*In sinergia con Fondazione Migrantes
S E T T I M A N A L E D I PA S T O R A L E E I N F O R M A Z I O N E P E R L A C O M U N I TA’ I TA L I A N A ADESTE I N NR.R16/anno O M4-Domenica A N I A 19 Aprile 2015
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ADESTE n°16/ ANNO 4°-19.04.2015
Non sono un fantasma!
Mi
colpisce il lamento di Gesù, una tristezza nelle sue parole, ma ancor più il suo desiderio di essere toccato, stretto, abbracciato come un amico che torna: Toccatemi. E pronuncia, per sciogliere le paure e i dubbi, i verbi più semplici e più familiari: Guardate, toccate, mangiamo! Non a visioni d'angeli, non a una teofania gloriosa, gli apostoli si arrendono ad una porzione di pesce arrostito, al più familiare dei segni, al più umano dei bisogni. Gesù vuole entrare nella vita concreta dei suoi, esserne riconosciuto come parte vitale. Perché anche il Vangelo non sia un fantasma, un fumoso ragionare, un rito settimanale, ma roccia su cui costruire, sorgente alla quale bere. La bella notizia: Gesù non è un fantasma, ha carne e sangue come noi. Questo piccolo segno del pesce, gli apostoli lo daranno come prova: noi abbiamo mangiato con lui dopo la sua risurrezione (At 10,41). Perché mangiare è il segno della vita; mangiare insieme è il segno più eloquente di una comunione ritrovata, che lega insieme e custodisce e accresce le vite, figlio delle nostre paure o delle nostre speranze. Il Risorto non avanza richieste, non detta ordini. La sua prima offerta è «stare in mezzo» ai suoi, riannodare la comunione di vita. Viene e condivide pane, sguardi, amicizia, parola. Non chiede, regala. Non chiede di digiunare per lui, ma di mangiare con lui. Vuole partecipare alla mia vita e che io condivida la sua. Ma in un sentimento di serenità, di distensione. Infatti la sua prima parola è: pace a voi! Pace, che è il riassunto dei doni di Dio. È la serenità dello spirito che ci permette di capirci, di fare luce nei nostri rapporti, di vedere il sole più che le ombre, di distinguere tra un fantasma e il Signore. Solo il cuore in pace capisce. Infatti, il Vangelo annota: Aprì loro la mente per comprendere le Scritture. Perché finora avevano capito solo ciò che faceva comodo, solo ciò che li confermava nelle loro idee. C'è bisogno di pace per cogliere il senso delle cose. Quando sentiamo il cuore in tumulto è bene fermarci, fare silenzio, non parlare. Mi consola la fatica dei discepoli a credere, il loro oscillare tra paura e gioia. È la garanzia che la risurrezione di Gesù non è una loro invenzione, ma un evento che li ha spiazzati. Lo conoscevano bene, il Maestro, dopo tre anni di strade, di olivi, di pesci, di villaggi, di occhi negli occhi, eppure non lo riconoscono. Gesù è lo stesso ed è diverso, è il medesimo ed è trasformato, è quello di prima ed è altro. Perché la Risurrezione non è semplicemente ritornare alla vita di prima: è andare avanti, è trasformazione, è il tocco di Dio che entra nella carne e la trasfigura.
h t t p s : / / s i t e s . g o o g l e . c o m/ s i t e / a d e s t e r o m a n i a c o m u n i t a i t a l i a n a /
ADESTE COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA
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ADESTE n°16/ ANNO 4°-19.04.2015
Sono le 9.30 di lunedì mattina e a piazza San Pietro la fila di turisti per entrare a visitare la basilica è già lunga. Dal colonna‐ to spunta Bruno: «Sto bene, vero? Sen‐ za barba né capelli sembro un ragazzino!», mi dice sorridendo con quell’alle‐ gria che sembra non abbandonarlo mai e che, da stamattina, ha una ragione in più. Sono le docce di papa Francesco. Bruno ne è entusiasta: «È una manna dal cie‐ lo. Oh, prima di lui non ci aveva mai pensa‐ to nessuno. Qui è tutta un’altra cosa rispetto ai posti dove mi lavo di solito: c’è una signora gentilissima che, appena hai finito, puli‐ sce tutto prima di far entrare un altro. Tu non devi fare niente. Non bisogna nemme‐ no prenotarsie prendere l’appuntamento, co‐ me devo fare al Binario 95 (un centro di accoglien‐ za e di assistenza che si trova vicino alla stazione Termi‐ ni, ndr). E, poi, non c’è l’acqua calda a tempo che, dopo qualche minuto, finisce», dice. “Che simpatia quei barbieri volontari” Mi racconta piacevolmente stupito, che stamattina, in occasione della sua prima visita alle docce, gli hanno dato «un kit con lo shampoo, l’asciugamano e la biancheria di ricambio: ma‐ glia, slip e calzini. Anche il bar‐ biere è stato bravo, abbiamo pure fatto due chiacchiere: si chiama Marco e ha un nego‐ zio che il lunedì è chiuso. Così lui può venire a fa‐ re volontariato qui a san Pietro. Però, mi ha fatto solo i capelli, la barba te la devi fare da so‐ lo: ti danno la schiuma, la la‐ metta e il dopobarba. Mejo de così!». Bruno, che ha 55 anni ed è «romano de Roma», l’ho co‐ nosciuto quasi per caso. Ma è stato uno di quegli incon‐ tri che, se non ti cambiano la vita, certo ti danno una mano a rivedere la scala delle priorità. Tutto è comin‐ ciato quando il direttore del giornale, Aldo Vitali, mi ha incaricato di scrivere un articolo sulle docce volute da papa Francesco per i senzatetto. All’inizio, lo am‐ metto, sono rimasta un po’ perplessa: i luoghi comu‐ ni sui clochard sono tanti e io non sapevo bene chi avrei trovato e, soprattutto, se sarei riuscita a trovare qual‐ cuno da intervistare: qualcuno disponibile a racconta‐ re perché mai fosse finito a farsi la doccia sotto il colonnato del Bernini. Poi ho incontrato Bruno e i miei timori sono svaniti in un attimo. Jeans, giacca a vento, cappellino di lana, bor‐ sello a tracolla: se lo avessi visto qualche metro più in là, lo avrei scambiato per una delle tante persone che, per le ragioni più diverse, gravitano intorno a San Pie‐ tro. Forse una guida in cerca di turisti da portare ai Mu‐ sei Vaticani “saltando la fila”, come assicurano in tutte
le lingue. “Avevo una vita normale, ma poi…” Bruno, invece, è un senzatetto. Di nome e di fatto: perché non ha una casa né una residenza, ma solo un indirizzo fittizio che serve per poter usufruire di alcu‐ ni servizi indispensabili come il medico di base. Insomma, uno di quelli che con un eufemismo vengono definiti “nuovi poveri”. Una cate‐ goria nata con la crisi economica che racchiu‐ de chi, come Bruno, ha perso tutto, ma non vuole per‐ dere la dignità. È soprattutto a loro, probabilmen‐ te, che papa Francesco ha pensato quando, stupendo il mondo intero, ha fatto installare le docce a qual‐ che metro dalla basilica di San Pietro. A chi, come Bruno, non molla e continua a farsi doccia, barba e capelli perché domani, si sa, è sempre un altro giorno. E chissà cosa può riservare. Per questo, quan‐ do gli dico che Francesco legge “Il mio Papa”, esclama: «Allora vedrà anche l’articolo su di me! Magari mi aiutasse a tro‐ vare un lavoro… Perché io, an‐ che se lo incontrassi di persona, non gli chiederei soldi, ma un lavoro. Con quello potrei trovare anche una stanza per dormire e tornerei alla vita di prima». Nella “vita di prima”, Bruno aveva una famiglia, un lavoro e una casa. Poi li ha persi a uno a uno, e ora dorme in una casa di accoglienza («ma solo nei mesi invernali, quando il vica‐ riato apre dei posti per l’emergenza freddo, nel resto dell’anno c’è la strada»), mangia alla mensa del‐ la Caritas e trascorre tutte le giornate da so‐ lo alla stazione Termini dove «guardo la gente che passa e raccolgo le cicche dai portacenere per recupera‐ re il tabacco e farmi le sigarette». Quella dignità che Francesco ha capito Man mano che parla, mi si spalancano le porte di un mondo che troppo spesso vediamo solo nei reportage sulla crisi. Gli chiedo di visitarlo insieme, di andare nei “suoi” luoghi. Una parte di quello che ho trovato, lo vedete nelle foto di questo servizio. Il resto potete immaginarlo: la dignità di tanti, come Bruno, che sono precipitati nel baratro, ma non hanno per‐ so la speranza di risalire grazie anche alla disponibilità di persone come gli addetti alle docce di San Pietro che offrono un ascolto e una parola, non solo acqua e sapo‐ ne. Una dignità e una voglia di non mollare che, anche stavolta, Francesco ha visto prima di tutti.( da “il mio Papa”)
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A ORADEA nella “Groapa di Gunoi”, i volontari del San Luigi Orione 15 famiglie vivono all’interno di una discarica di immondizia alla periferia di Oradea. In un luogo a dir poco allucinante, desolato, invaso da ogni tipo di rifiuto e cani randagi, si recano dal 2004 periodicamente gli studenti del Liceo San Luigi Orione di Oradea diretto da don Mihai Fecheta, portando in carità generi di conforto .
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no a ricevere i bambini abbandonati da tutte le zone ambini abbandonati…purtroppo è un feno- di Romania. Oggi accudiscono 150 orfani ed ognuno meno abbastanza frequente in Romania, ma ha la sua storia pietosa da raccontare. è una cosa disumana. Il bambino ha bisogno Suor Emilia è il cuore della casa e passa la maggior di affetto, di abbracci, di carezze, d’amore. parte del giorno per la cura dei bambini e li ama tutti Ed invece è abbandonato, è di nessuno. Ognuno di noi indistintamente come una mamma senza distinzioni di etnia o religione. può immaginare quali trauLe suore Greco Cattoliche della Suor Emimi produca in un bambino il lia conosce bene venire abbandonato. Congregazone del Cuore Immacolato la lingua italiana Normalmente i bamdi Odorheiu Secuiesc (Harghita) perche’ ha lavobini abbandonati finiscono rato a Milano negli orfanotrofi statali, dei ed i loro 150 bambini della come volontaria quali è meglio non parlare. Casa San Giuseppe in un asilo per I più fortunati vengono acanziani e là ha colti in case-famiglia delle fatto scuola di infermiera. suore, che diventano le loro mamme. E’ il caso delle suore greco cattoliche della Congrega- Da giovane sognava di sposare un uomo ricco e di zione del Cuore Immacolato di Odorheiu Secuiesc avere molti figli. Oggi in qualche modo il sogno si è avverato e la sua sete di maternità è stata ampiamente nella provincia di Harghita. soddisfatta. Negli anni '90, un La casa vive solo di banchiere svizzero, imcarità. Il governo di pressionato dal destino Romania non concrudele degli orfani in tribuisce perche’ Romania e la miseria dice che si tratta di nella quale vivevano neuna struttura privagli orfanatrofi statali, ha ta. Le bollette per deciso di costruire una esempio sono molto casa a Odorheiu Secualte: 7000 euro di iesc per i bambini orfani gas, 2000 euro di e donarla alla città. Il Comune ha donato il terreno e il banchiere si mise energia elettrica. Ogni settimana il postino porta a all’opera. Ma durante la costruzione il consiglio della casa tanti talloni per donazioni fatte da privati. Nei primi anni di fondazione le bollette furono città decise di trasformare questa costruzione in camipagate dal banchiere svizzero. Ma ora devono pensarno culturale. Il banchiere rifiutò questa trasformazione e ini- ci in maniera autonoma e oltre al vitto, ci sono anche tante spese per manutenzioni ma la Provvidenza in qualche modo provvede. Le suore ovviamente non hanno stipendio e non vanno in vacanza. Le uniche vacanze le fanno con i bambini ed una volta sono andati al mare a Vama Veche perche’ non avevano mai visto il mare. Le suore tengono corrispondenza con tutti i benefattori e i bambini inviano regolarmente le loro letterine, specie durante le festività. Dice Suor Emilia che non è bene stare inattivi anche se vivono della bontà degli altri. Avendo lavorato da giovane come decoratrice di ceramiche, ha impiantato un piccolo laboratorio dove produce Icone dipinte, ceramiche, decorazioni natalizie e pasquali. Alcuni bambini la seguono con attenzione ed imparano il meziò a cercare volontari rumeni disposti a prendersi custiere. ra dei bambini cosi’ come era il suo progetto iniziale. A Bucarest si incontro’ con Suor Ionela, una suora greco-cattolica, una donna che aveva subito 10 anni di torture nelle prigioni comuniste solo rea di aver creduto in Dio e di aver fondato negli anni 50 la Congregazione del Cuore Immacolato. Suor Ionela aveva promesso alla Madonna che se si fosse salvata dalla prigione, si sarebbe occupata di bambini poveri ed orfani. La Provvidenza gli aveva inviato il banchiere svizzero che gli offri’ questa grande casa con 200 camere . Dal 2000, 12 suore della congregazione iniziaro-
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Quando l’Omelia è ben fatta ed i fedeli possono essere attratti...
predicatore deve anche porsi in ascolto del popolo». Ed è bene «usare immagini nella predicazione». Suggerimenti di papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium. Il vescoL’OMELIA “ CANTATA “ vo di Noto, Antonio Staglianò, lo fa in quella che DEL VESCOVO DI NOTO (SR) sulla Rete è stata ribattezzata l’“omelia cantata” e MONS. ANTONIO STAGLIANO’ che ha suscitato curiosità grazie a un video su YouTube. Staglianò sta presiedendo una Cresima; ha davanti i ragazzi; e si mette in ascolto di uno dei linguaggi che i giovanissimi prediligono: la musica pop. Così, affidandosi a tre brani che il presule canta di fronte all’altare (Vuoto a perdere di Noemi, poi L’essenziale ed Esseri umani di Marco Mengoni), ricorre a “immagini” sul pentagramma care ai ragazzi «per farsi capire», spiega lo stesso Staglianò nell’omelia. Ai cresimandi vuol raccontare che Dio è amore ma anche che l’amore può trasformarsi in una parola vuota. Ecco Vuoto a perdere per chiarire che si diventa vuoti «dentro le mode dell’ipermercato», dice il presule. ...se l’omelia è «ben fatta», anche i fedeli più saltuari o distratti, Perciò serve trovare l’es- come quelli che vanno a messa solo quando c’è un funerale o un senziale (da qui il seconmatrimonio, possono essere attratti dalla parola di Dio anziché do brano). «Puntiamo rimanere fuori dalla chiesa a fumare una sigaretta. (Papa Franall’essenziale – afferma –. cesco: incontro con il clero romano, Febbraio 2015) Puntiamo al cuore che riempie la parola amore del suo LA SUA UNA PASSIONE MUSICALE E CERTAMENTE SA COME “COLPIRE NEL SEGNO” LE SUE PECORELLE contenuto umano». Infine Esseri umani. «Mengoni mi ruba i temi “Io non posso stare fermo con le mani nelle mani, tante cose delle omelie», scherza il vescovo devo fare…”. Non è il contenuto di una parte di omelia del che canta il brano anche con i vescovo della Diocesi di Noto, Monsignor Antonio Staglianò, ragazzi. ma è una delle sue canzoni preferite. Certo da lui ci si sarebbe Alle agenzie di stampa Sta- aspettato un brano del tipo “Vengo da te Maria..” o ancora glianò spiega di studiare le can- “Sento una canzone forte in fondo al cuor, quando penso a zoni di musica leggera. «Utilizzo Maria”. L’alto prelato risulta, invece, un appassionato di kaanche il linguaggio della musica raoke tanto da lasciare il segno tra gli avventori di un noto per parlare ai giovani di cose se- locale pubblico di Ispica dove Staglianò si è esibito nella celebre canzone di Riccardo Cocciante interpretandola con voce da rie. Molti hanno percepito nel testo del Guerriero di Mengoni tenore, domenica scorsa. Il vescovo, impegnato in visita pastoun’alta valenza cristologica. Loro rale a Ispica, è stato poi invitato per un brindisi nel noto locale, mi dicevano di ascoltarla». Lui ha dove una ragazza del luogo stava festeggiando il raggiungimento della maggiore età. Alcuni invitati si cimentavano, nel accolto il consiglio. «Bene: il canfrattempo, nel karaoke al quale il vescovo non ha saputo resitare, lo ricordo, è un registro co- stere ed ha chiesto di cantare, spiazzando i presenti, che si municativo». Allora perché sor- attendevano un “Resta con noi Signore la sera”, o un “Laudato prendersi quando la Chiesa parla sii o mi signore”. E invece no. Il capo della diocesi netiva ha con un vocabolario che fa interpretato magistralmente due brani, tra cui la difficilissima «ardere il cuore», come consiglia “Margherita”. Anche questo può servire per recuperare le il Papa riflettendo sull’omelia? pecorelle smarrite. (Radio RTM !9.3.2014) ( Avvenire )
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Non sono solo canzonette
COSA DICE MONS. STAGLIANO’ DI QUESTA IMPROVVISA POPOLARITA’
"Molti testi di questi brani rivel ano che non affatto 'solo solo canzonette' ", aggiunge Staglianò. "Tutti i testi che intercettano qualità profonde dell'umano e le interpretano e ce le restituiscono, specie attraverso la musica, appartengono già alla preOmelia e musica pop, Staglianò: ho dicazione del Vangelo, si tratta di portarli fuori. Gesù cantato "canzonette" per un nuovo re- è venuto sulla terra per mostrare quanto è grande, bella e infinita la Sua umanità che è la verità della nostra gistro comunicativo (Intervista su Radio umanità. Dunque tutto ciò che Gesù ha fatto e predicaVaticana) to è in funzione della grandezza della nostra umanità che splende nell'amore. Dunque, se troviamo, anche in Sorpreso dalla popolarità? realtà lontane dal cristianesimo, testi, luoghi, esperienze in cui si celebra obbiettivamente la "Sono rimasto sorpreso dell'improvvisa pobellezza e l'amore umano vuol dire che polarità, sono anni che nelle mie omelie mi sono cose che appartengono di diritto al rivolgo così ai ragazzi. Ringrazio chi mi ha cristianesimo". "Noi - spiega il presule seguito e chiedo scusa a quelli che hanno dobbiamo solo mostrare ai giovani che trovato scandalosa la mia scelta. Alcuni, ciò che hanno dentro al cuore, grazie pochi per la verità, mi hanno già collocato alla musica, Gesù lo mostra 'al vivo' e in un girone dell'Inferno, ma spero che in perciò seguendo Gesù si diventa umani occasione del Giubileo della Misericordia il come Dio vuole". "Diventare santi - agPadre eterno perdoni la mia estroversione". giunge il vescovo di Noto - non significa Con un sorriso, mons. Antonio Staglianò, diventare 'angeli', ma raggiungere quella vescovo di Noto, provincia di Siracusa, statura alta di umanità che Gesù Cristo commenta il grande successo registrato sul web dal ci ha mostrato. I santi sono umani pienamente comvideo di una sua omelia, in cui, a Scicli (Ragusa), ripiuti". "Se posso spiegare questo concetto attraverso volgendosi a un'assemblea di giovani cresimandi, utiuna canzone di Mengoni come 'Esseri umani'- aggiunlizza citazioni da canzoni di alcune pop-star della muge Staglianò - soprattutto di fronte a un'assemblea di sica leggera italiana. giovani, non vedo perché non farlo". Un altro registro comunicativo
La 'Evangelii Gaudium' va in questa direzione
"L'idea di interpretare qualche verso di canzoni di Noemi e Marco Mengoni - spiega il presule - mi è venuta durante un convegno universitario a Noto in cui dovevo rivolgermi ai giovani e parlare di metafisica. Certo, ho cantanto le cosiddette 'canzonette', ma ho potuto toccare concetti importanti, profondi, come l'horror vacui, la morte, l'importanza della verità delle cose, la verità dell'amore. Lì ho capito che i giovani si attendono anche un altro registro comunicativo".
"Molti - conclude il vescovo - mi hanno chiesto se Papa Francesco approva questa mia scelta. Non lo so, ma ho letto la 'Evangelii Gaudium' e mi pare vada proprio nella direzione di trovare nuovi linguaggi e strategie comunicative perché 'accada' la comunicazione. Si pensi alle tante pagine dedicate all'omelia, dimostrano che è un tema di grande attualità su cui serve discernimento".
COSA HA DETTO MARCO MENGONI AL RIGUARDO
Una scoperta casuale "Da ragazzo - racconta Staglianò - ascoltavo musica leggera, soprattutto i cantautori e strimpellavo la chitarra componendo canzoni. Ora non più. L'incontro con le canzoni di queste nuove pop-star è stato accidentale. Da anni insisto nelle mie omelie sul concetto dell'umano dell'uomo che va perdendosi dentro la società dell'ipermercato. Dentro la legge narcisista del consumo si perde qualcosa di noi e si crea nella nostra esistenza un grande vuoto", spiega Staglianò. "Quando casualmente ascoltando la radio ho scoperto brani pop che ripetono questi concetti e in cui i giovani si immedesimano, grazie alla forza della musica, ho deciso di utilizzarli".
“È una cosa incredibile, pazzesca”. Così Marco Mengoni, ospite al Tg1, ha commentato l’utilizzo delle sue canzoni – e di quelle di Noemi – nell’omelia del vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò, il cui video impazza sul web. “Per me che sono nato il 25 dicembre e sono stato battezzato a Pasqua… è il massimo”.
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olto interessanti ci sembrano le QUINTA PARTE immagini dell’Italia descritte da VIAGGIATORI ROMENI Sextil Puşcariu quando nel 1898, a 21 anni, visitò per la prima volta l’Italia. La rivide DELL’ OTTOCENTO nel 1914 e poi, successivamente, parecchie altre volte, tanto da poter affermare, quando dopo la seconda guerra monIN ITALIA diale scrisse le sue Memorie, che gli era difficile non mescolare le immagini delle numerose visite e che non desiderava fermarsi sui quadri visti a Firenze o in Vaticano. Allo stesso tempo non voleva lasciarsi influenzare da quanto scritto sul Baedecker, perché era desideroso di raccontare tutto quanto aveva visto con i propri occhi, e non con quelli degli altri. Talvolta le immagini descritte sono di una sincerità disarmante; a Milano, I musei e le chiese (...) mi hanno stordito con le tele di Verrocchio, Bellini, Mantegna, Luini, Solario, Veronese e altri, senza poter distinguere tra altri Fra Filippo Lippi e Filippino (…). Dopo Genova, Pisa, Firenze, arrivato a Roma resta sorpreso dall’immagine di una città rumorosa, piena di commercianti che strillano, di contadini venuti in città dai villaggi che la circondano, da facchini, un gruppo senza fine di italiani che irrompono gridando “cane nero”, “cavallo rosso” o “majale verde”. Se non avessero berretto con le scritte Albergo Italia, Hotel Central si potrebbe credere che stanno proferendo delle bestemmie [6] . Il nostro viaggiatore si reca poi in piazza dei Cinquecento, in Vaticano, ammira i resti della città antica (il Colosseo, le mura) e ci racconta, in immagini sovrapposte, le successive avventure romane di Badea Cartan, una storia strana che abbina verità e immaginazione. Non mancano gli apprezzamenti per i gesti del marchese Pandolfi, il grande filo-romeno, o per Pio X, indicato con le parole il gran bel vecchio racSextil Iosif Puscariu chiuso tra le mura Vaticane, o i ricordi delle stradine romane e l’impressione profonda lasciataSextil iosif Puşcariu gli dalla colonna traiana. Le belle (Braşov, 4 gennaio 1877 – Bran, 5 maggio 1948) serate trascorse a Napoli non restano senza tracce nella sua memoria affettiva: sono ricordati, tra gli altri, non nacque a Brașov (Transilvania), all'epoca della sua nascita territorio solo il Museo Nazionale con i suoi di lingua rumena incorporato nel regno d'Ungheriadell'Impero austrobronzi, coi suoi vasi dipinti, ma anungarico. Fece studi universitari in Germania, all'Università di Lipche una semplice pescheria, di fronte sia (1895-1899), dove conseguì la laurea in filosofianel 1899. Si perfe- ad un bicchiere di vino nero, perché zionò poi in Francia, alla Sorbona (1899 da buongustaio il nostro illustre compatriota non poteva non apprez-1901) e in Austria, all'Università di zare, con la stessa disinvoltura con la Vienna (1902-1904). Fu libero docente quale rimarcava le bellezze di Amalin filologia romanza all'Università di fi o Salerno, anche l’arte della cucina Vienna (1904-1906), professore di linpartenopea. gua e letteratura rumena all'università di Černivci nel periodo1906-1918 e poi rettore dell'università di ClujNapoca dal 1919 al 1920. Nel 1918 fu sottosegretario agli Esteri della Bucovina e delegato alla Società delle Nazioni nel periodo 1920-1925. Sextil Puşcariu è stato uno specialista della storia della lingua rumena e della dialettologia, e ha lasciato ricerche di grande valore. Fu membro dell'Accademia rumena dal 1914, e diresse l'Atlasul lingvistic român[1] redatto da Sever Pop ed Emil Petrovici. Ha collabrato anche con l’italiano Matteo Bartoli; Istoria literaturii române ("La storia della letteratura romena", 1921; 3a ed. 1936)
Casa Memoriale Puscariu a Bran
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Il male esiste? Aneddoto attribuito ad Albert Einstein
ALBERT EINSTEIN, L’ESISTENZA DEL MALE, L’ESISTENZA DI DIO….
Germania, primi anni del XX secolo. Durante una conferenza tenuta per gli studenti universitari, un professore ateo dell'Università di Berlino lancia una sfida ai suoi alunni con la seguente domanda: "Dio ha creato tutto quello che esiste?" Uno studente diligentemente rispose: "Sì certo!". "Allora Dio ha creato proprio tutto?" - Replicò il professore. "Certo!", affermò lo studente. Il professore rispose: "Se Dio ha creato tutto, allora Dio ha creato il male, poiché il male esiste e, secondo il principio che afferma che noi siamo ciò che produciamo, allora Dio è il Male". Gli studenti ammutolirono a questa asserzione. Il professore, piuttosto compiaciuto con se stesso, si vantò con gli studenti che aveva provato per l’ennesima volta che la fede religiosa era un mito. Un altro studente alzò la sua mano e disse: "Posso farle una domanda, professore?". "Naturalmente!" - Replicò il professore. Lo studente si alzò e disse: "Professore, il freddo esiste?". "Che razza di domanda è questa? Naturalmente, esiste! Hai mai avuto freddo?". Gli studenti sghignazzarono alla domanda dello studente. Il giovane replicò: "Infatti signore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della fisica, ciò che noi consideriamo freddo è in realtà assenza di calore. Ogni corpo od oggetto può essere studiato solo quando possiede o trasmette energia ed il calore è proprio la manifestazione di un corpo quando ha o trasmette energia. Lo zero assoluto (-273 °C) è la totale assenza di calore; tutta la materia diventa inerte ed incapace di qualunque reazione a quella temperatura. Il freddo, quindi, non esiste. Noi abbiamo creato questa parola per descrivere come ci sentiamo... se non abbiamo calore". Lo studente continuò: "Professore, l’oscurità esiste?". Il professore rispose: "Naturalmente!". Lo studente replicò: "Ancora una volta signore, è in errore, anche l’oscurità non esiste. L’oscurità è in realtà assenza di luce. Noi possiamo
studiare la luce, ma non l’oscurità. Infatti possiamo usare il prisma di Newton per scomporre la luce bianca in tanti colori e studiare le varie lunghezze d’onda di ciascun colore. Ma non possiamo misurare l’oscurità. Un semplice raggio di luce può entrare in una stanza buia ed illuminarla. Ma come possiamo sapere quanto buia è quella stanza? Noi misuriamo la quantità di luce presente. Giusto? L’oscurità è un termine usato dall’uomo per descrivere ciò che accade quando la luce... non è presente". Finalmente il giovane chiese al professore: "Signore, il male esiste?". A questo punto, titubante, il professore rispose, “Naturalmente, come ti ho già spiegato. Noi lo vediamo ogni giorno. E’ nella crudeltà che ogni giorno si manifesta tra gli uomini. Risiede nella moltitudine di crimini e di atti violenti che avvengono ovunque nel mondo. Queste manifestazioni non sono altro che male". A questo punto lo studente replicò "Il male non esiste, signore, o almeno non esiste in quanto tale. Il male è semplicemente l’assenza di Dio. E’ proprio come l’oscurità o il freddo, è una parola che l’uomo ha creato per descrivere l’assenza di Dio. Dio non ha creato il male. Il male è il risultato di ciò che succede quando l’uomo non ha l’amore di Dio presente nel proprio cuore. E’ come il freddo che si manifesta quando non c’è calore o l’oscurità che arriva quando non c’è luce". Il giovane fu applaudito da tutti in piedi e il professore, scuotendo la testa, rimase in silenzio. Il rettore dell'Università si diresse verso il giovane studente e gli domandò: "Qual è il tuo nome?". "Mi chiamo, Albert Einstein, signore!" - Rispose il ragazzo. 9
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P?@AB BCBD@EF@ GBCCH RBIJKKC@LH @MHC@HFH: Conclusa la preziosa
18 APRILE 1948
fase dell'Assemblea Costituente, che aveva disegnato il nuovo assetto statale attraverso la Carta costituzionale (22 dicembre 1947), nella primavera del 1848 l'Italia si presentò alle urne per eleggere il primo Parlamento dell'era repubblicana. Preceduta da una campagna elettorale combattuta, in cui, per la prima volta, i partiti fecero largo ricorso alla cartellonistica e alla propaganda "on the road", la tornata elettorale presentò un quadro semplificato delle forze in campo, con la Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi da un lato e il Fronte democratico popolare, figlio dell'alleanza tra il PCI di Palmiro Togliatti e il PSI di Pietro Nenni, dall'altro. Completavano la scheda l'Unità socialista (patto tra il PSDI, allora PSLI, di Saragat e l'UdS di Lombardo), il Blocco nazionale (Liberali e Qualunquisti), il Partito nazionale monarchico, il Movimento sociale italiano e il Partito Repubblicano. Chiamati a votare con un sistema proporzionale, si recarono alle urne poco meno di 27 milioni di italiani su 29.117.554 elettori, circa il 92% del totale, registrando un'affluenza tra le più alte della storia repubblicana. Con 12.740.040 preferenze (48%) prevalse la DC, mentre il FDP si fermò a poco più di otto milioni di voti (30%); terza l'Unità socialista con il 7% e molto più distaccate le altre liste. Lapolarizzazione del voto espresso dagli italiani (la percentuale di dispersione fu tra le più basse in assoluto) consegnò allo "scudo crociato" la maggioranza assoluta alla Camera dei deputati (305 su 574) e al Senato (131 su 237). Con il quinto governo De Gasperi, che aprì all'alleanza con PRI, PSDI e Liberali, iniziò l'ultraquarantennale parabola governativa della DC, in cui giocarono un ruolo determinante l'adesione al blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti d'America, in funzione anticomunista, e il sostegno del mondo cattolico.
I SANTI DELLA SETTIMANA S.Marta
DOM.19
LUN. 20 S. Agnese di Montepulciano MART.21
S.Anselmo di Aosta
MERC.22
S. Teodoro
GIOV.23
S. Giorgio
VEN.24
S. Fedele di Sigmaringen
SAB. 25
S. Marco Evangelista
Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp
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C6 7: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00
B : Preasfantul Mantuitor
(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530
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mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober A69 I 6+ : Domenica ore 11:00 nella Chieto70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don in diretta su www.telestartv.ro Horvath Istvan , tel 0745 020262 Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul *°* "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. T+;+ < : Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi*°* na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. I +: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domenica ore 18:00. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica Mail:parohiafabric@googlemail.com ore 9,30, Don Alessandro Lembo *°* Tel 0749469169 Mail: Alelembo73@gmail.com
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ADESTE n°16/ ANNO 4°-19.04.2015
I
Letture:
At 3,13-15.17-19 Sal 4 1Gv 2,1-5 Lc 24,35-48
INTRODUZIONE C- Nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo C- La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni. Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati». Parola di Dio. TRendiamo grazie a Dio
SALMO RESPONSORIALE R.
Risplenda su di noi, SignoATTO PENITENZIALE re, la luce del tuo volto. C- Fratelli, per celebrare deQuando t’invoco, rispondignamente i santi misteri riconomi, Dio della mia giustizia! sciamo i nostri peccati. Nell’angoscia mi hai dato sollievo; Breve pausa di riflessione Confesso a Dio onnipoten- pietà di me, ascolta la mia prete e a voi, fratelli, che ho molto ghiera. R/. Sappiatelo: il Signore fa propeccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia col- digi per il suo fedele; il Signore pa, mia colpa, mia grandissima mi ascolta quando lo invoco. R/. Molti dicono: «Chi ci farà colpa. E supplico la beata semvedere il bene, se da noi, Signopre vergine Maria, gli angeli, i re, è fuggita la luce del tuo volsanti e voi, fratelli, di pregare to?». R/. per me il Signore Dio nostro . In pace mi corico e subito C- Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri mi addormento, perché tu solo, peccati e ci conduca alla vita eter- Signore, fiducioso mi fai riposare. R/. na. S%()*+$ L%&&'!$ TAmen Dalla prima lettera di S.Giovanni Apostol Signore, pietà. Signore, pietà. Figlioli miei, vi scrivo queste cose Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù COLLETTA C- O Padre, che nella gloriosa Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; morte del tuo Figlio, vittima di non soltanto per i nostri, ma anespiazione per i nostri peccati, che per quelli di tutto il mondo. hai posto il fondamento della riconciliazione e della pace, apri il Da questo sappiamo di averlo conostro cuore alla vera conversio- nosciuto: se osserviamo i suoi cone e fa' di noi i testimoni dell'uma- mandamenti. Chi dice: «Lo cononità nuova, pacificata nel tuo amo- sco», e non osserva i suoi comanre. Per il nostro Signore Gesù Cri- damenti, è bugiardo e in lui non sto, tuo Figlio, che è Dio, e vive e c’è la verità. Chi invece osserva la regna con te, nell'unità dello Spi- sua parola, in lui l’amore di Dio è rito Santo, per tutti i secoli dei se- veramente perfetto..Parola di Dio. TRendiamo grazie a Dio. coli. TAmen
In quel tempo, i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus narravano agli Undici e a quelli che erano con loro ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». Parola del Signore. OMELIA (seduti)
CREDO in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto CANTO AL VANGELO uomo. Fu crocifisso per noi sotAlleluia,Alleluia,Alleluia LITURGIA DELLA PAROLA Signore Gesù, facci comprendere le to Ponzio Pilato, morì e fu sepol( to. Il terzo giorno è risuscitato, Scritture; arde il nostro cuore mentre secondo le Scritture, è salito al P!"#$ L%&&'!$ ci parli. Alleluia,Alleluia,Alleluia cielo, siede alla destra del Padre. Dagli atti degli apostoli. In quei giorni, Pietro disse al popolo: C- Il Signore sia con voi E di nuovo verrà, nella gloria, E con il tuo Spirito! «Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Tper giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri nello Spirito Santo, che è Signopadri ha glorificato il suo servo Gere e dà la vita, e procede dal Pasù, che voi avete consegnato e rindre e dal Figlio. Con il Padre e il negato di fronte a Pilato, mentre egli Figlio è adorato e glorificato, e
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ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C- Il regno dei cieli è opera gratuita del Signore, ma anche nostro solidale impegno; preghiamo perchè ogni uomo partecipi responsabilmente alla causa della salvezza. Preghiamo insieme: R. Venga il tuo regno, Signore. Perchè la comunità cristiana custodisca la fede pasquale dei padri e dia testimonianza del rinnovamento nello Spirito attraverso le opere di giustizia e di pace, preghiamo. R. Perchè ogni famiglia condivida i doni di verità e di grazia che ha ricevuto e anche nell'uso dei beni materiali renda ragione della speranza che splende nel Cristo risorto, preghiamo. R. Perché ogni cristiano che riconosce il Cristo nella Parola e nel Pane spezzato, sappia vederlo sulle strade del mondo, lo soccorra ferito e bisognoso, lo accolga povero e forestiero, preghiamo. R. Perché tutti i rinati nel Battesimo rifiutino ogni forma di violenza e di menzogna, e aderiscano alla regalità del Cristo Signore nei pensieri e nelle opere, preghiamo. R. Perché, conclusa la celebrazione liturgica della Messa, sia tutta la nostra vita ad annunziare nel mondo la riconciliazione e la pace, preghiamo. R. C- O Dio, nostro Padre, che in Cristo risorto hai dato inizio alla creazione nuova, fà che i figli della Chiesa, con la grazia dello Spirito Santo, annunzino la perenne novità del Vangelo. Per Cristo nostro Signore. TAmen C- Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. T- Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)
C- Accogli, Signore, i doni della tua Chiesa in festa, e poiché le hai dato il motivo di tanta gioia, donale anche il frutto di una perenne letizia. Per Cristo nostro Signore. TAmen PREGHIERA EUCARISTICA Il Signore sia con voi. TE con il tuo spirito. C- In alto i nostri cuori. TSono rivolti al Signore. C-Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. TÈ’ cosa buona e giusta. C- È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo tempo nel quale Cristo, nostra Pasqua, si é immolato. Per mezzo di lui rinascono a vita nuova i figli della luce, e si aprono ai credenti le porte del regno dei cieli. In lui morto è redenta la nostra morte, in lui risorto tutta la vita risorge. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l'umanità esulta su tutta la terra e con l'assemblea degli angeli e dei santi canta l'inno della tua gloria: T- Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. C-
DOPO LA CONSACRAZIONE
CMistero della fede TAnnunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLA PREGHIERA EUCARISTICA C - Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. TAmen TP A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. C- Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo.
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T- Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C- Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli TAmen C - La pace del Signore sia sempre con voi. TE con il tuo spirito. C - Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. T - Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C - Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. T - O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C- Guarda con bontà, Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali, e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. TAmen. C- Il Signore sia con voi. TE con il tuo spirito. C- Vi benedica Dio onnipotente, Padre,Figlio e Spirito Santo. TAmen. C- Nel nome del Signore: andate in pace. TRendiamo grazie a Dio
Il Signore non si stanca mai di perdonarci. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Signore, donaci la grazia delle lacrime, per piangere i nostri peccati e ricevere il tuo perdono La Confessione è il sacramento della tenerezza di Dio, il suo modo di abbracciarci. (tweet Papa Francesco)