Adeste 20162016 - 5°/19 5°/ La prima idea di Europa unita venne "a un certo" Robert Schuman il 9 maggio del 1950. Un’idea che si è trasformata in 70 anni di pace e stabilità.
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9 maggio è il compleanno, la festa dell’Europa. 66 anni fa Robert Schuman, che a quel tempo era ministro degli Esteri della Francia, pronunciò un discorso che pose le basi dell’Unione europea: la Dichiarazione Schuman. La sua proposta prevedeva “l’eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania” attraverso la comunione della “produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune alta autorità, nel quadro di un’organizzazione alla quale potessero aderire gli altri paesi europei”. Nel giro di un anno nacque la Ceca, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio. I primi paesi che decisero di farne parte furono, oltre alla Francia e alla Germania occidentale, anche l’Italia, i Paesi Bassi, il Belgio e il Lussemburgo. Oggi, 65 anni dopo, l’Unione europea (Ue) è composta da 28 paesi che condividono valori, diritti, risorse. La maggior parte anche la moneta, che in questi ultimi anni è stata oggetto di critiche facili e spesso inconsapevoli: l’euro. Grazie all’Ue e agli accordi di Schengen, gli europei possono viaggiare senza ostacoli da Tallinn, in Estonia, a Lisbona, in Portogallo. Dal mar Baltico all’oceano Atlantico. L’Unione europea non è ancora perfetta. C’è ancora tanta strada da fare prima di raggiungere un’organizzazione pienamente democratica che dia voce ai suoi oltre 500 milioni di cittadini. Ma traguardi come il rispetto della dignità umana, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà e la giustizia sono impagabili. Va ricordato che 70 anni fa si chiudeva il conflitto più violento della storia dell’umanità: la Seconda guerra mondiale. Oggi, le sfide principali sono i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, la disoccupazione, l’accoglienza ai migranti, la fame nel mondo. Temi che sono stati approfonditi nei sei mesi di esposizione universale presso il padiglione europeo. Il tema scelto da Bruxelles è stato “Coltivare insieme il futuro dell’Europa per un mondo migliore” perché, come diceva Schuman, “la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”.
LA BANDIERA EUROPEA Un vessillo che porta impresso il marchio del cristianesimo. Sia i colori, che i simboli, che la loro disposizione in tondo sono stati ripresi direttamente dalla devozione mariana. Dall'azzurro del cielo alle dodici stelle che sono infatti quelle dell'Apocalisse biblica in cui compare la Madonna con in capo una corona. Un frutto dell'idea del designer cattolico francese Arsène Heitz, vincitore del concorso europeo bandito a Strasburgo nel 1955, che nutriva una speciale venerazione per la Madonna e che impressionò favorevolmente la commissione giudicatrice presieduta da un belga di religione ebraica. L'azzurro e il bianco (le stelle nel bozzetto originale erano bianche poi sono diventate gialle) erano i colori della bandiera del neonato Stato d'Israele e simbolicamente le dodici stelle della Madonna uniscono il giudeo-cristianesimo. La donna di Nazareth, in effetti, è la ``Figlia di Sion'' per eccellenza, è il legame tra Antico e Nuovo Testamento, mentre dodici sono i figli di Giacobbe e le tribù di Israele e dodici gli apostoli di Gesù. A conferma dell'ispirazione biblica e al contempo devozionale dello stendardo europeo il disegnatore francese riuscì a far passare la sua tesi nei confronti di chi chiedeva lumi sul perché delle dodici stelle quando all'epoca i paesi dell'Unione erano solo sei. Pur non rivelando la fonte religiosa della sua ispirazione per non creare contrasti, sostenne che il dodici era, per la sapienza antica ``un simbolo di pienezza'' e non doveva essere mutato neanche se i membri avessero superato quel numero. Come difatti avvenne e come è ora stato stabilito definitivamente dalla nuova Costituzione. La seduta solenne durante la quale la bandiera venne adottata si tenne guarda caso l'8 dicembre del 1955, il giorno in cui la Chiesa celebra la festa dell'``Immacolata Concezione''.
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Papa Francesco interpreta il motto dell’Unione Europea
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apa Francesco prese la parola davanti al Parlamento Europeo a Strasburgo (2014): “il il
motto dell’Unione Europea è Unità nella diversità, diversità ma l’unità non significa uniformità politica, economica, culturale, o di pensiero. In realtà ogni autentica unità vive della ricchezza delle diversità che la compongono: come una famiglia, che è tanto più unita quanto più ciascuno dei suoi componenti può essere fino in fondo sé stesso senza timore.
In tal senso, ritengo che l’Europa sia una famiglia di popoli, i quali potranno sentire vicine le istituzioni dell’Unione se esse sapranno sapientemente coniugare l’ideale dell’unità cui si anela alla diversità propria di ciascuno, valorizzando le singole tradizioni; prendendo coscienza della sua storia e delle sue radici; liberandosi dalle tante manipolazioni e dalle tante fobie. Mettere al centro la persona umana significa anzitutto lasciare che essa esprima liberamente il proprio volto e la propria creatività, sia a livello di singolo che di popolo. D’altra parte, le peculiarità di ciascuno costituiscono un’autentica ricchezza nella misura in cui sono messe al servizio di tutti. Occorre ricordare sempre l’architettura propria dell’Unione Europea, basata sui principi di solidarietà e sussidiarietà, così che prevalga l’aiuto vicendevole e si possa camminare, animati da reciproca fiducia”.
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Perché maggio è il mese della Madonna? Ha a che vedere con i fiori e la primavera, ma non solo
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ilioni di persone partecipano nel mese di maggio a pellegrinaggi ai santuari mariani, recitano preghiere speciali in onore della Madonna e le fanno dei doni, sia spirituali che materiali. Dedicare il mese di maggio – chiamato anche mese dei fiori – a Maria è una devozione popolare radicata da secoli. La Chiesa l'ha incoraggiata, ad esempio concedendo indulgenze plenarie speciali e con riferimenti ad alcuni documenti del Magistero, come l'enciclica Mense Maio di papa Paolo VI del 1965. “ Il mese di maggio ci incoraggia a pensare e a parlare in modo particolare di lei”, constatava papa San Giovanni Paolo II in un'udienza generale all'inizio del mese di maggio del 1979. “Infatti questo è il suo mese. Così, dunque, il periodo dell’anno liturgico e insieme il mese corrente chiamano e invitano i nostri cuori ad aprirsi in maniera singolare verso Maria”. Perché, però, proprio questo mese, se altr i contengono feste liturgiche più importanti dedicate a Maria? Il beato cardinale John Henry Newman offre varie ragioni di questo nel suo libro postumo Meditazioni e Devozioni. “La prima ragione è perché è il tempo in cui la terra esplode in tenero fogliame e verdi pascoli, dopo le dure gelate e le nevi invernali e l'atmosfera rigida, il vento violento e le piogge primaverili”, scriveva da un Paese dell'emisfero nord. “Perché i virgulti sbocciano sugli alberi e i fiori nei giardini. Perché le giornate si allungano, il sole sorge presto e tramonta tardi”, aggiungeva. “Perché una gioia simile e un
tripudio esteriore della natura è il miglior accompagnamento della nostra devozione a Colei che è la Rosa Mistica e Casa di Dio”. E se il mese di maggio è piovoso? “Anche così, nessuno può negare che sia almeno il mese della promessa e della speranza”, rispondeva l'ecclesiastico inglese. “Anche se il tempo è brutto, è il mese che costituisce il preludio dell'estate”. “Maggio è il mese, se non della consumazione, almeno della promessa. Non è questo il senso in cui ricordiamo più propriamente la Santissima Vergine Maria, alla quale dedichiamo questo mese?”, chiedeva nella sua opera, pubblicata nel 1893. Alcuni autori come Vittorio Messori vedono in questa manifestazione di religiosità popolare un'altra cristianizzazione di una celebrazione pagana: la dedicazione del mese di maggio alle dee della fecondità: in Grecia Artemisia, a Roma Flora. Maggio, del resto, deve il suo nome alla dea della primavera Maia. In alcuni Paesi, inoltre, nel mese di maggio si celebra la Festa della Mamma, e il r icor do e gli ossequi si elevano spesso anche alla mamma del cielo. Per molti, maggio è il mese più bello come Maria è la donna più bella. È il mese più fiorito, che porta il cuore a Lei, Parola diventata fiore. (Aleteia 4.5.2015)
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Adeste 20162016 - 5°/19 5°/ ch’io posso piangere sapendo di essere compreso. Il pianto di Gesù è l’antidoto contro l’indifferenza per la sofferenza dei miei fratelli. Quel pianto insegna a fare mio il dolore degli altri, a rendermi partecipe del disagio e della sofferenza di quanti vivono nelle situazioni più 5 Maggio 2016 dolorose. Mi scuote per farmi percepire la tristezza e la disperazione di quanti si sono visti perfino sottrarre il corpo dei loro cari, e non hanno più neppure un luogo dove poter trovare consolazione. Il a presenza di Dio non ci abbandona nel- pianto di Gesù non può rimanere senza risposta da la prova”. Con queste parole Papa France- parte di chi crede in Lui. Come Lui consola, così noi sco ha aperto il suo siamo chiamati a consolare”. discorso in occasione della Veglia Nel momento del dolore - ricorda di preghiera per tutti coloro che il Papa - sopraggiunge il tempo hanno bisogno di consolazione della preghiera che “è la vera meche si è svolta nel pomeriggio neldicina per la nostra sofferenza. la Basilica di San Pietro. Anche noi, nella preghiera, pos“Nei momenti di tristezza, nella siamo sentire la presenza di Dio sofferenza, della malattia, nell’anaccanto a noi: ci consola, la forza goscia della persecuzione e nel della sua parola ci sostiene, indolore del lutto, ognuno - ha detto fondendo speranza”. Abbiamo la il Pontefice dinanzi alla Statua della Madonna delle certezza che Dio ci ascolta “e viene in nostro aiuto. lacrime - cerca una parola di consolazione. Sentiamo L’amore di Dio effuso nei nostri cuori permette di diforte il bisogno che qualcuno ci stia vicino e provi re che quando si ama, niente e nessuno potrà mai compassione per noi. Sperimentiamo che cosa signifi- strapparci dalle persone che abbiamo amato”. chi essere disorientati, confusi, colpiti nel profondo. Ci guardiamo intorno incerti, per vedere se troviamo “La forza dell’amore- conclude il Pontefice - trasforqualcuno che possa realmente capire il nostro dolore. ma la sofferenza nella certezza della vittoria di Cristo e nostra con Lui” e “vicino ad ogni croce c’è sempre La mente si riempie di domande, ma le risposte non la Madre di Gesù. Con il suo manto lei asciuga le noarrivano”. stre lacrime. Con la sua mano ci fa rialzare e ci ac“La ragione da sola - osserva di conseguenza Papa compagna nel cammino della speranza”. Bergoglio - non è capace di fare luce nell’intimo, di All’ incontro era presente il cogliere il dolore che proviamo e fornire la risposta reliquiario della Madonna delche attendiamo. In questi momenti, abbiamo più bisole Lacrime di Siracusa. gno delle ragioni del cuore, le uniche in grado di farci comprendere il mistero che circonda la nostra solituIl 29-30-31 agosto e il 1° Setdine”. tembre del 1953, un quadretto di gesso, raffigurante il cuore imDopo aver ascoltato le testimonianze di alcuni fedeli macolato di Maria, posto come in Basilica, il Papa parla delle lacrime che ogni giorno capezzale di un letto matrimotante persone versano nel mondo e “le più amare sono niale, nella casa di una giovane quelle provocate dalla malvagità umana: le lacrime di coppia di sposi, Angelo Iannuso chi si è visto strappare violentemente una persona cae Antonina Giusto, in via degli ra; lacrime di nonni, di mamme e papà, di bambini. Orti di S. Giorgio, n. 11, ha versato lacrime umane. Abbiamo bisogno di misericordia, della consolazione Il fenomeno si verificò, ad interche viene dal Signore. Tutti ne abbiamo bisogno; è la valli più o meno lunghi, sia all’interno che all’esterno delnostra povertà ma anche la nostra grandezza: invocare la casa. la consolazione di Dio che con la sua tenerezza viene Molte furono le persone che videro con i propri ad asciugare le lacrime sul nostro volto”. occhi, toccarono con le proprie mani, raccolsero e assagMa nel dolore - è la certezza che Francesco esterna ai giarono la salsedine di quelle lacrime. Il 2° giorno della lacrimazione, un cineamatore di Siracufedeli - “noi non siamo soli. Anche Gesù sa cosa significa piangere per la perdita di una persona amata”, sa riprese uno dei momenti della Lacrimazione. Quello di Siracusa è uno dei pochissimi eventi così docule “lacrime di Gesù” per la morte di Lazzaro “hanno mentati. sconcertato tanti teologi nel corso dei secoli, ma soIl 1° Settembre una Commissione di medici e di analisti, prattutto hanno lavato tante anime, hanno lenito tante per incarico della Curia Arcivescovile di Siracusa, dopo ferite. Anche Gesù ha sperimentato nella sua persona aver prelevato il liquido che sgorgava dagli occhi del quala paura della sofferenza e della morte, la delusione e dretto, lo sottopose ad analisi microscopica. Il relo sconforto, il dolore… Gesù non abbandona quelli sponso della scienza fu: “lacrime umane”. Terminata l’indagine scientifica il quadretto smise di che ama”. piangere. Era il quarto giorno. Pertanto - prosegue il Papa - “se Dio ha pianto, an-
IL GIUBILEO DELLE LACRIME
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Quella gravitĂ che a ra verso l'alto Chi è colui che sale al cielo? Ăˆ il Dio che ha preso per sĂŠ il patire per offrirmi in ogni mio patire scintille di risurrezione, squarci di luce nel buio piĂš nero, crepe nei muri delle prigioni: mio Dio, esperto di evasioni! (M. Marcolini). Che ha preso carne nel grembo di una donna rivelando la segreta nostalgia di Dio di essere uomo. Che ora, salendo in cielo, porta con sĂŠ la nostra nostalgia di essere Dio. Li condusse fuori verso BetĂ nia e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro. Una lunga benedizione sospesa in eterno tra cielo e terra è l'ultima immagine di GesĂš. Testimone che la maledizione non appartiene a Dio. Io non sono degno, eppure mi benedice. Dio dice bene di me! Io gli piaccio! CosĂŹ come sono, gli piaccio! Dice bene di me e mi augura il bene: nelle mie amarezze e nelle mie povertĂ io sono benedetto, in tutti i miei dubbi benedetto, nelle mie fatiche benedetto... GesĂš lascia un dono e un compito: predicate la conversione e il perdono. Conversione: indica un movimento, un dinamismo, l'uscire dalle paludi del cuore inventandosi un balzo. Significa il coraggio di andare controcorrente, contro la logica del mondo dove vincono sempre i piĂš furbi i piĂš ricchi i piĂš violenti. Come fanno le beatitudini, conversione che ci mette in equilibrio, in bilico tra terra e cielo. Annunciare il perdono: la freschezza di un cuore rifatto nuovo come nella primavera della vita. La possibilitĂ , per dono di Dio, di ripartire sempre, di ricominciare, di non arrendersi mai. Io so poche cose di Dio, ma una su tutte, e mi basta: che la sua misericordia è infinita! Dio è una primavera infinita. E la nostra vita, per suo dono, un albeggiare continuo. La conclusione del racconto è a sorpresa: i discepoli tornarono a Gerusalemme con grande gioia. Dovevano essere tristi piuttosto, finiva la presenza, se ne andava il loro amore, il loro amico, il loro maestro. Invece no. E questo perchĂŠ fino all'ultimo giorno Lui ha le mani che grondano doni. PerchĂŠ non se ne va altrove, ma entra nel profondo di tutte le vite, per trasformarle. Ăˆ la gioia di sapere che il nostro amare non è inutile, ma sarĂ raccolto goccia a goccia e vissuto per sempre. Ăˆ la gioia di vedere in GesĂš che l'uomo non finisce con il suo corpo, che la nostra vita è piĂš forte delle sue ferite, che la carne è fatta cielo. Che non esiste nel mondo solo la forza di gravitĂ che pesa verso il basso, ma anche una forza di gravitĂ che punta verso l'alto, quella che ci fa eretti, che mette verticali la fiamma e gli alberi e i fiori, che solleva maree e vulcani. Ed è come una nostalgia di cielo. Cristo è asceso nell'intimo di ogni creatura, forza ascensionale verso piĂš luminosa vita.
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8 MAGGIO 50.a 50.a GIORNATA MONDIALE delle
COMUNICAZIONI SOCIALI La Misericordia al centro della 50° Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali
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Comunicazione e Misericordia: un incontro fecondo” è il tema che Papa Francesco ha scelto per la 50a Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebra nel 2016. Una scelta – spiega un comunicato del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali – chiaramente, determinata dalla celebrazione del Giubileo Straordinario della Misericordia. Senza dubbio, il Santo Padre ha voluto che la Giornata Mondiale offrisse una occasione propizia per riflettere sulle sinergie profonde tra comunicazione e misericordia.
Il tema evidenzia che una buona comunicazione può aprire uno spazio per il dialogo, per la comprensione reciproca e la riconciliazione, permettendo che in tal modo fioriscano incontri umani fecondi. In un momento in cui la nostra attenzione è spesso rivolta alla natura polarizzata e giudicante di molti commenti sui Nella Bolla di Indizione dell’Anno Giubilare, al numero 12, il Papa afferma infatti che “La Chiesa ha la social network, il tema vuole concentrarsi sul potere missione di annunciare la misericordia di Dio, cuo- delle parole e dei gesti per superare le incomprensioni, per guarire le memorie, per costruire la pace e l’arre pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona” e, monia. allo stesso numero, il Papa aggiunge: “Il suo linguagAncora una volta, Papa Francesco, aiuta a riscoprire gio e i suoi gesti devono trasmettere misericordia che al cuore della comunicazione vi è soprattutto una per penetrare nel cuore delle persone e provocarle profonda dimensione umana. Comunicazione che non a ritrovare la strada per ritornare al Padre”. è solo un’attuale o aggiornata tecnologia, ma una profonda relazione interpersonale. La nota ricorda, a questo proposito, che ci situiamo nel contesto di una comunicazione La Giornata Mondiale delle Coche è momento costitutivo di una promunicazioni Sociali, l’unica mozione della cultura dell’incontro. Il giornata mondiale stabilita dal Papa in questa occasione fa riferimenConcilio Vaticano II (“Inter Mito al linguaggio e ai gesti della Chierifica”, 1963), viene celebrata sa, ma nella prospettiva indicata ogni in molti paesi, su raccomandauomo e donna di oggi, nella propria zione dei vescovi del mondo, la comunicazione, nell’andare all’inconDomenica che precede la Pentetro dell’altro o dell’altra, devono essecoste (nel 2016, l’8 magre animati da una profonda dimensiogio). (ex Zenith) ne di accoglienza, di disponibilità, di perdono. 7
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Caro figlio, ti scrivo queste poche righe perchè tu sappia che ti ho scritto. Se ricevi questa lettera, vuol dire che è arrivata. Se non la ricevi, fammelo sapere, così te la rimanderò. Scrivo lentamente perchè so che tu non sai leggere in fretta. Qualche tempo fa tua pa‐ dre ha letto sul giornale che la maggior parte degli incidenti capitano entro un raggio di un chilometro dal luogo di abitazione. Allora abbiamo deciso di traslocare un pò più lon‐ tano. La nuova casa è meravigliosa. C’è una lavatrice, ma non sono sicura che funzioni. Pro‐ prio ieri ci ho messo dentro il bucato, ho tirato l’acqua e poi il bucato è sparito completa‐ mente. Il tempo qui non è troppo brutto. La settimana scorsa ha piovuto due volte: la prima volta per 3 giorni, la seconda per 4. A proposito della giacca che mi avevi chiesto, tuo zio Marco mi ha detto che spedirtela coi bottoni sarebbe stato molto caro (per via del peso dei bottoni), allora li ho staccati. Se pensi di riattaccarli te li ho messi tutti nella tasca interna. Tuo fratello Gianni ha fatto una grossa sciocchezza con l’automobile: è sceso e ha chiu‐ so di scatto la portiera lasciando dentro le chiavi. Allora è dovuto rientrare a casa e pren‐ dere il secondo mazzo di chiavi, e così anche noi siamo potuti scendere dalla macchina. Se vedi Margherita salutala da parte mia. Se non la vedi non dir‐ le niente. La tua mamma che ti vuole tanto bene. Ps: volevo metterti anche un pò di soldi, ma avevo già chiuso la busta.
** In Romania Si festeggia L’8 Marzo 8
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giornalista e storico Domenico Caselli, nato da una famiglia toscana di costruttori nel 1875 a Bucarest. Emanuel Badescu, bibliotecario alla sala delle stampe della Biblioteca dell'Accademia Romena, biografo di Domenico Caselli, scrive:
"Fu lo studente prediletto dello storico e politico Vasile Urechia, che volle indirizzarlo verso l'archivistica. Da qui deriva anche la sua destrezza nel lavorare con i documenti antichi, di leggerli, tradurli e commentarli. I genitori erano venuti dal nord d'Italia, verso la metà dell'Ottocento. Suo padre faceva il muratore. I costruttori italiani erano molto apprezzati in Valacchia, dove erano venuti a partire dal Seicento, dai tempi del principe Constantin Brancovan. Domenico Caselli ha studiato a Bucarest. Un altro suo biografo, Dan Rosca, ritiene possibile che la casa dei genitori fosse vicina alla Chiesa di Visarion. Dopo gli studi medi e liceali, si è laureato in storia", spiega Emanuel Badescu. Interessato anche alla storia politica di Bucarest, Domenico Caselli ha manifestato una propensione particolare al fatto quotidiano, alla presentazione dei documenti antichi che illustravano la vita giornaliera dei bucarestini. Li commentava o raccontava nelle pubblicazioni periodiche del tempo. "Ha cominciato con l'esposizione dei suoi articoli nelle pubblicazioni periodiche. Fu il sostenitore di una storia scientifica volgarizzata per attirare il lettore sia al tema che ai documenti. Ha cercato di coltivare l'interesse per i documenti autentici tra i lettori dei vari giornali in cui ha scritto. E ha scritto in molti giornali. Ha pubblicato anche dei volumi, però meno degli articoli. Vita durante, sono usciti due o tre libri suoi, ma lui non era scrittore di libri", aggiunge Emanuel Badescu. Per almeno quattro decenni gli articoli di Domenico Caselli sono apparsi in molti giornali: Adevarul, Danubiul, Expres, Gazeta liberala, Gazeta literara, Gazeta Municipala, Izbanda, Lumea copiilor, Margaritarul, Minerva, Orientul, Reporterul, Revista de istorie, archeologie si filologie, Revista poporului, Romania noua literara si artistica, Romanul (seria noua), Scena, Seara, Secolul, Universul, Vestea, Viata ilustrata, Vocea dreptatii. Ha firmato i primi articoli con lo pseudonimo di “Domcas”. Domenico Caselli si è spento nel 1937. L'editrice Vremea ha pubblicato il volume "La strage dei bucarestini ai tempi di Kehaia-bey e altri meravigliosi racconti su Bucarest di primo Ottocento" di Domenico Caselli. Sfogliando le sue pagine, i lettori possono godersi articoli pubblicati nel 1936 e 1937, nella rubrica "Bucarest di una volta" del settimanale "La Gazzetta Municipale", relativi al 1821, l'anno della rivoluzione capeggiata da Tudor Vladimirescu, che ha interessato anche la futura capitale della Romania. Per scrivere questi articoli, Caselli ha ripreso una serie di informazioni ottenute da un testimone dell'epoca, il colonnello Dimitrie Papazoglu, uno dei primi cartografi e geografi romeni. Vi aggiunse anche delle informazioni riprese da altre fonti. 9
Adeste 20162016 - 5°/19 5°/ LITURGIA EUCARISTICA LETTURE:At 1,1-11 Sal 46 Eb 9,24-28;10,19-23 Lc 24,46-53
C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Cristo ha offerto il suo sacrificio per la nostra redenzione. Ora è assiso alla destra di Dio e intercede per noi. Chiediamo perdono a lui delle nostre colpe e imploriamo dal Padre la sua misericordia e il suo perdono. Breve riflessione personale C. Signore, che ascendendo al cielo hai glorificato la nostra umanità, abbi pietà di noi. A. Signore, pietà. C. Cristo, splendore della gloria del Padre, abbia pietà di noi. A. Cristo, pietà. C. Signore, che rimani con noi nella storia attraverso il tuo Spirito, abbi pietà di noi. A. Signore, pietà.
C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. Esulti di santa gioia la tua Chie-
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo». Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra». Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo» Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
R/. Ascende il Signore tra canti di gioia. Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con grida di gioia, perché terribile è il Signore, l’Altissimo, grande re su tutta la terra. R/. Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. Cantate inni a Dio, cantate inni, cansa, o Padre, per il mistero che cele- tate inni al nostro re, cantate inni. R/. Perché Dio è re di tutta la bra in questa liturgia di lode, poiché terra, cantate inni con arte. Dio nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra regna sulle genti, Dio siede sul umanità è innalzata accanto a te, e suo trono santo. R/. noi, membra del suo corpo, viviamo Seconda Lettura nella speranza di raggiungere Cristo, Dalla lettera agli Ebrei nostro Capo, nella gloria. Egli è Dio e Cristo non è entrato in un santuavive e regna con te... A. Amen
LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dagli Atti degli Apostoli
rio fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di
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Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza. Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore, ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. .Alleluia VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Luca A. Gloria a te o Signore. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo
Adeste 20162016 - 5°/19 5°/ OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Fratelli e sorelle, la pagina evangelica ci ha ricordato l’invito di Gesù a essere testimoni di lui, a comunicare al mondo le meraviglie dell’amore di Dio. In questa solennità dell’Ascensione, convinti che l’amore, per sua natura, è comunicazione, perché conduce ad aprirsi e a non isolarsi, presentiamo con fiducia a Dio le nostre invocazioni affinché, come ci chiede Papa Francesco, cresciamo ogni giorno nella capacità di accogliere e comunicare la misericordia del Padre. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 1. Perché la Chiesa, chiamata a vivere la misericordia quale tratto distintivo di tutto il suo essere, esprima in ogni gesto e parola la tenerezza e il perdono di Dio per tutti, noi ti preghiamo. 2. Perché in un mondo in cui gli individui e le nazioni sono spesso imprigionati nei circoli viziosi delle condanne e delle vendette, sappiamo impegnarci a superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace, noi ti preghiamo. 3. Perché i giornalisti e gli animatori della cultura e della comunicazione siano esempio di responsabilità nelle reti sociali, per favorire le relazioni e promuovere il bene della società, noi
ti preghiamo. 4. Perché anche in questa nostra comunità, l’incontro tra la comunicazione e la misericordia sia fecondo e generi una prossimità che si prende cura, conforta, guarisce, accompagna e fa festa, noi ti preghiamo. C. O Padre, che ci hai innestato in Cristo tuo Figlio, crocifisso e risorto, donaci di narrare a quanti incontreremo le grandi opere della salvezza. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli, Signore, il sacrificio che ti offriamo nella mirabile ascensione del tuo Figlio, e per questo santo scambio di doni fa' che il nostro spirito si innalzi alla gioia del cielo. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C E' veramente cosa buona e giusta che tutte le creature in cielo e sulla terra si uniscano nella tua lode, Dio onnipotente ed eterno. Il Signore Gesù, re della gloria, vincitore del peccato e della morte, oggi è salito al cielo tra il coro festoso degli angeli. Mediatore tra Dio e gli uomini, giudice del mondo e Signore dell'universo. non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l'umanità esulta su tutta la terra, e con l'assemblea degli angeli e dei santi canta l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo ……. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA
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C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli RITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C Dio onnipotente e misericordioso, che alla tua Chiesa pellegrina sulla terra fai gustare i divini misteri, suscita in noi il desiderio della patria eterna, dove hai innalzato l'uomo accanto a te nella gloria. Per Cristo nostro Signore.
A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
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Parte il primo Giro d'Italia giovedĂŹ 13 maggio 1909 (107 anni fa)
Parte il primo Giro d'Italia: Un appuntamento annuale coniuga un diffuso mezzo di trasporto con la passione sportiva: il Giro d'Italia. Il giornalista Tullo Morgagni ha già "inventato" due future classiche del ciclismo: il Giro della Lombardia e la Milano-Sanremo, quando nel 1909, con La Gazzetta dello Sport, organizza una corsa a tappe che attraversa l'Italia, anticipando il Corriere della Sera. Il 13 maggio, alle tre di notte, parte da piazzale Loreto a Milano la prima tappa di 397 km fino a Bologna. Il primo a tagliare il traguardo è Dario Beni. Dopo otto tappe (una ogni due/tre giorni perchÊ la Gazzetta è in edicola il lunedÏ, il mercoledÏ e il venerdÏ) il primo vincitore del Giro d'Italia è Luigi Ganna, un muratore di Varese, primo nella classifica a punti. Montepremi della prima edizione è di 25.000 lire. Da allora questa gara catalizza l'attenzione di milioni di sportivi che seguono con grande passione e competenza le gesta sportive (e spesso non solo quelle) di campioni italiani come Alfredo Binda (5 le edizioni vinte), Costante Girardengo, Fausto Coppi (5), Gino Bartali (3), Vittorio Adorni, Gianni Motta, Felice Gimondi (3), Giovanni Battaglin, Giuseppe Saronni (2), Francesco Moser, Gianni Bugno, Marco Pantani, Gilberto Simoni (2) e Ivan Basso (2). I SANTI DELLA SETTIMANA
08 D
Ascensione del Signore
09 L
s. Isaia
10 M
s. Giovanni D’Avila
11 M
s. Ignazio da Laconi
12 G
s. Leopoldo Mantic
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B.V. Maria di Fatima
14 S
s. Mattia Apostolo
Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: Alelembo73@gmail.com
*°* C< =: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come â&#x20AC;&#x17E;Biserica Universitatiiâ&#x20AC;? din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00
B !"#: Preasfantul Mantuitor
(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ *°* fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober A<? I <3 : Domenica ore 11:00 nella Chieto70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don in diretta su www.telestartv.ro Horvath Istvan , tel 0745 020262 Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul *°* "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.
*°* I "3: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii
T3A3"B : Chiesa Sfanta Fecioara Maria RegiDomnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione â&#x20AC;&#x201C;Iasi,
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