Adeste 13 domenica 27 marzo 2016c

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

Carissimi Lettori dell’Adeste, entrati nel Triduo Pasquale, sublime centro di tutto l’Anno Liturgico, vengo a rivolgervi un saluto e un pensiero di augurio. Contemplando gli eventi della Passione, ci conceda il Signore di lasciarci ‘toccare’ da essi, per poter poi sentire rinascere la vita, nel luminoso mattino della Pasqua. Il tradimento è un’intimità mancata. In fondo, Giuda tradisce proprio attraverso un gesto di intimità: il boccone intinto nel piatto del Maestro. Non è un gesto che può far chiunque. Non si farebbe mai a una cena di gala od a un pranzo di affari. Si può fare solo tra amici, nell’intimità di una casa conosciuta, di una mensa frequentata. Ma, allora, dov’è che i conti non tornano? Giuda è un amico o un perfido infiltrato? Può essere che fino ad allora sia riuscito a fingere? Per tre lunghi anni? Non credo. Giuda ha fatto sul serio, ma ha mancato il contatto finale, non ha saputo portare a compimento la sua intimità col Maestro. L’intimità spaventa, il cuore buono di Gesù spaventa. L’intimità autentica fa saltare le maschere, i punti di riferimento, i modi dire, gli schemi precostituiti. Quando ti incammini sulla strada dell’amore vero, o vai fino infondo, o tradirai e resterai tradito. Intingere il boccone nel piatto dell’amico: una frase passata alla storia come ‘modo di dire’, emblema del tradimento. Ma non è così. È tradimento solo quando resta un gesto a metà. Giuda, forse, non sarebbe ricordato come il traditore, se avesse intinto il suo boccone col capo reclinato sul cuore di Gesù, ad ascoltarne più attentamente il ritmo del suo battito. Allora, forse, l’avremmo ritrovato, come Giovanni, l’apostolo prediletto, ai piedi della Croce e al mattino della Pasqua, in quel sepolcro vuoto. Ma questa è un’altra storia...e poi... ci sarebbero stati una Croce ed un sepolcro? Con affetto, incapace in questi miei primi incerti passi in Terra di Romania, di raggiungervi tutti personalmente, tramite l’Adeste vi rivolgo l’augurio di una coraggiosa intimità col Maestro. Buona Pasqua. Don Alessandro Lembo Iași, 24 marzo 2016 2


*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016 IN COPERTINA: RESURREZIONE : affresco (1988) 96 x60

COSTANTIN UDROIU (Bucarest 3.2.19303.2.1930- Roma 26.3.2014) Constantin Udroiu era nato a Bucarest il 3 febbraio 1930. Intellettuale di spicco della Romania, insegnava all’Università di Bucarest quando, nel 1954, venne arrestato dal regime comunista per dissidenza politica e condannato. Era un testimone vivente dei princìpi di libertà e di democrazia, affermati e pagati a caro prezzo con una condanna a 22 anni di prigione, sofferti con un decennio di dura carcerazione, fino al 1964, quando venne rilasciato a seguito del nuovo clima politico nei Paesi d’oltre cortina, dopo il XX Congresso del PCUS. Giunto in Italia per la sua prima mostra all’estero, nel 1971 a Sassari, inaugurata dall’allora Presidente della Camera Sandro Pertini, restò nel nostro Paese girando in lungo e largo le vie dell’arte bizantina, specie nel Meridione. Intensa la sua frequentazione dell’Europa – Svizzera, Francia, Spagna, Grecia, Olanda, Portogallo – dove ha portato con grande successo la sua produzione artistica ma anche la competenza accademica, partecipando a seminari e convegni promossi da prestigiosi atenei con proprie comunicazioni. Grande maestro dell’arte bizantina, Constantin Udroiu è stato uno dei più fecondi Artisti della diaspora romena che ha mantenuto, nella sua produzione, un posto centrale all’icona bizantina e alla propria romenità. Tra le sue mostre personali, oltre 200, moltissime in Italia, le più significative all’estero sono state a Parigi, Lutry, Avignon, Amsterdam, Bordeax, Carpentras, Atene, Barcellona, Lisbona e dopo la caduta del regime comunista in Romania, a Bucarest, Targoviste e Cluj Napoca. Le sue opere sono esposte nei musei di molte città in Romania, Francia, Portogallo e Italia, e in numerose collezioni pubbliche e private in diversi Paesi del mondo. La Romania democratica lo ha risarcito con una rilevante considerazione artistica e personale, manifestata con la presenza dell’Ambasciatore in tutte le mostre che ha tenuto in Italia. Era membro del Senato dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna. Da alcuni anni Constantin Udroiu era andato da Roma a vivere in Sabina, a Passo Corese (Rieti), dove in collaborazione con il Comune aveva aperto la Scuola Nikopeia, centro di formazione artistica senza scopi di lucro, dove il Maestro ha insegnato gratuitamente le tecniCOSTANTIN UDROIU che pittoriche ad una sessantina di allievi. “MADONNA DEL TERREMOTO” 2009 Fino alla scomparsa, avvenuta a Roma il 26 Icona 80 x 60 (L’Aquila) marzo 2014. 3


*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

La Resurrezione secondo le visioni della beata Anna Caterina Emmerich Dopo aver vinto il serpente, Gesù, Risurrezione del Signore (particolari) splendente di luce, si elevò attraverso «Ed ecco che ci fu un gran terremoto, un angelo del Signore era sceso dal cielo e, avvici- la roccia, la terra tremò, un angelo natosi, ribaltò la pietra e vi si sedette soluminoso scese dal pra...» (Matteo 28,2). cielo come una ella notte della risurrezione la santa saetta, rovesciò la anima di Gesù mi apparve splendente pietra del sepolcro di gloria tra due angeli guerrieri; questi e vi si sedette sonon erano gli angeli in abiti sacerdotali visti in pra. adorazione del suo corpo. Circondata da numerose figure luminose, la santa anima scese nella Quello fu il momentomba e penetrò nel suo corpo sacratissimo, le to in cui le guardie ebbero un moto di cui membra subito si mossero. paura e caddero a terra svenute. Il corpo splendente del Signore uscì fuori dal sudario da un lato rimasto socchiuso, come se Cassio, preso dall'emozione, cadde anche lui, uscisse fuori dalla ferita del costato. Mi ricordai ma si riebbe poco dopo. Si avvicinò prudentemente alla tomba, vide il sudario senza il santo di Eva, che venne fuori dal fianco di Adamo. corpo e si ritirò. Prima di da re la notizia a PilaLa grotta era inondata da una radiosa luce cele- to, attese nella speranza di comprende re meste. Nello stesso momento vidi uscire dalle pro- glio cosa fosse accaduto. fondità del sottosuolo, da sotto la tomba, una forma mostruosa con la coda di serpente. Il mo- In quel momento il Salvatore, ammantato di stro furioso volgeva contro il Signore la testa di gloria, apparve a sua Madre sul Calvario. drago, oltre la quale, se mi ricordo bene, aveva La sua veste fluttuava nel vento e risplendeva ai anche una testa d'uomo. raggi del sole.

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Il Risorto aveva in mano un bastone bianco, alla Egli mostrò alla Vergine le sue grandi piaghe, cui estremità sventolava un piccolo stendardo. nelle qua li sarebbe entrato un dito. Esse splenGesù calpestò la testa del drago e percosse col devano di luce abbagliante, i cui raggi andavabastone tre volte la sua coda; ad ogni colpo la no dal centro delle mani fino alle punta delle bestia rimpiccioliva, finché ricadde nell'abisso; dita. Le labbra di tali ferite serbavano le linee solo la testa d'uomo aveva continuato a guarda- di tre triangoli equilateri che s'incontravano nel punto medio di un circolo. re in alto. Le anime dei patriarchi s'inchinarono dinanzi alla Madre di Dio.

Avevo già visto un serpente simile in occasione della concezione di Gesù; mi ricordo pure del serpente del paradiso, ma questo a due teste era ancora più orribile.

E poiché ella si prostrava a terra per baciargli i piedi, il Signore la prese per mano, la rialzò e scomparve.

Nella visione del drago con la testa schiacciata si era manifestata la vittoria di Cristo sulla mor- Vidi l'orizzonte schiarirsi sopra Gerusalemme e te. Infatti da quel momento non vidi più la sua la fievole luce delle lanterne salma. accanto al sepolcro. Credo che questa visione si riferisca alla famoEra l'alba della risurrezione! sa profezia che dice: «il seme della donna schiaccerà la testa al serpente» 4


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Dal buio della notte all'alba della vita E' ancora buio e le donne si recano al sepolcro di Gesù, le mani cariche di aromi. Vanno a prendersi cura del corpo di lui, con ciò che hanno, come solo le donne sanno. Al buio, seguendo la bussola del cuore. Gesù non ha nemici fra le donne. Solo fra di loro non ha nemici. Come il sole, Cristo ha preso il proprio slancio nel cuore di una notte: quella di Natale - piena di stelle, di angeli, di canti - e lo riprende in un'altra notte, quella di Pasqua: notte di naufragio, di terribile silenzio, di buio ostile, dove veglia un pugno di uomini e di donne totalmente disorientati. Notte dell'Incarnazione, in cui il Verbo si fa carne. Notte della Risurrezione in cui la carne indossa l'eternità, in cui si apre il sepolcro, vuoto e risplendente nel fresco dell'alba. E nel giardino è primavera. Così respira la fede, da una notte all'altra. Pasqua ci invita a mettere il nostro respiro in sintonia con quell'immenso soffio che unisce incessantemente il visibile e l'invisibile, la terra e il cielo, il Verbo e la carne, il presente e l'oltre. Il racconto di Luca è di estrema sobrietà: entrarono e non trovarono il corpo di Gesù. Il primo segno di Pasqua è la tomba vuota. Nella storia umana manca un corpo al bilancio della violenza; i suoi conti sono in perdita. Manca un corpo alla contabilità della morte, il suo bilancio è negativo. La storia cambia: il violento non avrà in eterno ragione della sua vittima. Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Il bellissimo nome che gli danno gli angeli: Colui che è vivo! Io sento che qui è la scommessa della mia fede: se Cristo è vivo, adesso, qui. Non tanto se vive il suo insegnamento o le sue idee, ma se la sua persona, se lui è vivo, mi chiama, mi tocca, respira con me, semina gioia, e ama. Non simbolicamente, non apparentemente, non idealmente, ma realmente vivo. Perché Cristo è risorto? Dio l'ha risuscitato perché fosse chiaro che un amore così è più forte della morte, che una vita come la sua non può andare perduta. «Forte come la morte è l'amore»! dice il Cantico. Il vero nemico della morte non è la vita, ma l'amore. Nell'alba di Pasqua non a caso chi si reca alla tomba sono quelli che hanno fatto l'esperienza dell'amore di Gesù: le donne, la Maddalena, il discepolo amato, sono loro i primi a capire che l'amore vince la morte. Noi tutti siamo qui sulla terra per fare cose che meritano di non morire. Tutto ciò che vivremo nell'amore non andrà perduto.

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ui si è commosso e ha Il frutto della finito per darle quel poco che aveva. Il clochard che spontanea.. finanzia una signora: una mossa talmente spiazzante che lei si è sentita travolta dall’emozione e lo ha abbracciato senza pensarci. Era dicembre 2013. È cominciata così la storia di Jack Richardson, 37 anni, e Toni Osborne, 47, che oggi sono marito e moglie. Dopo il loro primo incontro continuarono a vedersi per un anno, fino a quando Jack non fu mandato via dal garage sotterraneo nel quale dormiva. Era Natale e Toni non sopportava l’idea che quell’uomo che era stato così generoso con lei restasse in mezzo a una strada. Gli offrì di andare a vivere da lei e a quel punto accadde l’inevitabile: si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra, toccando il cielo con un dito. Lui continuava a lavorare sette giorni su sette per racimolare qualche soldo come venditore, lei a casa impossibilitata a lavorare per problemi di salute. Poveri, ma felici. Quattro mesi fa, dopo quasi un anno di convivenza, lui la portò nel punto in cui si erano incontrati, dove lui vendeva “Big Issue”, dove si erano abbracciati e avevano pianto: lì le chiese di sposarlo. Non sono ricchi, non sono belli, non sono famosi: ma la felicità ha il loro volto. Sabato scorso Jack e Toni sono diventati i coniugi Osborne-Richardson al termine di un matrimonio da favola nella chiesa di St Paul a Clifton, vicino a Bristol, festeggiati da 50 persone. “Mi sento tra le nuvole – ha detto lui – sono l’uomo più orgoglioso della terra”. Incontenibile lei: “Potrei esplodere dalla felicità”. Con pochi soldi in tasca per le nozze, Jack e Tony sono stati sopraffatti dalla generosità e dall’amore delle persone che li conoscono e che hanno donato loro gli anelli nuziali fatti a mano, una grande torta nuziale, un gran quantitativo di vestiti, acconciatura, make up e altro ancora. La coppia non può permettersi una luna di miele, ma gli ospiti hanno donato del denaro per permettere a Jack di non lavorare per qualche tempo e trascorrere un periodo di tranquillità con Toni. «Pensavo di aver solo venduto riviste negli ultimi due anni – ha detto Jack – ma a quanto pare, a quanto mi dicono, ho anche aiutato le persone che 6

solidarietà

incontravo a superare i loro momenti difficili. Sono stato sopraffatto dalla generosità della gente che mi ha permesso di realizzare quello che io non avevo la possibilità di fare: regalare alla donna che amo il matrimonio che meritava. La gentilezza di tutte queste persone verso di me mi fa sentire come se stessi vivendo una fa-

vola». «Mi piace come il nostro amore ha toccato il cuore della gente – dice Toni – Alcuni mi hanno detto di non aver mai pensato di innamorarsi, ma che la nostra storia ha dato loro una speranza nel futuro. Non ci sono abbastanza parole per dire grazie a tutti loro». «Quando ho incontrato Toni – racconta Jack – cercavo soldi per passare la notte in un bed and breakfast. Ero disperato, ogni giorno era una lotta. Stavo pensando di porre fine alla mia vita, non riuscivo a vedere alcuna via d’uscita da quella situazione e mi sembrava di non potercela fare più. Ora invece ho accanto una persona che amo e che mi ama, ora riesco a guardare al futuro. Non avrei mai pensato che qualcuno potesse interessarsi a un uomo che viveva in un garage. Con lei tutto è cambiato: sono passato dall’essere solo in un garage a vivere in una casa con una donna straordinaria. Non avevo mai provato nulla del genere in tutta la mia vita. È fantastico». Ora Jack, che ha una volontà di ferro, sta studiando psicologia e sociologia: quando sarà laureato, ha giurato, si occuperà dei senzatetto come lui per aiutarli ad abbandonare la strada. Toni, che è sempre stata single e non può lavorare per problemi di salute, dice di essersi sentita travolta da quando Jack è con lei. «Lui mi dice sempre che io sono riuscita a vedere attraverso gli abiti di un senzatetto la persona che c’era sotto. Quando altre persone mi avevano chiesto dei soldi e io non li avevo, finivano per arrabbiarsi. Lui, al contrario, ha finito per darmi quello che mi serviva: un senzatetto che aiutava me. Ho visto un uomo pieno di dignità che mi ha lasciato senza fiato. Ero così sconvolta che l’ho abbracciato. Ho continuato a vederlo, e più lo vedevo, più mi piaceva. Mi ha cambiato completamente la visione del mondo. E’ stata una folle storia d’amore» (Papaboys 21.3.2016)


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17 Marzo

L

’anniversario dell’Unità d’Italia viene fatto coincidere con il 17 marzo, data che r ichiama la pr oclamazione del Regno d’Italia (17 marzo 1861). L’anniversario è stato solennemente festeggiato nel 1911 (50 anni), nel 1961 (100 anni) e nel 2011 (150 anni). L’anniversario dell’unità d’Italia ricorda la promulgazione della legge n. 4671 del Regno di Sardegna con la quale, il 17 marzo 1861, in seguito alla seduta del 14 marzo dello stesso anno della Camera dei deputati nella quale fu approvato il progetto di legge del Senato del 26 febbraio 1861, Vittorio Emanuele II proclamò ufficialmente la nascita del Regno d’Italia, assumendone il titolo di re per sé e per i suoi successori:

LA FESTA CHE OGNI ANNO PASSA (anche a noi) “ in sordina”

« sé

Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per e suoi Successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861 » (Testo della legge n. 4671 del 17 marzo 1861 del Regno di Sardegna)

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montesi. Da queste parti, tutti ci considerano francesi, però al rivelare di essere romeni, originari dai Principati Uniti, ci chiedono del principe Cuza e allora ci riconoscono”. A Napoli, i romeni sono ricevuti in udienza solenne dal re di Napoli, secondo quanto riferisce la lettera inviata da I. E. Florescu al generale Alliand di Torino, il 12 novembre 1860. Essi si distinguono nelle lotte di Gaeta, Messina, soprattutto Gh. Angelescu e Ion Algiu, i quali vengono insigniti da Vittorio Emanuele II con l’Ordine militare della Casa di Savoia. Viene decorato anche Pavel Cernovodeanu, con Santo Maurizio e Medaglia commemorativa della Guerra di Indipendenza e Unità d’Italia, medaglie che riceveranno anche i capitani Dunca, Holban ed il luogotenente Crupenski. Un altro romeno, il capitano di artiglieria Pavel Popp, il quale agiva nel esercito di Parma e Modena, permane nel esercito italiano e dopo gli eventi del 1860, diverrà generale-maggiore. Tra i 1000 di Garibaldi c’erano anche 47, e poi 71 volontari organizzati nella così detta Legione Magiara. Tra questi 20 erano romeni. Essi hanno preso parte alle lotte di Calatafimi, Volturno, Monreale, Palermo…. ( Ion Bulei: I romeni e la nascita dello stato italiano moderno, concordie concrete ed affettive)

romeni pure parteciparono alla nascita dello stato italiano. Lo slogan mazziniano “nessuna nazione è veramente libera se non lotta per la liberazione delle altre”, ripresa da Garibaldi, ebbe un eco anche alle foci del Danubio. Da qui parte, nel 1860, verso l’Italia, un gruppo di ufficiali inviati da Al. I. Cuza, principe dei Principati Romeni (come si usava denominare allora lo stato moderno romeno). Questi sono i comandanti Iuliu Dunca e Pavel Cernovodeanu, i luogotenenti Gh.Angelescu e IonAlgiu, gli aiutantiAntonie Dumitrescu, Teodosie Paleologu e Al. Crupenski1. Il diplomatico piemontese Annibale Strambio caldeggiava gli ufficiali romeni presso Cavour come amici dell’Italia, ansiosi di prendere parte alle manovre militari accanto agli italiani. I romeni sfoggiavano una perizia militare acquisita a Chalons. A Torino, sono guidati dal filoromeno Vegezzi Ruscalla e presentati alle autorità militari piemontesi. Il 13 novembre 1860 il capitano Dunca scriveva al principe Cuza: “in assenza del ministro di Guerra, ci siamo presentati al segretario generale, il quale ci ha consegnato una raccomandazione al generale Manfredo Fanti, capo dello stato maggiore di Napoli, laddove ci avvieremmo domani per giungere alla ripresa di Gaeta, circondata dalle truppe pie7


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Il museo delle uova dipinte

Il Museo Internazionale delle uova dipinte di Vama, Bucovina Nel cuore della Bucovina, in Vama, troviamo la collezione più numerosa e variata di uova dipinte e decorate della Romania e una delle più importanti d’Europa. Il museo è utile anche per scoprire le tradizioni del territorio e l’arte di decorare le uova di Pasqua. Nel museo ci sono più di 3000 uova provenienti da tutto il mondo, mondo esposte in 22 vetrine; si possono ammirare uova raccolte in mostre internazionali (come risultato di 14 anni di partecipazioni a diverse esposizioni internazionali) e le uova della Bucovina con motivi unici e modelli ereditati dai nostri bisnonni. Nella seconda sala si inizia un viaggio immaginario intorno al mondo e si entra in contatto con vari stili e tecniche di decorazione delle uova da 79 paesi. Nella collezione possiamo trovare: uova di uccelli, uova di rettili, uova di grandi e piccole dimensioni (emu, nandu, tartarughe, coccodrilli, fenicotteri, geko, struzzo, pernice, passero) o le uova di porcellana.

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016 stile veneziano conosciuto nel XIVesimo secolo. Sappiamo che il principe Brancovan depositava i suoi soldi in una banca di Venezia, con cui aveva rapporti diretti. Ma a Costantinopoli c’era un quartiere di genovesi e veneziani ed è possibile che da lì provenisse l’architetto del suo palazzo”, aggiunge Doina Mandru. Ai primi del Novecento, quando gli ultimi Brancovan scompaiono, il palazzo e le proprietà di Mogosoaia entrano in possesso di un’altra famiglia principesca. “Nel 1911, la proprietà è comprata dal principe George Valentin Bibescu e regalato a sua moglie, Martha, che dedicò a questo palazzo quasi 27 anni della sua vita per restaurarlo, investendone il suo patrimonio personale e tutto quello che guadagnò dall’attività di scrittrice. Riportò il palazzo alla vita, con l’aiuto di Domenico Rupolo, l’allora architetto capo di Venezia. Questo è il motivo per cui Mogosoaia ha l’aspetto di una proprietà veneziana”, dice ancora la direttrice del museo. Domenico Rupolo ebbe come assistente un brillante giovane architetto romeno, George Matei Cantacuzino. Il periodo di massimo splendore del palazzo fu quello compreso tra le due guerre mondiali, quando la principessa Martha Bibescu invitava le massime personalità culturali dell’epoca. Dopo il degrado avvenuto nel periodo comunista, il Palazzo Mogosoaia è stato riaperto al pubblico, come museo e centro culturale, nel 2002. Domenico Rupolo, nasce in una famiglia di artigiani e sin da giovane è impiegato nella cava di pietra di Caneva come garzone, diventando successivamente scalpellino apprendista in una bottega di Vittorio Veneto. Nel corso della sua vita affiancherà alla professione di architetto anche quella di scultore. Ha impresso il suo nome in moltissime costruzioni private e chiese. Ottenne la commissione per il restauro del palazzo settecentesco di Mogosaia allora di proprietà della famiglia Bibescu. Nel settembre 1912, l'architetto Domenico Rupolo raggiunge Mogosaia con una equipe di maestri muratori italiani. Molteplici furono i lavori di consolidamento nelle strutture murarie e fu usato anche il calcestruzzo secondo le tecniche dell'epoca. Il csto dei restauri ammontò ad oltre 8.000.000 di lei. Il 19 Giugno 1926 ci fu anche la visita anche della regina Maria e del re Ferdinando, sovrani di Romania. Dal 1920 fino ai primi anni Trenta, coprirà la carica di Ufficiale e Commendatore della Corona Rumena (1921) per la famiglia del principe Bibescu.

Rupolo Domenico architetto (Caneva (Pordenone) 21.11.1861 - 12.10.1945 ) ed il

Pa-

lazzo Brancovan di Mogosaia Principe della Valacchia tra il 1688 e il 1714, Costantino Brancovan ha portato per 25 anni la prosperità e la pace in quest’area così provata dalla vicinanza con l’Impero ottomano, cui, d’altronde, era vassalla. Purtroppo, nel 1714, la tranquillità e la relativa indipendenza finirono tragicamente, con la decapitazione del principe Brancovan e dei suoi figli a Istanbul: oltre all’essere stati traditi, rifiutarono anche di convertirsi all’Islam. Costantino Brancovan resta nella memoria dei romeni non solo per il suo sacrificio, ma anche per lo stile architettonico che reca il suo nome, illustrato da numerose chiese e monumenti costruiti durante il suo regno. Lo stile brancovan abbina in maniera originale l’architettura popolare romena e gli influssi italiani, soprattutto veneziani. La più bella illustrazione di questo stile sono i Palazzi della corte principesca della località Mogosoaia, nei pressi di Bucarest, ormai museo. “Il palazzo ultimato nel 1702 fu donato a Stefano, il secondogenito del principe. Era una proprietà immensa, attraversata da un ruscello, con foreste, mulini e vitigni. Nel 1714, quando il principe e i figli furono uccisi dai turchi, il palazzo fu saccheggiato dai suoi più preziosi beni, che furono portati a Costantinopoli. Parte dei beni della famiglia Brancovan si ritrovano a tutt’oggi a Istanbul. Il palazzo diventa osteria e così fu conosciuto dall’ambasciatore francese dell’epoca, che raccontò di averne ammirato gli specchi veneziani e i mobili occidentali pregiati”, spiega la direttrice del museo, Doina Mandru. Costruito da aromeni provenienti dal sud del Danubio e progettato da architetti stranieri, il Palazzo di Mogosoaia, collocato in riva all’omonimo lago, ricorda i palazzi veneziani, ma ha qualcosa anche dallo stile delle case contadine della regione romena meridionale dell’Oltenia. “Il modello era di un palazzo che dava su Canal Grande, nello 9


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LITURGIA EUCARISTICA LETTURE: At 10,34.37-43 Sal 117 Col 3,1-4 Gv 20,1-9 C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Nel giorno in cui celebriamo la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, anche noi siamo chiamati a morire al peccato per risorgere alla vita nuova. Riconosciamoci bisognosi della misericordia del Padre. Breve riflessione personale C. Signore, nostra pace, abbi pietà di noi. A. Signore, pietà. C. Cristo, nostra Pasqua, abbi pietà di noi. A. Cristo, pietà. C. Signore, nostra vita, abbi pietà di noi. A. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore

risorto. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen

rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio SEQUENZA in piedi Alla vittima pasquale, / s'innalzi oggi il sacrificio di lode. / L'agnello ha redento il suo gregge, / l'Innocente ha riconciliato / noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate / in un prodigioso duello. / Il Signore della vita era morto; / ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: / che hai visto sulla via?». / «La tomba del Cristo vivente, / la gloria del Cristo risorto, / e gli angeli suoi testimoni, / il sudario e le sue vesti. / Cristo, mia speranza, è risorto; / e vi precede in Galilea». Sì, ne siamo certi: / Cristo è davvero risorto. / Tu, Re vittorioso, / portaci la tua salvezza.

LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dagli Atti degli Apostoli In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i Canto al Vangelo profeti danno questa testimonianR. Alleluia,Alleluia za: chiunque crede in lui riceve il Cristo, nostra Pasqua, è staperdono dei peccati per mezzo to immolato: facciamo festa nel del suo nome». Parola di Dio. Signore. Alleluia A. Rendiamo grazie a Dio. VANGELO SALMO RESPONSORIALE + Dal Vangelo secondo Giovanni R/. Questo è il giorno che ha Il primo giorno della settimana, fatto il Signore: rallegriamoci Maria di Màgdala si recò al sepoled esultiamo. cro di mattino, quando era ancora Rendete grazie al Signore buio, e vide che la pietra era stata perché è buono, perché il suo tolta dal sepolcro. amore è per sempre. Dica Israele: Corse allora e andò da Simon Pie«Il suo amore è per sempre». R/. tro e dall’altro discepolo, quello La destra del Signore si è che Gesù amava, e disse loro: innalzata, la destra del Signore ha «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove fatto prodezze. Non morirò, ma l’hanno posto!». resterò in vita e annuncerò le Pietro allora uscì insieme all’altro opere del Signore. R/. discepolo e si recarono al sepolLa pietra scartata dai co- cro. Correvano insieme tutti e struttori è divenuta la pietra d’an- due, ma l’altro discepolo corse golo. Questo è stato fatto dal Si- più veloce di Pietro e giunse per gnore: una meraviglia ai nostri primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. occhi. R/. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel Seconda Lettura sepolcro e osservò i teli posati là, Dalla lettera di S.Paolo ai Coe il sudario – che era stato sul suo lossesi Fratelli, se siete risorti con Cristo, capo – non posato là con i teli, ma cercate le cose di lassù, dove è avvolto in un luogo a parte. Cristo, seduto alla destra di Dio; Allora entrò anche l’altro discepo10


*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016 lo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Questo giorno ci ha liberati dalla schiavitù delle tenebre e del peccato. Ci ha riscattati dalla nostra impotenza. Sta a noi comprendere e scegliere liberamente di accogliere tutto ciò. Preghiamo insieme e diciamo: Cristo vita e resurrezione nostra, ascoltaci. 1. Perché ancora oggi siamo capaci di gioire nella semplicità di cuore della vita che ci hai donato. Preghiamo. 2. Perché crediamo veramente che tu sei risorto per donarci il perdono dei peccati e la vita eterna. Preghiamo. 3. Perché la fede ci aiuti a superare l’angoscia della morte. Essa è vinta dalla Tua e dalla nostra resurrezione. Preghiamo. 4. Perché sappiamo vivere una vita all’altezza del Tuo dono d’amore. Preghiamo. C. O Padre, Tu ci hai dato tutto

nel tuo unico Figlio Gesù Cristo. Donaci la forza di dedicarci completamente a Te. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. . A . Amen. LlITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Esultanti per la gioia pasquale ti offriamo, Signore, questo sacrificio, nel quale mirabilmente nasce e si edifica sempre la tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo giorno nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato. È lui il vero Agnello che ha tolto i peccati del mondo, è lui che morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l’umanità esulta su tutta la terra, e con l’assemblea degli angeli e dei santi canta l’inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli 11

dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. T. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C Proteggi sempre la tua Chiesa, Dio onnipotente, con l’inesauribile forza del tuo amore, perché, rinnovata dai sacramenti pasquali, giunga alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

Carissimi, GesÚ nasce per noi; parla con noi; cresce in noi; lotta con noi; soffre con noi e per noi; ci perdona; gioisce con noi e per noi; muore per noi; si fa trovare nei nostri fratelli e sorelle per noi e, se anche noi ci facciamo trovare ai piedi della Croce‌, Risorge per farci risorgere con Lui. BUONA PASQUA, ALLELUIA!

Dragii mei, Isus se naste pentru noi; vorbeste cu noi; creste in noi; lupta cu noi; sufera cu noi si pentru noi; ne iarta; se bucura cu noi si pentru noi; moare pentru noi; se lasa gasit in fratii si surorile noastre pentru noi si, daca ne vom afla la picioarele Crucii‌, Invie pentru a ne face sa inviem impreuna cu El. Un Paste Fericit, Aleluia!

Don Valeriano I SANTI DELLA SETTIMANA

27 D

PASQUA DI NS. GESU’

28 L

DELL’ANGELO

29 M

s. Secondo

30 M

s. Amodeo

31 G

s. Beniamino

01

s. Ugo

02 S

s. Francesco da Paola

*°* C7 8: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatiiâ€? din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00

B : Preasfantul Mantuitor

(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ *°* fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober A7: I 7+ : Domenica ore 11:00 nella Chieto70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 in diretta su www.telestartv.ro *°* Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. *°* T+<+ = : Chiesa Sfanta Fecioara Maria RegiI +: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Mail:parohiafabric@googlemail.com *°* Alelembo73@gmail.com 12


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