ADESTE MR. 15 Domenica delle Palme 14 Aprile 2019

Page 1



-

La

“Forse a qualcuno può sembrare un’espressione irriverente, e l’accostamento della stola col grembiule può suggerire il sospetto di un piccolo sacrilegio. Sì, perché, di solito, la stola richiama l’armadio della sacrestia, dove, con tutti gli altri paramenti sacri, profumata d’incenso, fa bella mostra di sé, con la sua seta e i suoi colori, con i suoi simboli e i suoi ricami. Non c’è novello sacerdote che non abbia in dono dalle buone suore del suo paese, per la prima messa solenne, una stola preziosa. Il grembiule, invece, ben che vada, se non proprio gli accessori di un lavatoio, richiama la credenza della cucina, dove, intriso di intingoli e chiazzato di macchie, è sempre a portata di mano della buona massaia. Ordinariamente, non è articolo da regalo: tanto meno da parte delle suore per un giovane prete. Eppure è l’unico paramento sacerdotale citato nel Vangelo. Il quale Vangelo, per la messa solenne celebrata da Gesù della notte del giovedì santo, non parla né di casule né di amitti, né di stole né di piviali. Parla solo di questo panno rozzo che il Maestro si cinse ai fianchi con un gesto tipicamente sacerdotale. Chi sa che non sia il caso di completare il guardaroba delle nostre sacrestie con l’aggiunta di un grembiule tra le dalmatiche di raso e le pianete di samice d’oro, tra i veli omerali di broccato e le stole a lamine d’argento”. (Don Tonino Bello, Chiesa, Stola e Grembiule, Edizioni Messaggero Padova, Padova 2006, p. 46-47)



-

– Fortunata Evolo nacque a Paravati, frazione di Mileto in provincia di Vibo Valentia, il 23 agosto 1924. Giovanissima andò a lavorare come donna di servizio presso la famiglia dell’avvocato Silvio Colloca. A causa di molti fenomeni inspiegabili, per due anni dovette vivere in una casa di cura a Reggio Calabria. Quando ne uscì, sposò Pasquale Nicolace, da cui ebbe cinque figli. Certa che la sua missione dovesse essere quella di confortare il prossimo, favorì la nascita di molte opere di assistenza sociale e di Cenacoli di Preghiera, prima nella sola diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, poi in gran parte del mondo. Fiduciosa nel Cuore Immacolato della Vergine Maria, che venerava come Rifugio delle Anime, s’impegnò a vivere la sofferenza sul modello di Gesù Crocifisso. Morì il 1° novembre 2009, a ottantacinque anni, nella casa di riposo di Paravati, intitolata a monsignor Pasquale Colloca e da lei stessa voluta. Il 17 ottobre 2018 la Congregazione delle Cause dei Santi ha rilasciato il nulla osta per l’avvio della sua causa di beatificazione e canonizzazione. La prima sessione del processo diocesano è stata fissata al 9 aprile 2019, nella cattedrale di Mileto. I resti mortali di colei che è ormai conosciuta come “mamma Natuzza” riposano nella cappella della Fondazione “Cuore immacolato di Maria Rifugio delle Anime” a Paravati.


-

-

-


UOMINI, BESTIE E ANIMALI

-

-

–


-

-


-


-



Papa Francesco, il 2 Giugno 2019, nel corso della sua visita in Romania, beatificherà a Blaj i 7 Vescovi martiri

Valeriu Traian Frentiu

n

acque il 25 aprile 1875 presso Resita, da suo padre Ioachim, sacerdote, e dalla mamma Rozalia. Studiò teologia a Budapest tra il 1894 ed il 1898, per poi essere ordinato prete il 28 settembre 1898. Solo nel 1902 conseguì però poi il dottorato. Operò nell’Eparchia di Lugoj come canceliere, parroco e vicario, finché il 4 novembre 1912, all’età di soli 37 anni, fu nominato vescovo. Il 25 febbraio 1922 fu poi trasferito alla sede episcopale di Oradea, ove il 3 maggio dello stesso anno prese possesso della diocesi. Dopo la morte del Metropolita Alexandru Nicolescu avvenuta nel 1941, il vescovo Frentiu fu nuovamente trasferito, ora come Amministratore Apostolico nell’Arcidiocesi di Alba Iulia e Fagaras, che resse per l’intero periodo della seconda guerra mondiale. Nel 1947 fece ritorno ad Oradea, ove fu arrestato il 28 ottobre 1948. Venne portato prima nel campo di concentramento di Dragoslavele e poi, nel febbraio 1949, al Monastero di Caldarusani. Nel 1950 finì al penitenziario di Sighetul Marmatiei, dove non riuscì più a sopportare le crudeltà perpetrate dal regime e si spegne il 11 luglio 1952. Proprio come successo ad altri vescovi morti a Sighet, anche Valeriu Traian Frentiu fu sepolto di notte, senza feretro, nella fossa comune nel Cimitero dei Poveri, onde evitare pellegrinaggi alle tombe dei martiri uccisi a Sighet.


Lo spazio vitale di una famiglia si poteva trasformare in chiesa domestica, in sede dell’Eucaristia, della presenza di Cristo seduto alla stessa mensa. ● La famiglia è chiamata a condividere la preghiera quotidiana, la lettura della Parola di Dio e la comunione eucaristica per far crescere l’amore e convertirsi sempre più in tempio dove abita lo Spirito. ● Nel mondo attuale si apprezza anche la testimonianza dei coniugi che non solo hanno perseverato nel tempo, ma continuano a portare avanti un progetto comune e conservano l’affetto. Questo apre la porta a una pastorale positiva, accogliente, che rende possibile un approfondimento graduale delle esigenze del Vangelo. Tuttavia, molte volte abbiamo agito con atteggiamento difensivo e sprechiamo le energie pastorali moltiplicando gli attacchi al mondo decadente, con poca capacità propositiva per indicare strade di felicità. Molti non percepiscono che il messaggio della Chiesa sul matrimonio e la famiglia sia stato un chiaro riflesso della predicazione e degli atteggiamenti di Gesù, il quale nel contempo proponeva un ideale esigente e non perdeva mai la vicinanza compassionevole alle persone fragili come la samaritana o la donna adultera. ● Una cosa è comprendere la fragilità umana o la complessità della vita, altra cosa è accettare ideologie che pretendono di dividere in due gli aspetti inseparabili della realtà. Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono. Al tempo stesso, siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto accettarla e rispettarla come è stata creata. ● Se accettiamo che l’amore di Dio è senza condizioni, che l’affetto del Padre non si deve comprare né pagare, allora potremo amare al di là di tutto, perdonare gli altri anche quando sono stati ingiusti con noi. ● Il matrimonio è un segno prezioso, perché “quando un uomo e una donna celebrano il sacramento del Matrimonio, Dio, per così dire, si ‘rispecchia’ in essi, imprime in loro i propri lineamenti e il carattere indelebile del suo amore. Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio per noi”. ● Le famiglie numerose sono una gioia per la Chiesa. In esse l’amore esprime la sua fecondità generosa. La gravidanza è un periodo difficile, ma anche un tempo meraviglioso. La madre collabora con Dio perché si produca il miracolo di una nuova vita.


I

nizia con la Domenica delle Palme la settimana suprema della storia e della fede. In quei giorni che diciamo «santi» è nato il cristianesimo, è nato dallo scandalo e dalla follia della croce. Lì si concentra e da lì emana tutto ciò che riguarda la fede dei cristiani. Per questo improvvisamente, dalle Palme a Pasqua, il tempo profondo, quello del respiro dell’anima, cambia ritmo: la liturgia rallenta, prende un altro passo, moltiplica i momenti nei quali accompagnare con calma, quasi ora per ora, gli ultimi giorni di vita di Gesù: dall’entrata in Gerusalemme, alla corsa di Maddalena al mattino di Pasqua, quando anche la pietra del sepolcro si veste di angeli e di luce. Sono i giorni supremi, i giorni del nostro destino. E mentre i credenti di ogni fede si rivolgono a Dio e lo chiamano nel tempo della loro sofferenza, i cristiani vanno a Dio nel tempo della sua sofferenza. «L’essenza del cristianesimo è la contemplazione del volto del Dio crocifisso» (Carlo Maria Martini). Contemplare come le donne al Calvario, occhi lucenti di amore e di lacrime; stare accanto alle infinite croci del mondo dove Cristo è ancora crocifisso nei suoi fratelli, nella sua carne innumerevole, dolente e santa. Come sul Calvario «Dio non salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza; non protegge dalla morte, ma nella morte. Non libera dalla croce ma nella croce» (Bonhoeffer). La lettura del Vangelo della Passione è di una bellezza che mi stordisce: un Dio che mi ha lavato i piedi e non gli è bastato, che ha dato il suo corpo da mangiare e non gli è bastato; lo vedo pendere nudo e disonorato, e devo distogliere lo sguardo. Poi giro ancora la testa, torno a guardare la croce, e vedo uno a braccia spalancate che mi grida: ti amo. Proprio a me? Sanguina e grida, o forse lo sussurra, per non essere invadente: ti amo. Perché Cristo è morto in croce? Non è stato Dio il mandante di quell’omicidio. Non è stato lui che ha permesso o preteso che fosse sacrificato l’innocente al posto dei colpevoli. Placare la giustizia col sangue? Non è da Dio. Quante volte ha gridato nei profeti: «Io non bevo il sangue degli agnelli, io non mangio la carne dei tori», «amore io voglio e non sacrificio». La giustizia di Dio non è dare a ciascuno il suo, ma dare a ciascuno se stesso, la sua vita. Ecco allora che Incarnazione e Passione si abbracciano, la stessa logica prosegue fino all’estremo. Gesù entra nella morte, come è entrato nella carne, perché nella morte entra ogni carne: per amore, per essere con noi e come noi. E la attraversa, raccogliendoci tutti dalle lontananze più perdute, e a Pasqua ci prende dentro il vortice del suo risorgere, ci trascina con sé in alto, nella potenza della risurrezione.

Padre Ermes Ronchi


-

-

-

– -

-

-


FOGLIETTO DOMENICALE

SALUTO

+Nel nome del Padre e del Figlio

e dello Spirito Santo. A. Amen. C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE

BENEDIZIONE DELLE PALME

C. Fratelli carissimi, questa assemblea liturgica é preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e con le opere di carità fin dall'inizio della Quaresima. Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione. Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione. Preghiamo. Dio onnipotente ed eterno, † benedici questi rami, e concedi a noi tuoi fedeli, che accompagniamo esultanti il Cristo, nostro Re e Signore, di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. A. Amen.

VANGELO

Dal vangelo secondo Luca. In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo con-

dussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo.

A.

Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

R. Dio mio, Dio mio, * perché mi hai abbandonato? Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: «Si rivolga al Signore; lui lo liberi, lo porti in salvo, se davvero lo ama!». R/. Un branco di cani mi circonda, mi accerchia una banda di malfattori; hanno scavato le mie mani e i miei piedi. Posso contare tutte le mie ossa. R/. PROCESSIONE Si dividono le mie vesti, sulla Imitiamo, fratelli carissimi, le folle mia tunica gettano la sorte. Ma tu, di Gerusalemme, che acclamavano Signore, non stare lontano, mia forGesù, Re e Signore, e avviamoci in za, vieni presto in mio aiuto. R/. pace. Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo CANTO all’assemblea. Lodate il Signore, Rit. Osanna al Figlio di David, voi suoi fedeli, gli dia gloria tutta la osanna al Redentor. discendenza di Giacobbe, lo tema COLLETTA C. O Dio onnipotente ed eterno, tutta la discendenza d’Israele. R/. Seconda Lettura che hai dato come modello agli Dalla lettera di san Paolo apostolo ai uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Filippési Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa' che ab- Cristo Gesù, pur essendo nella biamo sempre presente il grande condizione di Dio, non ritenne un insegnamento della sua passione, privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una per partecipare alla gloria della condizione di servo, diventando risurrezione. Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spiri- simile agli uomini. Dall’aspetto rito Santo, per tutti i secoli dei seco- conosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino li. A. Amen (seduti) alla morte e a una morte di croce. LITURGIA DELLA PAROLA Per questo Dio lo esaltò e gli donò Prima Lettura il nome che è al di sopra di ogni Dal libro del profeta Isaìa nome, perché nel nome di Gesù Il Signore Dio mi ha dato una linogni ginocchio si pieghi nei cieli, gua da discepolo, perché io sappia sulla terra e sotto terra, e ogni linindirizzare una parola allo sfiducia- gua proclami: «Gesù Cristo è Sito. Ogni mattina fa attento il mio gnore!», a gloria di Dio Padre. orecchio perché io ascolti come i Parola di Dio. discepoli. Il Signore Dio mi ha A. Rendiamo grazie a Dio aperto l’orecchio e io non ho oppo(in piedi) sto resistenza, non mi sono tirato Canto al Vangelo indietro. Ho presentato il mio dorLode a te, o Cristo,re di eterna so ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la bar- gloria Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e a una ba; non ho sottratto la faccia agli morte di croce. insulti e agli sputi. Il Signore Dio Per questo Dio lo esaltò e gli donò mi assiste, per questo non resto svergognato, il nome che è al di sopra di ogni per questo rendo la mia faccia du- nome. ra come pietra, sapendo di non re- Lode a te, o Cristo, …... stare confuso. Parola di Dio.


C P

C †

C †

C † C †

C

(22,14-23,56)

C †

Quando venne l’ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio». Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi». «Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo. E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete

C † C P C †

C P C † C † C † C

C

perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele. Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi». Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!». Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione». Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno


† C P C † C

C

P C P C P C P C P C P C

P C

P

dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre». Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente. E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo. Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi».

C †

C P C † C P C

P

C P C † C P C P C

P

Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca». Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo:

«Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme. Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia. Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato.


C P C

P C P

C

C

† C

P C

Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere. Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».

P C

«Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: P «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». C L’altro invece lo rimproverava dicendo: P «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». C E disse: P «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». C Gli rispose: † «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». C Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: † «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». C Detto questo, spirò. (Qui si genuflette e si fa una breve pausa). C Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: P «Veramente quest’uomo era giusto». C Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo. Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatèa, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto. Parola del Signore.

Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori. Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e diceva- A. no:

Lode a te, o Cristo.


doli secondi fini. Preghiamo. C. O Padre, Tu a volte ci chiedi OMELIA ( Seduti) di rinunciare perfino alla nostra CREDO in un solo Dio, Padre on- giustizia per ottenere la Tua. Aiutanipotente, creatore del cielo e del- ci a comprendere che nulla è perla terra, di tutte le cose visibili e fetto senza di Te. Te lo chiediamo invisibili. Credo in un solo Signoper Cristo nostro Signore. re, Gesù Cristo, unigenito Figlio A. Amen di Dio, nato dal Padre prima di LITURGIA EUCARISTICA tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da C. Pregate, fratelli e sorelle, Luce, Dio vero da Dio vero, geneperché portando all’altare la gioia rato, non creato, della stessa soe la fatica di ogni giorno, ci dispostanza del Padre; per mezzo di lui niamo a offrire il sacrificio gradito tutte le cose sono state create. Per a Dio Padre onnipotente. noi uomini e per la nostra salvezA. Il Signore riceva dalle tue za discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato mani questo sacrificio a lode e nel seno della vergine Maria e si è gloria del suo nome, per il bene fatto uomo. Fu crocifisso per noi nostro e di tutta la sua santa sotto Ponzio Pilato, morì e fu seChiesa. (in piedi) polto. Il terzo giorno è risuscitato, SULLE OFFERTE secondo le Scritture, è salito al C. Esaudisci, Signore, le nostre cielo, siede alla destra del Padre. preghiere: tu che ci hai illuminati E di nuovo verrà, nella gloria, per con gli insegnamenti della fede, giudicare i vivi e i morti, e il suo trasformaci con la potenza di queregno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la sto sacrificio. Per Cristo nostro Sivita, e procede dal Padre e dal Fi- gnore. Amen. glio. Con il Padre e il Figlio è ado- A. PREGHIERA EUCARISTICA rato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chie- C. Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. sa, una santa cattolica e apostoli- A. ca. Professo un solo battesimo per C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del C. Rendiamo grazie al Signore mondo che verrà. Amen. nostro Dio .A. E’ cosa buona e giusta PREGHIERA DEI FEDELI C. È veramente cosa buona e Spesso la difficoltà più grande di fronte alla proposta di Gesù è riu- giusta, nostro dovere e fonte di salscire a ritenersi degni di essa non vezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre per merito ma per amore di Dio. santo, Dio onnipotente ed eterno. Accettare tutto ciò è il punto di Nella passione redentrice del tuo partenza del cammino spirituale Figlio tu rinnovi l'universo e doni dell’essere cristiani. Preghiamo insieme e diciamo: Si- all'uomo il vero senso della tua glognore, donaci una vita da perdo- ria; nella potenza misteriosa della croce tu giudichi il mondo e fai rinati. 1. Perché sappiamo sempre splendere il potere regale di Cristo crocifisso. Per questo mistero essere prudenti nelle nostre convinzioni, specialmente quando es- di salvezza, uniti agli angeli e ai se portano a scelte che condiziona- santi, eleviamo a te un inno di lode no la vita di altri fratelli. Preghia- ed esultanti proclamiamo: :Santo, (In ginocchio) mo. C. Mistero della fede 2. Perché la nostra vita e la Annunciamo la tua morte, Sinostra giustizia siano sempre poste A. gnore, proclamiamo la tua risurrenelle mani del Signore. Preghiazione nell’attesa della tua venuta. mo. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA 3. Perché sappiamo, anche nei momenti più bui, vederci come C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, uomini nuovi. Preghiamo. nell’unità dello Spirito Santo, ogni 4. Perché la nostra applicazione di regole, leggi e consuetu- onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. dini non sia mai funzionale a sub-

A. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE

C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE

C. Preghiamo Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue. Per Cristo nostro Signore. A. Amen C. Il Signore sia con voi.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.