ADESTE nr. 29 Domenica 21 Luglio 2019

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Art. 83. Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. Art. 84. Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d'età e goda dei diritti civili e politici. L'ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica. L'assegno e la dotazione del Presidente sono determinati per legge. Art. 85. Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni. Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, la elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica. Art. 86. Le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente del Senato. In caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente della Repubblica, il Presidente della Camera dei deputati indice la elezione del nuovo Presidente della Repubblica entro quindici giorni, salvo il maggior termine previsto se le Camere sono sciolte o manca meno di tre mesi alla loro cessazione. Art. 87. Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale. Può inviare messaggi alle Camere. Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione. Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo. Promulga le leggi ed emana i

decreti aventi valore di legge e i regolamenti. Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione. Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato. Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere. Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere. Presiede il Consiglio superiore della magistratura. Può concedere grazia e commutare le pene. Conferisce le onorificenze della Repubblica. Art. 88. Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura. [ Art. 89. Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità. Gli atti che hanno valore legislativo e gli altri indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Art. 90. Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri. Art. 91. Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune.


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U

omo schivo e riservatissimo, molto legato alla famiglia allargata e alle sue origini. Della vita personale del nuovo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si sa pochissimo e quelle poche indiscrezioni arrivano dai racconti di chi lo conosce bene. Del nuovo capo dello Stato si racconta, ad esempio, dell’amore per i gatti: ne ha due o tre, persiani. E di quanto gli piaccia la montagna, ma non il freddo: la frequenta solo d’estate. Studioso di storia, in particolare di quella americana contemporanea. Con un particolare interesse per quella della famiglia Kennedy a cui più di una volta, per evidenti analogie anche tristi, la sua famiglia è stata accomunata. “Una persona colta e seria, ma che ride alle mie barzellette”, lo descrive il suo barbiere di fiducia, a Palermo. Che garantisce: “Gliene ho raccontate anche su Berlusconi, e lui si è fatto una risata, ma non ha dato giudizi sul Cavaliere”. E aggiunge che il nuovo presidente è “tifoso del Palermo”. A testimoniare il suo essere schivo e amante della semplicità, ad oggi ha usato per i suoi spostamenti in città una semplice Fiat Panda grigia.


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testi canonici non ci danno notizie dei genitori della Vergine Maria; sono solo gli scritti cosiddetti apocrifi che ce ne parlano, in particolare il protovangelo di San Giacomo che risale alla prima metà del II secolo (quindi discretamente vicino a quanto vi viene raccontato). Questi scritti non sono accettati formalmente dalla Chiesa ma hanno sicuramente una influenza perché alcune notizie riportate sono ritenute autentiche o comunque in accordo con la tradizione. È un fatto che il culto di Anna (dall'ebraico Hannah = che è piena di grazia) si è ben presto diffuso sia in Oriente sia in Occidente, come ben testimoniato dalle innumerevoli chiese a lei intitolate e strade, quartieri, località, comunità che portano il suo nome e categorie o luoghi posti sotto il suo patronato. Lo stesso Protovangelo di san Giacomo narra di Gioacchino, lo sposo di Anna. Lo descrive come uomo pio e molto ricco che abitava nei pressi della fonte Piscina Probatica a Gerusalemme. Un giorno stava portando delle abbondanti offerte al Tempio e il gran sacerdote Ruben lo fermò dicendogli: "Tu non hai il diritto di farlo per primo, perché non hai generato prole". Si trattava della mentalità degli Ebrei di quell'epoca, che nella sterilità vedevano una sorta di maledizione divina. [a destra: Gioacchino cacciato dal Tempio, Giotto, Cappella degli Scovegni, Padova] Gioacchino fu colpito dall'atteggiamento del sacerdote; subito si premurò di verificare nell'archivio delle dodici tribù di Israele se davvero tutti gli uomini giusti avevano avuto figli; ebbe la conferma che temeva e ne fu sconvolto. Senza neppure tornare a casa si ritirò su un monte dove per quaranta giorni con preghiere e digiuni implorò Dio perché gli facesse la grazia di poter avere un figlio. Anche la moglie Anna, a casa, soffriva; soffriva per la sterilità e soffriva per quella sorta di fuga del marito. E anch'essa pregava e mentre pregava le comparve un angelo del Signore che le annunciò "Anna, il Signore ha ascoltato la tua

preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo". [a sinistra: Giotto, Cappella degli Scrovegni] Un angelo apparve anche a Gioacchino e lo invitò a tornare alla sua casa perché le loro preghiere erano state esaudite e la sua sposa avrebbe partorito una figlia. Gli scritti in premessa e la tradizione ci raccontano che Gioacchino scese con dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti da offrire l'indomani al Tempio e ci raccontano dell'abbraccio con la moglie. L'iconografia classica colloca questo incontro alla Porta Bella (detta anche Porta Aurea), una delle porte di Gerusalemme. Nacque Maria. I genitori la crebbero con amore e a tre anni la condussero al Tempio per essere consacrata al servizio del tempio stesso, in adempimento della promessa fatta quando imploravano la grazia di un figlio. Il culto di Anna si diffuse dapprima in Oriente (a Costantinopoli una chiesa intitolata a Sant'Anna fu voluta da Giustiniamo già attorno all'anno 550) mentre in Occidente ebbe impulso soprattutto con l'arrivo di numerose reliquie portate dai reduci delle Crociate. In Occidente si dovrà attendere il X secolo, e poi fino a che, nel 1584, papa Gregorio XIII inserì la celebrazione in tutta la Chiesa, fissandola al 26 luglio. Nel 1584 fu anche stabilita la celebrazione di Gioacchino - inizialmente lasciato in disparte per molto tempo - in data modificata più volte fino a che con il nuovo calendario liturgico i due sposi sono stati accumunati nella stessa memoria, il 26 luglio. Dice Gesù nel Vangelo "Dai frutti conoscerete la pianta". Dalla santità del frutto, cioè dalla Vergine Maria, deduciamo la santità dei suoi genitori Anna e Gioacchino.


F

ine maggio. Daniela sta entrando nel cortile della scuola, quando qualcuno urla «’giorno, prof». Si guarda intorno per capire da dove arriva la voce. «Serve una mano per portare i libri?». «Scusa, ma chi sei?». Il ragazzo toglie il casco e si avvicina. «Prof, sono Marco, quinta C». Adesso lo riconosce. «Ma sì, grazie. Sono piena di carte. Tra i pacchi di compiti della terza e della quarta e libri per la quinta dell’anno prossimo...». «Quelli che prenderanno il nostro posto? Ma come noi nessuno, vero prof?». Daniela sorride, mentre salgono le scale verso l’aula professori. Arriva sì e no alle spalle di Marco. E lui è uno dei più bassi della classe. La mitica quinta C. Otto ragazze e diciotto maschi che sembrano giocatori di rugby. Tre anni insieme a spiegare Ariosto, Foscolo, Manzoni, quel Leopardi «così triste, prof». Per non parlare di Dante, lontano anni luce, non solo per la difficoltà della lingua. Per la maggior parte di loro, la religione e la Chiesa sono qualcosa di lontano, senza attinenza con la vita di tutti i giorni, figurarsi il mondo di Dante... A volte le era sembrato di scontrarsi contro un muro di gomma. Ricorda perfettamente quando, ad un nuovo autore, arrivavano frasi annoiate: «Anche questo? Ma è obbligatorio, prof?». O quando lei iniziava a spiegare una poesia o un brano con tutta se stessa, e la prima domanda era: «Quando la pausa per la “siga”?». Roba da far passare l’entusiasmo. Se non fosse che dopo trent’anni di scuola, a rileggere quelle cose, lei si commuove ancora. È così che giorno dopo giorno, lezione dopo lezione, se li era conquistati. I commenti erano cambiati. Le domande annoiate si erano diradate. C’era affetto, per lei. Stima. Pochi giorni prima, uno di loro l’aveva interrotta mentre spiegava «l’aria di vetro» di Montale: «Cavolo, ma le piace davvero tanto! La sento anche io l’aria di vetro». Sulla porta dell’aula professori, a Marco dice: «Grazie. Appoggia pure sul tavolo. Ci vediamo dopo». Suona la campanella della terza ora. Daniela entra nella quinta C. Estrae la Divina Commedia, ultimo Canto del Paradiso, e inizia a leggere. «Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio...». Spiega, parafrasa, domanda. Nessuno fiata, stavolta. E lei riprende a leggere. Ripensa a chi le ha insegnato ad amare quei versi, a sentirli così vicini. A farli suoi. «All’alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disìo e il velle, sì come rota ch’igualmente è mossa, l’Amor che move il sole e l’altre stelle». Chiude il libro e alza lo sguardo, rassegnata. Versi difficili, pensa, stavolta non hanno capito. E poi è fine anno, sono stanchi... Silenzio. Ma è un istante solo, pieno. Perché poi parte l’applauso. «Grande, prof!». «Bellissimo». Fino a quella voce che si alza dall’ultimo banco, scherzando ma non troppo: «Bis!». Bis? Di Dante? «Sì prof, davvero: ricominciamo?».


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entre erano in cammino … una donna di nome Marta lo ospitò nella sua casa. Ha la stanchezza del viaggio nei piedi, la fatica del dolore di tanti negli occhi. Allora riposare nella frescura amica di una casa, mangiare in compagnia sorridente è un dono, e Gesù lo accoglie con gioia. Immagino tutta la variopinta carovana raccolta nella stessa stanza: Maria, contro le regole tradizionali, si siede ai piedi dell’amico, e si beve a una a una tutte le sue parole; i discepoli tutt’intorno ascoltano; Marta, la generosa, è sola nella sua cucina, accoccolata al basso focolare addossato alla parete aperta sul cortiletto interno. Alimenta il fuoco, controlla le pentole, si alza, passa e ripassa davanti al gruppo, a preparare pane e bevande e tavola, lei sola affaccendata per tutti. Gli ospiti sono come gli angeli alle querce di Mambre e c’è da offrire loro il meglio. Marta teme di non farcela, e allora “si fa avanti”, con la libertà che le detta l’amicizia, e s’interpone tra Gesù e la sorella: «dille che mi aiuti!». Gesù ha osservato a lungo il suo lavoro, l’ha seguita con gli occhi, ha visto il riverbero della fiamma sul suo volto, ha ascoltato i rumori della stanza accanto, sentito l’odore del fuoco e del cibo quando Marta passava, era come se fosse stato con lei, in cucina.

In quel luogo che ci ricorda il nostro corpo, il bisogno del cibo, la lotta per la sopravvivenza, il gusto di cose buone, i nostri piccoli piaceri, e poi la trasformazione dei doni della terra e del sole, anche lì abita il Signore (J. Tolentino). La realtà sa di pane, la preghiera sa di casa e di fuoco. E Gesù, affettuosamente come si fa con gli amici, chiama Marta e la calma (Marta Marta, tu ti affanni e ti agiti per troppe cose); non contraddice il cuore generoso ma l’agitazione che la “distoglie” e le impedisce di vedere di che cosa Gesù abbia davvero bisogno. Gesù non sopporta che l’amica sia confinata in un ruolo subalterno di servizi domestici, vorrebbe condividere con lei molto di più: pensieri, sogni, emozioni, sapienza, bellezza, perfino fragilità e paure. «Maria ha scelto la parte buona»: Marta non si ferma un minuto, Maria all’opposto è seduta, completamente assorta, occhi liquidi di felicità; Marta si agita e non può ascoltare, Maria nel suo apparente “far niente” ha messo al centro della casa Gesù, l’amico e il profeta (R. Virgili). Doveva bruciarle il cuore quel giorno. Ed è diventata, come e prima dei discepoli, vera amica; e poi grembo dove si custodisce e da dove germina il seme della Parola. Perché Dio non cerca servi, ma amici (Gv 15,15 ); non cerca persone che facciano delle cose per lui, ma gente che gli lasci fare delle cose, che lo lasci essere Dio.


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Parrocchia Cattolica Italiana Virtuale Iasi

SALUTO +Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen. C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE ATTO PENITENZIALE C. Chiediamo a Dio che il nostro cuore non rimanga chiuso alla sua Parola. Riconosciamo i nostri peccati e apriamoci alla misericordia del Signore. Breve pausa di riflessione Signore, tu sei la via che riconduce al Padre, abbi pietà di noi. ignore, pietà. Cristo, tu sei la verità che illumina i popoli, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore, tu sei la vita che rinnova il mondo, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA Preghiamo Padre sapiente e misericordioso, donaci un cuore umile e mite, per ascoltare la parola del tuo Figlio che risuona ancora nella Chiesa, radunata nel suo nome, e per accoglierlo e servirlo come ospite nella persona dei no-

stri fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli A. Amen (seduti) LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro della Genesi In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto». Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono. Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE R. Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda. Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore, non sparge calunnie con la sua lingua. R/. Non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti al suo vicino. Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. R/. Non presta il suo denaro a usura e non accetta doni contro l’innocen-

te. Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre. R/. Seconda Lettura Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. (in piedi) Canto al Vangelo ALLELUIA Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono, e producono frutto con perseveranza.ALLELUIA VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo LUCA A. Gloria a te o Signore In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore.


A.

Lode a te o Cristo OMELIA ( Seduti) CREDO in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI Gesù si fa presente nella vita di ciascuno di noi nella nostra situazione ordinaria, e offre il suo dono di grazia. Chiediamo al Signore di saperlo riconoscere, accogliere ed ascoltare. Preghiamo insieme e diciamo: Fa’ che ti riconosciamo, Signore. 1. Perché la Chiesa sappia testimoniare nella solidarietà e nella carità la misericordia del Signore per tutta l’umanità. Preghiamo. 2. Per il papa, i vescovi, i presbiteri e i diaconi. Perché siano prima di tutto discepoli, accolgano il maestro nelle loro vite e diventino così esempi e maestri di vita spirituale. Preghiamo. 3. Perché tutti i credenti riconoscano il Signore che viene loro incontro e lo sappiano annunciare al mondo con fedeltà e gioia. Preghiamo. 4. Per i malati che vivono nella loro carne e nel loro spirito la sofferenza e la debolezza. Perché siano rafforzati dalla grazia del Signore. Preghiamo. C. Ascolta, Signore, le nostre invocazioni, e fa’ che sappiamo

tradurle in concreti itinerari di vita spirituale e servizio dei fratelli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. O Dio, che nell'unico e perfetto sacrificio del Cristo hai dato valore e compimento alle tante vittime della legge antica, accogli e santifica questa nostra offerta come un giorno benedicesti i doni di Abele, e ciò che ognuno di noi presenta in tuo onore giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio .A. E’ cosa buona e giusta C. È veramente giusto benedirti e ringraziarti, Padre santo, sorgente della verità e della vita perché in questo giorno di festa ci hai convocato nella tua casa. Oggi la tua famiglia, riunita nell'ascolto della parola e nella comunione dell'unico pane spezzato fa memoria del Signore risorto nell'attesa della domenica senza tramonto, quando l'umanità intera entrerà nel tuo riposo. Allora noi vedremo il tuo volto e loderemo senza fine la tua misericordia. Con questa gioiosa speranza, uniti agli angeli e ai santi, proclamiamo a una sola voce l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. (In ginocchio) CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-

sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: PADRE NOSTRO ……. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli RITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. Preghiamo Assisti, Signore, il tuo popolo, che hai colmato della grazia di questi santi misteri, e fa' che passiamo dalla decadenza del peccato alla pienezza della vita nuova. Per Cristo nostro Signore. A. Amen C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


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