IN SINERGIA C O N F O N D A Z I ON E M IGRANTES
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La storia di Don Camillo e Peppone, la fortunata saga di racconti di Giovannino Guareschi divenuta una serie di film indimenticabili, entra nel magistero. Nel suo discorso agli «stati generali» della Chiesa italiana a Firenze, Francesco ha citato proprio la figura del parroco di Brescello, impersonato dall'attore francese Fernandel. (Andrea Tornielli 10.11.2015)
«La Chiesa italiana - ha detto Papa Bergoglio ha grandi santi il cui esempio possono aiutarla a vivere la fede con umiltà, disinteresse e letizia, da Francesco d'Assisi a Fillipo Neri. Ma pensiamo anche - ha aggiunto - alla semplicità di personaggi inventati come don Camillo che fa coppia con Peppone. Mi colpisce come nelle storie di Guareschi la preghiera di un buon parroco si unisca alla evidente vicinanza con la gente. Di sé don Camillo diceva: "Sono un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro". Vicinanza alla gente e preghiera sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare, umile, generoso, lieto».
l'allora parroco di Santa Maria Nascente don Giovanni Davoli e il sindaco di Brescello Giuseppe Vezzani, i due «successori» di Don Camillo e Peppone, erano venuti in udienza dal Pontefice con una delegazione del paesello della Bassa per donare a Ratzinger un cofanetto con i Dvd, in italiano e in tedesco, dei 5 film di Peppone e don Camillo e un poster tratto da una scena del film dove i due protagonisti dipingono insieme le statuine del presepe. Un altro episodio curioso riguarda un futuro Papa, Giovanni XXIII. Risale al 1952, quando Angelo Roncalli era nunzio apostolico a Parigi. Racconta monsignor Pirro Scavizzi, suo confessore, che un giorno lo era andato a trovare in nunziatura a Parigi e lo aveva trovato sullo scalone del palazzo dove lo aspettava e rideva, rideva... «Stava leggendo Don Camillo!». Ma i retroscena di un'udienza specialissima che vede protagonista Pio XII sono descritti in un libro appena uscito, «Il vero volto di Don Camillo. Vita & storia di Fernandel», (edizioni Ares, pp. 192, euro 15), scritto dal giornalista Fulvio Fulvi, che racconta la vita di Fernandel. E spiega ciò che avvenne domenica 18 gennaio 1953, alle 10.30, in Vaticano. Papa Pacelli, che aveva da pochi giorni visto il film di don Camillo e Peppone, aveva voluto incontrare l'attore francese. Quando Fernandel venne raggiunto in albergo a Roma dai messi pontifici, dapprima credette a uno scherzo. Si recò all'udienza con la figlia Janine. Durante il colloquio Pio XII non fece mai riferimenti al film, ma parlò del suo amore per la Francia e chiese notizie sulla famiglia dell'attore. Fernandel racconterà di come venne accolto da tutti Oltretevere: «Le loro attenzioni per me erano davvero speciali, non quelle solite riservate agli estranei... mi trattavano come se fossi uno di casa... mi dicevano “Buongiorno” come lo si dice a un collega... seppure in borghese, senza abito talare». Si racconta che Papa Pacelli, dopo aver visto il film, abbia detto: «Voglio conoscere il prete più celebre al mondo dopo di me...».
La valorizzazione di Don Camillo non è un inedito per i Papi. Benedetto XVI nel 2010 aveva infatti rivelato di amare molto i film tratti dai racconti di Guareschi. Nel libro intervista «Luce del mondo», Papa Ratzinger, rispondendo alla domanda su quali siano i suoi film preferiti, aveva detto: «Mi piacciono don Camillo e Peppone». L’intervistatore, il giornalista Peter Seewald, lo aveva incalzato: «Santità, immagino conosca a memoria ogni episodio...». E il Papa, sorridendo aveva risposto: «Non tutti...». Si è saputo che quando la Tv rimandava in onda questi vecchi film, Papa Benedetto li guardava, insieme alla sua «famiglia pontificia». Dopo quella piccola rivelazione, nel gennaio 2011,
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di piccoli gruppi di genitori dediti al servizio. Ma così facendo entrambi trascurano il popolo di Dio così com’è, la gente che non sarà interessata né a curiosità liturgiche, né a complessi itinerari di formazione cristiana, la gente che semplicemente vive, mangia, dorme ed educa i suoi figli. E prosegue: Papa Francesco ci invita ad un cristianesimo popolare. Dove ha dignità una mamma che chiede il Battesimo per suo figlio, dove ha dignità il suo bambino al punto che viene abbracciato e baciato dal papa, dove ha dignità un anziano che con la sua vita è memoria del passato, dove ha dignità un uomo che si reca in chiesa a dire una preghiera, dove ha dignità una vecchietta che prega con il rosario, dove ha dignità un giovane che scopre il valore dell’elemosina e del servizio, dove hanno dignità i genitori che chiedono che i loro figli siano aiutati a ricevere più consapevolmente la prima Comunione anche se nemmeno sanno bene cosa chiedono, dove ha dignità un immigrato che vive una fede popolare e che non la deve perdere per non perdere con essa tutto, dove ha dignità un insegnante che perde la sua vita ad insegnare la meravigliosa tradizione italiana ai suoi alunni, dove ha dignità un adulto che è tale perché ha generato dei figli e perde il suo tempo perché essi riescano a maturare. E’ una chiesa di popolo, per i sofferenti, gli esclusi, sinodale e materna nei modi, non contigua al potere e ai potenti, spirituale e operosa quella che il Papa delinea, ciascuno tracci il suo bilancio.
I4 56789:76 95549;<=49 >< F<?97@9 In sintesi le linee guida del Papa Don Andrea Lonardo spiega come il Papa inviti la chiesa italiana a superare una intera stagione riportando al centro del discorso ecclesiale il popolo così com’è, non come vorremmo che fosse, restituendo dignità a tutte le sue espressioni senza più elitismo: Papa Francesco spiazza così teologi, catecheti e pastoralisti, giornalisti e intellettuali, di destra e di sinistra – se queste espressioni avessero un senso.
Perché chiede di abbandonare tutti i clichés costruiti da decenni. Sono decenni che gli intellettuali di ogni parte e partito hanno cerca-
to di convincere il mondo che bisognava occuparsi delle élites – fossero esse aristocratiche o popolari, retrograde o avanguardiste -, che bisognava occuparsi di coloro che sono lontani dalla religiosità popolare, di coloro che sono “adulti nella fede” o disposti a diventare tali, di coloro che sono disposti a fare cammini peculiari di gruppo, di comunità, di piccole équipes, di coloro che conoscono la Scrittura o la liturgia o il pensiero filosofico o politico. Un cristianesimo “popolare”, fatto dalla gente comune e non solo dagli intellettuali, perché invece gli estremi si toccano e si assomigliano. C’è chi chiede più impegno nella gestione delle sottane e delle rubriche della liturgia e c’è chi chiede più impegno nell’elaborazione di complessi laboratori per il coinvolgimento 3
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chiamo Bledar una testimonianza che pare una favola. Xhuli. Sono qui per raccontare come nella mia vita ho incontrato Cristo. Nato a Fier in Albania in una famiglia atea, dopo il crollo della dittatura i miei genitori, che lavoravano per lo stato, hanno perso il lavoro non c’era nessuna prospettiva per il futuro. Nel 1993, a 16 anni, ho quindi deciso di partire per lavorare in Italia, per realizzare un sogno e poi tornare in Albania. Con un passaporto falso attraversai l’Adriatico su una nave pensando di trovare facilmente un lavoro e una casa, ma presto scoprii che così non era. Il fatto di essere clandestino e minorenne non migliorava la situazione. Girando per varie città d’Italia dormivo all’aperto nelle stazioni ferroviarie. Mi fermai a Firenze dove un compaesano mi disse che c’era la possibilità di mangiare e dormire tezzato. gratis: infatti dormivamo sotto un ponte lungo il Mugnone e mangiavamo alla mensa della Caritas. Giravo tutto il Volevo ricevere subito il battesimo per fare la comunione, giorno per cercare lavoro, ma senza documenti era impos- ma mi rispose che non era possibile: bisognava fare la presibile. Suonavo nelle chiese per chiedere l’elemosina e un parazione e il catechismo! Accettai con tanta gioia e tutte aiuto. le sere quando tornavo dal lavoro e dalle scuole serali facevo anche un ora di catechismo. La notte della Pasqua del La notte spesso non riuscivo a dormire per il freddo e l’u- 1994 ricevetti il battesimo, la cresima e la comunione semido, ma anche perché mi trovavo in una situazione peg- condo il rito degli adulti. Altro incontro con Cristo. Scoprii giore di prima: e non potevo tornare indietro a causa dei gradualmente che il battesimo era un inizio nuovo. tanti soldi presi in prestito per l’attraversata. L’inizio di un cammino spirituale, che passando dallo stuDi nascosto dagli altri, la notte piangevo e gridavo la mia dio e dal lavoro, mi ha portato a scoprire la vocazione al disperazione. Dio ascoltò la voce di un disperato. Un gior- sacerdozio durate il giubileo del 2000. “Finisci l’università no, il 2 dicembre 1993 - bussai alla chiesa di san Gervasio, che hai iniziato, e nel frattempo verificherai la tua chiamanon per chiedere l’elemosina, ma per ritirare una lettera. Il ta. Dio non ha fretta - mi disse don Setti - spesso siamo noi prete, don Giancarlo Setti, cominciò a chiedermi chi fossi che non abbiamo pazienza”. Purtroppo il 22 settembre del e cosa facevo. Non mi diede l’elemosina, ma si interessava 2002, lui mori. Seguendo il suo consiglio, dopo la laurea, a me. Quando gli dissi che dormivo sotto il ponte e che sono entrato nel seminario diocesano, dove ho vissuto 7 avevo sedici anni, non riusciva a crederci. Cominciò a te- anni meravigliosi di preghiera, studio e fraternità. Dal 11 lefonare per chiedere aiuto a delle persone che conosceva aprile 2010 sono sacerdote della chiesa di Firenze. Per 5 ma la questione non era facile. Mi disse di tornare il giorno anni sono stato viceparroco a San Casciano, accolto come dopo promettendomi di trovare una soluzione. Il giorno, in una famiglia dal parroco e dalla comunità. non avendo trovato niente, mi disse: “per me ha bussato Gesù, per cui vieni e stai in casa mia”. Da gennaio di quest’anno sono parroco di Santa Maria a Campi, una comunità vivace e generosa, dove non manca Mi fece entrare ed abitare nella sua casa, come un figlio né il lavoro pastorale né quello spirituale. Come tutti i sanon per un giorno o un mese, ma per quasi dieci anni fino cerdoti cerco di servire il Signore e i fratelli nella gioia e al 2002 anno in cui mori, in seguito ad una grave malattia. nella fatica quotidiana di vivere il monito ricevuto il giorUna generosità e accoglienza che mi hanno sconvolto. E no dell’ordinazione diaconale, quando il vescovo consemi fece capire una grande verità: ero clandestino, non ero gnandomi il vangelo ha detto: vivi ciò che insegni! un delinquente. È stato il primo incontro con Cristo sebbene non ne ero consapevole. Grazie a lui trovai un lavoro Nell’affetto, nella vicinanza e nella preghiera di tante percome benzinaio, e ripresi gli studi diplomandomi come sone e famiglie ho incontrato Cristo: ho il cuore pieno di ragioniere. gratitudine, pur sperimentando spesso la difficoltà a contraccambiare tanta generosità. Le voglio dire grazie di cuoIscritto poi alla facoltà di Scienze Politiche, ho continuato re, allargando il respiro di questo convegno della chiesa a lavorare come manager in una multinazionale. Abitando italiana in ottica internazionale, per il suo viaggio in Albain una parrocchia frequentavo i ragazzi della mia età; la nia. Ha incoraggiato non solo la chiesa ma l’intero paese a domenica alle 11 tutti sparivano e andavano in chiesa. Ci volare alto come le aquile. Visto il titolo del Convegno andai anche io, per non rimanere solo. La messa mi piac- della nostra chiesa italiana in Cristo il nuovo umanesimo, que molto, specialmente le Letture che non conoscevo, e i tornando alle parole che diceva don Setti “ per me ha buscanti che mi rallegravano il cuore e mi ricordavano gli af- sato Cristo”, dopo 22 anni posso affermare - caro Papa fetti lontani. Alla seconda messa cui partecipavo seguendo Francesco - che Cristo non era presente in chi bussava, ma l’esempio degli altri mi misi in fila per la comunione che il in chi ha aperto la porta. E ancora oggi, alle soglie dell’asacerdote mi negò e ci rimasi molto male. Quando gli pertura dell’anno Giubilare della Misericordia ripete alla chiesi il perché in sagrestia, mi rispose perché non ero bat- sua Chiesa e al mondo: “bussate e vi sarà aperto”. 4
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molti contesti na famiglia che sonon mangia quasi ciali pongono ostamai insieme, o in cui a tavola coli alla convivialità non si parla ma si guarda la televisione, o lo smartphone, familiare» e che non è una famiglia poco famiè una cosa glia». All’udienza generale in «facile». Invece bisopiazza San Pietro papa Francegna recuperare questa sco continua con le sue riflesdimensione: «A tavosione sulla famiglia e parla della si parla, a tavola si la “convivialità”, cioè dell’imascolta, niente silenportanza di sedersi a tavola e zio che non è il silenUdienza generale di mercoledì zio delle monache ma parlarsi con serenità senza essere 11 Novembre 2015 distratti da altro: «Oggi rifletterequello dell'egoismo, mo su una qualità caratteristidel telefonino del ca della vita familiare che si televisore, recupeapprende fin dai primi anni di rare la convivialità vita: la convivialità, ossia l’atpur adattandola ai titudine a condividere i beni tempi. La convidella vita e a essere felici di vialità sembra sia poterlo fare. Ma condividediventata una cosa re, saper condividere è una che si compra e si virtù preziosa! Il suo simbolo, vende, ma così è la sua icona, è la famiglia riuun’altra cosa». nita intorno alla mensa domeBergoglio ha acstica. La condivisione del pacennato anche alla sto – e dunque, oltre che del cibo, anche degli condivisione del cibo, a pochi gior ni dalla affetti, dei racconti, degli eventi… – è un’echiusura di Expo. Ha detto che «nutrimento sperienza fondamentale. Quando c’è una festa, non è sempre il simbolo di una giusta condiviun compleanno, un anniversario, ci si ritrova sione dei beni, capace di raggiungere chi non attorno alla tavola. In alcune culture è consue- ha né pane né affetti. Nei Paesi ricchi siamo tudine farlo anche per un lutto, per stare vici- indotti a spendere per un nutrimento eccessino a chi è nel dolore per la perdita di un fami- vo, e poi lo siamo di nuovo per rimediare liare. La convivialità è un termometro sicuro all’eccesso. E questo “affare” insensato distoper misurare la salute dei rapporti: se in fami- glie la nostra attenzione dalla fame vera, del glia c’è qualcosa che non va, o qualche ferita corpo e dell’anima. Quando non c'è convivianascosta, a tavola si capisce subito. Una lità c'è egoismo, ognufamiglia che non mangia quasi mai inno pensa a se stessieme, o in cui a tavola non si parla ma so. Tanto più che la pubsi guarda la televisione, o lo smartphoblicità l’ha ridotta a un ne, è una famiglia poco famiglia. languore di merendine e Quando i figli a tavola sono attaccati al a una voglia di dolcetti. computer, al telefonino e non si ascolMentre tanti, troppi fratano fra loro, questo non è famiglia, è telli e sorelle rimangono un pensionato!». fuori dalla tavola. È una vergogna!».
A TAVOLA NIENTE TV E CELLULARI, ALTRIMENTI CHE FAMIGLIA È?
Papa Francesco ha rilevato che «oggi
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Siamo alla fine dell'anno liturgico, e la Parola ci orienta in una direzione ostica e impegnativa, ci invita a guardare avanti e altrove e con un altro sguardo: è il tema del futuro, della fine del mondo, dei novissimi. Cosa succederà domani? Come andrà a finire la Storia? Che ne sarà di noi? Predicazioni medioevali e film di serie "B" ci rappresentano la fine del mondo come un delirio di fiamme e di distruzione, come il sommo giudizio finale fatto di caligine e di paura. La "colpa" di questa interpretazione approssimativa è del linguaggio apocalittico usato da alcuni libri della Scrittura, come il brano di Daniele che abbiamo letto oggi, fatto di forti immagini da non prendere alla lettera. Ciò che i cristiani hanno capito è semplice: Cristo, risorto e asceso al Padre, tornerà nella pienezza dei tempi, tornerà per completare il suo Regno, le anime dei nostri defunti riprenderanno i propri corpi trasfigurati e risorti e sarà la pienezza. Nel frattempo, e questa è una nota dolente, quel buontempone di Dio ha affidato a noi, fragile Chiesa, il compito di far crescere il Regno. Questo è il tempo della Chiesa. Non il tempo di restare seduti ed aspettare (come sta succedendo), ma di annunciare il Vangelo, finché il Signore torni. Una corrente del pensiero ebraico contemporaneo invita tutti, anche i non ebrei, a comportarsi con rettitudine, per accelerare per loro la venuta del Messia, e per noi il ritorno. Non è una ragione sufficiente per cambiare il mondo a partire da noi stessi? (Paolo Curtaz)
17 tipiche scuse per non andare a Messa
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) I miei figli faranno molto rumore, preferisco non dare fas dio
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) Non capisco cosa dice il prete
Questa è un’idea talmente antievangelica che sicuramente è venuta al diavolo. Anche gli apostoli sono caduti nella trappola della falsa preoccupazione esterna e protocollare: “Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: ‘Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso’. E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva” (Mc 10 13-16). Non lo dico io. È la Parola di Dio stesso. Fai uno sforzo, abbi pazienza. Avvicinati dopo la Messa a chiedere. Medita sul Vangelo e ricorda: il centro della Messa non è il sacerdote, né l’omelia, ma il sacrificio riconciliatore di Cristo e la sua presenza reale. Prega anche perché lo Spirito Santo illumini i sacerdoti (li ispiri).
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Piccole storie per riflettere Il cane in Africa Un signore va a caccia grossa in Africa e porta con se’ il suo cucciolo. Un giorno, durante una battuta, il cagnolino annoiato si mette a rincorrere una farfalla e, senza accorgersene, si allontana dal gruppo dei cacciatori e si ritrova solo in mezzo alla savana. Ad un tratto scorge un grosso leone che corre veloce verso di lui. Impaurito si guarda intorno e vede poco lontano la carcassa di un grosso animale. La raggiunge e comincia a leccare un osso. Quando il leone sta per attaccarlo il cagnolino dice a voce alta: Mmm, che buon leone mi sono mangiato. Ne mangerei un altro subito.Il leone si ferma e sentendo quelle parole pensa: Che razza di animale sara’? E se poi faccio la stessa fine di quello li’?, meglio sparire!. Una scimmia che stava appollaiata su un ramo e aveva assistito a tutta la scena scende dall’albero e dice al leone: “Ma va la’, stupido, e’ tutta una finta. Quella carcassa era gia’ li’ da un pezzo. Quello e’ semplicemente un cane e ti ha fregato.” Il leone dice alla scimmia: “Ah si? Allora vieni con me che andiamo a trovare quel cane e poi vediamo chi mangia chi!”.
E si mette a correre verso il cucciolo con la scimmia sulla groppa. Il cagnolino che aveva sentito tutto si rende conto della vigliaccata della scimmia e atterrito si chiede: “E adesso cosa faccio?” Ci pensa su un attimo poi, invece di scappare, si siede dando le spalle al leone e dice a voce alta: “Quella maledetta scimmia!, Mezz’ora fa le ho detto di portarmi un altro bel leone grasso e ancora non si fa vedere.” A quelle parole il leone incavolatissimo mangia la scimmia in un boccone e il cagnolino fugge mettendosi in salvo. Morale: nei momenti di crisi la furbizia è più importante della conoscenza
l’altro era perfetto, ed era sempre pieno d’acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto. Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d’acqua. Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma il povero vaso crepato era in imbarazzo per via del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto. Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino:
La Macchia Nera Mi vergogno di me stesso, perché Una volta, un maestro fece questa crepa nel mio fianco fa sì una macchiolina nera nel che l’acqua fuoriesca lungo tutta la centro di un bel foglio di strada verso la vostra casa carta bianco e poi lo moLa vecchia sorrise: strò agli allievi. "Che cosa vedete?", chie- Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non se. dalla parte dell’altro vaso? È per"Una macchia ché io ho Sempre saputo del nera!", risposero tuo difetto, perciò ho piantato in coro. semi di fiori dal tuo lato del "Avete visto tutti sentiero ed ogni giorno, menla macchia nera tre tornavamo, tu li innaffiache è piccola picvi. Per due anni ho potuto cola", ribatté il raccogliere quei bei fiori per maestro, "e nesdecorare la tavola. Se tu non suno ha visto il fossi stato come sei, non avrei avugrande foglio bianco". to quelle bellezze per ingentilire la La vita è una serie di momenti: il casa vero successo sta nel viverli tutti. Non rischiare di perdere il grande foglio bianco per inseguire una macchiolina nera.
Un difetto può essere un pregio Un’anziana donna aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all’estremità di un palo che lei portava sulle spalle. Uno dei vasi aveva una crepa, mentre 7
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Giornata internazionale dell’uomo (o festa dell’uomo) è un evento internazionale annualmente celebrato il 19 novembre. Inaugurata nel 1999 a Trinidad e Tobago, la giornata e gli eventi che vengono organizzati trovano il sostegno di una varietà di individui e di gruppi in Australia, Caraibi, Nord America, Asia, Europa, Africa, e dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite). Parlando a nome dell’UNESCO, la Responsabile della Direzione per le Donne e la Cultura di Pace Ingeborg Breines ha detto della giornata Giornata internazionale dell’uomo “Questa è un’ottima idea e dainternazionale rebbe un certo equilibrio tra i sessi.” Ha aggiunto che l’UNESCO non vedeva l’ora di poter collaborare con gli organizzatoDell’Uomo ri. Si celebra in Italia dal Fra gli obiettivi della celebrazione di una Giornata Internazionale dell’Uomo vi sono 2009 l’attenzione alla salute dell’uomo e del ragazzo, il miglioramento delle relazioni di genere, la promozione dell’uguaglianza di genere, e l’evidenziazione di modelli positivi di ruoli maschili. è un’occasione per evidenziare le discriminazioni contro gli uomini e i ragazzi e per celebrare i loro successi e contributi, in particolare i loro contributi alla comunità , alla famiglia, al matrimonio e alla cura dei bambini.
Il
Giornata 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Universale La data ricorda il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del Bambino adottò, nel 1989, la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Sono oltre 190 i Paesi nel mondo che hanno ratificato la Convenzione. In Italia la sua ratifica è avvenuta nel 1991. Nonostante vi sia un generale consenso sull’importanza dei diritti dei più piccoli. Ancora oggi molti bambini e adolescenti, anche nel nostro Paese, sono vittime di violenze o abusi, discriminati, emarginati o vivono in condizioni di grave trascuratezza. Il Telefono Azzurro celebra ogni anno questa importante ricorrenza con una serie di iniziative. Tra le altre, presenta i risultati delle Indagini Nazionali sulla condizione dell’infanzia e dell’Adolescenza, realizzate in un campione rappresentativo di scuole di tutta Italia. L’indagine, realizzata con Eurispes e giunta alla sua tredicesima edizione, aiuta a comprendere il mondo dei bambini e degli adolescenti, definisce uno stato dell’arte sulla conoscenza e il rispetto dei loro diritti, costituisce elementi di indirizzo per le politiche sociali italiane. STRANO MA VERO...ED IMPORTANTE,
L'
assemblea generale delle Nazioni Unite ha stabilito che il 19 novembre di ogni anno sarà la Giornata Mondiale del Gabinetto: l'obiettivo è portare all'attenzione la situazione di 2,5 miliardi di persone che in tutto il pianeta non dispongono di servigi igienici di base. Secondo l'Onu, infatti, nel mondo 6 miliardi di persone utilizzano un telefono cellulare, ma soltanto 4,5 hanno accesso a bagni e latrine. La risoluzione delle Nazioni Unite esorta i 193 stati membri a promuovere cambiamenti comportamentale e politiche che aumentino i servizi igienico-sanitari e pongano fine alle defecazioni all'aperto, una delle principali causa di malattie in molte aree del sud del mondo.
Il 19 novembre, novembre è la Giornata mondiale del Gabinetto. binetto Si celebra dal 2001, da quando è nata l’Associazione mondiale del Gabinetto a Singapore, per merito di un signore che si fa chiamare Mr. Toilet perché si batte affinché tutti abbiano un gabinetto decente.
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CASTELLO CORVINO a Hunedoara
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l castello Corvineştilor (o castello Corvinilor, castello Huniazilor, castello Hunyad) domina la città di Hunedoara. Oggi è di proprietà dello Stato Rumeno dal 1918, ma durante la sua storia ha cambiato diverse volte proprietario ed è stato diverse volte modificato. Donato nel 1409 dal re Sigismondo di Lussemburgo insieme ai domini di Hunedoara al cavaliere Voicu, il castello venne ereditato da Ioan di Hunedoara che dal 1440 trasformò la fortezza in castello aggiungendo torri, saloni e camere per gli ospiti. Dopo la morte di Ioan nel 1456, le ristrutturazioni furono proseguite da sua moglie Elisabeth Szilágyi. Dal 1457 Mattia Corvino, figlio di Ioan di Hunedoara, divenne padrone del castello e re di Ungheria. Estese molto il suo territorio scontrandosi con l’Impero Ottomano. Fondò la biblioteca Corvina che si trova all’interno del castello. Gli elementi rinascimentali vennero introdotti da Gabriel Bethlen che restaurò il castello nel XVII secolo. Un’altra restaurazione importante venne realizzata nel XIX secolo. Oggi si presenta come una struttura gotica con elementi architettonici rinascimentali. Ha una massiccia struttura difensiva, un ponte levatoio e la corte interna. Gli elementi di spicco sono il Bastione Bianco e la Sala dei Cavalieri, capolavoro di architettura gotica medievale. Si dice che dal 1462 Vlad III Dracula sia stato imprigionato all’interno del castello da Mattia Corvino per 7 anni. - Il Principe Vlad III Dracula era inizialmente alleato con Mattia Corvino, re di Ungheria, contro gli Ottomani. - Mattia Corvino ruppe le alleanze e invase la Valacchia incarcerando Vlad III Dracula per la sua crudeltà contro i mercanti sassoni. - Nel castello è più volte presente lo stemma dei padroni, la famiglia Corvino, un corvo con un anello nel becco. - Mattia Corvino, Matyas Hunyadi, venne chiamato così perché il biografo italiano Antonio Bonfini affermò che la sua famiglia discendeva dall’antica famiglia nobile romana Corvini. - Mattia Corvino creò un esercito di mercenari chiamato l’Armata Nera. - Nella corte accanto alla cappella c’è un pozzo
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LITURGIA EUCARISTICA LETTURE:
Dn 12,1-3 Sal 15 Eb 10,11-14.18 Mc 13,24-32
C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Fratelli e sorelle, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati. Breve pausa di riflessione
Spirito, perché operosi nella carità attendiamo ogni giorno la manifestazione gloriosa del tuo Figlio, che verrà per riunire tutti gli eletti nel suo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal Libro del rofeta Daniele In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.
C.A. CONFESSO a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. SALMO RESPONSORIALE Cristo, pietà. Cristo, pietà. R. Proteggimi, o Dio: in te mi Signore, pietà. Signore, pietà. rifugio. Il Signore è mia parte di GLORIA A DIO NELL’ALTO eredità e mio calice: nelle tue maCIELI e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodia- ni è la mia vita. Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendia- mia destra, non potrò vacillare. mo grazie per la tua gloria im- R/. mensa, Signore Dio, Re del ciePer questo gioisce il mio lo, Dio Padre onnipotente. Sicuore ed esulta la mia anima; angnore Figlio unigenito, Gesù che il mio corpo riposa al sicuro, Cristo, Signore Dio, Agnello di perché non abbandonerai la mia Dio, Figlio del padre, tu che tovita negli inferi, né lascerai che il gli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i pecca- tuo fedele veda la fossa. R/. Mi indicherai il sentiero delti del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla dela vita, gioia piena alla tua prestra del Padre, abbi pietà di noi. senza, dolcezza senza fine alla tua Perché tu solo il Santo, tu solo il destra. R/. Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: Seconda Lettura nella gloria di Dio Padre. Dalla lettera agli Ebrei Amen. Ogni sacerdote si presenta giorno COLLETTA C. O Dio, che vegli sulle sorti del per giorno a celebrare il culto e a tuo popolo, accresci in noi la fede offrire molte volte gli stessi sacriche quanti dormono nella polvere fici, che non possono mai eliminasi risveglieranno; donaci il tuo re i peccati. Cristo, invece, aven-
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do offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo. Alleluia. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C.Dal vangelo secondo Marco A. Gloria a te o Signore. + In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non crea-
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to, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C.Fratelli e sorelle, Gesù ci ricorda ancora una volta che la vera vita è rivolta verso Dio. Rivolgiamoci a lui con fiducia, per ottenere forza e sostegno per il nostro cammino terreno. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 1. Per i sacerdoti, le suore, i laici, perché ognuno, secondo il proprio carisma, sia costruttore del regno di Dio nella vita di ogni giorno, preghiamo. 2. Per i capi dei popoli, perché riconoscano la fragilità del loro potere, e usino la loro autorità per realizzare la giustizia, cercando di aiutare concretamente i deboli e i disagiati, preghiamo. 3. Per coloro che sono nell'angoscia o in ristrettezze economiche: trovino nei cristiani conforto e sostegno per risolvere le proprie necessità, preghiamo. 4. Per la nostra assemblea cristiana, perché rinnovi attorno al banchetto eucaristico la speranza che la anima e sia capace di annunciarla al mondo, preghiamo. C. Signore, noi non sappiamo né il giorno né l'ora del tuo ritorno. Mantienici vigilanti nella carità e nella speranza, e preparaci ad accogliere te, che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen
e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Quest'offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente, ci ottenga la grazia di servirti fedelmente e ci prepari il frutto di un'eternità beata. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. È veramente giusto benedirti e ringraziarti, Padre santo, sorgente della verità e della vita perché in questo giorno di festa ci hai convocato nella tua casa. Oggi la tua famiglia, riunita nell'ascolto della parola e nella comunione dell'unico pane spezzato fa memoria del Signore risorto nell'attesa della domenica senza tramonto, quando l'umanità intera entrerà nel tuo riposo. Allora noi vedremo il tuo volto e loderemo senza fine la tua misericordia. Con questa gioiosa speranza, uniti agli angeli e ai santi, proclamiamo a una sola voce l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo…… DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta.. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen
C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua LITURGIA EUCARISTICA volontà, come in cielo così in C. Pregate, fratelli e sorelle, terra. Dacci oggi il nostro pane perché portando all’altare la gioia quotidiano, e rimetti a noi i no-
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stri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C O Padre, che ci hai nutriti con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale, che Cristo tuo figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo della tua carità. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
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Consacrata la basilica di San Pietro mercoledì 18 novembre 1626 (389 anni fa)
Consacrata San Pietro: Dopo 120 anni di lavori, cui presero parte i più grandi geni della storia dell'architettura, il più importante tempio della cristianità venne inaugurato ufficialmente: il 18 novembre 1626 papa Urbano VIII consacrò laBasilica di San Pietro. Sorta nel luogo di sepoltura dell'apostolo Pietro, il progetto di una nuova basilica in luogo di quella voluta dall'imperatore Costantino nel 324 (i cui resti sono oggi visibili nelle Sacre Grotte), fu promosso da Papa Niccolò V verso la metà del XV secolo, ma la posa della prima pietra si ebbe con Giulio II il 18 aprile 1506. La direzione dei lavori fu affidata inizialmente al Bramante che optò per la pianta a croce greca con una grande volta centrale e quattro piccole cupole, ma l'ingresso di Michelangelo diede un'impronta diversa all'opera, segnando per sempre il profilo architettonico e la sua collocazione nel tessuto urbano di Roma. Fu il Buonarroti a disegnare l'imponente cupola, oggi considerata un monumento simbolo della Capitale, realizzata dopo la sua morte dal discepolo Giacomo della Porta (tra il 1588 e il 1593). L'ultimo fondamentale ritocco al progetto originario si deve a Carlo Maderno, che prolungò la navata centrale fino all'attuale piazza San Pietro, realizzando una pianta a croce latina, ed eresse la facciata. Dopo la consacrazione del 1626, intervenne l'insuperabile genio di Lorenzo Bernini a plasmare l'opera sia all'esterno - con il disegno dello spettacolare colonnato che delimita la piazza - che all'interno, con la realizzazione tra gli altri del maestoso Baldacchino di San Pietro che sovrasta l'Altare Maggiore. Luogo simbolo della fede cattolica e scrigno di opere d'arte senza tempo (come la celebrePietà di Michelangelo), la Basilica di San Pietro, insieme con l'intero centro storico di Roma, fu riconosciuta nel 1980 Patrimonio dell'Umanità e posta sotto l'egida dell'UNESCO. Con una media di sette milioni di presenze all'anno, è, insieme al Santuario di Lourdes, al secondo posto nella classifica mondiale dei luoghi della cristianità più visitati (al primo posto c’è Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico).
I SANTI DELLA SETTIMANA DOM.15
S.Alberto Magno
LUN. 16
San GiuseppeMoscati
MART.17
S. Elisabetta d’Ungheria
MERC.18 Ded.Basiliche S.Pietro e Paolo GIOV.19
S. Matilde
VEN.20
S. Ottavio
SAB. 21 Pres.B.V. Maria al Tempio
ANCHE SENZA TRADUZIONE..SI CAPISCE
Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Alelembo73@gmail.com Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp
B : Preasfantul Mantuitor
*°* C9:;: Chiesa romano-cattolica dei Piari-
(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober to70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.
*°* I +: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 10,30 Monastero S. Luigi Orione –Iasi,
sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00
*°* A9@A I:9BA: Domenica ore 11:00 nella Chie-
sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262
*°* TBDBEFAGA: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regina Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:parohiafabric@googlemail.com
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