A Iaşi, il Papa incontra lo sguardo gioioso di una donna anziana col nipotino e invita i giovani a non dimenticare le radici: la fede non si trasmette solo con le parole, ma con gesti, sguardi, carezze come quelle delle nostre madri,
delle nostre nonne Sergio Centofanti - Città del Vaticano
nonna sorridente alza il nipotino per mostrarlo con gioia al Papa che passa tra la folla, perché lo benedica: è un’immagine che, senza parole, sintetizza il messaggio di Francesco durante l’incontro con i giovani e le famiglie ieri a Iaşi, in Romania. Il Papa lo sottolinea al termine del suo discorso con un’aggiunta a braccio: Sto finendo, mi manca un paragrafo, ma non voglio tralasciare di dire un’esperienza che ho avuto mentre entravo in piazza. C’era un’anziana, abbastanza anziana, nonna. Nelle braccia aveva il nipote, più o meno di due mesi, non di più. Quando sono passato me lo ha fatto vedere. Sorrideva, e sorrideva con un sorriso di complicità, come dicendomi: “Guardi, adesso io posso sognare!”. Sul momento mi sono emozionato e non ho avuto il coraggio di andare e portarla qui davanti. Per questo lo racconto. I nonni sognano quando i nipoti vanno avanti, e i nipoti hanno coraggio quando prendono le radici dai nonni. Poco prima aveva detto che “la fede non si trasmette solo con le parole, ma con gesti, sguardi, carezze come quelle delle nostre madri, delle nostre nonne; con il sapore delle cose che abbiamo imparato in casa, in maniera semplice e genuina”. E aveva lanciato questa esortazione ai giovani: Quando cresci, non ti dimenticare di tua madre e di tua nonna e di quella fede semplice ma robusta che le caratterizzava e che dava loro forza e costanza per andare avanti e non farsi cadere le braccia. È un invito a ringraziare e riabilitare la genero-
sità, il coraggio, il disinteresse di una fede ‘fatta in casa’, che passa inosservata ma che costruisce a poco a poco il Regno di Dio. In queste parole c’è anche l’esperienza personale di Papa Francesco con nonna Rosa, una donna di fede, semplice e forte, proveniente da una povera famiglia contadina piemontese che per sfuggire alla miseria emigra in Argentina. Il Papa nella Veglia di Pentecoste del 2013 confessa di aver ricevuto il primo annuncio cristiano proprio dalla nonna: Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia in cui la fede si viveva in modo semplice e concreto; ma è stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede. Era una donna che ci spiegava, ci parlava di Gesù, ci insegnava il Catechismo. Ricordo sempre che il Venerdì Santo ci portava, la sera, alla processione delle candele, e alla fine di questa processione arrivava il “Cristo giacente”, e la nonna ci faceva – a noi bambini – inginocchiare e ci diceva: “Guardate, è morto, ma domani risuscita”. Ho ricevuto il primo annuncio cristiano proprio da questa donna, da mia nonna! E’ bellissimo, questo! Il primo annuncio in casa, con la famiglia! E questo mi fa pensare all’amore di tante mamme e di tante nonne nella trasmissione della fede. Sono loro che trasmettono la fede. Questo avveniva anche nei primi tempi, perché san Paolo diceva a Timoteo: “Io ricordo la fede della tua mamma e della tua nonna” (cfr 2Tm 1,5). Tutte le mamme che sono qui, tutte le nonne, pensate a questo! Trasmettere la fede. Perché Dio ci mette accanto delle persone che aiutano il nostro cammino di fede. Noi non troviamo la fede nell’astratto; no! E’ sempre una persona che predica, che ci dice chi è Gesù, che ci trasmette la fede, ci dà il primo annuncio. E così è stata la prima esperienza di fede che ho avuto.
da come è stata vissuta, l’attesa, è stata per molti un evento. Questo è stato evidente da come il messaggio che il Papa ha mandato al popolo romeno è diventato, da dopo poche ore, motivo di dialogo tra i passeggeri dell’autobus, o dei negozi. Il Papa atterra in perfetto orario e dall’aeroporto e si reca in corteo al palazzo presidenziale, lungo il tragitto, i marciapiedi delle strade, soprattutto del centro, si riempiono di persone silenziose e curiose di vederlo. Dai grandi schermi posti nelle strade, in alcune piazze, all’esterno della Cattedrale, e dalle televisioni, tutti possono seguire il Papa nei suoi incontri e soprattutto ascoltare ciò che dice. Dopo la visita al Presidente e il suo bellissimo intervento pubblico ai “politici”, incontra il Patriarca e i membri del sinodo permanente della chiesa ortodossa e insieme vanno alla nuova cattedrale ortodossa, dove Papa Francesco viene accolto sia da ortodossi da che cattolici e anche in questo contesto il Papa si rivolge ai presenti. Uscendo sale sulla famosa “papa-mobile” e inizia il vero contatto con il “pubblico” situato ai margini delle strade e in alcune piazze adibite per accogliere i pellegrini. Il Papa arriva in Cattedrale, scende e tutti cercano il suo sguardo, vogliono essere visti, si sbracciano per attirare l’attenzione. Rimango stupita dal fatto che vedo intorno a
me gente (la maggior parte ortodossa) che grida “viva il papa”, “viva papa Francesco”. Vedo gente entusiasta, che grida, che sventola cappelli o fazzoletti e questa è una cosa assolutamente non usuale per il popolo romeno che è abbastanza riservato è meno abituato a esternare in modo plateale la propria soddisfazione. Non riesco a sentire tutto quello che il Papa dice, ma rimango colpita da alcune frasi tra cui, “...Abbiamo bisogno, Padre, di allargare gli orizzonti, per non restringere nei nostri limiti la tua misericordia.... (discorso del Padre nostro nella Nuova Cattedrale Ortodossa). Inizia la messa. E pian piano, il silenzio prende il posto della confusione. Tutti partecipano e rispondono alla liturgia attenti a quello che il Papa fa e dice. Terminata la Messa il Papa esce dalla Cattedrale e inizia un applauso lunghissimo e intenso. Mi giro intorno e nessuno mi sembra estraneo, ma unito a me dalla grande Presenza di Gesù cui il Papa rimanda. Torno a casa grata e con uno strano desiderio di annunciare a tutti Gesù. La mattina il Papa parte per il santuario di Sumuleu Ciuc, località situata vicino alla città di Miercurea Ciuc, li celebra la Messa sulla collina retrostante il santuario in un bellissimo anfiteatro naturale attorniato dal bosco. I fedeli provengono soprattutto dalla zona chiamata Transilvania, ma anche dall’Ungheria. Al pomeriggio si reca a Iasi per incontrare anche i fedeli della regione Moldava e della vicina Repubblica Moldava, qui si vede un Papa raggiante incontrando intere famiglie, numerosi giovani e disabili. Appena possiamo seguiamo il Papa in Tv, e tutti rimaniamo colpiti dalla sua determinazione, coraggio e forza nel sopportare l’indubbia fatica che tutto ciò gli comporta. Il suo viaggio continua con la grande e significativa celebrazione della divina liturgia con la Beatificazone dei 7 vescovi greco–cattolici a Blaj
nella famosa Piana della Libertà. Questa piana ha un grande simbolismo storico in quanto, nel 1848, più di quarantamila persone, appartenenti alla rispettiva regione chiamata Transilvania, hanno platealmente affermato il desiderio di unirsi al resto della Romania. Dopo , nel pomeriggio prima di partire, Papa Francesco incontra la comunità Rom di Blaj una delle più antiche della Romania e alla quale si rivolge chiedendo perdono per quando, nel corso della storia, siano stati discriminati, maltrattati o guardati in maniera sbagliata.
Poi, parte per ritornare in Italia e le sue ultime parole sono state: Chiunque abbia avuto la possibilità di vedere e ascoltare, personalmente o tramite gli organi di informazione, non può non rendersi conto della grande portata storica della visita di Papa Francesco, avvenuta a vent’anni esatti da quella di Papa Giovanni Paolo II, anche perché per incontrare papa Francesco si sono mosse, e ci riferiamo solo ai cattolici, più di cinquecentomila fedeli, ma la sua visita, grazie alle trasmissioni in diretta fatta da molte televisioni e radio, ha avuto un impatto molto forte su tutto il popolo romeno, indipendentemente dall’appartenenza religiosa, compreso quello in diaspora. Moltissimi messaggi di stima ed apprezzamento sono stati mandati ai suddetti canali di informazione proprio da romeni che vivono all’estero, dando la netta impressione che la popolazione romena abbia colto la visita del Papa non tanto come la visita del “Pastore” che è venuto ad incontrare i propri fedeli, ma ad incontrare tutti i romeni. Rileggendo tutti i discorsi e gli interventi che il Papa ha fatto in Romania, rimango commossa dalla tenerezza che ha avuto per questo popolo e dalla grande intelligenza di giudizio. Ha valorizzato l’uomo nella sua totale interezza e nel suo immenso valore. Grazie Santita. Per noi adesso inizia un nuovo percorso, una piu grande responsabilità e un nuovo lavoro. ( Tina Savoi )
etti una sera, a cena fuori con gli amici per festeggiare un compleanno. Il ritrovo è davanti al ristorante. Due chiacchiere, aspettando i ritardatari. Si avvicina un ragazzo, con un mazzo di rose tra le mani. Di quelli che in genere ti asfissiano per pochi euro. Alcuni del gruppetto lo dribblano, e un po’ scherzando provano a suggerirgli di andare a cercare le coppiette in altre zone del centro. Susanna, quinto anno di Architettura a Milano, lo guarda in faccia. E si accorge che è giovanissimo. E ha un bel viso sorridente. «Quanti anni hai? Da dove vieni?», gli chiede la ragazza. Diciannovenne, del Bangladesh, a Milano ci è arrivato da Roma quindici giorni prima. Non parla bene l’italiano, e in più balbetta. «Ma perché fai questo lavoro? Non puoi cercarne uno che ti piaccia di più?». I due si mettono a parlare. Nel suo Paese era bagnino e barman, e in Italia nessuno lo prende perché non ha un diploma. «Ma perché non studi?». «Mi sa che costa», fa lui. «Ma no... Aspetta!». Susanna prende il cellulare e chiama un’amica che insegna in una scuola statale per chiederle quanto costa iscriversi. «Mandalo a Portofranco, dove lavoro io. E proviamo a capire cosa si può fare». È giovedì. L’appuntamento è per lunedì. «Senti, come ti chiami?». «Rubel», fa lui. «Allora, Rubel...». Susanna prende un biglietto del tram e gli scrive l’indirizzo del centro di aiuto allo studio, si scambiano i numeri di telefono. E si lasciano così. «A cena, me lo ero già dimenticato», dirà poi lei. A fine serata, Rubel “rispunta fuori”, mentre all’amica Checca, in auto, Susanna racconta la sua giornata, e di quel venditore di rose con cui si era fermata a parlare quando gli altri lo scansavano. «Ma Susy, non è normale! Guardarlo in quel modo...». Trattarlo da uomo. Volergli bene, in fondo. Non lo fa nessuno. «Ma come no?», pensa lei: «Gesù come trattava quelli che incontrava? Appassionandosi al loro destino, tanto che questi cambiavano vita». Che in fondo il cristianesimo, «l’essere presi da Gesù», non è per i buoni... È umano, rende più vero il guardare. «È Lui che accade. Perché io, quasi, neppure ne ho coscienza». Il lunedì Susanna trova una chiamata di Rubel sul cellulare. Presa da mille cose, non richiama. Ma gli viene in mente che era il giorno dell’appuntamento. «Ho chiamato mio zio, che fa il volontario là, chiedendo di aspettarlo». Ma poi la mente torna alle cose di tutti i giorni. E di giorni ne passano due. Susanna è in giro e incrocia un altro venditore di rose. «Rubel! Ma chissà se ci è andato...». Prende il telefono e lo chiama. «Ciao, ti ricordi? Allora? Come è andata?». Rubel è stato a Portofranco: «Grazie Susanna! A febbraio comincio le lezioni. Istituto professionale per cuochi». E fino a febbraio? E lui ridendo: «Vendo rose. E ombrelli, se piove».
saluto commosso quello dei vigili del fuoco a Ruben, il bellissimo Labrador Retriever biondo, in servizio al distaccamento di via Sardegna a Milano, scomparso ieri. “Amico fedele di tutti i pompieri e del vicinato”, Ruben era ormai una presenza fissa da 14 anni. Tanto è durato il suo “onorato servizio”, compagno di molte imprese, amato dai suoi 48 “papà”, tutti i pompieri del distaccamento, e dall’intero quartiere. Per anni si è goduto le carezze dei passanti e dei bambini della scuola vicina alla caserma, che andava a trovare di tanto in tanto, per farsi una bella ricarica di coccole.
Alla caserma di via Sardegna è arrivato quando aveva 6 mesi, affidato dalla sua padrona che non poteva più tenerlo, a un amico pompiere. Doveva essere di passaggio, restare giusto il tempo di trovargli un’altra sistemazione. Ma col suo “caratterino” e la sua dolcezza ha presto conquistato il cuore dei suoi tanti nuovi padroni. Una vera star, il più anziano dei cani-pompiere in servizio in Italia, giocherellone e goloso (si dice fosse un amante dell’orata al cartoccio), Ruben aveva anche la sua seguitissima pagina Facebook. “Ciao Cagnone”, con un cuoricino, sui social, lo salutano i vigili del fuoco milanesi, e non solo.
che alcuni di voi siete credenti, altri non tanto. Ai credenti chiedo: ‘pregate per l’Europa’. Ai non credenti dico: ‘esprimete il desiderio perché l’Europa torni ad essere il sogno dei padri fondatori’”. E’ con questo accorato appello che Papa Francesco ha chiuso la consueta conferenza stampa concesso ai giornalisti al seguito sul volo di ritorno. Un colloquio che si svolge proprio nella Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Per questo motivo il Pontefice vuole innanzitutto ricordare che i giornalisti dovrebbero “prima di tutto” essere “testimoni della comunicazione” in un mondo che invece punta a “fare contatti” piuttosto che a “comunicare”. Quindi seguono le domande e le relative risposte di cui riportiamo una ampia sintesi
Una giornalista romena chiede un messaggio per le famiglie che vanno all’estero per lavorare lasciando a casa i figli. Prima di tutto questo mi fa pensare all’amore per la famiglia. Staccarsi perché non manchi niente alla famiglia è un atto di amore. Sempre il distacco così è doloroso, perché se ne vanno non per fare turismo, ma per necessità. E questo tante è il risultato di una politica mondiale che incide su questo. Come lottare cercando di aprire fonti di lavoro, non è facile, non è facile nella situazione mondiale attuale delle finanze, dell’economia. Voi avete un livello di nascite impressionante - qui non si vede l’inverno demografico che vediamo nel resto d’Europa -, ma è un’ingiustizia non poter avere fonti di lavoro per tanti giovani. Per questo auguro che si risolva questa situazione che non dipende soltanto della Romania ma dell’ordine mondiale finanziario di questa società del consumismo, dell’avere di più, del guadagnare di più.
Un giornalista romeno chiede cosa voglia dire “Camminare insieme”, nel dialogo ecumenico, nei rapporti tra cattolici, tra le etnie, tra il mondo politico e la società civile. Vuol dire avere sempre la mano tesa, ed essere pronti all’ascolto dell’altro. Con l’ortodossia, voi avete un grande patriarca, un uomo di grande cuore che è un grande studioso conosce la mistica dei padri del deserto, la mistica spirituale, ma anche un uomo di preghiera. E’ facile avvicinarsi a Daniele. E’ facile perché Io sento come un fratello, e noi abbiamo parlato come fratelli. L’ecumenismo non è arrivare alla fine della partita, della discussione. L’ecumenismo si fa camminando insieme. Camminare insieme, questa è già l’unità dei cristiani, ma non aspettare così che i teologi si mettano d’accordo di fare l’eucarestia: l’eucarestia si fa tutti i giorni, con la preghiera, con la memoria del sangue dei nostri martiri, con le opere di carità e anche volendosi bene. Si può camminare insieme: unità, fratellanza, mano tesa, guardarsi bene, non sparlare degli altri. Difetti ne abbiamo tutti. Se camminiamo insieme i difetti lasciamoli da parte.
Un giornalista francese ricorda che nella cattedrale ortodossa la preghiera del Padre Nostro non è stata fatta insieme. E chiede: cosa ha pensato durante la recita del Padre Nostro in rumeno? Faccio una confidenza. Non sono rimasto in silenzio, ho pregato il Padre Nostro in italiano. Durante la recita del Padre Nostro ho visto la maggioranza della gente pregare sia in rumeno sia in latino. La gente va oltre di noi capi. Noi capi dobbiamo fare degli equilibri diplomatici per assicurare che andiamo insieme. Ci sono delle abitudini, delle regole diplomatiche che è buono custodire, perché le cose non si rovinino. Ma il popolo prega insieme, anche noi quando siamo da soli preghiamo insieme, questa è una testimonianza io ho esperienza di preghiera con tanti, tanti pastori, luterani, evangelici e anche ortodossi. Anche noi cattolici abbiamo gente chiusa, che non vuole, che dice no gli ortodossi perché sono scismatici… ma sono cose vecchie. Gli ortodossi sono cristiani. Ci sono dei gruppi cattolici un po’ integralisti. Dobbiamo pregare per loro, perché il Signore, lo Spirito Santo li ammorbidisca un po'. Ma io in cattedrale ho pregato tutte e due i Padre Nostro. Non ho guardato Daniele, ma credo che anche lui abbia pregato tutte e due le volte.
Una giornalista italiana, Manuela Tulli dell’Ansa, ricorda l’uso che ha fatto Matteo Salvini di simboli religiosi durante campagna elettorale europea E chiede cosa ne pensi, e se è vero che non vuole incontrare il vice premier. Incomincio dalla seconda: non ho sentito che nessuno del governo, eccetto il premier, abbia chiesto udienza, nessuno. È stata una bella udienza, con il premier, di un’ora o più, forse. Un uomo intelligente, un professore che sa di cosa parla. Confesso che non capisco la politica italiana, è vero devo studiarla… ma non capisco e dire un’opinione su gli atteggiamenti di una campagna elettorale, di uno dei partiti senza informazioni così sarebbe molto imprudente da mia parte. C’è nella politica di tanti paesi la malattia della corruzione, dappertutto. Non dite domani che il Papa ha detto che la politica italiana è corrotta. No, io ho detto che una delle malattie della politica dappertutto è scivolare sulla corruzione. Dobbiamo aiutare i politici ad essere onesti a non fare campagna con maniere disoneste, la calunnia, la diffamazione, gli scandali, e tante volte seminare odio e paura. Questo è terribile. Il politico, mai, mai, deve seminare odio e paura, soltanto speranza. Giusta, esigente, ma speranza, perché deve condurre il paese in avanti.
Una giornalista spagnola chiede: Benedetto XVI è ancora un nonno per lei? Di più, ogni volta che vado a visitarlo, lo sento così, gli prendo la mano e lo faccio parlare. Parla poco, parla adagio con la stessa profondità di sempre, perché il problema di Benedetto sono le ginocchia, non la testa. Ha una lucidità grande e io sentendo parlare lui divento forte, sento il succo delle radici che mi vengono e mi aiutano ad andare avanti, sento questa tradizione della Chiesa, che non è una cosa di museo. La tradizione è come le radici che ti danno il succo per crescere, e tu non diventerai come le radici, tu fiorirai, l’alberò crescerà e darà dei frutti e i semi saranno radici per gli altri. La tradizione della chiesa è sempre in movimento. In una intervista che ha fatto Andrea Monda sull’Osservatore Romano di alcuni giorni fa c’era una citazione che mi è piaciuta tanto. Il musicista Gustav Mahler, parlando delle tradizioni, diceva: la tradizione è la garanzia del futuro e non la custode delle ceneri. Non è un museo. La tradizione non custodisce le ceneri, la nostalgia degli integristi, tornare alle ceneri, no! La tradizione sono radici che garantiscono che l’albero cresca, fiorisca e dia frutto.
Ultima domanda, di un giornalista tedesco: cosa pensa dell’Europa minacciata da egoismo e isolamento? L’Europa deve interloquire. L’Europa non deve dire: ma siamo uniti, adesso a Bruxelles arrangiatevi voi. Tutti siamo responsabili dell’Unione Europea. E questa circolazione semestrale della presidenza non è un gesto di cortesia, come ballare il minuetto. No! ‘E’ un simbolo di responsabilità che tutti i paesi hanno sull’Europa. Se l’Europa non guarda bene le sfide future, l’Europa appassirà. Mi sono permesso di dire a Strasburgo che sento che l’Europa sta lasciando di essere la madre Europa, sta diventando la nonna Europa. Si è invecchiata, ha perso l’illusione di lavorare insieme. Forse di nascosto qualcuno si può fare la domanda, ma non sarà questa la fine di un’avventura di 70 anni? L’Europa ha bisogno di se stessa, della propria identità, della propria unità, di superare, con le tante cose che la buona politica offre, le divisioni e le frontiere. Stiamo vedendo delle frontiere in Europa, questo non fa bene. Almeno frontiere culturali, non fa bene…è vero che ogni paese ha la propria cultura e deve custodirla ma con la mistica del poliedro, cioè una globalizzazione dove si rispettano le culture di tutti. Ma per favore, l’Europa non si lasci vincere dal pessimismo o dalle ideologie. Perché l’Euoropa è attaccata, non con cannoni o bombe in questo momento, ma si con le ideologie, ideologie che non sono europee, che vengono da fuori o che nascono da dei gruppetti, che non sono grandi. Pensate anche voi all’Europa divisa e belligerante del ‘14 e del ‘32 e del ’33, fino al ‘39 quando è scoppiata la guerra. Ma non torniamo su questo, per favore, impariamo dalla storia, non cadiamo sullo stesso buco. Una ho detto che si dice che l’unico animale che cade due volte sullo stesso buco è l’uomo, l’asino mai…
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Lo Spirito, il misterioso cuore del mondo, radice di ogni femminilità che è nel cosmo (Davide M. Montagna), vento sugli abissi e respiro al primo Adamo, è descritto in questo vangelo attraverso tre azioni: rimarrà con voi per sempre, vi insegnerà ogni cosa, vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Tre verbi gravidi di bellissimi significati profetici: “rimanere, insegnare e ricordare”. Rimanere, perché lo Spirito è già dato, è già qui, ha riempito la “camera alta” di Gerusalemme e la dimora intima del cuore. Nessuno è solo, in nessuno dei giorni. Se anche me ne andassi lontano da lui, lui non se ne andrà mai. Se lo dimenticassi, lui non mi dimenticherà. È un vento che non ci spinge in chiesa, ma ci spinge a diventare chiesa, tempio dove sta tutto Gesù. Insegnare ogni cosa: nuove sillabe divine e parole mai dette ancora, aprire uno spazio di conquiste e di scoperte. Sarà la memoria accesa di ciò che è accaduto “’in quei giorni irripetibili” quando la carne umana è stata la tenda di Dio, e insieme sarà la tua genialità, per risposte libere e inedite, per oggi e per domani. Letteralmente “in-segnare” significa incidere un segno dentro, nell’intimità di ciascuno, e infatti con ali di fuoco/ ha inciso lo Spirito /come zolla il cuore (Davide M. Montagna). Ricordare: vuol dire riaccendere la memoria di quando passava e guariva la vita e diceva parole di cui non si vedeva il fondo; riportare al cuore gesti e parole di Gesù, perché siano caldi e fragranti, profumino come allora di passione e di libertà. Lo Spirito ci fa innamorare di un cristianesimo che sia visione, incantamento, fervore, poesia, perché “la fede senza stupore diventa grigia” (papa Francesco). Un dettaglio prezioso rivela una caratteristica di tutte e tre le azioni dello Spirito: rimarrà sempre con voi; insegnerà ogni cosa, ricorderà tutto. Sempre, ogni cosa, tutto, un sentore di pienezza, completezza, totalità, assoluto. Lo Spirito avvolge e penetra; nulla sfugge ai suoi raggi di fuoco, ne è riempita la terra (Sal 103), per sempre, per una azione che non cessa e non delude. E non esclude nessuno, non investe soltanto i profeti di un tempo, le gerarchie della Chiesa, o i grandi mistici pellegrini dell’assoluto. Incalza noi tutti, cercatori di tesori, cercatrici di perle, che ci sentiamo toccati al cuore dal fascino di Cristo e non finiamo mai di inseguirne le tracce. Che cos’è lo Spirito santo? È Dio in libertà. Che inventa, apre, fa cose che non t’aspetti. Che dà a Maria un figlio fuorilegge, a Elisabetta un figlio profeta. E a noi dona, per sempre, tutto ciò di cui abbiamo bisogno per diventare, come madri, dentro la vita donatori di vita. Padre Ermes Ronchi
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Foglietto preparato da Parrocchia Cattolica Italiana Virtuale Iasi
SALUTO
+Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen. C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE
C. Fratelli e sorelle, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati. (Breve pausa di riflessione) Signore, che ci doni il tuo Spirito per la remissione dei peccati, abbi pietà di noi. Signore, pietà. Cristo, che tutto sostieni con la potenza della tua Parola, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore, che doni lo Spirito di santità, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen.
GLORIA
Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.
Dagli Atti degli Apostoli Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
R. Manda il tuo Spirito, Signore, * a rinnovare la terra. Benedici il Signore, anima mia! Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Quante sono le tue opere, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature. R/ Togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. Mandi COLLETTA C. Preghiamo O Padre, che il tuo spirito, sono creati, e rinnovi nel mistero della Pentecoste santi- la faccia della terra. R/. fichi la tua Chiesa in ogni popolo e Sia per sempre la gloria del Signore; gioisca il Signore delle sue nazione, diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito San- opere. A lui sia gradito il mio canto e continua oggi, nella comunità to, io gioirò nel Signore. R/. Seconda Lettura dei credenti, i prodigi che hai opeDalla lettera di san Paolo apostolo ai rato agli inizi della predicazione del Vangelo. Per il nostro Signore Romani Gesù Cristo... A. Amen Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono (seduti) piacere a Dio. Voi però non siete LITURGIA DELLA PAROLA sotto il dominio della carne, ma Prima Lettura dello Spirito, dal momento che lo
Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SEQUENZA (in piedi) Vieni, Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, / vieni, datore dei doni, / vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto; / ospite dolce dell'anima, / dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, / nella calura, riparo, / nel pianto, conforto. O luce beatissima, / invadi nell'intimo / il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, / nulla è nell'uomo, / nulla senza colpa. Lava ciò che è sòrdido, / bagna ciò che è arido, / sana ciò che sànguina. Piega ciò che è rigido, / scalda ciò che è gelido, / drizza ciò ch'è sviato. Dona ai tuoi fedeli / che solo in te confidano / i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, / dona morte santa, / dona gioia eterna. (in piedi)
Canto al Vangelo
ALLELUIA Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore.ALLELUIA
VANGELO
C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo GIOVANNI A. Gloria a te o Signore In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».Parola del Signore A. Lode a te o Cristo OMELIA ( Seduti) CREDO in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
ci spinga a coinvolgerci interamente in ciò che facciamo ogni giorno, senza mai alienarci da noi stessi. Preghiamo. 3. Perché il nostro corpo sia sempre il tempio in cui dimora il tuo Spirito. Preghiamo. 4. Perché anche nell’imperfezione e nella miseria l’amore per te sia sempre una via sicura per essere liberi. Preghiamo. C. O Padre, ogni giorno il mondo è un posto ricco sia di segni di speranza sia di cose orribili da accogliere e migliorare. Fa’ che il tuo Spirito ci aiuti a vedere sempre i primi per crescere nella speranza, e a non scoraggiarci di fronte alle seconde per saperle correggere. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A Amen
LITURGIA EUCARISTICA
C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)
Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: A.
PADRE NOSTRO….
C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli
RITO DELLA PACE
C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. SULLE OFFERTE A. Amen C. Manda, o Padre, lo Spirito Santo C. La pace del Signore sia sempre promesso dal tuo Figlio, perché con voi. riveli pienamente ai nostri cuori il A. E con il tuo spirito. mistero di questo sacrificio, e ci C. Come figli del Dio della paapra alla conoscenza di tutta la ve- ce, scambiatevi un gesto di corità. Per Cristo nostro Signore. munione fraterna. A. Amen. A. Agnello di Dio, che togli i pec-
PREGHIERA EUCARISTICA
C. A. C. A. C.
Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio .A. E’ cosa buona e giusta C. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Oggi hai portato a compimento il mistero pasquale e su coloro che hai reso figli di adozione in Cristo tuo Figlio hai effuso lo Spirito SanPREGHIERA DEI FEDELI to, che agli albori della Chiesa naC. Il Signore ci ricorda il suo scente ha rivelato a tutti i popoli il annuncio ogni giorno con la voce mistero nascosto nei secoli, e ha dello Spirito. Tuttavia, ascoltare ed riunito i linguaggi della famiglia obbedire alla sua parola, vivendo- umana nella professione dell'unica la, rimane il frutto di una nostra li- fede. Per questo mistero, nella piebera scelta. nezza della gioia pasquale, l'umaPreghiamo insieme e diciamo: Si- nità esulta su tutta la terra e con gnore rendici voce dello Spirito. l'assemblea degli angeli e dei santi 1. Perché abbiamo sempre il cocanta l'inno della tua gloria: Santo, raggio di modificare il nostro lin(In ginocchio) guaggio per mantenere la sostanza CONSACRAZIONE del tuo messaggio. Preghiamo. C. Mistero della fede 2. Perché l’ascolto della tua parola
cati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.
C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.
DOPO LA COMUNIONE
C. Preghiamo O Dio, che hai dato alla tua Chiesa la comunione ai beni del cielo, custodisci in noi il tuo dono, perché in questo cibo spirituale che ci nutre per la vita eterna sia sempre operante in noi la potenza del tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore. A. Amen C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio