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rmai sono passati 20 anni dallo storico Pellegrinaggio di s. Giovanni Paolo II ad una Nazione a maggioranza ortodossa, la Romania, la prima di questo tipo visitata da un Vescovo di Roma dai tempi dello scisma di Oriente nel 1054. La visita di Papa Wojtyla si svolse tra il 7 e il 9 maggio 1999 nella città di Bucarest. Fu il Viaggio N° 86 del Papa polacco e durò 2 giorni e 13 ore. L'8 maggio Giovanni Paolo II fece visita all'allora Patriarca ortodosso della Romania, Teoctist Arăpaşu (1915 – 2007), che aveva già conosciuto in Vaticano nel 1989 anno della Rivoluzione romena contro il dittatore Nicolae Ceaușescu, incontrando anche i membri del Santo Sinodo. S. Giovanni Paolo II firmò con il capo dell'ortodossia romena una Dichiarazione Comune (Eventi e discorsi). Ora, il secondo Papa che viene in visita in Romania, dove una parte importante del programma include incontri con la Chiesa Ortodossa, oggi presieduta dal patriarca Daniele (1951), sarà Francesco. Gli incontri sono previsti per il pomeriggio del venerdì 31 maggio prossimo. Dopo lo storico incontro a Bucarest venti anni fa, Sua Santità Teoctist fece di nuovo visita al Papa in Vaticano, tra il 7 e il 13 ottobre 2002, e il suo programma pastorale si ricorda come intenso e molto significativo a testimonianza dei buoni ed affettuosi rapporti tra le due Chiese. In questa cornice fu firmata un'altra Dichiarazione Comune.
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l punto di riferimento per la maggioranza degli italiani di Bucarest era ed è la Chiesa Nazionale Italiana del SS. Redentore, edificata nel centro della città nel 1916, su terreno donato dallo Stato romeno allo Stato italiano, da architetti, impresari e maestranze italiane. La chiesa, situata sul boulevard I.C. Brătianu, fu costruita con donazioni della famiglia reale italiana e del governo italiano e con una sottoscrizione tra gli italiani di Bucarest, su progetto degli architetti Mario Stoppa e Giuseppe Tiraboschi secondo il modello della chiesa «Santa Maria delle Grazie» di Milano, e con l’intervento della ditta degli ingegneri Gambara e Vignali. Al sacerdote vicentino Antonio Mantica (vedi a pagina seguente) furono affidate fin dall’inizio l’assistenza spirituale ai fedeli italiani e l’istruzione religiosa agli allievi della scuola italiana e a quelli che frequentavano le scuole romene. Nel 1928, la Chiesa del SS. Redentore ottenne l’autorizzazione ecclesiastica per essere sede della Parrocchia degli italiani di Bucarest e delle località vicine (distretto Ilfov), la terza parrocchia italiana dopo quelle di Cataloi e di Greci (entrambe nel distretto di Tulcea), con circa 7.000/8.000 fedeli. Nel 1938, fu inviato a Bucarest un altro sacerdote, Ruggiero Andreatta della diocesi di Treviso, come vicario parrocchiale per appoggiare il parroco Mantica nella sua attività pastorale e di assistenza agli anziani, ai malati e agli indigenti delle famiglie italiane immigrate. Sin dal suo arrivo a Bucarest, Antonio Mantica fondo una Società Corale Italiana «Giuseppe Verdi» che svolse una intensa e costante attività non solo nella capitale, con la partecipazione di musicisti e solisti italiani e romeni. Nel 1950 a causa delle pressioni del regime, lasciò Bucarest ed al suo posto fu nominato Padre Clemente Gatti che resse la Chiesa fino al 8 marzo 1951 quando fu arrestato, incarcerato e torturato. ( La sua storia a pagina seguente) Dal 951 fino al 1968 la Chiesa Italiana è rimasta chiusa e per la sua riapertura si fece parte attiva l’allora primo ministro italiano Amintore Fanfani instaurando trattative fra il governo italiano e quello comunista romeno. Fino all’anno 1989 si sono svolte so ltanto celebrazioni occasionali, massimo cinque per anno. Dopo la caduta del regime comunista, la Chieda Italiana è stata aperta completamente. La Casa parrocchiale che si trova a fianco della chiesa fu costruita nell’anno 1924 e per un periodo ha funzionato come scuola italiana. Il Campanile è alto 27,75 mt.ed è dotato di 4 campane. La struttura della chiesa fu colpita dai terremoti del 1940, 1977 e 1990. I blocchi che contornano la chiesa furono eretti negli anni’30. La Chiesa italiana si distingue per la solennità e per le belle pitture interne, Sovente si organizzano concerti di organo e di musica barocco rinascimentale. La festa principale della Chiesa è il “ Corpo e Sangue di Gesù”.
(Vicenza, 17 gennaio 1871 – Bevadoro, 18 giugno 1958)
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opo un periodo di missione nel Sudan, nel 1914 venne inviato da Mons. Ferdinando Rodolfi, vescovo di Vicenza, a Bucarest alla guida della comunità italiana ivi residente. In Bucarest fondò la chiesa del SS. Redentore e ne divenne parroco.
La sera del 27 dicembre del 1949, Padre Antonio Mantica, da più di trent'anni Parroco della Comunità del SS. Redentore, fu chiamato al Ministero rumeno degli Interni e trattenuto, per cinque giorni, inducendolo, con metodi di violenza psicofisica, a dichiarare al pub-blico che lasciava la Romania spontaneamente e non a seguito di espulsione. Lasciò Bucarest per l'Italia il 7 febbraio 1950. Nella Chiesa del SS. Redentore, a seguito dell'espulsione di Padre Antonio Mantica, si era reso vacante l'ufficio di parroco e di rettore. Il Nunzio Apostolico Mons. Gerard O'Hara e il Ministro d'Italia domandarono a Padre Clemente Gatti se avrebbe accettato l'incarico di Rettore della Chiesa Italiana, essendo stata soppressa parrocchia per ordine del Governo comunista ateo. (Fonte wikipedia)
Caselle di Pressana, Verona, 22 febbraio 1880 – Saccolongo, Padova, 6 giugno 1952
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iovanissimo entrò nel convento dei frati francescani di Lonigo (Vicenza). Emise la professione solenne il 17 settembre 1903. Completato il corso teologico all'ateneo "Antonianum" di Roma, fu ordinato sacerdote il 2 aprile 1902. Nel 1909. Quando la Transilvania faceva ancora parte dell'Ungheria, i superiori inviarono padre Clemente, in Transilvania, a Hunidoara, dove si trattenne quattro anni ad insegnare nello studentato francescano. All'inizio della prima guerra mondiale rientrò in Italia e fu chiamato alle armi come cappellano. Fu quindi ministro e definitore provinciale e prefetto degli studi nonché custode del convento delle Vigne a Venezia. Nel 1937 tornò in Transilvania, nel frattempo diventata romena. Con l'avvento del comunismo (1945) e la persecuzione religiosa, padre Gatti fu deportato ad Alba Julia. Il 7 febbraio 1949 il padre Antonio Mantica, fondatore della Chiesa degli Italiani di Bucarest e suo parroco, fu costretto dalle autorità comuniste a rientrare in Italia e come rettore della chiesa fu nominato padre Gatti. Intensificandosi la persecuzione religiosa, fu consigliato a padre Gatti di rientrare in Italia, ma rifiutò. L'8 marzo padre Clemente veniva arrestato, quindi sottoposto a processo davanti al Tribunale militare di Bucarest, dall'11 al 17 settembre 1951, e condannato a 15 anni. Il 19 maggio 1952 veniva trovato alla stazione ferroviaria di Vienna, in uno scompartimento di un treno proveniente dalla Romania, padre Clemente Gatti. Era paralizzato e senza parola, disfatto e allucinato. Era affetto da numerose e fetide piaghe da decubito e dalla fuoriuscita della spina dorsale per quasi tutta la sua lunghezza. Trasportato in Italia, non migliorava, capace di emettere solo qualche incomprensibile mugolio. Morì 20 giorni dopo il rientro in Italia. (Fonte Santi e Beati)
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Il santuario mariano di Č˜umuleu Ciuc
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Iasi è un comune della Romania, capoluogo del distretto omonimo e capitale della regione della Moldavia romena. Con i suoi 315.214 abitanti rappresenta, dopo Bucarest, il secondo comune più popoloso della nazione. È situata a Nord-Est della Romania, cresciuta sulle sponde del fiume Bahlui, affluente del fiume Jijia che a sua volta è tributario del Prut. Il Prut è l'importante fiume che segna il confine fra la Romania e la Repubblica di Moldavia, confine che si trova a circa 20 km dal centro della città di Iași. Iași è storicamente conosciuta anche come la città dalle sette colline. La diocesi di Iasi La diocesi di Iași è suffraganea dell'arcidiocesi di Bucarest. La diocesi comprende i distretti della Romania orientale: Suceava, Botoșani, Neamț, Iași, Bacău, Vaslui, Vrancea e Galați. Il territorio è suddiviso in 149 parrocchie. Il vicariato apostolico di Moldavia fu eretto nel 1818, sulle ceneri della soppressa diocesi di Bacău. Il 27 giugno 1884 per effetto del breve Quae in christiani di papa Leone XIII il vicariato apostolico è stato elevato a diocesi e ha assunto il nome attuale. Originariamente la diocesi era immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 1921 incorporò parte del territorio della diocesi di Tiraspol, che dopo i trattati di pace della prima guerra mondiale si era venuto a trovare nel regno di Romania. Il 5 giugno 1930, in seguito al concordato tra Santa Sede e governo rumeno, con la bolla Solemni Conventione di papa Pio XI, la Bucovina rumena fu sottratta alla giurisdizione degli arcivescovi di Leopoli ed annessa al territorio della diocesi di Iași, che contestualmente divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Bucarest. Durante il regime comunista, trovò la morte nel carcere di Sighet il vescovo Anton Durcovici (1951); nel 2013 la Chiesa cattolica ha riconosciuto il suo martirio "in odio alla fede". Il 31 ottobre 2013 Papa francesco firmò un decreto che riconosce "il martirio del Servo di Dio Antonio Durcovici, Vescovo di Iaşi (Romania); nato ad Altenburg (Austria) il 17 maggio 1888 e ucciso in odio alla Fede nel carcere di Sighet (Bucarest, Romania), il 10 dicembre 1951".
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laj (in ungherese Balázsfalva, in tedesco Blasendorf) municipio della Romania di 20.760 abitanti, ubicata nel distretto di Alba, nella regione storica della Transilvania. Fino alla sua soppressione nel 1948, Blaj fu la sede metropolitana dei cattolici romeni di rito bizantino. Nel 1733, quando la sede fu eretta ad opera del vescovo Innocenzo Micu, Klein Blaj non era che un villaggio, ma ben presto si sviluppò, divenendo non solo il centro propulsore della Chiesa unita con Roma, ma anche un importante centro culturale, perché dalle sue scuole uscirono alcuni fra i maggiori esponenti della nascente cultura rumena. Nella cattedrale, eretta nel 1700, si venera un'icona mariana dei tipo della Odigitria. L'icona dell'iconostasi della cattedrale metropolitana di Blaj è una delle icone miracolose, la cui autenticità non ammette dubbi. Secondo la tradizione, il 17 marzo 1764 fu vista lacrimare durante i funerali del santo vescovo Pietro Paolo Aron, devotissimo della Vergine ed energico difensore dell'unione con Roma. Per questo prodigio, la cattedrale divenne santuario mariano e Blaj, città di origine romana e capitale storica della Transilvania, vide folle di pellegrini inginocchiarsi davanti a Maria "Odigitria", che tiene il Bambino con il braccio sinistro, mentre con la mano destra lo indica come "la Via, la Verità e la Vita". Negli ultimi due secoli, segnati da momenti critici e da persecuzioni, la Madonna di Blaj ha rappresentato, oltre che un centro di diffusione del culto mariano, anche un punto di riferimento per la preghiera comune di confidenza e di speranza verso la Vergine. Davanti alla prodigiosa icona non era raro ascoltare preghiere popolari laceranti l'anima: "Ave, o purissima, mio scudo e mia protezione. , Oasi e redenzione dei peccatori. Ave... , Quando avremo vinto le orde nemiche, Sotto il tuo manto, o Maria, portaci a Gesù!". Nella prima metà del nostro secolo, Giovanni Suciu vi diffuse le associazioni mariane e il vescovo mons. Basile Suciu, nel 1921, vi fondò la congregazione delle suore di Santa Maria di Blaj. Dall'aprile del 1991 il santuario è affidato ai cattolici di rito orientale. (Fonte: santuarimariani.org)
Il teorico della terapia del sorriso, il medico controcorrente e con il naso rosso che ha portato in corsia l’umorismo come antidoto alla malattia, compie 74 anni. Hunter ‘Patch’ Adams, nato a Washington il 28 maggio del ’45, ha rivoluzionato totalmente l’approccio classico ai metodi della medicina tradizionale. Perchè guarire non è solo prescrivere farmaci e terapie, ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione. ‘La salute si basa sulla felicità, dall’abbracciarsi e fare il pagliaccio al trovare la gioia nella famiglia e negli amici, la soddisfazione nel lavoro e l’estasi nella natura delle arti’. Parola del padre della risoterapia, che nel ’98 ha ispirato il film ‘Patch Adams’ interpretato magistralmente da Robin Williams, che ha fatto conoscere ancora di più al mondo una storia eccezionale. Che come tutte le storie eccezionali ha attraversato non pochi ostacoli. Quelli dell’università per il medico con il naso rosso sono stati anni difficili, perché l’ambiente accademico rigoroso di quel tempo non accettava il modo rivoluzionario con cui Patch intendeva curare i pazienti. Lui che si infiltrava tra i reparti senza alcuna autorizzazione già dal primo anno di università, pratica consentita solo dal terzo anno, per stare vicino a malati terminali o bambini in gravi condizioni di salute. Le sue irruzioni in corsia, neanche a dirlo, autentiche performance di comicità e originalità che stravolgevano i concetti- cardine della medicina occidentale moderna. Patch Adams, accusato di troppa allegria era stato oggetto di numerosi richiami tanto da rischiare l’espulsione. Di fronte alla commissione che doveva giudicare il suo caso, Patch Adams pronunciò il celebre discorso impresso da allora nella sua missione: ‘E Dio mi sia testimone, comunque decidiate oggi, signori, guarderò ancora con fiducia il mio scopo: diventare il miglior medico che il mondo abbia mai visto’.
Lo dice la scienza, ridere fa bene ‘Ridere è contagioso, e noi dobbiamo curare la persona oltre alla malattia’. Una rivoluzione quella di Patch Adams, tutta racchiusa in questa frase. Secondo l’inventore della terapia della risata, lo humour, il più potente antidoto antistress, è stato da sempre ritenuto salutare. In tutta la storia, a partire da Ippocrate, padre della medicina, a Sir. William Osler, medico, educatore e scrittore noto per il suo carattere burlone. La ricerca ha dimostrato che il riso incrementa la secrezione di sostanze chimiche naturali, catecolamine ed endorfine, che fanno sentire vivaci e in forma.
Firenze, 24 maggio 2019
amico dei poveri alla stazione centrale di Firenze lo conoscono in tanti. C’è chi lo conosce come “l’iraniano”, chi lo chiama il “dottore”o addirittura il “babbo”, e chi, non sapendo nemmeno chi sia, lo aspetta semplicemente ogni sabato sulle scale d’ingresso di Santa Maria Novella. Lui arriva sempre puntuale e sorridente con borse piene di cibo da mettere nelle mani dei tanti senzatetto che popolano la stazione centrale. L’amico dei poveri si chiama Bahman Noubari, ha 59 anni, ha origini iraniane ed è un medico di Careggi, per l’esattezza un neurochirurgo dell’equipe del professor Alessandro Della Puppa. «Lui per noi è diventato un punto di riferimento - dice C.H. studente universitario marocchino Senza di lui non avrei potuto studiare: ora sono iscritto alla facolta’ di ingegneria. La prima volta che l’ho incontrato dormivo in uno scatolone. Ero senza scarpe, era inverno e la mattina seguente Bahman si è presentato con stivali e mi ha dato dei soldi. Un santo laico». Mentre l ‘universitario parla si avvicina una senzatetto, M.A, anch’essa magrebina: «Lui è il nostro ambulatorio ambulante. Tutti noi abbiamo sempre qualche problema di salute ma, nello stato in cui siamo, non sappiamo come muoverci nel labirinto dell’assistenza sanitaria. Così lui ci indirizza nelle strutture e tante volte ci visita gratuitamente». Bahman Noubari ha iniziato diversi anni fa ad aiutare gli invisibili della stazione di Firenze e anche di Prato, dove ha abitato fino al 2011. In tanti senzatetto si ricordano di lui e delle sue borse zeppe di provviste. «Ho iniziato questa attività spinto da mia madre, che mi ha sempre sensibilizzato all’aiuto verso le persone meno fortunate di me – spiega il neurochirurgo fiorentino – e oggi sono ancora piu convinto di quello che faccio dal momento che la mamma mi ha lasciato una settimana fa. Non sono legato né ad associazioni e tantomeno a cooperative. Questa è una cosa tutta mia». Alla domanda su cosa lo abbia spinto a fare ciò, Bahman non ha problemi a rispondere: «Io sono nato povero – dice – e ho avuto la fortuna di incontrare una persona speciale, il prete operaio Concetto Greco che ho conosciuto a 18 anni quando abitavo a Catania e per vivere facevo il fabbro nel quartiere più povero della citta, il Pigno. Lui mi aiutò, mi trovò un nuovo lavoro come pulisci-scale e, grazie a ciò, ho finito l’università. Io adesso restituisco in qualche modo tutto ciò, perchè aiutare i meno fortunati fortifica la mia anima e il mio spirito». Così ogni sabato mattina Bahman sveste i panni del neurochirurgo, riempe le borse di cibo e va alla stazione di Santa Maria Novella ad aiutare chi ha bisogno. «Non credo che ci sia cosa piu’ gratificante che regalare un sorriso e un appiglio a chi dalla mattina alla sera vede solo il baratro – dice sorridendo a sua volta – Altri si sentono bene aiutando i propri cari ad avere una vita migliore, ed è una buona cosa. Ma a me non basta. Io sento il bisogno di aiutare anche chi non conosco. Restituendo in qualche modo quell’amore disinteressato e universale che a me ha cambiato la vita».
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È il mio angelo”. Una storia bellissima che merita di essere letta, una donna ha deciso di donare il suo rene all’uomo che due anni fa salvò sua figlia da morte certa.
Quando la figlia di Becca Bundy ha avuto un grave malore in casa, il pompiere volontario Bill Cox è stata la prima persona ad intervenire per prestare soccorso. Due anni dopo, la donna del Minnesota ha trovato un modo più che speciale per ringraziare quell'uomo: gli ha salvato la vita donandogli uno dei suoi reni. Cox è stato volontario del Corpo dei vigili del fuoco di Bearville nel nord del Minnesota per circa sei anni. Il suo ruolo era quello di primo soccorritore. Nell'agosto del 2016 ricevette una chiamata in cui si chiedeva un intervento immediato per soccorrere una ragazza che si era sentita male. «Sono arrivato e ho dato il mio aiuto aspettando l'arrivo dell'ambulanza», ha dichiarato alla CNN. Bill Cox era sulla lista per il trapianto dal 2017, perché era nato con un solo rene. Da gennaio di quest’anno era in dialisi. Aveva stampato 2 t shirt e le indossava al lavoro, già 5 o 6 persone si erano offerte di dargli un rene, ma non potevano donarglielo. Becca Bundy e Cox si sono incontrati nuovamente nell'ottobre del 2018 quando la donna ha partecipato ad un evento di beneficenza per un vicino di casa al Viking Bar, il pub dove Cox ha lavorato per 16 anni. Mentre era dietro il bancone, indossando la t-shirt con la scritta "Il mio nome è Bill. Sono allo stadio terminale di un'insufficienza renale e ho bisogno di un rene", ha visto Becca Bundy. I due hanno parlato e scoperto di avere lo stesso gruppo sanguigno. «Quando scoprii che ero idonea per la donazione chiamai Bill e piangemmo entrambi di gioia» “Lei, era perfetta per me“. Per Cox la notizia era importantissima in quanto il tempo di attesa per un organo proveniente da un donatore deceduto poteva essere da cinque a sette anni nel Minnesota. «Oltre 100.000 persone sono in attesa di un nuovo rene e tale elenco cresce ogni anno» ha dichiarato a Cnn la dottoressa Raja Kandaswamy, direttrice del programma di trapianto di reni e pancreas presso la University of Minnesota Health. Prima dell'intervento chirurgico, Cox ha scolpito un angelo di legno e lo ha regalato alla Bundy. «È il mio angelo, mi ha salvato la vita e ho pensato che sarebbe stato un piccolo regalo per lei e la sua famiglia», ha dichiarato.
uno mi ama, osserverà la mia parola. «Se uno ama me»: è la prima volta nel Vangelo che Gesù chiede amore per sé, che pone se stesso come obiettivo del sentimento umano più dirompente e potente.
Ma lo fa con il suo stile: estrema delicatezza, rispetto emozionante che si appoggia su di un libero «se vuoi», un fondamento così umile, così fragile, così puro, così paziente, così personale. Se uno mi ama, osserverà… perché si accende in lui il misterioso motore che mette in cammino la vita, dove: «i giusti camminano, i sapienti corrono, ma gli innamorati volano» (santa Battista Camilla da Varano). L’amore è una scuola di volo, innesca una energia, una luce, un calore, una gioia che mette le ali a tutto ciò che fai. «Osserverà la mia parola». Se arrivi ad amare lui, sarà normale prendere come cosa tua, come lievito e sale della tua vita, roccia e nido, linfa e ala, pienezza e sconfinamento, ogni parola di colui che ti ha risvegliato la vita. La Parola di Gesù è Gesù che parla, che entra in contatto, mi raggiunge e mi comunica se stesso. Come si fa ad amarlo? Si tratta di dargli tempo e cuore, di fargli spazio. Se non pensi a lui, se non gli parli, se non lo ascolti nel segreto, forse la tua casa interiore è vuota. Se non c’è rito nel cuore, se non c’è una liturgia nel cuore, tutte le altre liturgie sono maschere del vuoto. E noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Verremo. Il Misericordioso senza casa cerca casa. E la cerca proprio in me. Forse non troverà mai una vera dimora, solo un povero riparo, una stalla, una baracca. Ma Lui mi domanda una cosa soltanto, di diventare frammento di cosmo ospitale. Casa per le sue due promesse: lo Spirito e la pace. Lo Spirito: tesoro che non finisce, sorgente che non tace mai, vento che non posa. Che non avvolge soltanto i profeti, le gerarchie della Chiesa, i grandi personaggi, ma convoca tutti noi, cercatori di tesori, cercatrici di perle: «il popolo di Dio per costante azione dello Spirito evangelizza continuamente se stesso» (Eg 139), Parole come un vento che apre varchi, porta pollini di primavera. Una visione di potente fiducia, in cui ogni uomo, ogni donna hanno dignità di profeti e pastori, ognuno evangelista e annunciatore: la gente è evangelizzata dalla gente. Vi lascio la pace, questo miracolo fragile continuamente infranto. Un dono da ricercare pazientemente, da costruire “artigianalmente” (papa Francesco), ciascuno con la sua piccola palma di pace nel deserto della storia, ciascuno con la sua minima oasi di pace dentro le relazioni quotidiane. Il quasi niente, in apparenza, ma se le oasi saranno migliaia e migliaia, conquisteranno e faranno fiorire il deserto. Padre Ermes Ronchi
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Foglietto preparato da Parrocchia Cattolica Italiana Virtuale Iasi
SALUTO
+Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen. C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE
C. Apriamo il nostro cuore all’azione dello Spirito. Egli ci rende capaci di amare e di perdonare come Gesù. Accogliamo il dono della misericordia, che trasfigura la nostra vita e la rende testimonianza viva dell’amore di Dio per noi e per i fratelli. E come ci chiede Gesù togliamo tutto ciò che in noi offusca la carità. Breve pausa di riflessione personale C.A. Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà.
GLORIA
Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.
la mettono in pratica, manda il tuo Spirito, perché richiami al nostro cuore tutto quello che il Cristo ha fatto e insegnato e ci renda capaci di testimoniarlo con le parole e con le opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen (seduti)
suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti. R/. Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perché tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra. R/. Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. Ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra. R/.
Prima Lettura
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello. In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio (in piedi)
LITURGIA DELLA PAROLA
Dagli Atti degli Apostoli In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati». Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agl’idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.
Seconda Lettura
Canto al Vangelo
ALLELUIA Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. . ALLELUIA
VANGELO
C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo GIOVANNI A. Gloria a te o Signore In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltaSALMO RESPONSORIALE te non è mia, ma del Padre che mi COLLETTA R. Ti lodino i popoli, o Dio, ti ha mandato. Vi ho detto queste coC. PreghiamoO Dio, che hai lodino i popoli tutti. se mentre sono ancora presso di promesso di stabilire la tua dimora Dio abbia pietà di noi e ci be- voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo in quanti ascoltano la tua parola e nedica, su di noi faccia splendere il
che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate». Parola del Signore A. Lode a te o Cristo OMELIA ( Seduti) CREDO in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI
ll Signore ci ama nel profondo e il nostro compito di cristiani è solo quello di aver fiducia in questo sguardo d’amore. Preghiamo insieme e diciamo: Signore prendi dimora in noi. 1. Perché il rapporto con te non si riduca ad un resoconto dei nostri fallimenti e delle nostre vittorie. Preghiamo. 2. Perché ci sia sempre continuità tra la nostra fede in te e la nostra partecipazione alla vita sociale. Preghiamo.
3. Perché la pace, condizione interiore prima che equilibrio esteriore, accompagni sempre il nostro cammino. Preghiamo. 4. Perché la tua voce ci ricordi sempre che siamo liberi figli di Dio e nulla di meno. Preghiamo. C. O Padre, Tu ci chiedi solo di abbandonarci al tuo abbraccio paterno. Aiutaci a sopportare la nostra fragilità che ci tiene lontani da te e dal tuo amore. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A Amen
LITURGIA EUCARISTICA
C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)
SULLE OFFERTE
C. Accogli, Signore, l'offerta del nostro sacrificio, perché, rinnovati nello spirito, possiamo rispondere sempre meglio all'opera della tua redenzione. Per Cristo nostro Signore. A. Amen.
PREGHIERA EUCARISTICA
C. A. C. A. C.
Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio .A. E’ cosa buona e giusta C. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo tempo nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato. Offrendo il suo corpo sulla croce, diede compimento ai sacrifici antichi, e donandosi per la nostra redenzione, divenne altare, vittima e sacerdotale. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l'umanità esulta su tutta la terra, e con l'assemblea degli angeli e dei santi canta l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo ... (In ginocchio)
A. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:
PADRE NOSTRO
che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli
RITO DELLA PACE
C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna.
A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.
C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.
DOPO LA COMUNIONE
C. Preghiamo Dio grande e misericordioso, che nel Signore risorto riporti l'umanità alla speranza eterna, accresci in noi l'efficacia del mistero pasquale con la forza di questo sacramento CONSACRAZIONE di salvezza. Per Cristo nostro SiC. Mistero della fede A. Amen A. Annunciamo la tua morte, gnore. Signore, proclamiamo la tua ri- C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. surrezione nell’attesa della tua C. Vi benedica Dio onnipotente venuta. Padre e Figlio e Spirito Santo DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA A. Amen. C. Per Cristo, con Cristo e in CriC. Nel nome del Signore: andate sto, a te Dio, Padre onnipotente, in pace. nell’unità dello Spirito Santo, ogni Rendiamo grazie a Dio onore e gloria, per tutti i secoli dei A. secoli.