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Ha spento la bellezza di 109 candeline, ancora straordinariamente lucida e dinamica. Circondata dalle consorelle e dalla superiora provinciale suor Giuliana Fracasso, non ha mancato di ricordare aneddoti della sua vita e ha scherzato sul suo primato di longevità. L'allegria e l'ironia non mancano a suor Candida Bellotti, nata a Quinzano (Ver ona) il 20 febbr aio del 1907, da 85 anni consacrata alla spiritualità di San Camillo de Lellis, patrono degli ammalati, degli infermieri e dei luoghi di cura. Entrata a far parte nel 1931 della Congregazione delle Ministre degli Infermi di San Camillo, ha prestato la sua opera come infermiera professionale in diverse città d'Italia. Dal 2000 vive a Lucca, nella Casa madre dell'istituto, dove, nonostante l'età, partecipa ancora attivamente alla vita comunitaria, impressionando tutti per la sua vivacità fisica e mentale, oltre che per la sua sagacia e prontezza di spirito. Dieci i Pontefici che si sono succeduti durante la vita di suor Candida, fino a papa Francesco, che ha avuto il privilegio di incontrare due anni fa a Roma, in occasione del suo 107esimo compleanno. Il segreto di tanta longevità? "Ascoltare la voce di Cristo ed essere docili alla sua volontà. In tutta la mia vita ho sempre pensato: dove il Signore mi mette, quello è il posto giusto per me", affer ma con disar mante semplicità la religiosa veneta, esempio luminoso di vocazione vissuta con coerenza. Quest'anno i festeggiamenti per il compleanno di suor Candida si sono svolti in un clima di gioiosa intimità nella casa madre delle Ministre degli Infermi, a Lucca. In attesa (a Dio piacendo) di festeggiar e il tr aguardo dei 110 anni.
Suor Candida (al secolo Alma Bellotti) è nata a Quinzano (Verona) il 20 febbraio del 1907. Terza di dieci figli, padre ciabattino e madre casalinga, è cresciuta in una famiglia umile e profondamente cattolica. Inizia giovanissima a lavorare come sarta; intorno ai vent'anni comincia a sentire dentro di sé il desiderio di farsi suora. Il suo confessore la indirizza verso "la croce rossa" di san Camillo de Lellis. Così il 5 gennaio del 1931, accompagnata dal padre e dal fratello, fa il suo ingresso nell'Istituto delle Ministre degli Infermi di Lucca. Concluso il noviziato, prende i voti il 16 luglio del 1932. Forte dei Marmi, Roma (dove ha conseguito il diploma di infermiera), Torino, Camaiore, Viareggio sono alcune delle località in cui ha operato, nel servizio ai malati e come formatrice di nuove vocazioni. Nel 2000, all'età di 93 anni, è stata trasferita nella casa madre di Lucca per un meritato riposo. Lucida e dinamica, dal mattino alla sera segue pienamente la vita della comunità, non facendo mai mancare il suo contributo. 2
Adeste 20162016 - 5°/16 Bergoglio, l'inedito sulla vocazione «L'Osservatore Romano» pubblica una lettera nella quale il futuro Papa ricorda il ruolo del sacerdote salesiano che lo aveva battezzato (A.Tornielli 23,12,2013 Vatican Insider)
Papa Francesco ha ricevuto il battesimo il 25 dicembre 1936, e a celebrare il rito fu il salesiano di origine italiana Enrique Pozzoli. Ma il sacerdote ebbe anche un ruolo importante nel convincere il papà e la mamma di Bergoglio nel momento in cui il figlio manifestò l'intenzione di entrare in seminario. Il 20 ottobre 1990, in occasione del ventinovesimo anniversario di Pozzoli, padre Jorge Mario Bergoglio si mise alla macchia da scrivere per mantenere una promessa fatta al salesiano Cayetano Bruno, lo storico della Chiesa argentina, e fissò nero su bianco alcuni ricordi, tradotti dall'originale spagnolo e pubblicati da «L'Osservatore Romano» nell'edizione odierna. Nella prima parte del documento, Bergoglio descrive l'amicizia di don Pozzoli con i suoi familiari e l'aiuto che aveva loro dato in alcune circostanze. Quindi aggiunge: «È intervenuto in modo decisivo, nel 1955, con la storia della mia vocazione. Il 21 settembre 1954 mi hanno buttato giù dal cavallo. Ho conosciuto P. Carlos B. Duarte Ibarra a Flores (la mia parrocchia). Mi sono confessato con lui per caso… e lì — senza che io stessi nel banco delle imposte come il santo del giorno [Matteo] — mi aspettava il Signore “miserando et eligendo”. Lì non ho avuto dubbi che dovevo essere sacerdote».
LA VOCAZIONE DI PAPA FRANCESCO
scuola secondaria e “ti saluto”! Studiavo Chimica nell’Industriale e solevo passare lunghi periodi (soprattutto in estate) in casa dei miei nonni materni nella calle Quintino Bocayuva (...) Non dico nulla in casa fino al novembre del 1955: quell’anno finivo l’Industriale (erano sei anni) e mi iscrivevo come tecnico chimico. A casa non sono convinti. Erano cattolici praticanti… ma preferivano che aspettassi alcuni anni, studiando all’Università». «Poiché capivo su chi sarebbe finito il conflitto - aggiunge il futuro Papa - andai da P. Pozzoli e gli raccontai tutto. Esaminò la mia vocazione. Mi disse di pregare e di lasciare tutto nelle mani di Dio. Mi diede la benedizione di Maria Ausiliatrice. Ogni volta che recito il “Sub tuum praesidium…” mi ricordo di lui. Naturalmente in casa nasce l’idea: perché non sentiamo P. Pozzoli? E io, con la miglior faccia del mondo, dissi di sì».
«Ricordo ancora la scena. seminarista Era il 12 di«La vocazione - ha scritto Bergocembre 1955. Papà e mamma feglio - l’avevo sentita per la prima steggiavano 20 anni di matrimonio. volta a Ramos Mejía, durante il La festa consistette in una Messa mio sesto grado, e ne parlai con il (solo i miei genitori e i cinque figli) famoso “pescatore” di vocazioni, P. nella parrocchia San José di Flores. Martínez s.d.b. Ma poi cominciai la Il celebrante sarebbe stato P. PozPapa FRANCESCO
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zoli. Finita la Messa, papà invita a colazione nella Pasticceria “La Perla de Flores” (Rivera Indarte e Rivadavia, a mezzo isolato dalla Basilica)… Papà pensava che P. Pozzoli non avrebbe accettato perché gli chiese se poteva (credo che se altrimenti saremmo andati a casa, a 6 isolati), ma P. Pozzoli (che sapeva di cosa si sarebbe parlato) accettò senza esitare. Che libertà di spirito per aiutare una vocazione!». «A metà della colazione si pone la questione - racconta Bergoglio - P. Pozzoli dice che l’Università va bene, ma che le cose vanno prese quando Dio vuole che si prendano… e comincia a raccontare storie diverse di vocazioni (senza prendere partito), e alla fine racconta la sua vocazione. Racconta come un sacerdote gli propone di diventare sacerdote, come in pochissimi anni diventa suddiacono, poi diacono e sacerdote… come gli fu dato quello che non aspettava… Bene, a questo punto “ormai” i miei genitori avevano sciolto il cuore. Naturalmente P. Pozzoli non finì dicendo che mi lasciassero andare in Seminario né esigendo da loro una decisione… Semplicemente si rese conto che doveva “ammorbidire”, lo fece… e il resto venne da sé. (...) Quando “annusava” che ormai stava per ottenere quello che voleva, si ritirava prima che gli altri si rendessero conto. Allora la decisione veniva da sola, liberamente dai suoi interlocutori. Non si sentivano forzati… ma lui gli aveva preparato il cuore. Aveva seminato, e bene… ma lasciava agli altri il gusto della raccolta».
Adeste 20162016 - 5°/16 La voce di Cristo, guida verso la vita
Le
mie pecore ascoltano la mia voce. È bello il termine che Gesù sceglie: la voce. Prima ancora delle cose dette conta la voce, che è il canto dell'essere. Riconoscere una voce vuol dire intimità, frequentazione, racconta di una persona che già abita dentro di te, desiderata come l'amata del Cantico: la tua voce fammi sentire. Prima delle tue parole, tu. Ascoltano la mia voce e mi seguono. Non dice: mi obbediscono. Seguire è molto di più: significa percorrere la stessa strada di Gesù, uscire dal labirinto del non senso, vivere non come esecutori di ordini, ma come scopritori di strade. Vuol dire: solitudine impossibile, fine dell'immobilismo, camminare per nuovi orizzonti, nuove terre, nuovi pensieri. Chiamati, noi e tutta la Chiesa, ad allenarci alla sorpresa e alla meraviglia per cogliere la voce di Dio, che è già più avanti, più in là. E perché ascoltare la sua voce? La risposta di Gesù: perché io do loro la vita eterna. Ascolterò la sua voce perché, come una madre, Lui mi fa vivere, la voce di Dio è pane per me. Così come «la voce degli uomini è pane per Dio» (Elias Canetti). Per una volta almeno, fermiamo tutta la nostra attenzione su quanto Gesù fa per noi. Lo facciamo così poco. I maestri di quaggiù sono lì a ricordarci doveri, obblighi, comandamenti, a richiamarci all'impegno, allo sforzo, all'ubbidienza. Molti cristiani rischiano di scoraggiarsi perché non ce la fanno. Ed io con loro. Allora è bene, è salute dell'anima, respirare la forza che nasce da queste parole di Gesù: io do loro la vita eterna. Vita eterna vuol dire: vita autentica, vita per sempre, vita di Dio, vita a prescindere. Prima che io dica sì, Lui ha già seminato in me germi di pace, semi di luce che iniziano a germinare, a guidare i disorientati nella vita verso il paese della vita. «Nessuno le strapperà dalla mia mano». La vita eterna è un posto fra le mani di Dio. Siamo passeri che hanno il nido nelle sue mani. E nella sua voce. Siamo bambini che si aggrappano forte a quella mano che non ci lascerà cadere. Come innamorati cerchiamo quella mano che scalda la solitudine. Come crocefissi ripetiamo: nelle tue mani affido la mia vita. Dalla certezza che il mio nome è scritto sul palmo della sua mano, dice il profeta, con una immagine dolce, come di ragazzi che si scrivono sulla mano le cose importanti, da non dimenticare all'esame; da questa vigorosa certezza, da non svendere mai, che per Dio io sono indimenticabile, che niente e nessuno mai mi potrà separare e strappare via, prende avvio la mia strada nella vita: essere anch'io, per quanti sono affidati al mio amore e alla mia amicizia, cuore da cui non si strappa, mano da cui non si rapisce
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Adeste 20162016 - 5°/16 Le pecore, in Nuova Zelanda, sono un’istituzione. Fino agli anni ’60 la lana rappresentava un terzo dei ricavi di esportazione, e anche se oggi queste cifre si sono notevolmente abbassate, i greggi ovini sono ancora parte integrante dei bucolici paesaggi dello stato insulare. Ma se pensate che tutte le pecore siano “pecoroni”, ovvero docili e senza un vero carattere, la storia di Shrek vi farà ricredere.
controllo, fagocitando praticamente l’intero corpo dell’animale. Certo, Shrek era comunque un’eccezione. Il vello di una pecora Merino pesa in media circa 4.5 kg, e in qualche raro caso arriva fino ai 15 kg; ma il pelo che Shrek aveva prodotto durante i sei anni di fuga aveva un peso assolutamente straordinario – 27 kg, sufficienti per cucire 20 completi da uomo. Diventato immediatamente una star per i neozelandesi, sempre orgogliosi delle proprie pecore, Shrek venne infine tosato in diretta TV nazionale. La sua lana fu messa all’asta per beneficienza, venne stampato un libro per bambini, e la famosa pecora incontrò perfino il Primo Ministro, Helen Clark, al Parlamento. Si stima che questa pubblicità abbia fruttato all’industria nazionale dell’esportazione approssimativamente 100 milioni di dollari.
Shrek era un montone castrato della specie Merino, nato e cresciuto nella fattoria di Bendigo, vicino alla piccola comunità pastorizia di Tarras, nell’Isola del Sud. Le pecore Merino sono allevate per la loro lana di primissima qualità, e vengono dunque regolarmente tosate dai loro allevatori: questo processo non è violento, ma probabilmente piuttosto fastidioso per l’animale, che viene tenuto fermo in posizioni per lui innaturali. Gli agnelli e le pecore più giovani scalciano e combattono durante la tosatura, ma con il passare degli anni capiscono che non c’è nulla da temere; gli animali più vecchi hanno imparato dall’esperienza e non oppongono più resistenza quando vengono alleggeriti dai diversi chili di lana che li ricoprono. Un buon tosatore, infatti, impiega soltanto tre o quattro minuti per portare a termine l’indolore operazione.
Per celebrare il suo decimo compleanno, a 30 mesi dalla prima tosatura, ecco un’altra trovata: Shrek venne nuovamente tosato, ma questa volta su un iceberg, galleggiante al largo della costa di Dunedin. Ancora una volta lo scopo di questa impresa era a favore di un ente benefico per la cura dei bambiShrek, invece, non ne voleva proprio sapere di essere tosato – ed evidentemente mal sopportava an- ni, e per promuovere la lana neozelandese. Ma probache la vita all’interno del gregge. Un bel giorno, deci- bilmente fu tutt’altro che un compleanno memorabile se che ne aveva vuto abbastanza e lasciò i suoi simili per Shrek, a cui vennero addirittura applicati degli ovini per darsi alla macchia. Era il 1998, e nonostante speciali ramponi da ghiaccio perché non scivolasse le continue ricerche dei proprietari, per sei lunghi anni lungo i freddi pendii dell’iceberg. nessuno seppe più nulla di lui. All’età di 16 anni, nel 2011, su consiglio del veterinario Shrek venne sottoposto ad eutanasia. Le sue ceneri Infine, il 15 aprile del 2004, la sua “latitanza” furono sparse sulla cima della montagna più alta del giunse al termine quando il suo padrone riuscì finalpaese, Mount Cook, a simbolo e mente a scovarlo: Shrek si memoria dell’insegnamento che, era nascosto per tutti quegli a detta dei neozelandesi, questo anni in una grotta. Ma ormai testardo animale ci ha lasciato: non assomigliava nemmeno se non vuoi fare una cosa, lotta più ad una pecora. con tutte le tue forze per evitarla. Secondo le parole del Ma, a voler essere davvero pastore che lo trovò nella cacinici, dalla storia di Shrek si verna, “sembrava una creatupotrebbe anche dedurre l’esatto ra biblica”, un Behemoth o opposto – non importa quanto tu una bestia mitologica. Il suo ti batta, alla fine la tosatura arrivello infatti aveva cotinuato a va per tutti… crescere e crescere, senza 5
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risiedendo soprattutto a Galaţi. Nella città portuale della storica regione romena della Moldavia meridionale, egli visse il periodo più fecondo della sua attività artistica. L’artista friulano dimostra nei suoi lavori una costante predilezione per la rappresentazione della figura umana. I personaggi di diversa estrazione sociale sono raffigurati con minuziosità, in modo realistico, e sui loro visi si leggono la preoccupazione e la fatica, oppure la distensione e la serenità. Per eseAntonio Zumino (Majano, 1864– guire i ritratti, utilizzando il modello naturale messo Roma, 1927), pittore formatosi presso l’Accade- in posa, Zumino adoperò spesso varie tecniche incisomia di Belle Arti di Venezia, giunse in Romania appe- rie, oppure il pastello, mentre i suoi paesaggi sono na ventiduenne, a seguito delle committenze ricevute perlopiù dipinti ad olio su tela e rivelano la maestria per eseguire gli affreschi di alcune di matrice classica di un chiese e la decorazione muraria di abiartista di grande talento. tazioni private di facoltose famiglie Pur operando in un ambidella città. Risiedendo a lungo nei porto locale ed essendo oggi ti romeni sul Danubio, Brăila e Galaţi, ingiustamente dimenticato dove si distinse nella pittura su cavalo comunque poco noto, letto, nonché come disegnatore e incisia in Italia sia in Romasore, Zumino tenne lezioni private di nia, Antonio Zumino diedisegno e pittura ad olio avendo tra i de la sua impronta origisuoi allievi le future artiste dell’avannale ad una produzione guardia romena Lola Schmierer Roth artistica di indubbia qualie Jeanne Helder Coppel. Ritrattista e tà espressiva. paesaggista di grande talento, Antonio La Romania fu per AntoZumino ha raffigurato personaggi e nio Zumino la seconda scene tratte dal mondo urbano e patria, la terra d’adozione dall’universo contadino appartenente che ebbe un ruolo signifiall’entroterra dei porti danubiani nei cativo nella sua definitiva quali risiedette insieme alla sua famiaffermazione come artiglia. Osservatore acuto e di notevole sta, poiché il più produttisensibilità artistica della vita quotidiavo periodo della sua carna dei porti romeni, l’artista friulano riera risale ai tempi del fu uno dei protagonisti dello stile lungo soggiorno a Brăila e espressivo che traeva la sua vitalità dall’accademismo soprattutto a Galaţi. Zumino appartiene ugualmente adeguato al gusto locale per la paesaggistica e per il alla cultura italiana come a quella romena, in quanto ritrattismo, che egli potenziava con il suo spiccato esponente ancora troppo poco noto del tradizionalisenso del dettaglio fisiognomico. smo nell’arte pittorica romena tra l’ultimo ventennio Zumino trascorse quasi trentadue anni in Romania, dell’Ottocento e la vigilia della Grande Guerra. Pur ascrivendo l’opera di Zumino all’accademismo quale corrente europea e dell’arte romena, l’artista friulano dimostrò una certa versatilità stilistica negli anni che precedettero l’avvio della Grande Guerra e nel periodo successivo alla prima conflagrazione mondiale, adeguando la sua tecnica pittorica al modernismo, i cui elementi si avvertono anche nella sua produzione grafica a partire dalla seconda decade del Novecento.
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L’
all'attenzione dell'opinione pubblica e del mondo politico. “Tutte le persone, a prescindere dall'etnia, dal sesso, dal proprio reddito o Earth Day (Giornata della provenienza geografica, hanno il diritto ad un Terra) è la più grande manifestazione amambiente sano, equilibrato e sostenibile”. bientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per cele- Il 22 aprile 1970, ispirandosi a questo principio, 20 milioni di cittadini brare la Terra e promuoverne la americani si mobilitarono per salvaguardia. La Giornata della una manifestazione a difesa Terra, momento fortemente voludella Terra. I gruppi che sinto dal senatore statunitense Gaygolarmente avevano combatlord Nelson e promosso ancor tuto contro l'inquinamento da prima dal presidente John Fitzcombustibili fossili, contro gerald Kennedy, coinvolge ogni l'inquinamento delle fabbriche anno fino a un miliardo di persoe delle centrali elettriche, i rine in ben 192 paesi del mondo. fiuti tossici, i pesticidi, la proLe Nazioni Unite, spiega la vergressiva desertificazione e l'esione italiana del sito dedicato stinzione della fauna selvatiall'Eaarth Day, celebrano l'evenca, improvvisamente compresero di condivito ogni anno, un mese e due giorni dopo l'edere valori comuni. Migliaia di college e uniquinozio di primavera, il 22 aprile, per sottoliversità organizzarono proteste contro il degraneare la necessità della conservazione delle do ambientale: da allora il 22 aprile prese il risorse naturali della Terra. I gruppi ecologisti nome di Earth Day, la Giornata della Terra. utilizzano quest'appuntamento come occasione per valutare le problematiche del pianeta: “La terra, nostra casa, sembra trasformarsi l'inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di pian- sempre più in un immenso deposito di imte e specie animali che scompaiono, e l'esauri- mondizia. In molti luoghi del pianeta, gli mento delle risorse non rinnovabili. Si insiste anziani ricordano con nostalgia i paesaggi in soluzioni che permettano di eliminare gli d’altri tempi, che ora appaiono sommersi effetti negativi delle attività dell'uomo. L'idea della creazione di una “Giornata per la da spazzatura. Tanto i rifiuti industriali Terra” fu discussa per la prima volta nel 1962. quanto i prodotti chimici utilizzati nelle In quegli anni le proteste contro la guerra del città e nei campi, possono produrre un efVietnam erano in aumento, ed al senatore Nel- fetto di bio-accumulazione negli organismi son venne l'idea di organizzare un “teach-in” degli abitanti delle zone limitrofe, che si sulle questioni ambientali. Nelson riuscì a verifica anche quando il livello di presenza coinvolgere anche noti esponenti del mondo politico come Robert Kennedy, che nel 1963 di un elemento tossico in un luogo è basattraversò ben 11 Stati del Paese teso. Molte volte si prennendo una serie di conferenze dedicadono misure solo quante ai temi ambientali. do si sono prodotti efL'Earth Day prese definitivamente fetti irreversibili per la forma nel 1969 a seguito del disastro salute delle persone. ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oi al largo di Santa Barbara, in Cali(Dall’enciclica Ludato Si fornia, a seguito del quale il senatore di Papa Francesco) Nelson decise fosse giunto il momento di portare le questioni ambientali 7
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Amoris laetitia 08/04/2016 ANDREA TORNIELLI
Nove capitoli per un documento di 264 pagine, lungo e complesso: «Amoris laetitia», la «gioia dell’amore» è l’esortazione con la quale Francesco conclude il percorso dei due Sinodi dedicati famiglia. Il primo capitolo offre la base di citazioni bibliche, il secondo traccia un quadro della situazione, il terzo par la della vocazione della famiglia. Due capitoli, il quarto e il quinto, sono dedicati specificamente al tema dell’amore coniugale. Il sesto parla delle prospettive pastorali, il settimo dell’educazione dei figli. Mentre l’ottavo, che con ogni probabilità sarà il più discusso, contiene le indicazioni per l’integrazione dei divorziati risposati.
L’amore simbolo delle realtà intime di Dio Nel primo capitolo, il Papa r icor da che «la Bibbia è popolata da famiglie, da generazioni, da storie di amore e di crisi familiari». La «coppia che ama e genera la vita è la vera “scultura” vivente, capace di manifestare il Dio creatore e salvatore. Perciò l’amore fecondo viene ad essere il simbolo delle realtà intime di Dio».
Individualismo e calo demografico Nel secondo capitolo si affr onta il tema delle «sfide» delle famiglie. C’è il pericolo «rappresentato da un individualismo esasperato» che fa prevalere, «in certi casi, l’idea di un soggetto che si costruisce secondo i propri desideri assunti come un assoluto». Francesco lancia l’allarme per il calo demografico, «dovuto ad una mentalità antinatalista e promosso dalle politiche mondiali di salute riproduttiva», ricordando che «la Chiesa rigetta con tutte le sue
forze gli interventi coercitivi dello Stato a favore di contraccezione, sterilizzazione o addirittura aborto». Misure «inaccettabili anche in luoghi con alto tasso di natalità», ma che i politici «incoraggiano» anche nei Paesi dove nascono pochi figli.
tanasia e il suicidio assistito. Ci si sofferma poi sulla situazione «delle famiglie schiacciate dalla miseria, penalizzate in tanti modi, dove i limiti della vita si vivono in maniera lacerante». Si parla della «piaga» della tossicodipendenza «che fa soffrire molte famiglie, e non di rado finisce per distruggerle. Qualcosa di simile succede con l’alcoliLa casa Francesco scrive che «la mancanza smo, il gioco e altre dipendenze». di una abitazione dignitosa o adeNon indebolire la famiglia guata porta spesso a rimandare la formalizzazione di una relazione». Indebolire la famiglia non «giova Una «famiglia e una casa sono due alla società» ma «pregiudica la macose che si richiamano a vicenda». turazione delle persone». Francesco Per questo «dobbiamo insistere sui nota come non si «avverte più con diritti della famiglia, e non solo sui chiarezza che solo l’unione esclusidiritti individuali. La famiglia è un va e indissolubile tra un uomo e bene da cui la società non può pre- una donna svolge una funzione sociale piena». Mentre «le unioni di scindere, ma ha bisogno di essere fatto o tra persone dello stesso sesprotetta». so, per esempio, non si possono Sfruttamento dell’infanzia equiparare semplicisticamente al Lo sfruttamento sessuale dei bam- matrimonio. Nessuna unione precabini costituisce «una delle realtà più ria o chiusa alla trasmissione della scandalose e perverse della società vita ci assicura il futuro della socieattuale». Ci sono i «bambini di stra- tà». da» nelle società attraversate dalla Utero in affitto, violenza, dalla guerra, o dalla preinfibulazione, violenze senza della criminalità organizzata. «L’abuso sessuale dei bambini di- Nel paragrafo 54 il Papa parla dei venta ancora più scandaloso - scan- diritti della donna, definendo inacdisce Francesco - quando avviene cettabile «la vergognosa violenza che a volte si usa nei confronti delle in luoghi dove essi devono essere protetti, particolarmente nelle fami- donne». La «violenza verbale, fisiglie, nelle scuole e nelle comunità e ca e sessuale che si esercita contro le donne in alcune coppie di sposi istituzioni cristiane». contraddice la natura stessa dell’unione coniugale». Francesco fa poi Miseria, eutanasia riferimento all’infibulazione, la e altre piaghe Tra le «gravi minacce» per le fami- «grave mutilazione genitale della glie in tutto il mondo si citano l’eu- donna in alcune culture», ma anche 8
Amoris laetitia
Adeste 20162016 - 5°/16 alla «disuguaglianza dell’accesso a posti di lavoro dignitosi e ai luoghi in cui si prendono le decisioni». E ricorda «la pratica dell’“utero in affitto” o la strumentalizzazione e mercificazione del corpo femminile nell’attuale cultura mediatica».
Il «pensiero unico» del Gender Alcune righe del documento sono dedicate al «gender», «ideologia che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna», prospetta «una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia». Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che «promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina». Francesco definisce «inquietante che alcune ideologie di questo tipo» cerchino «di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini».
No alla «fabbrica» dei bambini
famiglia deve essere frutto di un discernimento vocazionale». L’amore coniugale è aperto alla fecondità. E «l’educazione integrale» dei figli è «dovere gravissimo e allo stesso tempo diritto primario dei genitori», che «nessuno dovrebbe pretendere di togliere loro».
coppia non sono per questioni molto gravi». A volte si tratta di cose piccole, «ma quello che altera gli animi è il modo di pronunciarle o l’atteggiamento che si assume nel dialogo».
Istruzioni sull’amore
Desideri, sentimenti, emozioni, «occupano un posto importante nel matrimonio». Francesco, citando Benedetto XVI spiega che l’insegnamento ufficiale della Chiesa «non ha rifiutato l’eros come tale, ma ha dichiarato guerra al suo stravolgimento» che lo disumanizza. Dio stesso «ha creato la sessualità, che è un regalo meraviglioso per le sue creature». Giovanni Paolo II ha respinto l’idea che l’insegnamento della Chiesa porti a «una negazione del valore del sesso umano» o che semplicemente lo tolleri «per la necessità stessa della procreazione». Il bisogno sessuale degli sposi non è «oggetto di disprezzo». Certo, «molte volte la sessualità si spersonalizza e anche si colma di patologie», diventando «sempre più occasione e strumento di affermazione del proprio io e di soddisfazione egoistica dei propri desideri e istinti». Per questo il Papa ribadisce che «un atto coniugale imposto al coniuge senza nessun riguardo alle sue condizioni e ai suoi giusti desideri non è un vero atto di amore». Va rifiutata «qualsiasi forma di sottomissione sessuale».
Nel quarto capitolo, uno dei più innovativi, il Papa propone una parafrasi dell’Inno alla carità di San Paolo ricavandone indicazioni concrete per gli sposi. Li invita alla «pazienza» reciproca, senza pretendere che «le relazioni siano idilliache o che le persone siano perfette», e senza collocare sempre noi stessi «al centro». Li invita a essere benevoli e a «donarsi in modo sovrabbondante», senza «esigere ricompense». Li invita a non essere invidiosi, a non vantarsi o gonfiarsi, perché «chi ama evita di parlare troppo di sé stesso», a non diventare «arroganti e insopportabili», a essere umili e a «rendersi amabili», a non mettere «in rilievo i difetti e gli errori» dell’altro. Li invita a non finire mai la giornata «senza fare pace in famiglia», a perdonare senza portare rancore, a parlare «bene l’uno dell’altro, cercando di mostrare il lato buono del coniuge al di là delle sue debolezze», ad avere fiducia nell’altro senza controllarlo, lasciando invece «spazi di autonomia». E invita a «contemplare» sempre il coniuge, ricordando che «le gioie più intense della vita nascono quando si può procurare la felicità degli altri».
Preoccupazione è espressa poi per la «possibilità di manipolare l’atto generativo», reso indipendente dal rapporto sessuale di un uomo e una donna. Così la vita umana e l’essere genitori sono diventate «realtà componibili e scomponibili, soggette prevalentemente ai desideri di singoli o di coppie». «Non cadiamo Messaggio ai giovani nel peccato - avverte il Papa - di pretendere di sostituirci al Creato- Il Papa dice ai giovani che «a causa della serietà» dell’«impegno pubre». blico di amore», il matrimonio, «non può essere una decisione afEducare i figli, «diritto frettata», ma non la si può neanche primario» dei genitori «rimandare indefinitamente». ImNel terzo capitolo dell’esortazione, pegnarsi con un altro in modo Francesco ripercorre il magistero esclusivo e definitivo «comporta dei predecessori e spiega che il sa- sempre una quota di rischio e di cramento del matrimonio «non è scommessa audace». Bisogna una convenzione sociale» ma «un «darsi tempo» e sapere ascoltare il dono per la santificazione e la sal- coniuge, lasciarlo parlare prima di vezza degli sposi», una vera e pro- «iniziare ad offrire opinioni o conpria «vocazione». Pertanto, «la de- sigli». «Molte discussioni nella cisione di sposarsi e di formare una 9
Sessualità «regalo meraviglioso»
L’accoglienza della vita Il quinto capitolo r icor da che la famiglia è l’ambito «dell’accoglienza della vita». Il Papa scrive che «se un bambino viene al mondo in circostanze non desiderate, i genitori o gli altri membri della famiglia, devono fare tutto il possibile per accettarlo come dono di Dio». Le famiglie numerose «sono una gioia per la Chiesa», anche se questo non implica dimenticare una «sana avvertenza» di san Giovanni Paolo II: «la paternità responsabile non è procreazione illimitata». Francesco ricorda che è importante che il bambino «si senta atteso». «Un figlio lo si ama perché
Amoris laetitia
Adeste 20162016 - 5°/16 è figlio: non perché è bello, o perché è così o cosà; no, perché è figlio! Non perché la pensa come me, o incarna i miei desideri». Il Papa si rivolge a ogni donna in gravidanza: «Quel bambino merita la tua gioia. Non permettere che le paure, le preoccupazioni, i commenti altrui o i problemi spengano la felicità di essere strumento di Dio per portare al mondo una nuova vita».
si come «separata» da tutto il resto. «Dio ha affidato alla famiglia il progetto di rendere “domestico” il mondo, affinché tutti giungano a sentire ogni essere umano come un fratello». Questo implica anche impegno verso poveri e sofferenti. Il piccolo nucleo familiare «non dovrebbe isolarsi dalla famiglia allargata, dove ci sono i genitori, gli zii, i cugini ed anche i vicini».
no di San Valentino, che «in alcuni Paesi è sfruttato meglio dai commercianti che non dalla creatività dei pastori». Il percorso di preparazione deve anche dare la possibilità «di riconoscere incompatibilità e rischi» e dunque di non proseguire nel rapporto.
«Troppo concentrati sui preparativi» «La preparazione prossima al ma-
Far sentire gli anziani a casa trimonio tende a concentrarsi sugli
«Dobbiamo risvegliare il senso collettivo di gratitudine, di apprezzaLa presenza della madre... mento, di ospitalità, che facciano Nel documento si definisce sentire l’anziano parte viva della «pienamente legittimo», e sua comunità». Francesco osserva «auspicabile», che le donne studi- che «l’attenzione agli anziani fa la no, lavorino, sviluppino le proprie differenza di una civiltà». Il docucapacità e i propri obiettivi. Ma nel- mento contiene anche un invito a lo stesso tempo «non possiamo non considerare come ignorare la necessità che hanno i «concorrenti» o «invasori» il suocebambini della presenza materna, ro, la suocera e tutti i parenti del specialmente nei primi mesi di vi- coniuge. ta». Il diminuire della presenza materna «con le sue qualità femminili Famiglie «soggetti attivi» costituisce un rischio grave per la della pastorale nostra terra». «Apprezzo il femmi- Il sesto capitolo dell’esortazione è nismo - commenta Bergoglio dedicato alle prospettive pastorali. quando non pretende l’uniformità Francesco chiede «uno sforzo evanné la negazione della maternità. gelizzatore e catechetico indirizzato all’interno della famiglia» e «una ...e i padri assenti conversione missionaria» di tutta la Il problema dei nostri giorni sembra Chiesa, perché non ci si fermi a «un essere la «latitanza» dei padri. Sono annuncio meramente teorico e talvolta «così concentrati su sé stes- sganciato dai problemi reali delle si e sul proprio lavoro» da persone». La pastorale familiare «dimenticare anche la famiglia. E «deve far sperimentare che il Vanlasciano soli i piccoli e i giovani». gelo della famiglia è risposta alle La presenza paterna «risulta intac- attese più profonde della persona cata anche dal tempo sempre mag- umana». Si insiste sulla necessità di giore che si dedica ai mezzi di co- una maggiore formazione interdimunicazione e alla tecnologia dello sciplinare e non soltanto dottrinale svago». Ma chiedere che il padre dei seminaristi per trattare i problesia presente, «non è lo stesso che mi complessi delle famiglie oggi. dire controllore. Perché i padri troppo controllori annullano i figli». Prepararsi al matrimonio Molta insistenza è posta sull’esiSì alle adozioni genza di preparare meglio i fidanL’adozione «è una via per realizza- zati al matrimonio, con «un magre la maternità e la paternità in un giore coinvolgimento dell’intera modo molto generoso». Il Papa comunità». Viene lasciato a ogni scrive: «È importante insistere af- Chiesa locale scegliere come farlo. finché la legislazione possa facilita- «Si tratta di una sorta di iniziaziore le procedure per l’adozione». La ne” al sacramento del matrimonio». famiglia «non deve pensare sé stes- Non bisogna dimenticare «i validi sa come un recinto chiamato a pro- contributi della pastorale popolare», teggersi dalla società», né concepir- come per esempio il ricordo il gior10
inviti, i vestiti, la festa e gli innumerevoli dettagli che consumano tanto le risorse economiche quanto le energie e la gioia. I fidanzati arrivano sfiancati e sfiniti al matrimonio». «Cari fidanzati - è l’appello del Papa - abbiate il coraggio di essere differenti, non lasciatevi divorare dalla società del consumo e dell’apparenza». Inoltre, il matrimonio va assunto come «un cammino di maturazione», senza avere aspettative troppo alte riguardo alla vita coniugale.
Sì all’«Humanae vitae» Francesco chiede di riscoprire l’enciclica di Paolo VI e la «Familiaris consortio» di Papa Wojtyla, «al fine di ridestare la disponibilità a procreare in contrasto con una mentalità spesso ostile alla vita».
Consigli ai giovani sposi Il Papa suggerisce alcuni «rituali quotidiani». «È buona cosa darsi sempre un bacio al mattino, benedirsi tutte le sere, aspettare l’altro e accoglierlo quando arriva, uscire qualche volta insieme, condividere le faccende domestiche». Ed è bene «interrompere le abitudini con la festa, non perdere la capacità di celebrare in famiglia».
Le crisi si aggiustano Con un «aiuto adeguato e con l’azione di riconciliazione della grazia una grande percentuale di crisi matrimoniali» si supera. «Saper perdonare e sentirsi perdonati è un’esperienza fondamentale nella vita familiare». Serve la «generosa collaborazione di parenti ed amici, e talvolta anche di un aiuto esterno e professionale».
Amoris laetitia
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capacità di differenziare le diverse logiche e di non applicare la velocità digitale a ogni ambito della vita».
Mai usare i figli come «ostaggi» Ai genitori separati Francesco chiede di «mai, mai, mai prendere il figlio come ostaggio! I figli non siano quelli che portano il peso di questa separazione, non siano usati come ostaggi contro l’altro coniuge, crescano sentendo che la mamma parla bene del papà, benché non siano insieme, e che il papà parla bene della mamma». Il Papa afferma che il divorzio è «un male» e definisce «preoccupante» la crescita numerica dei divorzi.
Il rischio «autismo tecnologico»
I mezzi elettronici «a volte allontanano invece di avvicinare, come quando nell’ora del pasto ognuno è concentrato sul suo telefono mobile, o come quando uno dei coniugi si addormenta aspettando l’altro, che passa ore alle prese con qualche dispositivo elettronico». Bambini e gli adolescenti, «a volte ne sono resi abulici, scollegati dal mondo reale», ed è una forma di «autismo tecnologico» che «li espone più facilmente alla manipolazione». L’esortazione dice sì all’educazione sessuale «che custodisca un sano pudore» e anOmosessuali in famiglia L’esperienza di avere al loro interno persone con ten- che a un’educazione che abitui i bambini a comprendenza omosessuale è un’esperienza «non facile né per dere come anche i maschi possono svolgere anche alcuni compiti domestici. È fondamentale, infine, che «i i genitori né per i figli». Il Papa ribadisce che «ogni figli vedano in maniera concreta che per i loro genitori persona va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto» evitando ogni discriminazione. «Si tratta in- la preghiera è realmente importante» ………. vece di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosesIl capitolo ottavo di «Amoris laetitia» suale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro dedicato all’atteggiamento pastorale verso chi vive una seconda unione: nessuna r egola gener ale vita». Ribadito il no ai progetti di equiparazione al sull’accesso ai sacramenti ma la porta aperta di un matrimonio delle unioni gay. maggiore spazio per percorsi che tengano conto delle diverse situazioni personali. «Non è più possibile dire Il «pungiglione» della morte Il Papa ricorda l’importanza di accompagnare le fami- che tutti coloro che si trovano in qualche situazione glie colpite da un lutto, affermando che «occorre aiu- cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortare a scoprire che quanti abbiamo perso una persona tale» cara abbiamo ancora una missione da compiere, e che Al discernimento delle situazioni «irregolari» sono dedicati i paragrafi 296-312 dell’ottavo capitolo non ci fa bene voler prolungare la sofferenza». dell’esortazione apostolica «Amoris laetitia», che contiene tre parole chiave: «accompagnare», «discernere» Chi guida i nostri figli? Nel settimo capitolo si par la dell’educazione dei fi- e «integrare». Non viene mai nominata esplicitamente l’ammissione all’eucaristia nel testo, anche se in una gli. Francesco invita a domandarsi «chi sono quelli che si occupano di dare loro divertimento» quelli che nota si fa riferimento ai «sacramenti». Si spiega che non sono possibili regole canoniche generali, valide arrivano «attraverso gli schermi», quelli a cui li affiper tutti: la via da seguire è quella del discernimento diamo «nel loro tempo libero». C’è «sempre bisogno di vigilanza». I genitori devono prepararli ad affronta- caso per caso.
re «rischi di aggressioni, di abuso o di tossicodipendenza». Ma se un genitore «è ossessionato di sapere dove si trova suo figlio e controllare tutti i suoi movimenti», in questo modo «non lo educherà» e «non lo preparerà ad affrontare le sfide». Bisogna invece innescare «processi di maturazione della sua libertà, di preparazione, di crescita integrale, di coltivazione dell’autentica autonomia».
Spiritualità coniugale e familiare. Cristo illumina i giorni amari
Nell’ultimo capitolo, Amoris Laetitia invita a vivere la preghiera in famiglia, perché Cristo “unifica ed illumina” la vita familiare anche “nei giorni amari”, trasformando le difficoltà e le sofferenze in “offerta d’amore”. Per questo, il Papa esorta a non considerare la famiglia come “una realtà perfetta e confezionata una volta per sempre”, bensì come uno sviluppo graduale Come educare La formazione morale dovrebbe realizzarsi «in modo della capacità di amare di ciascuno. “Camminiamo, induttivo», così che «il figlio possa arrivare a scoprire famiglie, continuiamo a camminare!” è l’invito conclusivo di Francesco che incoraggia le famiglie del da sé l’importanza di determinati valori, principi e norme, invece di imporgliele come verità indiscutibi- mondo a non “perdere la speranza”. li». Nell’epoca attuale, «in cui regnano l’ansietà e la fretta tecnologica, compito importantissimo delle famiglie è educare alla capacità di attendere. Non si tratta di proibire ai ragazzi di giocare con i dispositivi elettronici, ma di trovare il modo di generare in loro la 11
Adeste 20162016 - 5°/16 LITURGIA EUCARISTICA LETTURE: At 13,14.43-52 Sal 99 Ap 7,9.14-17 Gv 10,27-30
C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Fratelli e sorelle, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati. Breve riflessione personale C.A.< Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. O Dio, fonte della gioia e della pace, che hai affidato al potere regale del tuo Figlio le sorti degli uomini e dei popoli, sostienici con la forza del tuo Spirito, e fa' che nelle vicende del tempo, non ci separiamo mai dal nostro pastore che ci guida alle sorgenti della vita. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dagli Atti degli Apostoli In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero. Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio. Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”». Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE R/. Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida. Acclamate il Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza. R/. Riconoscete che solo il Signore è Dio: egli ci ha fatti e noi
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siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo. R/. Perché buono è il Signore, il suo amore è per sempre, la sua fedeltà di generazione in generazione. R/. Seconda Lettura Dal Libro dell’Apocalisse Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Alleluia VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Giovanni A. Gloria a te o Signore. In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo
Adeste 20162016 - 5°/16 OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Il Signore ci chiede di fidarci di lui che ci ama da sempre. Questa fiducia però non è passività. Siamo invece chiamati a offrire il nostro contributo, ognuno secondo le proprie capacità, al suo progetto di salvezza. Preghiamo insieme e diciamo: Donaci Signore la tua vita. 1. Perché l’obbedienza a te non si configuri mai come sterile abitudinarietà. Preghiamo. 2. Perché sappiamo riconoscerci come frutto del tuo amore e come opera della tua grandezza. Preghiamo. 3. Perché la nostra appartenenza a te in quanto Cristiani non sia mai un tesoro geloso, ma un dono da condividere con gli altri e a servizio della società. Preghiamo. 4. Perché la nostra testimonianza al mondo sia sempre frutto credibile di riflessione, di interiorizzazione del tuo Vangelo e di un’esperienza concreta. Preghiamo. 5.Per le Vocazioni: ogni figlio di Dio si senta chiamato dal Padre a realizzare il suo progetto di amore per il Regno dei Cieli, Preghiamo.
C. O Padre, Tu ci dai la sicurezza di una mano forte che non ci abbandona mai. Dacci la lucidità necessaria per non cullarci in questa condizione come fosse un privilegio, ma di attivarci e metterla al servizio dei nostri fratelli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen. LlITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. O Dio, che in questi santi misteri compi l'opera della nostra redenzione, fa' che questa celebrazione pasquale sia per noi fonte di perenne letizia. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo tempo nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato. In lui, vincitore del peccato e della morte, l'universo risorge e si rinnova, e l'uomo ritorna alle sorgenti della vita. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l'umanità esulta su tutta la terra, e con l'assemblea degli angeli e dei santi canta l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-
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sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. T. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C Custodisci benigno, o Dio nostro Padre, il gregge che hai redento con il sangue prezioso del tuo Figlio, e guidalo ai pascoli eterni del cielo. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
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Prime elezioni della Repubblica italiana domenica 18 aprile 1948 (68 anni fa) Conclusa la preziosa fase dell'Assemblea Costituente, che aveva disegnato il nuovo assetto statale attraverso la Carta costituzionale (22 dicembre 1947), nella primavera del 1848 l'Italia si presentò alle urne per eleggere il primo Parlamento dell'era repubblicana. Preceduta da una campagna elettorale combattuta, in cui, per la prima volta, i partiti fecero largo ricorso alla cartellonistica e alla propaganda "on the road", la tornata elettorale presentò un quadro semplificato delle forze in campo, con la Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi da un lato e il Fronte democratico popolare, figlio dell'alleanza tra il PCI di Palmiro Togliatti e il PSI di Pietro Nenni, dall'altro. Completavano la scheda l'Unità socialista (patto tra il PSDI, allora PSLI, di Saragat e l'UdS di Lombardo), il Blocco nazionale (Liberali e Qualunquisti), il Partito nazionale monarchico, il Movimento sociale italiano e il Partito Repubblicano. Chiamati a votare con un sistema proporzionale, si recarono alle urne poco meno di 27 milioni di italiani su 29.117.554 elettori, circa il 92% del totale, registrando un'affluenza tra le piÚ alte della storia repubblicana. Con 12.740.040 preferenze (48%) prevalse la DC, mentre il FDP si fermò a poco piÚ di otto milioni di voti (30%); terza l'Unità socialista con il 7% e molto piÚ distaccate le altre liste. Lapolarizzazione del voto espresso dagli italiani (la percentuale di dispersione fu tra le piÚ basse in assoluto) consegnò allo "scudo crociato" la maggioranza assoluta alla Camera dei deputati (305 su 574) e al Senato
(131 su 237). Con il quinto governo De Gasperi, che aprÏ all'alleanza con PRI, PSDI e Liberali, iniziò l'ultraquarantennale parabola governativa della DC, in cui giocarono un ruolo determinante l'adesione al blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti d'America, in funzione anticomunista, e il sostegno del mondo cattolico. I SANTI DELLA SETTIMANA
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s Aniceto papa
18 L
s. Galldino
19 M
s. Marta
20 M
s. Agnese da Montep.
21 G
s. Anselmo dâ&#x20AC;&#x2122;Aosta
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s. Teodoro
23 S
s. Giorgio
*°* C7 8: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come â&#x20AC;&#x17E;Biserica Universitatiiâ&#x20AC;? din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00
B : Preasfantul Mantuitor
(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ *°* fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober A7: I 7+ : Domenica ore 11:00 nella Chieto70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 in diretta su www.telestartv.ro *°* Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. *°* T+<+ = : Chiesa Sfanta Fecioara Maria RegiI +: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione â&#x20AC;&#x201C;Iasi, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Mail:parohiafabric@googlemail.com *°* Alelembo73@gmail.com
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