze e opportunità facilmente verificabili anche oltre il momento associativo. A un personaggio come Vezzoli è poi quasi impossibile opporre un rifiuto alle richieste di collaborazione per cui è sempre riuscito a far condurre le serate associative (che si svolgono nella sede sociale di Crema) dal gotha degli enologi e degli enotecnici, offrendo sempre momenti di grande valore e spessore culturale. Se i soci sono una quarantina, i programmi per il futuro sono molti e ambiziosi, come l’attiva partecipazione al progetto patrocinato anche da enti locali volto alla costituzione di un polo permanente di formazione enogastronomica. A novembre 2005 è stato organizzato il primo corso per aspiranti assaggiatori: 27 partecipanti, un vero successo. Mercoledì 8 novembre 2006 inizierà un nuovo corso che, proprio per le particolarità della zona, prevede le lezioni a cadenza settimanale. Salvatore Longo

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Tutti pazzi per la Parla l’autonoma

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a birra speciale riscuote successo anche tra i non cultori delle bionde, soprattutto tra i giovani. Ne è convinta l’Associazione degustatori di birra (Adb) che lo scorso marzo ha dato appuntamento a esperti e appassionati al “Salone della birra di qualità” a Fieramilanocity. Nell’occasione sono state raccolte le iscrizioni al campionato italiano per degustatori che si terrà a maggio 2007. In Italia anche se prevalgono le birre di lingua tedesca (bionde e brune) operano comunque circa 240 produttori provenienti da tutto il mondo, con 1.200 marche presenti. Il mercato appare particolarmente frastagliato nel fuori

birra in Europa Fohrenburger

casa, dove operano oltre 2.000 locali, serviti da circa 2.000 aziende di distribuzione. In quasi tutti i mercati europei (Italia compresa) dominano ormai le grandi multinazionali europee ed extra europee. Sono poche, infatti, le aziende private ancora autonome rispetto alla globalizzazione. Una di queste è la Fohrenburger, fondata nel 1881 da Ferdinand Gassner nella piccola cittadina di Bludenz (circa 30.000 abitanti) del Voralberg, posizionata a pochi chilometri dalla Svizzera e dal Principato del Liechtenstein al punto di intersezione di cinque bellissime vallate alpine. E pare che il successo della birra locale, che ha per simbolo l’unicorno, sia dovuto all’acqua sorgiva non trattata, proveniente dalle Alpi dei ghiacciai della Silvretta e dell’Alberg, le cui fonti passano proprio sotto lo stabilimento. Acqua che viene immessa direttamente nelle caldaie della distillazione. Gli altri due ingredienti sono il luppolo, che viene fatto arrivare dalla Baviera e dalla Boemia, e il malto

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proveniente da regioni di coltivazione austriaca e tedesca ma solo con orzo estivo di alta qualità. Lo stabilimento, che occupa complessivamente 168 dipendenti, è diviso in due parti: quello tradizionale che usa tecniche di lavorazione a mano ancora in rame, quello nuovo, costruito nel 1987, tutto computerizzato e metallico. Dal 1998 l’azienda è in compartecipazione con la Rauch Srl succhi di frutta e dal 1999 è certificata Iso. La Fohrenburger partecipa attivamente alle manifestazioni italiane del settore. Nell’ottobre 2005 era presente alla prima “Rassegna birragastronomica 4R” di Seriate (Bg), in collaborazione con l’Accademia del gusto di Bergamo, nel febbraio 2006 a “Pianeta Birra Beverage & Co” di Rimini in collaborazione con l’Unionbirrai, l’associazione italiana che raggruppa i produttori della spumeggiante bevanda. Marino Fioramonti

I FIORI ALL’ OCCHIELLO DELLA PRODUZIONE «Quest’anno - afferma il direttore commerciale per i rapporti con l’Italia Reinhard Baumgartner - sono stati prodotti 23 mila ettolitri di birra contro i 220.000 del 2005, di cui il 28% esportati in Svizzera e il 78% nel vostro Paese. Dal 1999 è stata creata la Fohrenburger Italia, di cui è responsabile Claudio Tomasi di Bolzano che, tra l’altro, coordina 25 importatori. Noi abbiamo prodotto 17 qualità diverse: dalla Lager alla Jubileum che in Italia si chiama N.1, dalla Marzenbier alla Goldmarzen, alla Radler analcolica, ma l’azienda è nota soprattutto per la sua “Spezialbier” che con i suoi 5,5 gradi alcolici copre ben l’80% dell’intera produzione».

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Dall’antica tradizione bavarese lo stile inconfondibile della Weizen

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a rubrica sulla birra affidata all’esperienza di Enrico Rota cambia volto. Da questo numero verranno trattati e analizzati i diversi stili di birra presenti sul mercato. Ora è di scena la Weizen.

Cosa sono le birre Weizen? In Germania le birre di frumento sono ENRICO ROTA, denominate “Weizenbier” RESPONSABILE VENDITE (letteralmente birre di frumento) o DEL GRUPPO 4R DI TORRE DE’ ROVERI (BG) anche “Weissbier” (letteralmente birre CONTINUA IL SUO VIAGGIO bianche). Nella miscela di cereali, il NEL MONDO DELLA BIRRA frumento maltato tende a essere prevalente sugli altri. Viene inoltre utilizzato un particolare lievito che conferisce un delicato aroma di chiodi di garofano. Possiamo avere la versione limpida (kristall) o la versione torbida (hefe). Negli stili specifici ritroviamo la “Weizenbock” (più alcolica e maltata) e la “Weizendunkle” (più scura).

l’abbondante schiuma e nel contempo stesso esaltare la percezione olfattiva. Alcuni consigli per abbinare le birre Weizen? Consigli d’abbinamento gastronomici: le Weizen vanno servite tra gli 8° e 10° C e si accompagnano molto bene a pietanze di selvaggina, a piatti con saporite salse, a sogliola al burro o al limone, a pollo o arrosti, a paté di selvaggina e sandwich. La Quattroerre srl organizza in via continuativa corsi di spinatura della durata di un giorno riservati ai gestori di pubblici esercizi. Il costo del corso è di 120 euro. Per ulteriori informazioni telefonare allo 035 580701 oppure scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: enrico@quattroerre.com.

Qual è lo stile più diffuso in Italia? Secondo l’usanza birraria dell’antica Baviera, la Weizen deve essere non filtrata e quindi torbida. Di conseguenza, visto che solitamente la storia determina usi e costumi, lo stile più diffuso è quello Hefe (torbida). Anche in Italia questa semplice regola viene rispettata. Facile quindi trovare il prodotto sia in bottiglia che in fusto. Come mantenere il fusto di Weizen in cantina? Il fusto di birra Weizen in cantina lo dobbiamo tenere capovolto sino al momento della sua apertura. Questo semplicemente per rimescolare in modo naturale i “depositi” presenti all’interno del fusto. Se non viene rispettata questa regola, si corre il rischio di spinare della Weizen dal fusto inizialmente molto torbida e poi invece limpida. Non abbiamo quindi un’omogeneità sia di colore che di gusto: meglio non rischiare. Il bicchiere ideale per le Weizen? Come detto in un numero precedente, il bicchiere idoneo per queste birre di frumento è il weizenbecker. È un bicchiere da mezzo litro, alto, slanciato e dalla bocca svasata per contenere meglio

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AIBES UN GRAN PREMIO DA CAMPIONI Da molti anni ormai il servizio Hospitality Torre Marlboro/Ferrari, in occasione del Gran premio di Fromula Uno di San Marino, è gestito da barman san marinesi. Questo grazie all’aiuto dei barman Aibes, capitanati dal vice fiduciario per San Marino Raschi Giancarlo e dal consigliere nazionale Angelo Borrillo.

L’AIBES ENTRA A SAN PATRIGNANO Per il 2° anno consecutivo presso il centro studi della comunità di San Patrignano si è svolto il corso serale di Sala/Bar/Cucina per i ragazzi, coordinato dall’Istituto scolastico alberghiero di Stato S.Savioli di Riccione che si avvale del docente socio Aibes, Nicola Di Matteo, e di Cristina Lunardini, chef/pasticcere. Come commissario esterno era presente il consigliere nazionale Aibes Angelo Borrillo, che si è complimentato con i ragazzi per la preparazione professionale.

CORSI DI FORMAZIONE OBIETTIVO PRIMARIO Tra le prime associazioni dell’Iba, Aibes punta a promuovere i corsi di crescita professionale. Questa la motivazione che ha spinto l’Associazione dei barman sloveni, con a capo Dusan Furar, a richiedere al past president Iba Umberto Caselli la collaborazione per realizzare un seminario formativo. L’incontro si è svolto presso l’Hotel Astoria di Bled. I 20 barman presenti hanno seguito con interesse il corso in inglese, tenuto dal responsabile della commissione didattica Aibes, Giorgio Fadda.

Continuano gli omaggi ai migliori barman d’Italia MARCHE - ABRUZZO - MOLISE

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a sezione Marche-Abruzzo-Molise premia Angelo Annesse (nella foto) del Deep Blue Caffè di Porto Recanati (Mc). Nella categoria Pre dinner, 1° Piero Capodicasa, 2° Giovanni Quaglieri e 3° Andrea Mancini. Per la categoria Long drink, 1° classificato Angelo Annese con “Pink passion” realizzato con 3 cl di Bols Strawberry (Maxxium Italia), 3 cl di Passoa (Maxxium Italia), 5 cl di centrifugato d’ananas, 5 cl di succo d’arancia, 4 cl di succo di pesca, decorato con ciliegina, marasca verde, maracuja, ananas e fragola. 2° Massimo Urru, 3° Jorge Alberto Soratti. Per il concorso Aibes domani - frozen, premio “Nando Pucci Negri” a Paolo Morresi, Filomena Urbano e Domenico Neroni. Il concorso “Angelo Zola” è stato vinto da Gabriella Traini, mentre per la categoria Emergenti sono stati premiati Fabio Regiacorte, Florideo Sperandi e Federica Cola. Per la miglior Decorazione, il premio “Bormioli Rocco Professional” a Massimo Urru, il premio “Consorzio Grancaffè” a Claudio Di Nicola e il premio “Ceado” a Giovanni Ausili.

LAZIO - UMBRIA

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a sezione Lazio-Umbria ha premiato Emilio Sabbatini (nella foto) del C.f.p. Bufalini di Città di Castello (Pg). Nel concorso Pre dinner si sono classificati Agostino Calabrese, Arterio Fortuna e Massimiliano Salvi. Nel concorso Long drink 1° classificato Emilio Sabbatini con “Elisir della Sibilla” realizzato con 4 cl di Vogka Keglevich classic (Stock), 1 cl di Aperol (Campari Italia), 1 cl di Disaronno (Illva Saronno), 1 cl di Amaro Tonico (Distilleria Varnelli), 13 cl di Acqua tonica Crodo (Campari Italia), decorato con buccia di mela, albicocca, ciliegina rossa e menta. 2° classificato Luca Landolfo, 3° classificato Luigi Torquassio. Il Premio “Nando Pucci Negri” è andato ad Angelo Donnaloia, Giovanni Avorio e a Letizia Coccoloni. Nel concorso Flair sono stati premiati Mirko Scorteccia, Andrea Nobile e Luciano Bianchi. Nel concorso “Angelo Zola” categoria Emergenti, 1° classificato Ilaria Silvani, 2° Francesco Boveri, 3° Claudio Celani. Per la migliore Decorazione, 1° classificato nel premio “Bormioli Rocco Professional” Emilio Sabbatini, 2° premio “Consorzio Grancaffé” Leandro Gizzi e 3° premio “Ceado” Agostino Calabrese.

SANREMO

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er la sezione Sanremo, il barman dell’anno è Alessandro Barbieri (nella foto), vincitore anche della categoria Pre Dinner con “w.w.w.drinks” realizzato con 2 cl di Bombay Sapphire (Martini&Rossi), 2 cl di Gancia Vermouth bianco (F.lli Gancia & C), 1 cl di Biancosarti (Campari Italia), 1 cl di Mapo Mapo (Campari Italia), 1 cl di Campari (Campari Italia), decorato con cetriolo, menta e ravanello. Categoria Pre dinner 2° Fabio Rossano, 3° Vincenzo Mazzitelli. Per il concorso Long drink, 1° classificato Roberto Rastello dell’Ipssar E.Ruffini di Arma di Taggia, 2° Massimiliano Peano, 3° Riccardo Fracchioni. Per il concorso Aibes domani - frozen,

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AIBES

premio “Nando Pucci Negri” a Maria Esterina Tancredi, Valentina Monero. La migliore Decorazione è andata a Fabio Vincenzo Pentassuglia e Cristiano Sanna. Il concorso “Angelo Brondi (Pre dinner), Riccardo Rossi (Pre dinner) e Zola” è andato a Samirah Muran, mentre per la categoria a Luca Superno (Pre dinner). Emergenti 1° classificato Danila Simoncini, 2° Fiore Papaleo, 3° CALABRIA Melania Raimondo. Per la migliore Decorazione, il premio “Bormioli Rocco Professional” a Fabio Rossano (Pre dinner), incitore della sezione Calabria è premio “Consorzio Grancaffè” a Roberto Restello (Long drink) Maurizio Aiello (nella foto) e premio “Ceado” a Michele Grimaldi (Long drink). del James joyce di Cosenza, che si è classificato al primo posto GENOVA anche nella categoria Pre dinner con “Claudia”, realizzato con 2 cl a sezione di Genova consacra barman di Southern Comfort (Campari Fabio Brondi (nella foto) del Bar Il Italia), 2 cl di Vermouth rosso pontile di Lerici. Nella categoria Pre (Martini&rossi), 1 cl di Mapo Mapo dinner 1° classificato Fabio Brondi (Campari Italia) e 2 cl di Campari (Campari Italia), decorato con con “My Way” realizzato con 2 cl foglie d’ananas, ramo pomodorini e mandarino cinese. di Ron Botran Etiqueta Blanca Secondo posto per Marisa Camberini e terzo per Gianluca (Arnolfini), 2 cl di Carpano Tiesi. Il concorso Long drink 1° classificato Antonio classico (F.lli Branca Sciammarella, 2° Gianfranco Laganà e 3° Francesco Calzone. Il Distillerie), 2 cl di Campari Premio “Nando Pucci Negri” a Fausto Strangis, Eugenio Falvo e (Campari Italia) e 1 cl di Sandeman White Port (Dist. F.lli Patrizio Strangis. Nel concorso Flair 1° Planet Alex, 2° Corrado Ramazzotti) decorato con alkekengi. Al secondo posto Pucci e 3° Pantaleone Zoccali. Il premio “Angelo Zola” è Alessandro Benatti e al terzo Riccardo Rossi. Nel concorso Long drink 1° classificato Vincenzo Verteramo, 2° Victor Sneep, andato a Sara El Gosairi, mentre nella categoria Emergenti Andrea Gigliotti, Alessandro Schiamone e Cosimo Di bella. Il 3° Valerio Taffuri. Mentre il premio “Nando Pucci Negri” è premio “Bormioli Rocco Professional” ad Antonio andato a Bruno Uberti, Ilaria Solinas e Damian Del’oso. Il Sciammanella, il premio “Consorzio Grancaffè” Maurizio Concorso Angelo Zola ad Angelo Vanessa mentre nella categoria Emergenti 1° Simone Venturini, 2° Fabio Spinetti e 3° Aiello e il premio “Ceado” a Gianfranco Laganà.

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Cocktail d’”azzardo” al Casinò di Campione

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l Casinò ha voluto l’Aibes quale partner per un master di specializzazione per il proprio personale di bar. La consegna degli attestati e il saggio finale sono avvenuti alla presenza di numerosi ospiti. Nell’atmosfera del Bar Super Privé si è concluso il I Gran prix dei barman Casinó di Campione. La squadra dei finalisti coordinati dal bar manager Mirko Chirico (nella foto a destra) era formata da: Alessandro D’Arienzo, Francesco De Rosa, Fabrizio Dominoni, Carlo Greggio,

Roberto Mangiagalli e Angelo Ticozzi. Dopo un’attenta valutazione dei cocktail (categoria Pre Dinner) da parte della giuria presieduta da Carmine La Morte (responsabile Aibes) è stato decretato vincitore Carlo Greggio (nella foto in centro) con il cocktail “Sun Shine” (2cl Rum bianco, 2cl Aperol, 1cl di spremuta di lime, 1cl di succo ananas, 1cl Peach tree, decorato con spirale di lime e ciliegina).

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A VERDUCCI E BARGIGIA IL 5° TROFEO TONSI Il Trofeo Tonsi è una tappa tra le più importanti del Circuito del cocktail per i barman lombardi, vetrina per giovani emergenti e professionisti esperti. Questa 5a edizione ha visto vincitore per gli Emergenti un promettente Alessandro Verducci del Ritz Hotel di Milano, realizzando “Mimì my love”. Mentre nella categoria Aibes si è classificato primo Andrea Bargigia con “Pin up sunrise”, seguito da Agostino Pagnoni e Diego Lombardo con Silvano Evangelista al 4° posto, Rezzonico Max al 5°,Afro Giavaldi al 6°, Luca Opizzi al 7°, Ciro Spagnuolo all’8°, Carmela Giglio al 9° e Paolo Andreis al 10°. Il merito di questa manifestazione va in ugual misura a tutta la sezione, coordinata per l’occasione da Fausto Tonsi, responsabile Aibes di Brescia e da Dibi, fiduciario regionale.

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MiWine, una fiera destinata a crescere Bilancio positivo. Organizzazione e aziende soddisfatti. La kermesse milanese ha chiuso i battenti con 35.000 visitatori, superando tutte le attese. Notevole la presenza dei buyer stranieri che testimoniano la crescente internazionalizzazione dei canali vino e bar. A coinvolgere tutta l’Italia, la prima edizione del MiWine Bar Tour, master italiano dedicato alla distribuzione del vino al bar

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e 35 mila presenze di visitatori, di cui il 20% provenienti dall’estero, hanno superato le attese per la seconda edizione di MiWine, la Fiera professionale del vino e dei distillati organizzata da Sifa, la società controllata al 100% da FieraMilano Spa in collaborazione con Regione Lombardia, Ice e Camera di Commercio di Milano. Un clima di soddisfazione si è respirato direttamente tra gli espositori che nei tre giorni hanno preso contatti molto qualificati su cui costruire il business. Gli organizzatori Ezio Rivella e Piergiacomo Ferrari (nelle foto) non hanno mancato di segnalare che «MiWine ha attirato i più

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qualificati buyer stranieri in rappresentanza di oltre 45 Paesi, dagli Usa alla Cina, dal Nord Europa al Sud Est asiatico». Sempre alla kermesse milanese si sono disegnate le linee guida per il futuro, anche grazie all’accordo tra FieraMilano e l’associazione Progetto Vino, che riunisce i 54 produttori di punta italiani, da Ambrogio e Giovanni Folonari ad Antinori, da Frescobaldi a Tasca d’Almerita, Donnafugata, Gancia, Pio Cesare, Banfi, Masi e Cavit per citarne solo alcune. L’obiettivo è studiare il comparto vitivinicolo e dare

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MIWINE hanno avuto luogo gli Enotour attraverso i quali i buyer e i giornalisti stranieri sono andati alla scoperta dei territori e delle aziende vitivinicole italiane. Nel prossimo numero della rivista parleremo di un’altra importante iniziativa di MiWine. Promossa dall’Ardi e dalla FipeConfcommercio si è, infatti, anche svolto un interessante incontrodibattito con i ristoratori italiani all’estero. m.f. indicazioni e soluzioni utili al suo sviluppo e alla sua internazionalizzazione con il supporto scientifico dell’Osservatorio marketing del vino di Sda Bocconi. La manifestazione si è chiusa ma non si è fermata: fino al 20 giugno in Lombardia (Valtellina, Oltrepo Pavese, Franciacorta e Valcalepio), in Puglia, in Maremma e in Sicilia

SALENTO, PROTAGONISTA DELL’EDIZIONE 2006 DEL PREMIO VINARIUS È il Salento il territorio dell’anno che per cultura vinicola, ambiente e capacità imprenditoriale ha saputo interpretare in chiave moderna la cultura contadina ed è per questo che l’Associazione grandi vini del Salento è risultata vincitrice della seconda edizione del premio indetto da Vinarius, Associazione italiana enoteche. Ideale prosecuzione del premio “Vinarius il Vino dell’Anno”, che tanta parte ha avuto nel lancio dei prodotti della nuova enologia italiana. È stato il neo presidente dell’associazione Francesco Bonfio, nel corso di MiWine, a consegnare i riconoscimenti ad alcuni testimonial del territorio: al ricercatore del Cnr Francesco Greco, al ristorante “Al Fornello” di Ceglie Messapica di Antonio Ricci e delle figlie Antonella e Rossella, al giornalista salentino di Mediaset Mino Taveri.

Parlano piemontese i locali con il miglior servizio di vino

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avide Bosco del Caffè Oropa di Oropa (Bi) per la categoria Bar serale, Federico Moretti de Il Muretto di Palmanova (Ud) per la categoria Bar e Carlo Morino del Croce Bianca ancora di Oropa per la categoria Wine Bar si sono aggiudicati la vittoria del concorso nazionale legato al MiWine Bar Tour 2006, il primo “Master italiano sul vino al bar”, organizzato da MiWine e il Consorzio distributori alimentari, in collaborazione con

Ais, e indirizzato ai gestori di bar di tutta Italia. Dopo le 18 tappe in giro per lo stivale, dalla Val d’Aosta alla Sicilia, cui hanno preso parte oltre 1.000 baristi in rappresentanza di altrettanti locali, sono stati scelti i migliori 50 finalisti invitati a partecipare alle prove conclusive al MiWine. Alla fine, sui gradini più alti del podio sono saliti i tre vincitori. Ottimo piazzamento anche per gli emiliani. Tra i finalisti anche i gestori di tre locali di Reggio Emilia e dintorni: Sabatino Sorrentino de L’Eco del Mare di Albinea, Stefano

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Frattura del Dos Café e Paolo Piccinini del Koko Bar, entrambi provenienti dal capoluogo. Inoltre, sono state ben due le donne a meritarsi la finale: Simonetta Ferrario del Contro Corrente di Spinone al Lago (Bg) e Francesca Bellini del Bar Baraonda di Biella. A premiare i vincitori, nello stand della Regione Lombardia, c’erano Carlo Alberto Panont coordinatore di Ascovilo e direttore del Consorzio dell’Oltrepò Pavese, Luca Bandirali di Ais Lombardia, Lucio Roncoroni direttore Cda, e Alberto Zaccone ideatore del corso e docente di Analisi Sensoriale all’Istituto di Enologia e Ingegneria Alimentare all’Università Cattolica del S. Cuore di Piacenza. Tutti convinti sostenitori della crescente tendenza di servire vino al bar.

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Müller Thurgau antico rito della val di Cembra L La vite antica testimonia la nobile origine del Müller. Coltivato in diverse zone del nord Italia, (il 90% in Trentino e Alto Adige) è attualmente rappresentato da 5 diverse Doc. Ma il suo successo è ormai diffuso in tutto il mondo, persino in Nuova Zelanda e Giappone

a famosa situla attualmente custodita nelle sale del Castello del Buonconsiglio a Trento - divenuta simbolo dell’enologia trentina fu ritrovata nel 1839 in val di Cembra. Si tratta di un vaso etrusco di forma tronco-conica risalente all’VIII secolo a.C. e adibito probabilmente a riti sacri, testimonianza di come nella valle la coltivazione della vite sia stata antichissima, antecedente all’arrivo dei romani cui peraltro si deve l’apporto di tecniche e vitigni nuovi in tutta la regione Rethica (odierno Trentino Alto Adige), specie nell’epoca imperiale. Le cronache del tempo narrano infatti che l’Imperatore Augusto amasse molto il vino di questa regione e Plinio il Vecchio descrive come i trentini conservassero il vino in botti di legno legate con cerchi di vimini, sistema tradizionale per l’enologia moderna, ma del tutto eccezionale in un’epoca in cui era l’anfora il contenitore. Una tradizione antica, quella della vite e del vino in Trentino, e soprattutto con caratteristiche proprie delle locali popolazioni. E fu ancora a un imperatore romano che la regione deve l’individuazione del suo mercato storico: il Nord. Infatti Domiziano, nel 92 d.C., emise un editto in cui era vietata la coltivazione della vite nelle province

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settentrionali dell’Impero, la Rethia divenne quindi il centro produttivo più vicino cui approvvigionarsi. Fu un successo che durò nei secoli fino all’epoca austro-ungarica in cui logicamente l’enologia della valle dell’Adige conobbe una fase di sviluppo. La valle di Cembra - area bellissima racchiusa tra la valle dell’Adige, la Valsugana e i contrafforti meridionali della catena del Lagorai si estende da Lavis a Faver, verso Cavalese - se turisticamente è ancor poco conosciuta, sotto l’aspetto enologico ha una tradizione che, come abbiamo visto, risale a epoca preromana. In queste terre si può parlare di viticoltura eroica: le viti sono coltivate spesso in stretti fazzoletti di terra ricavati da scoscesi pendii e trattenuti da muretti a secco. I suoi caratteri pedoclimatici (il clima di tipo alpino) favoriscono risultati eccezionali a uve come la Schiava grossa e gentile, il Pinot bianco e lo Chardonnay, ma è soprattutto il Müller Thurgau che vi ha trovato il suo habitat migliore. Il vino prende il nome dal ricercatore svizzero Hermann Müller Thurgau che nel 1881 ha effettuato un incrocio clonale tra i vitigni Riesling renano e Sylvaner. Peraltro secondo le ultime Segue a pagina 42

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ricerche basate sul dna gli studiosi ritengono che il secondo vitigno dell’incrocio sia il Chasselas e non più il Sylvaner. La varietà ottenuta è stata introdotta in Italia verso la metà del 1900 (in Trentino sembra nel 1939) e non solo si è ambientata perfettamente nelle vallate trentine con vigneti piantati molto spesso oltre i 500

metri, ma proprio da questo ambiente ha tratto le sue caratteristiche principali particolarmente per quanto riguarda il bouquet ricco di note floreali e fruttate (piccoli frutti di bosco). Due sono i principali fattori che hanno reso i pendii della val Cembra ideali per questo vino: un terreno particolarmente porfirico e un clima caratterizzato

da forti escursioni termiche con notti fredde e innalzamento diurno della temperatura grazie all’azione moderatrice svolta dal vento proveniente dal non lontano lago di Garda e dall’esposizione al sole dei vigneti. Le uve nel loro momento ottimale di maturazione hanno un ottimo livello di acidità che passerà al vino, particolarmente aromatico e persistente. È un vitigno a maturazione precoce - la vendemmia avviene verso metà settembre - caratterizzato da una foglia tondeggiante e da un grappolo medio, cilindrico, con un’ala molto pronunciata e mediamente compatto. Gli acini sono medi, elissoidali, di colore giallo - verdognolo, con una buccia pruinosa, sottile, quasi

trasparente e con una polpa succosa e incolore. Il vino ha un carattere molto personale e un eccezionale bouquet aromatico esaltato dall’acidità: per questo si esprime al massimo da giovane. La vinificazione avviene generalmente con macerazione a freddo delle uve parzialmente pigiate per circa 14 ore a bassa temperatura (4-5°C) nella fase precedente la pressatura in modo da facilitare il passaggio delle sostanze aromatiche dalle bucce al mosto, cui segue la usuale vinificazione delle uve bianche

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MÜLLER THURGAU Scheda tecnica Onav: Müller Thurgau

Zona di produzione: Trentino e Alto Adige Alla vista: giallo paglierino con riflessi verdolini Al naso: intenso, aromatico con sentori fruttati e floreali In bocca: asciutto, fresco, fruttato, armonico, leggero di corpo è sostenuto dall’acidità che ne stimola la persistenza. Finale molto pulito con un piacevole ritorno di sentore di mandorla Resa: 130 ql./ha Titolo alcolometrico: 12% Epoca migliore per il consumo: 2-3 anni. Non adatto all’invecchiamento Temperatura di servizio: 10-12°C Vitigni: Müller Thurgau 85% min. Tipologia: fermo Altre tipologie: passito (nella Doc Alto Adige-Südtirol), frizzante (nella Doc Friuli-Aquileia) e vendemmia tardiva (nella Doc Valle d’Aosta) Abbinamenti: pesce d’acqua dolce o comunque magro al forno o al cartoccio, minestre, piatti a base di uova, piatti aromatizzati con le erbe, funghi Riconoscimento della Doc: denominazione Trentino: Decreto 06/09/2002 che sostituisce il D.P.R. 04/08/1971 e successive modifiche; denominazione Valdadige: Decreto 31/05/2002 che sostituisce il D.P.R. 24/03/1975 e successive modifiche; denominazione Alto Adige o dell’Alto Adige-Südtirol o Südtiroler: Decreto del 11/11/2002 che sostituisce il D.M. 02/08/1993 e successive modifiche. Sottozone: Terlano o Terlaner,Valle Isarco o Eisacktaler,Valle Venosta o Vinschgau; denominazione Valle d’Aosta o Vallée d’Aoste: Decreto del 05/08/2002 che sostituisce D.P.R. 30/07/85 e successive modifiche; denominazione Collio Goriziano o Collio: decreto del 25/03/1998 che sostituisce il D.P,R. 24/05/1968 e successive modifiche; denominazione Friul-Aquileia: Decreto del 09/04/1998 che sostituisce il D.P.R. 21/07/1975 e successive modifiche.

con fermentazione, effettuata a temperatura controllata (circa 20°C) per una ventina di giorni. Il Müller Thurgau assume alcune caratteristiche lievemente diverse in Val d’Aosta dove è stato introdotto alla fine degli anni quaranta. La sua zona di produzione è Chambave che presenta forti sbalzi termici specialmente nel periodo di maturazione delle uve. Il colore, pur essendo sempre giallo paglierino, assume note di particolare brillantezza e all’olfatto si presenta con una struttura di particolare finezza con note floreali di fiori bianchi e fruttate con sentori di mela, banana e ananas. In Italia il Müller Thurgau è coltivato oltre che in Trentino, Alto Adige e Valle d’Aosta anche in Friuli, Lombardia, Emilia e Romagna e recentemente in Sicilia con sorprendenti risultati. Trentino e Alto Adige producono circa il 90% delle uve Müller Thurgau. Sono oltre 550 gli ettari coltivati in Trentino (circa 300 in val Cembra) con un produzione di circa 100.000 quintali di uve delle quali oltre il 70% relative a produzioni Doc. Un rapporto eccezionale che testimonia l’alto livello dell’enologia trentina. Di 30.000 quintali è invece la produzione altoatesina. Al Müller Thurgau attualmente fanno riferimento cinque diverse Doc. All’estero è molto diffuso in Austria, Germania, Svizzera, ma anche in Paesi extraeuropei come la Nuova Zelanda e il Giappone. Salvatore Longo

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Friulano?

T ocai ultimi mesi di riflettore Luci e ombre sul nuovo nome Il Tocai torna a far parlare di sè, forse per l’ultima volta. Infatti, ancora pochi mesi (marzo 2007) e poi l’Italia rinuncerà al nome di uno dei suoi vini più amati e conosciuti. Noto per la sua origine friulana ma apprezzato in tutta l’area veneta, pare che la scelta più gettonata ricada proprio sul nome “Friulano”. La questione sulla denominazione è divenuta, quindi, un fenomeno nazionale che ha riportato alla luce antiche leggende e curiosità interessanti

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ell’area del triveneto è il vino più consumato in occasione di aperitivi e buffet, oltre che uno dei maggiormente prodotti. Il Tocai fa parlare di sè a causa dell’imminente cambio del nome e grazie alla recente manifestazione di Portogruaro che, ancora una volta, ne ha suggellato l’importanza. Ma poco o nulla si conosce su quando la vite sia apparsa in Friuli (e in tutto il nord est) o quale popolazione l’abbia introdotta: è certo che la tradizione vitivinicola friulana si perde nella notte dei tempi. Secondo alcune fonti furono gli Eneti tra il XIII e il XII secolo a.C. a introdurre la vite ma non si ha alcuna testimonianza sufficientemente certa salvo alcuni reperti archeologici funerari con raffigurate libagioni - fino agli scritti di Plinio il Vecchio che ci informa sull’esistenza nella zona dell’alto Adriatico di vini molto gradevoli, a volte importanti, come il Pucinum cui venivano attribuite virtù terapeutiche. Narra Plinio che Livia Drusilla riteneva di dover a un equilibrato uso di quel vino la propria longevità. Dai suoi scritti si deduce comunque come la viticoltura avesse già raggiunto un significativo livello qualitativo derivante

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dall’adozione di tecniche di vinificazione. I Romani diedero grande importanza alla viticoltura come strumento programmato di sviluppo della zona: infatti nel II secolo d.C. fondarono la città di Aquileia e vi inviarono 15.000 coloni che svilupparono una cultura intensiva della vite. Da allora la fama dei vini dell’area a Est del Tagliamento è stata costante: negli scritti di Teodato del 534 troviamo l’elogio dei vini di Aquileia e Cividale, la viticoltura friulana superò indenne anche il Medioevo e giunse attraverso i successi del Rinascimento a un momento di sviluppo sotto l’imperatrice Maria Teresa d’Austria che portò l’enologia friulana a nuovi splendori. La lungimiranza dell’imperatrice è testimoniata dall’aver nel 1787 avviato il primo catasto dei vigneti su base qualitativa; se fosse stato portato a compimento, il Friuli avrebbe preceduto la Francia in cui la prima classificazione dei cru è “soltanto” del 1855. Molti i vitigni coltivati, autoctoni e no, moltissimi e di gran pregio i vini che hanno fatto del Friuli una stella dell’enologia mondiale. Il Tocai Friulano è certamente tra i vini più conosciuti e diffusi della regione. Vino le cui origini si

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perdono nella leggenda e si devono proprio a questa incertezza le complesse vicende che lo hanno contrapposto per l’utilizzo del nome “Tocai”- purtroppo con esito negativo - all’omonimo vino ungherese formato dai tre vitigni: Harslevelu, Muscat Lunel e Furmint. Secondo la leggenda nella famiglia dei conti Formentini - presenti in Friuli fin dal 1200 e sicuramente stabilitisi a San Floriano del Collio nel 1520 - la baronessa Aurora, figlia del generale Carlo consigliere dell’imperatore Ferdinando, sposò nel 1632 il conte ungherese Giovanni Batthyany e portò in leggende o dai documenti storici è sotto dote, tra gli altri beni, barbatelle di Furmint l’aspetto enologico che la decisione di (vitigno peraltro diverso dal Tocai friulano) impedire al vino friulano di definirsi tocai lascia perplessi. Infatti gli studi condotti unitamente a contadini sloveni, esperti nella coltivazione della vite, che dicevano hanno concordemente appurato che non vi è alcuna parentela tra il vino italiano e il del loro vitigno “je tukaj” (è di qui), storpiato dagli Ungheresi in Tokay. Fin qui Tokaij ungherese poiché il vitigno che origina il vino ungherese, il furmint, non la leggenda. Peraltro i documenti dotali relativi alle nozze ungheresi della contessa ha nulla in comune con quello alla base del vino friulano. Parimenti risultano Aurora trovati recentemente sembrano totalmente diversi il francese Tokai almeno in parte confermare il racconto popolare poiché indicano tra l’altro “Vitti Princesse il cui vitigno è ancora il furmint va a ruba.ai 8-05-2006 12:12:01 di toccai…300”. Indipendentemente dalle e l’alsaziano Tokay Pinot Gris che è in

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effetti un Pinot grigio. Non risultavano però chiare le origini e l’identità del vitigno italiano. Recenti studi avrebbero identificato nel Sauvignonasse - un vecchio vitigno francese, conosciuto anche come Sauvignon Vert, una volta molto diffuso nella zona di Bordeaux e poi abbandonato a favore del Sauvignon Blanc - un vitigno coincidente con il Tocai friulano. Le successive sperimentazioni hanno confermato questa coincidenza. Anche sotto l’aspetto organolettico il tocai

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prevedono questo vitigno in purezza sono numerose: tutte le friulane, con friulano (unicamente secco) si differenzia l’eccezione della Doc Carso, e le Doc interregionali Lison-Pramagggiore, San totalmente da quello ungherese che se Martino della Battaglia e Garda, Szamorodni è secco o dolce, se Aszu Consorzio tutela vini Doc Friuli Aquileia, liquoroso. Inoltre in entrambe le Collio, Friuli Grave, Consorzio Friuli sottotipologie del Tokaji ungherese è presente la botrite, assente invece nel vino Latisana, Vini Doc Friuli Isonzo. Il vitigno ha inoltre una variante veneta friulano. Il cambio di denominazione che dovrà avvenire entro il marzo 2007 - denominata Tocai Italico con le Doc pone la problematica anche al di fuori del Piave, Colli Berici, Colli Euganei, Breganze Bianco e Merlara Bianco in cui Friuli, essendo il Tocai friulano diffuso anche in Veneto fino al lago di Garda e in è previsto in purezza, così come nella lombarda Doc Garda Colli Mantovani. Il Lombardia (Mantova). Le Doc che Continua da pagina 45

vitigno Tocai Friulano è caratterizzato da una foglia medio-grande, di colore verde chiaro e opaca. Il grappolo è di grandezza media, cilindrico, compatto e caratterizzato da due ali. L’acino è tondo e di dimensioni medie con buccia spessa e pruinosa, giallo dorata e leggermente punteggiata, ma può anche essere di colore verde: dipende dal clone e dal terreno di coltivazione. La vendemmia avviene di massima nella prima metà di settembre. Salvatore Longo

Scheda tecnica Onav: Tocai Friulano

Zona di produzione: numerosi comuni delle province di Udine e Pordenone Alla vista: giallo paglierino intenso con riflessi verdognoli Al naso: fine e caratterizzato da sentori di mandorla amara e fiori di campo In bocca: secco, morbido e di ottima struttura esprime un buon equilibrio e presenta note di mandorle amare, sensazioni di freschezza, gradevolmente amarognolo R esa: 130 t/ha Ti t o lo alcolo m e t rico: min. 10,5% Epoca migl i o re per il consumo: 1-2 anni Te m p e ra t u ra di servizio: 9-10°C Vitigni: Tocai Friulano Ti p o logia: fermo secco A b b i n amenti: prosciutto di San Daniele o di Sauris, minestre di riso, risotti con verdure, frittate, carni bianche, formaggi freschi, lumache, rane Riconoscimento della Doc Fri u l i - G ra ve : D.M. 16/02/1998 in sostituzione al D.P.R. 02/07/1970 e successive modifiche.

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Collavini : una passione enologica che vive da più di 100 anni L a storia enologica della famiglia Collavini ha inizio nel 1896 quando il capostipite Eugenio rifornisce le migliori famiglie udinesi con i suoi vini, senza immaginare che un secolo dopo gli stessi sarebbero stati diffusi in tutto il mondo. La prima svolta si ha nel 1970, nel settore spumantistico, che porta l’azienda ai vertici della notorietà con il Ribolla Gialla Spumante, frutto di un’attenta ricerca e di un originale metodo. Questo vino affianca Il Grigio, già diffuso sul mercato e apprezzato per il particolare uvaggio di

Chardonnay e Pinot grigio. In quegli anni le proprietà si arricchiscono con l’acquisizione, a Corno di Rosazzo (Ud), di un antico maniero del XVI secolo che diventa dimora della famiglia e sede delle cantine. Fino al 1980, quando l’azienda Collavini riunisce tutte le sue attività presso questa residenza e Manlio, attuale proprietario, amplia la gamma delle produzioni Doc, impegnando notevoli investimenti in strutture evolute e funzionali per migliorare gli standard di efficienza e qualità. Nel 1996 inizia la svolta qualitativa con un programma globale che spazia dalla fidelizzazione dei

vignaioli conferenti le uve, controllati da un agronomo nella conduzione delle vigne, alla modernizzazione di impianti che prevedono la pigiatura soffice e la vinificazione termocontrollata. Oggi, investimenti e tecnologie, rigorosi criteri di tipicità e amore per il Friuli pongono l’azienda ai vertici della produzione del territorio, con ulteriori spazi di crescita e successo.

Eugenio Collavini Via della Ribolla Gialla 2 Località Gramogliano 33040 Corno di Rosazzo (Ud) Tel 0432 753222 - Fax 0432 759792 www.collavini.it - collavini@collavini.it

Tocai friulano 2004 Ronc di Zorz Livon Tipologia vino: Tocai friulano Etichetta: Ronc di Zorz Tocai friulano 2004 Uvaggio: 100% Tocai friulano Vinificazione: vendemmia effettuata interamente a mano in cassette, con macerazione a freddo in pressa orizzontale della durata di 8 ore e successiva pulitura del mosto per decantazione. Invecchiamento: 8 mesi in barrique A ffinamento: 30% barrique, 70% acciaio Colore: giallo paglierino Pro fumo: intenso di foglie di pesco e noce moscata Sapore: gradevole,morbido, con retrogusto caratteristico di mandorla amara Longevit : 6-10 anni Gradi: 13% vol. Temperatura di servizio: 12-13°C Acidit totale: 5,30 g/l Abbinamenti: come aperitivo, antipasti all’italiana, minestre in brodo e asciutte, pesci, carni bianche in salse leggere e delicate. Ottimo col prosciutto di San Daniele. Società Agricola Livon, Via Montarezza 33 - 33048 Dolegnano (Ud) Tel 0432 757173 Fax 0432 757690 www.livon.it - info@livon.it L O M B A R D I A A TAVO L A

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Estate 2006 all’insegna dei vini del grande lago Eventi a tema

Sono molti gli appuntamenti che caratterizzano l’estate 2006 sulla riviera bresciana del lago di Garda per promuovere vini e prodotti del territorio. Dopo la XIX fiera del Chiaretto a Moniga, dal 2 al 4 giugno, la “Primavera-Il Profumo dei Chiaretti” a Gardone Riviera dal 2 al 3 giugno e la 57a Fiera del vino Garda Classico Doc a Polpenazze dal 9 al 12 giugno, dall’1 al 4 s e t t e m b re sarà la volta della Fiera di Puegnago col concorso sul Groppello.

delegazione di Brescia retta da Fabio Finazzi. Sono stati premiati con la qualifica di “Eccellente”, nella categoria Garda Classico bianco, l’azienda agricola Masserino di Emilio Pancera (Puegnago), l’azienda agricola Pasini concorso enologico “Garda Classico” a cambiato pelle la più tradizionale e conosciuta sagra approvato dal ministero per le Politiche Giuseppe e Maurizio (Bedizzole), l’azienda agricola Redaelli De Zinis agricole. Tra le novità, prodotti tipici popolare del territorio (Calvagese della Riviera), l’azienda bresciano: la 57esima Fiera del vino di esposti nel centro storico e un treninoagricola Le Gaine di Cottini P. e G. Polpenazze del Garda (Bs) si è conclusa navetta per i visitatori. Una novità di (Bedizzole), l’azienda agricola grande impatto per la vitivinicoltura registrando la presenza di 30 mila Bergognini Gianmaria e Aurelio gardesana e per la fiera che ha visitatori e dando il via al Primo promosso un importante rilancio senza (Polpenazze), l’azienda agricola Due Pini di Coccoli Ermanno (Picedo di dimenticare la sua natura popolare. Il Polpenazze) e Pasini Produttori (Raffa di concorso non ha comunque oscurato, Puegnago). Nella categoria Garda ma anzi riconfermato, alcune Classico rosso, la Cantina Mansadri significative novità rappresentate (Raffa di Puegnago) e l’azienga agricola innanzitutto dalla decisione del comitato fiera, presieduto dal neoeletto Masserino di Pancera Emilio (Puegnago) sindaco Giuseppe Turrina, di recuperare e nella categoria Garda Classico rosso superiore l’azienda agricola Masserino lo spirito più genuino della sagra di Emilio Pancera (Puegnago), l’azienda predisponendo numerosi spazi agricola Bottarelli Franco & Valerio espositivi anche nel centro storico. Il (Picedo di Polpenazze), le Cantine tutto per valorizzare la qualità delle produzioni Garda Classico, considerate Franzosi Bruno (Puegnago), le Cantine una delle più interessanti Doc emergenti della Valtenesi e della Lugana Civielle (Moniga), l’azienda agricola Pietta nello scenario enoico nazionale. Da Renato e Stefano (Muscoline), l’azienda non dimenticare l’apporto e la collaborazione del Consorzio tutela vini agricola La Basia di Parona (Puegnago), l’azienda agricola La Guarda di Negri Garda Classico Doc, presieduto da (Muscoline) e l’azienda agricola Paolo Turina, oltre che del supporto Montecicogna di Materossi (Moniga). tecnico dell’Onav, fornito dalla

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Polpenazze, dalla sagra popolare al primo concorso enologico Garda Classico


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Il Trofeo Molmenti incorona i 6 migliori Chiaretti

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l Chiaretto sta vivendo un momento di grazia e di grande riconoscimento. Segue, infatti, la scia della moda di questa estate ravvivando la riviera gardesana con manifestazioni ed eventi, tra cui la XIX edizione della Fiera del Chiaretto di Moniga del Garda che, con il XIII Trofeo Pompeo Molmenti, ha visto la partecipazione di 13 aziende produttrici di Garda Classico Chiaretto Doc. La commissione di enologi e tecnici del settore, per l’assegnazione degli attestati di “Ottimo”, composta dal Corrado Cugnasco presidente, Fulvio Santini, Giuseppe

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Piotti, Cesare Ferrari, Emiliano Rossi, Marco Tonni e Nicola Danesi, ha selezionato i Garda Classico Chiaretto Doc superiori agli 80/100, identificandone sei. Si possono, quindi, fregiare della menzione di “Ottimo” l’azienda agricola Provenza (insignita anche della medaglia d’oro al concorso internazionale Mondial Du Rosè) (foto in alto), Cantine Scolari, Cantine Turina F.lli, società agricola Vedine, Cantine Franzosi Bruno e l’azienda agricola La Guarda. La commissione, composta da Nicola Bonera e Davide Bonassi sommelier, Giancarlo Tassi ristoratore del Capriccio di Manerba, Bontempi commerciante, Alberto Lupini direttore di Lombardia a Tavola, ha invece nominato il Garda Classico Chiaretto Doc 2005 dell’azienda agricola Provenza quale campione 2006 per la piacevolezza. Da notare il fatto che entrambe le commissioni hanno identificato al primo e al secondo posto in ordine di merito le medesime aziende. A caricare di importanza la manifestazione, lo svolgimento in contemporanea del III Concorso oleario Goccia d’Oro, che ha visto in competizione 16 campioni di olii extra vergini di oliva bresciani, monocultivar e non. La commissione composta da Maria Grazia Barone (Aipol Brescia), Mauro Fasani (Aipol Brescia), Mauro Meneghini (Aipol Brescia), Angelo Peretti (Slow Food), Paola Giagulli (Slow Food) ed Enrico Lucarini (Slow Food) ha assegnato un parimerito vincente a Monocultivar denocciolato Casaliva Comincioli 2005 e a Monocultivar denocciolato Leccino - Comincioli 2005. Una particolare menzione di merito è andata a due extravergini ottenuti con sistema tradizionale di molitura: Monocultivar Casaliva - Nember 2005 e Garda Bresciano Dop - Cooperativa agricola San Felice del Benaco 2005, come eccellente esempio di elevato standard qualitativo connesso a elementi di tipicità territoriale.

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Week end “in rosa” a Gardone valorizza i vini e il territorio

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Gardone Riviera sul lago di Garda l’estate è ufficialmente iniziata sotto il segno del Chiaretto: nella capitale storica del Benaco lo scorso 2 giugno è stato infatti segnato dal grande successo della manifestazione enogastronomica “Primavera-Il Profumo dei Chiaretti”, organizzata dal Consorzio Garda Classico in collaborazione con l’amministrazione comunale. Nonostante le condizioni climatiche non sempre particolarmente favorevoli, il lungolago di Gardone è stato meta di centinaia di “gastronauti” e di turisti del gusto, fra cui molti stranieri, i primi arrivati in questi giorni a inaugurare la stagione turistica gardesana. «È un’utenza nuova, sempre più sorprendente e qualificata, che dalla vacanza sul più grande lago italiano si aspetta anche e soprattutto la possibilità di conoscere il territorio in tutte le sue sfaccettature, a cominciare proprio dai sapori» hanno detto il sindaco di Gardone Riviera Alessandro Bazzani (nella foto in alto) e il presidente del Garda Classico Paolo Turina (nella foto in basso). «Per questo a Gardone si è puntato molto su questa manifestazione, che è vetrina di una delle proposte in assoluto più singolari fra le tipicità del territorio gardesano come il Chiaretto oltre che di tutte le

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eccellenze che il territorio gardesano e bresciano possono offrire. Un biglietto da visita eccellente che si conferma come un punto fermo dell’estate gardesana». Bilancio quindi pienamente positivo per la due giorni “in rosa” di Gardone, che consolida per il quarto anno consecutivo una partnership, quella tra Garda Classico e amministrazione comunale di Gardone, destinata a rinnovarsi con indubbia efficacia. «”Primavera Il Profumo Dei Chiaretti” è una manifestazione giovane ma vincente - conclude Paolo Turina - che grazie all’immortale fascino di Gardone ha subito saputo mettersi in sintonia con la domanda di manifestazioni enogastronomiche intelligenti e di qualità che arriva da un pubblico sempre più numeroso».

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L’uva autoctona del Groppello Nuovo simbolo bresciano del Lago

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radici nel dialetto (o nei dialetti?) veneto e deriva da “grop” che significa groppo, nodo, intreccio ed è proprio l’immagine suscitata da quest’uva i cui piccoli acini si attorcigliano l’uno con l’altro quasi come un nodo indistricabile, un groppo appunto. Storicamente non si tratta di un’unica varietà di uva in quanto il nome Groppello è stato utilizzato fin dall’antichità per indicare uve spesso tra loro diverse, ma accomunate dall’avere un grappolo più che compatto, intricato. Non si hanno notizie sulle origini del Groppello, certo è che i principali autori latini da Catone a Virgilio lo citano senza peraltro lasciarne una descrizione, lo stesso Plinio, cui siamo debitori di dettagliati racconti sulle diverse uve, lo cita soltanto. Le prime notizie certe risalgono agli scritti di Pier De Piacevole incontro Crescenzi che intorno al 1300 lo con i vini del identifica con il vitigno gardesano Garda Classico e Lugana più tipico, già allora coltivato in Valtenesi: il Pignolo. È però solo nel XVI secolo che troviamo notizie più Moniga del Garda dettagliate: sono il Gallo e il Bacci i due studiosi che paragonano il 0365-503314 www.gardavino.it

roppello? Spesso quando si nomina questo vino al di fuori dell’area gardesana ti guardano in modo interlocutorio e lo si vede dalle espressioni cercano disperatamente di capire a che vino ti riferisci, quale nome un vuoto di memoria ti ha fatto storpiare. Si tratta invece di un’uva autoctona coltivata nella parte più occidentale del lago di Garda: la Valtenesi, e in una piccola enclave della Val di Non e della Valle dei laghi in Trentino. Il suo nome affonda le

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Groppello alle Pignole coltivate tra l’area della Franciacorta e il lago d’Iseo. Dagli scritti del Gallo apprendiamo che il Groppello assumeva nomi diversi a seconda della zona in cui era coltivato. Pare quindi logica la deduzione fatta dal Marzotto qualche secolo dopo (inizi del Novecento) sull’esistenza di

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un’unica famiglia di vitigni da lui denominata Groppellone. Nella storia del Groppello si è inserita una nuova problematica: qual è in realtà la sua zona di origine? Secondo alcuni studiosi il Groppello di Revò coltivato sulle colline di questa cittadina trentina sarebbe il progenitore delle varietà bresciane. Tesi che è stata confutata dai ricercatori dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige (Tn) che hanno dimostrato sulla base del dna la presenza di elementi assolutamente differenti tra il Groppello di Revò e i campioni provenienti sia dalla Valtenesi sia da Conegliano Veneto. Il Groppello in epoca prefillossera presente in Veneto (Vicenza, Verona e Treviso), Trentino (val di Non) e Lombardia (Brescia e Bergamo) è stato progressivamente sostituito da altri vitigni giudicati più convenienti e oggi è coltivato soprattutto sulla sponda bresciana del lago di Garda. La varietà attualmente più diffusa è il Groppello Gentile le cui principali differenze rispetto alle altre varietà sono rappresentate dalla forma dell’apice e dal grappolo sempre alato. Il grappolo è tendenzialmente di forma cilindrica e di dimensioni medie, molto compatto. Gli acini, sferici, risultano appiattiti da un lato dalla compressione dovuta alla loro compattezza. Le dimensioni sono medie e la buccia di colore blu-violetto è pruinosa, molto sottile e di media consistenza. La vendemmia avviene in genere nelle prime settimane di settembre. Il Groppello è vinificato in purezza nelle due Doc Garda Bresciano e Garda, altrimenti è utilizzato in uvaggi con Marzemino, Barbera e Sangiovese. Può essere vinificato anche in rosato dando origine a chiaretti di buon livello. A Padenghe sul Garda esiste da oltre un trentennio la Confraternita del Groppello che da qualche anno dà vita alla rassegna enogastronomica “Un piatto con il Groppello”.

Zona di produzione: sponda bresciana del lago di Garda Alla vista: rosso rubino con riflessi granata Al naso: speziato, vinoso e leggermente fruttato con sentori di fragola e piccoli frutti di bosco In bocca: buono di corpo, mediamente alcolico, sapido, giustamente acido, fine e asciutto. Leggermente tannico in uscita con retrogusto di mandorla Resa: max. 12,5 t/ha Titolo alcolometrico: 11% (la Riserva: 12%) Epoca migliore per il consumo: 2-3 anni Temperatura di servizio: 14-16°C Vitigni: Groppello Gentile min. 85% Tipologia: rosso fermo Altre tipologie: Riserva (con almeno due anni di invecchiamento) e Chiaretto Abbinamenti: primi con sughi leggeri, carne alla griglia, in particolare quella rossa, formaggi semiduri di media stagionatura, polenta pasticciata, funghi alla griglia. La Riserva si abbina bene con piatti speziati e lo “spiedo bresciano”. In generale con tutti i piatti della tradizione tipica lombarda Riconoscimento delle Doc: Garda bresciano D.P.R. del 17/04/1990 in sostituzione del D.P.R. 22/06/1977; Garda - Decreto 08/10/1996

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Fiera di Puegnago , da 30 anni al servizio del territorio conquistati fino ad oggi e debba necessariamente aprire una finestra sul futuro, rinnovando il proprio ruolo e immaginandosi vetrina qualificata e prestigiosa del territorio oltre che laboratorio di idee e di sapori per il consumatore sempe più evoluto e preparato del futuro». Corposi segnali del rinnovamento saranno evidenti già a partire da quest’anno: le aziende vitivinicole presenti in fiera proporranno in degustazione unicamente il Groppello per tutta la durata della manifestazione, in un percorso riservato e a pagamento che si configurerà come un grande banco d’assaggio per consentire al consumatore di valutare tutte le sfumature del più importante prodotto della zona. Non mancherà l’abbinamento istituzionale con il Garda Stagionato di Tremosine,

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ella città bresciana è scattato il conto alla rovescia per la 30a Fiera dell’artigianato e dell’agricoltura: in calendario dall’1 al 4 settembre, la tradizionale manifestazione gardesana si prepara a festeggiare l’importante anniversario del trentennale con un’edizione “di transizione”, in equilibrio fra una tradizione gloriosa e il futuro che amministrazione comunale e comitato organizzatore hanno cominciato già da quest’anno a immaginare. Infatti, anticiperà molti importanti cambiamenti destinati a consolidarsi con l’edizione del prossimo anno: nel 2007 andrà a maturazione il progetto di una nuova fiera, pensata in esclusiva funzione della valorizzazione del Groppello come principale patrimonio della vitivinicoltura gardesana. «Il nostro obiettivo è quello di fare in modo che Puegnago diventi la casa del Groppello - spiegano il sindaco Gianfranco Comincioli e il presidente della fiera Silvano Zanelli - creando nel tempo una specie di associazione automatica tra vitigno, vino e territorio. Un processo di rinnovamento intrapreso da qualche anno, nella convinzione che la fiera non possa vivere sugli allori

grande formaggio dell’Alto Garda con il quale il Groppello ha recentemente stretto una specie di “matrimonio di sapori” finalizzato alla promozione territoriale. Importante il capitolo dedicato ai sapori, articolato tra uno spazio dedicato alle piccole produzioni di nicchia del territorio e una grande “hosteria”. Lo spiedo gardesano verrà proposto anche in alcune cantine e su un circuito di ristoranti, osterie e agriturismi appositamente selezionati. Non mancheranno le aree di approfondimento e valorizzazione di altri due prodotti peculiari della fiera, la grappa e l’olio extravergine di oliva monocultivar. Ultima curiosità: ci sarà anche uno spazio dedicato ai bambini con il “Castello delle Favole”, nella roccaforte millenaria che sovrasta la fiera.

I numeri del Groppello

Albo dei Vigneti superficie iscritta: mq 1.291.689 P roduzione denunciata Q.li di Uva: 1999 (7.412,11) - 2000 (7.716,54) - 2001 (7.782,02) - 2002 (3.178,49) - 2003 (6.500,45) - 2004 (10.025,00*) - 2005 (9.337,45) * la diminuzione del 59.15% rispetto alla vendemmia precedente è data dall’evento grandinigeno avvenuto nell’agosto 2002, che nonostante la particolare violenza non ha compromesso totalmente la produzione La produzione in bottiglia: circa 750.000 pezzi

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10° Palio nazionale

vini frizzanti Proclamati i vincitori E rano presenti 110 aziende italiane, 523 campioni, 11 province e 6 regioni rappresentate. Questi i numeri della 10a edizione del Palio dei vini frizzanti Matilde di Canossa - Ghirlandina d’Oro. Le selezioni, curate dall’Associazione italiana enologi ed enotecnici, si sono concluse lo scorso giugno a Reggio Emilia. Le otto commissioni di enologi, sotto la supervisione del presidente Giuseppe Martelli, hanno decretato vincitore del Premio speciale Matilde di Canossa Ghirlandina d’Oro 2006 l’azienda Ariola di Calicella di Pilastro Langhirano (Pr). Fra i vini Doc le medaglie d’oro sono andate al Colli Bolognesi Pignoletto 2005 dell’azienda agricola Tizzano di Casalecchio di Reno (Bo), al Colli di Parma Malvasia “Forte Rigoni” di Ariola, al Colli di Scandiano e di Canossa Lambrusco Grasparossa 2005 della Cantina Due Torri nella Val d’Enza di Montecchio Emilia (Re), al Colli Piacentini Malvasia 2005 dell’azienda agricola Manara

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di Ziano Piacentino (Pc), al Lambrusco di Sorbara F.lli Bellei 2005 della Pezzuoli SS di Maranello (Mo), al Lambrusco Grasparossa di Castelvetro L’Acino 2005 dell’azienda agricola Corte Mancini di Castelvetro (Mo), al Lambrusco Mantovano Corte Sole 2005” della Vinicola Decordi del Borgo Imperiale di Solarolo di Motta Baluffi (Cr), al Lambrusco Salamino di Santa Croce “Tradizione” 2005 della Cantina di S.Croce di Carpi (Mo), all’Oltrepò Pavese Pinot nero Vinificato in Bianco Corte Sole 2005 della Vinicola Decordi del Borgo Imperiale di Solarolo di Motta Baluffi (Cr), al Prosecco di Conegliano Valdobbiadene “Spago” 2005 della Spumanti Bortolin Angelo di Valdobbiadene (Tv), al Prosecco di Conegliano Valdobbiadene 2005 della Toffoli Vincenzo di Refrontolo (Tv), al Reggiano Lambrusco 2005 dell’azienda agricola Moro di S.Ilario d’Enza (Re), al Reggiano Lambrusco “Cantine Emilia” 2005 di Cantine

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Coop. Riunite di Campegine (Re) e a Reno Montuni 2005 dell’azienda agricola Bassi Luigi di Calderaia di Reno (Bo). Mentre fra i vini Igt le medaglie d’oro sono andate a Emilia Fortana Dolce “Fortanina La Luna” 2005 Cantine Ceci Spa di Torrile (Pr), a Emilia Lambrusco “Antica Osteria “ 2005 Medici Ermete e f. di Reggio Emilia, a Emilia Malvasia “Forte Rigoni” 2005 di Ariola Clicella di Pilastro Langhirano (Pr), a Emilia Malvasia “Borgo Imperiale” 2005 Vinicola Decordi del Borgo Imperiale di Solarolo di Motta Baluffi (Cr), al Modena Lambrusco Rosato 2005 Cantine Giubertoni Snc San Nicolò Po (Mn) e al Veneto Pinot bianco “Maschio” 2005 della Cantina Coop. Riunite di Campegine (Re). Il Premio speciale enoteca 2006 è stato infine vinto dal Lambrusco Grasparossa di Castelvetro L’Acino 2005 dell’azienda agricola Corte Manzini di Castelvetro (Mo). Infine, il diploma di menzione speciale ai vini Doc è stato assegnato alle Cantine Virgili, così come la menzione per i vini Igt e il diploma di merito per le categorie Vini rossi e frizzanti Doc, tipolgia secco e semisecco. n.f.

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40 anni

Un appuntamento da non perdere con il vino di qualità ad Asti fra l’8 e il 17 settembre

una rassegna dedicata alla Barbera, la d’Autore”, una serie di rendez-vous produzione simbolo di questo territorio. con i più rinomati chef dell’area Nella sezione dedicata astigiana all’insegna del binomio all’estero, dopo aver ospitato l’Australia vincente tra cucina e vini nel 2003, il Sudafrica nell’edizione d'eccellenza, la “Cioccolata del 2004 e il Portogallo nel 2005, il Conte”, evento dedicato all’alchimia prossimo settembre sfileranno i prodotti tra vino, cioccolato e letteratura, di Argentina e Grecia. Una vocazione “Scacco con Bacco”, una serie di alla scoperta della scena internazionale n appuntamento con il vino di partite a scacchi dove le pedine, qualità, un anniversario con la sostituite da bottiglie magnum, non si sia per “globalizzare” i palati che per far conoscere le etichette italiane storia dell’enologia italiana: la mangiano ma si bevono. oltreconfine. Info: Tel 0141 535262. Palazzo Ottolenghi ospiterà 40a edizione della Douja d’Or sarà inaugurata ad Asti il prossimo 8 settembre. Nella splendida cornice del Palazzo del Collegio, fino al 17 settembre, si alterneranno eventi legati alla cultura del bere, alla produzione 15 gli Oscar consegnati a coloro che nel mondo del vino vinicola e alle eccellenze del territorio. hanno raccolto i maggiori consensi tra i lettori di Protagoniste assolute della Douja sono Duemilavini, la guida della rivista Bibenda.Attraverso una le circa 1.000 etichette selezionate da scheda i lettori hanno stabilito i finalisti, tre per categoria. I tutta Italia che riceveranno l’Oscar vincitori: Vino bianco, Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva della Douja e il bollino nazionale, una 2003 - Marisa Cuomo - Furore (Sa); Vino rosso, Carignano del garanzia di qualità e innovazione Sulcis Superiore Terre Brune 2001 - Cantina Sociale Santadi - Santadi (Ca); Vino enologica. Ai campioni sarà assegnato rosato, Salice Salentino Rosato Le Pozzelle 2004 - Candido - San Donaci (Br); Vino un punteggio espresso in centesimi: le spumante, Franciacorta Gran Cuvée Pas Operé 2000 - Bellavista - Erbusco (Bs); etichette che avranno superato i 90/100 Vino dolce, Alto Adige Moscato Rosa 2004 - Franz Haas - Montagna (Bz); Vino si aggiudicheranno l’Oscar della Douja, straniero, Cheval Blanc 2002 - Château Cheval Blanc - Saint Emilion (Bordeaux mentre a quelle che avranno raggiunto Francia) - Importato da Sarzi Amadè; Miglior rapporto qualità-prezzo, Chianti gli 85/100 sarà conferito il bollino Classico Tenuta Sant’Alfonso 2003 - Rocca delle Macìe - Castellina in Chianti (Si); nazionale. Miglior etichetta, Langhe Sauvignon Alteni di Brassica 2004 - Gaja - Barbaresco Oltre alla carrellata di (Cn); Miglior produttore, Elisabetta Foradori - Foradori - Mezzolombardo (Tn); degustazioni, che costituisce l’ossatura Migliore azienda,Tenuta San Leonardo - Borghetto all’Adige (Tn); Miglior della manifestazione astigiana, la enologo, Roberto Cipresso; Miglior giornalista, Sandro Sangiorgi - Porthos; Miglior Douja d’Or prevede una serie di sommelier ristorante, Andrea Ugolotti - Ristorante Dal Pescatore - Canneto appuntamenti con la cultura e l’arte sull’Oglio (Mn); Migliore enoteca cantina d’attrazione, La Stüa de Michil dell’enologia. Si segnalano: i “Piatti Corvara in Badia (Bz); Premio speciale della giuria, Professor Attilio Scienza.

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I 15 Oscar del vino 2006

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Le radici dell’enologia vivono nel Lambrusco Modenese

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a vite Lambrusca sembra sia stata la prima possibilità per l’uomo di venire a contatto con la vite e il vino. Si era nell’età del bronzo e cresceva spontanea nelle zone in cui oggi cresce il Lambrusco, come testimoniano i ritrovamenti di semi di vite selvatica in siti archeologici presso le “terremare” (isole emergenti sugli acquitrini creati dal Po). Furono paleoliguri le prime popolazioni che provarono a coltivare queste viti selvatiche circa 3500 anni prima di Cristo. Una prima forma di vigna organizzata sembra risalga al 1700 a.C., ma furono gli etruschi circa un migliaio di anni dopo a far compiere all’attività enologica un salto di qualità con l’adozione di più sofisticate (per l’epoca) tecniche di vinificazione. La vite coltivata (vitis vinifera) prese il sopravvento su quella lambrusca e queste zone divennero un vigneto con una produzione abbondante, tale da destare l’ammirazione di Marco Emilio Lepido quando nel 187 a.C. vi si recò per costruire la strada consolare Emilia. La vitis lambrusca, oltre che da Virgilio, è citata nelle opere a tema agricolo di Catone (De Agricoltura) e Varrone (De Rustica), ma è dalla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio che si può dedurre sulla base delle descrizioni ampelografiche una coincidenza tra la vinifera e la lambrusca. L’antenato del Lambrusco può essere identificato nell’Aigleucos, vino frizzante dell’antichità realizzato (almeno in parte) con viti lambrusche: il mosto era messo in anfore sigillate immerse in acqua fredda per bloccare la fermentazione. Prima di consumarlo si ponevano le anfore al sole per fare fermentare il mosto, rendendolo frizzante. Nel medioevo (VII - VIII secolo) un ruolo

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importante ebbero le comunità ecclesiali. Si deve a loro la coltivazione delle viti della propria zona e la graduale diffusione in aree d’influenza territoriale: ciò spiegherebbe l’esistenza di tante viti lambrusche dai caratteri diversi. Tra il XIII e il XIV secolo, i vini emiliani conobbero fortuna e fama e nel XVI secolo il botanico Andrea Bacci osservava come nelle zone di Modena e Reggio si coltivassero uve lambrusche che producevano vini

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Lambrusco Emilia Igt Otello Nero di Lambrusco Ceci Tipologia vino: Lambrusco Emilia Igt Etichetta: Otello NerodiLambrusco Uvaggio: 100% Lambrusco maestri Vinificazione: con presa di spuma a bassa temperatura Invecchiamento: nessuno A ffinamento: 3 mesi in acciaio Colore: rosso molto intenso con riflesso violaceo Pro fumo: fruttato di frutti di bosco/floreale di viola Sapore: armonico, euqilibrato, intenso e morbido Longevità: meglio consumarlo nell’anno di produzione Gradi: 11,5% vol. Temperatura di servizio: 10-12°C Acidità totale: 6,5 g/l Abbinamenti: ottimo con fomaggi e salumi, vino estremamente versatile adatto a primi e secondi piatti delicati della cucina emiliana e internazionale Cantine Ceci, Via Provinciale 99/99a - 43030 Torrile (Pr) Tel 0521 810252 - Fax 0521 810134 www.lambrusco.it - info@lambrusco.it L U G L I O - AG O S TO 2 0 0 6


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“piccanti, odorosi, spumeggianti per auree bollicine, qualora si versino nei bicchieri”. Nel XVII secolo si contavano oltre 50 tipi di uve lambrusche, metà delle quali a bacca bianca. Questo quadro enologico fu travolto nel XIX secolo dalla fillossera che distrusse circa il 90% dei vigneti della regione: la ricostruzione richiese decenni e il quadro delle coltivazioni ne fu modificato. La diversità delle varie uve lambrusche è oggi codificata da sei Doc che salvaguardano tipicità e unicità dei lambruschi per composizione e ubicazione. Tre riguardano il modenese e una ciascuna le altre zone del Lambrusco: Reggio, Colli di Scandiano e Canossa, Mantova. Circa l’80% del Lambrusco è prodotto a Modena e Reggio e l’area di coltivazione delle due province costituisce un’entità continua. I Lambruschi necessitano di temperature elevate per raggiungere una maturazione ottimale. Per queste particolarità difficilmente possono essere riprodotti in zone diverse da quelle di riferimento. Nel Modenese i vitigni più diffusi sono il Lambrusco di Sorbara e il Grasparossa. Il primo è coltivato in pianura tra i fiumi Secchia e Panaro e ha caratteri che più di altri ricordano l’originaria vitis vinifera silvestris. La sua produzione è scarsa a causa dell’aborto floreale tipico di questo vitigno. Se ne distinguono 4 diversi tipi: sferico a foglia rossa, subsferico a foglia rossa, sferico a foglia verde e oliva a foglia verde. Il grappolo è di media grandezza, a piramide allungata, spargolo e alato. Gli acini sono di grandezza media, di buccia spessa e pruinosa e colore blu-nero. Vendemmia tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Il secondo è l’unico che abbia trovato il suo habitat nella media e alta collina modenese, necessitando di minor calore. La sua capitale è Castelvetro. Anche per questo vitigno si identificano 4 tipologie: a graspo rosso, a graspo verde (attualmente i più utilizzati), a grappolo rado e a grappolo serrato. Il grappolo, a forma tronco-conica, è di medie dimensioni, spargolo e alato. Gli acini sono medi, tondeggianti, di buccia spessa, consistente e pruinosa. Il colore è blu-nero e la vendemmia avviene verso la metà di ottobre. Il Lambrusco Salamino deve il nome alla forma del grappolo che ricorda un “salamino”. La sua zona d’origine è il comune di Santa Croce di Carpi da cui già nel 1800 si sarebbe diffuso verso Reggio. Se ne distinguono 5 tipologie: tenero, a foglia rossa, a foglia verde, a graspo rosso e a graspo verde. Il grappolo è piccolo, di forma cilindrica e molto compatto. Gli acini di colore blu-nero sono sferoidali, irregolari, di medie dimensioni e con una buccia consistente, pruinosa, ma non spessa. La vendemmia avviene nella seconda metà di settembre. Fino agli anni ‘70 il Lambrusco era artigianale, imbottigliato in primavera e fatto rifermentare in bottiglia senza eliminazione dei lieviti. Il vino faceva del fondo (fisso in dialetto) e tendeva a deteriorarsi al minimo spostamento o con il caldo. Il mercato era in gran parte rappresentato dal vino venduto sfuso alle cantine e imbottigliato a casa. Negli anni ‘70 la produzione del Lambrusco venne industrializzata, la vinificazione migliorata, il processo di spumantizzazione fatto in autoclave e l’imbottigliamento in cantina. È oggi raro trovare Lambruschi rifermentati in bottiglia. Salvatore Longo

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IL DUCALE, PERFETTA TRILOGIA DI RUFFINO La nuova proposta firmata Ruffino, azienda che fa capo alla famiglia di Marco e Paolo Folonari, prende vita in un contesto di grande cultura vitivinicola, costituito da due vini classici dell’azienda con cui crea una trilogia perfetta: Riserva Ducale Chianti Classico Riserva Docg e Riserva Ducale Oro Chianti Classico Riserva Docg.“Il Ducale” è realizzato con uve selezionate della Toscana, in particolare Sangiovese (80%), Merlot (15%) e altre uve rosse. Invecchiato 12 mesi in botti di rovere, rappresenta una valida alternativa ai classici vini.

LAUREA ONORIS CAUSA A GIANCARLO MORETTI POLEGATO L’Università di Arad, in Romania, ha conferito al presidente di Villa Sandi la laurea honoris causa per i meriti nel campo di coltivazione, ricerca e marketing nel settore enologico. La cerimonia si è svolta il 10 giugno nell’ateneo della città rumena alla presenza di esponenti di rilievo dell’enologia veneta, tra cui Vasco Boatto, docente di Economia politica al Corso di laurea in viticoltura ed enologia di Conegliano Veneto, e Floriano Zambon, sindaco di Conegliano Veneto e presidente dell’Associazione “Città del Vino”.

CARPENÈ MALVOLTI VINCE 3 MEDAGLIE IN FRANCIA Alla 30a edizione del Challenge internationale du vin disputatosi in Francia a Burgsur Gironde, il Rosè brut Carpenè Malvolti ha meritato ancora una medaglia d’oro, dopo quella conquistata al Vinitaly 2005 e quella d’argento al Vinitaly 2006, mentre il Prosecco di Conegliano Doc Cuvée Brut conquista la medaglia d’argento e l’Extra dry la medaglia di bronzo. È l’unico spumante rosè italiano e unico Prosecco Doc a conquistare tre vittorie in casa francese in una sola competizione.

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Pietratorcia , simbolo della nuova enologia di Ischia P er i bianchi gli aromi (a partire da quelli del Biancolella) sono fini e floreali, freschi, tipici da viticoltura di montagna e non certo del Mediterraneo. Analogamente, i rossi per lo più non sono concentrati, ma freschi e beverini, con acidità stimolante che ne fanno ottimi compagni da tavola. Il dato caratteristico è quello di vini quasi da arco alpino, anche se portano intatta la solarità e il calore dell’isola. Qualità, ricerca enologica e una passione per la propria terra sono poi le altre caratteristiche che si ritrovano nei vini della cantina Pietratorcia che, nata quasi come una sfida rispetto agli abbandoni di una tradizione antica resa quasi impossibile dalle condizioni di lavoro, ha festeggiato i suoi primi 10 anni di attività presentandosi come uno dei nuovi simboli dell’enologia del sud Italia. Grazie all’impegno diretto dei protagonisti di quest’avventura (le famiglie Iacono, Verde e Regine) che all’inizio ha avuto fra i suoi sponsor Luigi Veronelli, fin dall’inizio si è

puntato sul recupero di antichi vitigni autoctoni e sull’impianto di altri selezionati per l’habitat per un totale di 78 ettari (per i bianchi Biancolella, Forestera, Una Rilla, Viognier, Malvasia di Candia aromatica, Fiano e Greco, e per i rossi Guarnaccia, Piediross, Aglianico e Sirah) nelle zone di Forio e Serrana Fontana. Per il resto si è progressivamente ricorso all’acquisto di uve, secondo la consuetudine dell’isola. Ma non c’è stato solo un lavoro di ricerca per i cloni o le lavorazioni in cantina, grazie all’opera di un’equipe formatasi nell’Istituto di San Micelle all’Adige e di tecnici come Francesco Iacono, fondamentale è stato l’impegno per riuscire a lavorare in terreni che definire difficoltosi è un eufemismo. Basti pensare che i vigneti hanno pendenze superiori a quelli della Valtellina, con stradine di collegamento dove transitano al massimo delle utilitarie, mentre per il lavoro di trasporto ci si deve avvalere di trenini-cremagliera che attraversano i campi terrazzati. La vigna di Chignole da questo punto di vista è una delle più affascinanti per il risultato prodotto. Posta al di sopra dell'abitato di Forio, a circa 300 metri di altitudine, si inerpica sul monte Epomeo offrendo un panorama di rara bellezza.

La Doc: produzione e numeri A Ischia ci sono circa 600 mila bottiglie Doc sulle 3,5 milioni prodotte. Gli ettari vitati ufficiali sono circa 300, ma in realtà sono almeno 500, considerando quelli piccoli non dichiarati e quindi fuori dalla Doc. Sull’isola c’è un basso consumo (per lo più il vino si vende sfuso) e i mercati di riferimento dell’imbottigliato di maggiore qualità sono la costiera Amalfitana e Roma. Ancora tutte da sviluppare le potenzialità nell’area di Milano e del nord. Il prezzo medio franco cantina è sugli 8 euro per aziende come Pietratorcia, mentre per i restanti è più basso. La realtà vinicola più importante dell’isola è quella della Cantina D’Ambra (da sempre simbolo di Ischia) che da sola rappresenta circa 150 ettari. Destinata a diventare importante è poi la presenza dei Fratelli Muratori che attraverso il vicepresidente Francesco Iacono (cugino degli omonimi soci di Pietratorcia) stanno rilanciando un’antica cantina con prodotti innovativi, come la vendemmia tardiva Giardini Arimei.

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La pendenza del terreno è così accentuata (si arriva fino al 70%) che per renderlo praticabile e produttivo si è dovuto terrazzare sostenendolo con alti muri a secco: le parracine. Si sono utilizzati gli spacchi di tufo verde di cui è costituito il suolo di origine vulcanica dell'isola. In questa difficile vigna è stata realizzata la seconda monorotaia dell’isola (si veda foto a fianco), consentendo di meccanizzare qualche operazione agronomica e facilitare l’accesso alle tante terrazze del vigneto, curato personalmente dai fratelli Ambrogio e Vito Iacono (nelle foto).

Decennio Ischia Biancolella Doc 2004. Questo vino a Denominazione di origine controllata nasce principalmente dall’uva del Biancolella, che è il vitigno autoctono più importante dell'isola di Ischia. Uvaggio: Uva Rilla per il 10% e il San Lunardo per il 5%. Temperatura di servizio: è da bere non troppo freddo a circa 12° C. Conservazione: 3-4 anni. Decennio Ischia Rosso Doc 2004. Nasce dall’incontro fra tre importanti vitigni provenienti geograficamente e culturalmente da diverse aree: Guarnaccia 40%, Piedirosso 40% e Aglianico 20%.Temperatura di servizio: servirlo rigorosamente a 18° C. Conservazione: 7-8 anni.

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Ottimi da dessert i vini austriaci

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ituata nei pressi di Vienna, dove l’arco alpino orientale si estende verso l’Ungheria, la regione del Burgerland ha tutti i requisiti per la produzione di ottimi vini da dessert. Poco conosciuti in Italia, nove produttori hanno deciso di avviare una degustazione di vini dolci partendo dal ristorante Dongiò di Milano e di partecipare al MiWine. A seconda della maturazione dell’uva e il conseguente contenuto zuccherino nel mosto, i vini, fruttati e aromatici, si distinguono in: Spätlese, di cui sono stati degustati un Gewürztraminer 2004 e un Moscato Ottonel 2002; Beerenauslese con assaggio di un Traminer 2000 a caratterizzazione di agrumi; Eiswein, detto vino del ghiaccio perché l’uva viene raccolta dopo una serie di gelate notturne;

SETTE VITIGNI PER MILLE AROMI

Schilfwein (vino su stuoie di paglia o canna) vinificato dopo almeno tre mesi di appassimento sui graticci; Trockenbeerenauslese con note di frutti e miele, di cui lo Zweigelt è a bacca rossa e affinato in barrique. I vitigni più usati sono: Riesling italico, Pinot bianco, Chardonnay, Scheureb/Sämling 88, Traminer e Muskat Ottonel.

Questo il senso della degustazione dei vini d’Alsazia, promossa dalla Sopexa Italia in collaborazione con 28 maisons selezionate, che si è tenuta al Westin Palace di Milano a cura del Conseil Interprofessionnel des vins d’Alsace. Per quanto in crescita, il mercato italiano dei bianchi d’Alsazia è ancora una nicchia: come ha sottolineato l’importatore Giuseppe Frigerio, de “Il Naso del Vino”, una vendita annuale di 5.000-10.000 bottiglie è considerata molto soddisfacente da parte di ogni operatore della distribuzione.

MONTIGL DI TERLANO MIGLIOR PINOT NERO Egna e Montagna sono per l’ottava volta teatro delle “Giornate altoatesine del Pinot nero” che ospitano il 5° concorso nazionale del Pinot nero. La premiazione presso il Castel Enn di Montagna ha visto la consacrazione del Pinot nero Doc Montigl Riserva 2003 della Cantina di Terlano. Durante la rassegna si sono sfidati i 6 vini provenienti da tutta l’Italia, degustati e valutati da una giuria internazionale di sommelier giunti da Germania, Svizzera, Stati Uniti e Italia, fra cui 3 esperti altoatesini.

Naonis, fiocco rosa in casa Friulvini Il Vino Spumante Rosé “Naonis” di Friulvini completa la linea “Naonis”, affiancando il pluripremiato Chardonnay Brut Vsq e il Demi sec. Nasce dalla vinificazione in bianco delle uve a bacca nera Raboso e Malbech, che gli conferiscono il tipico colore rosa fiori di pesca. La presa di spuma in autoclave, con l’ausilio di lieviti selezionati gli conferiscono una miscela di profumi delicati di fiori gialli e frutta esotica.Accompagna perfettamente antipasti, carni bianche e primi piatti in genere, grazie al suo sapore fresco e beverino.

Barolo annata 2002 Analisi organolettica e dati

OTTIMO IL MELARDO DE IL CIPRESSO

La bottiglia istituzionale Enoteca Regionale del Barolo - Regione Piemonte annata 2002 è stata analizzata dal giornalista e sommelier, Roberto Rabachino, che ha stilato una scheda organolettica e tecnica. Il vino prevede un colore rosso granata intenso e brillante, un profumo ampio e persistente con lievi note floreali. Il suo sapore è pieno, armonico con un’equilibrata acidità mitigata da una dolce sensazione tannica. Si scoprono sentori di rosa, viola e cioccolata. Il giudizio complessivo porta a classificare il Barolo 2002 come un’ottima annata, degna di essere inserita nelle selezioni. La vendemmia ha assicurato 5.960.000 bottiglie, commercializzate da 285 aziende, 210 delle quali con cantina di vinificazione e impianti negli undici comuni della zona disciplinare.

Alla settima Selezione nazionale vini da pesce di Ancona, in collaborazione dell'Associazione enologi enotecnici italiana, il vino bianco “Melardo” 2005 dell’azienda Il Cipresso di Scanzorosciate (Bg) ha ottenuto il diploma di merito. Nella sua categoria (Vini bianchi secchi tranquilli Doc e Docg) è stato l’unico premiato del territorio Valcalepio Doc, con un punteggio superiore agli 80 centesimi.

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AZIENDE IL BUON BERE FIORISCE NEL BRESCIANO Sono 4.500.000 le bottiglie di vino a Denominazione di origine e indicazione geografica tipica prodotte sul territorio bresciano nell’anno 2005 che, sommate alle 6 milioni di Franciacorta, portano la produzione alla soglia degli 11 milioni. «È stato raggiunto l’importante obiettivo dei quattromilioni e mezzo di bottiglie prodotte sul territorio dagli associati ai Consorzi di tutela della Denominazione di origine del Botticino, Capriano del Colle, Cellatica, Garda Classico, Lugana, San Martino della Battaglia e dal neonato Consorzio Igt Valcamonica» afferma Alberto Pancera, presidente dell’Ente vini bresciani. «Un importante traguardo raggiunto grazie all’impegno dei vitivinicoltori e al sostegno economico che gli enti pubblici coinvolti profondono a nostro favore. Mi riferisco ai finanziamenti a favore delle attività promozionali di valorizzazione dei vini a Denominazione di origine che la Regione Lombardia e la Camera di commercio di Brescia erogano ogni anno e che per il 2005 hanno toccato i 70 mila euro, mentre per il 2006 si assesteranno intorno agli 80 mila. Questi risultati sono segno che il mondo del vino e in particolare del buon bere è in controtendenza rispetto agli altri settori produttivi e che esiste un vero interesse per il settore sia sul territorio che all’estero». Localmente questo interesse può essere quotidianamente riscontrato anche dalla crescente partecipazione, soprattutto dei giovani, ai corsi di degustazione dei vini che vengono periodicamente organizzati dall’ente e che sempre registrano il “tutto esaurito”. «Il nostro grande vantaggio conclude Pancera - è che la gamma delle produzioni è molto ampia: si parte dai vini bianchi per giungere agli apprezzati rossi e chiaretti, ai vini da dessert e alle amate bollicine. Presso i nostri uffici tecnici si stanno terminando le operazioni di raccolta e classificazione dei dati statistici delle produzioni che verranno resi noti nella pubblicazione che ogni anno l’Ente vini bresciani realizza».

100 vini bianchi superstar È I

andata in scena al Palazzo vescovile di Monteforte d’Alpone (Verona) la kermesse “100 Bianchi Superstar in verticale”, brillantemente organizzata dal Consorzio tutela vino Soave e Recioto di Soave. Accanto a una tavola rotonda ricca d’interventi e di spunti, la manifestazione ha offerto l'occasione per poter assaggiare simultaneamente ben 220 vini bianchi nazionali di 134 aziende, 15 regioni, 35 territori Doc, in duplice annata: una recente (ma non posteriore al 2003) e una più vecchia scelta direttamente dalla cantina. Dallo Chardonnay Cuvée Bois Les Crêtes (2002/2001) al Soave

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Contrada Salvarenza Gini (2003/1995), dal Lugana I Frati Cà dei Frati (2003/1996) al Gewürztraminer Nussbaumer Termeno (2002/2000), dal Vecchie Vigne Roncùs (2001/200) al Cabro La Pietra (2003/1995), dal Verdicchio Podium Garofoli (1997/1995) all’Efeso Librandi (2003/2002), un viaggio a 360 gradi lungo le più importanti coordinate del bianco italiano per assaggiare, capire e sfatare qualche luogo comune, soprattutto sulla presunta e debole longevità di questi vini. A coronamento una degustazione speciale con più di una dozzina di bianchi del «secolo scorso», tra cui il Verdicchio Villa Bucci 1995 Bucci, il Pinot vianco Vorberg 1993 Terlano, il Soave La Rocca 1993 Pieropan, la Vernaccia di San Gimignano 1993 Panizzi, lo Chardonnay 1990 Maculan, il Soave Le Lave 1988 Bertani e il sorprendente Gewürztraminer 1967 di Giorgio Grai. Attendiamo sviluppi: la cultura del bianco italiano, per molti versi ancora approssimativa, ne ha senz’altro bisogno.

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Il Lugana ha sfilato tra le star di Venezia

La Brugherata Vino d'Arte

Il Consorzio tutela del Lugana è stato ospite-protagonista, lo scorso maggio, della serata di gala dell’Unione italiana ristoratori in cui saranno proposti sia Lugana dell’ultima vendemmia che Superiore e spumanti. Padrone di casa, il Museo Guggenheim di Venezia. Una nuova politica, quella adottata dal consorzio, sviluppata attraverso una presenza costante ai principali appuntamenti di caratura nazionale e internazionale in cui il Lugana, nelle sue varie tipologie, sia inserito fra i protagonisti.

... il nome del Moscato di Scanzo doc

25 candeline per il Raboso e nuovo Valentino brut Paladin Sono due le più recenti novità in casa Paladin, la nota azienda vitivinicola di Annone Veneto (Ve), portabandiera dei vini della zona LisonPramaggiore e del Veneto: il Valentino cuvée brut millesimato, uno Charmat lungo a tutto pasto (affinamento sulle fecce per oltre sei mesi) nato dall’unione di Chardonnay,Verduzzo e Prosecco, e il “Raboso fiore” 2005, la cui confezione è stata completamente rinnovata in occasione dei 25 anni di questo vino. Pubblicato anche un utile e simpatico libretto che raccoglie ricette a base di Raboso fiore e piatti da abbinare. Prodotto con uno dei vitigni più antichi del Veneto, il Raboso è vino di piacevolissima freschezza e briosità, frizzante.Va servito fresco in estate.

Distillerie Francoli regna nel novarese

Olio extravergine d'oliva

Tra le iniziative volte a promozione del territorio novarese, la degustazione tenuta da Stefano Gallarate, enotecnico dell’azienda vitivinicola Torraccia del Piantavigna di Ghemme (No), presso il Crazy Bar di Zeccone (Pv). La serata, ultima di un ciclo organizzato dal barman Aibes Andrea Bargigia e da Elio Gerli delle Distillerie Francoli, ha riscosso successo. Durante l’incontro sono stati proposti vini curati dall’enologo Beppe Caviola fra i quali un “vigoroso” Gattinara 1999, vera espressione del territorio. (Davide Oltolini)

di Scanzorosciate

Selva Capuzza, il Lugana tre volte premiato Selva Capuzza,che denomina le produzioni delle Cantine Colli a Lago e dell’azienda Capuzza,ha ricevuto tre riconoscimenti durante le degustazioni del Gran priorato del Lugana.Sono stati raccolti 68 vini prodotti da 49 aziende.Tra 51 vini Lugana tranquilli degustati,entrambi i Lugana dell’azienda hanno ricevuto il diploma di “Ottimo”,risultando tra i migliori 12 annata 2005. Inoltre,il suo Brut si è aggiudicato anche il premio del migliore Lugana metodo Classico.

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Su prenotazione si organizzano serate di degustazione del Moscato di Scanzo in abbinamento a formaggi e dolci.

Per informazioni, prenotazioni, visite e degustazioni in cantina: soc. agr. La Brugherata di Bendinelli S. e C. S.A.S. i M d l 47 S i t (BG)

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AZIENDE VINI BARONE PIZZINI, IRREVERSIBILE LA SCELTA BIOLOGICA «Una scelta irreversibile»: così Giovanni Pagnoni, amministratore delegato della Barone Pizzini, nota azienda spumantistica di Franciacorta, definisce la decisione, presa già 14 anni fa, di applicare rigorosamente i metodi della viticoltura biologica come condizione per proporre vini di alta qualità che fossero la più alta espressione del territorio. Ed ecco, nella sede aziendale di Corte Franca (Bs), la grande festa per l’entrata sul mercato del Franciacorta Brut Docg Satèn 2002, il primo e unico Franciacorta da uve biologiche, cui seguirà, di anno in anno, il debutto in biologico di tutte le altre etichette dell’azienda. Pagnoni - insieme ai tecnici e a Roberto Pinton di Greenplanet - ha illustrato i vantaggi per la salute e per il gusto derivanti dal metodo biologico: escludendo fertilizzanti e pesticidi chimici si ottiene una materia prima integra e sana, espressione più pura del territorio e anche più appagante per i sensi. La scelta della viticoltura biologica riguarda anche le altre tre tenute della Barone Pizzini: Pievalta nelle Marche (Castelli di Jesi), Poderi di Ghiaccioforte (Scansano in Maremma),Tenuta del Barco (nella Puglia del Salento).

DOPPIETTA PER LA CANTINA DI VICOBARONE La Cantina di Ziano Piacentino nel cuore della Val Tidone non smette di raccogliere riconoscimenti: una medaglia d’oro e una di bronzo conquistate nei due concorsi mondiali più importanti, rispettivamente per la Malvasia Dolce Spumante e il Gutturnio Classico Riserva 2001. La cantina ha continuato in questi anni un cammino di sviluppo che l’ha portata a raggiungere ottimi risultati sia in termini di gradimento sul mercato che di riconoscimenti nazionali e internazionali.

Colline Saluzzesi brinda ai 10 anni della Doc I dieci anni della Doc Colline Saluzzesi sono stati festeggiati con una tre giorni (16, 17 e 18 giugno) ricca di eventi il cui obiettivo è stato promuovere, oltre ai vini derivati dai vitigni autoctoni Pelaverga e Quagliano, un territorio ricco di prodotti tipici, di una cucina interprete delle migliori tradizioni piemontesi e di una storia che ha lasciato numerosi monumenti di assoluto valore e

presenza di una madrina e di un padrino d’eccezione quali la giornalista Camilla Nata e il gastronomo Edoardo Raspelli, è stato assegnato a Emilio Lombardi il premio “Colline Saluzzesi Doc” per la instancabile promozione del Saluzzese al di fuori del territorio locale. L’aspetto mondano è stato interpretato da una cena di gala, notevole per la classe del locale e per l’interpretazione della cucina tradizionale, svoltasi presso il ristorante “Castello Rosso” di Costigliole Saluzzo (nella foto) e dal concerto di Gianna Nannini che ha richiamato un folto pubblico. Le aziende vinicole hanno ospitato numerosissimi enoturisti e appassionati nei nove Comuni che fanno parte della Doc: Busca, Brondello, Castellar, Costigliole Saluzzo, Manta, Pagno, Piasco, spesso poco conosciuti. Ha voluto, Saluzzo e Verzuolo. Tra le iniziative quindi, essere un viaggio nel tempo, hanno riscosso particolare successo la mostra - realizzata a Costigliole nelle tradizioni e nella cultura in Saluzzo nel palazzo Sarriod de la modo da evidenziare quel legame forte tra territorio e “prodotti” il cui Tour - dei vini della Doc Colline valore si sta riscoprendo, vera forza Saluzzesi e a Saluzzo “Passeggiando delle nostre produzioni artigianali e tra arte e sapori”, un percorso enogastronomico lungo le vie del tipiche. centro storico medievale. Durante la cerimonia inaugurale, svoltasi nei locali della Salvatore Longo ex Caserma Mario Musso e alla

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Con Aida si vestono al femminile le bollicine di Antica Fratta Fra 3 anni i Franciacorta Antica Fratta (gruppo Berlucchi) di Monticelli Brusati (Bs) si vestiranno più al femminile. Dal tirage di quest’anno Brut, Satèn, Rosé e Millesimato verranno imbottigliati in un vetro dalle linee femminili, mediterranee grazie alla bottiglia “Aida” realizzata da Vetreria Etrusca, novità nel panorama enologico italiano. Cristina Ziliani, presidente di Antica Fratta, ha scelto la nuova presentazione, abbinandola a una tonalità di vetro vicina al nero, che metta in risalto la piacevolezza visiva e tattile della linea e il gusto classico delle etichette, create nel 2001 dal prestigioso studio londinese Classens.Aida è solo l’ultima perla negli sforzi di un'azienda che ha puntato sulla qualità dei vini e su una sede di prestigio dedicata a incontri d'affari e cultura secondo una strategia gestita dal direttore marketing Marcello Bruschetti. Il nuova packging valorizza il lavoro del tecnico Piero Bonomi che punta a bollicine dall’impronta fresca, raffinata e piacevole. In questa logica la nuova bottiglia darà maggiore riconoscibilità ad Antica Fratta e saprà sottolinearne il carattere elegante, femminile e seducente.

Grandi marchi per l’export

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n un momento difficile per il comparto vitivinicolo, 18 grandi famiglie si aggregano per promuovere i loro vini all’estero, aderendo all’Istituto del vino italiano di qualità-Grandi marchi, che ha da poco presentato a Roma il programma promozionale per il 2006. L’istituto ha già ricevuto un finanziamento comunitario, per il biennio 2005-2006, di 1,3 milioni di euro per promuovere il vino italiano in Nord America, Russia, Cina, India e Giappone. E una nuova richiesta di fondi per 2 milioni di euro è stata già avanzata per il biennio 2007-2008, per cofinanziare al 70% i progetti. Nel corso della conferenza è emersa la soddisfazione per i risultati raggiunti per l’interesse riscontrato sul mercato, soprattutto in Giappone, dove sono stati esauriti i posti disponibili destinati ai seminari di formazione. Per quanto riguarda le promozioni del 2006 sono previste altre manifestazioni in Russia. In Italia il 14 settembre a Roma, nella sede di Palazzo Altieri, saranno invitati gli operatori internazionali per un approfondimento che vuole mettere a fuoco gli scopi, i valori e la vocazione internazionale di queste aziende del vino, attraverso visite nelle singole realtà produttive. Per il 2007 si prevedono seminari e serate a tema con degustazioni a Miami e Los Angeles in primavera, nonché un tour autunnale a Chicago, San Francisco e Las Vegas.

EVENTO DA RE PER IL CHIARETTO BARDOLINO 4.000 bottiglie stappate, 20.000 bicchieri “affidati” ad altrettanti curiosi e appassionati pronti ad assaggiare i Chiaretto Bardolino Classico Doc delle 22 cantine partecipanti. Questo il bilancio della edizione 2006 del Palio del Chiaretto Bardolino Classico Doc, svoltasi sul lungolago gardesano dall’1 al 4 giugno. Quattro giorni di assaggi, degustazioni, musiche e spettacoli interamente dedicati a un vino che vuole farsi notare, proponendosi al sempre più vasto e attento pubblico dei consumatori e degli appassionati come una risposta “diversa” perché in grado di regalare piacevolezza e nuovi gusti, profumi, sapori nuovi. L’evento è stato anche l’occasione per premiare le aziende che hanno presentato i migliori Chiaretto Bardolino Classico. 15 le cantine che hanno superato la soglia degli 83 centesimi: Ca’ Bottura (Bardolino), Guerrieri Rizzardi (Bardolino), Casaretti (Calmasino), Costadoro (Bardolino), Righetti Enzo (Cavaion), Cantine Lenotti (Bardolino), Fratelli Zeni (Bardolino), Raval (Bardolino), Meneghello (Pacengo), Cantine Tinazzi (Lazise),Vigneti Villabella (Calmasino), Monte Saline (Cavaion),Valetti (Calmasino), Gruppo italiano vini (Pastrengo) e Fratelli Girardelli (Bardolino).

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TENDENZE AL BARCHÈ DI SIENA SPOPOLA L HAPPY HOUR È stato inaugurato il Barché, il nuovo happy hour di Siena all'interno della Galleria Metropolitan in Piazza Matteotti. Realizzato in collaborazione con Costa Group e gestito dalla Nimes di Salvatore Caiata, si propone come il nuovo punto di ritrovo della movida senese. Non solo per caffetteria, ma anche per light lunch e stuzzichini sfiziosi. Nella sezione “beverage” il Barché si distingue per una selezione di birre nazionali ed estere e per i cocktail originali.

IL BUON RICORDO IN MOSTRA A MILANO L’Unione ristoranti del Buon Ricordo si è raccontata nella mostra in cartellone dal 16 al 30 giugno negli spazi del Touring Club Italiano a Milano. Il percorso è stato suddiviso in sezioni decennali, dagli anni ‘60 a oggi, con immagini emblematiche della “tavola italiana” e dei protagonisti della cultura e dello spettacolo eletti a testimonial volontari del Buon Ricordo, le corrispondenze svelate, il bozzetto del logo originale, le copie fotostatiche dei quotidiani che annunciano la nascita dell’associazione. E ancora: menu di ieri e di oggi, ricettari antichi e contemporanei.

RESTYLING DI LUSSO PER LE TERME MERANO Dopo tre mesi di lavori, ecco le 12 piscine scoperte che completano l’offerta del nuovo complesso termale. Ben 5.900 gli arbusti che hanno dato vita al parco di 5 ettari, con 300 alberi, 900 ninfee e 478 rose di differenti varietà. Il parco e le piscine si aggiungono ai servizi wellness compresi nel cubo di vetro: 13 piscine coperte, reparto multi-sauna, centro Spa & Vital, area fitness e bistrò. Legno, pietra, acqua e ghiaccio connotano il design interno, opera di Matteo Thun.

A Renate fiorisce la Locanda dell’Erba Matta

I

l nuovo ristorante, nato nella provincia milanese da un’idea di Rosella Sironi e Carla Gober, porta un nome che trae ispirazione dai campi di tarassaco che circondano il luogo. Regna una cucina tipicamente lombarda basata sulla riscoperta dei sapori genuini. I profumi della cucina del territorio e gli ingredienti, recuperati da antiche ricette, sono mixati con gusti più attuali dal giovane chef Stefano Riva. La scelta di materie prime fresche, la selezione dei fornitori e la passione ne fanno il posto ideale dove respirare cordialità e atmosfera familiare. Il locale accoglie fino a 50 persone: sale e salotti sono arredati con accenno etnico e con lampade pensate per un’illuminazione soffusa e idonea alla

degustazione. Propone menu che variano ogni mese e serate a tema. Tra i piatti più appetitosi: lardo con miele di Montevecchia e sfogliatine di polenta, lasagnette con cipollotto, pasta di salame e crema dolce di aglio orsino, guanciolo di vitello brasato al vino bianco con patate sfratte all’erba cipollina, tortino fondente al cioccolato con sentore di rosmarino. Locanda dell’Erba Matta Via Camisasca, 2 20055 Renate (Mi) Tel 0362 915987

Opera Buffa

a Bergamo

Esperienza tra i 5 sensi

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Bergamo apre Opera Buffa, un nuovo wine-bar che richiama le atmosfere delle grandi metropoli europee, con luci soffuse e celate, un arredamento minimal chic accattivante e scenografico, colori forti e di gusto e un’eleganza decisamente innovativa. Vista, suono, tatto, olfatto, sapore e memoria si uniscono in un concerto sensoriale. A partire dalla prima colazione (con buffet e proposte fresche) fino ad arrivare all’aperitivo serale, l’offerta di Opera Buffa è caratterizzata da prodotti di alta qualità, provenienti anche da agricoltura biologica, per rispettare le esigenze di un pubblico eterogeneo. La gastronomia punta al benessere e si Opera Buffa Via dei Caniana, 3 24100 Bergamo Tel 035 243286

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caratterizza a seconda del momento della giornata. Da non trascurare la posizione del locale, in centro e in zona universitaria. Ben organizzata, quindi, anche la modalità fast food e take away per una clientela giovane. Per gli intenditori, una calda “cigar room” offre una vasta scelta di sigari dominicani, Davidoff e cubani, che permette al fumatore il piacere di scoprire le evoluzioni aromatiche del tabacco.

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Godenda: primo wine-bar a BarFestival 2006 Risuona il nome di Padova grazie a Godenda, l’elegante wine-bar e ristorante, premiato come il “migliore d’Italia” durante la terza edizione di BarFestival. Una due giorni che, tra oltre 60.000 locali in tutta Italia, ha premiato quello padovano durante il Diamond Gala proprio perché in linea con il tema dell’evento:Think Different! È da quattro anni, infatti, che i fratelli Agostini, con Andrea Zanfrà e Paola Bombino, seguono l’evolversi di gusti e aspettative dei clienti, differenziandosi per qualità e varietà di prodotti, location, accuratezza del servizio e attenzione per i particolari.

Il brunch più trendy di Parigi all’Hotel de Crillon Nel leggendario albergo che si affaccia su Place de La Concorde si ripete ogni domenica dalle 12 alle 15, nella sala Les Ambassadeurs, un rito che, oltre a essere un viaggio da gourmet, è soprattutto un’opportunità per chi è a Parigi di entrare nel palace dove hanno soggiornato personaggi della storia e del cinema. Lo chef Jean-Francois Piege, premiato anche quest’anno con due stelle Michelin, propone quattro diversi menu, Americano, Italiano, Norvegese o Parigino, per scoprire ricette ispirate a diverse parti del mondo.

Fantini Club di Cervia, grande gastronomia nel bagno più sportivo d’Italia Al ristorante del Fantini Club di Cervia ci sono 70 posti sulla sabbia e altrettanti al coperto, lo chef è Roberto Boschi. Decretato “Beach bar numero 1 d’Italia” per la rivista Bargiornale e stabilimento balneare fra i top 3 nel 2006, ora diventa anche il punto di riferimento di chi non rinuncia a mangiar bene anche in spiaggia. Il suo è un menu di ispirazione mediterranea a base di pesce fresco e verdure, con qualche integrazione romagnola e un tocco di cucina internazionale. Da quest’anno propone anche il Baby Menu e lo sfizioso Drinks Menu.

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Redibis, la luce e i sapori dell’Umbria nell’antico anfiteatro romano I

l ristorante Redibis si trova nell’antica Bevagna (Pg), nei resti del teatro romano Redibis. Un teatro che anticamente riusciva a ospitare circa 6000 BRUNO FEDERICO, persone. Ristrutturato CHEF E SOMMELIER DE LA CAPRESE DI MOZZO a regola, rispettando (BG), CI PRESENTA I l’antico fasto e lo SUOI COLLEGHI splendore architettonico con sapienti accorgimenti moderni, il locale vanta anche una cucina eccellente gestita dal giovane cuoco Filippo Artioli. Vi stupirà con una cucina fatta di sapori e prodotti ricercati anche nel verde territorio umbro. Emozionando

nell’assaggio di fave fresche marinate all’aceto di pomodori con uova di quaglia e bocconcini di mozzarella. Con un accattivante tortino di farro o con un tonno confit su fonduta di mozzarella di bufala. Piatto che incarna la cultura contadina umbroemiliana sono gli strozzapreti impastati con vino tipico umbro, il Brachetto, conditi con un saporito ragù di agnello scelto. Anche la cantina rispecchia fedelmente il territorio. Si completano i tradizionali Sagrantino, Rubeschi o Grechetto con scelte enologiche moderne. Eccellente il secondo piatto di piccione farcito con germogli di Vitalba (vite selvatica) abbinato a un flàn di frattaglie all’aceto di fico

selvatico. Regna dunque la stagionalità nella scelte delle materie prime, soprattutto l’olio locale Campello di Clitunno, uno dei migliori al mondo. A corredare il tutto, pasticceria fatta in casa, gelati di frutta e di erbe locali come il sambuco selvatico, mandorle e cioccolateria scelta. Ristorante Redibis Via dell’Anfiteatro - 06031 Bevagna (Pg) Tel 0742 360130 - Fax 0742 361756 www.redibis.it - info@redibis.it

OPENAIR CART, LA CUCINA A CONTATTO CON IL PUBBLICO

La cucina fusion rivisitata italian style

Gli openair cart sono contenitori in movimento per il food e il beverage e allo stesso tempo zona ristoro, ideati dell’architetto Anton Cristell per Costa Group. Si compongono di un parallelepipedo colorato sormontato da un ombrellone illuminato e dotato di rotelle per muoversi con il pubblico e creare spazi di relax. Si presentano come rivalutazione dello stare all’aria aperta e del consumo food in modo disimpegnato. Dito Libero Electrolux, leader nella ristorazione, da subito entusiasta di questo concept, ha deciso di collaborare con Costa Group nel rendere l’openair cart una vera e propria “cucina all’aria aperta”. Ed ecco che il carrello si attrezza di apparecchiature per cuocere, spadellare e grigliare in uno spazio ristretto senza però nessun limite alla creatività.

È stato inaugurato a Milano un locale che ha tutte le caratteristiche per divenire un punto di riferimento per raffinati gourmet: si chiama NUCube.Ad accogliere il cliente un sushi bar - in cui creativi specialisti si esibiscono nella difficile arte del sushi attrezzato per un pasto veloce. Il ristorante, arredato con raffinati mosaici e materiali d’avanguardia, offre un mix tra le cucine cinese, indiana, giapponese e coreana - rivisitate in chiave italiana - con un perfetto equilibrio di sapori e con piatti realizzati attraverso l’uso di ingredienti stagionali.A pranzo serviti anche piatti unici. s.l. NU-Cube - Fusion Restaurant Via San Gregorio 6 - 20124 Milano. Tel 02 66825113 L O M B A R D I A A TAVO L A

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T E C N O H OW Pagamenti e tru ffe in cifre

Sicurezza partecipata “Carta” vincente contro le truffe elettroniche ra

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1.010.500 Pos attivi in Italia nel 2005 (+3,7% rispetto al 2004) 14.272.000 carte di credito in circolazione (+12,47%) 800 milioni i pagamenti con carte di debito per circa 45 miliardi di euro 463 milioni i pagamenti con carte di credito per 46,5 miliardi di euro 28% crescita delle truffe nel 2005 in Bergamo e provincia 51% di carte clonate a Milano 20% di carte clonate a Brescia 11% di carte clonate a Bergamo 675 le denunce nel 2004 1.659 le denunce nel 2005 352 i Pos manomessi in Italia (I° trimestre 2006), 26 a Milano, 8 a Brescia, 9 a Bergamo

fenomeno della clonazione e delle truffe nei sistemi di pagamento elettronico. Infatti, per discutere, confrontarsi e aggiornarsi ta ta a a sull’argomento c’erano tutte le ic ic f f autorità competenti, dalle forze i i ls ls a dell’ordine ai rappresentanti di a F F consumatori, istituti bancari e commercianti, al convegno dello scorso 29 maggio al nuovo polo fieristico di Bergamo. Forte testimonianza è derivata anche dall’intervento del segretario dell’Adiconsum, Eddy Locati, e di alcuni rappresentanti del sistema bancario che hanno fatto il punto allarme truffe elettroniche e economiche, consentendo di clonazione di carte di credito effettuare pagamenti senza denaro sugli interventi pratici necessari. contante. Secondo la Banca Occasione anche per presentare il in tutta Italia. Tutte le manuale ad uso degli operatori associazioni di categoria si stanno d’Italia le tessere bancomat in circolazione nel 2005 erano 26,5 economici che elenca consigli attivando, insieme alle autorità milioni, quasi 14 milioni le carte pratici, corredati da illustrazioni, competenti, per difendersi e di credito (+14% rispetto al 2004) per individuare le carte contrastare questo fenomeno in e in forte espansione anche le contraffatte e controllare la espansione. La città di Bergamo carte prepagate (+100,4%). Ma regolarità dei Pos nei pubblici non è da meno. questa novità porta con sé la esercizi. Se ne è parlato al Gli esercenti sono convegno “Carte di credito sicure: questione della sicurezza nei pagamenti. Infatti, le denunce per chiamati dunque a conoscere gli vantaggi per esercenti e clonazione di carte di credito sono strumenti e le tecniche di consumatori. Come prevenire le in continuo aumento e, secondo i prevenzione a tutela dei loro frodi nei pagamenti elettronici” dati forniti dalla Polizia Postale, incassi e dei clienti. Solo una organizzato dall’Ascom in Bergamo è tra le province più corretta gestione degli strumenti collaborazione con la Polizia esposte. Si colloca al terzo posto informatici consente di limitare il postale e delle comunicazioni nella classifica regionale con danno; parola d’ordine, “sicurezza della Lombardia, Prefettura e l’11% delle carte clonate nel 2004 partecipata”, ovvero una solida Questura di Bergamo e con collaborazione tra tutti gli organi Federdistribuzione. L’introduzione (dopo Milano e Brescia) e con 14 Pos manomessi. Il dato è competenti. della moneta elettronica ha segnato un importante passo avanti allarmante ma la città si è mobilitata per combattere il g.n. nella gestione delle transazioni

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Lineart sfida le frontiere Un esempio in Svizzera www.lineart.it

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empre più forte è l’influenza italiana nelle tendenze straniere, sia che si parli di moda, food o design. Lineart, l’azienda bergamasca che da oltre 50 anni opera nel settore dell’arredamento su misura dei locali pubblici, si sta affermando all’estero come portavoce del made in Italy e sempre più numerose sono le creazioni che né testimoniano

Più volume al dolce con la qualità firmata Debic Per potenziare le qualità della panna da montare,a livello di consistenza e resa, il prodotto giusto si chiama Stand & Overrun. Preparato e distribuito da Debic,contiene il 35% di grassi e per mantenere inalterate le sue caratteristiche va conservato a una temperatura tra 2° e 6°C.Si monta con ogni tipo di montapanna,garantendo risultati,in termini di volume,maggiori e per lungo tempo.Ideale per realizzare mousse e bavaresi,torte e dessert,gelati e decorazioni artistiche,può essere congelata,mantenendo invariata la sua struttura,una volta scongelata.La pratica confezione richiudibile,in bottiglia da 1 litro,consente di consumare il prodotto aperto ancora per alcuni giorni.

l’internazionalizzazione. Nonostante le difficoltà e i molteplici sopralluoghi che necessitano la progettazione e lo sviluppo di questi locali, l’esperienza, l’elevata tecnologia e la fitta rete commerciale dell'azienda consentono di raggiungere ogni parte del mondo. E così Svizzera, Germania e Inghilterra, ma anche Dubai, Seychelle, Kuwait o l’Isola delle Bermuda sono stati spettatori della sua progettualità. Ora nel mirino c’è il mercato americano con il quale Lineart sta stringendo contatti per allargare la rete commerciale e poter servire così al meglio le difficili esigenze d’Oltreoceano. L’idea è quella di poter lanciare una linea dedicata alle richieste statunitensi, basata sul classico stile italiano lasciando però spazio alle nuove linee di design.

LINEART ARREDA “IL PIANOFORTE” DI CRANS MONTANA (CH) Eleganti, lussuose e appaganti sono le serate che si possono trascorrere in questo raffinato piano bar, magari per rilassarsi dopo una giornata trascorsa tra le nevi di Crans Montana. Il ciliegio tinto, le comode sedute in pelle, la luce soffusa, tutti particolari che Lineart ha pensato per soddisfare l’occhio in ogni esigenza, ma anche le necessità dei frequentatori dei locali che arreda.

Adm rinnova le cariche Maciocchi presidente

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ario Maciocchi (nella foto) è il nuovo presidente di Adm, Associazione distribuzione moderna. In sede di rinnovo del consiglio direttivo sono stati confermati alla vicepresidenza Camillo De Berardinis, amministratore delegato di Conad e alla direzione generale, Paolo Fregosi. «È un grande onore poter rappresentare la distribuzione italiana, quale presidente di Adm, associazione che ha tra i suoi scopi quello di fungere da stimolo a Indicod-Ecr, nel promuovere

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attività, ricerche e studi per rendere più efficienti i rapporti tra mondo della produzione e mondo della distribuzione, sia dal punto di vista gestionale, sia dal punto di vista della soddisfazione del consumatore finale». Nei programmi di Maciocchi ci sarà sicuramente l’ottimizzazione della filiera, l’innovazione tecnologica applicata al comparto distributivo, la continuazione nei progetti di formazione per gli operatori del settore e il dialogo con il consumatore.

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La fantasia non ha limiti Con il nuovo sifone Thermo xpress whip da banco fare tendenza è sempre più facile

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li operatori di bar e ristorazione stanno rivolgendo sempre più attenzione ad articoli semplici ma al tempo stesso innovativi. La gamma dei sifoni Panna profi whip risponde alle aspettative del mercato, si utilizzano con semplicità e sono economici. Il numero di pezzi SERGIO PEZZOTTA, venduti e il continuo interesse da parte A.D. ROS SPA, PRESENTA LE NUOVE del mercato ha spinto l’azienda TENDENZE NELLA produttrice alla realizzazione di un GESTIONE DEI LOCALI nuovo prodotto più completo. Un innovativo sifone termico brevettato da banco da 1 litro in acciaio, creazione che consente di fare panna montata, “espumas” calde e fredde o dolci e salate, caffè aromatizzati, aperitivi al cucchiaio. Il sifone da banco Thermo xpress whip è realizzato interamente in acciaio inox con doppia camera a tenuta termica, sotto ha un vassoietto raccogligocce antiscivolo, il tutto lavabile in lavastoviglie. I preparati freddi messi nel sifone si mantengono tali per circa 8 ore. Prima dell’utilizzo si consiglia di raffreddare il sifone con acqua fredda o con del ghiaccio per aumentare la tenuta. Per l’utilizzo con i preparati caldi si deve pre-riscaldare il sifone con dell’acqua calda, il contenuto si mantiene a temperatura ottimale per circa 3 ore. Il sistema di pescante permette l’erogazione con una leggera pressione sul bottone posto sulla testata. Il beccuccio si può togliere dopo ogni erogazione per la pulizia e riposizionarlo immediatamente, igienicamente perfetto. La casa produttrice raccomanda l’uso delle ricariche originali, onde evitare la rottura dello spillo di entrata della valvola. Conforme alle norme vigenti Haccp, è garantito 5 anni per la bottiglia termica e 2 anni per gli altri componenti. Sergio Pezzotta

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Colori e nuove fibre rinnovano le tovaglie di Gian p a o lo M arc h e t t i Padana Everest - M2 w w w.padan a e ve re s t . i t Qual è oggi l’offerta delle più innovative imprese di noleggio tessile? Quali collezioni di tovagliati vengono proposte per coprire, spesso proprio per mettere in risalto, i tavoli di caffè, pizzerie e ristoranti, di tutti i locali pubblici che svolgono sempre più il ruolo di luoghi di ritrovo a tutte le ore? L’offerta attuale cerca di rispettare tutte le esigenze dell’arte del ricevere, fatta di ricerca d’armonia, di buon gusto nel presentare il locale e apparecchiare la tavola. Le collezioni si propongono con pezzi classici che, sulla base di un’attualità in continua evoluzione, sono affiancati da tessili d’avanguardia, risultato di coraggiose sperimentazioni. I colori di sempre - tra questi il bianco - sono oggi affiancati da altri che seguono la tendenza moda, colori decisi e accesi o naturali nelle tonalità calde della terra. Forte la presenza del greggio nelle sue diverse interpretazioni. Il tradizionale cotone è stato arricchito anche di fibre moderne come il poliestere e si sono aggiunti materiali naturali quali il lino e la canapa. Le lavorazioni vanno dai rasi agli jacquard, dalle classiche fiandre riproposte in versione moderna a delle semplici tele. La trama spesso si irrobustisce e si fa grezza. Lo stile veloce della campagna si esprime con il tema dello scozzese. Sempre maggiore attenzione ai set “americani” che, dal tradizionale uso domestico passano alle tavole dei ristoranti che, scoprendosi, tendono ad essere più belle, di pregio. Si aggiungono poi i runner e i minirunner. Il risultato sono apparecchiature moderne e di grande effetto, con tessuti morbidi e robusti che rinnovano la tavola.

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Vetroceramica

garantisce non solamente un notevole beneficio per la temperatura cucina ma un comfort estremo per tutto il personale. Ma i vantaggi non finiscono qui. I piani di cottura infatti sono antiaderenti e assicurano un’igiene e una pulibilità eccellenti. Non è quindi necessario munirsi di spazzola di ferro e liquido sgrassante per la loro pulizia, Rapidità, igienicità, flessibilità ... basta un panno inumidito per un must per le cotture professionali eliminare qualsiasi residuo di cibo dal piano. Tra i tanti vantaggi è opportuno qualitativi ed economici garantiti da l piano cottura in sottolineare anche il prezzo. Per chi vetroceramica è nato questa soluzione. Si tratta infatti di uno strumento estremamente flessibile volesse acquistare una cucina con come alternativa a in grado di dosare in modo preciso la queste caratteristiche è bene sapere quello tradizionale, ai che i prezzi sono più elevati rispetto quantità di calore da trasmettere al classici fuochi aperti e alle cucine tradizionali, ma come tutte recipiente, il tutto in tempi molto alle piastre elettriche. le nuove tecnologie che garantiscono Regalando quel tocco di rapidi, non ottenibili con i sistemi funzionalità superiori anche il prezzo tradizionali. Bastano pochi secondi qualità, design e SIMONA CACCIA, non potrebbe essere da meno. Dal per ottenere la temperatura desiderata funzionalità in più RESPONSABILE P.R. DELLA F.LLI CACCIA design moderno, con quell’eleganza e all’interno della cucina perché i piani in vetroceramica ILLUSTRA LE NOVITÀ quella versatilità che la rendono unica assicurano una maggiore velocità professionale. Anche in DELLE ATTREZZATURE nel suo genere, la cucina con piano in d'irraggiamento del calore, con Italia sta notevolmente prendendo spazio fra le ambizioni dei riduzione dei tempi di preparazione e vetroceramica è il partner ideale per risparmio energetico. In mancanza di ogni chef, una vera regina all’interno ristoratori più esigenti. Sono di un piccolo mondo fatto di tanti pentole, la superficie del piano di certamente indiscutibili ed principi del menu. cottura rimane fredda e questo entusiasmanti i numerosi vantaggi

milleusi anche in cucina

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M OTO R I

Bmw Serie 3 Coupé Mix di potenza e aggressività

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rapido cambio automaticosequenziale a sei rapporti. Altra novità assoluta sulla Serie 3 Coupé è la disponibilità (su tutte le versioni eccetto la 335i) del sofisticato sistema di trazione integrale xDrive che già equipaggia con successo altri modelli della casa bavarese. Distribuendo la coppia motrice in modo variabile su tutte le ruote, l’xDrive assicura sempre la massima spinta e la miglior aderenza possibile anche in condizioni di guida critiche. L’equipaggiamento della nuova quattro posti di Monaco di Baviera comprende un potente impianto frenante associato al controllo dinamico di stabilità e al controllo di trazione, pneumatici velocità massima run-flat antiforatura su cerchi in lega a partire da 17 pollici e, a richiesta, autolimitata di 250 km/h. Siglata 335i, la versione con le luci adattative. Di tutto rispetto la anelli luminosi che funzionano come luce diurna, il questo propulsore si colloca al top capacità di carico del bagagliaio: 440 litri costituiscono per una della gamma, che comprenderà al tetto più basso e i finestrini più coupé un nuovo punto di lancio anche la 325i con il 2,5 litri piccoli, i grandi passaruota e la riferimento. da 218 cavalli, la 330i con il 3 litri coda tronca in cui si inseriscono i Da definire i prezzi, ma proiettori a led. Il risultato è un’auto da 270 cavalli e la 330d con il 3 litri indicativamente partiranno da turbodiesel da 231 cavalli. di un’eleganza atletica, con linee Tutte le versioni dispongono 39.500 euro per la 325i per arrivare filanti e ben proporzionate e dettagli di serie di un cambio manuale a sei ai 46 mila euro della 335i. molto elaborati, che abbina un marce, in alternativa al quale si design inconfondibile a uno Enrico Artifoni potrà optare per un nuovo e più straordinario piacere di guida: esattamente ciò che si aspetta il classico acquirente di una coupé. La forte personalità della Serie 3 Coupé si evidenzia anche all’interno dell’abitacolo, con le cromature sulle razze del volante, sui comandi della climatizzazione e sulle maniglie delle porte, oltreché con l’inedito e pratico dispositivo porgicintura per chi siede davanti che risolve l’annoso problema delle scomodità delle operazioni di aggancio, tipica delle “due porte”. C’è da scommettere, tuttavia, che a fare colpo fra gli l debutto della vettura nelle concessionarie è programmato per fine settembre, ma già adesso si possono apprezzare l’aspetto e le principali caratteristiche della nuova Bmw Serie 3 Coupé. Un modello che non è semplicemente una variante con due porte in meno della berlina. Innanzitutto perché la carrozzeria si differenzia in molte parti: il muso più aggressivo con fari bi-xeno circondati da

appassionati saranno soprattutto le novità tecniche proposte sulla vettura. Innanzitutto il debutto in prima mondiale del nuovo motore 6 cilindri in linea di 3 litri biturbo a iniezione diretta della benzina, con 306 cavalli di potenza e 400 Nm di coppia massima: scarica la trazione sulle ruote posteriori e spinge la nuova Serie 3 Coupé da zero a 100 km orari in soli 5,5 secondi, fino alla

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Festival d’ assaggio e di business Il BonTà cresce

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Italia è il Paese con il numero più alto di prodotti tipici a marchio europeo Dop e Igp:145 su un totale di 678. Senza dimenticare i 353 vini Doc e Docg. Le Regioni e i Comuni spendono complessivamente 700 milioni di euro all’anno per la promozione del territorio, la cui leva principale è il turismo enogastronomico alla ricerca dei prodotti tipici. Ma la concorrenza straniera, con la sua produzione a costi inferiori, è sempre in agguato. In tal senso si sta muovendo anche la rassegna enogastronomica cremonese, Il BonTà (Fiera Cremona 10-13 novembre 2006).

Testimoni d’eccellenza «Il prodotto italiano tipico e di qualità ha bisogno del sostegno di tutte le associazioni e le istituzioni coinvolte nel settore agroalimentare per potersi difendere dagli attacchi dei prodotti esteri - afferma Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura-. In Italia abbiamo eccellenze che vanno valorizzate, soprattutto per salvaguardare le imprese agricole impegnate anche nella produzione enogastronomica. E Il BonTà rappresenta uno strumento efficace per

mettere in vetrina l’eccellenza dei prodotti italiani». Saranno infatti oltre 400 gli espositori presenti alla prossima edizione di novembre a sottolineare l’importanza di valorizzare al massimo la tipicità italiana. «Il legame del prodotto tipico con il territorio di provenienza sottolinea Paolo Bruni, presidente di Fedagri-Confcooperative - è per una impresa cooperativa il principio ispiratore ed è per questa ragione che già dal primo anno abbiamo deciso come Fedagri di intervenire a Il BonTà, che riesce a coniugare il prodotto con la qualità, l’origine e il territorio. Una partecipazione, quella del sistema cooperativo, che ha visto negli anni passati la presenza sempre crescente di produzioni e marchi di altissimo valore riuniti in un’unica area espositiva sotto la guida di Confcooperative».

Il mondo in una fiera

Commercio di Cremona, infatti, sono state invitate a partecipare le principali Cciaa italiane all’estero, in modo tale da mettere in contatto gli espositori della manifestazione con le figure professionali di riferimento di importanti catene distributive che operano sui mercati europei. Obiettivo principale è proprio quello di aprire nuovi canali distributivi per le piccole e medie aziende italiane, che spesso non riescono a valorizzare al meglio i propri prodotti attraverso la distribuzione tradizionale sul territorio. La presenza di operatori professionali stranieri sarà un importante stimolo anche per il sistema distributivo italiano per conoscere le migliori produzioni estere. Questo anche grazie al Campionato mondiale dei formaggi, Cheese Of The Year, in programma nell’ambito della manifestazione, in cui saranno presenti centinaia di produzioni casearie da tutto il mondo.

Londra, Zurigo, Parigi, Barcellona, Monaco, Vienna, Budapest, Amsterdam: Il BonTà punta all’internazionalizzazione. Dopo le delegazioni francesi dell’anno scorso, si stanno programmando le visite di nuovi operatori professionali esteri. Con la collaborazione della Camera di

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APPUNTAMENTI

FIERE E CONCORSI

A Brescia tutto pronto per la fiera di ottobre

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appuntamento è di quelli da segnare in agenda. “Italia in Tavola” - in programma alla fiera di Brescia dal 5 all’8 ottobre sarà “un punto di riferimento dell’eccellenza agroalimentare italiana”. Parola di Francesco Bettoni (nella foto), amministratore delegato della Spa Immobiliare Fiera di Brescia. Già il primo giorno della manifestazione è fissato un appuntamento importante: la presentazione ufficiale della nuova Guida 2007 dei ristoranti de L’Espresso. Enzo Vizzari, direttore delle Guide de L’Espresso afferma: «Saremo pronti per quella data e ci fa piacere presentarla in una sede molto bella come la fiera di Brescia e all’interno di una

manifestazione che si preannuncia un summit importante per la ristorazione di qualità». Di grande interesse la presenza di alcuni dei più bravi giovani chef francesi, che saranno invitati a preparare piatti utilizzando prodotti tipici italiani. Gli chef francesi si confronteranno con alcune importanti firme italiane della ristorazione. In programma ci sono numerose degustazioni guidate di piatti e di vini, corsi di cucina, workshop. Con la collaborazione dell’assessorato

Il mondo dell’ospitalità si incontra a Genova

Brixia Expo Fiera di Brescia via Caprera 5 - 25125 Brescia Tel 030 3463489 - www.italiaintavola.org

CALENDARIO

L’appuntamento per il mondo dell’ospitalità si rinnova anche quest’anno dal 6 al 9 novembre a Tecnhotel, la rassegna biennale organizzata da Fiera di Genova con Federalberghi. Giunta alla 37a edizione offre al visitatore professionale un’ampia gamma di servizi, proponendo una qualificata vetrina di prodotto, un centro di consulenza diversificata e un’occasione d’eccellenza per fare business.Accoglienza e ristorazione saranno le macro-aree, la prima comprende i settori dell’arredo contract, l’arredo bagno e il benessere, le tecnologie e l’impiantistica e le forniture, la seconda i grandi impianti e Eat out, un articolato settore dedicato al food & beverage. Si rivolge agli operatori di un segmento di mercato in crescita con 52 miliardi di euro spesi nel 2005, una percentuale del 36% di italiani che pranza abitualmente fuori casa e destinata a raggiungere il 50% entro il 2010 (dati Fipe e ricerca ACNielsen 2005).

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all’Agricoltura della Provincia e della Camera di Commercio di Brescia, con il coordinamento del grande pasticciere bresciano Igino Massari, saranno organizzati concorsi di pasticceria e di ristorazione. Sono previste anche gare tra i maitres e i sommelier per il “Gran Trofeo d’oro della ristorazione italiana”. «Non sarà una esposizione di massa precisano gli organizzatori - ma puntiamo su una qualità estrema sia nella produzione agroalimentare che nella professionalità degli addetti alla ristorazione».

LUGLIO/SETTEMBRE 9-11 luglio New York (Stati Uniti) Summer Fancy food & confection Show Alimentari, dolci e bevande www.specialtyfood.com ccrocker@nasft.org Info +212 4826440 7-10 settembre Bologna Sana Salone di alimentazione naturale, salute e ambiente www.sana.it - info@sana.it Info 02 86451078 10-19 settembre Bari Agrilevante Salone specializzato

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dell'agricoltura www.fieradellevante.it Info 080 5366382 12-15 settembre Rennes (Francia) Space 2006 Salone europeo dell'allevamento www.space.fr-info@space.fr info +33 223482880 18-22 settembre Pavia Autunno Pavese Doc 54a edizione salone dei prodotti agroalimentari. Mostrasettore agricolo e zootecnico paviamostre@pv.camcom.it Info 0382 39326

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CIRCOLI

B U O N G U S TA I

Si chiude

in bellezza

la stagione dei buongustai Diamant pas dosé 2001 dell’azienda Villa di Monticelli Brusati, che ha poi accompagnato il salmone affumicato con verdure primaverili e salsa yogurt. Il risotto mantecato con asparagi, cozze, calamari e verdure, così come il trancio di merluzzo con crema di fave ed emulsione di pecorino, sono stati abbinati a Collio Ribolla Gialla 2004 Venica & Venica di Dolegna del Collio (Gorizia). Per chiudere, attività del Club Buongustai zabaione ghiacciato con ananas al pepe Bergamo ha vissuto due verde e quenelle di cioccolato, abbinato a esperienze interessanti prima al L’Autentica 2002 Cantine del Notaio, ristorante “Abacanto” di Ranzanico (Bg), sul lago di Endine, poi al ristorante “Salvia Rionero in Vulture (Pt). Dovuta la consegna e Rosmarino” di San Pellegrino Terme (Bg). dell’attestato di benemerenza rilasciato agli chef e ai titolari del ristorante, Ivan Carboni All’Abacantho lo chef Alberto Zanoletti, con l’aiuto Sandro Pittelli, ha proposto un e Katia Del Bello. L’ultima riunione al menu di pesce. Apprezzati gli stuzzichini ristorante “Salvia e Rosmarino” di Chicco Coria, alla frazione Frasnito, ha visto serviti con l’aperitivo, un Franciacorta

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TRIONFA LA FORCHETTA CON “RHO A TAVOLA” Nel rispetto di una tradizione consolidata, buongustai e palati fini si sono ritrovati per il “Simposio di primavera”, la kermesse enogastronomica rhodense. Organizzata dal club “Rho a Tavola” sotto il patrocinio dei comuni di Lainate e Rho (Mi), l’iniziativa comprendeva un raduno di confraternite nello scenario di Villa Litta di Lainate. Consegnato il premio “Rhaudum d’oro” alla carriera ad Alessandro Francoli, presidente della Francoli Distillerie di Ghemme, e a Gudrun Dalla Via, presidente dell’Associazione stampa agroalimentare. Inoltre è stato assegnato l’attestato di “Benemerenza Civica” al cittadino rhodense, Natale Casati, presidente provinciale Avis.

protagonisti i formaggi di capra prodotti nella frazione Santa Croce dalla azienda agricola di Giovanni Mosca. Hanno guidato l’assaggio di cinque tipi di caprini di varia stagionatura, di cui uno leggermente affumicato, l’esperto Giulio Signorelli e il delegato provinciale dell’Onaf, Bruno Martinelli. Dal dibattito è emersa la proposta di arrivare alla costituzione di un Consorzio di tutela dei formaggi caprini bergamaschi, allo scopo di difendere la qualità e valorizzare la produzione artigianale. Al termine dell’incontro il presidente del Club Buongustai, Ernesto Tucci, ha consegnato allo chef Coria l’attestato di merito per la valorizzazione che in questo locale si fa dei prodotti tradizionali bergamaschi.

Tappa brianzola da “Edda” per la Padellina d’oro

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na serata all’insegna dell’enogastronomia e dello sport quella organizzata dalla Confraternita Padellina d’Oro alla trattoria “Edda” di Cremnago d’Inverigo (Co). Alla cena sono intervenuti come ospiti quattro campioni dello sport italiano: Igor Cassina campione olimpico 2004 di atletica, Alberto Cova campione

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olimpico di qualche anno fa nella corsa, Pierino Prati ex calciatore del Milan e Guido Capellini nove volte campione mondiale di off shore. La presenza di questi e altri illustri ospiti ha dimostrato la stima che circonda la famiglia Fossati, che da 30 anni gestisce con professionalità questa trattoria: con la mamma Edda collaborano oggi i tre figli Paolo, Fabio e Ivan. La cucina brianzola domina in questo locale, condotto con tanta passione dai Fossati, che ne hanno fatto un punto d’incontro per una numerosa clientela affezionata. Il presidente della confraternita, Pietro Percassi, e il cerimoniere Pasquale Rivolta hanno diretto gli onori di casa e condotto brillantemente la serata.

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CIRCOLI

E S P E R T I E A P PA S S I O N AT I

Raduno di successo

Gaudio, alla scoperta della Sicilia del vino

per “Bollicine in Franciacorta”

Il Gruppo amici uniti di indole oraziana, club bolognese volto alla valorizzazione dei piaceri del vivere, ha recentemente compiuto un tour alla scoperta di alcune delle realtà più significative della Sicilia del vino, toccando le province di Trapani,Agrigento e Palermo. Guidati dal presidente Piero Valdiserra, i soci hanno fatto visita alla Cantina Settesoli di Menfi, al Baglio Planeta sulle rive del Lago Arancio, al Baglio Hopps poco fuori Marsala, alla Vinicola Calatrasi di San Cipirello e alla tenuta di Filiberto Sallier de La Tour, Principe di Camporeale.

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on trenta confraternite rappresentate (da tutto il Nord Italia e anche dal Lazio) e oltre 180 presenti è pienamente riuscito il raduno di confraternite enogastronomiche “Bollicine in Franciacorta” organizzato dal Circolo La Franciacorta con sede a Rovato (Bs). Tra gli intervenuti anche il presidente Fice, Mario Santagiuliana, e la presidente dell’Associazione Donne del Vino, Pia Donata Berlucchi. Giunto alla 15a edizione, il raduno ha confermato la sua validità nel diffondere la tradizione enogastronomica del territorio, prima di tutto le pregiate bollicine del Franciacorta Docg. Riconoscendo la validità dell’iniziativa, numerose cantine del territorio hanno messo a disposizione

bottiglie della loro produzione sia per l’aperitivo, nelle sale del Palazzo Quistini-Porcellaga di Rovato, sia per il dono di una bottiglia di Franciacorta a ogni partecipante. Anche il Comune di Rovato (la patria del celebre “manzo all’olio”) ha collaborato all’iniziativa, che si è conclusa con il pranzo al ristorante “Pio Nono” e lo scambio di doni. Info: segreteria Ada Catellani, Tel 030 7722371.

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SEGNALAZIONI

LIBRI - RIVISTE - WEB

Tracce, nuovi itinerari 510 ricette regionali per prevenire diabete e obesità per il turista moderno

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li autori reinterpretano la grande tradizione italiana, con l’obiettivo di fornire un aiuto concreto contro i mali del secolo, ovvero diabete e obesità. 510 ricette riportate con meticolosa precisione, arricchite da una Le regioni in pentola legenda di tre icone principali e l’arte del mangiar sano che ne identificano la Autori: Allan Bay funzione e guidano alla Patrizia Bollo lettura: ricetta ricca di fibra, Editoriale Fernando senza colesterolo, ghiotta e Folini - Pagine 487 dietetica. Bandita la parola dieta, tutte le regioni italiane vivono di luce propria, articolate da una scelta “buona” e “razionale”, come la definiscono gli autori. Organizzato in ordine alfabetico per regione, il volume è realizzato con uno stile grafico accattivante e divertente. Semplice e concreta la stesura delle ricette, arricchite da consigli pratici molto utili e ben articolati.

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Milano, Roma, Sicilia e Umbria: disponibili dal 15 giugno in libreria i primi 4 titoli della nuova collana di guide “Tracce”. Il Touring Club Italiano, in collaborazione con Corepla, Tracce rivoluziona il concetto di Editore Touring Club guida, plasmandola sul turista Italiano del XXI secolo e Pagine: “Roma” 383, arricchendola di itinerari ed “Milano” 320, “Umbria” esperienze a tutto tondo. 288, “Sicilia” 384 Obiettivo, consentire al viaggiatore di sperimentare vie di fuga dai percorsi canonici, di costruire il proprio originale itinerario diventando autore e non spettatore del viaggio. Ogni volume si apre con la sezione “Preparare il viaggio” seguono un calendario di eventi, informazioni pratiche e dritte sul mangiar bene. Non mancano mappe e piantine geografiche. Dopo il debutto delle prime 4 si continua nel 2007 con altre 8 guide per concludere il giro d’Italia entro 4 anni.

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SPAZIO AI LETTORI

LETTERE & E-MAIL vino era presente solo con alcune imprese commerciali di vendita diretta al pubblico. Si era sviluppata invece aro direttore, ho già avuto Expo Ct che per anni ha proposto al modo di esprimerLe i miei suo interno eventi di grande complimenti per la Sua rivista. Glieli rinnovo. La piacevole e più interesse dedicati al vino per poi stranamente ha esaurito questa moderna veste grafica e l’interesse degli articoli ne fanno carica iniziale. un appuntamento ormai atteso. Tina De Stefani Bertizzolo Ma non ritiene di essere pronto Antico Albergo Madonna per un salto territoriale? E non C.so Sempione, 125 pensa di poter dare un più 20025 - Legnano (Mi) intenso contributo al mondo del www.albergomadonna.it turismo in generale, così trascurato a livello nazionale e territoriale? entile signora Tina, Ho trovato nel suo grazie per la segnalazione ultimo editoriale un’inesattezza: inerente la Fiera campionaria. Ma Lei fa risalire alla chiusura della per sinteticità, abbiamo preferito Fiera campionaria il disinteresse evitare di parlare del complesso del mondo del vino per Milano, passaggio da Fiera campionaria a capitale economica d’Italia. Mi Expo Ct, compresi i prodotti. permetto correggerLa, le ultime L’obiettivo principale che si edizioni della campionaria intendeva sottolineare era la avevano già perso espositori e il progressiva perdita di importanza Turismo, nuova sfida per Lombardia a tavola?

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della città di Milano sulla piazza del vino. Per quanto riguarda il turismo, Lombardia a Tavola cerca sempre, nei suoi numerosi servizi, di trattare l’argomento in modo trasversale coinvolgendo le categorie di settore e sviluppando tutte le sue sfaccettature. Non è escluso, comunque, che in futuro si dia maggior spazio a quella parte del turismo che collima con l’enogastronomia. La ringrazio inoltre per gli apprezzamenti e l’interesse nei riguardi della rivista che ormai è divenuta di interesse e diffusione nazionale, malgrado il nome. Sempre più siamo orientati ad ampliarne la visibilità, attraverso una serie di iniziative che andremo a sviluppare nei prossimi numeri.

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Lombardia a Tavola garanzia di aggiornamento

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