Adeste 15 domenica 10 aprile 2016c

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Julien Dupre “ Pastore”


Adeste 20162016 - 5°/15

Il pastore di Alba de Clara

Un’esistenza dura e frugale, fa a di fa ca, solitudine e costante esposizione alle intemperie, nel con nuo more di possibili

Il

mes ere di pastore. Poco per volta si è visto come di cose da fare ce ne siano, e non poche. Dipende dalla stagione, dipende da dove ci si trova, dipende da quan animali ci sono nel gregge, dipende dalle condizioni meteo, dipende… Però ci viene anche da chiederci: “ma gli animali non mangiano da soli? dove sta l’abilità del pastore nel farli pascolare? E’ vero. Mica nessuno porta al pascolo camosci, stambecchi, … Se la cavano da soli, no? E invece, anche in montagna, il pastore è sempre lì a sorvegliare, a guardare, a chiamare, spostare il gregge, mandare il cane. Bisogna però fare una dis nzione tra l’alpeggio e la pianura. Sui mon , le pecore potrebbero anche rimanere da sole, non ci fosse il pericolo del lupo. Anzi, sono i pastori per primi a dire che le pecore erano più belle una volta, quando le lasciavi libere e non dovevi chiuderle nel recinto alla sera. Perchè pascolavano quando ne avevano voglia, magari anche di no-e. Però il pastore decide anche di spostare il gregge quando l’erba scarseggia. Se le pecore fossero “abbandonate” a sè stesse, finirebbero per radunarsi sulla cresta, in alto, dove non sempre c’è molto da mangiare. Invece lui le guida, decide dove si va al pascolo giorno dopo giorno, cerca di evitare le zone più pericolose per la caduta dei sassi. Sa quando è necessario mandare il cane per farle girare e dove invece quest’operazione è controproducente, perchè un brusco mutare di direzione degli animali può portare ad ulteriori cadute di pietre, o a far ammucchiare le bes e. Decide quand’è ora di salire più in

alto, quando invece si scende. Fa pascolare a fondo, senza sprecare erba, senza rovinare il co co erboso. …il buon pastore… non tu2 però hanno la stessa esperienza, la stessa professionalità! Essere pastori non è solo andare al pascolo bisogna avere abilità e capacità. E d’autunno? E nell’inverno? Qui l’abilità conta ancora di più. Sono i giorni della fame d’erba, quando non sempre sai dove portare i tuoi animali affinchè si sfamino. Saper scegliere il percorso, sapere se è meglio pascolare un prato al ma2no, una stoppia al pomeriggio. Valutare il foraggio, perchè basta poco, un errore del pastore, e gli animali gonfiano a causa del troppo mais o dell’erba medica, o di qualche altra erba di cui hanno fa-o indiges one. Decidere quando spostarsi, anche le bes e hanno ancora il capo a terra. Oppure rimanere, anche se vanno avan ed indietro come se non ci fosse più niente da mangiare. Ci sono quei pastori che rano le re al ma2no, e le spostano al pomeriggio, alla sera. “Ma poi si vedono i risulta …”. Certo, le belle pecore, quelle che affondando la mano nella schiena, tra la lana, sen il grasso, la carne. E le altre, dove invece tocchi le ossa. Sapersi muovere. Lo spazio per i pastori è ristre-o, a loro è concesso solo quello che non usano gli altri. Non bisogna poi ovviamente danneggiare nessuno, così a volte è necessario rare cen naia di metri di re , solo per far passare il gregge a fianco di un campo di grano. Appena uscite dal recinto, affamate, difficilmente le bes e resisterebbero al richiamo di quel verde tenero. Non avere 2

fre-a, a-endere che gli animali si sazino. Concedere loro il tempo per pascolare, per ruminare, aspe-are che il caldo diminuisca in primavera o in estate, per poi riprendere a piegare la testa sull’erba. A-endere nonostante il vento, la pioggia, il freddo. Scegliere in base alle esigenze degli animali, e non a quelle dell’uomo. Ma è comunque il pastore che sa, che indirizza. Tanto è vero che quando una o più pecore restano fuori dal gregge per qualche mo vo, nel momento in cui vengono recuperate sono “vuote”, non hanno pascolato a sufficienza. Perchè, nonostante tu-o, sono… animali domes ci!?! Non guardare l’orologio, ma solo le pecore. Perchè sono loro a far capire se è ora di andare nel recinto, oppure si con nua a pascolare anche dopo il tramonto. E’ facile dire che in questo modo si gode di paesaggi e vedute che ormai sono precluse ai più, che passano la giornata al chiuso, oppure in quei momen sono in auto, nervosi, nel traffico. Fare il pastore invece è difficile, qualche volta la passione non basta… Il buon pastore capisce le esigenze dei suoi animali: quando stanno male, quando bisogna andare a bere al fiume, quando hanno voglia di sale. Insomma, come tu2 i mes eri… bisogna saperlo fare. E se lo sai fare bene, vedrai i risulta : animali sani, di bell’aspe-o, robus . Che poi questo venga riconosciuto nel momento della vendita è un altro discorso, purtroppo… - See more at: h-p://www.larcadinoe.com/it/


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Quella domanda: mi ami tu? Gli Apostoli sono tornati là dove tutto ha avuto inizio, al loro mestiere di prima, alle parole di sempre: vado a pescare, veniamo anche noi; e poi notti di fatica, barche vuote, volti delusi. L'ultima apparizione di Gesù è raccontata nel contesto della normalità del quotidiano. Dentro di esso, nel cerchio delle azioni di tutti i giorni anche a noi è dato di incontrare Colui che abita la vita e le persone, non i recinti sacri. Gesù ritorna da coloro che l'hanno abbandonato, e invece di chiedere loro di inginocchiarsi davanti a lui, è lui che si inginocchia davanti al fuoco di brace, come una madre che si mette a preparare da mangiare per i suoi di casa. È il suo stile: tenerezza, umiltà, custodia. Amici, vi chiamo, non servi. Ed è molto bello che chieda: portate un po' del pesce che avete preso! E il pesce di Gesù e il tuo finiscono insieme e non li distingui più. In questo clima di amicizia e semplicità, seduti attorno a un fuocherello, si svolge il dialogo stupendo tra Gesù e Pietro. Gesù, maestro di umanità, usa il linguaggio semplice dell'amore, domande risuonate sulla terra infinite volte, sotto tutti i cieli, in bocca a tutti gli innamorati che non si stancano di sapere: mi ami? Mi vuoi bene? Semplicità estrema di parole che non bastano mai, perché la vita ne ha fame; di domande e risposte che anche un bambino capisce perché è quello che si sente dire dalla mamma tutti i giorni. Il linguaggio del sacro diventa il linguaggio delle radici profonde della vita. La vera religione non è mai separata dalla vita. Seguiamo le tre domande, sempre uguali, sempre diverse: Simone, mi ami più di tutti? Pietro risponde con un altro verbo, quello più umile dell'amicizia e dell'affetto: ti voglio bene. Anche nella seconda risposta Pietro mantiene il profilo basso di chi conosce bene il cuore dell'uomo: ti sono amico. Nella terza domanda succede qualcosa di straordinario. Gesù adotta il verbo di Pietro, si abbassa, si avvicina, lo raggiunge là dov'è: Simone, mi vuoi bene? Dammi affetto, se l'amore è troppo; amicizia, se l'amore ti mette paura. Pietro, sei mio amico? E mi basterà, perché il tuo desiderio di amore è già amore. Gesù rallenta il passo sul ritmo del nostro, la misura di Pietro diventa più importante di se stesso: l'amore vero mette il tu prima dell' io. Pietro sente il pianto salirgli in gola: vede Dio mendicante d'amore, Dio delle briciole, cui basta così poco, e un cuore sincero. Nell'ultimo giorno sono certo che se anche per mille volte avrò tradito, il Signore per mille volte mi chiederà soltanto questo: Mi vuoi bene? E io non dovrò fare altro che rispondere per mille volte, soltanto questo: Ti voglio bene.

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Adeste 20162016 - 5°/15 Per tanti fedeli cattolici degli Stati Uniti non è un caso che madre Angelica, la suora più famosa d’America, sia morta proprio il giorno di Pasqua. Il 27 marzo, infatti, si è spenta a 92 anni per un ictus madre Maria Angelica dell’Annunciazione, un’autorità nel mondo cattolico statunitense avendo fondato l’Eternal World Television NetIl miracolo mediatico di work (Ewtn), un network religioso capace Suor Angelica, la fondatrice di raggiungere 250 milioni di case in di EWTN il canale radio 144 paesi. FAMIGLIA E SALUTE. Rita Rizzo, questo televisivo cattolico americail suo nome, era nata il 20 aprile 1923 in Ohio no con 250 milioni di utenti Suor Angelica (Rita Rizzo (taloamericana) in una famiglia povera e problematica con un padre violento e una madre affetta da depressione. La sua infanzia fu davvero difficile se è vero, come è nar- reo un affettuoso saluto: «A Madre Angelica, con la rato nella biografia curata da Raymond Arroyo, che fu mia benedizione. Le chiedo di pregare per me, ne ho costretta persino a elemosinare e, a causa di una salute bisogno. Dio ti benedica, Madre Angelica». cagionevole, a soffrire di dolori di stomaco e a portare LA PROVVIDENZA PAGA I CONTI. La provviil busto fino ai vent’anni. Ma la ragazza era caparbia, denza, si diceva. La fede di madre Angelica ha davvetanto da aiutare la madre a risollevarsi, mentre cresce- ro i connotati di quella dei “folli di Dio”. Un solo epiva in lei la consapevolezza – la biografia riporta anche sodio: convinta della necessità di ampliare l’audience episodi miracolosi – della sua vocazione religiosa. Fu della sua emittente le capitò di ordinare un apparecchio satellitare dalle enormi dimensioni e dal prezzo così che si avvicinò all’ordine contemplativo delle salatissimo. Alla consegna, non avendo i dollari neclarisse francescane e, dopo nove anni di postulato, cessari per pagarlo, si ritirò in preghiera rivolgendosi nel 1953, prese i voti perpetui con il nome di madre così a Dio: «Signore, ho pensato che tu volessi questo Angelica. satellitare, ora dammi i soldi di cui ho bisogno!». PoLA TV. La svolta della sua vita avvenne nel 1978, co dopo ricevette una telefonata dalle Bahamas: un quando entrò in uno studio televisivo di Chicago. Fu in quel momento che comprese come il mezzo te- miliardario americano aveva deciso di farle una donazione di 600 mila dollari. levisivo potesse essere utilizzato per diffondere il DIRANNO DI LEI. Ferrea sui principi – non si conVangelo. Nulla poté più fermarla, nemmeno le titutano i suoi interventi contro divorzio, aborto e omobanze (quando non le aperte ostilità) delle gerarchie ecclesiastiche che poco credevano nei suoi pro- sessualità praticata –, madre Angelica sapeva farsi getti. Ma Angelica era determinata: soprattutto confi- benvolere nei rapporti personali. Nessuno sconto sulla verità, ma apertura totale ai figli di Dio. Per questo dava ciecamente nella Provvidenza che le si palesò davanti con il volto del filantropo newyorchese Peter sono rimasti celebri i suoi scontri con l’arcivescovo di Grace e con quello dell’avvocato d’affari Bill Stelte- Los Angeles, Roger Mahony, dubbioso sulla presenza meier che lasciò tutto per seguirla e fondare con lei la di Cristo nell’Eucarestia, ma anche le persone da lei Ewtn (il 15 agosto 1981, solennità dell’Assunzione di convertite, come l’attore omosessuale Paul Darrow. Maria, altra data non casuale). Una tv che iniziò a tra- E quando negli anni Novanta le polemiche si fecero smettere da un garage, con pochi mezzi e poco perso- così accese da mettere a repentaglio la vita stessa dell’emittente, madre Angelica seppe farsi da parte, nale. La Chiesa statunitense, nello stesso periodo, presentando le dimissioni e lasciando ad alcuni laici la puntò invece su un altro network, la Ctna, che non responsabilità di portare avanti la sua opera. Si ammanascondeva le proprie simpatie liberal. Oggi la Ctna non esiste più. La Ewtn trasmette 24 ore su 24 e, dai lò nel 2001. «Così come un tempo parlava ed era molto attiva – ha spiegato l’arcivescovo ausiliare di Los venti dipendenti degli anni Ottanta, è arrivata a dare Angeles, Robert Barron -, aveva accettato il silenzio e lavoro a quasi 400 persone. l’immobilità». «Madre Angelica non era perfetta, e lei IL SOSTEGNO DEI PAPI. Suor Angelica – gran predicatrice, carisma da vendere – non è mai stata tipo sarebbe stata la prima ad ammetterlo», ha proseguito Barron, ma «quando gli storici della Chiesa faranno i da comodi compromessi. Nemmeno con le autorità ecclesiastiche del suo paese che tentarono a più ripre- loro conti con gli anni immediatamente seguenti al se di imporle scaletta e programmi. Ma sulle verità di Concilio Vaticano II, Rita Rizzo di Canton dell’Ohio, fede e sul magistero non transigeva: non amava i teo- madre Angelica, troverà un posto d’onore molto importante». logi dissidenti, non ospitava nei suoi studi vescovi “modernisti”. Le critiche non mancarono, così come gli elogi. Fra i più importanti non può essere dimenti- Leggi di Più: Chi era madre Angelica, fondatrice Ewtn | Tempi.it cato quello pubblico di un certo papa Giovanni Paolo II. E, più di recente, quello di papa Francesco, che il 12 febbraio in volo verso Cuba, le ha rivolto dall’ae4


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i sa che i bambini sono la “bocca ..tante chiacchere...ma pochi avrebbero della verità”, capaci di dire con il coraggio di questa famiglia semplicità quello che gli adulti a volte fanno fatica prima a cacolto in una famiglia. Dopo la pire e poi a esprimere. Così il prima accoglienza, in questa chierichetto, alla domanda di un fase, che dura sei mesi, ha anziano fedele che voleva sapere la possibilità di orientarchi era quel ragazzo di colore che si per trovare un lavoro e una stava rastrellando il giardino della sistemazione definitiva, in chiesa della Madonna del Carmelo Italia o altrove, con il sostedi Termoli, ha risposto: “Non è gno materiale e affettiun ‘nero’. E’ Sekouba”. Cioè è vo della famiglia Bagnoli che vero che viene dalla Guinea Conaè la sua famiglia tutor”. kry, che è scappato per salvarsi la vita, che ha compiuto un viaggio Una famiglia che si è sentiavventuroso per arrivare in Italia ta interpellata da papa dove ha ottenuto lo status di rifuFrancesco in prima persogiato, ma adesso è uno di noi: è na e che, indirizzata dal par“solo” Sekouba. E’ il modo più roco di Maria Santissima del semplice per capire il significato del progetto Monte Carmelo, don Ulisse Marinucci e insieme agli “Protetto. Un rifugiato a casa mia” attivato dallaCa- operatori Caritas, ha maturato la scelta di aprire la ritas diocesana di Termoli-Larino, nell’ambito del porta di casa al ventritreenne Sekouba. progetto nazionale di Caritas italiana, e che risponde al costante invito dipapa Francesco alle comunità cri- LA CONVIVENZA SI IMPARA IN PARROCCHIA “La scuola di italiano nei locali della parrocchia – stiane di aprirsi alla sfida dell’accoglienza dei micommenta don Marinucci, che è stato il dir ettor e granti. della Caritas diocesana durante il cui mandato è iniLUNGO LE ROTTE DEI TRAFFICANTI ziato il progetto Sprar che ha visto l’accoglienza in Come migliaia di essi, Sekouba Camara è arrivato in diocesi nel corso degli anni di diverse decine di rifuItalia via mare nel 2014, racimolando risorse per pa- giati da Pakistan, Iraq, Iran, Nigeria, Afghanistan, gare i trafficanti, ma il suo viaggio è iniziato molto Siria, Ucraina per la maggior parte poi trasferitasi prima. “Mia madre e mio padre – racconta – eranei Paesi del nord Europa – ha colorato la vita della no insegnanti in una scuola della capitale e mio pa- comunità della presenza dipersone di etnia, colore e dre era anche il responsabile zonale del partito di op- religione diverse, facendo sper imentar e vicinanza posizione al regime. Nel 2009 sono stati uccisi enumana e favorendo una mentalità di accoglienza. trambi nel corso di una grande manifestazioGià in precedenza la comunità parrocchiale aveva ne avvenuta nel mio Paese ed è per questo che sono adottato una famiglia di rifugiati siriani il cui bambifuggito”. Dalla Guinea la fuga ha portato Sekouba no ha fatto la Prima Comunione da noi con una granin Mali e, attraverso il deserto, in Algeria e Lide festa organizzata da tutta la parrocchia”. bia dove, come molti, è stato incarcerato per tre mesi senza aver commesso nessun reato. La sua “fortuna” è A Sekouba, che stava terminando il periodo nello stata che il comandante della prigione cercava mano- Sprar, si era pensato di offrire almeno una certa indipendenza economica in cambio di qualche lavoretto in dopera gratuita per fare dei lavori a casa sua e il raparrocchia e la sistemazione del giardino. “La Provvigazzo guineano è capace di fare il piastrellista. “Siamo andati a lavorare a casa del comandante – rac- denza – aggiunge don Ulisse – ha voluto che arrivasse anche la disponibilità della famiglia ad accogliere il conta Sekouba – e poi siamo fuggiti. Con un amico ragazzo in casa e così possiamo aiutarlo meglio”. conosciuto in Mali abbiamo cercato quelli che orga“L’integrazione– sostiene don Ulisse – va fatta con nizzano i viaggi verso l’Italia con i barconi. Così calma, senza strappi,facendo conoscer e anzitutto le siamo arrivati a Messina”. storie che ci sono dietro gliimmigrati perché questo li Cosa si aspettava? “La sécurité per la mia virende ‘persone’ e non solo stranieri e diversi”. ta », risponde Sekouba che è di madrelingua francese, I TERRORISTI NON SONO MUSULMANI ma ha imparato velocemente l’italiano. In Italia entra nel circuito dello Sprar (Sistema di protezione per E l’esperimento della convivenza come procede? “Benissimo – risponde Sekouba – i coniugi Bagnoli, richiedenti asilo) ‘Rifugio sicuro’, una rete diffusa sul territorio nazionale per la prima accoglienza di chi Nicola e Antonietta, mi trattano come un figlio. Con arriva in Italia fuggendo da guerre e persecuzioni. E’ Nicola usciamo spesso insieme e mi porta nella squacosì che arriva a Termoli e che il suo percorso incro- dra dei vogatori”. La differenza di religione causa problemi? “Dio è sempre uno – risponde sicuro cia laparrocchia del Carmelo dove c’è la scuola di Sekouba che è musulmano e addolorato per gli attenitaliano per i rifugiati e, più tardi, quella deltati terroristici rivendicati dall’Isis in nome dell’Islam la famiglia Bagnoli che oggi lo ospita. – anche se lo chiamiamo in maniera diversa. UN RIFUGIATO A CASA MIA E nessuno può commettere violenze in nome di “Sekouba – spiega il responsabile del progetDio. Il Cor ano dice che non si deve far e male agli to “Protetto. Un rifugiato a casa mia”, Pasquale altri. I terroristi non sono musulmani. Non sono Riccio – è il primo nella nostra diocesi ad essere acmusulmani, credetemi” 5


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Ho incontrato il Nazareno in pizzeria «Vidi in fondo alla sala un ragazzo con la barba e i capelli lunghi che

conteneva tutte le caratteristiche di quello che, nella mia immaginazione, era Gesù Cristo...» di Davide Van De Sfroos

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i trovavo in una pizzeria vicino a un porto, molto lontano da casa mia. Mentre tagliavo fette e cercavo di mirare olive nere con la forchetta, vidi in fondo alla sala un ragazzo con la barba e i capelli lunghi che conteneva tutte le caratteristiche di quello che, nella mia immaginazione, era la manifestazione reale di Gesù Cristo. Tranne la felpa dei Red Hot Chili Peppers. Avanzava tra i tavoli con una calma surreale. con uno sguardo dolce e inesorabile, si muoveva nella mia direzione e pareva addirittura guardare verso di me. Stava sicuramente raggiungendo la tavolata dei suoi coetanei in una sorta di cena aziendale o compleanno, situata alle mie spalle. Ho cominciato a immaginarmelo circonfuso di luce, allargare le braccia e rivolgersi proprio a me chiedendomi come fece con Pietro: «Tu...chi credi che io sia?...». E io immaginavo nitidamente il suono della mia voce nel rispondergli:«Tu sei il buco nello specchio dove non mi riesco a vedere. Tu sei lo slancio verso il dubbio luminoso, sei la freccia e il melograno che è colpito solo al centro, ma coinvolge tutti i suoi semi insanguinati... Tu sei il sacro saltimbanco che ci ha fatto tremolare finalmente e trattenere nuovo fiato nei polmoni per gridare in un domani sulla porta dell’amore... Sei la forza regalata a noi caduti che viviamo reclinati, mormoranti e accontentati con un tatuaggio scuro sulla buccia di vergogna... tu sei il sandalo perduto e troppe volte ritrovato per essere poi di nuovo smarrito, sei la luce che rimane quando avranno calpestato ogni lampadina». E mentre srotolavo tutte queste risposte tenute nascoste dentro da anni, mi resi conto che dopo avere salutato effettivamente i suoi amici, il Nazareno della pizzeria continuava a guardare me e mi si stava avvicinando con un morbido sorriso. Mi si bloccò per un istante la digestione, mi rifugiai nel bicchiere, poi usai il tovagliolo per prendere tempo, ma ormai era appoggiato al mio tavolo. Qualcosa di incredibile stava avvenendo... mi avrebbe davvero fatto la domanda? Ero confuso, spiazzato... Era Lui? Mi sorrise. E fece la domanda:«Scusa... Ma tu non sei quello che canta quelle canzoni in dialetto?». Vidi le olive della pizza mettersi a ridere, la bottiglia del vino dondolare divertita e poi mi arrivò il brusio della tavolata che aspettava una sorta di responso. Cambiai colore e sorrisi imbarazzato, ma mentre stavo per rispondere, qualcosa di più forte di me si impossessò della mia voce e quello che mi uscì fu: «E tu...chi credi che io sia?». Corriere della Sera MILANO / CRONACA 6


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Niccolò Livaditti (n. 1804 , Trieste -. D Dicembre Giugno 1858 , Iaşi ) è stato un pittore italiano, ritrattista. E'nato in Italia a Trieste, città capoluogo del FriuliVenezia Giulia , una città cosmopolita situata all'incrocio di culture dell'Europa centrale (italiano, slavo e tedesco). Proveniva da una ricca famiglia levantina e ha partecipato ai moti carbonari in Italia. Dopo il fallimento della rivoluzione, fu costretto a lasciare la sua patria. Nel 1830 è venuto a Iasi con una troupe di attori francesi. Insieme a sua moglie, Carlotta Cianchi, una cattolica spagnola, si stabilì a Iasi, dove ben presto acquisì notorietà come pittore, ritrattista diventando il pittore preferito dall’l'elite moldava dl tempo. Il suo primo ritratto a risale al 1830 e raffigura Hetman Anastasio Basota Nel 1832, i fratelli Giuseppe e Battista Foureaux avevano organizzato a Iasi diversi varietà teatrali . Per questo, Livaditti fu chiamato come scengrafo a dipingere il sipario del proscenio . Nel 1840, quando il teatro era nel pieno della sua attivtà, Livaditti fu assunto per dipingere un nuovo sipario. Tanti personaggi famosi del tempo si prenotavano per l’esecuzione del loro ritratto e non solo di Iasi ma anche di Harlau , Botosani , Dorohoi, Roman e altre città di Romania . Le sue opere sono sparse nei vari musei di Romania. La sua specialita’ era oltre a ritratto individuale, il ritratto di gruppo dell’intera famiglia. Secondo il certificato di morte: "... muore a 12 giugno 1858, a 54 anni di eta, Niccolò Livadtti, pittore". Nei registri della Chiesa Golia è registrata la morte di sua moglie, Maria, nel 5 ° gennaio 1864 , all’età di 58 anni (Il nome originario era Carlotta ma diventato Maria a seguito della conversione alla religione ortodossa). Alcuni dei suoi dipinti sono stati dichiarati beni culturali mobili nel patrimonio culturale nazionale.

Vornicul Alecsandri cu fiii Vasile şi Iancu (1838) Iasi Museo Nazionale Moldova

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Adeste 20162016 - 5°/15 La prima esposizione universale del Novecento -sabato 14 aprile 1900 (116 anni fa) La prima esposizione universale del Novecento: Una

finestra sul secolo appena trascorso attraverso una panoramica delle principali invenzioni tecnologiche e istanze artistiche. Così Parigi, ritoccata dalla modernità nel suo fascino immortale, salutò l'arrivo del Novecento. Nel pieno della seconda rivoluzione industriale (1870-1920), la Francia confermava la vocazione di laboratorio ideale per i nuovi ritrovati della tecnologia e per tutte le espressioni dell'ingegno umano. Prova n'è il fatto che di dodici "esposizioni universali", ufficialmente riconosciute dal BIE (Bureau International des Expositions, in italiano "Ufficio Internazionale delle Esposizioni"), quattro si erano tenute nella location parigina, mentre all'acerrima rivale Londra n'erano toccate due soltanto. L'EXPO d'inizio secolo premiò nuovamente la "città della Senna" e questa volta si trattava di un evento epocale, sia per la quantità e la qualità del patrimonio esposto, sia per il livello di modernità che la capitale si apprestava a raggiungere in vista del prestigioso appuntamento. Dieci anni dopo l'inaugurazione della celebre Torre Eiffel, altr e oper e er ano in cantier e e pr omettevano una significativa tr asfor mazione dell'assetto urbano

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ochi sono quelli che sanno che il simbolo di Parigi, la celebre Torre Eiffel, è stata realizzata secondo una tecnica inventata in Romania dall'ingegner Georghe Panculescu. Dopo aver frequentato i corsi del Politecnico di Zurigo, l’ ingegner Georghe Panculescu viene assunto dall’azienda Eiffel, su raccomandazione del grande scrittore Vasile Alecsandri.. Nel 1878, Panculescu ritorna in Romania per costruire la ferrovia Bucarest-Predeal. In quel periodo, l'ingegnere inventò un sistema di collegamento delle traversine della linea ferroviaria, sistema che rivoluzionava le costruzioni metalliche. Infatti, grazie al metodo di montaggio delle traverse, Panculescu è riuscito a finire l'opera concessionata in meno di un anno, anche se il termine di consegna era dI quasi cinque anni. Impressionato dal progetto dell'ingegnere romeno, Gustave Eiffel si recò a Valenii de Munte per incontrare Panculescu che era diventato ispettore generale delle ferrovie romene. Eiffel voleva vedere la tecnologia da lui usata per il montaggio della linea ferrovia. Nel 1879, nella casa dove si trova ora il Museo Nicolae Iorga, Eiffel è stato ospitato da Panculescu e fu colpito dalla sua geniale invenzione. Qui, Gustave Eiffel, che stava per diventare famoso, ha parlato a Panculescu del progetto a cui si stava dedicando ovvero la costruzione di una torre fuori dal comune, a Parigi, per l'esposizione universale del 1889. Insieme hanno parlato di adattamento della tecnica di Panculescu alla costruzione della Torre, utilizzando parti metalliche realizzate a terra e assemblate dopo, durante il progredire dell’opera. E’ stato merito del professor Eugen Stanescu, conosciuto in Francia, ma anonimo in Romania, a ritrovare in Francia uno studio intitolato "Communication sur les travaux al tour de France 300 m", datato 1887, in cui il famoso ingegnere Gustave Eiffel precisa come la torre che porta il suo nome non si sarebbe potuta costruire se non avesse avuto a disposizione la tecnica innovativa usata dall ingegnere romeno Gherghe Panculescu per la costruzione del segmento della ferrovia Bucarest -Predeal. Su sollecitazione del professor Stanescu, una scuola elementare di Valenii de Munte fu intitolata all’ingegner Panculescu. 8


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La risposta cristiana al problema dei rifugiati 16 Aprile Isola di Lesbo

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entre l’Europa alza muri di fil di ferro, chiude le frontiere e con accordi politici pagati profumatamente miliardi di Euro rispedisce alla Turchia i rifugiati, parte “l’offensiva umanitaria” dei leader delle Chiese cristiane. E’ il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Grecia a dare per primo la notizia: la prossima settimana, SABATO 16 APRILE, papa Francesco, il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e Sua Beatitudine Hieronymos, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia si ritroveranno a Lesbo, l’isola del mar Egeo, da mesi diventata meta obbligata di migliaia di rifugiati in fuga dai paesi in guerra dal bacino del Mediterraneo e dalla regione del Medio Oriente. ...L’incontro dei tre leader cristiani sull’isola di Lesbo – fa sapere la Chiesa ortodossa di Grecia – durerà un giorno, non sarà una visita ufficiale o di protocollo ma avrà un carattere “umanitario e simbolico”. Scopo della iniziativa – si legge nella Dichiarazione greca – è “contribuire alla presa di coscienza della comunità internazionale per una cessazione immediata delle ostilità nella regione del Mediterraneo e del Medio Oriente, che colpiscono fortemente le comunità cristiane”. Le Chiese vogliono aprire gli occhi dell’Europa alla “emergenza di un grande problema umanitario causato da rifugiati disperati che cercano un futuro migliore nel continente europeo”. Per dare un segnale forte di unità delle Chiese ortodosse – importante anche in vista del Sinodo pan ortodosso che si svolgerà a Creta a fine giugno – sull’isola di Lesbo a fianco di Sua Beatitudine Hieronymos ci sarà anche il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Anche lui – si legge in un comunicato diffuso dal Fanar – sta seguendo con “preoccupazione” lo “sviluppo dei conflitti nella regione del Medio Oriente”, “la persecuzione dei cristiani” e “l’ondata dei rifugiati” lungo le rotte verso l’Europa. Pare ne abbia parlato con papa Francesco in una lettera che gli ha inviato il 30 marzo. L’auspicio di Bartolomeo è che la visita all’isola greca di Lesbo possa anche spingere le “istituzioni competenti” a promuovere iniziative per la protezione delle comunità cristiane e trovare “giuste soluzioni” per la situazione dei rifugiati. Papa Francesco è un partner ideale per queste grandi aspirazioni. Ha lanciato più volte appelli a favore dei rifugiati convinto che “il modo in cui affrontiamo tale fenomeno è una prova della nostra umanità, del nostro rispetto della dignità umana e, prima ancora, della nostra solidarietà con i fratelli e le sorelle nel bisogno” (Uganda, 2015). A Lesbo papa Francesco non sarà solo. Avrà al suo fianco due leader importanti del mondo ortodosso. E’ la cifra di un ecumenismo che aprendosi alle grandi sfide della storia, ai dolori e alle ferite che attraversano l’umanità , trova un terreno fertile di incontro e dialogo. Sono troppo gravi i problemi delle società moderne per rimanere chiusi nelle proprie dispute. Le Chiese lo hanno capito. Ed hanno capito che è arrivato il tempo di unire la loro voce per scuotere le coscienze, arrivare laddove la politica non riesce, e annunciare insieme al mondo il Vangelo della vita e della Misericordia. (Fonte Sir)

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Adeste 20162016 - 5°/15 LITURGIA EUCARISTICA LETTURE: At 5,27-32.40-41 Sal 29 Ap 5,11-14 Gv 21,1-19

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Fratelli e sorelle, il Signore oggi chiede a ciascuno di noi, come a Pietro: “Mi ami, tu?”. Consapevoli delle nostre mancanze e infedeltà, imploriamo con sincerità il suo perdono. Breve riflessione personale C.A.< Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. Padre misericordioso, accresci in noi la luce della fede, perché nei segni sacramentali della Chiesa riconosciamo il tuo Figlio, che continua a manifestarsi ai suoi discepoli, e donaci il tuo Spirito, per proclamare davanti a tutti che Gesù è il Signore. Egli è

Dio, e vive... A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dagli Atti degli Apostoli In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo». Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono». Fecero flagellare gli apostoli e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R/. Alleluia, alleluia, alleluia. Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. R/. Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia. R/. Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto! Hai mutato il mio lamento in danza, Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. R/. Seconda Lettura Dal Libro dell’Apocalisse Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: «L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione». Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare,

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e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Cristo è risorto, lui che ha creato il mondo, e ha salvato gli uomini nella sua misericordia. Alleluia C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. VANGELO + Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai


Adeste 20162016 - 5°/15 discepoli, dopo essere risorto dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Gesù risorto non cessa di agi-

re nel mondo. È all’opera in questo momento in cui siamo riuniti. Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci, o Signore. 1.Perché la ricerca del denaro e del potere non ostacoli mai la nostra ricerca di fede e non contraddica la nostra testimonianza. Preghiamo. 2. Perché abbiamo sempre fiducia che nei momenti di fatica e di stanchezza tu sei con noi. Preghiamo. 3. Perché il tuo amore per l’uomo ci faccia comprendere che le nostre azioni e le nostre scelte contano davvero. Preghiamo. 4. Perché, guidati dal desiderio d’incontrarti, siamo sempre capaci di riconoscere la luce della tua presenza. Preghiamo. C. Dio fedele, fa’ che anche noi, come il tuo Figlio, seguiamo coraggiosamente la strada della tua volontà. Per Cristo nostro Signore Amen. LlITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli, Signore, i doni della tua Chiesa in festa, e poiché le hai dato il motivo di tanta gioia, donale anche il frutto di una perenne letizia. Per Cristo nostro Signore. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo tempo nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato. Per mezzo di lui rinascono a vita nuova i figli della luce, e si aprono ai credenti le porte del regno dei cieli. In lui morto è redente la nostra morte, in lui risorto tutta la vita risorge. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l'umanità esulta su tutta la terra, e con l'assemblea degli angeli e dei santi canta l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo …. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede

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A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. T. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C Guarda con bontà, Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali, e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A.Rendiamo grazie a Dio


Adeste 20162016 - 5°/15 terpretata con assoluta innovazione nella Gioconda (15031506), considerato il ritratto piÚ famoso del mondo. In questo Leonardo riesce a legare la figura umana al paesaggio, che appare non come semplice sfondo ma protagonista del quadro, in un rapporto che nessun pittore prima di lui aveva saputo rendere con altrettanta finezza.

Leonardo da Vinci data di nascita: sabato 15 aprile 1452 (563 anni fa) data morte: lunedÏ 2 maggio 1519 (496 anni fa) Leonardo da Vinci: La massima espr essione del genio umano, Vasar i per pr imo ne celebr ò le " divine" capacità di eccellere nelle arti, nella tecnica e nello studio della natura e del cosmo. Nato a Vinci, in provincia di Firenze, e morto ad Amboise (in Francia) nel maggio del 1519, con la sua insaziabile sete di conoscenza e il profondo interesse per l'arte nelle svariate forme rappresentò l'uomo simbolo del Rinascimento. A 17 anni fu ammesso alla bottega di Andrea del Verrocchio, fucina di illustri maestri del 500 quali Botticelli, Perugino e Ghirlandaio.

Nei primi anni del Cinquecento, Leonardo dedicò particolare attenzione allo studio del volo e al progetto di una nuova macchina volante e cominciò ad interessarsi all'anatomia degli uccelli, all'anatomia umana, alla resistenza e ai moti dell'aria e alla caduta dei pesi. Nel 1514 si trasferĂŹ a Roma, sotto la protezione di Durante il soggiorno milanese (1482-99), produsse alcune Giuliano de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e, successivamente, in Francia alla corte di Francesco I, dove opere celebri come la Vergine delle rocce, la Dama con l'ermellino (oggi al Museo di Cracovia) per Ludovico Sfor- continuò con passione e dedizione gli studi e le ricerche za, detto il Moro, e l'Ultima cena per il refettorio del con- scientifiche. vento di Santa Maria delle Grazie, sconvolgendo con quest'ultima l'iconografia tradizionale e introducendo una nuo- MorĂŹ il 2 maggio del 1519, lasciando Francesco Melzi cova tecnica pittorica (tempera e olio su due strati di intona- me esecutore testamentario e disponendo di voler essere sepolto nella chiesa di San Fiorentino. Cinquant'anni dopo, co). violata la tomba, le spoglie andarono disperse nei disordini Lasciata Milano insieme al giovane Francesco Melzi, il piĂš delle lotte religiose tra cattolici e ugonotti. caro dei suoi allievi che lo seguĂŹ fino alla morte, fu a Man- . tova, presso la casa di Isabella d’Este, e dopo nuovamente I SANTI DELLA a Firenze, dove iniziò a manifestare una sorta di insofferenSETTIMANA za per la pittura, preferendole gli studi geologici del territorio. Da sopralluoghi compiuti in Romagna e in Toscana in 10 D s Terenzio vista di opere ingegneristiche e di difesa, scaturirono poi l’amore per il paesaggio e per le forze della natura.

Natu-

ra in-

11 L

s. Gemma Galgani

12 M

s. Giulio Papa

13 M

s. Martino I papa

14 G

s. Valeriano

15

s. Abbondio

16 S

s. Bernadette Subirous

*°* C: ;: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatiiâ€? din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00

B : Preasfantul Mantuitor

(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ *°* fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober A:= I :0 : Domenica ore 11:00 nella Chieto70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 in diretta su www.telestartv.ro *°* Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. *°* T0?0 @ : Chiesa Sfanta Fecioara Maria RegiI 0: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Mail:parohiafabric@googlemail.com *°* Alelembo73@gmail.com

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