Adeste 22 domenica 29 maggio 2016c

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Adeste 20162016 - 5°/22 do il governo al maresciallo Pietro Badoglio. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, l'Italia era precipitata nel caos e Vittorio Emanuele III era fuggito verso il Sud Italia. In questo clima difficile, si iniziò a delineare l'idea di un cambiamento radicale nella forma governativa del paese. La monarchia e Vittorio Emanuele III erano considerati come i principali responsabili della situazione attuale, per aver appoggiato il fascismo e aver permesso l'entrata in guerra dell'Italia. Nel 1944 Palmiro Togliatti propose di aspettare la fine della guerra per discutere della questione istituzionale, tr ovando così un accordo tra i vari partiti, in base al quale Vittorio Emanuele III venne sollevato dal suo incarico ed i suoi poteri passarono momentaneamente ad Umberto di Savoia, principe di Piemonte ed erede al trono.

La storia della Festa della Repubblica

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l 2 giugno di ogni anno si celebra la Festa della Repubblica Italiana, per r icor dar e il referendum del 1946 che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha sancito la fine della monarchia e la nascita della repubblica. Nel 1977, con la legge numero 54 del 5 marzo, a causa di una situazione economica difficile, la Festa della Repubblica era stata spostata alla prima domenica di giugno, ma nel 2001, con la legge numero 336 del 20 novembre 2000, è stata reintrodotta la festività del 2 giugno. In questa gior nata viene organizzata la tradizionale parata in Via dei Fori Imperiali a Roma. Il protocollo della celebrazione prevede che venga deposta una corona d'alloro al Milite Ignoto all'Altare della Patria e poi si svolga la parata militare, alla quale partecipano le La scelta di rimandare qualsiasi decisione alla fine della guerra è stata ufficializzata con il decreto luocariche più alte dello stato. gotenenziale numero 151 del 25 giugno 1944, in base al quale si stabiliva che, terminato il conflitto, LA NASCITA DELLA REPUBBLICA ITALIANA sarebbe stata indetta una consultazione per scegliere Fino al 1946 l'Italia era una monarchia costituzio- la forma dello stato ed eleggere un'assemblea costituente. Il 31 gennaio 1945 il Consiglio dei ministri nale, r egolata dallo Statuto Alber tino. Il 2 e il 3 giugno 1946 si è tenuto il referendum istituzionale ha poi emanato un decreto che riconosceva il diritindetto a suffragio universale e tutti gli italiani, com- to di voto alle donne. Il 16 mar zo 1946 il pr incipe prese le donne che votavano per la prima volta, sono Umberto ha decretato ufficialmente di organizzare stati chiamati alle urne per scegliere la forma di go- un referendum per decidere la forma istituzionale dello stato. Un mese prima del referendum, Vittorio verno preferita: monarchia o repubblica. Emanuele III ha abdicato in favore di Umberto Con 12.718.641 voti contro 10.718.502 gli elettori II, sper ando così di poter attir ar e il consenso del hanno scelto la repubblica e la famiglia Savoia, fino popolo per far continuare la monarchia. ad allora al comando della monarchia, è stata esiliata. Il 2 giugno gli elettori hanno scelto anche i componenti dell'Assemblea Costituente, a cui è La sera del 10 giugno 1946 sono stati resi noti i stato affidato il compito di redigere la nuova costitu- risultati del referendum, ma la pr oclamazione della repubblica è stata rimandata al 18 giugno per zione. analizzare le varie proteste, relative soprattutto alla I votanti sono stati 24.947.187, l'89% degli aventi diritto al voto. La percentuale di voti favore- minima differenza di voti tra chi aveva scelto la revoli alla repubblica è stata del 54,3%, mentre quel- pubblica e chi aveva votato per la monarchia. il 18 giugno la Corte di Cassazione ha confermato la la dei voti favorevoli alla monarchia del 45,7%. vittoria della Repubblica. Ma l'Italia risultava divisa in due: al nord aveva vinto la repubblica con il 66,2% dei voti, mentre al sud le preferenze erano andate alla monarchia con il 63,8% dei voti. Eventi che hanno portato alla nascita della Repubblica Nel luglio del 1943 Vittorio Emanuele III aveva fatto arrestare Mussolini, affidan2


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Dal 1948 i dodici presidenti della Repubblica Enrico De Nicola. Eletto dall’Assemblea Costituente in seguito all’accordo raggiunto tra De Gasperi, Nenni e Togliatti. Dal 1946 al 1948 svolge la funzione di Capo provvisorio dello Stato. Poi, dal primo gennaio 1948, per circa 4 mesi, è a tutti gli effetti presidente della Repubblica sulla base delle disposizioni transitorie della nuova Costituzione repubblicana. 71 anni. Napoletano, liberale, conservatore, di idee giolittiane. Luigi Einaudi. Primo presidente nominato dal parlamento. Eletto al quarto scrutinio verso la metà di maggio nel 1948. 74 anni. Piemontese, senatore liberale, giurista e giornalista. Giovanni Gronchi. Eletto nel 1955 al quarto scrutinio con una vastissima maggioranza. 68 anni. Toscano, fu uno dei fondatori del Partito popolare e poi della Democrazia Cristiana. Antonio Segni. Eletto nel 1962 al nono scrutinio, grazie ai voti dei monarchici e dei missini. 71 anni. Sardo, democristiano, già presidente del Consiglio e ministro. Nell’estate 1964, un ictus improvviso lo costringe a rassegnare le dimissioni. Giuseppe Saragat. Eletto nel 1964 al ventunesimo scrutinio, su proposta delle sinistre e grazie ai voti di una parte della DC. 66 anni. Torinese, fondatore con Pietro Nenni del Partito socialista d’unità proletaria poi, dopo contrsti con lo stesso Nenni, fondò il Psd. Giovanni Leone. Eletto nel 1971 al ventitreesimo scrutigno, su proposta della Dc e grazie ai voti del Msi. 63 anni. Si dimise nel 1978 sei mesi prima della scadenza naturale. Napoletano, avvocato, parlamentare democristiano, senatore a vita, già presidente del Consiglio. Sandro Pertini. Eletto nel 1978 al sedicesimo scrutinio ma a grande maggioranza: 832 voti su 995. 82 anni. Ligure, socialista, partigiano e simbolo dell’antifascismo. Francesco Cossiga. Eletto nel 1985 al primo scrutinio. Il più giovane presidente, di soli 57 anni. Sardo, democristiano di ferro, già ministro e presidente del Consiglio. Oscar Luigi Scalfaro. Eletto nel 1992 al sedicesimo scrutinio. 74 anni. Novarese, magistrato, democristiano, già presidente della Camera. Carlo Azeglio Ciampi. Eletto nel 1999 al primo scrutinio. 79 anni. Livornese, economista, già governatore della Banca d’Italia, ministro e presidente del Consiglio. Giorgio Napolitano. Eletto nel 2006 al quarto scru-

tinio. 81 anni. Comunista, già presidente della Camera e ministro. Sergio Matarella. 12º Pr esidente della Repubblica Italiana dal 3 febbraio 2015 . IL SIMBOLO DELLA REPUBBLICA ITALIANA Il 5 maggio 1948 l'Italia repubblicana ha il suo emblema, al termine di un percorso creativo durato ventiquattro mesi, due pubblici concorsi e un totale di 800 bozzetti, presentati da circa 500 cittadini, fra artisti e dilettanti. L'emblema della Repubblica Italiana è car atter izzato da tr e elementi: la stella, la ruota dentata, i rami di ulivo e di quercia. Il ramo di ulivo simboleggia la volontà di pace della nazione, sia nel senso della concordia interna che della fratellanza internazionale. Il ramo di quercia che chiude a destr a l'emblema, incarna la forza e la dignità del popolo italiano. Entrambi, poi, sono espressione delle specie più tipiche del nostro patrimonio arboreo. La ruota dentata d'acciaio, simbolo dell'attività lavorativa, traduce il primo articolo della Carta Costituzionale: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". La stella è uno degli oggetti più antichi del nostr o patrimonio iconografico ed è sempre stata associata alla personificazione dell'Italia, sul cui capo essa splende raggiante. Così fu rappresentata nell'iconografia del Risorgimento e così comparve, fino al 1890, nel grande stemma del Regno unitario (il famoso stellone); la stella caratterizzò, poi, la prima onorificenza repubblicana della ricostruzione, la Stella della Solidarietà Italiana e ancora oggi indica l'appartenenza alle Forze Armate del nostro Paese.

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ra i documenti più importanti che descrivono il Prodigio c’è una memoria scritta da un certo Macchi nel 1730, in cui si racconta che il 14 agosto del 1730, alcuni ladri riuscirono ad entrare nella chiesa di San Francesco a Siena, e rubarono la pisside contenente 351 Particole consacrate. Dopo tre giorni, il 17 agosto, nella cassetta delle elemosine del Santuario di Santa Maria in Provenzano, in mezzo alla polvere, furono ritrovate le 351 Ostie intatte. Tutto il popolo accorse a festeggiare il ritrovamento delle sante Ostie, che furono subito riportate in solenne processione, nella chiesa di San Francesco. Il trascorrere degli anni non causò alcun segno di alterazione nelle Particole. Più volte, uomini illustri le esaminarono con ogni mezzo e le conclusioni furono sempre le stesse: «Le sacre Particole sono ancora fresche, intatte, fisicamente incorrotte, chimicamente pure e non presentano alcun principio di corruzione». Nel 1914, il Papa San Pio X autorizzò un esame a cui parteciparono numerosi professori di bromatologia, igiene, chimica e farmaceutica, fra cui vi era anche il noto Professore Siro Grimaldi. La conclusione finale del verbale che redassero diceva: «Le Sante Particole di Siena sono un classico esempio della perfetta conservazione di Particole di pane azzimo consacrate nell’anno 1730, e costituiscono un fenomeno singolare, palpitante di attualità che inverte le leggi naturali della conservazione della materia organica. […] È strano, è sorprendente, è anormale: le leggi della natura si sono invertite, il vetro è diventato sede di muffe, il pa-

Nella Basilica di San Francesco a Siena, si conservano intatte da 276 anni, 223 Ostie. L’Arcivescovo Tiberio ne azzimo è stato Borghese fece chiudere invece più refrattaper dieci anni in una scario del cristallo. […] tola di latta sigillata alcune ostie non consacrate. È un fatto unico La commissione scientificonsacrato negli ca preposta quando riaannali della scienprì la scatola vi trovò soza». Altre analisi fu- lo vermi e frammenti putrefatti. Il fatto è contro rono compiute nel ogni legge fisica e biologi1922, in occasione ca, lo stesso scienziato Enrico Medi così si del trasferimento delle Particole in un espresse al riguardo: «Questo intervento diretcilindro di puro cri- to di Dio, è il Miracolo […], compiuto e mantestallo di rocca, nel nuto tale miracolosamen1950 e nel 1951. Il te per secoli, a testimoPapa Giovanni Paolo niare la realtà permaII, nel cor- nente di Cristo nel Sacramento Eucaristico». so della visita pastorale effettuata alla città di Siena il 14 settembre 1980, così si espresse di fronte alle Ostie prodigiose: «È la Presenza!». Il Miracolo permanente delle Santissime Particole si custodisce nella cappella Piccolomini nei mesi estivi, e nella cappella Martinozzi nei mesi invernali. Numerose sono le iniziative che indicono i cittadini di Siena in onore delle Sante Ostie: l’omaggio delle Contrade, l’ossequio dei bambini della prima Comunione, la solenne processione nella festa del Corpus Domini, il Settenario Eucaristico di fine settembre, la giornata di adorazione eucaristica il 17 di ogni mese a ricordo del ritrovamento avvenuto il 17 agosto 1730 4


Adeste 20162016 - 5°/22 mio desiderio di seguire questo credo anche in orbita». D’accordo con un funzionario della Nasa, Hopkins per tutte le 24 settimane della missione ha persino ricevuto via e-mail l’omelia del suo parroco:«È stato essenziale per me. Camminar e nello spazio (cosa che Hopkins ha fatto due volte per sostituire un modulo pompa della stazione, ndr) è una cosa stressante. Sapere che Gesù era con me mentre uscivo dalla porta e mi lanciavo nel vuoto è stato molto importante».

Anche in orbita si può pregare. A dirlo l’astronauta cattolico Mike Hopkins che si è portato la comunione in missione spaziale, ma anche ebrei e musulmani che non rinunciano ai loro riti tradizionali nemmeno a borMa Hopkins non è il primo credente che si porta la do dello space shuttle.

fede nello spazio. Già nel 1994 Sid Gutierrez, Thomas Jones e Kevin Chilton celebrarono la messa su Forse sarà perché in cielo ci si sente più vicini a Dio, uno space shuttle in volo a 125 miglia sopra l’Oo forse è solo merito del panorama altrimenti inspie- ceano Pacifico. Nel 1968, invece, in piena er a da febbre spaziale, l’equipaggio dell’Apollo 8 in orbita gabile ma – comunque sia – portare il proprio credo fin nello spazio non è affatto una rarità. intorno alla luna lessero brani della Genesi in diretta A differenza di tempi passati infatti quando religio- tv e diventarono un’icona della corsa americana nelne e scienza sembravano aspetti tra loro inconcilia- lo spazio. Sette mesi dopo, Buzz Aldrin – dopo un bili, oggi sono tanti gli astronauti che pregano in atterraggio sulla luna – celebrò il rito della comunione grazie a un kit da viaggio proveniente dalla sua orbita senza far ne mister o. parrocchia. L’americano Mike Hopkins, per esempio, che dal settembre 2013 ha passato sei mesi in missione sul- Non fecero niente di tutto ciò Mike Good e Mike Massimino, entrambi astronauti in pensione e reduci la Stazione Spaziale Interda “brevi” voli su navicelle spanazionale, ha dichiar ato: ziali tra gli anni Novanta e il «Quando vedi la Terra da Duemila, che, però, prima del questo punto di vista privilelancio vollero confessarsi: «Tenti giato e osservi le bellezze di essere nella migliore condizionaturali, è difficile non penne possibile perché partire è molsare che c’è un potere più to pericoloso» dice sempre alla grande che ha fatto tutto CNS Massimino, cui fa eco ciò». Good. «Essere sulla rampa di lancio è come stare in trincea. Proprio per questo Hopkins, Non credo ci siano molti atei in di famiglia metodista trincea, come non credo ci siano ma convertitosi al cattolicesimo a 45 anni poco prima della partenza per lo spa- molti atei sulla rampa di lancio». zio, ha ritenuto indispensabile trovare un modo per non sospendere le proprie pratiche religiose anche a Non è un caso che tra i tre chili di bagaglio che sono concessi a ogni astronauta, spesso ci siano an400 chilometri dal pianeta Terra. che crocifissi, santini, icone e oggetti religiosi. Innanzitutto l’astronauta – grazie a una particolare Massimino, al suo primo volo, portò addirittura una bandiera del Vaticano che – una volta atterrato dispensa ottenuta dall’arcivescovo di Gavestonsulla Terra – regalò a papa Giovanni Paolo II. Houston – nel suo risicatissimo bagaglio spaziale ha infilato una pisside con sei ostie consacrate divise in quattro pezzi ciascuna, sufficienti per fare Nel 2011 anche papa Benedetto XVI ebbe il suo la comunione una volta a settimana per tutta la dura- contatto con lo spazio in una lunga telefonata all’equipaggio della Stazione Internazionale; mentre duta della missione. Poi, una volta a bordo della Starante la sua prossima missione nel maggio 2017 l’azione, si è persino scelto una cappella spaziale: un atrio a vetrate detto la «Cupola» che offre un pano- stronauta cattolico Mark Vande Hei vorrebbe rirama cosmico. Il rigido programma di lavoro degli chiedere una video-conferenza con papa Francesco. astronauti sull’ISS infatti prevede anche qualche ora di tempo libero, che permette di pregare o leggere la Bibbia. «I miei colleghi sapevano che avevo l’eucarestia con me. – ha detto alla Catholic News Service – Infatti ne ho dovuto parlare con i miei superiori russi. Sapevano esattamente cosa facevo, anche se non ho mai cercato di parlarne troppo o di pubblicizzare la cosa. Da parte loro, rispettavano la mia fede e il 5


Adeste 20162016 - 5°/22 E venne Colui che si prende cura

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esù prese a parlare di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. C'è tutto l'uomo in queste parole; il suo nome: creatura-che-habisogno, di Dio e di cure, di pane e di assoluto. C'è tutta la missione di Gesù: accogliere, dare speranza, guarire. C'è il nome di Dio: Colui-che-si-prende-cura. La prima riga di questo vangelo la sento come la prima riga della mia vita: sono io uno di quegli uomini, ho bisogno di cure, di qualcuno che si accorga di me e poi mi sospinga oltre. Ma il giorno declina, bisogna pensare alle cose pratiche, gli apostoli intervengono: mandali via perché possano andare a cercarsi da mangiare. Ma Gesù non ha mai mandato via nessuno. Il Signore non manda via perché lui per primo ha bisogno di comunione, con ogni dolore, con ogni peccato, ogni sorriso. Vive di comunione, vive donandosi. Gesù replica invece con un ordine che inverte la direzione del racconto: date loro voi stessi da mangiare. «Date»: un ordine che attraversa i secoli, che arriva fino a me, che echeggerà nel giorno del Giudizio: avevo fame e mi avete dato da mangiare... Dio che lega la nostra salvezza a un po' di pane donato, lega la sconfitta della storia al pane negato. Non abbiamo che cinque pani e due pesci... è poco, quasi niente. Ma la sorpresa di quella sera è che poco pane condiviso tra tutti è sufficiente; che la fine della fame non consiste nel mangiare a sazietà, da solo, voracemente, il tuo pane, ma nel condividerlo, spartendo il poco che hai, due pesci, il bicchiere d'acqua fresca, olio e vino sulle ferite, un po' di tempo e un po' di cuore. Noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo donato. Sulle colonne dell'avere troveremo solo ciò che abbiamo dato ad altri. Dal pane al corpo. La festa del Corpo di Cristo, offerto come pane, dice che «né a noi né a Dio è bastata la Parola. Troppa fame ha l'uomo e Dio ha dovuto dare la sua carne e il suo sangue» (Divo Barsotti). «Ecco il mio corpo», ha detto Gesù, e non, come ci saremmo aspettati: «ecco la mia anima, il mio pensiero, la mia divinità, ecco il meglio di me», semplicemente, poveramente: «ecco il corpo». La cosa più vicina a noi, casa della fatica, volto modellato dalle lacrime e levigato dai sorrisi, sacramento di incontri, luogo dove è detto il cuore. Cristo dà il suo corpo, perché vuole che la nostra fede si appoggi non su delle idee, ma su di una Persona, assorbendone storia, sentimenti, piaghe, gioie, luce; dà, perché dare è la legge della vita, unica strada per una felicità che sia di tutti.

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"Quando in Romania dicevamo messa la notte" GENTE VENETA 34/2006 | Attualità Venerdi, 15 Settembre 2006 | Intervista

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PARTE 2.a

urante il giorno era un operaio che lavorava duro «praticamente come uno schiavo» - in una cava di pietra. Di notte era il sacerdote che portava l'Eucaristia nelle case, di nascosto, nei villaggi di campagna.

*PPQRS TSUVWXP L’ordinazione sacerdotale in una cantina. Chi non venne imprigionato fu costretto a vivere la propria fede nella clandestinità, a rinunciare - se sacerdote - a professare il proprio ministero. S.B. Muresan fu uno di questi: nel 1948 aveva 17 anni e il seminario grecoIl Cardinale Lucian Muresan , cattolico era chiuso, ma sentiva dentro di sé la vocazione. Fu arcivescovo maggiore della Chiesa accettato nel seminario romano solo nel 1954, dal vescovo Greco-cattolica in latino appena ritornato dal carcere. Era al quarto anno quando comunione con Roma, racconta i per ordine del Dipartimento dei culti fu costretto a lasciare il tempi della repressione seminario e la città, in quanto greco-cattolico. Fu ordinato sacerdote nel 1964, l'anno in cui i vescovi e tutti gli altri carcomunista. cerati furono liberati su pressione dell'Occidente. L'ordinazione avvenne in una cantina. Da quel momento Lucian Muresan, operaio (e poi impiegato) durante il giorno, clandestinamente era un sacerdote. La messa a notte fonda, dopo ore di confessioni. «Andavamo a celebrare la messa nei villaggi. Ogni volta in un posto diverso, perché eravamo seguiti dalla polizia. Si entrava in una casa del villaggio e qui, di nascosto, si riuniva tutta la gente. Iniziavamo con le confessioni, di solito eravamo due o tre sacerdoti. Si andava avanti a confessare per ore, si arrivava a confessare anche 500 persone in una notte. Intanto gli altri fedeli recitavano il rosario. Finite le confessioni, intorno alle 4 del mattino, iniziava la messa». Dur ante il gior no, invece, sempr e sor vegliato, Lucian Mur esan lavor ava come operaio in una cava di pietra. Lo ha fatto per 19 anni: «Lavoravo anche 12 ore al giorno, ero sorvegliato. Praticamente ero come uno schiavo». Il martirio, un dono e un dovere di testimonianza. Il martirio di quegli anni viene vissuto oggi dai greco-cattolici «come un dono». Non vogliono che esso appaia come motivo di vanto o di rivendicazione nei confronti dei fratelli ortodossi (con i quali i rapporti sono oggi discreti), ma avvertono il dovere della testimonianza. Soprattutto perché la fede oggi non si affievolisca, mentre la Romania si avvicina pian piano all'Occidente. «Come nei primi secoli sono stati scritti gli Atti dei primi martiri, così afferma S.B. Muresan - noi raccontiamo ciò che abbiamo vissuto, con semplicità e serenità. Desideriamo che questo messaggio di martirio arrivi, soprattutto ai più giovani, perché ritrovino lì le loro radici». Il ricordo di allora, spiega infatti Cattedrale Greco Cattolica di Blaj, l'arcivescovo, «è vissuto diversamente a sePatriarchia greco-cattolica conda delle età. Gli adulti e i più anziani ricordano con pietà quegli anni difficili. I più giovani ricordano quelle notti così particolari nelle quali venivano catechizzati. Nonostante fossero educati nelle scuole comuniste, in loro la catechesi in clandestinità ha fatto crescere una fede viva». La fede di oggi, passati quegli anni così tragici ma anche così intensi, forse sta subendo una lieve flessione: «E' forte ancora, ma non come allora. Però vediamo con piacere che ai giovani è stata trasmessa una fede con grande responsabilità da parte dei genitori. I ragazzi sono consapevoli di essere Icona miracolosa greco-cattolici e lo vivono apertamente. Siavenerata a Blaj mo una minoranza in Romania, ma motivata, con una fede viva. Il rapporto con gli ortodossi - aggiunge S.B. Muresan - è tutto sommato buono. Ci sono molte famiglie miste che vivono questo senza problema». 7


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Il Monastero Cistercense di CartaCartaAlbota (Sibiu)

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località ed il Monastero Carta sono situati a 43 km da Sibiu sulla strada verso Brasov. Qui si possono visitare le rovine di un monastero cistercense, uno dei più vecchi e importanti monumenti in stile gotico della Transilvania. I Cistercensi erano un ordine monastico originario di Francia e diffusosi in molti paesi. Il Monastero cistercense di Carta nella zona di Fagaras, attualmente chiesa evangelica della comunità locale tedesca, è situato sulla riva sinistra del fiume Olt, tra i municipi di Sibiu e Fagaras e nelle immediate vicinanze delle localitò di Carta e Cartisoara. Il monastero fu fondato negli anni 12051206 dal re Andrea II d'Ungheria , e chiuso il 27 febbraio 1474 dal Re Mattia Corvino. L' Abbazia cistercense di Carta ha avuto un ruolo importante nella vita politica , economica e culturale della Transilvania medievale ed anche per l'introduzione e la diffusione dell'arte gotica nei Carpazi. Le parti in pietra del monastero furono poste tra il 1220 ela fie 1230. La costruzione del monastero fu eseguita in due momenti principali intercalati dalla grande invasione tartara del 1241 CIJK LM LNOPLO

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Il rischioso mestiere del prete

27 Giugno

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asta guardare le statistiche per rendersi conto che, almeno alle nostre latitudini, oggi quella del prete è una vocazione. Non ci sono altre ragioni che spingono un giovane a entrare in seminario se non quella che generalmente viene detta “chiamata di Dio”. Non ci sono ragioni né di ordine economico né di prestigio sociale o personale, né di carriera: tutto questo può avvenire ma succede dopo, quando si diventa giocoforza più disillusi. Ma da giovani non è così. Si fanno le cose con slancio e entusiasmo. Anche il prete.

Giornata della santificazione sacerdotale impulso a una Chiesa innovatrice, bensì sono formidabili truppe per una Restaurazione fuori tempo massimo. Il rapporto con la Chiesa gerarchica non è un problema solo per i fedeli laici ma per gli stessi sacerdoti che lavorano “in cura d’anime”: si evince facilmente, soprattutto dal non detto degli intervistati, la fatica della relazione con i superiori. Un fatto sempre accaduto, ma che si acuisce visti i numeri molto bassi di nuovi preti. Da qui il timore di essere riconosciuti quando si raccontano anonimamente le proprie perplessità, il desiderio di occuparsi di aspetti più importanti delle diatribe di Curia, la difficoltà di coltivare lo spirito critico.

Ci troviamo di fronte a una scelta dettata esclusivamente dalla fede. Occorre evidenziare però che, a differenza di un tempo, c’è una maggiore varietà di opzioni e una notevole libertà di scelta per chi voglia vivere la propria fede in maniera più radicale: ci sono monaci, laici consacrati, appartenenti a movimenti ecclesiali, coppie con molti figli, single al servizio dei poveri, affiliati a qualche comunità. Insomma, ci sono Eppure chi compie questa scelta dimostra un grande molti modi per essere bravi cristiani. coraggio, come è per chiunque decide di seguire, noDiventare sacerdote è tutto un altro discorso. Il celi- nostante tutto, i propri ideali. bato, la solitudine, la fatica di una vocazione che Piergiorgio Cattani (2010/QT Questo Trentino) spesso fa rima con professione cioè con la burocratica appartenenza alla COME E’ DIFFICILE Chiesa, vista più come società di servizi che come comunità di fedeli, diventa ACCONTENTARE TUTTI! una scelta rischiosa appannaggio di Se predica per più di dieci minuti: "Non finisce mai!" pochi. Se fa una predica breve: "Ha solo improvvisato qualcosa" Il prete come funzionario, come buro- Se parla della contemplazione di Dio: "Sta delirando!" crate, come esperto del sacro. Senza Se abborda problemi terreni: "Si sta immischiando in politica!" però avere nessun tipo di autorità, se Se tratta temi sociali: "È di sinistra!" non su anziani. Questo è il timore più Se tratta temi morali: "È di destra!" grande anche per i credenti, come te- Se rimane nella parrocchia: "Non s'impegna con la realtà!" stimonia quel personaggio di Pirandello Se esce: "Non lo si trova mai in parrocchia!" che aveva lasciato la tonaca proprio Se si lascia i capelli lunghi: "'Sti preti rivoluzionari!" per non perdere la fede. Questa paura Se li mantiene corti: "Quanto è antiquato!" riecheggia nelle parole dei preti intervi- Se battezza e sposa tutti quanti: "Spreca i sacramenti!" stati. Se chiede un minimo di preparazione: "Fa il difficile!" Inoltre i giovani sacerdoti si trovano di Se non organizza incontri o pellegrinaggi: fronte a un quadro religioso in perenne "In questa parrocchia non succede mai nulla!" mutazione e a spinte contraddittorie e Se lo fa: "È un iperattivo incorreggibile!" centrifughe. Perché mai è necessario il Se fa riparazioni nella Chiesa: "Butta via i soldi!" celibato se preti di rito greco cattolico Se non li fa: "Ha lasciato rovinare tutto!" (che sono in tutto e per tutto uguali ai Se crea un Consiglio parrocchiale: "Si lascia dominare da chiunque!" cattolici romani) vengono dall’Europa Se non lo fa: "È un individualista!" dell’est con la moglie e magari i figli per guidare le sempre più numerose par- Se è bello: "Che spreco!" rocchie popolate da ucraini, moldavi e Se non lo è: "Non ha trovato nessuna da sposare!" rumeni? Perché diventare preti se i lai- Se pratica sport: "È un vanitoso!" ci avranno sempre più spazio nella vita Se non lo fa: "Dovrebbe rimettersi in forma!" Se è amabile con la gente: "Ha problemi affettivi!" della Chiesa? Se è riservato: "È un represso!" Esistono però anche tentativi centripeti Se è giovane: "Non ha esperienza!" volti a ridare al prete un’aura sacrale, Se è vecchio: "Dovrebbe andare in pensione!" un’autorità perduta e uno status cleri- Ma se dovesse andarsene o morire: cale ben definito. Le vocazioni provenienti dal sud del mondo non danno Era davvero insostituibile!"

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Adeste 20162016 - 5°/22 LITURGIA EUCARISTICA LETTURE:Gen 14,18-20 Sal 109 1Cor 11,23-26 Lc 9,11-17 C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Prima di partecipare al banchetto imbandito da Cristo, che si dona a noi come cibo che nutre per la vita eterna, chiediamo al Signore il perdono dei nostri peccati. (Breve pausa di riflessione)

disse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici». E [Abramo] diede a lui la decima di tutto. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

R. Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore. Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». R/. Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici! R/. A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splenC. Signore, che ci vuoi commen- dori; dal seno dell’aurora, come sali al banchetto di comunione con rugiada, io ti ho generato. R/. te, abbi pietà di noi. Il Signore ha giurato e non si A. Signore, pietà. pente: «Tu sei sacerdote per semC. Cristo, che ci hai amati fino a dare la vita per noi, abbi pietà di noi. pre al modo di Melchìsedek». R/. A. Cristo, pietà. C. Signore, che ti fai dono offrendoti a noi come cibo e come bevanda, abbi pietà di noi. A. Signore, pietà.

C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. C. Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre...

A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal Libro della Genesi In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e bene-

Seconda Lettura Dalla lettera di S.Paolo ai Corinti Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Parola di Dio.

A.

Rendiamo grazie a Dio SEQUENZA [Sion, loda il Salvatore,

la tua guida, il tuo pastore con inni e cantici. Impegna tutto il tuo fervore: egli supera ogni lode, non vi è canto che sia degno. Pane vivo, che dà vita: questo è tema del tuo canto, oggetto della lode. Veramente fu donato agli apostoli riuniti in fraterna e sacra cena. Lode piena e risonante, gioia nobile e serena sgorghi oggi dallo spirito. Questa è la festa solenne nella quale celebriamo la prima sacra cena. È il banchetto del nuovo Re, nuova Pasqua, nuova legge; e l'antico è giunto a termine. Cede al nuovo il rito antico, la realtà disperde l'ombra: luce, non più tenebra. Cristo lascia in sua memoria ciò che ha fatto nella cena:

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noi lo rinnoviamo. Obbedienti al suo comando, consacriamo il pane e il vino, ostia di salvezza. È certezza a noi cristiani: si trasforma il pane in carne, si fa sangue il vino. Tu non vedi, non comprendi, ma la fede ti conferma, oltre la natura. È un segno ciò che appare: nasconde nel mistero realtà sublimi. Mangi carne, bevi sangue; ma rimane Cristo intero in ciascuna specie. Chi ne mangia non lo spezza, né separa, né divide: intatto lo riceve. Siano uno, siano mille, ugualmente lo ricevono: mai è consumato. Vanno i buoni, vanno gli empi; ma diversa ne è la sorte: vita o morte provoca. Vita ai buoni, morte agli empi: nella stessa comunione ben diverso è l’esito! Quando spezzi il sacramento non temere, ma ricorda: Cristo è tanto in ogni parte, quanto nell’intero. È diviso solo il segno non si tocca la sostanza; nulla è diminuito della sua persona.] Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev’essere gettato. Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte, nell'agnello della Pasqua, nella manna data ai padri. Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi.

R.

Canto al Vangelo Alleluia,Alleluia

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

.Alleluia VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Luca A. Gloria a te o Signore. In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro


Adeste 20162016 - 5°/22 da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. Parola del Signore.

per la malattia e per la guerra. Guarisci la nostra freddezza e rendici solidali con tutti, preghiamo. Concedi a tutti noi di essere perseveranti nell’ascolto della tua Parola e di essere pane spezzato e donato per coloro che incontriamo sul nostro cammino, preghiamo. Dona a chi crede in te di compiere la tua volontà e di essere fedeli discepoli per giungere un giorno a partecipare al banchetto eterno del cielo, preghiamo. C. Signore Gesù, tu non cessi di nutrirci nel cammino della vita e sempre effondi su di noi il tuo Spirito di santità. Aiutaci a percorrere vie di comunione e rendi credibile la nostra testimonianza nel donare la vita A. Lode a te o Cristo per i nostri fratelli. Tu che vivi e reOMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipo- gni nei secoli dei secoli.

tente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Inseriti in Cristo, anche la nostra esistenza può diventare un continuo rendimento di grazie al Padre, nello Spirito. Fatti voce della lode che sale da tutto il creato, ringraziamo il Signore Gesù per aver voluto stare con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Preghiamo insieme e diciamo: Gesù, fonte della vita, ascoltaci. Rendi la tua Chiesa pellegrina nel mondo un segno di benedizione e di comunione per tutti i popoli, preghiamo. Dona a tutti i credenti di partecipare con animo rinnovato al banchetto pasquale: possano sperimentare la vera libertà dall’egoismo e dal peccato, preghiamo. Ascolta il grido di tanti fratelli che muoiono per la fame, per la sete,

A.

Amen. LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Concedi benigno alla tua Chiesa, o Padre, i doni dell'unità e della pace, misticamente significati nelle offerte che ti presentiamo. Per Cristo nostro Signore.

A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. È’ cosa buona e giusta. C È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente e misericordioso, per Cristo nostro Signore. Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacrificio perenne; a te per primo si offrì vittima di salvezza, e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria. Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa. Per questo mistero del tuo amore, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo, Santo, Santo . DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta.

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DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C Donaci, Signore, di godere pienamente della tua vita divina nel convito eterno, che ci hai fatto pregustare in questo sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


Adeste 20162016 - 5°/22

JOHNNY WEISSMULLER VONO VL MOTSLNO: WLIZKV[ 2 WL\WMI 1904 (112 OMML ]O) VONO JIUNK: ZKMKUV[ 20 WKMMOLI 1984 (32 OMML ]O) •

Johnny Weissmuller: ÂŤCome può un tizio arrampicarsi sugli alberi, dire "Io Tarzan, tu Jane" e guadagnare milioni? Il pubblico perdona il mio modo di recitare perchĂŠ sa che sono stato un atleta. Sanno che non sono un impostore.Âť Nato a Freidorf (allora nell'Impero austro-ungarico, oggi nei pressi di TimiČ™oara, in Romania) e morto ad Acapulco (Messico) nel 1984, è stato un nuotatore e attore statunitense. Negli anni Venti è stato tra i migliori nuotatori, stabilendo ben 67 record mondiali e vincendo 5 ori olimpici (Parigi 1924 e Amsterdam 1928) e 52 titoli statunitensi. Ma la sua fama arriva nel terzo millennio per aver interpretato al cinema, con notevole successo, a partire dal 1932, il personaggio di Tarzan, l'uomo della giungla. I SANTI DELLA SETTIMANA

29 D

Corpus Domini

30 L

s. Giovanna D’Arco

31 M

Visitazione BV Maria

01 M

s. Giustino

02 G

Festa della Repubblica I.

03

s. Cuore di GesĂš.

04 S

s. Francesco Caracciolo

*°* C7 8: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatiiâ€? din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00

B : Preasfantul Mantuitor

(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ *°* fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober A7: I 7+ : Domenica ore 11:00 nella Chieto70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 in diretta su www.telestartv.ro *°* Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. *°* T+<+ = : Chiesa Sfanta Fecioara Maria RegiI +: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Mail:parohiafabric@googlemail.com *°* Alelembo73@gmail.com

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