Adeste 23 domenica 05 giugno 2016c

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Adeste 20162016 - 5°/23 portanti per l' eco-sistema dei territori più selvaggi (perlopiù in Africa ed Asia): rinoceronti, gorilla, tigri, leoni ed elefanti, ricercati per il pregiato avorio delle loro zanne e che L'Angola sta cercando di difendere e ripopolare. Il problema legato all'estinzione però, non riguarda ome ogni anno, il 5 giugno si ce- solo le savane o le giungle tropicali; oltre alla lebra in tutto il mondo la Gior- caccia, infatti, anche inquinamento e riduzione nata Mondiale dell'Ambiente, degli habitat stanno causando l'estinzione di molun'evento internazionale che te specie che vivono a stretto contatto con gli esunisce i vari Paesi della Terra nel naturale seri umani, come le farfalle.

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sforzo di preservare l'ecosistema . AMBIENTE: PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE PROTEGGERLO

La Giornata Mondiale dell’Ambiente è stata istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1972, a memor ia della Conferenza di Stoccolma sull'Ambiente Umano nel corso della quale prese forma il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (conosciuto con la sigla inglese UNEP, United Nations Environment Programme). L'UNEP è un organismo internazionale che si è prefissa l'obiettivo di promuovere una seria tutela ambientale e l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, attraverso la sovvenzione di ricerche, iniziative a protezioni animali e piante, e progetti “verdi” che uniscano la produttività al rispetto per la Natura (Es: riduzioni di inquinamento nelle fabbriche e uso di materiali riciclabili). In occasione della celebrazione del 5 giugno, gli organizzatori indicano ogni volta un tema principale e un Paese “icona” dove tenere i principali eventi: quest'anno toccherà all'Angola, paese africano fortemente colpito dalla caccia illegale di animali in via d'estinzione e par ticolarmente coinvolto nel tema del 2016, “Go for Wild”, che appunto focalizza l'attenzione sul rispetto della biodiversità e la tutela delle specie (animali e vegetali) maggiormente in pericolo. Il Bracconaggio, o “caccia di frodo”, è infatti una pericolosa pratica illegale chesta portando verso la scomparsa alcune tra le specie più im-

L’uomo fa parte di un sistema complesso, fatto di risorse e di equilibri che devono essere garantiti e salvaguardati affinché l’uomo stesso possa soprav‐ vivere. Proteggere questo equilibrio è una respon‐ sabilità di ciascuno di noi. Tutelare l'ambiente è importante perché le risorse ambientali come l’aria, l’acqua, le specie vegetali e le specie animali sono limitate e l'uomo, inevitabil‐ mente, le consuma, con effetti talvolta distruttivi. La protezione dell’ambiente è una questione che riguarda il benessere e lo sviluppo dei popoli: non si tratta solo di un’incombenza urgente ma di un do‐ vere di tutti gli uomini e di tutti i Paesi. E’ necessario quindi che, ciascuno impari a calibrare le proprie azioni considerando tutte le possibili con‐ seguenze che possono ricadere sull’ambiente in cui vive. Ignoranza o indifferenza possono infatti causare danni enormi e irreversibili. Al contrario, na conoscenza approfondita ma decisamente alla portata di tutti, è sufficiente ad ottenere per noi stessi e per le generazioni future una vita migliore e un ambiente con una maggiore sintonia fra necessi‐ tà e progresso. Proteggere, tuttavia, non significa solamente con‐ servare uno status quo ma soprattutto adoperarsi attivamente per creare le migliori condizioni di vita possibili.

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Come tutelare l’ambiente. La società Parliamo con i nostri amici e conoscenti, raccontiamogli di quanto è importante svolgere un’efficace raccolta differenziata. Sensibilizziamoli a non abbandonare i rifiuti per strada e diamo il buon esempio. Come tutelare l’ambiente. In casa Evitiamo le dispersioni di energia: è necessario isolare quanto più possibile gli edifici, con particolare riguardo a infissi e coperture che sono i punti più critici. • Sostituiamo caldaie e condizionatori inefficienti con apparecchi nuovi ed effettuiamo periodicamente una buona manutenzione. •

Evitiamo di surriscaldare appartamenti e uffici per poi starsene in camicia.

Sfruttiamo adeguatamente gli elettrodomestici per quella che è la loro reale capacità di carico.

Abbassiamo di un grado il termostato d’inverno e alziamo di un grado il condizionatore d’estate.

Mettiamo i doppi vetri alle finestre.

Scegliamo la doccia al bagno.

Montiamo sui rubinetti i riduttori di flusso.

Non lasciamo mai in stand-by la televisione e gli altri elettrodomestici.

Chiudiamo l’acqua mentre ci insaponiamo o ci laviamo i denti.

Differenziamo sempre la spazzatura: vetro, carta, plastica, alluminio e umido vanno sempre separati.

Non lasciamo mai sotto carica il cellulare o il notebook più del dovuto.

Sostituiamo subito le lampadine a incandescenza con quelle a fluorescenza.

• Quando compriamo un elettrodomestico assicuriamoci che sia di classe energetica A. Come tutelare l’ambiente. In auto Diminuiamo la guida troppo brillante riducendo la velocità massima: è consigliabile non superare mai i 2.000 giri al motore. Applicare uno stile di guida ecologico ci consente di avere sensibili risparmi sulla spesa del carburante. La strategia è semplice, appena si arriva ai 2.000 giri (visibile sul desk, nel riquadro accanto al contachilometri) bisognerà inserire una marcia superiore. Spesso sono riposti nel portabagaglio degli oggetti non necessari. Per esempio, le catene per la neve durante i mesi estivi. Ogni 20 kg di oggetti inutili aumenta in media dello 0,5% il consumo di carburante. Montiamo pneumatici a basso coefficiente di attrito. Al momento di acquistare un’auto nuova prestiamo molta attenzione alla quantità di emissioni di CO2. Magari optare per un’auto elettrica oppure ibrida. E nel campo della moda? A causa della moda, dei saldi, della voglia di cambiare, ogni anno un milione di tonnellate di vestiti seminuovi vengono buttati. Per ogni chilo di cotone vergine si producono 33 chili di anidride carbonica, quantità che sale molto per i tessuti sintetici: gli abiti usati possono far risparmiare tonnellate di gas serra. Si può investire in qualità in difesa dell’ambiente: molte aziende investono ormai sui tessuti ecologici, basta informarsi. Come tutelare l’ambiente. Gli alimenti Si calcola che in Italia lo spreco di alimenti costi 560 euro a famiglia. Buttare il cibo soprattutto quello di origine animale come carne e latte, è un ecocrimine con fortissime ripercussioni sull’ambiente. Solo il latte sprecato in un anno nel nostro paese costa 40 mila tonnellate di gas serra, l’equivalente prodotto da 10 mila automobili. Ne consegue anche una complessa gestione dei rifiuti. Siamo pronti a dare una svolta ecologica alla nostra vita?

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Il Signore della compassione

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na donna, una bara, un corteo. Sono gli ingredienti di base del racconto di Nain che mette in scena la normalità della tragedia in cui si recita il dolore più grande del mondo. Quel buco nero che inghiotte la vita di una madre, di un padre privati di ciò che è più importante della loro stessa vita. Quel freddo improvviso e spaventoso che ti stringe la gola e sai che d'ora in poi niente sarà più come prima. Quella donna era vedova, aveva solo quel figlio, che per lei era tutto. Due vite precipitate dentro una sola bara. Quante storie così anche oggi, quante famiglie dove la morte è di casa. Perché questo accanirsi, questa dismisura del male su spalle fragili? Il Vangelo non dà risposte, mostra solo Gesù che piange insieme alla donna, e sono due madri che piangono, sono due vedove. Gesù non sfiora il dolore, penetra dentro il suo abisso insieme a lei. Entra in città da forestiero e si rivela prossimo: chi è il prossimo? Gli avevano chiesto. Chi si avvicina al dolore altrui, se lo carica sulle spalle, cerca di consolarlo, alleviarlo, guarirlo se possibile. Il Vangelo dice che Gesù fu preso da grande compassione per lei. La prima risposta del Signore è di provare dolore per il dolore della donna. Vede il pianto e si commuove, non prosegue ma si ferma, e dice dolcemente: donna, non piangere. Ma non si accontenta di asciugare lacrime. Gesù consola liberando. Si avvicina a una persona che, forse, in cuor suo sta maledicendo Dio: «Perché a me, perché a me? Cosa ho fatto?» Nessun segnale ci dice che quella donna fosse credente più fervida di altri. Nessuno. Ciò che fa breccia nel cuore di Gesù, il Signore amante della vita, è il suo dolore. Quella donna non prega, ma Dio ascolta il suo gemito, la supplica universale e senza parole di chi non sa più pregare o non ha fede, e si fa vicino, vicino come una madre al suo bambino. Si accosta alla bara, la tocca, parla: Ragazzo dico a te, alzati. Levati, alzati in piedi, sorgi, il verbo usato per la risurrezione. E lo restituì alla madre, restituisce il ragazzo all'abbraccio, all'amore, agli affetti che soli ci rendono vivi, alle relazioni d'amore nelle quali soltanto troviamo la vita. E tutti glorificavano Dio dicendo: è sorto un profeta grande! Gesù profetizza Dio, il Dio della compassione, che cammina per tutte le Nain del mondo, che si avvicina a chi piange, ne ascolta il gemito. Che piange con noi quando il dolore sembra sfondare il cuore. E ci convoca a operare «miracoli», non quello di trasformare una bara in una culla, come lui a Nain, ma il miracolo di stare accanto a chi soffre, lasciandosi ferire da ogni gemito, dal divino sentimento della compassione.

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Adeste 20162016 - 5°/23 Dice Papa Francesco riguardo alla Politica “Fare politica è im-

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portante” e “si può diventare santo facendo politica”: significa “portare la croce di tanti fallimenti e anche portare la croce di tanti peccati. Perché nel mondo – sottolinea il Papa - è difficile fare il bene in mezzo alla società senza sporcarsi un poco le mani o il cuore; ma per questo vai a chiedere perdono, chiedi perdono e continua a farlo. Ma che questo non ti scoraggi” a “lottare per una società più giusta e solidale”. “Se il Signore ti chiama a quella vocazione” – è stata la sua esortazione “fai politica. Ti farà soffrire, forse ti farà peccare, ma il Signore è con te. Chiedi perdono e vai avanti. Ma non lasciamo che questa cultura dello scarto ci scarti tutti! Scarta anche il creato, perché il creato ogni giorno viene distrutto di più. Non dimenticare quella parola del beato Paolo VI: la politica è una delle forme più alte della carità”.

el comune di Sinteu ( Jd. Bihor) il primar ovvero il sindaco è un prete cattolico. Si tratta del prete Albert Augustin che conduce la comunità da 16 anni. Nel 1998, quando il vescovo cattolico lo inviò nel piccolo paese per svolgere il ministero sacerdotale, non si immaginava minimamente che sarebbe stato coinvolto in questioni amministrative della comunità. Dopo due anni di permanenza a Sinteu, ha visto che nessuno faceva niente per la gente e che il paese versava in un grave stato di abbandono. Con coraggio, previa autorizzazione del suo vescovo, decise allora di candidarsi alla carica di sindaco. Fu così che nel 2000 vincendo lo scetticismo della gente e conquistando comunque la loro fiducia, venne eletto senza alcun clamore di campagna elettorale. Fu eletto dal 60% degli elettori i quali ad ogni fine mandato gli hanno poi rinnovato la fiducia incondizionata. La domenica, le feste principali nonché tutti i giorni della settimana svolge il suo ministero di prete e parroco senza defezione alcuna mentre al di fuori di questo impegno, veste l’abito di sindaco e conduce la vita pubblica del paese ormai con provata maestria. Interrogato riguardo a questa duplice funzione, risponde: " E una combinazione molto difficile, non è facile, non pensi che sia facile essere sindaco in una comunità povera come questa”. Il sindaco in questi 16 anni ha rinnovato il municipio, la chiesa, le scuole e l’asilo. Ha attratto investitori stranieri che hanno aperto una fattoria di bisonti nella zona ed ha convinto una industria italiana ad aprire uno stabilimento di apparecchiature per il riscaldamento ambientale. Quando è divenuto sindaco in paese non esisteva un metro di asfalto e la viabilità cittadina era stile Far West americano. Dato che i pozzi artesiani della zona si stanno prosciugando, ha messo in progetto anche la costruzione di un serbatoio per lo stoccaggio dell’acqua con distribuzione a tutto il paese.

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TRE BAMBINI

uando fu assunto come reda ore in una importante rivista nazionale, gli sembrò di toccare il cielo con un dito. Telefonò a mamma, papĂ e naturalmente alla dolce Monica alla quale disse semplicemente: “Ho avuto il posto! Possiamo sposarci!â€?. Vennero le nozze e negli anni vennero tre vispi bimbetti: Matteo, Marta e Lorenzo. Sei anni durò la felicitĂ , poi la rivista fu costretta a chiudere. Il giovane papĂ si impegnò a trovare un altro posto come redattore in un giornale locale. Ma anche quel giornale durò poco. Questa volta la ricerca fu affannosa. La giovane mamma e i tre bambini guardavano il volto del papĂ , giorno dopo giorno sempre piĂš rabbuiato. Una sera durante la cena, l’uomo si sfogò amareggiato: “E’ tutto inutile! Nel mio settore non c’è piĂš niente da fare:tutti riducono il personale, licenzianoâ€?. Monica cercava di rincuorarlo, gli parlava dei suoi sogni, delle sue indubbie capacitĂ , di speranza. Il giorno dopo, il papĂ si alzò dopo che i bambini erano giĂ usciti per la scuola. Con il suo peso sul cuore, prese una tazza di caffè e si avvicinò alla scrivania dove di solito lavorava. Lo sguardo gli cadde sul cestino della carta. Alcuni grossi cocci di ceramica rosa attirarono la sua attenzione. Si accorse che erano i pezzi dei tre porcellini rosa che i bambini usavano come salvadanaio. E sul suo tavolo c’era una manciata di monetine, tanti centesimi e qualche euro e anche alcuni bottoni dorati e sotto il mucchietto di monete un foglio di carta sul quale una mano infantile aveva scritto: “Caro papĂ , noi crediamo in te! Matteo, Marta e Lorenzoâ€?. Gli occhi si inumidirono, i brutti pensieri si cancellarono, il coraggio si infiammò. Il giovane papĂ strinse i pugni e promise: “ La vostra fede non sarĂ delusa!â€?. Oggi, sulla scrivania di uno dei piĂš importanti editori d’Europa c’è un quadretto con la cornice d’argento. L’editore la mostra con orgoglio dicendo: “Questo è il segreto della mia forza!â€?. E’ solo un foglio di carta con una scritta incerta e un po’ sbiadita: “Caro papĂ , noi crediamo in te!â€?

NON TI VEDO, PAPA’! I

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n una casa isolata, nella notte scoppia, improvviso, un incendio. Tutti scendono in fretta, uscendo all'aperto, in un prato. Al bagliore delle fiamme, guardandosi attorno, si accorgono che manca il piÚ piccolo, un bambino di 5 anni. Nell'allarme generale anche lui era sceso con gli altri, ma arrivato, ultimo, al fondo delle scale, di fronte alla porta avvolta ormai dalle fiamme, preso dal panico, era risalito. Eccolo apparire alla finestra del secondo piano, tutto spaventato e singhiozzante. Suo padre lo vede e gli grida: Buttati giÚ!. Lui riconosce la voce di suo padre, ma non lo vede: c'è troppo fumo e le fiamme paurose. Non ti vedo papà . E lui: Ti vedo io e basta. Buttati giÚ!. Il bambino obbedisce e le braccia di suo padre lo accolgono.

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Il principe Carlo d’Inghilerra “ è di casa” in Romania

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Principe Carlo, ha comprato proprietà in piccoli centri della Transilvania, in villaggi, modeste case rurali, alcune di loro costruite oltre 200 anni fa. Le ha ristrutturate conservando intatta la struttura originale, utilizzando solo materiali compatibili con l’epoca e niente cemento. Una di queste proprietà si trova in un villaggio sassone chiamato Viscri, a meno di un’ora Sighisoara (la città natale del principe Vlad III). Il posto, insieme ad altri insediamenti sassoni, è stato inserito, nel 1999 nel patrimonio Unesco. Il principe ritorna ogni anno, gli abitanti sono abituati a vederlo passeggiare per le viuzze del villaggio impegnato in lunghe camminate nella secolare foresta di querce che si trova lì vicino. Di lui di narra che sia una persona semplice, umile e socievole, innamorata da tutto quello che riguarda la cultura e le tradizioni ancora genuine. Adora i gruppi folcloristici della zona e non perde occasione per lasciarsi coinvolgere in dei balli popolari, insieme ai contadini.

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opo che si lascia alle spalle Padurea Bogatii, la grande foresta a nord di Brasov, la statale ondeggia tra le colline verso la città medioevale di Sighisoara, per scendere poi verso Sibiu, la capitale del barocco transilvano. Nel triangolo disegnato da queste tre antiche città murate, si stende un mondo germanico fatto di piccoli villaggi. Ovunque tra le colline spuntano i campanili delle chiese fortificate dei sassoni, testimoni di un passato ormai dimenticato. Queste chiese-fortezza hanno salvato la vita dei transilvani nei tempi bui delle invasioni dei mongoli e dei turchi. Adesso sono diventate la prova tangibile di una Transilvania multietnica, che ha perso una parte della sua anima con la partenza dei sassoni dopo otto secoli di presenza constante su queste terre. Quello che non sono riusciti a fare i turchi in secoli di invasione, è riuscito a fare il regime comunista in mezzo secolo. I tedeschi della Transilvania sono ormai un ricordo. Ma ogni anno, i loro eredi tornano a ridare vita alle loro chiese e per curare le tombe dei loro cari. Lungo la statale, un indicatore appena visibile segna la direzione verso Viscri, un paese che sicuramente non dice nulla al turista straniero, ma a volte nemmeno ai romeni. La strada diventa bianca e polverosa appena lasci la statale, non promettendo nulla di buono. Andando piano lungo la striscia di ghiaia rumorosa, ti allontani sempre di più dalla civiltà segnata solo dai pali della luce, persprofondare in pieno Settecento. Un’ ultima salita, poi si intravede in lontananza il paese dominato dalla grande chiesa fortificata. I suoi muri bianchi contrastano con le torri coperte in legno nero, segno distintivo dell’architettura contadina sassone. Lungo la strada principale del paese le anatre e le oche fanno da padrone, camminando lentamente verso il piccolo ruscello, attente a non disturbare il tempo che si è fermato tre secoli fa. Un paio di case ristrutturate, nel rispetto dei segni del tempo passato, sono l’unico segno della presenza discreta del principe Carlo d’Inghilterra, che da anni ha scelto di passare le sue ferie in mezzo a questi uomini semplici, lontano dai fasti di Buckingham Palace. Sulla piccola collina in mezzo al paese, fra le corone ricche dei tigli e alberi di frutta, si alza l’antica chiesa fortificata. All’ ingresso, incurante del passare del tempo, si trova seduta la vecchia custode della chiesa evangelica. Mentre aspetta i turisti che si avventurano fin qui, la signora, una dei pochi sassoni superstiti, lavora la maglia in lana grezza. Ti riceve con un sorriso malinconico, consapevole che queste mura vivranno fin quando ci sarà qualcuno a raccontare la loro storia. Sono storie di amore, di odio, di guerra e di pace . Sono racconti di un tempo passato a cui lei appartiene e che non avrà più molta pazienza. 7


Adeste 20162016 - 5°/23 Nasce ad Algeri nel 1972, da madre francese e padre algerino, ma presto si trasferisce a Parigi. Qui vive nella periferia parigina dove conosce la vita dei ragazzi di strada, pur non condividendola. A diciassette anni ottiene successo come foto‐modello, ma il suo sogno è fare il clown. Dopo essersi diplomato alla scuola di arti circensi di Annie Fratellini, nel 1992 si reca in Romania dove lavora per l'associazione "Handicap International" come animatore in ospedali, orfanotrofi e centri per disabili. A Bucarest organizza spettacoli per le strade e le piazze della città e crea la Fundatia PARADA, una fondazione dedica‐ ta al recupero dei bambini e dei ragazzi che vivono nei sotterranei della città. Miloud par‐ la correntemente francese, arabo, italiano e romeno.

Miloud Oukili “ Il clown che salva i bambini” ( Antonio Granata 12 giugno 2015 Odysseo)

1992.

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ra una sera come tutte le altre nella stazione di Bucarest, buia, fredda, tutt’attorno un’atmosfera sinistra, quando a Miloud Oukili, dopo un interminabile viaggio in treno da Parigi, accadde qualcosa che cambiò inevitabilmente la vita. Clown di strada di origine franco-algerina, si stava recando in Romania come volontario per “Handicap International”, un’associazione che lavorava sul territorio lottando per affrontare quotidianamente terribili situazioni umanitarie. Un incontro, lì nella stazione, poche battute lo sconvolsero irrimediabilmente: una ragazza, giovanissima, forse fra gli undici e i tredici anni, con un piccolo sacchetto di colla da sniffare fra le mani, gli si avvicinò chiedendogli poche monete in cambio di prestazioni sessuali. Egli rimase freddato, turbato da quella terribile richiesta. Ebbene, di ragazzini come lei la Romania – tanto quella dei primi anni Novanta che quella di oggi – ne è purtroppo piena. Vengono chiamati boskettari, si tratta di piccoli fanciulli, tra i quattro e i sedici anni che, in fuga da orfanotrofi o da terribili situazioni familiari, vivono nella povertà più crudele e indicibile. Essi – spesso manipolati da adulti che speculano sulle loro misere esistenze – per vivere scelgono di intraprendere strade come la prostituzione, il furto e l’illegalità. Non hanno casa né famiglia e per ripararsi dalle gelo delle notti rumene vivono ammucchiati nelle fogne e nei sotterranei della città, dove il grado di igiene è decisamente sotto lo zero e il livello di dignità umana forse è ancora più basso. Sniffano in continuazione vernice o colla, altamente tossiche; le ragazze, invece, sono spesso obbligate ad abortire, a causa dei numerosi rapporti concessi a pagamento non protetti. Di fronte a quella ragazzina Miloud capì che doveva fare qualcosa, che doveva in qualche modo intervenire. Scelse di seguirla nelle fogne, la sua casa e quella di tanti altri come lei, per trascorrere una notte

con quei relitti umani e provare ad essere come loro, a vivere, almeno per una notte come loro. Pian piano, passo dopo passo, con il suo nasone rosso da clown e le sue palline da giocoliere esperto, Miloud riuscì a conquistarli. Non fu facile entrare nel cuore di quei ragazzi, diffidenti anche di una persona che li guardava sorridendo. Per quei poveri Cristi, abituati ai ceffoni della vita di ogni giorno, fu spiazzante quella pallina rossa di plastica sul naso di quell’uomo, l’assurdità dei suoi gesti e delle sue parole, la meraviglia dei suoi numeri di clownerie. Oukili insegnò loro il rispetto. Non solo quello reciproco, ma anche e soprattutto a quello verso se stessi, aiutandoli e stimolandoli a guardarsi come degli esseri umani e non come miserabili accattoni. Giocò con loro fingendo di stare in una grande casa immaginaria e, con i sui modi giocherelloni di fare, spiegò loro come ci si comporta a tavola, in bagno, sotto la doccia. Al posto di comprare egli stesso da mangiare per tutti, scelse di affidare a ciascuno qualche mone-

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Adeste 20162016 - 5°/23 ta, affinché entrassero da soli nel negozio e si comprassero autonomamente il cibo. In seguito li aiutò a liberarsi dalla colla. Riuscì ad entrare nel loro cuore, diventando per loro quello che nessuno mai lo era stato: un amico. Le difficoltà per Miloud non furono poche. Dovette far fronte alle minacce e alle false accuse di pedofilia da parte di quegli uomini che, avendo sempre speculato su di loro, non vollero che ai piccoli fosse insegnato il significato delle parole ‘libertà’ e ‘rispetto’. Fu proprio in quel momento che nacque “Parada”. A poco a poco quello che sembrava un progetto quasi utopico per togliere i bimbi dalla strada e dalla fogna diventò sempre più reale e concreto: Oukilì decise di avviarli all’arte circense, istruendoli, ad esempio, a usare il monociclo, le clave da giocolieri e a realizzare la piramide umana. Nella notte di Natale del 1992, nella piazza di fronte all’Università di Bucarest, lo spettacolo di “Parada” andò per la prima volta in scena, riscuotendo un enorme successo che portò il gruppo a esibirsi in tutta Europa. Nel 1996 nacque ufficialmente la “Fundatia Parada”, che ha da allora realizzato molti progetti per togliere bambini dalle strade ed educarli, sia fornendo loro l’istruzione elementare sia offrendo tutte le opportunità per esprimere le proprie doti artistiche. Attualmente con la fondazione collaborano tantissimi operatori, in diverse zone del continente – in particolar modo, Francia e Italia -, fra cui alcuni ragazzi che da essa sono stati un giorno accolti. “Parada” col passare degli anni è sempre più grande, grazie, oltre che all’assiduo impegno degli operatori, anche ai contributi e ai fondi donateli dall’Unione Europea. È forte il messaggio che Miloud Oukilì con la sua storia ci ha lasciato: ogni vita ha un valore talmente inestimabile da superare i limiti dell’opportunismo, dello sfruttamento, dell’indifferenza, dell’adeguamento passivo alla situazione di divario fra fortunati e miserabili che la logica del mondo vuole far passare come normale. Non solo, ma se si offre a qualcuno la possibilità di esprimere se stesso e le proprie doti, se gli viene data fiducia, i frutti della fatica e del lavoro, oltre ad essere meravigliosi, portano gioia e gratificazione personale. L’uomo acquista consapevolezza di sé, scopre la propria identità. Miloud ancora oggi insegna ad essere partecipi della sorte dell’altro. A non rimanere chiusi nel nostro piccolo mondo fatato, dove l’altro che sta male fa pena, causa dispiacere e poi basta. Già Seneca, nel I sec. d.C., riflettendo sul valore della solidarietà, ave-

va fatto sua un’affermazione del commediografo latino Terenzio, che recita: “Sono un uomo e niente di ciò che è umano lo giudico a me estraneo”. Al di là di qualsiasi orientamento politico, ideologico o religioso. Quella di “Parada” è indiscutibilmente una storia straordinaria, testimonianza della possibilità di cambiare il mondo a partire anche da realtà piccole come una ventina di poveri bambini rumeni, per arrivare gradualmente a costruire qualcosa di grande. Anche noi, se ci guardassimo attentamente attorno, nel nostro piccolo potremmo fare qualcosa per rendere questo pianeta un posto migliore. Miloud ha ricevuto il 20 aprile 2007 la laurea honoris causa in pedagogia dall'università di Bologna insieme ad un altro “ naso rosso” Patch Adams, famoso per la clownterapia in ospedale a favore dei bambini

La sua storia è stata trasposta in film: PaPa-rara-da è un film del 2008 diretto da Marco Pontecorvo. La pellicola narra la vera storia dell'artista , interpretato da Jalil Lespert.

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Adeste 20162016 - 5°/23 LITURGIA EUCARISTICA LETTURE:1Re 17,17-24 Sal 29 Gal 1,11-19 Lc 7,11-17 C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Nel giorno in cui celebriamo la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, anche noi siamo chiamati a morire al peccato per risorgere a vita nuova. Riconosciamoci bisognosi della misericordia del Padre. (Breve pausa di riflessione) Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. O Dio, consolatore degli afflitti, tu illumini il mistero del dolore e della morte con la speranza che splende sul volto del Cristo; fa’ che nelle prove del nostro cammino restiamo intimamente uniti alla passione del tuo Figlio, perché si riveli in noi la potenza della sua risurrezione. Egli è Dio,

e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal Libro dei Re In quei giorni, il figlio della padrona di casa, la vedova di Sarepta di Sidòne si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elìa: «Che cosa c’è fra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?». Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni nel suo corpo». Il Signore ascoltò la voce di Elìa; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elìa prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elìa disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elìa: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R. Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato. Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. R/. Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia. R/. Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto! Hai mutato il mio lamento in danza, Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. R/. Seconda Lettura Dalla lettera di S.Paolo ai Galati Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di

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un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. Parola di Dio.

A.

Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo. Alleluia VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Luca A. Gloria a to Signore. In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da


Adeste 20162016 - 5°/23 Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Gesù, che ha avuto compassione della vedova di Nain, ci ricorda che non siamo creati per la morte ma per la risurrezione e la vita. Nella Preghiera dei fedeli diciamo al Padre la nostra fiducia di creature chiamate a un destino eterno, e la nostra volontà di vivere nella speranza. Preghiamo insieme e diciamo: Dio, vita e risurrezione nostra, ascoltaci. 1. Preghiamo per la santa Chiesa. Molti uomini sono portati a ritenere la vita limitata solo alla fase terrena, così contraddittoria e piena di ingiustizie. Perché la Chiesa perseveri nell'annunciare a tutti la speranza di un futuro nuovo, di una terra rinnovata, in cui ogni lacrima sarà asciugata, e Dio sarà tutto in tutti, preghiamo. 2. Per i nostri cari e i nostri amici, che hanno lasciato questo mondo. Gesù ce li addita - sia in terra che in cielo - tutti in comunione tra loro e con noi, in quanto membri tutti della grande famiglia di Dio. Perché i nostri defunti siano associati dal Padre nella vera vita alla risurrezione di Cristo, e siano cittadini a pieno titolo del regno dei cieli, preghiamo. 3. Per i vedovi e le vedove, per gli orfani, per tutti quelli che sentono il dolore del distacco nella morte di una persona cara. Perché il Padre celeste manifesti loro la sua tenerezza attraverso la parola confortante di Gesù, che ha promesso ai suoi amici la risurrezione e la vita eterna, preghia-

mo. 4. Per la nostra comunità Essa costituisce un angolo di mondo e di Chiesa, in cui noi viviamo nella fede, con lo sguardo rivolto a Dio nostro creatore e padre. Perché quanti ci incontrano possano leggere nella nostra esistenza cristiana la speranza nelle realtà future, e la sollecitudine nel prepararle, preghiamo. C. O Padre, Signore della gioia e della vita, il tuo figlio Gesù ci ha detto: «Chi vive e crede in me, non morirà in eterno». Confermaci in questa fede, e aprici alla speranza. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen. LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Quest'offerta del nostro servizio sacerdotale sia bene accetta al tuo nome, Signore, e accresca il nostro amore per te. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. È’ cosa buona e giusta. C È veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l'inno di benedizione e di lode Dio onnipotente ed eterno, Per Cristo Signore nostro. Mirabile è l'opera da lui compiuta nel mistero pasquale: egli ci ha fatti passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla gloria di proclamarci stirpe eletta, regale sacerdozio, gente santa, popolo di sua conquista, per annunziare al mondo la tua potenza, o Padre, che dalle tenebre ci hai chiamati allo splendore della tua luce. Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori degli angeli, proclamiamo esultanti la tua lode: Santo, Santo, Santo . DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta.

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DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C Signore, la forza risanatrice del tuo Spirito, operante in questo sacramento, ci guarisca dal male che ci separa da te e ci guidi sulla via del bene. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


Adeste 20162016 - 5°/23

10 GIUGNO 1934

La

prima edizione del Campionato mondiale di calcio si è disputata nel luglio del 1930 in Uruguay. Hanno vinto i padroni di casa e l'Italia non è tra le 13 nazioni partecipanti. Quattro anni dopo, dal 27 maggio al 10 giugno, il secondo Mondiale si è giocato in Italia, con la presenza di 16 Nazionali, impegnate in 17 incontri. La competizione planetaria di uno sport, che ha iniziato a diffondersi e a radicarsi nell'immaginario collettivo, si è svolta per la prima volta nel Vecchio continente. Sono nati numerosi club, sono partiti i campionati. Anche il Governo di Mussolini ha scommesso molto sulla manifestazione a fini propagandistici, politici e per rinsaldare l'unità nazionale. Nulla a che vedere, ovviamente, con l'attenzione politica, sociale e mediatica della successiva edizione italiana, oggettivamente in un'altra era storica: il 1990. La prima esperienza degli Azzurri non poteva essere migliore. Nella finale di Roma, la squadra allenata da Vittorio Pozzo (con Meazza, Ferraris, Orsi, Monzeglio), ha battuto per 2 a 1 la Cecoslovacchia, con reti di Orsi all'80° e di Schiavio nei supplementari, laureandosi "Campione del Mondo". La Nazionale del "Regno d'Italia" si confermerà al vertice del calcio mondiale anche nella successiva edizione del 1938 in Francia. I SANTI DELLA SETTIMANA

05 D

s. Bonifacio

06 L

s. Norberto

07 M

s. Antonio M. Gianelli

08 M

s. Medardo v.

09 G

s. Efrem diacono

10

s. Marcella

11 S

s. Barnaba

*°* C7 8: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatiiâ€? din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00

B : Preasfantul Mantuitor

(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ *°* fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober A7: I 7+ : Domenica ore 11:00 nella Chieto70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 in diretta su www.telestartv.ro *°* Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. *°* T+<+ = : Chiesa Sfanta Fecioara Maria RegiI +: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Mail:parohiafabric@googlemail.com *°* Alelembo73@gmail.com

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