Cristo è risorto dai morti, con la morte ha vinto la morte, e a quelli nelle tombe ha donato la vita!
*In sinergia con Fondazione Migrantes
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brosa dei nostri vizi. E portiamo a Lui i balsami e gli aromi: l'incenso delle nostre azioni e delle nostre virtù.
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ratelli, siamo a Pasqua! Il nostro Agnello, l'Agnello di Dio, che cancella i peccati del Non ci spaventi la pietra enorme, mondo", è stato già immolato: Egli cioè la legge scritta sulle tavole di pietra: è pietra ormai rimossa, e si è fatto nostro Sacrificio, nostra fatta leggera. La risurRedenzione, nostro Conrezione di Gesù ha reso vito. Ed è risorto, per esfacili tutte le leggi, ha sere il divino nostro lieviilluminato tutti i misteto, nostra risurrezione e ri: ha confortato di cenostra vita. leste speranza tutta la nostra vita. Cristo è risorto, e ancora è con noi! No stra La gioia e la felicità speranza, piena d'imdella risurrezione renmortalità: Cristo è risorda consolante alle into e ci precede, Re vittotelligenze la fede, renda rioso, Re invincibile: Alsoave ai cuori la parola leluia! del Signore, e ci faccia pregustare il gaudio Siamo a Pasqua! Oh perché, miei fratelli, non passeremo della nostra stessa risurrezione alla dalla tiepidezza al fervore di spirito? vita eterna e aria gloria di Gesù CriPerché, se mai qualcuno si sentisse sto! Alleluja! Alleluja! Alleluja! lontano dalle divine sorgenti della È Pasqua! Esu ltiam o e celegrazia, non vorrà risorgere dalla briamo con ineffabile gaudio questa morte del peccato alla vita in Cristo grande solennità cristiana, con gli e dare alla sua anima la pace, la azzimi santi della purezza, della vepieno serenità, la fede viva ed ener- rità e della carità. Redenti e santifigica del bene? cati per la virtù di Cristo, proponiamo di mantenerci sempre azzimi di fede, di onestà, di illibatezza, sì che il Signore ci riempia di tutta la più santa letizia, e la vita nostra sia fervore di santità, e il cuore viva in Cristo, splenda e incendi tutti della carità di Cristo. (SAN LUIGI ORIONE )
Cristo è risorto! Ora ch e rim ane a noi, o fratelli, in questo tempo degli azzimi pasquali? Che con le risoluzioni più sante, con le intenzioni più pure, col cuore più umile, andiamo a Gesù allo spuntare del sole, cioè dopo esserci spogliati con una buona confessione, della veste tene2
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Cristo è la Risurrezione e la vita
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aria di Magdala esce di casa quando è ancora no e, buio nel cielo e buio nel cuore. Non ha niente tra le mani, non porta aromi come le altre donne, ha soltanto il suo amore che si ribella all'assenza di Gesù: «amare è dire: tu non morirai!» (Gabriel Marcel). E vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Il sepolcro è spalancato, vuoto e risplendente, nel fresco dell'alba. E fuori è primavera. Il sepolcro è aperto come il guscio di un seme.
Il segno è un corpo assente dalla tomba. Manca un corpo alla contabilità della morte, i suoi con, sono in perdita. Manca un ucciso alla contabilità della violenza, e questo vuol dire che il carnefice non avrà ragione della sua vi.ma in eterno. Il Signore Gesù non è semplicemente il Risorto, l'attore di un evento che si è consumato una volta per tu e nel giardino fuori Gerusalemme, in quell'alba del primo giorno dopo il sabato. Un evento concluso? No. Se noi tu. insieme formiamo il corpo di Cristo, allora contemporanea a me è la croce, e contemporanea a me è anche la Risurrezione. Chi vive in lui, chi è in lui compreso, è preso da lui nel suo risorgere. Cristo è il Risorgente, adesso. Sorge in questo momento dal fondo del mio essere, dal fondo di ogni uomo, dal fondo della storia, con,nua a risorgere, a imme ere con la mano viva del creatore germi di speranza e di fiducia, di coraggio e libertà. Cristo Gesù risorge oggi, energia che ascende, vita che germina, masso che rotola via dall'imboccatura del cuore. E mi indica la strada della pasqua, che vuol dire passaggio ininterro o dall'odio all'amore, dalla paura alla libertà, dall'effimero all'eterno. Pasqua è la festa dei macigni rotolan, via, adesso, dalla bocca dell'anima. E ne usciamo pron, alla primavera di vita nuova, trascina, in alto dal Cristo Risorgente in eterno. Cristo non è semplicemente il Risorto, non è solo il Risorgente, egli è la Risurrezione stessa. L'ha de o a Marta: io sono la Risurrezione e la vita ( Gv 11 ,25 ). In quest'ordine preciso: prima la risurrezione e poi la vita. Ci saremmo aspe a, il contrario. Invece no: prima viene la risurrezione, da tutte le nostre tombe, dal nostro respiro insufficiente, dalla vita chiusa e bloccata, dal cuore spento, dal gelo delle relazioni. Prima la risurrezione di noi, «né caldi né freddi, né buoni né ca.vi; di noi, i mor, vivi» (Ch. Peguy) e poi la vita piena nel sole, e poi la vita meriterà finalmente il nome di vita. La sua Risurrezione non riposerà finché non sia spezzata la tomba dell'ul,ma anima, e le sue forze non arrivino all'ul,mo ramo della creazione. E il mondo intero sarà carne risorta per la tua carne, crocefisso Amore.
h t t p s : / / s i t e s . g o o g l e . c o m/ s i t e / a d e s t e r o m a n i a c o m u n i t a i t a l i a n a /
ADESTE COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA
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miracolo della sua guarigione quando era appena nato, in occasione della beatificazione dei Coniugi Martin. Pietro è l’ultimo nato di una famiglia di cinque figli. Nasce a Milano il 25 maggio 2002. Dal primo giorno della sua nascita, presenta una grave malformazione polmonare, deve rimanere in ospedale e seguire una terapia intensiva per poter respirare. Dopo aver recitato varie volte la novena ai coniugi Martin, il 29 giugno (del 2008), Pietro iniziò a dare segni di miglioramento. Nell’arco di due settimane, il bambino poteva respirare autonomamente, senza ossigeno, e i medici ritennero la guarigione come «un fatto sorprendente».
I GENITORI DI S. TERESINA DI LISIEUX PRESTO SANTI Papa Francesco ha firmato il 18 Marzo il decreto che riconosce un secondo miracolo attribuito ai genitori di santa Teresina del Bambino Gesù: Ludovico Martin e Maria Zelia Guerin, che erano stati proclamati beati da Giovanni Paolo II nel 1994. La Santa di Lieseux è la protettrice delle missioni e i suoi genitori, che Francesco si accinge a canonizzare, rappresentano un esempi di sposi cristiani che la Chiesa indica come modello per tutte le coppie. A livello diocesano, i processi per la beatificazione di Louis Martin e di sua moglie Zelie Guérin furono istruiti separatamente. Essi si tennero rispettivamente nelle diocesi di Bayeux-Lisieux e di Sées dal 1957 al 1960. Le due cause furono poi unificate quando furono discusse di fronte alla Congregazione delle Cause dei Santi a Roma. Il 26 marzo 1994 la coppia fu proclamata venerabile da san Giovanni Paolo II. Nel 1995 fu aperto in Vaticano il processo di beatificazione della coppia. All'intercessione della coppia è stato attribuito il miracolo della guarigione di un bambino di Pietro Schilirò di Muggiò (MB), nato con una grave malformazione ai polmoni che non lasciava speranza. Il 19 ottobre 2008 Zélie e Louis Martin, dunque, furono beatificati dal Cardinale José Maria Saraiva Martins, legato del Papa Benedetto XVI nella Basilica di santa Teresa di Lisieux. Qual è la caratteristica di questa coppia di Beati che si avvia al riconoscimento della loro santità con la loro canonizzazione? Entrambi i coniugi Martin, in gioventù, avevano desiderato abbracciare la vita religiosa, desiderio che entrambi non poterono soddisfare. Nel 1858 (anno delle apparizioni di Lourdes) dopo un breve fidanzamento, decisero di sposarsi. Per dieci mesi vissero il loro matrimonio nella castità, proposito che abbandonarono su consiglio del loro confessore e padre spirituale. Durante l’omelia della Beatificazione il Cardinale José Maria Saraiva Martins ha riassunto così la straordinarietà della loro vita familiare: «Qual è il segreto della riuscita della loro vita cristiana? Hanno camminato insieme con Dio alla ricerca della volontà del Signore e per essere sicuri di camminare nella vera volontà del Signore, si sono rivolti alla Chiesa esperta in umanità, cercando di conformare tutti gli aspetti della loro vita agli insegnamenti della Chiesa. L'accettazione dunque della volontà di Dio era per loro regola di vita”. Ecco due coniugi che hanno vissuto il loro Matrimonio come vocazione.
E questo è il miracolo riconosciuto per la canonizzazione che avverrà nel 2015
Carmen è nata il 15 ottobre 2008 (4 giorni prima della beatificazione dei Coniugi Martin), dopo 28 settimane di una gravidanza molto difficile. “Preparatevi al peggio” annuncia l’ostetrica. Le complicazioni, frequenti in un prematuro, si moltiplicano: difficoltà respiratoria, cardiaca, doppia sepsi, emorragia cerebrale allo stadio più avanzato, ecc. Essendo la bimba nata il giorno della festa di Santa Teresa d’Avila, il papà entra in un Carmelo fuori città. Le suore si prendono a cuore questa intenzione. I genitori partecipano ogni domenica alla S. Messa e ritornano subito all’ospedale. A fine novembre, il caso sembra disperato. Per la prima volta la mamma ha il diritto di toccare la sua bimba, l’incubatrice rimane aperta. La famiglia inizia a parlare della sepoltura. Il 23 novembre, la Priora del Carmelo consegna ai genitori la preghiera a Luigi e Zelia in spagnolo. Non li conoscono affatto, e non conoscono nemmeno la loro famosa figlia Teresa di Gesù Bambino. Il giorno successivo avviene un provvidenziale trasferimento d’ospedale. Contrariamente ad ogni aspettativa, Carmen lo sopporta, l’infezione viene stroncata. Comincia il recupero e viene dimessa il 2 gennaio 2009. Rimane una grave preoccupazione: l’emorragia cerebrale dilata il cranio della bimba e la fa soffrire. È previsto un esame il 19 febbraio. Probabilmente occorrerà operare. Nuove preghiere ai coniugi e genitori Martin, le cui reliquie passano in quei giorni provvidenzialmente dal Santuario di Lerida. Il padre di Carmen, il fratello maggiore Ismaël (nato nel 2004), e i nonni vanno a ringraziare e intercedere. Dal loro convento, le carmelitane si uniscono alla loro preghiera. Alcuni giorni dopo l’ecografia Questo è il miracolo che fu validato per la rivela che l’emorragia cerebrale è scomparsa, rimangono solo le cicatrici, e, cosa ancor più sorprendente beatificazione: (a tutt’oggi i medici non riescono a spiegarla), l’as«Sono nato ammalato, e quando ero malato, i coniugi senza totale di postumi neurologici o motori. Martin hanno chiesto a Gesù di guarirmi e Lui mi ha guarito». Così il piccolo Pietro di sei anni, spiega il 4
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indissolubilmente il figlio a sua madre. Poche parole, tanti sguardi. E quando ad Alberto non escono le parole interviene la mamma a completare la frase. Lei che ha già capito dagli occhi ciò di cui il figlio ha bisogno. Ancora oggi Maria si mette ai fornelli ogni giorno, spesso prepara le specialità siciliane per il figlio: la caponata e il matarocco e quei grandi vasi di cetrioli sottaceto che fanno bella mostra di sé in cucina. È lucidissima di mente, dalla dialettica notevole, carattere forte e tanti anni passati a rimboccarsi le maniche cercando di non dipendere mai da nessuno. La sveglia puntata alla mattina presto, la colazione insieme, poi la piccola spesa quotidiana e nel pomeriggio la televisione accesa per seguire "Geo&Geo" su Rai3 – «perché Alberto ama molto i documentari sugli ani«Alberto è tutta la mia vita, dal giorno in cui è venuto mali» – e poi "L’eredità", sempre sulla Rai, perché a al mondo settantuno anni fa. Ho passato momenti dif- Maria piace tenere allenata la mente con i quiz televisivi e anche perché, in quella palazzina un po’ antica, ficili, ma mai una volta ho pensato di ricoverarlo in i canali privati si un istituto. Sono sua madre vedono col cone con questo credo di avere tagocce. «Ma a detto tutto». E mentre la noi va bene comamma parla, Alberto la sì», sorride lei. osserva abbozzando un sorLa sera è il moriso. Fatica molto ad esprimento del Rosamersi, ma capisce tutto. È rio. costretto all’immobilità dalla nascita per una lesione ai «Chissà se riutendini dovuta al forcipe scirò a spegnere con cui è stato estratto dule candeline dei rante un parto problematico. cento anni?» si Sa di essere molto fortunato, chiede Maria e la perché ha una madre speciadomanda nale. sconde la preoccupazione di una Maria Anzaldi ha novantamadre. Non certo nove anni, a settembre ragper lei, che ha giungerà la terza cifra. già ampiamente guadagnato il ParaChiusa nel suo piccolo appartamento di diso con la sua vita terrena, bensì per una palazzina alla periferia di Pavia, in il futuro del figlio. «Per fortuna ho via Solari, ha consacrato tutta la sua vita incontrato sul mio cammino persone al figlio, con una dedizione totale. Fino al d’oro – sorride – e questo mi dà la 1983 ha condiviso la cura del figlio con il certezza che, quando non ci sarò più marito Angelo, da trent’anni prosegue da io, Alberto non verrà mai lasciato sola nel cammino al fianco di Alberto, solo». Già lo scorso novembre, sorretta da una grande fede. «A vegliare quando una caduta in casa e la fratsu di noi c’è la Madonna della Cava», tura di più costole l’hanno costretta molto venerata nella sua terra d’origine, in ospedale, ha sperimentato la solila Sicilia. Maria e Angelo, nativi di Mardarietà silenziosa e sincera. sala, erano una delle tante famiglie emigrate al Nord in cerca di fortuna nella priC’è Maria Riviezzi, l’amica che ogni ma metà del Ventesimo secolo. E poi c’è giorno le fa compagnia per qualche anche la devozione per la Madonna di ora. C’è Andrea Albergati, neuroloLourdes. Al solo pronunciarne il nome gli go e sindaco di Pavia dal 1996 al occhi di Alberto si velano di commozio2005, che da più di vent’anni è vicino alla famiglia ne. Al santuario ha compiuto quarantadue pellegrisia professionalmente che umanamente e che nel naggi. «Però a volte dovrebbe comportarsi meglio – 2003, con indosso la fascia tricolore, volle premiare commenta mamma Maria –, si arrabbia facilmente e Maria con il titolo di “supermamma”. E c’è il parroco allora gli scappa qualche parolaccia. Per questo lo don Gabriele Pelosi, che porta l’Eucarestia a casa ed sgrido e, quando si calma, si scusa riempiendomi di è sempre molto atteso: perché «il bacino sulla guancarezze e baci». cia del don» è il regalo più bello per questa mamma d’oro. Nel guardarli è immediato cogliere la forza di un cordone ombelicale che ancora oggi, dopo 71 anni, lega Avvenire 18 Febbraio 2015)
Maria, 99 anni d’amore per un figlio paralizzato
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VIAGGIATORI ROMENI DELL’ OTTOCENTO
In
TERZA PARTE
occasione della morte a Pisa, tanto Dimitrie Brătianu quanto C.A. Rosetti pubblicavano una serie di articoli pieni di elogi sul giornale Românul di proprietà di Rosetti. Brătianu scriveva: Ho soIN ITALIA lo parole di rincrescimento e d’ammirazione - non posso farne di più - per il geniale uomo dabbene e gran patriota che ha dedicato tutta la sua vita all’Italia e all’intera umanità. L’opera di questo gigante ha avuto qualcosa di sovrannaturale; per questo motivo la sua attività è stata immensa, incommensurabile. Per le generazioni future, Mazzini sarà una leggenda, un mito. Aveva una viva immaginazione, una gran memoria, un ammirevole buon senso, un sano giudizio; aveva spirito e presenza di spirito I Principati romeni hanno raggiunto una prima tappa dell’unità statale nel 1859 (l’unione della Valacchia con la Moldavia), mentre l’Italia otteneva lo stesso risultato nel 1861 in seguito alle azioni garibaldine iniziate a maggio del 1860.Nel 1859, la corte sabauda aveva sostenuto le aspirazioni romene per raggiungere l’unità nazionale. Di rimando, quando Garibaldi si preparava per salpare da Quarto (5-6 maggio 1860), i ro- Giuseppe Mazzini meni non soltanto dei due Principati, ma anche alcuni di quelli che allora vivevano nell’Impero austriaco in Bucovina, Transilvania, Banato, nel Maramureş e Crişana, sostennero sulla stampa le idee mazziniane (Nicolae Bălcescu, un insigne autore di storia patria scomparso nel 1852 a Palermo aveva già definito Mazzini il più gran rivoluzionario europeo e dunI ROMENI CHE COMBATTERONO que aveva contribuito alla diffusione del suo mito tra gli IN ITALIA FRA I GARIBALDINI esuli romeni). Però, un contributo altrettanto importante all’affermazione dell’idea nazionale italiana fu dato anche con le armi dai volontari che combattevano tra i Mille; sono stati identificati numerosi combattenti e si sa che il loro numero superava 60 fanti e 10 ufficiali. Molti di loro combattevano insieme al corpo dei volontari ungheresi, altri in altri reparti. Per quanto riguardava il livello ufficiale, una prima missione romena giunse in Italia il 12 novembre 1860 ed era formata dai capitani Cernovodeanu, Dunca e Holban, dai luogotenenti Anghelescu e Algiu, dai sottotenenti Dimitrescu, Paleologu e Crupenschi. Da Torino gli ufficiali romeni raggiunsero il generale Manfredo Fanti (Capo dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano e futuro Ministro della Guerra) a Napoli, con la raccomandazione del Governo piemontese di offrir loro la possibilità di prendere parte ai combattimenti di Gaeta (dove si era rifugiato Francesco II, combattimenti conclusi il 14 febbraio 1861). I romeni si erano subito distinti sul campo di battaglia e per il loro coraggio e la loro audacia furono insigniti il 1° aprile 1861 (George Anghelescu e l’artigliere Alciu) dell’Ordine militare di Savoia nel grado di cavaliere.In una lettera del generale Fanti al generale romeno Florescu, il comandante italiano apprezzava i fatti d’arme dei due romeni e chiedeva l’intervento del generale romeno presso il principe Cusa, perché i due romeni potessero esibire in pubblico le medaglie a loro concesse. Dal lato propagandistico, il giornale Românul dava risalto all’apprezzamento di cui godevano i rispettivi connazionali in Italia. Gli altri membri della missione rimasero fino alla fine delle operazioni, nel 1865, anno in cui il Governo italiano conferiva ai maggiori Cernovodeanu e Nicolae Dunca, al capitano Holban e ai luogotenenti Dimitrescu e Crupenschi la “medaglia commemorativa delle campagne delle guerre d’indipendenza degli anni 1860-1861”. Essi avevano preso parte ai combattimenti di Gaeta, dove Dunca era stato ferito ben due volte. Tra le forze di Stefano Turr c’erano numerosi romeni, tanto che nella battaglia del Volturno morirono due soldati romeni, Nicolae Stoica e Crişan . continua 6
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“Anche io ho bisogno di essere lavato dal Signore…” GIOVEDI’ 2 APRILE PAPA FRANCESCO FA LA LAVANDA DEI PIEDI NEL CARCERE DI REBIBBIA
Il Papa ha celebrato la Messa «in coena Domini» del Giovedì santo, con la quale ha inizio il triduo pasquale, nel carcere romano di Rebibbia, e, preparandosi al rito della lavanda dei piedi, ha chiesto ai detenuti, nel corso di una breve omelia a braccio, di pregare «perché il Signore – ha detto – lavi anche le mie sporcizie». Jorge Mario Bergoglio ha poi lavato i piedi a dodici detenuti, partendo da una ragazza nigeriana, visibilmente commossa, che teneva in braccio il figlio di pochi anni.
Al suo arrivo alla casa circondariale Nuovo Complesso Rebibbia di Roma, poco dopo le 17, Papa Francesco, seguito da vicino solo dall’anziano cappellano, don Sandro Spriano, tra gli applausi ha salutato e abbracciato uno a uno i trecento detenuti che lo attendevano nel cortile, oltre ai rappresentanti della polizia penitenziaria, dell’amministrazione, dei volontari e ai cappellani. Presenti con il Papa il cardinale vicario per Roma Agostino Vallini e il sostituto della Segreteria di Stato monsignor Angelo Becciu. «Ringrazio tutti voi per l'accoglienza tanto calorosa e sentita, grazie tante!», ha detto Francesco al microfono prima di entrare nell'Istituto.
«Questo giovedì Gesù era a tavola con i discepoli celebrando la festa della Pasqua», ha detto il Papa nell’omelia nella cappella «Padre Nostro» del carcere, durante una Messa alla quale hanno partecipato, in via straordinaria, 150 donne detenute, comprese 15 mamme con i bambini, e 150 uomini detenuti. «Il brano del Vangelo che abbiamo sentito dice una frase che è proprio il centro di quello che ha fatto Gesù per tutti noi: avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine. Gesù ci amò. Gesù ci ama. Ma senza limite, sempre, fino alla fine. L’amore di Gesù per noi non ha limiti, sempre di più, sempre di più. Non si stanca di amare nessuno. Ama tutti noi, al punto di dare la vita per noi, sì, dare la vita per noi, dare la vita per ognuno di noi, e ognuno di noi può dire: dare la vita per me. A ognuno ha dato la vita, per te, per te, per me. Per ognuno, con nome e co‐ gnome, il suo amore è personale. L’amore di Gesù non delude mai, perché lui non si stanca di amare. Come non si stanca di perdonare. Non si stanca di abbracciarci. Questa è la prima cosa che volevo dirvi. Gesù ci amò a ognuno di noi sino alla fine. E poi – ha proseguito il Papa – fa ciò che i discepoli non capi‐ vano: lavare i piedi. In quel tempo – ha spiegato il Papa – era uso, era un’abitudine, perché la gente quando arrivava a una casa aveva i piedi sporchi della polvere del cammino, non c’erano – ha detto su‐ scitando qualche sorriso – i sampietrini in quel tempo. E all’entrata della casa, si lavava i piedi. Ma que‐ sto non lo faceva il padrone della casa: lo facevano gli schiavi, era lavoro di schiavi. E Gesù lava come schiavo i nostri piedi. Piedi dei discepoli. E per questo quello che io faccio tu ora non lo capisci, dice a Pietro, lo capirai dopo. È tanto l’amore di Gesù che si è fatto schiavo per servirci, per guarirci, per pulir‐ ci. Oggi, in questa messa, la Chiesa vuole che il sacerdote lavi i piedi di dodici persone, in memoria dei dodici apostoli. Ma nel cuore nostro dobbiamo avere la certezza, dobbiamo essere sicuri che il Signore quando ci lava i piedi, ci lava tutto, ci purifica. Ci fa sentire un’altra volta il suo amore. Nella Bibbia c’è una frase, nel profeta Isaia, tanto bella: può una mamma dimenticarsi del suo figlio? Se una mamma si dimenticasse del suo figlio, io mai mi dimenticherò di te. Così è l’amore di Dio per me. E io laverò oggi i piedi di dodici di voi. Ma in questi fratelli e sorelle sono tutti voi, tut‐ ti, tutti quelli che abitano qui. Voi rappresentate loro. Ma anche – ha aggiunto il Papa – io ho bisogno di essere lavato dal Signore, e per questo pregate durante questa messa perché il Signore lavi anche le mie sporcizie, perché io diventi più schiavo di voi, più schiavo nel ser‐ vizio della gente, come è stato Gesù». Bergoglio ha poi lavato e baciato i piedi a dodici carcerati, inginocchiandosi, con l’aiuto di due cerimonieri, davanti a ognuno di loro, a partire da una giovane detenuta nigeriana con in braccio il figlio di pochi anni, al quale ha pure accarezzato i piedi, e accomiatandosi da ognuno con un sorriso. Una nota informava che i detenuti ai quali il Papa ha lavato i piedi erano sei donne – due detenute nigeriane, una congolese, due italiane, una ecuadoregna – e sei uomini: un brasiliano, un nigeriano e quattro italiani.
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Quattro decenni a fianco di Wojtyła: la testimonianza dello storico segretario “don Stanislao”. Che conobbe il futuro papa quando, a diciott’anni, era seminarista.
C
onobbi Karol Wojtyła in seminario, a diciotto 2005-2 APRILE-2015 anni. Fu nel lontano 1957. Lui era il nostro 10° ANNIVERSARIO professore di etica. Ci colpiva la sua conoscenza della NASCITA AL CIELO DI materia così come la sua spiritualità e l’apertura mentaSAN GIOVANNI PAOLO II le verso il prossimo. Un anno dopo fu nominato vescovo ausiliare della diocesi di Cracovia e dopo qualche anno ne assunse la guida quale arcivescovo metropolita, l’erede di san Stanislao, martire dell’XI secolo, patrono dell’ordine morale della Polonia. Il 23 giugno 1963 ricevetti dalle mani del giovane vescovo Karol il sacramento del sacerdozio. Allora non immaginavo che la storia della mia vita e della mia vocazione sarebbe stata così fortemente segnata dal servizio per la Chiesa accanto a lui. Letteralmente. Arrivò il 16 ottobre 1978. Il giorno della svolta per il cardinale Wojtyła, un giorno di svolta anche per me. Il neoeletto Papa mi chiese di continuare ad aiutarlo. E così tutto ebbe inizio. Nessuno di noi sapeva quanto tempo sarebbe durato; nessuno sapeva come sarebbe stato il pontificato di Giovanni Paolo II che arrivò a Roma «da un Paese lontano»: lontano per motivi geografici ma anche politici. Nel Paese del Papa regnava un sistema comunista totalitario che lottava contro Dio e la Chiesa e infine contro l’essere umano, con l’obiettivo di privarlo di ciò che è più importante. Ventisette anni di pontificato. Ventisette anni d’instancabile servizio a Cristo e alla Sua Chiesa. È necessario inserire all’interno di questo suo servizio anche quello che è successo in Piazza San Pietro il 13 maggio 1981. Scorse il sangue del Papa, il Papa si avvicinò al martirio di sangue. Del resto, tutto il suo ministero papale, giorno dopo giorno, fu segnato da un tipo di martirio – il lavoro faticoso, il sacrificio, il consumarsi per Cristo e per la sua causa, per la quale Lui – il Salvatore dell’uomo – venne sulla terra. Arrivò infine il 2 aprile 2005. Giovanni Paolo II si spegneva davanti agli occhi del mondo intero. Passò alla casa del Padre alle ore 21.37. Lo accompagnai fino alla fine, fino all’ultimo respiro. Si sarebbe potuto pensare che fu la fine di tutto. In realtà fu l’inizio di una nuova storia. Storia della santità. Da soli la morte e i funerali di Giovanni Paolo II diventarono una catechesi emozionante per il mondo intero. Dio solo sa quello che successe nei cuori di milioni di persone. La santità del Papa cominciò in quel momento a parlare loro. La santità del Papa è la sintesi di chi era lui e di quello che riuscì a compiere. Come descrivere la santità di Giovanni Paolo II? Come essa si manifestava? Come ti colpiva? Queste domande mi vengono spesso rivolte. Io la definirei come la santità variopinta. Oppure – facendo il paragone con il mondo della musica – la santità polifonica. La santità della preghiera. La santità del servizio. La santità della sofferenza...... di Stanisław Dziwisz
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lavoro.”
Nel decimo anniversario della sua morte, vogliamo ricordare Giovanni Paolo II
“Ricco non è colui che possiede, ma colui che dà, colui che è capace di dare.”
con alcune delle sue frasi più belle
“Non c'è pace senza gius"zia, non c'è gius"zia senza perdono.”
“Non so se posso bene spiegarmi nella vostra... nostra lingua italiana. Se mi sbaglio, mi corrigerete.”
“L'amore è la fondamentale e na"va vocazione di ogni essere umano.”
“Come al tempo delle lance e delle spade, così anche oggi, nell'era dei missili, a uccidere, prima delle armi, è il cuore dell'uomo.”
“I bambini che hanno visto la guerra sono l'unica speranza di pace.” “Sono un viandante sullo stre*o marciapiede della terra, e non distolgo il pensiero dal Tuo volto che il mondo non mi svela.”
“Non c'è speranza senza paura, e paura senza speranza.” “Vi ho cercato. Adesso voi siete venu" da me. E vi ringrazio.”
“L'errore e il male devono essere sempre condanna" e comba*u"; ma l'uomo che cade o che sbaglia deve essere compreso e amato.”
“Prendete in mano la vostra vita e fatene un capoCOME FU RICORDATO GIOVANNI PAOLO II POCHI GIORNI DOPO IL 2 APRILE 2005, DATA DELLA MORTE "Chi
Sembra davvero difficile tentare di spiegare Giovanni Paolo II nella sua complessità, nelle abbaglianti luci e nelle meno visibili ombre. Vorrei concludere questo mio lavoro con le parole di Rita Levi Montalcini: “Il 2 aprile 2005 ha visto la scomparsa del più grande personaggio carismatico del secondo millennio che ha lottato per combattere le ingiustizie sociali, l’oppressione dei forti sui deboli, i genocidi e le guerre in un sublime connubio di pensiero e azione. A Giovanni Paolo II s’inchinano oggi fedeli e laici dell’intera umanità”. Egli ha indubbiamente contribuito a cambiare la storia, a cavallo di due secoli cruciali come il XX e il XXI, accompagnando un’umanità smarrita nel terzo millennio e imprimendo dinamismo ad una Chiesa stremata da stanchezza e perdita di fiducia in sé. L’ha ricordato anche Benedetto XVI ai cardinali elettori nella Sistina lo scorso 20 aprile, all’indomani della sua elezione: “Giovanni Paolo II lascia una Chiesa più coraggiosa, più libera, più giovane. Una Chiesa che, secondo il suo esempio, guarda con serenità al passato e non ha paura del futuro”. Chissà che un giorno non sia proprio lui ad elevarlo alla gloria degli altari… Nel frattempo questo Papa che venne dall’Est, questo pastore polacco ha già il suo trono nella storia. Un trono gigantesco, per una figura da gigante. Da “Grande”.
è stato veramente Wojtyla?
“Un santo”; “Santo subito” ha gridato l’enorme folla il giorno delle sue esequie. “Un paladino dell’identità cristiana, il profeta che ha proposto al mondo la certezza che Gesù è risorto”, precisa lo storico Rumi. “Un uomo adorabile, ma con posizioni assai diverse dalle mie sulla morale sessuale”, ricorda il radicale Pannella. “Da ebreo posso dire questo: nel riavvicinamento fra noi e i cattolici – osserva il rabbino capo di Roma, Di Segni – ha fatto di più Wojtyla che tutti i suoi predecessori”. “Chi guida una religione ha l’obbligo della coerenza e della fedeltà al proprio credo soprattutto in materia morale. E questo Papa è stato coerente e fedele fino in fondo”, afferma Scialoja, ex ambasciatore italiano a Riad convertito all’Islam. “Come tutti i papi medievali ha preteso una gerarchia delle scienze in cui l’ultima parola spetta sempre alla morale e alla teologia” osserva il filosofo Cacciari. “Lo splendido iniziatore del dialogo interreligioso che ha evitato lo scontro fra civiltà”, dice Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose. Ammirazione e affetto per l’uomo, riserve, da parte laica, sul ruolo di ferreo custode del dogma.
(don Marco Pozza) 9
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Yuri Gagarin nello spazio: «Girando attorno alla Terra, nella navicella, ho visto quanto è bello il nostro pianeta. Il mondo dovrebbe permetterci di preservare ed aumentare questa bellezza, non di distruggerla!» Così commentò ai giornalisti Jurij Alekseevič Gagarin dopo la sua impresa senza precedenti: il primo volo umano nello spazio e il primo uomo ad orbitare intorno alla Terra. Scelto tra i venti migliori piloti dell'ae‐ ronautica russa, il suo lan‐ cio a bordo del raz‐ zo Vostok avvenne la mattina del 12 aprile 1961, dal Cosmodromo di Bajkonur (lo stesso dello Spuntik), nel‐ la steppa del Kazakistan. Dopo un volo spaziale di 88 minuti ritornò sulla Terra incolume, paracadutandosi dalla navicella. Accolto come un eroe nazionale, sette anni dopo morì in un tragico incidente aereo.
I SANTI DELLA SETTIMANA DOM.05 PASQUA DI RESURREZIONE LUN. 05
DELL’ANGELO
MART.07
S.Giovanni B. de La Salle
MERC.08
S. Timoteo
GIOV.09
S. Massimo
VEN. 10
S. Terenzio
SAB. 11
S. Gemma Galgani
Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp
*°*
CA$B: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00
B$%&'()*: Preasfantul Mantuitor
(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530
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mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober AAD& I$A9&: Domenica ore 11:00 nella Chieto70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don in diretta su www.telestartv.ro Horvath Istvan , tel 0745 020262 Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul *°* "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. T9F9)G&'&: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi*°* na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. I&)9: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domenica ore 18:00. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica Mail:parohiafabric@googlemail.com ore 9,30, Don Alessandro Lembo *°* Tel 0749469169 Mail: Alelembo73@gmail.com
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I
Letture: At 10,34a.37-43 Sal 117 Col 3,1-4 Gv 20,1-9
rinascere nella luce del Signore risorto. Egli è Dio... TAmen LITURGIA DELLA PAROLA (
P L Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro prese la parola INTRODUZIONE e disse: Voi sapete ciò che è accaC- Nel nome del Padre, e del Fiduto in tutta la Giudea, cominciando glio e dello Spirito Santo dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio C- La grazia del Signore nostro consacrò in Spirito Santo e potenza GesÚ Cristo, l’amore di Dio Padre GesÚ di Nà zaret, il quale passò bee la comunione dello Spirito Santo neficando e risanando tutti coloro siano con tutti voi. che stavano sotto il potere del diavolo, perchÊ Dio era con lui. ATTO PENITENZIALE C- Nel giorno in cui celebriamo E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, anche noi siamo chia- Giudei e in Gerusalemme. Essi lo mati a morire al peccato per risor- uccisero appendendolo a una croce, gere alla vita nuova. Riconoscia- ma Dio lo ha risuscitato al terzo giormoci bisognosi della misericordia no e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni predel Padre. scelti da Dio, a noi che abbiamo Breve pausa di riflessione mangiato e bevuto con lui dopo la C- Signore, nostra pace, abbi pietà di noi. T- Signore, pietà . sua risurrezione dai morti. C- Cristo, nostra Pasqua, abbi E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il pietà di noi. T- Cristo, pietà . giudice dei vivi e dei morti, costituito CSignore, nostra vita, abbi pietà di noi. T- Signore, pietà . da Dio. A lui tutti i profeti danno queC- Dio Onnipotente abbia mi- sta testimonianza: chiunque crede in sericordia di noi, perdoni i nostri lui riceve il perdono dei peccati per peccati e ci conduca alla vita eter- mezzo del suo nome. Parola di Dio. TRendiamo grazie a Dio na. TAmen
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode. L'Agnello ha redento il suo gregge, l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?. La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea. SÏ, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi. Parola di Dio. TRendiamo grazie a Dio.
CANTO AL VANGELO Alleluia, Alleluia. Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: facciamo festa nel Signore Alleluia C- Il Signore sia con voi TE con il tuo Spirito!
Il primo giorno della settimana, Maria di Mà gdala si recò al sepolcro di S ALMO R ESPONSORIALE mattino, quando era ancora buio, e GLORIA R. Questo è il giorno che ha vide che la pietra era stata tolta dal Gloria a Dio nell'alto dei cieli e fatto il Signore:r allegriamoci sepolcro. pace in terra agli uomini di ed esultiamo. Corse allora e andò da Simon Pietro buona volontà . Rendete grazie al Signore e dall'altro discepolo, quello che GeNoi ti lodiamo, ti benediciamo, sÚ amava, e disse loro: Hanno porti adoriamo, ti glorifichiamo, ti perchÊ è buono, perchÊ il suo amore è per sempre. Dica Israele: tato via il Signore dal sepolcro e non rendiamo grazie per la tua gloIl suo amore è per sempre. R/ sappiamo dove l'hanno posto!. ria immensa, Signore Dio, Re La destra del Signore si è Pietro allora uscÏ insieme all'altro del cielo, Dio Padre onnipoteninnalzata,la destra del Signore ha discepolo e si recarono al sepolcro. te. Correvano insieme tutti e due, ma Signore, figlio unigenito, GesÚ fatto prodezze. Non morirò, ma l'altro discepolo corse piÚ veloce di Cristo, Signore Dio, Agnello di resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. R/ Pietro e giunse per primo al sepolDio, Figlio del Padre, tu che toLa pietra scartata dai cocro. Si chinò, vide i teli posati là , ma gli i peccati dal mondo abbi struttori è divenuta la pietra d'annon entrò. pietà di noi; tu che togli i peccaGiunse intanto anche Simon Pietro, ti dal mondo, accogli la nostra golo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro supplica; tu che siedi alla dee osservò i teli posati là , e il sudario stra del Padre, abbi pietà di noi. occhi. R/ S L che era stato sul suo capo non PerchÊ tu solo il Santo, tu solo il Dalla lettera di S.Paolo ai Colossesi posato là con i teli, ma avvolto in un Signore, tu solo l'Altissimo, GeFratelli, se siete risorti con Cristo, luogo a parte. sÚ Cristo, con lo Spirito Santo: cercate le cose di lassÚ, dove è Allora entrò anche l'altro discepolo, nella gloria di Dio Padre. Cristo, seduto alla destra di Dio; che era giunto per primo al sepolAmen. rivolgete il pensiero alle cose di cro, e vide e credette. Infatti non COLLETTA avevano ancora compreso la ScrittuC- O Padre, che in questo gior- lassÚ, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra ra, che cioè egli doveva risorgere no, per mezzo del tuo unico Fivita è nascosta con Cristo in Dio! dai morti. Parola del Signore. glio, hai vinto la morte e ci hai Quando Cristo, vostra vita, sarà aperto il passaggio alla vita eterOMELIA (seduti) na, concedi a noi, che celebriamo manifestato, allora anche voi apCREDO in un solo Dio, Padre onla Pasqua di risurrezione, di esse- parirete con lui nella gloria. nipotente, creatore del cielo e SEQUENZA re rinnovati nel tuo Spirito, per della terra, di tutte le cose visibili
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e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C- In questo giorno santissimo, in cui la potenza dello Spirito ci crea come uomini nuovi a immagine del Signore risorto e fa di tutti noi il suo popolo santo, innalziamo la nostra preghiera unanime, perché la gioia della Pasqua si estenda nel mondo intero. Preghiamo insieme e diciamo: R. Per la santa risurrezione del tuo Figlio, ascoltaci, o Padre. Per la Chiesa di Dio, perché abbia sempre più viva coscienza di essere la comunità pasquale, generata dal Cristo umiliato sulla croce e glorificato nella risurrezione, preghiamo. R. Per tutti i battezzati, perché nell'aspersione del sangue e dell'acqua, che scaturiscano dal costato di Cristo, rinnovino la grazia della loro rinascita nello Spirito, preghiamo. R. Per l'umanità intera, perché si diffonda nel mondo il lieto annunzio che in Cristo si è fatta pace fra l'uomo e Dio, l'uomo e se stesso, l'uomo e i suoi fratelli, preghiamo. R. Per le nostre famiglie, perché in ogni casa si celebri nella sincerità e nella verità l'evento pasquale, e si condivida il dono del Signore con la festosa ospitalità ai piccoli, ai poveri e ai sofferenti, preghiamo. R.
Per tutte le sorelle e i fratelli defunti, perché fin da ora siano commensali al banchetto eterno, nell'attesa della risurrezione dei corpi alla fine dei tempi, preghiamo. R. C- O Padre, che nella risurrezione del tuo Figlio dissolvi ogni paura e rendi possibile ciò che il nostro cuore non osa sperare, concedi ad ogni uomo che si dice cristiano di rinnovarsi nel pensiero e nelle opere con la fede di chi nel Battesimo si sente risorto. Per Cristo nostro Signore. TAmen C- Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente. T- Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) C- Esultanti per la gioia pasquale ti offriamo, Signore, questo sacrificio, nel quale mirabilmente nasce e si edifica sempre la tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore. TAmen PREGHIERA EUCARISTICA C- Il Signore sia con voi. TE con il tuo spirito. C- In alto i nostri cuori. TSono rivolti al Signore. C-Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. TÈ’ cosa buona e giusta. C- E' veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo tempo nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato. E' lui il vero Agnello che ha tolto i peccati del mondo, è lui che morendo distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l'umanità esulta su tutta la terra, e con l'assemblea degli angeli e dei santi canta l'inno della tua gloria: T- Santo, Santo, Santo …. DOPO LA CONSACRAZIONE
CMistero della fede TAnnunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLA PREGHIERA EUCARISTICA C - Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. TAmen TP A D R E NO S T R O
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Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. C- Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. T- Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C- Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli TAmen C - La pace del Signore sia sempre con voi. TE con il tuo spirito. C - Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. T - Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C - Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. T - O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C- Proteggi sempre la tua Chiesa, Dio onnipotente, con l'inesauribile forza del tuo amore, perché, rinnovata dai sacramenti pasquali, giunga alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. TAmen. C- Il Signore sia con voi. TE con il tuo spirito. C- Vi benedica Dio onnipotente, Padre,Figlio e Spirito Santo. TAmen. C- Nel nome del Signore: andate in pace. TRendiamo grazie a Dio