< S. ANTONIO ABATE
ADESTE n°03/ ANNO 5°-17.01.2016
giornata trova la sua origine nella letteQ uesta ra circolare “Il dolore e le preoccupazioni”, che la Sacra Congregazione Concistoriale inviò il 6 dicembre 1914 agli Ordinari Diocesani Italiani. In essa si chiedeva, per la prima volta, di istituire una giornata annuale di sensibilizzazione sul fenomeno della migrazione e anche per promuovere una colletta in favore delle opere pastorali per gli emigrati Italiani e per la preparazione dei missionari d’emigrazione. Conseguenza di quella missiva, il 21 febbraio 1915 avvenne la prima celebrazione di tale Giornata.
«L’indifferenza e il silenzio aprono la strada alla complicità quando assistiamo come spettatori alle morti per soffocamento, stenti, violenze e naufragi. Di grandi o piccole dimensioni, sono sempre tragedie quando si perde anche una sola vita umana». Lo scrive il Papa nel messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del 17 gennaio 2016, intitolato: «Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della Misericordia». Sintesi del messaggio di Papa Francesco Nel documento, Francesco scrive che «i flussi migratori sono in continuo aumento in ogni area del pianeta: profughi e persone in fuga dalle loro patrie interpellano i singoli e le collettività, sfidando il tradizionale modo di vivere e, talvolta, sconvolgendo l’orizzonte culturale e sociale con cui vengono a confronto». Chi fugge è vittima «della violenza e della povertà», e abbandonando la propria terra subisce «l’oltraggio dei trafficanti di persone umane nel viaggio verso il sogno di un futuro migliore». Se sopravvive, si trova poi a «fare i conti con realtà dove si annidano sospetti e paure». E spesso mancano «normative chiare e praticabili, che regolino l’accoglienza e prevedano itinerari di integrazione a breve e a lungo termine, con attenzione ai diritti e ai doveri di tutti». Il Papa afferma che «il V angelo della misericordia scuote le coscienze, impedisce che ci si abitui alla sofferenza dell’altro e indica vie di risposta». Innanzitutto osserva come i flussi migratori siano «ormai una realtà strutturale e la prima questione che si impone riguarda il superamento della fase di emergenza per dare spazio a programmi che tengano conto delle cause delle migrazioni». Le storie drammatiche di milioni di uomini e donne «interpellano la comunità internazionale, di fronte all’insorgere di inaccettabili crisi umanitarie in molte zone del mondo. L’indifferenza e il silenzio aprono la strada alla complicità quando assistiamo come spettatori alle morti per soffocamento, stenti, violenze e naufragi. Di grandi o piccole dimensioni, sono sempre tragedie quando si perde anche una sola vita umana». «I migranti sono nostri fratelli e sorelle - scrive Francesco - che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dall’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che equamente dovrebbero essere divise tra tutti. Non è forse desiderio di ciascuno quello di migliorare le proprie condizioni di vita e ottenere un onesto e legittimo benessere da condividere con i propri cari?». Il Papa ricorda inoltre che «quella dell’identità non è una questione di secondaria importanza. Chi emigra, infatti, è costretto a modificare taluni aspetti che definiscono la propria persona e, anche se non lo vuole, forza al cambiamento anche chi lo accoglie». Migranti e rifugiati interpellano le società che li accolgono. «Esse devono far fronte a fatti nuovi che possono rivelarsi improvvidi se non sono adeguatamente motivati, gestiti e regolati». Come far sì, dunque, che l’integrazione diventi arricchimento per tutti e «prevenga il rischio della discriminazione, del razzismo, del nazionalismo estremo o della xenofobia?». Dopo aver detto che la rivelazione biblica «incoraggia l’accoglienza dello straniero, motivandola con la certezza che così facendo si aprono le porte a Dio e nel volto dell’altro si manifestano i tratti di Gesù Cristo», Francesco ricorda come «molte istituzioni, associazioni, movimenti, gruppi impegnati, organismi diocesani, nazionali e internazionali sperimentano lo stupore e la gioia della festa dell’incontro». Ma cita anche il moltiplicarsi anche di dibattiti «sulle condizioni e sui limiti da porre all’accoglienza, non solo nelle politiche degli Stati, ma anche in alcune comunità parrocchiali che vedono minacciata la tranquillità tradizionale». Come agire di fronte a tutto ciò rimanendo fedeli al Vangelo? «Siamo custodi dei nostri fratelli e sorelle, ovunque essi vivano - è la risposta del Pontefice - La cura di buoni contatti personali e la capacità di superare pregiudizi e paure sono ingredienti essenziali per coltivare la cultura dell’incontro, dove si è disposti non solo a dare, ma anche a ricevere dagli altri. L’ospitalità, infatti, vive del dare e del ricevere». 2
ADESTE n°03/ ANNO 5°-17.01.2016
RIFUGIATI IN ROMANIA
Ha
percorso migliaia di chiloRiportiamo un articolo apparso sul giornale Le metri affidando la vita ai Monde di Parigi datato 14 Luglio 2009 ( circa 7 anni fa) dove si racconta la storia di un soma- trafficanti che alcune settimane fa lo hanno lo, finito in un centro accoglienza di Romania. trasportato dalla Somalia in Ucraina, e da lì in Romania. Kasim, 29 anni, non ha voglia di parlare del suo viaggio. Come gli altri cinquanta immigrati accolti nel centro per rifugiati di Somcuta Mare, comune a nord-ovest della Romania, sognava l’Europa Occidentale, il “paradiso” che giustifica tanti rischi. La crisi economica, la disoccupazione, la difficoltà di farsi largo in Occidente? “Andate a stare qualche giorno in Somalia e vi accorgerete che queste cose sono delle sciocchezze in confronto”, spiega. “In Europa abbiamo almeno la possibilità di sopravvivere e a noi questo basta”. Il miraggio dell’Occidente continua a esercitare fascino ma gli immigrati non sono al riparo dalle sorprese. La rete trafficanti aveva promesso a Kassim di portarlo in Germania in cambio di una grossa somma di denaro. Ma è finito in uno sperduto villaggio romeno, sorpreso per la poca somiglianza con l’immagine della Germania che si era fatto guardando la televisione. “Si rivolgono a noi tutti in tedesco”, dice divertito Vasile Alb, sindaco di Somcuta Mare. “Quando vediamo un africano o un asiatico arrivare, sappiamo già che ci saluterà dicendo ‘Guten tag’ (buongiorno)”. Sulla terrazza del centro, dove la cameriera è una giovane etiope, gli abitanti del villaggio non hanno peli sulla lingua: “Prima d'oggi i neri li avevo visti solo alla televisione”, ammette il vecchio Nicolae. “All’inizio ero sospettoso. Ma ci si abitua, e poi questi africani sono buoni, lavorano e non creano problemi”. Le cifre ufficiali parlano di 65mila nuovi immigrati in Romania, un numero in costante aumento. Questa ultima ondata di immigrati africani, indiani, afgani e iracheni è ospitata dal centro di accoglienza del comune di Somcuta Mare. Lo stato romeno assicura loro una sistemazione, cibo, abiti, ma i soldi per le piccole spese sono ottanta centesimi di euro al giorno, il prezzo di un succo di frutta. Per arrotondare svolgono piccoli lavoretti per i contadini della zona. Dopo l’adesione della Romania all’Unione europea nel 2007 e la partenza di 3 milioni di romeni andati a lavorare in Occidente, il paese ha dovuto affrontare una penuria di manodopera. Ma la condizione di stato membro dell’Unione europea rende la Romania un paese attraente per i migranti. “All’inizio i contadini mi guardavano di traverso”, confessa Kasim. “Ma li capisco, non hanno mai visto dei neri. Adesso sono contenti quando arrivo per lavorare. Alla fine sto bene. Potrei perfino fermarmi qui”.
In
Romania esistono sei centri per i rifugiati in Bucureşti, Giurgiu, Galaţi, Timişoara, Rădăuţi şi în Şomcuta Mare din Maramureş, gestiti dal Ministero degli affari interni. In totale hanno una capacità per alloggiare 1500 persone. Gli immigrati che giungono in Romania usufruiscono di cibo per il valore di 3 Lei al giorno, i costi di alloggio sono di 1,8 Lei al giorno ed hanno denaro contante pari a 0,60 Lei al giorno per le piccole spese. Ogni straniero ha diritto all’assistenza medica primaria, ai medicinali prescritti dal medico, all’assistenza ospedaliera di urgenza come anche all’assistenza medica ed al trattamento gratuito in caso di affezioni croniche che possano mettere in pericolo l’esistenza . 3
ADESTE n°03/ ANNO 5°-17.01.2016
Può darsi che non siate responsabili per la situazioIl 3° Lunedi’ di gennaio ne in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete ogni anno negli USA si ceartin Lu- nulla per cambiarla.”-Martin Luther King Jr. lebra il “ Martin Luther Martin Luther King, Jr. (15 gennaio, 1929 – 4 aprile, 1968) ther King Day”, festa nazionale King, l'icona mon-
M
In USA molti studenti anche di colore studiano la lingua italiana. Cosa ha rappresentato Martin Luther King nel processo di integrazione razziale americano e come i suoi valori si possono adattare alla neo-società multietnica che si sta formando in Italia a seguito delle nuove immigrazioni.
diale per i diritti civili per aver combattuto le barriere razziali e sociali delle minoranze. King visse nel Mississippi quando negli USA era normale salire sugli autobus, entrare nei bar, in teatro, e nelle chiese e vedere posti separati a seconda del colore della pelle delle persone. Gli idealisti come lui possono essere ancora la fonte di ispirazione per i grandi cambiamenti sociali e per la giustizia mondiale. I suoi discorsi e le sue ideologie hanno profonde radici nel sogno americano. Nel desiderio di vivere in una nazione secondo il vero significato della vita, in un mondo dove un giorno i figli degli schiavi e degli ex-padroni potranno sedersi insieme allo stesso tavolo della fraternità e vedere lo Stato del Mississippi trasformarsi in un'oasi di libertà e giustizia! La parte più emotiva del celebre discorso di Martin Luther King è certamente quando con grande emozione, dice di sognare il giorno in cui i bambini non vengano giudicati per il colore della loro pelle! Il sogno di Martin Luther King è divenuto realtà anche nelle classi d’italiano, perchè il numero degli studenti di colore che sceglie di studiare questa lingua nelle scuole medie è in aumento. Gli studenti afroamericani sono molto motivati ad imparare sia la lingua che la cultura italiana, ottenendo ottimi progressi con l’apprendimento. Posso dire -dalla mia esperienza d’insegnante- che alcuni dei miei migliori studenti sono proprio afroamericani e devo ammettere, che spesso questi ultimi hanno una pronuncia migliore in paragone agli altri in classe, ma il perchè non so spiegarlo. Fino a 10 anni fa gli studenti afroamericani nelle classi d’italiano si vedevano di rado. Oggi in contrasto con molte scuole invece, sembrano più stimolati dalla curiosità d’imparare la lingua e la cultura italiana. La responsabilità delle persone coinvolte nella lotta contro le barriere razziali e la disuguaglianza sociale, è attribuibile agli insegnanti e amministratori che hanno contribuito a risolvere il problema della discriminazione negli USA. E’ stato per gran parte merito del rapporto tra studenti e insegnanti da una generazione all’altra che si è potuti arrivare ai progressi che vediamo oggi, e ad avere un Presidente nero per la prima volta negli USA, il quale è stato recentemente rieletto per il secondo termine. E’ passato mezzo secolo dal giorno del discorso “I have a dream” di Martin Luther King, da allora molto è cambiato. Il Presidente Obama non ha nella sua sto-
ria familiare figli di ex-schiavi afroamericani, mentre la first lady, Michelle, ha invece alcuni discendenti ex -schiavi. Gli afroamericani si sono emancipati negli anni e molti si dedicano ora all’educazione pubblica. Tantissimi sono diventati ottimi presidi e vicepresidi, i quali sanno gestire molto bene sia la pedagogia, che la didattica e la disciplina. Cinquant’anni fa era veramente un sogno difficile da far diventare realtà. Gli USA hanno fatto molti passi avanti per i diritti civili e l’uguaglianza delle minoranze, ma non siamo ancora arrivati a grossi traguardi perchè le polemiche e le discriminazioni esistono ancora, anche se vengono minimizzate dalla politica e dai bei discorsi. Nei fatti, secondo l'ufficio del dipartimento dell'istruzione per i diritti civili, in alcuni stati degli USA gli studenti di colore e senza disabilità di apprendimento vengono sospesi o espulsi tre volte di più dei loro coetanei bianchi. I dati provengono da un’analisi ottenuta dai dati federali del centro per i diritti civili, eseguita presso l'Università della California. Quali valori può insegnare il sogno di Martin Luther King agli italiani? L’Italia, da paese di emigrazioni è diventato un paese di immigrazioni, e quindi una società multietnica caratterizzata dalla coesistenza, più o meno integrata, di persone di etnie diverse. In Italia ora la diversità delle etnie è un fenomeno nuovo, i problemi sui diritti civili e sull’uguaglianza delle minoranze sono molto più gravi rispetto a quelli vissuti dagli americani. La discriminazione in Italia ha radici profonde e non si ferma solo al colore della pelle. La storia è lunga e a tratti vergognosa. Molti italiani che si considerano “istruiti”, si rivelano poi razzisti, per diversi motivi. Il sogno di Martin Luther King può insegnare molto agli italiani sui diritti civili, sull’integrazione, e sull’uguaglianza delle minoranze e sulle barriere razziali. Anche se i tempi e le situazioni sono diverse, le cause scatenanti le polemiche sulle barriere razziali e sulla discriminazione sono sempre le stesse. Perciò, i valori che il sogno di MLK ha insegnato agli americani, possono servire da lezione anche agli italiani. (18 Gennaio 2014: La voce di New York-Filomena Fuduli Sorrentino, insegna lingua italiana alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983 )
4
ADESTE n°03/ ANNO 5°-17.01.2016
In
quest'anno dedicato a Luca, scriba della mansuetudine di Cristo, iniziamo il tempo ordinario con un'inserzione giovannea: le nozze di Cana. Iniziamo il nuovo anno ripetendoci che incontrare Dio è come partecipare ad una splendida festa di nozze. Il matrimonio fra Israele e il suo Dio langue, è come le giare del racconto di oggi: impietrito e imperfetto (sono sei le giare: sette numero della perfezione - meno una): la religiosità di Israele è stanca e annacquata, non dona più gioia, non è più festa. Il popolo vive una fede molto simile alla nostra religiosità contemporanea, stanca e distratta, travolta dalle contraddizioni e dalla quotidianità. Maria, la prima tra i discepoli, se ne accorge, e invita Gesù a intervenire. I servi fedeli, figura centrale del racconto, sono coloro che tengono in piedi il matrimonio fra Israele e Dio, coloro che - con fatica e senza capire - obbediscono, che perseverano, che non mollano. Ancora non lo sanno, ma il loro gesto fedele porterà frutto e rianimerà la festa. Animo amici che vi sentite come i panda in via di estinzione quando vi sbattete passando i pomeriggi in parrocchia! La vostra fedeltà è necessaria al miracolo del vino nuovo! È Gesù, lo sposo dell'umanità, che trasforma l'acqua dell'abitudine nel vino della passione, è lui che riceve i complimenti da noi sommeliers, discepoli ubriacati dall'ebbrezza della Parola.. (Paolo Curtaz)
17 tipiche scuse per non andare a Messa 17) Non riesco a concentrarmi, mi viene da ridere Se sono risate di allegria e gratitudine per i doni ricevuti (Eucaristia significa azione di grazie) mi sembra legittimo. Ci sono persone spontaneamente allegre. Cerca di non infastidire gli altri, ovvero ridi in modo contenuto. Non devi neanche ridere durante la Consacrazione, perché lì diventa nuovamente attuale la passione di Nostro Signore (per la quale c’è poco da ridere). Se al contrario le tue risate sono espressione di superficialità burlesca e infantile, fai uno sforzo e cerca di maturare. Se non ottieni risultati, chiedi al Signore la grazia o chiama il tuo medico. L’obiettivo è che la Messa sia un riflesso della tua vita. Padre Hurtado lo riassumeva in una bella frase: “La mia Messa è la mia vita, e la mia vita è una Messa prolungata”.
5
ADESTE n°03/ ANNO 5°-17.01.2016
D
omenica 17 gennaio ricorre la “Giornata “Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei”, ormai nota come “Giornata dell’ebraismo”, che prelude alla settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). Prosegue anche quest’anno la comune riflessione dedicata ai Dieci Comandamenti, ed il tema d quest’anno è: “Dio allora pronunciò tutte queste parole: Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo” ” (Esodo 20, 1.16)
C
ome ogni anno, ormai dal 1990, il 17 gennaio si celebra in Italia la Giornata dal dialogo ebraico - cristiano che (fu istituita dalla Conferenza Episcopale Italiana il 29 settembre 1989. Questa data venne scelta in quanto precede significativamente l’inizio della settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani (18-25 gennaio); in tal modo se da una parte si mette in evidenza il legame strettissimo del cristianesimo con l’ebraismo, dall’altra si segnala come tale legame sia costitutivo anche per il rapporto fecondo tra le varie confessioni cristiane tra loro: un riavvicinarci insieme alle comuni radici ebraiche permette infatti di condividere più intensamente il comune tesoro della rivelazione biblica e rende più profondo il dialogo.
Non a caso il tema scelto per la prima celebrazione della Giornata, fu: "La radice ebraica della fede cristiana e la necessità del dialogo". Come precisava Mons. Ablondi, allora segretario della CEI per l’ecumenismo e il dialogo nella lettera d’indizione, datata 30 ottobre 1989, “Lo spirito della Giornata è l'approfondimento del dialogo religioso ebraico-cristiano attraverso una maggiore conoscenza reciproca; il superamento dei pregiudizi; la riscoperta dei comuni valori biblici; iniziative comuni per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato; e, dove possibile, scambi di visite in forme diverse”. La celebrazione di queste giornate ha già dato molti frutti e continua a costituire un’occasione propizia per approfondire la mutua conoscenza e l’amicizia tra cristiani ed ebrei, in sintonia con la svolta inaugurata dal Concilio Vaticano II, specialmente attraverso la dichiarazione “Nostra Aetate”. Il Catechismo degli Adulti della CEI (1995), testimonia il progresso anche dottrinale che ha compiuto la Chiesa dopo il concilio, affermando che: "Israele permane nella storia della salvezza... in quanto l’antica alleanza non è mai stata revocata... Gli ebrei, intimamente solidali con la comunità cristiana, rimangono popolo di Dio. Congiunti pertanto al mistero della Chiesa, che ha la pienezza dei mezzi di salvezza, cooperano anch’essi all’edificazione del regno di Dio; svolgono un servizio all’umanità intera” (Cap. 11,5). Come è stato più volte fatto notare per evitare fraintendimenti, l’intento della celebrazione di questa giornata non è rivolto ad extra, come fosse una sorta di appello agli ebrei per la loro “conversione”, è invece rivolto essenzialmente ad intra, un’occasione propizia per mettersi in ascolto dei “nostri fratelli maggiori” (Giovanni Paolo II, 13.6.1986), lasciando che siano essi a definire se stessi. Questo ci permette di attingere alla linfa vitale dalle nostre radici, in quanto “gli ebrei rimangono depositari e testimoni delle promesse di Dio... Conoscere la reli« Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desidegione ebraica giova a conoscere merare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la glio anche la religione cristiasua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna na” (Catechismo degli Adulti, 11,5) cosa che appartenga al tuo prossimo »(Es 20,17). 6
ADESTE n°03/ ANNO 5°-17.01.2016
C
ome ogni anno, il tema è presentato con un messaggio scritto congiuntamente dai responsabili delle Chiese cristiane in Italia e quest’anno porta la firma di monsignor Bruno runo Forte, Forte arcivescovo di Chieti-Vasto e presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Cei, del pastore Massimo Aquilante, Aquilante presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e del Metropolita Gennadios, Gennadios arcivescovo della sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia e di Malta ed Esarcato per l’Europa Meridionale.
«San Pietro apostolo scopre una grande verità – scrivono i leader delle Chiese -: Molti di coloro che costituivano la Chiesa primitiva e che provenivano specificamente dal mondo pagano, prima dell’incontro con il Vangelo non erano il popolo di Dio, che diventa tale con la chiamata ricevuta. Un tempo essi non erano il suo popolo, ora invece sono il popolo di Dio. Un tempo essi non avevano la sua misericordia, ora, invece, hanno ottenuto la misericordia di Dio. Un tempo essi non avevano la grazia di Dio, ora, invece, sono benedetti e hanno la grazia di Dio». «Dio ci ha scelto, senz’altro, non come privilegio – proseguono i rappresentanti delle Chiese -, non perché noi siamo cristiani degni, non perché ne abbiamo diritto. Certamente ci ha scelto per raggiungere uno scopo»: «Annunziare a tutti le sue opere meravigliose». «Malgrado, allora, il fatto che i cristiani appartengono a diverse tradizioni – si legge ancora nel messaggio -, la Parola di Dio, su cui pregano, studiano e riflettono è fondamentale in una comunione, per quanto incompleta». Nel messaggio si invitano le Chiese e le Comunità cristiane a ricordare nella Settimana di preghiera «tutti i martiri cristiani appartenenti alla Chiesa cattolica romana, alla Chiesa ortodossa, alla Chiesa luterana, alla Chiesa battista. Dio doni riposo alle loro anime. Amen!».
A Brauneberg la chiesa è condivisa da cattolici ed evangelici - Ecumenismo in simultanea -
C
ondividono i cori ma anche i costi di luce e riscaldamento: nel piccolo comune di Brauneberg, nel länder tedesco di Renania-Palatinato, le comunità cattolica e protestante possono ben dire di vivere sotto il segno dell’ecumenismo. Hanno infatti in comune la chiesa e celebrano le loro liturgie sotto lo stesso tetto, in quanto una parete integrata in un corridoio lo rende possibile. «Accade spesso che le celebrazioni siano contemporanee», afferma al Sir il pastore luterano Thomas Berke, ma nessuno si preoccupa se sente un organo suonare dall’altra parte. Al termine, i credenti si incontrano davanti al luogo di culto, che dispone di due ingressi. Certe “spartizioni” avvengono nella massima naturalezza: «In occasione di grandi funerali, se abbiamo bisogno di oltre centotrenta posti a sedere, andiamo nella parte cattolica», spiega il reverendo Berke, «perché ci stanno fino a cinquecento persone». 7
ADESTE n°03/ ANNO 5°-17.01.2016
ter Veltroni, Massimo D’Alema, Emma Bonino o addirittura Mario Draghi. Nessun raggio cosmico ha però illuminato il defilatissimo Sergio Mattarella, eletto alla presidenza con ampia maggioranza. Sempre per la politica italiana, la sensitiva bulgara Teodora Stefanova, che afferma da anni di essere in contatto con un’entità aliena di nome Unilsan, originaria del pianeta Vanfim, aveva previsto elezioni anticipate in ottobre, a causa del tradimento di quattro stretti collaboratori di Renzi (due uomini e due donne). In occasione di tali elezioni anticipate, Berlusconi avrebbe riunito ancora una volta il centrodestra, e sarebbero scesi nell’agone politico la figlia Marina, Luca Montezemolo e Flavio Briatore. Siamo a gennaio e ancora stiamo parlando del governo Renzi. Non pervenuti gli altri interlocutori. Non va meglio nel calcio, dove era stato previsto il ritorno del Milan in Champions League “grazie al lavoro di Inzaghi che avrebbe dato un’impronta nuova alla squadra” e la vittoria della Juventus in Champions League. A bocce ferme sappiamo che le cose sono andate diversamente, con i rossoneri in pessima forma che hanno cacciato l’allenatore e il Barcellona che ha alzato la coppa con le orecchie. Infine, immancabile, la previsione della fine del mondo. Quella del 2015 era affidata alla setta cristiana eBible Fellowship, come racconta il Fatto Quotidiano: la data nella quale Dio avrebbe distrutto la Terra col fuoco era il 7 ottobre. Ringraziando la pazienza del Cielo siamo ancora qui. Bisognano, signore, almanacchi? Chissà come andrà questo 2016? Lo sapremo solo al prossimo 31 dicembre, ma intanto in Rete gira una vecchia barzelletta: “Sono andato da un veggente, ho suonato il citofono e mi sono sentito chiedere: ‘“Chi è?’. Ah, cominciamo bene…”.
N
on sarà vero, ma ci crede almeno un italiano su due e la consultazione si fa quasi compulsiva. Parliamo di oroscopi, che ogni inizio d’anno nuovo conoscono una vera impennata. Una sorta di rito collettivo che esorcizza paure e coltiva speranze, cercando di trarre indicazioni più o meno favorevoli da sfruttare, o da cui guardarsi, nel futuro prossimo. Accadrà o no? Chi può dirlo? Il tempo davanti è lungo e tanto non si può controllare a ritroso, un po’ perché tendenzialmente ci si dimentica di quanto letto, un po’ perché le affermazioni sono volutamente poco chiare e un po’ per il noto adagio secondo cui leggere oroscopi passati per ottenere riscontri alla scarsa memoria porterebbe sfortuna. Insomma, accertare cosa non si è verificato e cosa non ha funzionato è una sorta di lavoro sporco che, fortunatamente, c’è chi non ha timore di svolgere e di rendere pubblico. Da una ventina d’anni il Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni delle pseudoscienze) raccoglie e verifica le previsioni fatte da astrologi e veggenti e pubblica un report. «Come tutti gli anni, è importante ricordare che il nostro non è un vero e proprio studio scientifico: il suo scopo è attirare l’attenzione su quello che gli scienziati hanno sempre affermato, e cioè che l’astrologia non aiuta in alcun modo a prevedere il futuro» commenta sul sito del Cicap Stefano Bagnasco, fisico dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e coordinatore del Gruppo di Studio sull’Astrologia. «Naturalmente qualche previsione indovinata c’è, dato che sarebbe ben difficile per una persona intelligente e informata non azzeccarne neanche una. Poi ci sono tantissimi consigli più o meno di saggezza o buonsenso; però la grande maggioranza degli oroscopi sono vaghi e nebulosi, al punto che è sempre più difficile trovare delle vere e proprie previsioni da verificare». Così, se si guarda al 2015 appena passato non è che i veggenti se la siano cavata tanto bene, nemmeno quando hanno tentato di vincere facile puntando sull’ovvio. Ad esempio con l’elezione del Presidente della Repubblica: i nomi su cui le stelle parevano puntare erano quelli dei soliti noti come Wal- (Fonte Sir) 8
ADESTE n°03/ ANNO 5°-17.01.2016
Sant'Antonio Abate, eremita e taumaturgo (Sft. Anton Cel Mare )
Il
culto di sant'Antonio Abate, che mor ì nel 356, senza esser si mosso dall'Egitto, è diffuso ovunque, ed è l'esempio di come la storia di un santo non finisca con la sua vita terrena, ma continui in un rapporto attivo con gli uomini e con Dio, che lascia tracce nell'iconografia. È uno dei fondatori del monachesimo: «monos» in gr eco vuol dir e uno: monaco è l'uomo che appartiene a Uno solo, cioè a Dio, e vive solo. Lo vediamo perciò col saio monacale, e ha l'appellativo di abate, che vuol dire «padre»: per i monaci infatti il superiore è come un padre. Morti i genitori, Antonio distribuì i beni ai poveri e si ritirò nella solitudine del deserto della Tebaide in Egitto.Visse secondo la regola «ora et labora» che un angelo gli aveva insegnato. E il diavolo lo tentò crudelmente nel deserto, sia con pensieri osceni che con pensieri dall'apparenza spirituale: per questo, le storie leggendarie lo vedono spesso contendere al diavolo l'anima dei cristiani appena morti, e spesso il diavolo compare nella sua iconografia. Grazie alla preghiera resistette alle tentazioni, e il Signor e gli consentì di consolare gli afflitti, liberare gli indemoniati, guarire i malati e istruire quanti volevano dedicarsi alla vita ascetica. Una simpatica leggenda dice che si r ecò all' infer no per r ubar e il fuoco al diavolo, e che mentre lui lo distraeva, il suo maialino corse dentro l'inferno, rubò un tizzone, e lo portò fuori per donarlo agli uomini. La sua fama di guaritore dell'«herpes zoster», che perciò è detto Sant' Antonio Abate «fuoco di sant'Antonio», fece accor r er e i malati al villaggio fr ancese, che Coma, Egitto, 250 ca. – Tebaide (Alto da lui prese il nome di Saint-Antoíne de Viennois, dove erano giunte le sue Egitto), 17 gennaio 356 reliquie, e dove si costruì un ospedale, retto da una confraternita di religiosi che sarebbero divenuti l'Ordine Ospedaliero degli Antoniani, che prese come Antonio abate è uno dei più illustri insegna la T, la «tau», che è tradizionale attributo del santo. La T è antichissimo segno sacro, simbolo del centro del mondo, ultima lettera eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, dell'alfabeto ebraico e quindi allusione alle cose ultime e al destino: ai bastoni monaci venne data questa forma. intorno al 250, a vent'anni abbando- Idei religiosi allevavano maiali che, distinguibili per un campanello, avevano il nò ogni cosa per vivere dapprima in privilegio di pascolare liberamente nel paese. una plaga deserta e poi sulle rive È patrono degli eremiti. Poiché, con l' aiuto di un leone, diede sepoldel Mar Rosso, dove condusse vita tura all'eremita san Paolo nel deserto della Tebalde, è patrono anche dei becanacoretica per più di 80 anni: mo- chini. rì, infatti, ultracentenario nel 356. Per il tramite del maiale, non solo il campanello è entrato nell'iconografia del santo, detto anche «sant'Antonio dal campanello», ma anche il santo è divenuGià in vita accorrevano da lui, atto protettore dei porci e dei loro guardiani, nonché degli animali domestitratti dalla fama di santità, pellegri- ci e in particolare di quelli delle stalle, nonché patrono di molti mestieri ni e bisognosi di tutto l'Oriente. An- che avevano a che fare col maiale e la lavorazione del suo corpo. che Costantino e i suoi figli ne cer- La tradizione vuole che la notte della vigilia del 17 gennaio nella stalla si sencarono il consiglio. La sua vicenda tano gli animali parlare, e la benedizione delle state in questo giorno è tradizione radicata e ben viva: nelle città si portano a benedire gli animali da è raccontata da un discepolo, sant'Atanasio, che contribuì a farne compagnia, dai gr ossi cani ai piccoli pesci. Sempre per il tramite del maialino protegge macellai e salumieri, tosatori e conoscere l'esempio in tutta la fabbricanti di spazzole che si facevano con Chiesa. Per due volte lasciò il suo le setole del porco, tessitori e commercianromitaggio. La prima per confortare ti di tessuti, conciatori, guantai; è patrono i cristiani di Alessandria perseguita- dei panierai perché nel deserto intrecciava ti da Massimino Daia. La seconda, canestri; poiché guarisce dal fuoco su invito di Atanasio, per esortarli dell'«herpes», è patrono dei pompieri: è alla fedeltà verso il Conciliio di Ni- invocato contro le fiamme dell'inferno e incendi, e contr o ogni tipo di contacea. Nell'iconografia è raffigurato gli gio e in particolare contro tutte le malattie circondato da donne procaci della pelle quali rogna, prurito, scabbia, (simbolo delle tentazioni) o animali scorbuto, lebbra, sifilide e malattie venedomestici (come il maiale), di cui è ree, e anche i semplici foruncoli e le varici; per il campanello del porcellino, è patrono popolare protettore. dei suonatori di campane. Per quanto riguarda la peste, è invocato Una tradizione toscana anche perché il bastone a «tau» ricorda gli Ebrei risparmiati quando fu elevato il serpente per combattere l'epidemia diffusasi tra il popolo: chiunque vi volgesse gli Nel giorno di S.Antonio Abate si occhi era salvo. Questa croce è chiara immagine di Cristo. usa distribuire e consumare un Viene rappresentato sia in veste di monaco ed eremita, sia in veste di abate mi- tipico panino morbido fatto di trato, in abiti vescovili. pasta dolce senza uovo. Suoi attributi principali sono il bastone a tau, il porcellino, il fuoco; secondari sono il campanellino, gli animali delle stalle, cavalli, cani, porci. 9
ADESTE n°03/ ANNO 5°-17.01.2016
LITURGIA EUCARISTICA LETTURE: Is 62,1-5 Sal 95 1Cor 12,4-11 Gv 2,1-11
102.ma GIORNATA DEI RIFUGIATI E DEI MIGRANTI. C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Eleviamo a Dio, che fa nuove tutte le cose, il nostro cuore. A lui, che gioisce come lo sposo per la sposa, doniamo la settimana che è passata, perché la purifichi e la risani. Breve pausa di riflessione Signore, creatore e redentore, abbi pietà di noi.Signore, pietà. Cristo, Sposo e Signore, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore, Spirito Santo Amore, abbi pietà di noi. Signore, pietà C. Dio Onnipotente abbia misericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. O Dio, che nell'ora della croce hai chiamato l'umanità a unirsi in Cristo, sposo e Signore, fa' che in questo convito domenicale la santa Chiesa sperimenti la forza trasformante del suo amore, e pregusti nella speranza la gioia delle nozze eterne. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'u-
nità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro del profeta Isaia Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo, finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada. Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio. Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te.Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE R.
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore. Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome. R/. Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R/. Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza, date al Signore la gloria del suo nome. R/. Prostratevi al Signore nel suo atrio santo. Tremi davanti a lui tutta la terra. Dite tra le genti: «Il Signore regna!». Egli giudica i popoli con rettitudine. R/. Seconda Lettura Dalla Lettera di San Paolo Apostolo a i Corinzi Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il do10
no delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo. . Alleluia. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C.Dal vangelo secondo GIOVANNI A. Gloria a te o Signore. + In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Parola del Signore A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero
ADESTE n°03/ ANNO 5°-17.01.2016
da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Fratelli e sorelle, il segno prodigioso operato da Gesù a Cana, per mezzo di Maria ci assicura che il Signore mai ci lascerà mancare ciò di cui abbiamo veramente bisogno per raggiungere la gioia nella piena ed eterna comunione con lui. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, vieni in nostro aiuto. 1. Per la Chiesa, chiamata a dare una coraggiosa ed evangelica testimonianza in difesa del creato e della dignità di ogni uomo nel mondo intero, preghiamo: 2. Per i potenti della terra, che hanno la missione di guidare i popoli sulle strade della giustizia, della solidarietà e della pace, preghiamo: 3. Per i tanti nostri fratelli perseguitati per la fedeltà a Cristo e per tutti coloro che sono disprezzati e rifiutati per motivi etnici e razziali, preghiamo: 4. Per tutte le comunità cristiane, chiamate ad essere immagine di una Chiesa in uscita, che si faccia carico delle lotte e delle speranze di questa umanità, preghiamo: C - Signore Dio, il tuo Figlio Gesù a Cana di Galilea, ha manifestato l’inizio della tua nuova ed eterna alleanza con noi. Per l’intercessione di Maria vieni oggi ancora in nostro aiuto. Per Cristo nostro Si-
gnore. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Concedi a noi tuoi fedeli, Signore, di partecipare degnamente ai santi misteri perché, ogni volta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del tuo Figlio, si compie l'opera della nostra redenzione. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. È veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l'inno di benedizione e di lode Dio onnipotente ed eterno, Per Cristo Signore nostro. Mirabile è l'opera da lui compiuta nel mistero pasquale: egli ci ha fatti passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla gloria di proclamarci stirpe eletta, regale sacerdozio, gente santa, popolo di sua conquista, per annunziare al mondo la tua potenza, o Padre, che dalle tenebre ci hai chiamati allo splendore della tua luce. Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori degli angeli, proclamiamo esultanti la tua lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli 11
dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C Infondi in noi, o Padre, lo Spirito del tuo amore, perché nutriti con l'unico pane di vita formiamo un cuor solo e un'anima sola. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
ADESTE n°03/ ANNO 5°-17.01.2016
Debutta Braccio di ferro: (17 Gennaio 1929) Il marinaio piÚ famoso dei fumetti apparve per la prima volta nella striscia Thimble Theatre, ideata dal disegnatore statunitense Elzie Crisler Segar e pubblicata sul quotidiano King Features. Braccio di ferro (Popeye nella versione originale) fece subito breccia nei cuori di piccoli e grandi lettori, diventando negli anni uno dei personaggi immaginari piÚ popolari di sempre. Guercio, dotato di due poderosi avambracci tatuati entrambi con un'ancora e accompagnato dall'inseparabile pipa, il nuovo eroe dei fumetti non ha una grande cultura ma un cuore generoso. Ogniqualvolta c'è un amico in difficoltà , in special modo l'amata Olivia (magrissima e dalla voce stridula), fa appello alla sua forza fisica che si centuplica grazie a un energetico molto originale: gli spinaci! Alla sua prima apparizione, in realtà , la serie esisteva già da dieci anni e il protagonista era Dante Bertolio (Castor Oyl), fratello maggiore di Olivia, un ometto di piccola statura ma alquanto autoritario e saccente nei modi. Costui, inizialmente, si mette in società con Braccio di ferro aprendo un'agenzia investigativa, salvo poi separarsi e lasciare il ruolo di protagonista al marinaio, il cui nome, anni dopo, sostituÏ quello originario della striscia. L'enorme successo portò la serie, all'inizio degli anni Trenta, ad arricchirsi di nuovi personaggi. Tra questi l'inseparabile amico Poldo Sbaffini (scroccone e ghiottissimo di
hamburger), il rivale Bluto (noto anche come Bruto, marinaio attaccabrighe dalla barba nera che insidia Olivia), il figlio adottivo Pisellino (che riceve via posta in un pacco) e il padre Braccio di legno. Rispetto alla versione italiana piÚ addolcita, il Braccio di ferro originale si presentava spesso come una feroce satira verso la politica e i potenti, mentre i personaggi si esprimevano con un linguaggio piÚ rozzo e con accento sguaiato. Per queste ragioni finÏ nel mirino della censura, in particolare per le posizioni "abortiste" dell'autore. Nel 1933 arrivò il debutto al cinema nel corto animato "Betty Boop Meets Popeye the Sailor", che lo vedeva affiancato alla celebre Betty, una delle prime eroine sexy dei cartoon. Di qui il personaggio di Segar continuò a esistere parallelamente sia sulla carta stampata - grazie a disegnatori famosi come Bud Sagendorf (assistente di Segar), Bobby London e Hy Eisman - sia sul piccolo che sul grande schermo. Oltre a numerose serie di cartoni animati, nel 1980 ispirò un film diretto da Robert Altman
con protagonista un giovanissimo Robin Williams. I SANTI DELLA SETTIMANA
OROSCOPOâ&#x20AC;Ś...
17 D
s. Antonio abate
18 L
s. Margherita di Ungheria Ungheria
19 M
s. Mario
20 M
ss. Fabiano e Sebastiano
21 G
s. Agnese
22
s. Vincenzo diacono
23 S
s. Emerenziana
Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Alelembo73@gmail.com Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp
B : Preasfantul Mantuitor
(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober to70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.
*°* I ,: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione â&#x20AC;&#x201C;Iasi,
*°* C9:;: Chiesa romano-cattolica dei Piari-
sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come â&#x20AC;&#x17E;Biserica Universitatiiâ&#x20AC;? din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00
*°* A9@A I:9BA: Domenica ore 11:00 nella Chie-
sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262
*°* TBDBEFAGA: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regina Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:parohiafabric@googlemail.com
12
ADESTE n째03/ ANNO 5째-17.01.2016
13