Adeste35 domenica 30 agosto 2015c

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In sinergia con Fondazione. Migrantes

S E T T I M A N A L E D I PA S T O R A L E E I N F O R M A Z I O N E P E R L A C O M U N I TA’ I TA L I A N A I N

ROMANIA


ADESTE n°35/ ANNO 4°-30.08.2015

Papa Francesco ha istituito la giornata PAPA/ La preghiera per il mondiale di preghiera per la cura del crea- Creato, una pagina nuova nelto, che a partire da quest’anno si celebrerà la storia di Pietro e Andrea il 1º settembre, in concomitanza con l’anaFrancesco Braschi (Dott.Mons. Della Biblioteca Amloga giornata della Chiesa ortodossa. brosiana-Milano > da Sussidiario.net L’iniziativa — spiega il Pontefice in una lettera ai carMi ha rallegrato fino alla commozione la decidinali Turkson e Koch — accoglie il suggerimento sione di Papa Francesco di istituire anche per i espresso dal metropolita Ioannis di Pergamo in occa- cattolici la "Giornata mondiale

di preghiera per la cura del

sione della presentazione dell’enciclica Laudato si’ e Creato", da fissarsi ogni anno il mira a suscitare nei fedeli «una profonda conversione 1° settembre. Perché si tratta di un'iniziativa colma di significati spirituale» in risposta all’attuale crisi ecologica. La giornata — scrive Francesco — «offrirà ai singoli credenti ed alle comunità la preziosa opportunità di rinnovare la personale adesione alla propria vocazione di custodi del creato, elevando a Dio il ringraziamento per l’opera meravigliosa che egli ha affidato alla nostra cura, invocando il suo aiuto per la protezione del creato e la sua misericordia per i peccati commessi contro il mondo in cui viviamo». Oltretutto, la coincidenza con la data in cui anche gli ortodossi pregano per il creato sarà «un’occasione proficua per testimoniare la nostra crescente comunione», in un tempo in cui «tutti i cristiani affrontano identiche ed importanti sfide, alle quali, per risultare più credibili ed efficaci, dobbiamo dare risposte comuni». Da qui l’auspicio che la celebrazione «possa coinvolgere, in qualche modo, anche altre chiese e comunità ecclesiali».

FRANCESCO & BARTOLOMEO ECUMENISMO IN DIFESA DEL CREATO

coraggiosi e consolanti. Questa data, infatti, già dal 1992 aveva visto una simile iniziativa da parte di Bartolomeo I, Patriarca di Costantinopoli. A solo un anno dalla sua elezione alla cattedra di S. Andrea "il Primo Chiamato" (così viene ricordato nella Chiesa bizantina il fratello di S. Pietro) aveva voluto richiamare l'attenzione di tutti su una dimensione essenziale per imparare nuovamente un cristianesimo capace di "fare pace", integralmente, con ogni creatura di Dio. I 23 anni passati da allora sono stati anni di grande cambiamento e progresso nei rapporti tra Costantinopoli e Roma: ricordiamo i viaggi di Bartolomeo in Vaticano e di Giovanni Paolo II e dei suoi successori al Fanar, ma anche la crescita dei rapporti personali che per la prima volta nella storia di una millenaria divisione hanno visto Bartolomeo presente a momenti fondamentali per la vita della Chiesa cattolica come, ad esempio, ai funerali di Giovanni Paolo II e alla celebrazione per l'inizio del pontificato di Papa Francesco. Contemporaneamente a questi gesti di positivo intreccio nella vita delle Chiese, in questi 23 anni il patriarca Bartolomeo ha offerto un ricco e profondissimo magistero relativamente alla cura per il Creato, al quale si è voluto ricollegare espressamente Francesco

nelle prime pagine dell'enciclica "Laudato si'". E le frasi di Bartolomeo citate nell'enciclica sono di essenziale importanza per comprendere il senso della giornata del primo settembre. Scrive infatti Francesco, citando Bartolomeo: "Bartolomeo ha richiamato l'attenzione sulle radici etiche e spirituali dei problemi ambientali, che ci invitano a cercare soluzioni non solo nella tecnica, ma anche in un cambiamento dell'essere umano, perché altrimenti affronteremmo soltanto i sintomi. Ci ha proposto di passare dal consumo al sacrificio, dall'avidità alla generosità, dallo spreco 2


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alla capacità di condividere, in un'ascesi che «significa imparare a dare, e non semplicemente a rinunciare. E' un modo di amare, di passare gradualmente da ciò che io voglio a ciò di cui ha bisogno il mondo di Dio. E' liberazione dalla paura, dall'avidità e dalla dipendenza». Noi cristiani, inoltre, siamo chiamati ad «accettare il mondo come sacramento di comunione, come modo di condividere con Dio e con il prossimo in una scala globale. E' nostra umile convinzione che il divino e l'umano si incontrino nel più piccolo dettaglio della veste senza cuciture della creazione di Dio, persino nell'ultimo granello di polvere del nostro pianeta»" (Laudato si', n. 9). La cura per il creato, dunque, davvero è qualcosa che dobbiamo imparare, e possiamo farlo solo innanzitutto perché l'ecologia in accezione cristiana non è affatto semplice rivendicazione o accusa o contrapposizione in nome di una natura che troppo spesso rischia di essere idolatrata, bensì cammino di crescita nella libertà di donarsi e nella liberazione dalla paura e dalla dipendenza. E che è possibile solo quando la relazione che Dio stabilisce con noi diviene per noi paradigma della relazione con i fratelli, come una vera comunione "orizzontale" (con il prossimo) perché "verticale" (con Dio). Con questa sua iniziativa, Francesco mostra come il compito di Pietro sia anche quello di "confermare i suoi fratelli" mostrando loro dove e come Dio agisce e attraverso chi Dio agisce. Ancora si realizza per noi quello che accadde all'inizio: fu Andrea a conoscere per primo Cristo e a condurre da lui Pietro, ma poi Pietro seppe accogliere il dono fattogli dal fratello Andrea con una totalità, e una apertura, che gli valsero una particolare amicizia da parte di Cristo. Che un Pontefice romano riconosca in un'iniziativa della Chiesa ortodossa un bene prezioso, da condividere e proporre per tutta la Chiesa cattolica, non è solo un atto di cortesia. E' un gesto concreto che offre un altro tratto di cammino comune e possibile fin da ora in vista dell'unità della Chiesa, come ha sottolineato lo stesso Francesco, quando ha affermato che con "il caro Patriarca Ecumenico Bartolomeo" condividiamo "la speranza della piena comunione ecclesiale" (Laudato si', n. 7). Infine, dobbiamo ricordare che la scelta del primo settembre non fu casuale, da parte di Bartolomeo: da sempre, infatti, questo giorno (l'antica Indizione) segna l'inizio dell'anno liturgico bizantino, e dunque un momento nel quale si ricomincia, si apre una pagina nuova nella storia in cammino verso Cristo. Non è affatto cosa da poco che questa pagina nuova, da quest'anno, venga aperta insieme nel segno di una comune cura per la realtà creata. E nel desiderio che presto l'ambito della comunione possa esserci ridonato, nuovo e completo. Risana la nostra vita, affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo, affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione. Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi a spese dei poveri e della terra. Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa, a contemplare con stupore, a riconoscere che siamo profondamente uniti con tutte le creature nel nostro cammino verso la tua luce infinita. Grazie perché sei con noi tutti i giorni. Sostienici, per favore, nella nostra lotta per la giustizia, l’amore e la pace .

Dio Onnipotente, che sei presente in tutto l’universo e nella più piccola delle tue creature, Tu che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste, riversa in noi la forza del tuo amore affinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza. Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorelle senza nuocere a nessuno. O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi.

(dall’Enciclica Laudato sì)

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DI SETTEMBRE INIZIA DI SETTEMBRE TERMINA LA SECONDA GUERRA MONDIALE

giovani italiani prigionieri, i salti mortali per procurarsi un goccio di vino da Messa per comunicarli; a quanti aveva dovuto dare l’ultimo sacramento, a quanti aveva Il 2 settembre 1945 termina la II Guerra Mondiale. dovuto chiudere gli occhi. Dei ragazzi con le stellette che La seconda guerra mondiale fu il conflitto armato che tra il morivano nel lager, don Franzoni tene1939 e il 1945 vide contrapporsi da un lato le potenze dell'Asse e va nota. Cominciò a segnar li su un lidall'altro i paesi Alleati. Viene definito "mondiale" in quanto, bretto: nome, cognome, data della mor così come già accaduto per la Grande Guerra, vi parteciparono nazioni di tutti icontinenti e le operazioni belliche interessarono te, luogo della sepoltura. Ma i ragazzi morivano come mosche, e presto il libricgran parte del pianeta. IFGHGI GJ 1º KLMMLNOPL 1939 con l'attacco della Germania na- cino non bastò più. Poiché non c’era altra carta ed era vietato averne, don Franzoni zista alla Polonia e terminò, nel teatro europeo, l'8 maggio 1945 con la resa tedesca e in quello asiatico il successivo 2 set- cominciò; a scrivere, con un mozzicone di lapis copiativo, sulla sua bustina militembre con la resa dell'Impero giapponese a seguito tare; cognomi, data, fossa comune di dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. È considerato il più grande conflitto armato della storia, costato sepoltura. Non bastò nemmeno la bustina miall'umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri per un litare. Don Franzoni continuò dunque a totale di 55-60 milioni di morti. Le popolazioni civili si trovaroscrivere sul suo cappotto, prima dentro, no direttamente coinvolte nel conflitto a causa dell'utilizzo di nella fodera, poi fuori. armi sempre più potenti e distruttive, dei pesanti bombardamenti Conservava ancora quel cappotto, e me lo contro obiettivi civili effettuati da entrambe le parti in conflitto, mostrò: il goffo cappotto di Lanital grio perché invise all'occupante: ad esempio il Terzo Reich portò gioverde, sfilacciato, irrigidito di sporciavanti con metodi ingegneristici l'Olocausto per annientare le zia – cappotto da mendicante e da barbopopolazioni di origine o etnia ebraica, (affiancando a questo ster- ne, non più da soldato. Ed era tutto scritminio l'uccisione in massa di Rom, Sinti, omosessuali, Testimoni to, con una grafia minuta, in ogni minimo di Geova, Slavi, portatori di disabilità e infermi). (fonte Wikipe- spazio. Nomi, cognomi, date, fossa di sedia) poltura. Migliaia di nomi. «Per poterli ritrovare» mi disse. Nel 1948, il regime consegnò una parte dei priEnelio Franzoni (San Giorgio di Piano, 19 gionieri di guerra italiani. Don Enelio Franzoni era luglio 1913 – Bologna, 5 marzo 2007) è stato nella lista dei liberati: non mi disse il suo stato d’animo, ma lo posso immaginare. Il cuore del prigioniero un presbitero e militare italiano, degli alpini, medaglia d'oro al valor militare. sobbalza: libero! Tornare a Bologna, così dolce e cordiale, così lontana dai cani e dagli urli degli aguzzini! Ordinato sacerdote il 28 marzo 1936, Mangiare, finalmente! Riscaldarsi. nel 1941 partì per la Russia, al seguito Ma restavano altri ragazzi italiani nel lager; del CSIR come cappellano militare in servi- chissà perché, il regime sovietico aveva deciso di tezio presso il 79º Reggimento Fanteria del- nerli ancora dentro. Don Franzoni rifiutò la liberazione. Er a il lor o cappellano, doveva r estar e con lor o. la Divisione Pasubio Ascoltò altre confessioni, benedisse altri morenti, chiuse altri occhi. Fu liberato con i sopravvissuti, Medaglia d’oro al valor militare infine, nel 1952. A guerra finita ormai da otto anni. Appena Durante e dopo la II Guerra Mondiale tornato a Bologna, don Franzoni contattò le famiglie dei ragazzi morti di cui aveva an……. Era stato cappellano militare ell’ARnotato i nomi; organizzò un MIR, ed era stato preso prigioniero in URSS, in una delle tragiche sacche, con migliaia di soldati ita- comitato di famiglie per reliani, i suoi ragazzi. Con loro era finito in un campo in clamare la restituzione dei resti. Siberia, anzi da un campo all’altro. Tanto fece e tanto brigò; Non mi raccontò molto del freddo, della fame contiostinato, da riuscire ad ottenenua che degrada l’uomo a bestia, dell’umiliazione del re con una delegazione di defecare sulla neve in fila davanti ai carcerieri, dei mamme dei soldati perduti un Don Enelio– Medaglia pidocchi e della fatica del lavoro forzato. d’oro al valor militare colloquio con Kruscev. Quel che ricordava lui erano le confessioni ai

DON ENELIO FRANZONI un prete nei lager di Stalin

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Nikita Kruscev era allora il segretario generale Ha assistito i soldati italiani in Russia dudel PCUS. Aveva denunciato i crimini di Stalin, in rante il conflitto, dopo nella prigionia e poi fondo era un brav’uomo. Davanti alla richiesta di riedopo la liberazione ha riportato in Italia sumare quei corpi, don Franzoni aveva la lista, aveva centinaia di salme di soldati caduti. i luoghi esatti dove li sapeva sepolti, restò interdetto. Non capiva. COSI’ SCRIVEVANO I Domandò: «A che scopo tirar fuori quelle ossa? Esse sono mescolate ormai alla terra russa, sono terra SOLDATI DAL FRONTE RUSSO russa». Com’era russa questa risposta! (Corriere della Sera - 27 Novembre 2012) Ammirevole anche, perfino – in modo russo – religiosa. An«Carissima mamma…, chissà con che zi, com’era asiatica! ansia attenderai mie notizie… Spero, vo….. Ma don Franzoni, glio sperare e anzi, sono sicuro che anin russo, replicò a Kruscev: che tu come me ti sarai rassegnata. Se «Compagno Segretario, ciascuno di questi ragazzi è un figlio invece, cara mamma non ti sei del tutto di famiglia. rassegnata, cerca conforto nel buon Dio, Alcuni di loro avevano una e vedrai che tu pure troverai la pace e la moglie, che li attende; altri, rassegnazione. Così ho fatto anch’io. Vefratelli e sorelle. Tutti hanno drai che torneranno ancora i giorni feliuna mamma. Una mamma che ci, i giorni lieti torneranno ancora, forse, ha amato ciascuno di loro singolarmente, per nome, e che non si accontenta di sapere mescolato suo figlio per non finire mai più». Così Luigi Tiraboda qualche parte nella terra siberiana. Ogni mamma schi, il 16 novembrè42 dal fronte russo, vuole avere suo figlio, proprio lui, perché vuole bene preoccupandosi di avvertire «noi qua siamo a lui; e vuole una tomba su cui andare a parlargli. A ancora quasi tutti assieme noi bergamalui solo». schi» e di augurarsi in una lettera successiva Una risposta cattolica, italiana e romana. dell’1 dicembre «spero sarà l’ultimo NataKruscev diede il permesso alle esumazioni; le che passiamo divisi e poi incominceredelegazioni di genitori, guidate da don Enelio Franzoni, andarono sui luoghi e poterono riportare a casa le mo ancora a lasciar passare gli anni ossa dei loro figli. Naturalmente, trovarono altre ossa sempre uniti…». di soldati italiani; sconosciuti, non annotati dal Tiraboschi morirà due settimane dopo, il 14, don Emidio, non reclamati da una mamma, probabilper le ferite riportate in combattimento, semente morta nel frattempo. polto in un primo tempo a Kusmenko, ora le Don Enelio portò in Italia anche quelle ossa sue spoglie sono nel Sacrario militare di Carsenza nome. Le fece metter e in un sacr ar io militagnacco, in provincia di Udine. re, e sopra vi fece scolpire, in caratteri grandissimi, una frase del profeta Isaia: «Ego vocavi te nomine tuo». «Carissima mamma… Qui sono di nuoÈ Dio che parla così: «Ti ho chiamato per novo in prima linea ed è anche una posiziome». Ti ho chiamato con il tuo nome. ne assai battuta e non c’è da illudersi Il che vuol dire: anche se la tua mamma non c’è perché da un momento all’altro potrebbe più a chiamarti, tu singolarmente, unico, Io conosco il arrivare ciò che mi toglie l’esistenza. Sai tuo nome, soldato. Anche se tutti l’hanno dimenticato, che 99,99 volte ci si scampa, ma poi Io ti ricordo – ricordo il tuo nome singolo, unico e quella delle 100 bisogna fermarsi. personale – perché ti amo, Qui tutto è con me: fame, freddo, soldato, più della mamma. pidocchi, sacrifici di ogni genere Tu sei mio figlio, soldato. eppur e ti giuro che sono sereno coTi ho chiamato col «tuo» me le nottate invernali, sono candinome, il nome tuo – perdo come un giglio, paziente come sonale, per me unico – perché te l’ho dato io. una mamma…», così Angelo SertuUnico, benché siete in tanrini il 14 gennaio 1943. ti. Non vi amo «tutti»; vi Secondo ricerche del ministero della amo uno per uno. Difesa Angelo morì il 26 gennaio: luogo ……. di sepoltura sconosciuto. 5


ADESTE n°35/ ANNO 4°-30.08.2015 ENELIO FRANZONI – Tenente Cappellano della Divisione “Pasubio”

Don Enelio racconta

……Noi cappellani siamo rimasti in otto, concentrati a Suzdal insieme come riuscì a celebrare la agli ufficiali. Messa durante Facciamo domanda per essere smistati nei lager dei soldati. La risposta è “niet”. Comprendiamo bene il motivo: i russi catechizzando i soldati la prigionia in Russia per farne dei propagandisti comunisti, il cappellano potrebbe essere elemento di disturbo. Pazienza, resteremo con gli ufficiali. Il lager che ci “ospita” è un Cremlino in piena-regola (Cremlino è ogni monastero-fortezza). Al centro dell’area che è molto vasta, figura una basilica dalle caratteristiche cupole a cipolla, adibito a magazzeno vestiario. Accanto, la cella campanaria; nell’area del cortile le abitazioni; attorno una possente cerchia di mura vegliate notte e giorno dalle guardie armate. Credo che nessuno di noi neppure in sogno abbia tentato di evadere. Dei monaci che l’abitavano, l’unica traccia è un muro crivellato di colpi: sono finiti tutti lì. Facciamo domanda al Comandante del campo, di poter celebrare la Messa. La domanda è audace, ma il Comandante quasi si scandalizza, dicendoci che in Russia c’ è libertà di culto: se vogliamo, possiamo dire la Messa. «Ci procuri, se è così, pane e vino ed un calice dai musei dell’ateismo!» Risposta: « Niet! Dovete arrangiarvi…!» E noi ci siamo arrangiati. Dopo un anno di prigionia finisce il digiuno eucaristico. Alcuni dei nostri lavorano al forno e ci fecero avere farina bianca. Due ferri da stiro arroventati, una cucchiaiata di pappina bianca…..esperimento fallito; occorre una goccia d’olio sulle piastre; ed ecco le “ostie”….. Ma il vino di uva?…la provvidenza non manca mai. I russi ci distribuivano acini d’uva, passila, ma non troppo. Elemosinando qua e là un acino, ed era grosso sacrificio privarsi di un acino, ne mettiamo assieme un certo malloppo. Spremuti, ne venne fuori un liquido di colore non ben definito, ma veniva Ottobre 2006-70 anni di Messa-Grande risalto su giornali dall’ uva; ed avemmo il vino per la Messa. Don Enelio con i ricordi della prigionia: in particolare la pianeta Il primo calice fu un bicchiere slabbrato, ma poi il tenente dei bersaglieri, Andrea Versori, ne fece uno di alluminio da una gavetta; poi venne il mio di legno di betulla. Mi fu regalato dagli amici nel X° anniversario della mia ordinazione della prima Messa, il 28 marzo 1946. Si tassarono di pane e zucchero e lo commissionarono ad un ufficiale tedesco che lavorava il legno con chiodi schiacciati a mo’ di pialla. E poi venne il camice con lenzuola trafugate…. e venne la pianeta… Il tenente Carlo Vicentini del Battaglione “Cervino” disegnò sulle due parti ampie volute di edera e per l’edera fecero ottimo servizio le fodere delle giubbe grigioverdi; da una bandiera rossa ricavammo gli orli tutt’attorno ; nelle parti centrali un bel calice giallo ricavato dai bracciali che tutti dovevamo portare; dall’altra parte un cuore (di Gesù) sanguinante, rosso, con corona di spine. Era una meraviglia! Medaglia d’Oro. – « Cappellano

addetto al comando di una grande unità, durante accaniti combattimenti recava volontariamente il con-forto religioso ai reparti in linea. In caposaldo impegnato in strenua difesa contro schiaccianti forze nemiche, invitato dal comandante ad allontanarsi finché ne aveva la possibilità, rifiutava decisamente e allor-ché i superstiti riuscirono a rompere il cerchio avversario restava in posto con sublime altruismo per prodigare l’assistenza spirituale ai feriti intrasportabili. Caduto prigioniero e sottoposto a logorio fisico prodotto da fatiche e da privazioni, noncurante di se stesso con sovrumana forza d’animo si prodigava per assolvere il suo apostolato. Con eroico sacrificio rifiutava per ben due volte il rimpatrio onde continuare tra le indicibili sofferenze dei campi di prigionia la sua opera che gli guadagnò stima, affetto, riconoscenza ed ammirazione da tutti. Animo eccelso votato al cosciente sacrificio per il bene altrui». Fronte russo, dicembre 1942 – Campo di prigionia, 1942-1946. 6


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Gesù Cristo è il cuore felice della vita

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esù si mostra durissimo contro il rischio di una religione esteriore. Veniva da villaggi e campagne dove il suo andare era come un bagno dentro il dolore. Dovunque arrivava, gli portavano i malati, mendicanti ciechi lo chiamavano, donne di Tiro e Sidone cercavano di toccargli almeno la frangia del mantello, almeno che la sua ombra passasse come una carezza sulla loro umanità dolente. E ora gli chiedono di tradizioni, di mani lavate o no, di abluzioni di stoviglie, di formalismi vuoti! Ed ecco che Gesù inaugura la religione del cuore, la linea dell'interiorità. «Non c'è nulla fuori dall'uomo che entrando in lui possa renderlo impuro. Sono le cose che escono dal cuore dell'uomo a renderlo impuro». Gesù scardina ogni pregiudizio circa il puro e l'impuro, quei pregiudizi così duri a morire. Rivendica la purezza di ogni realtà vivente. Il cielo, la terra, ogni specie di cibo, il corpo dell'uomo e della donna sono puri, come è scritto «Dio vide e tutto era cosa buona». E attribuisce al cuore, e solo al cuore, la possibilità di rendere pure o impure le cose, di sporcarle o di illuminarle. Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Il grande pericolo è vivere una religione di pratiche esteriori, emozionarsi per i grandi numeri, i milioni di pellegrini..., amare la liturgia per la musica, i fiori, l'incenso, recitare formule con le labbra, ma avere «il cuore lontano» da Dio e dai poveri. Dio non è presente dove è assente il cuore. Ma il ritorno al cuore non basta. Ci guardiamo dentro e vi troviamo di tutto, anche cose delle quali ci vergogniamo: dal cuore vengono le intenzioni cattive, prostituzioni, omicidi, adulteri, malvagità... un elenco impressionante di dodici cose cattive, che rendono impura la vita. C'è bisogno di purificare la sorgente, di evangelizzare le nostre zone di durezza e di egoismo, guardandoci con lo sguardo di Gesù: il suo sguardo di perdono sulla donna adultera, su Maria Maddalena, su Pietro pentito, sguardo che trasforma, che ci fa abbandonare il peccato passato e ci apre a un futuro buono. Non sono le pratiche esteriori che purificano, è più facile lavare le mani che lavare le intenzioni. Occorre lo sguardo di Gesù. Allora cadono le sovrastrutture, le esteriorità, le disquisizioni vuote, tutto ciò che è cascame culturale, «tradizione di uomini». Che aria di libertà con Gesù! Apri il Vangelo ed è come una boccata d'aria fresca dentro l'afa dei soliti discorsi. Scorri il Vangelo e passa l'ombra di una perenne freschezza, un vento creatore che ti rigenera, che apre cammini, perché con Cristo sei tornato al cuore felice della vita.

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“Il dolore è come il lago che ti circonda…"

accanto alle donne romene, formando delle famiglie romeno- italiane, gli altri morirono col pensiero e con la nostalgia della loro terra natale, l’Italia, dato che, durante gli anni della dittatura era difficilissimo viaggiare nei paesi capitalisti, se non quasi impossibile, specialmente per chi aveva origine straniera. All’ evento parteciparono anche i rappresentanti delle autorità italiane presente nel nostro Paese, in quel periodo. Io fui lieta della proposta del presidente della Comunità italiana, appena fondata, di scegliere le parole che siano incise sul monumento, nella lingua italiana. Sfogliai qualche libro per ispirarmi, dato che il momento e la vicenda in sé erano difficili per me da intenderli nella profondità dei loro dettagli. Così, scelsi le parole di Cesare Pavese che mi sembrarono le più suggestive, parole che rimasero per sempre incise su un monumeto trovatosi su una contrada piena di laghi naturali e artificiali, dei bei paesaggi e degli eventi storici, che resero la nostra vita felice e dolorosa, alla stesso tempo: ”Il dolore è come il lago che ti circonda...” Le radici della Comunità italiana della Romania sono però, molto più vecchie e sorsero in un periodo difficile, di poverà, in cui molti italiani emigrarono dalle nostre parti (specialmente dal Nord Italia), nella cerca di lavoro, così che, anche oggi, dopo tante generazioni, si sa che sono stati e lo sono ancora i migliori costruttori di strade o dei bravi lavoratori nelle carriere di pietra. La conquista delle libertà democratiche ha concesso a loro di ritrovarsi la propria identità, gli avi e i parenti italiani mai visti, essendo rappresentati anche nel nostro Parlamento. Noi, la maggioranza romena, viviamo in piena armonia accanto a lor, lieti di arricchirci spiritualmente, loro contenti di avere due patrie e di viaggiare liberamente nel paese natale. Alcuni di loro hanno scelto di vivere in Italia, gli altri sono rimasti qui, nelle loro famiglie romeno- italiane, accanto a quelli che hanno accolto con affetto e premura i loro genitori e avi. L’autunno se ne andrà con la sua malinconia, ma rimarrà la bella nostalgia delle storie raccontate “alla bocca della stufa”, riscaldate dal fuoco acceso insieme, in tal modo da non sentire più il freddo del dolore che circonda il lago, nell’abbraccio caloroso delle due rive. Marilena Rodica Chiretu- Pitesti- Romania.

Marilena Rodica Chiretu- Pitesti- Romania.

18 novembre, 2007.

”Un autunno freddoloso, triste e piovoso, che sta vivendo i suoi ultimi giorni, mi fa sprofondare nel mondo piacevole delle mie passioni e dei bei ricordi. Guardo dalla finestra le ultime foglie gialle distaccandosi dai rami umidi, ma mi dico che lo fanno anche per coprire la terra e proteggerla dal freddo invernale.”Fortunatamente, ci sono anche gli abeti sempre verdi” mi dico io. “Vestiti nell’ abito bianco della neve, ci insegnano che si dovrebbe vivere come loro, con la fierezza dei lunghi tronchi diritti, che sanno baciare il cielo con le cime anche nei freddolosi giorni invernali, perché i fiocchi bianchi li rendono ugualmente belli e maestosi. Mi siedo alla scrivania con delle foto davanti e qualche numero del giornale “Forza latina”, realizzato negli anni ’90, anche con il mio contributo. In quel periodo, non c’erano molte le persone che conoscessero bene la lingua italiana, pochissimo studiata durante i quasi 50 anni di dittatura comunista. Finalmente, ero molto lieta di approfittare delle mie conoscenze e mi incamminai con entusiasmo su una strada nuova, accanto agli etnici italiani della Romania, nella cerca della loro perduta identità, in quei tempi, nei quali anche i cognomi dovevano cambiarli per non essere perseguitati dal regime politico. Sulla terra della mia provincia, Arges, nacque una delle tante comunità dei romeni di origine italiana ed io mi dimostrai subito molto curiosa di sapere anche il perché. Non durò molto a saperlo dallo stesso presidente della comunità, che mi coinvolgeva sempre di più nelle loro attività e nei loro convegni, ai quali partecipai volentieri, più volte, qui nel nostro Paese. 1 novembre, 1996, ad Oesti, Arges, in un villaggio nascosto tra monti e colline, si inaugurò un monumento dedicato ai militi italiani rifugiati da queste parti, dopo la seconda guerra mondiale, accolti ed alloggiati, affettuosamente dai contadini romeni. Alcuni di loro hanno scelto di vivere 8


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Il Santuario di Maria Radna sformarono anche l’adiacente convento francescano in un ospizio statale per anziani. I cambiamenti avvenuti negli anni ‘90 incisero a fasi alterne perché molti cattolici emigrarono e le 151 parrocchie della diocesi, si ridussero ad appena 73. Da alcuni anni, i pellegrini stanno tornando e ogni giorno si registra un afflusso di circa 200 persone. Qui si scopre come la devozione a Maria diventa luogo di incontro di popoli diversi. Fino alla prima guerra mondiale questa terra apparteneva all'Impero Austro-ungarico, per cui oltre al rumeno si parla ungherese e tedesco, ma anche serbo e bulgaro. L'immagine della Vergine Maria venerata a Radna rappresenta la Madonna del Carmine: è una stampa donata nel a Basilica Maria Radna del distretto di 1668 da Giorgio Arad si trova alla confluenza tra il Badi Bosnia. La rinato e la Transilvania e tutti coloro produzione sacra che vivono nella parte Ovest della Romania è stata però imla conoscono come uno dei più celebri luoghi pressa in Italia da di pellegrinaggio, in particolare per la venerauna stamperia di zione della Vergine Maria. Bassano del Nel 1695, quando i turchi si ritirarono, Grappa. Essa rila cappella fu incendiata, ma l’immagine saproduce la figura cra della Vergine rimase miracolosamente inclassica della Matatta. I fedeli continuarono a recarsi a Maria donna del CarmiRadna. Il primo grande pellegrinagne che si rifà al modello della gio è datato 1709, anno della fine Madonna Bruna di Napoli. della peste; dal 1750, il santuario è L'immagine appare però specustato riconosciuto ufficialmente tale lare rispetto alla "Bruna", cioè dalla Chiesa. Da allora, questa Macon il bambino alla sua sinistra, donna della diocesi di Timisoara, probabilmente perché la lastra è richiama a sé pellegrini da Romastata incisa come l'originale e nia, Ungheria e Balcani, divenendo girandola per la stampa l'immaun santuario nazionale, al pari gine si è rovesciata. di Loreto per l’Italia, Einsiedeln per Il complesso, tenuto dai la Svizzera, Czestochowa per la Pofrancescani, è stato totalmente lonia, Fatima per il Portogallo o restaurato con fondi europei ed Lourdes per la Francia. è stato solennemente inaugurato il 2 Agosto 2015 dal card. MeiI comunisti fermarono l’afflusso, sner inviato appositamente da Papa Francesco. ma non poterono fermare l’adorazione. Tra-

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LITURGIA EUCARISTICA LETTURE: Dt 4,1-2.6-8 Sal 14 Giac 1,17-18.21-22.27 Mc 7,1-8.14-15.21-23

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. La nostra vera libertà è la possibilità di scegliere il bene al di là di ogni condizionamento. Ma il nostro egoismo spesso ci induce a decidere da noi stessi ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, secondo i nostri gusti e le nostre voglie, sostituendoci così a Dio. Di questo chiediamo perdono al Signore, fiduciosi nel suo amore pieno di misericordia. Breve pausa di riflessione personale Signore, che ci inviti a tornare a te, sempre pronto a perdonare, abbi pietà di noi.Signore, pietà. Cristo, che nella tua Parola ci indichi il cammino che porta al Padre, abbi pietà di noi. Cristo,pietà. Signore, che ci doni la tua legge come segno del tuo amore, abbi pietà di noi Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Amen. GLORIA A DIO NELL’ALTO CIELI e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. Guarda, o Padre, il popolo cristiano radunato nel giorno memoriale della Pasqua, e fa' che la lode delle nostre labbra risuoni nel-

la profondità del cuore: la tua parola seminata in noi santifichi e rinnovi tutta la nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro del Deuteronomio Mosè parlò al popolo dicendo: «Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R.

Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda. Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore, non sparge calunnie con la sua lingua. R/. Non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti al suo vicino. Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. R/. Non presta il suo denaro a usura e non accetta doni contro l’innocente. Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre. R/. Seconda Lettura Dalla lettera di san Giacomo apostolo Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso

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di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature. Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi. Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Per sua volontà il Padre ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature. . R. Alleluia.

† Vangelo Dal vangelo secondo Marco In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i


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propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Fratelli e sorelle, Dio ascolta coloro che accolgono docilmente la sua Parola, ricolmando di ogni benedizione quanti pongono il proprio cuore accanto a lui. Presentiamogli con fiducia le nostre preghiere. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 1. Per il Papa, i vescovi, i sacerdoti e i catechisti: predichino sempre la religione cristiana vera, che non consiste in pratiche magiche, in un vuoto ritualismo, ma nel rendere grazie a Dio con la vita, preghiamo. 2. Per tutti i cristiani: splendano nel mondo per la purezza e la chiarezza della loro vita, preghiamo. 3. Per i malati e i sofferenti: trovino sempre accanto a sé il conforto e la speranza dell'amico, preghiam 4. Per quanti hanno il cuore lonta-

no da Dio: l'incontro con Cristo, attraverso la testimonianza dei fratelli, sia per loro occasione di conversione, preghiamo. 5. Per la nostra comunità, perché nutrita dal Pane e guidata dalla Parola sappia liberarsi da ogni espressione di religiosità falsa, sterile e formale, preghiamo. C. O Padre, tu hai voluto nutrirci con la tua parola di verità. Concedici di celebrare con cuore puro i tuoi santi misteri. Per Cristo nostro Signore. Amen. LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Santifica, Signore, l'offerta che ti presentiamo, e compi in noi con la potenza del tuo Spirito la redenzione che si attua nel mistero. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. È veramente cosa buona e giusta, proclamare le tue grandi opere e renderti grazie a nome di tutti gli uomini, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo Signore nostro. Egli, nascendo da Maria Vergine, ha inaugurato i tempi nuovi, soffrendo la passione, ha distrutto i nostri peccati; risorgendo dai morti, ci ha aperto il passaggio alla vita eterna; salendo a te, Padre, ci ha preparato un posto nel tuo regno. Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi, proclamiamo senza fine l'inno della tua lode: Santo, Santo, Santo…... DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta.. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni

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onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C O Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa' che questo sacramento ci rafforzi nel tuo amore e ci spinga a servirti nei nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A.


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5 Settembre Madre Teresa di Calcutta

Una vita dedicata ai poveri, all’accoglienza e alla fraternità. Figura tra le più carismatiche del Novecento, madre Teresa di Calcutta, era nata a Skopje, in Macedonia, il 27 agosto 1910 (scomparve nel 1997). Durante la sua vita ha servito i più poveri tra i poveri nei bassifondi di Calcutta, in India, fondando la Congregazione delle Missionarie della carità, che opera in tantissimi Paesi del mondo. Dedicò l'intera vita agli emarginati e ai poveri di Calcutta, guadagnandosi il rispetto dei potenti, tra cui il Papa e Lady Diana, e meritando nel 1979 un premio Nobel per la Pace. E' stata beatificata da Giovanni Paolo II il 19 ottobre 2003 a Roma. Sono personalmente grato a questa donna coraggiosa, che ho sempre sentito accanto a me. Icona del Buon Samaritano, essa si recava ovunque per servire Cristo nei più poveri fra i poveri. Nemmeno i conflitti e le guerre riuscivano a fermarla. Ogni tanto veniva a parlarmi delle sue esperienze a servizio dei valori evangelici. Ricordo, ad esempio, i suoi interventi a favore della vita e contro l’aborto, anche in occasione del conferimento del Premio Nobel per la pace (Oslo, 10 dicembre 1979). Soleva dire: “Se sentite che qualche donna non vuole tenere il suo bambino e desidera abortire, cercate di convincerla a portarmi quel bimbo. Io lo amerò, vedendo in lui il segno dell’amore di Dio”. (San Giovanni Paolo II—Dall’Omelia I SANTI DELLA SETTIMANA

di Beatificazione 19 Ottobre 2003)

DOM.30

Beato Ildefonso Schuster

LUN. 01 Madonna di Montevergine MART.02

S. Elpidio

MERC.03

S. Gregorio Magno

GIOV.04

S.Bonifacio Papa

VEN.05

Beata Teresa di Calcutta

SAB. 06

S.Zaccaria Profeta

Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

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C6 7: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00

B : Preasfantul Mantuitor

(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530

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mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober A69 I 6+ : Domenica ore 11:00 nella Chieto70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don in diretta su www.telestartv.ro Horvath Istvan , tel 0745 020262 Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul *°* "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. T+;+ < : Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi*°* na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. I +: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domenica ore 18:00. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica Mail:parohiafabric@googlemail.com ore 9,30, Don Alessandro Lembo *°* Tel 0749469169 Mail: Alelembo73@gmail.com

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