ADESTE NR. 28 Domenica 14 Luglio 2019

Page 1


-

-


-


nessuna luna nasconda al poeta l'astro che ama!» In un originalissimo libro di dialoghi con la luna, Hans Christian Andersen riassume, in questa invocazione accorata e perentoria, una parte fondamentale del rapporto dell'uomo con la luna. Che parla al nostro satellite dalla luce argentea fin dal primo giorno, anzi, dalla prima notte dell'umanità. Ma in silenzio. O attraverso la voce dei poeti, da sempre. In ogni civiltà e mitologia l'incontro tra l'uomo e la luna è momento magico di un mistero inavvicinabile se non dalla poesia. Leopardi che si rivolge a lei, prima nelle sue vesti di poeta poi in quelle di pastore errante dell'Asia, Romeo Montecchi, voce di Shakespeare, che la confronta con la sua Giulietta apparsa sul balcone nella dolce notte veronese… da sempre poeti e musicisti celebrano l'incanto dell'astro quieto e notturno. Ma cinquant'anni fa, in un memorabile giorno di luglio, l'uomo compiva un passo ulteriore, straordinario: due astronauti americani mettevano piede sulla Luna, davanti agli occhi di tutto il mondo incollati a uno spettacolo televisivo universale. Il sogno dei poeti era incarnato dagli scienziati. La Scienza, in quel giorno fatale, si rivelava sorella della Poesia. L'uomo non può fare a meno dell'una e dell'altra. Grazie alla ricomposizione di questa coppia siamo giunti sulla Luna. Potremo andare oltre, non solo in alto, ma nel profondo della terra e del cuore.


«

Ormai lo sappiamo da tempo: la Bibbia non è un libro di astronomia e non può essere usata per creare una mappa dell’universo, come avveniva in passato.

Eppure le Scritture possono essere ancora oggi una valida bussola per orientarsi davanti all'infinito dello spazio che circonda il nostro piccolo pianeta. È noto che secondo gli autori biblici la Terra sta al centro di tutto, anche se in realtà questa centralità è un modo concreto per far capire che l’uomo ha una responsabilità enorme nei confronti di tutto il creato. Ma chi ha scritto i libri biblici alzava spesso gli occhi al cielo e guardava con stupore alla luna, il più vicino di quelli che genericamente erano considerati come «astri», stelle. Molto spesso, infatti, la luna viene citata insieme alle stelle, come quando il libro del Deuteronomio ricorda che non ci si deve inginocchiare davanti ai corpi celesti, perché sono parte del Creato e non divinità da adorare. E i libri sapienziali come i Salmi o Siracide non di rado accostano la luna al sole, sottolineando che essi sono complementari: la nostra stella principale segna le giornate, le albe e i tramonti, mentre la luna segna lo scorrere dei mesi e quindi del calendario (che nell'antichità era basato proprio sui cicli lunari). Per la prima volta la luna, che viene citata poi altre 54 volte nella Bibbia, compare al capitolo 37 del libro della Genesi, quando Giuseppe, figlio di Giacobbe, racconta la padre di un sogno: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a lui. La luna rappresenta la madre di Giuseppe, il sole è il padre e le stelle gli undici fratelli. Dietro a questa interpretazione c’è l’idea che il satellite notturno è complementare al sole: come il sole illumina il giorno, la luna splende durante la notte. In questo modo essa ci ricorda che la creazione è sempre un dialogo a più voci, un tessuto prezioso in cui nulla è completo a sé ma tutto ha bisogno di vivere in relazione con la realtà circostante, proprio come il marito vive in relazione con la moglie. Ogni astro, ricorda anche san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi, è diverso dall'altro, ognuno risplende in modo diverso: ognuno di noi, insomma, è unico e irripetibile proprio come le stelle. Ma nessuno degli astri, per quanto bello e luminoso, nota ancora il profeta Baruc, è superiore a Dio. Ma tutti ci ricordano ogni giorno di dire grazie al creatore per la meraviglia che ci ha donato nel Creato».


-

-

-



Fuori dall’aula professori, Anna la vede in fondo al corridoio. La riconosce subito. È la mamma di Filippo, alunno di seconda, bocciato. I tabelloni sono usciti da pochi giorni. Che fare? Rientrare e aspettare qualche minuto per evitarla? Non ce ne è il tempo. Gli sguardi si incrociano. Le va incontro per salutarla e chiederle di Filippo. Ma la signora la precede: «Buongiorno. Professoressa, io e lei dobbiamo vederci». Anna deglutisce, il tono non è certo promettente. «Va bene. Però dopo gli esami di maturità. Prima per me è impossibile». «Certamente. Ho il suo cellulare. La contatto». Passano i giorni, Anna spera di non ricevere quella telefonata che invece, puntuale, a fine esami arriva. La invita a bere un caffé a casa sua. Lei si prepara all’incontro cercando di ricordare tutti i voti, le note, la discussione dello scrutinio finale... Una bocciatura è sempre una scelta pesante. Lei con Filippo le aveva tentate tutte, il classico «ragazzo intelligente che non si applica». Lo aveva invitato a Gs, a Portofranco. Niente da fare. Non era mai venuto. Si era sentita anche con la mamma, quando il ragazzo ne aveva combinata una delle sue e non aveva il coraggio di dirlo in famiglia. Suona il citofono. Anna è tesa. I saluti, il tempo di versare il caffé e poi la donna sbotta: «Senta professoressa, io con mio figlio sto perdendo la battaglia, perdo il mio tempo a raccomandargli le cose giuste, perdo i miei soldi a mandarlo a ripetizioni. Però ho una cosa molto chiara in testa: io non voglio perdere lei. Di più. Voglio per me lo sguardo con cui lei ha guardato mio figlio». Questo Anna proprio non se lo aspettava. Possibile che non sia «fallimento» l’ultima parola di quella storia? Ogni barriera è infranta. Un’ora vola via a parlare dei figli, dell’essere madri, della vita. Alla fine, si abbracciano. Sulla porta, la signora chiede: «Quando ci rivediamo?». «Cosa dici di un aperitivo uno dei prossimi giorni?». «Benissimo! A presto. Non ti mollo». Qualche giorno dopo, all’appuntamento Anna va con due amiche. Intorno a un tavolo parlano di tutto, fino a quando una chiede: «Ma perché hai cercato Anna?». «È l’unica che ha voluto bene a me e a mio figlio. Quando andavo ai colloqui con i professori, che mi prospettavano la bocciatura, uscivo che ero uno straccio. Poi andavo da lei a parlare ed era diverso. Lei mi ha tirato su. Mi ha persino dato il numero del suo cellulare. Non ha mai mollato la presa. Io ho visto qualcosa, che non so definire, ma che non ho mai visto». Si ferma e poi riprende: «Lo so che sembra assurdo, ma quasi mi viene da ringraziare per questa bocciatura. Altrimenti non ci saremmo mai conosciute». Durante le vacanze, si scambiano sms, si sentono. Anna la invita al Meeting. La risposta è immediata: «Volentieri. Abito a Rimini e non ci sono mai venuta». L’appuntamento è alle quattro. Un pomeriggio a vedere mostre, a incontrare gli amici di Anna. Verso sera, si siedono al bar. Anna chiede: «Stanca?». Lei sorride: «Un po’. Non importa. La cosa che mi preme dirti è che non voglio che questa “cosa” finisca». «Senti, c’è un luogo, la Scuola di comunità, dove con le mie amiche faccio le discussioni più vere, quelle che servono per vivere. Vuoi venire? Pensaci».


utti se la prendono con me perché sono piccolo e nero». Una frase indimenticabile quella che accompagnava negli spot di Carosello un piccolo pulcino, tutto nero, con un guscio d’uovo rotto per cappello. Comparso per la prima volta sullo schermo il 14 luglio del 1963, per reclamizzare un noto detersivo, Calimero era stato ideato dai fumettisti Nino e Toni Pagotto, in arte Pagot (veneziani, trasferiti a Milano), partendo dall’idea di un bambino piccolo e facile a sporcarsi (tra i loro protagonisti più noti, anche Joe Condor e il draghetto Grisù, ndr). Caduto nella fuliggine, si sporcava e veniva più riconosciuto dalla madre. Ma, dopo mille avventure, lavato e profumato grazie al detersivo della Mira Lanza, tornava a essere pulito (e contento) e veniva accolto di nuovo dalla famiglia. Insomma, una sorta di brutto anatroccolo. La storica voce che lo rese popolare era di Ignazio Colnaghi. Una curiosità? Il pulcino è stato battezzato con il nome di una chiesa, quella milanese di San Calimero, dove Toni Pagot si era sposato. La notorietà di Calimero rimase elevata per tutti gli anni Sessanta e almeno fino alla metà degli anni Settanta (divenne protagonista, poi, anche di un cartone animato a colori, doppiato in moltissime lingue), tanto da far entrare nel lessico collettivo sia il nome del personaggio, sia alcune frasi celebri come:


-

-

-

-

-

-

-

-

-


straordinaria intelligenza comunicativa di Gesù: svela il cuore profondo inventandosi una storia semplice, che tutti possono capire, i professori come i bambini! Le parabole sono racconti che provengono dalla viva voce di Gesù, è come ascoltare il mormorio della sorgente, il momento iniziale, fresco, sorgivo del vangelo. Rappresentano la punta più alta e geniale, la più rifinita del suo linguaggio, non l’eccezione. Per lui parlare in parabole era la norma (Mc 4,33-34). Insegnava non per concetti, ma per immagini e racconti, che liberano e non costringono. Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico. Una delle storie più belle al mondo. Un uomo scendeva, e guai se ci fosse un aggettivo: giudeo o samaritano, giusto o ingiusto, ricco o povero, può essere perfino un disonesto, un brigante anche lui: è l’uomo, ogni uomo! Non sappiamo il suo nome, ma sappiamo il suo dolore: ferito, colpito, terrore e sangue, faccia a terra, da solo non ce la fa. È l’uomo, è un oceano di uomini, di poveri derubati, umiliati, bombardati, naufraghi in mare, sacche di umanità insanguinata per ogni continente. Il mondo intero scende da Gerusalemme a Gerico, sempre. Il sacerdote e il levita, i primi che passano, hanno davanti un dilemma: trasgredire la legge dell’ama il prossimo, oppure quella del sii puro, evitando il contatto col sangue. Scelgono la cosa più comoda e più facile: non toccare, non intervenire, aggirare l’uomo, e… restare puri. Esternamente, almeno. Mentre dentro il cuore si ammala. Toccano le cose di Dio nel tempio, e non toccano la creatura di Dio sulla strada. La loro è solo religione di facciata e non fede che accende la vita e le mani. Il messaggio è forte: gesti e oggetti religiosi, riti e regole “sacri” possono oscurare la legge di Dio, fingere la fede che non c’è, e usarla a piacimento. Può succedere anche a me, se baratto l’anima del vangelo, il suo fuoco, con piccole norme o gesti furbi. Chi fa emergere l’anima profonda, è un eretico, uno straniero, un samaritano in viaggio: lo vide, ne ebbe compassione, gli si fece vicino. Sono termini di una carica infinita, bellissima, che grondano umanità. La compassione vale più delle regole cultuali o liturgiche (del sacerdote e del levita); più di quelle dottrinali (il samaritano è un eretico); surclassa le leggi etniche (è uno straniero); ignora le distinzioni moralistiche: soccorro chi se lo merita, gli altri no. La divina compassione è così: incondizionata, asimmetrica, unilaterale. Al centro del Vangelo, una parabola; al centro della parabola, un uomo. E il sogno di un mondo nuovo che distende le sue ali ai primi tre gesti del buon samaritano: lo vide, ebbe compassione, si fece vicino.


-

– -

-


Parrocchia Cattolica Italiana Virtuale Iasi

dell’amore hai posto il compendio e l’anima di tutta la legge, donaci un cuore attento e generoso verso Nel nome del le sofferenze e le miserie dei fraPadre e del Figlio telli, per essere simili a Cristo, e dello Spirito buon samaritano del mondo. Egli è Santo. Dio, e vive e regna con te, nell’uniA. Amen. tà dello Spirito Santo, per tutti i seC. La grazia del Signore nostro coli dei secoli. Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre A. Amen (seduti) e la comunione dello Spirito Santo LITURGIA DELLA PAROLA siano con tutti voi. Prima Lettura A. E con il tuo spirito. Dal libro del Deuteronomio INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE Mosè parlò al popolo dicendo: ATTO PENITENZIALE «Obbedirai alla voce del Signore, C. Chiediamo perdono a Dio tuo Dio, osservando i suoi comandi per non essere stati accoglienti, e i suoi decreti, scritti in questo premurosi, vicini a chi era bisolibro della legge, e ti convertirai al gnoso di aiuto. Diciamo a Gesù di Signore, tuo Dio, con tutto il cuore insegnarci la vera carità, che è e con tutta l’anima. amore che diviene dono per chiun- Questo comando che oggi ti ordino que incontriamo sul nostro cammi- non è troppo alto per te, né troppo no. lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in Breve pausa di riflessione cielo, per prendercelo e farcelo Confesso a Dio onnipotente e a udire, affinché possiamo eseguirvoi, fratelli, che ho molto pecca- lo?”. Non è di là dal mare, perché to in pensieri, parole, opere e tu dica: “Chi attraverserà per noi il omissioni, per mia colpa, mia mare, per prendercelo e farcelo colpa, mia grandissima colpa. E udire, affinché possiamo eseguirsupplico la beata sempre vergi- lo?”. Anzi, questa parola è molto ne Maria, gli angeli, i santi e vicina a te, è nella tua bocca e nel voi, fratelli, di pregare per me il tuo cuore, perché tu la metta in Signore Dio nostro. pratica».Parola di Dio. C. Dio Onnipotente abbia miseri- A. Rendiamo grazie a Dio. cordia di noi, perdoni i nostri pecSALMO RESPONSORIALE cati e ci conduca alla vita eterna. R. I precetti del Signore A. Amen. fanno gioire il cuore. GLORIA La legge del Signore è perfetta, Gloria a Dio nell'alto dei cieli e rinfranca l’anima; la testimonianza pace in terra agli uomini di buo- del Signore è stabile, rende saggio na volontà. Noi ti lodiamo, ti be- il semplice. R/. nediciamo, ti adoriamo, ti glori- I precetti del Signore sono retti, fichiamo, ti rendiamo grazie per fanno gioire il cuore; il comando la tua gloria immensa, Signore del Signore è limpido, illumina gli Dio, Re del Cielo, Dio Padre On- occhi. R/. nipotente. Signore, Figlio unige- Il timore del Signore è puro, rimanito, Gesù Cristo, Signore Dio, ne per sempre; i giudizi del SignoAgnello di Dio, Figlio del Padre, re sono fedeli, sono tutti giusti. R/. tu che togli i peccati del mondo, Più preziosi dell’oro, di molto oro abbi pietà di noi; tu che togli i fino, più dolci del miele e di un peccati del mondo, accogli la favo stillante. R/. nostra supplica; tu che siedi alla Seconda Lettura destra del Padre, abbi pietà di Dalla lettera di san Paolo apostolo ai noi. Perché tu solo il Santo, tu Colossesi solo il Signore, tu solo l'AltissiCristo Gesù è immagine del Dio mo, Gesù Cristo, con lo Spirito invisibile, primogenito di tutta la Santo: nella gloria di Dio Padre. creazione, perché in lui furono Amen. create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisiCOLLETTA C. Preghiamo Padre mise- bili: Troni, Dominazioni, Principati ricordioso, che nel comandamento e Potenze. Tutte le cose sono state

+

SALUTO

create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. (in piedi)

Canto al Vangelo

ALLELUIA Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna.ALLELUIA

VANGELO

C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo LUCA A. Gloria a te o Signore In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accan-


to, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA ( Seduti) CREDO in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI

4. Perché ci ricordiamo sempre che molti degli atti più grandi nell’amore sono stati compiuti dai piccoli e dagli ultimi. Preghiamo. C. O Padre, la tua forza supera di gran lunga la nostra. Aiutaci a fare il bene anche quando le nostre possibilità vacillano. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A Amen

venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)

……. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli

LITURGIA EUCARISTICA

SULLE OFFERTE

C. Guarda, Signore, i doni della tua Chiesa in preghiera, e trasformali in cibo spirituale per la santificazione di tutti i credenti. Per Cristo nostro Signore. A. Amen.

PREGHIERA EUCARISTICA

C. A. C. A. C.

Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio .A. E’ cosa buona e giusta C. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Abbiamo riconosciuto il segno della tua immensa gloria quando hai mandato tuo Figlio a prendere su di sé la nostra debolezza; in lui nuovo Adamo hai redento l'umanità decaduta e con la sua morte ci hai resi partecipi della vita immortale. Per mezzo di lui si allietano gli angeli e nell'eternità adorano la gloria del tuo volto. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. (In ginocchio)

C. Cristo non ci chiede di vivere la sua parola da spettatori esterni. La fedeltà alla propria missione gli è costata la vita. Anche noi, per essere Cristiani, dobbiamo dare noi stessi. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, fa’ che la tua parola s’incarni in noi. 1. Perché non rimandiamo mai nessun atto d’amore ad un ipotetico domani. Preghiamo. 2. Perché la nostra fedeltà alla giustizia sia all’altezza di quella che CONSACRAZIONE chiediamo agli altri. Preghiamo. C. Mistero della fede 3. Perché impariamo a considerare A. Annunciamo la tua morte, la sequela di Gesù una scelta che Signore, proclamiamo la tua rirealizza la nostra vita. Preghiamo. surrezione nell’attesa della tua

PADRE NOSTRO

RITO DELLA PACE

C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna.

A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE

C. Preghiamo Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa' che per la comunione a questi santi misteri si affermi sempre più nella nostra vita l'opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore. A. Amen C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.