*ADESTE nr. 5 / anno 5-Domenca 31 Gennaio 2016
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Il volto di una delle sette meraviglie del mondo moderno.
bre in Francia come ritrattista, Gheorghe Leonida fu incluso da Paul Landowski nel gruppo che si mise a lavorare alla gigantesca statua di Rio de Janeiro nel 1922. A lui venne affidato il volto della statua del Redentore.
Gheorghe Leonida - lo scultore romeno che diede il volto al simbolo dell’America Latina
"ll ritratto della statua è del tutto speciale, in quanto rientra in una certa ieraticità conferita sia dalla dimensione che dalla tematica. In un certo qual modo, è uno sguardo moderno su una statua e sul ritratto nella scultura, attraverso la semplificazione dei volumi, l'accuratezza delle forme, il rinvio dei tratti al decorativismo. Comunque, il semplice fatto che gli è stato affidato questo progetto dice tanto della sua capacità. E' ovvio che aveva un talento speciale, perchè il ritratto nella scultura è la cosa più difficile da realizzare. Molto più difficile di altri elementi del corpo umano, ma anche di altri temi che uno scultore può affrontare", aggiunge Adrian Parvu.
La
statua di Cristo Redentore di Rio de Janeiro è tra i più celebri monumenti del mondo. Pochi sanno, per ò, che il volto della statua è opera dello scultore romeno Gheorghe Leonida. Adrian Parvu, capo del Dipartimento Scultura dell'Università Nazionale di Belle Arti di Bucarest ricorda che l'artista è meno noto in Romania. D'altronde, è anche morto a soli 50 anni.
"Infatti, il volto di una delle più importanti statue del Novecento, quella di Rio de Janeiro, è sua opera. Come abbiamo scoperto dai suoi lavori, Riconosciuto per la raffinatezza Gheorghe Leonida è uno scultore che del lavoro e per la capacità di appartiene alla scuola francese. Si è affrontare dei temi difficili, lo laureato in belle arti a Bucarest, quindi ha studiato in scultore romeno Gheorghe Leonida è ingiustamente Italia e Francia. Le sue sculture si rifanno alla scuola escluso dai grandi nomi dell'arte moderna. francese, una scuola classica di scultura. In quel perio- "Certamente, se lo paragoniamo ai suoi contemporado, moltissimi scultori si nei - Brancusi, Paciuispiravano a Rodin. In rea - lui non ha potuto Romania sono stati condimostrare la sua pieservati pochissimi lavori, na capacità creativa. soprattutto nudi, tra cui Resta, però, una delle uno di donna, bellissimo, figure importanti della al Museo Nazionale d'Arscultura romena, e te di Bucarest. Questo dobbiamo visitare i lavoro ricorda Rodin, nelmusei per vedere le la costruzione delle forsue opere e per ammime. Leonida fu uno degli rare la sua capacità di scultori che avrebbe poturaffigurare il corpo to diventare uno dei granumano, i suoi movidi nomi dell'arte romena, menti, di trasmettere se l'esistenza glielo avesse attraverso questi voluconsentito", spiega Adrian Parvu. mi idee e sentimenti, come hanno fatto, d'altronde, tutti gli scultori a lui L'idea di realizzare il celebre monumento contemporanei", conclude il capo del collocato nel sud della città brasiliana di Rio Dipartimento Scultura dell'Università de Janeiro venne lanciata per il centesimo Nazionale di Belle Arti di Bucarest. anniversario dell'indipendenza del Brasile. Con il sostegno della Francia e del Vaticano, Tornato in Romania dopo aver ultimala statua in stile art deco, progettata dallo to il progetto brasiliano, Gheorghe scultore francese Paul Landowski, fu inauguLeonida ha continuato a scolpire. Si è rata il 12 ottobre del 1931. E' alta 30 mespento nella primavera del 1942, tri, di cui 8 fanno parte del basamento, con cadendo dal tetto della casa di famil'apertura delle braccia di 28 metri, e pesa glia a Bucarest. I suoi lavori si trovano 635 tonnellate. al Castello di Bran, in provincia di Brasov (centro della Romania), al MuAll'interno del basamento si trova una capseo Nazionale d'Arte e in altri musei importanti pella che può accogliere 150 persone. Diventato cele- di Bucarest. 2
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Dio è sempre dalla parte dell'uomo
Un
racconto di una modernità unica, dove Luca, il migliore scri ore del Nuovo Testamento crea una tensione, una aspe a va con questo magistrale racconto, che si dipana come al rallentatore: Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò e sede e. Nella sinagoga, gli occhi di tu erano fissi su di lui. E seguono le prime parole ufficiali di Gesù: oggi la parola del profeta si è fa a carne. Gesù si inserisce nel solco dei profe , li prende e li incarna in sé. E i profe , da parte loro, lo aiutano a capire se stesso, chi è davvero, dove è chiamato ad andare: lo Spirito del Signore mi ha mandato ai poveri, ai prigionieri, ai ciechi, agli oppressi. Adamo è diventato così, per questo Dio prende la carne di Adamo. Da subito Gesù sgombra tu i dubbi su ciò che è venuto a fare: è qui per togliere via dall'uomo tu o ciò che ne impedisce la fioritura, perché sia chiaro a tu che cosa è il regno di Dio: vita in pienezza, qualcosa che porta gioia, che libera e da luce, che rende la storia un luogo senza più dispera . E si schiera, non è imparziale Dio; sta dalla parte degli ul mi, mai con gli oppressori. Viene come fonte di libere vite, e da dove cominciare se non dai prigionieri? Gesù non è venuto per riportare i lontani a Dio, ma per portare Dio ai lontani, a uomini e donne senza speranza, per aprirli a tu e le loro immense potenzialità di vita, di lavoro, di crea vità, di relazione, di intelligenza, di amore. Il primo sguardo di Gesù non si posa mai sul peccato della persona, il suo primo sguardo va sempre sulla povertà e sulla fame dell'uomo. Per questo nel Vangelo ricorre più spesso la parola poveri, che non la parola peccatori. Non è moralista il Vangelo, ma creatore di uomini liberi, veggen , gioiosi, non più oppressi. Scriveva padre Giovanni Vannucci: «Il cris anesimo non è una morale ma una sconvolgente liberazione». La lieta no zia del Vangelo non è l'offerta di una nuova morale migliore, più nobile o più benefica delle altre. Buona no zia di Gesù non è neppure il perdono dei pecca . La buona no zia è che Dio me e l'uomo al centro, e dimen ca se stesso per lui, e schiera la sua potenza di liberazione contro tu e le oppressioni esterne, contro tutte le chiusure interne, perché la storia diven 'altrà da quello che è. Un Dio sempre in favore dell'uomo e mai contro l'uomo. Infa la parola chiave è 'liberazioné. E sen dentro l'esplosione di potenzialità prima negate, energia che spinge in avan , che sa di vento, di futuro e di spazi aper . Nella sinagoga di Nazaret è allora l'umanità che si rialza e riprende il suo cammino verso il cuore della vita, il cui nome è gioia, libertà e pienezza. Nomi di Dio.
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Presentazione di Gesù al tempio ( La Candelora) 2 FEBBRAIO Termina l’ ANNO DELLA VITA CONSACRATA VITA CONSACRATA ED ECUMENISMO: ( un incontro eccezionale) Per la prima volta religiosi e religiose cattolici e serbo-ortodossi in Croazia si sono incontrati nei giorni scorsi per confrontare la vita consacrata nelle loro rispettive tradizioni. L’incontro organizzato per la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani L’evento – riporta l’agenzia cattolica croata Ika - si è svolto il 23 gennaio a Dubrovnik, l’antica Ragusa, ed è stato organizzato dalla diocesi in occasione della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, conclusasi lunedì , e nell’ambito dell’Anno della Vita Consacrata. L’iniziativa voleva essere anche una risposta alle indicazioni contenute nella Lettera apostolica di Papa Francesco per questo Anno speciale che sta per chiudersi. L’incontro è stato un’occasione unica per conoscersi e per una migliore comprensione reciproca. Padre Matijas Farkaš, guardiano del Monastero domenicano di Dubrovnik, ha illustrato le caratteristiche della vita consacrata nella tradizione latina e ha fatto una rassegna dei veri ordini religiosi maschili e femminili cattolici, mentre l’abate del monastero ortodosso di Žitomislić ha spiegato la vita monastica nel cristianesimo orientale. Due religiose, suor Blaženka Rudić del Convento domenicano di Korčula e suor Pavla Ćuzulan, badessa del monastero dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di Trebinje, hanno quindi descritto ai partecipanti la vita religiosa nei monasteri e nei conventi cattolici. L’incontro si è concluso con una preghiera ecumenica nella cattedrale di Dubrovnik, copresieduta dal vescovo della città mons. Mate Uzinić e dall’eparca serbo-ortodosso di Zahumlje ed Erzegovina, Grigorije Durić. (L.Z.) (da Radio vaticana)
O
gni 2 febbraio si festeggia in tutto il mondo la World wetlands day, la Giornata mondiale delle zone umide di importanza internazionale. Nel 2014 il WWF ha ripristinato o 2 FEBBRAIO avviato azioni di ripristino in più di 6.600 ettari di zone umide nel cuore dell’Europa dell’Est come Bulgaria, Ungheria, Romania, Serbia e Ucraina centrale. “Il nostro obiettivo è di preservare, ripristinare o gestire in modo sostenibile 2 milioni di ettari di ecosistemi d’acqua dolce lungo il Danubio e i suoi affluenti entro il 2025, garantire beni e servizi ecosistemici essenziali, dall’acqua pulita alla protezione dalle inondazioni, e rafforzare così la resilienza ai cambiamenti climatici” , ha detto Andreas Beckmann , direttore del Programma del Danubio-Carpazi del WWF. Per migliorare la protezione delle zone umide di pregio, il WWF ha sostenuto lo sviluppo di piani di gestione integrata per i fiumi MoravaThaya (che bagnano Austria, Slovacchia e Repubblica Ceca), per il fiume Tisza (Ungheria) e per il basso DaCOLONIA DI PELLLICANI NEL DELTA nubio (Romania e Bulgaria) . Il WWF ha anche individuato i siti di riproduzione degli storioni, veri e propri pesci “preistorici” ma minacciati di estinzione a causa della pesca illegale e della frammentazione dei grandi corsi d’acqua a causa delle dighe. In Italia il WWF tutela le aree umide, che rappresentano buona parte delle oltre 100 Oasi dell’Associazione . 4
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Il Delta del Danubio 2 FEBBRAIO Giornata mondiale delle zone umide Il Danubio il re dei fiumi europei Il Danubio, "il fiume dei re e il re dei fiumi" bagna per 1.075 km (il 38% del suo corso) il Sud della Romania, formando un confine naturale con la Bulgaria e per sfociare poi nel Mar Nero attraverso un bellissimo delta dichiarato riserva naturale della biosfera e patrimonio Unesco dell'Umanità. Lungo il suo cammino, il Danubio attraversa montagne e pianure per raggiungere glorioso il mare lasciando sulla sponda romena porti e paesi la cui vita è stata influenzata e dipende in grande misura dal fiume. Le principali città-porto sono: Orsova, eretta sulle rovine del castro romano Dierna, Drobeta Turnu Severin, dove possono essere ammirati i ruderi del castro romano, delle terme e del ponte costruito da Apollodoro di Damasco che permise alle legioni romane comandate dall'imperatore Traiano di attraversare il Danubio e poi di vincere la guerra contro i Daci, Calafat, Turnu Magurele, Giurgiu che deve il suo nome ai navigatori genovesi che avevano chiamato il porto San Giorgio, Oltenita dove si trova il sito archeologico Gumelnita (le tracce di un'anticà cività che porta lo stesso nome), Calarasi, Braila, Galati, Tulcea e Sulina. Eretta mille anni fa, Sulina (allora si chiamava Selina) diventa nel 1318 porto genovese. In seguito alla convenzione russo-austriaca firmata a Sankt Petersburg nel 1840, Sulina viene nominata porto marittimo-fluviale e vengono messe le basi della navigazio-
ne libera sul Danubio. Il Delta del Danubio - un paradiso terrestre
Guardato dalle colline della città Tulcea, il Delta del Danubio sembra una vasta distesa di verde attraversata di nastri argentati. Abitat naturale per più di 1200 specie di piante, con la più ricca fauna ornitologica (più di 300 specie tra cui tante specie di pellicani) e ittica (più di 100 specie tra cui ricordiamo l'aringa del Danubio e gli storioni) del Vecchio Continente, il Delta del Danubio è la più grande riserva della biosfera dell'Europa, con una superficie di 2.681 kmq. Dal punto di vista geologico il Delta del Danubio è una pianura ancora in formazione con un'altitudine media di 50 m composta da rilievo positivo (terra) e rilievo negativo (tutto quello che significa acqua – i braci del Danubio, i laghi ecc). Ogni anno la quantità di alluvioni portate del Danubio fa sicché la terra avanzi riducendo così il rilievo negativo. I tre 5
grandi braci attraverso cui il Danubio sfocia nel Mar Nero sono Chilia, Sulina (navigabile) e Sfantu Gheorghe. A questi si aggiungono i cosiddetti braci secondari tipo Rusca, Litcov, Uzlina ecc con profondità non superiore ai 4 m e una serie di laghi come Fortuna 906 ha, Matita 618 ha, Rosu 1.331 ha, Gorgova 1.281 ha. Sia nel delta fluviale che nel delta fluviomarittimo si trova una vegetazione ricchissima. La terra ferma è coperta di boschi di pioppi, querce, salici, meli e peri servatici ma anche vite selvatica e liane (Letea, ad esempio, grazie alle sue liane ha l'aspetto di una foresta tropicale), mentre gli isolotti galleggianti sono costituiti da un intreccio di rizomi, radici di piante acquatiche e terra. La flora acquatica è dominata dalla ninfea bianca, ninfea gialla e vari tipi di canne che formano l'abitat ideale per le varie specie di uccelli autoctoni o di passaggio: pellicani, cormorani, anatre e oche selvatiche, aironi ecc. Tra i mammiferi che popolano i bosco ricordiamo il cinghiale, il lupo, il gatto selvatico, l'ermellino, la lontra, la martora mentre nelle acque hanno trovato casa gli storioni, la carpa, il pesce gatto, il luccio, la lucioperca, la murena e tante altre specie di pesci che fanno del Delta del Danubio un paradiso per i pescatori. Nel 1990, il Delta del Danubio è stato dichiarato riserva naturale della biosfera. Nello stesso anno è nata l'Amministrazione della Riserva della Biosfera Delta del Danubio (www.ddbra.ro).
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Per un religioso, progredire significa abbassarsi nel servizio, cioè fare lo stesso cammino di Gesù, che «non ritenne un privilegio l’essere come Dio» (Fil 2,6). Abbassarsi facendosi servo per servire. (Papa Francesco, 2 Febbraio 2015 Omelia XIX Giornata della vita consacrata)
S.E. Virgil Bercea vescovo grecogreco-cattolico di Oradea
Eminenza sa Vescovo Virgil Bercea, alla Caritas Eparchiale di Oradea indossa la divisa del cameriere e serve per Natale il pranzo a circa 100 persone senza dimora. Nella sua opinione, un piccolo gesto, può sfamare l’anima e il corpo dei poveri. Questi gesti mi danno una dose dei energia. Bisogna aver amore e compassione verso i marginalizzati della società. Siamo felici stare insieme con loro anche questa cosa è straordinaria. Bisogna fare il bene del prossimo”, a detto il vescovo Virgil Bercea
..ma la maggior sorpresa è quando, dismesso l’abito di vescovo, insieme a Don Mihai Fecheta, si reca alla “ Groapa de Gunoi “ a trovare un folto gruppo di derelitti che vivono fra i rifiuti della discarica cittadina. Questi poveri vengono visitati ed assistiti con periodica regolarità durante tutto l’anno dagli studenti del Liceo San Luigi Orione di Oradea con il loro direttore don Mihai.
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si stanca mai di limare la sua tecnica, “ma se non emozioni e non azzo di carte, foulard tocchi il cuore del pube l'immancabile saio blico – precisa –, serve a poco: per da cappuccino. Si presenta così padre comunicare occorre la persona, lo Gianfranco Priori, o meglio Frate Mago, strumento e le cose. L'artista si serun omone dalla faccia buona, da quattro ve della magia per comunicare se anni rettore del santuario della Madonna stesso: in un gioco, in una parola, in dell'Ambro nelle Marche. un colore c'è la persona; vale anche Spesso ospite del salotto più famoso d’Itaper l'omelia. Devi essere capace di lia, il “Maurizio Costanzo Show”, più volte nominato “marchigiano dell’anno”, ha parteci- far ritrovare all'altro, dentro di te, cose perdute”. pato a numerose trasmissioni televisive oltre ad aver tenuto spetTrent'anni fa Frate Mago tacoli in Canada e in Svizzera. arrivava a sostenere anNella cornice naturale quasi inche 200 spettacoli all'ancontaminata a Montefortino (in no, dagli ospedali all'auprovincia di Fermo), chiamata la la Paolo VI in Vaticano, Lourdes dei monti Sibillini, padre dalle scuole alle missioni Priori si esibisce davanti a gruppi cappuccine in Etiopia e di ragazzi seduti sulle pendici Benin, lanciando raccoldella collina: “Quella del prestite fondi, strappando giatore è un'arte nobile e comsorrisi a bambini in plessa: far stupire e sorridere chi difficoltà, e provando oggi non si stupisce più di nulla, a donare un pizzico di suscitare la capacità di guardare “gioia evangelica, oltre vedendo tirar fuori un coquello che papa Franlore da un cappello nero, ad cesco ci esorta contiesempio”, ha detto in una internuamente a fare. L'ho vista a Credere (14 dicembre). Anche perché lo stupore sembra incontrato a luglio dopo la Messa a Santa essere diventato ormai “merce rara” anche tra i più giovani. E coMarta, ha benedetto i miei sì li incanta con le sue “catechesi giochi di prestigio: i fazzoletti e le corde colorate, un magiche: giocano con le corde e con gli anelli, che si annodano e si mazzo di carte. E mi ha slegano, parlo di relazioni, riconriconosciuto per quello ciliazione, unità”. che sono, dicendomi con un sorriso: 'Tu sei un maAvevo 10 o 11 anni e decisi che go! Vai'”. volevo fare il frate e anche il ma“Lo scopo dello spettacolo go, cercando di coniugare sempre è far credere allo spettatore il gioco nella mia formazione”, che il sogno è possibile, ricorda. Nel 1978, quindi, quando che se fai qualcosa un micomincia la sua attività sacerdotaracolo può nascere”. E cole e pastorale con i ragazzi dei campi-scuola, sì padre Gianfranco non smette mai di annunpredica il Vangelo facendo balenare di tanto in ciare “l'arte del sogno e dello stupore” in feste tanto gli assi fuori dalla manica. Per anni si è popolari e sagre, istituti religiosi, parrocchie, poi ingegnato da autodidatta a imparare truc- piazze: “Mi servo sempre della tonaca, è un chi sempre diversi fino a frequentare a Bolo- segno forte di riconoscimento e identità in un gna il Club magico italiano. Ancora oggi non mondo così secolarizzato”. 7
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Abbandonato all’ospizio, stupisce tutti. Ecco come…
sognavo che presto… avrei incontrato una donna da amare. Sono stato uno sposo di vent’anni… con il cuore che mi saltava in petto. A venticinque anni… ho avuto accanto mia moglie. Che aveva bisogno di me per andare avanti… e ho avuto una casa, ed ero felice di sicuro. Un uomo di trent’anni… i miei figli cresciuti in fretta, legati tra loro… con legami che dovrebbero durare. A quarant’anni, i miei giovani figli… son cresciuti e sono andati per la loro strada, ma la mia donna è rimasta accanto a me… per vedere che tutto andasse bene. A Cinquant’anni, ancora una volta… i bambini giocano stando sulle mie gambe, E poi sono arrivati su di me i Giorni Bui… mia moglie è morta. Guardavo al futuro… e provavo brividi di terrore. E sono cresciuti i miei figli… e anche i loro figli. E oggi penso agli anni trascorsi… e all’amore che ho conosciuto Ora sono un uomo vecchio… e la Natura è stata crudele. È una beffa la vecchiaia… ti guardano tutti come se fossi un cretino. Il corpo si sbriciola… la grazia e il vigore, spariscono. Ma all’interno di questa carcassa abita ancora un giovane, E ogni tanto.. il mio cuore si gonfia e divento malconcio Ricordo le gioie…ricordo il dolore. E sto amando e vivendo … la vita di nuovo. Penso agli anni, che sono sempre troppo pochi… e che sono fuggiti in fretta. E accettare il fatto nudo e crudo… che niente può durare. Quindi persone aprite gli occhi…aprite e vedete Non vedete un nuovo vecchio e irritabile. Guardate più da vicino… vedete… ME!
E’
una storia che abbiamo trovato navigando in rete, è la storia di un uomo anziano, che come molti altri ha finito la sua vita in un ospizio, dimenticato da tutti, a cominciare dalla famiglia che lentamente ha fatto sì che le visite fossero sempre più rarefatte. E’ la storia di Mak Filiser che una mattina, nella sua solitudine, è tornato alla casa del Padre, e mentre gli infermieri che lo accudivano, magari con benevolenza ma anche con molta superficialità, hanno trovato un foglietto ripiegato. Uno di loro, dopo averlo letto ha deciso di farlo girare tra i colleghi, come monito, come lezione per ritrovare il tempo di curare non solo il corpo, ma lo spirito delle persone che vengono loro affidate.. (Source Aleteia) Il foglio era una poesia dal tolo: “scorbu co vecchio”
Che cosa vedi infermiere? Cosa vedi? A cosa stai pensando… quando mi guardi? Vedi un uomo vecchio, irritabile… non molto saggio, dalle abitudini incerte… con gli occhi lontani? Che dribbla con il cibo… e non dà alcuna risposta, quando dici ad alta voce… mi auguro che ci provi! E che perde una calza…o le scarpe? Che a volte resistendo e a volte no… ti permette di fare come tu vuoi, fare il bagno e mangiare… così da riempire il lungo giorno? È questo che stai pensando? È questo ciò che vedi? Apri gli occhi infermiere… non stai guardando me. Ho accettato l’offerta di nascere… e ho mangiato secondo il loro piacimento Sono stato un bambino di 10 anni… con un padre e una madre, fratelli e sorelle… che si amavano Un giovane ragazzo di sedici anni… con le ali ai piedi 8
*ADESTE nr. 5 / anno 5-Domenca 31 Gennaio 2016 esportare le feste del Carnevale in America Latina, i cui Carnevali sono ormai i più famosi. Il più noto è quello brasiliano di Rio de Janeiro, in cui si mescolano due tradizioni: quella dei conquistadores portoghesi e quella dei neri giunti dall'Africa, che importarono la samba, il ballo tipico in Brasile, Uruguay e Paraguay. Non c'è Carnevale senza samba; anzi, il più gr ande teatro all'aperto del mondo è il Sambodromo di Rio, dove i cortei formati dalle scuole di samba brasiliane sfilano su carrozze con persone travestite e soprattutto donne poco vestite che ballano la samba. Ci sono sambodromi anche in altri Paesi, come il Paraguay, dov'è stato costruito il terzo sambodromo più grande dell'America Latina. Anche se la samba non è la salsa, ballo tipico dei Paesi dell'America Centrale e tropicale, sono famosi anche i Carnevali di Porto Rico, Santo Domingo, Colombia, Argentina e Cile, solo per citarne alcuni. Ogni Paese apporta la propria idiosincrasia alla festa carnevalesca, anche se l'essenza è sempre la stessa: sfilate, cibo e bevande abbondanti, balli, comparse, maschere, travestimenti, il tutto al suono della musica tipica del Paese, sempre allegra e movimentata. Il Carnevale si celebra non solo nelle capitali, ma in tutte le città, come in Europa. In molti luoghi, il Carnevale termina con la “sepoltura” della Sardina, il pesce tipico della Quaresima nel Medioevo. Si è discusso molto sul fatto che il Carnevale sia una festa pagana. La tradizione lo ritiene così, e nei Carnevali spagnoli i personaggi carnevaleschi indossano addirittura vestiti e simboli che ridicolizzano la religione cristiana, come abiti da vescovi e papi. Il Carnevale non è una festa cristiana, anche se si è approfittato di queste feste per farle coincidere con il calendario cristiano della Quaresima e della Settimana Santa. Il Carnevale è una festa di origine pagana recuperata nel Medioevo e che la Chiesa di Roma ha tollerato, com'è avvenuto con tutte le civiltà in cui c'erano alcuni giorni dell'anno dedicati a celebrazioni sfrenate. Essendo una festa pagana, alcuni si chiedono se sia un bene o un male per un cristiano partecipare al Carnevale. In teoria non c'è niente di male a partecipare al Carnevale, anche se tutto dipende dal tono e dai contenuti della festa. Per ogni cristiano non è bene mangiare troppo, ubriacarsi o assumere droghe, perché danneggiano la salute del corpo e vanno quindi contro il quinto comandamento, che obbliga a prendersi cura del proprio corpo senza esporlo a lesioni come quelle provocate dall'abuso di alcool, droghe o mangiate. Ciò non vuol dire che non si debba partecipare alle feste, ma che in esse il cristiano deve dimostrare la propria sobrietà e la propria temperanza. Divertirsi è sempre gradito a Dio, ma non è pulito e sano il divertimento che danneggia il proprio corpo con degli eccessi.
L'
umanità celebra da millenni il Carnevale. Alcuni lo fanno risalire perfino all'antico Egitto, 5.000 anni fa, altri all'Impero romano, proveniente dalle feste di Saturno (feste dell'inverno a Roma) e di Bacco, il dio del vino, da cui deriva “baccanale”, che indicava una festa senza limiti. Tra i popoli cristiani, soprattutto nel Medioevo, quando durante la Quaresima si vivevano digiuni molto rigorosi e penitenze straordinarie, il Carnevale era una festa che si celebrava nei tre giorni che precedevano il Mercoledì delle Ceneri, giorno dell'inizio della Quaresima. Consistevano nel fatto di mangiare, bere e ballare molto. In seguito vennero introdotte le maschere diventate famose nel Carnevale di Venezia nell'XI secolo. Le maschere servivano per nascondere il volto, e quelli del Carnevale erano gli unici giorni in cui si confondevano nelle strade nobili, plebei e schiavi, tutti a ballare e mangiare senza fine. Erano le Carnestolende. La parola Carnevale deriva dal latino “carnelevare”, ovvero eliminare la carne dalle case e dai negozi, perché si avvicinava la Quaresima e durante il Medioevo i popoli cristiani di Europa ed Eurasia passavano i 40 giorni della Quaresima, fino alla festa della resurrezione di Cristo, senza mangiare carne. Dovendo eliminare la carne, si facevano grandi mangiate e grandi bevute, sempre accompagnate da travestimenti e balli per le strade, perché il Carnevale si viveva e si vive in strada. Era come recuperare le feste pagane dei saturnali (feste dell'inverno) e i baccanali, inseriti in un calendario cristiano. I festeggiamenti duravano i tre giorni prima dell'inizio della Quaresima. Il Carnevale è chiamato anche Carnestolende. Nei Paesi latini dell'Europa, il Carnevale inizia già la settimana precedente con la celebrazione del “martedí grasso” (in Francia mardi-gras) e del “giovedì grasso”, in cui si mangiano insaccati di maiale. Nei numerosi Carnevali latinoamericani ci sono il Re Momo, un personaggio centrale, e il Re Carnestoltas, di analoga etimologia latina rispetto a Carnevale, che in alcuni Paesi del Mediterraeno è il re delle feste di Carnevale e viene rappresentato con un pupazzo brutto, mezzo diabolico, che riceve lo scherno o l'ammirazione delle comparse. Il Carnevale è molto popolare nell'Europa di tradizione cristiana, in Amer ica Latina e anche in Afr ica, dove esisteva già una lunga tradizione nell'uso di maschere, travestimenti vistosi e balli. Famosi, tra gli altri, il Carnevale della Nigeria, quello della Tanzania e quello del Congo. In Asia il Car nevale è sconosciuto mancando la tradizione della Quaresima cristiana, ma in tutti i Paesi di questo continente si celebrano grandi feste con maschere, travestimenti e balli tipici in coincidenza con la metà dell'inverno (estate australe) o dell'estate (inverno australe). Furono i conquistadores spagnoli e portoghesi a 9
*ADESTE nr. 5 / anno 5-Domenca 31 Gennaio 2016
LITURGIA EUCARISTICA LETTURE: Ger 1,4-5.17-19 Sal 70 1Cor 12,31-13,13 Lc 4,21-30
C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Nel profondo del cuore ci riconosciamo divisi: il nostro uomo vecchio ci impedisce di rischiare l’amore autentico. Imploriamo il perdono del Padre e chiediamo a lui di liberarci dalle nostre paure per camminare alla sequela del Signore Gesù. Breve pausa riflessione Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. O Dio, che nel profeta accolto dai pagani e rifiutato in patria manifesti il dramma dell'umanità che
accetta o respinge la tua salvezza, fa' che nella tua Chiesa non venga meno il coraggio dell'annunzio missionario del Vangelo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te... A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro del Profeta Geremia Nei giorni del re Giosìa, mi fu rivolta questa parola del Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni. Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro. Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti». . A. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE R. La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza. In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso. Per la tua giustizia, liberami e difendimi, tendi a me il tuo orecchio e salvami. R/. Sii tu la mia roccia, una dimora sempre accessibile; hai deciso di darmi salvezza: davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. R/. Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R/. La mia bocca racconterà la tua giustizia, ogni giorno la tua salvezza. Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R/. Seconda Lettura Dalla prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi ⇒
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mostro la via più sublime. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino. Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione. Alleluia. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C.Dal vangelo secondo LUCA A. Gloria a te o Signore. + In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di
*ADESTE nr. 5 / anno 5-Domenca 31 Gennaio 2016 Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI Gesù è nato e cresciuto in mezzo a noi. La nostra assemblea ci testimonia ancora oggi questa sua vicinanza. Siamo chiamati a riconoscere sempre tutto ciò come un dono. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, fa’ che accogliamo la tua parola. 1. Perché l’esperienza liturgica sia sempre consuetudine se-
rena e mai logora abitudine. Preghiamo. 2. Perché, impegnati a ricercare la verità, non trascuriamo i piccoli segni d’amore che abbiamo intorno. Preghiamo. 3. Perché sappiamo essere coraggiosi nell’addentrarci nella conoscenza di te. Preghiamo. 4. Perché sappiamo aprirci sempre al dialogo con i non cristiani, coscienti che la voce del Padre risuona anche in loro e attraverso di loro. Preghiamo. C. O Padre, fa’ che, anche in una società intrisa dei segni della sua presenza nella Storia, sappiamo riconoscere la meraviglia e la novità che Gesù Cristo è tuo Figlio e nostro fratello. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. LlITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli con bontà, o Signore, questi doni che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull'altare, e trasformali in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Nella tua misericordia hai tanto amato gli uomini da mandare il tuo Figlio come Redentore a condividere in tutto, fuorché nel peccato, la nostra condizione umana. Così hai amato in noi ciò che tu amavi nel Figlio; e in lui, servo obbediente, hai ricostruito l'alleanza distrutta dalla disobbedienza del peccato. Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo con gioia l'inno della tua lode: Santo, …... DOPO LA CONSACRAZIONE 11
C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, …... C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa , fa' che per la forza di questo sacramento, sorgente inesauribile di salvezza, la vera fede si estenda sino ai confini della terra. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
*ADESTE nr. 5 / anno 5-Domenca 31 Gennaio 2016 ri, ministro degli esteri.
Diritto di voto alle donne in Italia giovedÏ 1° febbraio 1945 (70 anni fa)
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La prima volta delle donne alle urne ebbe luogo con le elezioni amministrative tra marzo e aprile del 1946. Il 2 giugno dello stesso anno, tuttavia, parteciparono a un voto di ben altra portata storica: quello per il Referendum istituzionale (tra monarchia e repubblica) e per eleggere l'Assemblea costituente.
on la guerra di liberazione ancora in corso, l'Italia gettò le basi della sua futura vita democratica, allargando a tutti i cittadini il diritto a sce- Un ulteriore passo verso la piena uguaglianza tra uogliersi i propri rappresentanti in Parlamento e instau- mini e donne si ebbe con la Costituzione del 1947, in rando di fatto il suffragio universale, già adottato ne- particolare con gli articoli 3 ("'Tutti i cittadini hanno gli Stati Uniti, nel Regno Unito e in diversi pari dignità sociapaesi del Nord Europa e dell'America Latile e sono eguali na. davanti alla legge...") e 51 ("Tutti Il Governo Bonomi III, for mato da Dei cittadini dell'uno mocrazia Cristiana, Partito Comunista, Paro dell'altro sesso tito Liberale e Partito Democratico del Lapossono accedere voro, varò il Decreto legislativo luogotenenagli uffici pubbliziale n° 23/1945 che estendeva alle donne il ci e alle cariche diritto di voto. Varato dal Consiglio dei Mielettive in condinistri il 1° febzioni di eguabraio 1945 e pubglianza..."). blicato sulla Gazzetta Ufficiale il giorno seguente, il I SANTI DELLA provvedimento nasceva su SETTIMANA proposta dei leader dei due 31 D S.Giovanni Bosco maggiori partiti: il comunista Palmiro Togliatti, allora 01 L s. Verdiana vicepresidente del Consiglio dei Ministri, e il demo02 M La Candelora cristiano Alcide De Gaspe-
Le donne vanno a votare‌. e i mariti‌.
03 M
s. Biagio
04 G
s. Gilberto
05
s. Agata
06 S
s. Paolo Miki e Comp.
Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Alelembo73@gmail.com Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp
B !: Preasfantul Mantuitor
(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober to70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.
*°* I 2: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi,
*°* C9:;: Chiesa romano-cattolica dei Piari-
sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii� din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00
*°* A9@A I:9BA: Domenica ore 11:00 nella Chie-
sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262
*°* TBDBEFAGA: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regina Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:parohiafabric@googlemail.com
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