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a storia delle Giornate mondiali della gioventù. L’intuizione di Giovanni Paolo II, le prime edizioni degli anni Ottanta, le tappe europee e quelle in America e Asia. Benedetto XVI. Infine Francesco. E i tre milioni di giovani a Copacabana in attesa dei grandi numeri (e grandi contenuti) di Kracovia 2016. Tutto nasce da una grande intuizione di Karol Wojtyla che Joseph Ratzinger e Jorge Mario Bergoglio hanno confermato. Aires (Argentina, 1987), Santiago de CompoInterpretandola ciascuno a suo modo. stela (Spagna, 1989), Czestochowa (Polonia, Durante il Giubileo del 1983-1984 (chiamato 1991), Denver (Usa, 1993), Manila (Filippine, Anno Santo della Redenzione, in memoria della 1995), Parigi (Francia, 1997), Roma (2000), morte di Gesù Cristo), la più importante celeToronto (Canada, 2002), Colonia (Germania, brazione dedicata alla gioventù fu organizzata a 2005), Sydney (Australia, 2008), Madrid Roma in occasione della Domenica delle Palme, (Spagna, 2011), Rio de Janeiro (Brasile, il 15 aprile 1984. Più di 300.000 giovani prove- 2013). Il prossimo incontro internazionale nienti da tutte le parti del mondo giunsero nella legato alla Giornata mondiale della gioventù Città eterna per partecipare al Giubileo interna- si svolgerà nuovamente in Polonia, a Cracovia, tra il 26 e il 31 luglio 2016. zionale della gioventù. Papa Giovanni Paolo II regalò loro una croce di legno. L’anno seguente, il 1985, fu proclamato dall’Onu “Anno Nel suo messaggio per la XXXI GMG, il internazionale della Gioventù”. La Chiesa catto- Santo Padre Francesco ha detto: lica organizzò un nuovo incontro internazionale per la Domenica delle Palme, il 31 marzo, che ” Carissimi giovani, Gesù misericordioso, ritratto vide la partecipazione di altri 350.000 giovani nell’effigie venerata dal popolo di Dio nel santuache si riunirono in Piazza San Pietro. rio di Cracovia a Lui dedicato, vi aspetta. Lui si fida di voi e conta su di voi! Ha tante cose importanti da dire a ciascuno e a ciascuna di voi… Non abbiate paura di fissare i suoi occhi colmi di amore infinito nei vostri confronti e lasciatevi raggiungere dal suo sguardo misericordioso, pronto a perdonare ogni vostro peccato, uno sguardo capace di cambiare la vostra vita e di guarire le ferite delle vostre anime, uno sguardo che sazia la sete profonda che dimora nei vostri giovani cuori: sete di amore, di pace, di gioia, e di felicità vera. Venite a Lui e non abbiate paura! Venite per dirgli dal profondo dei vostri cuori: “Gesù confido in Te!”. Lasciatevi toccare dalla sua misericordia senza limiti per diventare a vostra volta apostoli della misericordia mediante le opere, le parole e la preghiera, nel nostro mondo ferito dall’egoismo, dall’odio, e da tanta disperazione.”
Dopo questo evento il Papa istituì la Giornata mondiale della gioventù, con cadenza annuale. Ogni due anni prima, ogni tre da qualche tempo in qua, vengono promossi incontri internazionali. Finora ne sono stati organizzati a Buenos
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ono giovanissimi e già famosi in tutto il mondo. Il trio canoro de Il volo, formato dai tenori Piero Barone (23 anni) e Ignazio Boschetto (21 anni) e dal baritono Gianluca Ginoble (21 anni) sarà con il gruppo dei giovani marchigiani alla Gmg, una scelta di fede che ha avuto il suo battesimo il 17 maggio scorso, quando a Loreto hanno assistito all’ accensione della fiaccola della pace portata poi a Cracovia. Perché avete deciso di partecipare alla Giornata mondiale della gioventù? «Siamo tre ragazzi cresciuti in ambienti molto vicino alla fede e questa esperienza sarà per noi un completamento per la nostra formazione spirituale».
sue udienze a Roma». Che cosa vorreste dire ai giovani cattolici? «Consideriamo che il nostro successo sia veramente un dono di Dio, ma frutto anche di dedizione, studio e talvolta sacrificio dei nostri cari. La cosa importante è stata comunque credere che questo potesse accadere. Quindi ai nostri giovani amici diciamo che se avete un sogno, e tutti dovrebbero averne uno, credeteci, impegnatevi e non mollate mai! Con la ferrea volontà e l’ aiuto di Dio tutto è possibile».
Che cosa vi aspettate da questa esperienza? «L’ emozione di un incontro con ragazzi, tanti ragazzi come noi da tutto il mondo e soprattutto l’ incontro con papa Francesco». Starete lì tutti i giorni dell’ evento? «Sì, abbiamo deciso di prenderci una pausa dai concerti e di vivere un momento tutto nostro, attimo per attimo». Perché proprio con i giovani marchigiani? «Perché tra i giovani marchigiani c’ è un legame che va avanti da anni grazie ad amicizie comuni, vicine al mondo della Chiesa e della fede. Una casualità ci ha legato ulteriormente; a Loreto viene venerata la Vergine protettrice di chi vola; quindi noi la consideriamo una nostra “protettrice” speciale».
Dopo la stellare tournée in Messico, i ragazzi de Il Volo sono pronti per una nuova avventura estera. Il trio composto da Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Piero Barone parteciperà alla prossima edizione della GMG 2016, attesa dal 27 al 31 luglio a Cracovia.
Alla Gmg sarete solo dei giovani tra i giovani o vi esibirete? I tre giovanissimi, che hanno raggiunto il «Per noi ovviamente sarebbe un’ emozione nell’ emozione; diciamo che ci terremmo pronti se ci successo grazie all’ottimo trampolino di Ti verrà chiesto». Lascio Una Canzone, si sposteranno
a Cracovia per cantare in occasione della Veglia – prevista per il 30 luglio – e della Messa Finale, in progr amma per la giornata conclusiva, il 31 luglio.
Qual è il vostro rapporto con la fede cattolica? Siete praticanti? «Sì, siamo tutti e tre praticanti e anche provenienti da famiglie molto osservanti. Come tanti in questa nostra professione, i nostri inizi sono stati proprio nell’ ambino della Chiesa e nei cori. Abbiamo dei ricordi meravigliosi!».
L’evento, al quale Il Volo tiene particolarmente, sarà trasmesso in Mondovisione. Tra i brani già confermati in scaletta, l’Ave MaChe cosa pensate di papa Francesco? ria di Shubert, Jesus Christ is my life e Ave «Noi crediamo che sia il Papa “giusto” per questo momento storico del mondo. Ci piace molto e Maria, Mater Misericordiae, composto per lo sentiamo molto vicino alla gente, specie quella l’occasione. Già nel 2013, i ragazzi de Il Voche ha maggiore necessità di cure materiali e spirilo manifestarono il desider io di cantare di tuali. Non può essere un caso che nel momento in cui il mondo ha bisogno di pace, misericordia, fratel- fronte al Papa, che incontrarono in Piazza lanza e solidarietà venga un Papa che porti questi San Pietro per omaggiarlo con due dei loro temi a tutte le genti». dischi. Lo avete già incontrato? «Sì, ma in modo informale, durante una delle 3
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PARTE PRIMA
ALINA DOROJAN (Doctor, Universitatea Roma Trei) Presente su :www.academia.edu
ma!ca tra il ministro degli Affari Esteri e il ministro plenipotenziario a Bucarest, il barone Saverio Fava, dimostra Il paese di Cornești è una che sempre nei mesi primaverili del frazione del Municipio di Miroslava in judet. Iași. 1879, l’agente romeno a Roma Mihail Il proprietario terriero Dimi- Obedenaru insieme a suo cognato trie Angel in maniera corag- Drăgulinescu avessero cominciato un giosa volle provare a coltiva- tenta!vo simile, portando quasi una re il riso per la prima volta tren!na di col!vatori italiani e in Romania. A tale scopo sia aspe ando altre 40 famiglie sulla proper l’assoluta novità della coltivazione e quindi assenza prietà privataObedeni, a pochi chilometri di Bucarest. Le ragioni comprenin loco di mano d’opera competente e poi anche per dente l’azione di Obedenaru furono il ubito che l’indipendenza la poca scelta su piazza, de- caso proficuo degli agricoltori bulgari dello Stato romeno fu cise di “ importare “ intere da Cioplea e Popeş! arriva! qualche famiglie di agricoltori dall’I- decennio prima, il suo desiderio di sero enuta, le esigenze di talia dalla zona di Rovigo, vire la causa della la!nità e l’aiuto deuno slancio economico dove gia’ si coltivava il riso. gli italiani poveri che invece di par!re furono condizionate dell’insuffiper il con!nente americano meglio cienza e della debole distribuzione del capitale e della mano di lavoro, tanto nell’a- rimanere sul con!nente europeo. Giacché nel aprile 1879, il nostro rappresentante diploma!co a Rogricoltura che nei se ori industriali Una soluzione trovata da un proprietario di Molda- ma si rivolse al vescovo ca olico di Bucarest Angelo via fu l’ingaggio di un gruppo di famiglie di agricol- Parsi allo scopo di inviare un prete parlante d’italiatori italiani dalle zone rurale della provincia Rovi- no da curarsi del servizio religioso dei suddi! italiago, regione Veneto. Deciso di col!vare cereali, Di- ni. Però ulteriormente a quest’episodio nessuna mitrie Anghel se ne rivolse ad alcuni col!vatori ita- no!zia non viene a confermarci la riuscita oppure la con!nuazione del proge o di Obedenaru, perciò liani dispos! di lavorare la sua terra. quello di Anghel ne comparve ai contemporanei un La scelta degli italiani si spiega a raverso un procaso così singolare. ge o rivoluzionario e abbastanza pazzesco di queL’apparizione di una tale colonia agricola a Corneş! sto “grande agricoltore, amante di progresso e inrichiamò l’a enzione delle autorità italiane, sicché novazioni” che desiderò di col vare per la prima nell’estate del 1879 essa ricevesse la visita del sevolta nelle terre romene il riso. gretario della Legazione italiana a Bucarest, Albero All’inizio del 1879, Anghel firmò un’accordo con Pansa, arrivato insieme al viceconsole francese CaAngelo Grecchi fu Vincenzo di Cerenelli, che insiestaing, durante la quale poté conoscere in de aglio me ad altri contadini, se ne andò nel villaggio mol- il contenuto del contra o tra Anghel e i coloni itadavo per l’ispezione della proprietà e rivolgendosi a liani, na!vi quasi tuA di Trecenta, provincia Rovigo, Rovigo, fece conosciuto alla popolazione rurale il regione Veneto10. Il documento s!pulò l’impegno proge o che ha coinvolto poi un nuassunto di un gruppo di cinquanta mero impressionante di cinquanta fafamiglie italiane di trasferirsi e di miglie italiane. Perciò, nel 19 aprile colonizzare la tenuta da Corneş! di 1879 fu concluso il contra o tra DimiDimitrie A. Anghel. Già in maggio trie Anghel e Vincenza Romano, procutrenta persone tra i coloni, speciaratore di Angelo Grecchi, mentre l’aulizzate in costruzioni, occorsero di ten!ficazione veniva fa a al 1° maggio arrivare per assicurare la fabbrica1879 dal viceconsole francese di Iaşi, L. zione dei ma oni per le case in cui Castani (Castaing). Una copia del docuavrebbero abitato la gente, invece mento fu depositato al prefe o di Roil resto dei casa! dovuto aggiungervigo, che immediatamente annunciò le li ad o obre (art. 1–2). autorità di Roma su questo fenomeno ./. considerato senza precedente all’epoca .In realtà, la corrispondenza diplo-
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Fuoco Vivo di Lopatari
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’è chi lo considera un dono della natura, c’è chi gli attribuisce un carattere miracoloso e, secondo la tradizione, esso è considerato il protettore degli animali. Poiché sembra un messaggero di un altro mondo, la gente viene qua per esprimere un desiderio. Si tratta del fuoco vivo di Lopătari, un fenomeno r iscontr ato in diver se ar ee sotto carpatiche della Romania e nel bacino della Transilvania. Al di là della rarità del fenomeno, esso ha anche una spiegazione scientifica. Le emanazioni di gas naturale, che hanno trovato la loro strada attraverso le crepe della crosta, tramite accensione spontanea o no, mantengono vivo il fuoco sacro della terra. Il fuoco riesce a bruciare a prescindere dalle condizioni meteorologiche e di stagione. Qui le fiamme raggiungono anche 30-40 centimetri, a seconda della pressione del gas e del tempo. La fiamma blu che segna il luogo da millenni crea anche oggi uno spettacolo all'aperto, sia di giorno che di notte, essendo visibile da chilometri di distanza. La riserva del fuoco vivo è totalmente priva di vegetazione, ad eccezione di una pianta che è riuscita ad adattarsi alle condizioni locali, vale a dire gărdurăriţa, una pianta con un aspetto biancastro. Nel corso del tempo, questa meraviglia della natura è stata alla base di molte leggende e storie. Anche le Olimpiadi si sono ispirate dall’essenza dell'eternità del fuoco eterno. Situato a circa 60 chilometri da Buzău, il fuoco vivo di Lopătari è un fenomeno raro, che attrae migliaia di turisti ogni anno. A parte la riserva naturale che c’è a Lopătari, un fenomeno simile si trova anche in Vrancea, ma è unico in Europa. Una performance simile si possono trovare in Turchia, Australia, Stati Uniti e Asia.
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Vatican Insider 13.07.2016
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In Giordania
a religione qui non è elemento di divisione: gli studenti sono lega‐ ti da rapporti di amicizia e rispetto. I ragazzi musulmani sanno che questo è un istituto cattolico e che troveranno compagni cristia‐ ni. Quando cominciano a frequentare le le‐ zioni si accorgono che non vi sono differenze di trattamento e che ciascuno riceve le me‐ desime attenzioni riservate agli altri: alla fine tutti si sentono, semplicemente, studenti della Saint Joseph». Sono parole del profes‐ sor Isam Shuli, 52 anni, vedovo con sei figli: musulmano, docente di arabo con un’esperien‐ za trentennale, insegna da otto anni alla Saint Joseph School, la scuola professionale ma‐ schile fondata dai padri orionini nel 1984 nella periferia di Zarqa, in Giordania. La città è situata a 40 chilometri a nord‐est dalla capi‐ tale Amman: gli abitanti sono circa un milione, il 6% dei quali di fede cristiana. Non lontano dalla scuola sorge il campo profughi di Zaatari, il più esteso e popoloso del paese. La storia di questa scuola racconta il ruolo strategico e cruciale che gioca l’istituzione scolastica nell’edificazione del legame sociale, un legame saldo, fraterno, capace di tenere, che sia al riparo dagli eccessi di identità o di liquefazione cui è particolar‐ mente esposto nella nostra epoca. La caratteristica della scuola La Saint Joseph propone diversi indirizzi di stu‐ dio (scientifico, letterario, informatico, alber‐ ghiero, industriale, meccanico, tecnico‐ falegnameria) e attualmente accoglie 650 ra‐ gazzi dai 13 ai 18 anni: 550 sono musulmani, gli altri cristiani. «Una peculiarità bella della no‐ stra scuola è la presenza di studenti che pro‐ vengono da paesi diversi e imparano a cresce‐ re insieme rispettandosi e volendosi bene: vi sono giordani, giordano‐palestinesi, ma anche iracheni e siriani fuggiti dalla guerra e dall’I‐ sis», racconta il padre orionino Hani Polus Al Jameel, 37 anni, iracheno, responsabile del
santuario mariano Regina della Pace e docente di religione nella scuola. L’impegno degli insegnanti Il professor Isam si dice contento di lavorare alla Saint Joseph, per diversi motivi: «Apprezzo molto la gestione ordinata della scuola e il fat‐ to che il paese di origine degli studenti non ab‐ bia alcun peso: non si fanno distinzioni qui mentre nel mondo giordano queste differenze sono spesso tenute in considerazione. Inoltre si riservano attenzioni a tutti, anche ai ragazzi meno dotati: in un sistema di scuole private competitivo come quello giordano, siamo con‐ tenti dei buoni risultati scolastici, ma il nostro obiettivo primario è offrire a tutti gli studenti la medesima dedizione. Noi docenti condividia‐ mo lo scopo e la filosofia della scuola; il clima fra noi è sereno e la nostra diversa appartenen‐ za religiosa consente di cono‐ scere i rispettivi valori e pre‐ gi». Gli fa eco padre Hani, che rac‐ conta: «Gli insegnanti cristiani e musulmani lavorano insieme con grande spirito di collabora‐ zione e un unico obiettivo: la Si chiama Hani Polus Al-Jameel, è iracheno di Mosul ed è un religioso orionino. La sua famiglia vive nella città simbolo del martirio cristiano di queste settimane. Padre Hani inoltre vive il dramma dei rifugiati e coloro che scappano dall’Iraq, dalla Siria e ora dalla striscia di Gaza per sopravvivere, perché è il responsabile di un importante campo profughi in Giordania a Zarqa.
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Adeste 20162016 - 5°/30 Padre Hani e i suoi due confratelli si prodigano molto anche nell’as‐ sistenza dei profughi. Hanno co‐ minciato prestando soccorso con quel poco che potevano offrire ma, non riuscendo ad aiutare tutti come avreb‐ bero voluto, nel 2013 hanno preparato un pro‐ getto che è stato presentato a diverse istituzio‐ ni. La Conferenza Episcopale Italiana ha accol‐ to l’iniziativa e, grazie ai fondi ricevuti, i padri orionini sono stati in grado di prestare soccorso a 14.000 profughi, in prevalenza siriani. Succes‐ sivamente, con la ONG Manos Unidas, hanno avviato un secondo progetto per sostenere 12.000 profughi, soprattutto iracheni. «È stato un lavoro immane», racconta padre Hani. «Le famiglie che lasciano il campo di Zaa‐ tari e si stabiliscono a Zarqa hanno bisogno di tutto: noi forniamo coupon per fare la spesa, materassi, stufe, coperte e altri beni di cui pos‐ sono avere necessità, ad esempio le medicine. Per moltissimi siriani di fede islamica noi siamo stati i primi cristiani conosciuti da vicino: più di una volta si sono detti sorpresi delle nostre pre‐ mure e ci hanno confessato che non credevano che i cristiani fossero così. Adesso ci rispettano e ci vogliono bene; ne siamo molto lieti. Al momento stiamo cercando altre organiz‐ zazioni con le quali proseguire questo lavo‐ ro perché sono da poco terminati i fondi e con le sole nostre forze non siamo in grado di assicurare l’assistenza necessaria». L’esodo dalla valle di Ninive Padre Hani conosce bene le sofferenze, le privazioni, le angosce dei profughi e il dramma degli iracheni nella Piana di Nini‐ ve, invasa dai miliziani dell’Isis nell’estate del 2014. «Le famiglie dei miei otto fratelli e i miei anziani genitori (mio padre ha 100 anni) sono stati costretti a lasciare precipi‐ possano proporre una testimonianza significa‐ tosamente Qaraqosh di notte, nell’arco di po‐ tiva al mondo: «Possono offrire il loro esempio, che ore: insieme a migliaia di persone si sono mostrare che è possibile costruire insieme cose avviati verso il Kurdistan, chi in macchina, chi a piedi. È stato un esodo immenso, un’esperien‐ buone, condividere obiettivi e valori in vista za durissima. I miei familiari sono ancora in dell’autentica promozione umana. Possono Kurdistan, soltanto alcuni sono riusciti a emi‐ mostrare che la religione motiva l’uomo a im‐ pegnarsi e a dare il meglio di sé, che non è ele‐ grare. I profughi iracheni vorrebbero tornare mento di divisione per la grande famiglia uma‐ nei loro villaggi, ma prevale la paura, sono con‐ na ma, se correttamente intesa, porta a vivere vinti che non saranno mai al sicuro: per questo cercano in tutti i modi di raggiungere altri pae‐ una vita buona». si» I profughi siriani e iracheni formazione professionale ed umana dei ragaz‐ zi. Lo scorso anno io e l’insegnante musulmano di religione abbiamo avviato un’iniziativa mol‐ to interessante: in alcune occasioni abbiamo unito le nostre classi preparando una lista di argomenti da affrontare dal punto di vista cri‐ stiano e islamico: i ragazzi ne sono stati entu‐ siasti, facevano a gara per intervenire! È un’e‐ sperienza che vorremmo ripetere». La pace si costruisce Il professor Isam è convinto che la scuola rive‐ sta un ruolo decisivo che per l’edificazione di una convivenza pacifica e operosa tra persone di fede e origine diversa: «L’accoglienza, il ri‐ spetto, la collaborazione non nascono sponta‐ neamente nel cuore delle persone: i ragazzi im‐ parano ciò che gli educatori trasmettono loro: la pace si costruisce e alla pace si viene educa‐ ti». E padre Hani aggiunge: «Nella nostra scuo‐ la i ragazzi apprendono un mestiere lavorando con gli insegnanti, fianco a fianco: penso che il lavoro sia un fattore determinante per l’edifica‐ zione del legame sociale». Entrambi si dicono convinti che le persone au‐ tenticamente religiose, che operano insieme,
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“Adeste
Fideles” a luglio nel paese dove Natale arriva d’estate. Nell’Ossola la tradizione risale a inizio ’600 11/07/2016 DOMODOSSOLA (VCO)
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enato Pozzetto lo diceva in uno spot pubblicitario: «Il Natale, quando arriva arriva». A Vagna, frazione collinare di Domodossola, è davvero così. E la tradizione risale a quattro secoli fa, ben prima insomma della La statua «dul Bambin» viene accompagnata dalle tv. Quest’anno Gesù Bambino a Vagna è donne con indosso gli scialli ricamati con fiori nato ieri. Ma perché nel 1600 in questo angolo di Ossola si prese a celebrare il Natale a luglio, con i prati in fiore e le temperature tipicamente estive? La risposta è semplice quanto disarmante: non era possibile riunire le famiglie in un altro periodo dell’anno. Questo particolare Natale, istituito all’inizio del ’600 dalla Confraternita del Nome di Gesù, ha radici ancora più antiche, legate a una storia di allevatori nomadi e di taglialegna, con migrazioni in giro per l’Europa che solo in estate permettevano di tornare a casa scavalcando le Alpi, operazione impossibile nei mesi invernali. Luglio era dunque l’unico periodo dell’anno in cui i padri ritrovavano le loro famiglie e la comunità si riuniva attorno alla chiesa. La «Festa dul Bambin», così viene chiamato il Natale qui a Vagna, inizia il sabato con il concerto di campane e i falò e prosegue la domenica (sempre la seconda di luglio) anche con le note natalizie inserite nella messa del mattino, da Tu scendi dalle stelle ad Adeste Fideles della corale Santa Cecilia. L’evento negli ultimi anni è cresciuto anche come tradizione folcloristica, fino a raccogliere curiosi e visitatori da varie parti d’Italia, attratti dalla scadenza decisamente fuori stagione. Anche la chiesa di San Brizio (che custodisce una pregiata tela del Tanzio da Varallo) viene allestita con gli addobbi tipici di fine dicembre: la celebrazione si conclude con i vespri e la processione della statua «dul Bambin», accompagnata dalle donne del gruppo Arsciol (traduzione di «formiche rosse») in fila e con indosso gli scialli ricamati con fiori. Queste donnine escono dalla parrocchiale con le «cavagnette» in testa, alberelli devozionali con monili e fiori presentati al pubblico solo nelle grandi occasioni. Lo spirito di comunità nella frazione è ancora molto forte e i fondi raccolti in questa occasione vengono sempre devoluti alla chiesa. «Negli anni, grazie ai soldi ricevuti, abbiamo restaurato le facciate esterne - dice orgoglioso Giacomo Ghivarelli, presidente del comitato organizzatore -. L’evento continua a crescere e tra i nostri obiettivi c’è la trasmissione di questo patrimonio culturale non scritto alle nuove generazioni, speriamo che i giovani portino sempre avanti questo appuntamento che ci rende unici». Unici ma con gusti comuni: ieri, terminate le cerimonie religiose, canti accompagnati dalle fisarmoniche ossolane e poi tutti davanti al maxi schermo allestito in piazza per la finale degli Europei di calcio. 8
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ÂŤ
Signore insegnaci a pregare!Âť. Non tanto: insegnaci delle preghiere, delle formule o dei riti, ma: insegnaci il cuore della preghiera, mostraci come si arrivi davanti a Dio. Nel linguaggio corrente la parola ÂŤpregareÂť indica l'insistere, il convincere qualcuno, il portarlo a cambiare atteggiamento. Per GesĂš no, pregare è riattaccarsi di nuovo a Dio, come si attacca la bocca alla fontana. Ăˆ riattaccarsi alla vita. ÂŤPregare è aprirsi, con la gioia silenziosa e piena di pace della zolla che si ore all'acqua che la viviďŹ ca e la rende fecondaÂť (Giovanni Vannucci). Per GesĂš, pregare equivale a creare legami, evocando nomi e volti, primo fra tutti quello del Padre: ÂŤquando preâ€? gate, dite: PadreÂť. Tutte le preghiere di GesĂš riportate dai Vangeli (oltre cento) iniziano con lo stesso termine ÂŤPadreÂť, la parola migliore con cui stare davanti a Dio, con cuore fanciullo e adulto insieme, quella che contiene piĂš vita di qualsiasi altra. Padre, fonte sorgiva di ogni vita, di ogni bontĂ , di ogni bellezza, un Dio che non si impone ma che sa di abbracci; un Dio aettuoso, vicino, caldo, cui chiedere, da fratelli, le poche cose indispensabili per ripartire ad ogni alba a caccia di vita. E la prima cosa da chiedere: che il tuo nome sia santiďŹ cato. Il nome contiene, nel linguaggio biblico, tutta la persona: è come chiedere Dio a Dio, chiedere che Dio ci doni Dio. PerchĂŠ ÂŤDio non può dare nulla di meno di se stessoÂť (Meister Eckhart), ÂŤma, dandoci se stesso, ci dĂ tutâ€? to!Âť (Caterina da Siena). Venga il tuo regno, nasca la terra nuova come tu la sogni, la nuova architettura del mondo e dei rapporti umani che il Vangelo ha seminato. Dacci il pane nostro quotidiano . Dona a noi tutti ciò che ci fa vivere, il pane e l'amore, entrambi indispensabili per la vita piena, necessari giorno per giorno. E perdona i nostri peccati, togli tutto ciò che invecchia il cuore e lo rinchiude; dona la forza per salpare di nuovo ad ogni alba verâ€? so terre intatte. Libera il futuro. E noi, che adesso conosciamo coâ€? me il perdono potenzia la vita, lo doneremo ai nostri fratelli, e a noi stessi, per tornare leggeri a costruire di nuovo, insieme, la pace. Non abbandonarci alla tentazione. Non ti chiediamo di essere esentati dalla prova, ma di non essere lasciati soli a lottare contro il male, nel giorno del buio. E dalla sďŹ â€? ducia e dalla paura tiraci fuori; e da ogni ferita o caduta rialzaci tu, Samaritano buono delle nostre vite. Insegnaci a pregare, adesso. Il Padre Nostro non va solo recitato, va imparato ogni giorno di nuovo, sulle ginocchia della vita: nelle carezze della gioia, nel graďŹƒo delle spine, nella fame dei fratelli. Bisogna avere molta fame di vita per pregare bene
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Adeste 20162016 - 5°/30 LITURGIA EUCARISTICA LETTURE:Gen 18,20-32 Sal 137 Col 2,12-14 Lc 11,1-13 C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Fiduciosi nella misericordia del Padre, chiediamo a lui perdono dei nostri peccati e dell’incapacità di riconciliarci gli uni gli altri per essere avvolti dal suo amore. (Breve pausa di riflessione) Signore, spesso siamo preoccupati per la nostra vita e non ci curiamo di coloro che sono nel bisogno: Signore, pietà. Cristo, spesso bussiamo a “porte effimere” invece di chiedere al tuo cuore ciò che manca alla nostra vita: Cristo, pietà. Signore, spesso eleviamo preghiere a idoli falsi invece di invocare il tuo nome nel quale c’è salvezza: Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. Rivelaci, o Padre, il mistero della preghiera filiale di Cristo, nostro fratello e salvatore e donaci il tuo Spirito, perché invocandoti con fiducia e perseveranza, come egli ci ha insegnato, cresciamo nell'esperienza del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei
secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal Libro della Genesi In quei giorni, disse il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore. Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque». Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci» Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE R. Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto. Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. Non agli dèi, ma a te voglio cantare, mi prostro verso il tuo tempio santo. R/.
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Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa più grande del tuo nome. Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza. R/. Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile; il superbo invece lo riconosce da lontano. Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita; contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano. R/. La tua destra mi salva. Il Signore farà tutto per me. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani. R/. Seconda Lettura Dalla lettera di S.Paolo ai Colossesi Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà! Padre! Alleluia VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Luca A. Glora a te o Signore A. Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: “Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione”». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i
Adeste 20162016 - 5°/30 miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Fratelli e sorelle, il Padre per mezzo di Cristo ci ha insegnato come bisogna pregare e con una preghiera degna di lui e di noi. Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci, o Signore. Per la Chiesa, perché mediante la preghiera sappia rimanere in comunione col suo Signore, preghiamo.
Per tutte le famiglie, perché sulla loro tavola non venga mai a mancare il pane quotidiano e l’amore, preghiamo. Per noi, perché non ci lasciamo sopraffare dalle esigenze materiali della vita, ma sappiamo affidarle al Padre, preghiamo. C. O Signore ti ringraziamo per il grande dono della preghiera. Concedici di trovare in essa la forza di vivere nel tuo amore. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accetta, Signore, queste offerte che la tua generosità ha messo nelle nostre mani, perché il tuo Spirito, operante nei santi misteri, santifichi la nostra vita presente e ci guidi alla felicità senza fine. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. È’ cosa buona e giusta. C È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Abbiamo riconosciuto il segno della tua immensa gloria quando hai mandato tuo Figlio a prendere su di sé la nostra debolezza; in lui nuovo Adamo hai redento l'umanità decaduta e con la sua morte ci hai resi partecipi della vita immortale. Per mezzo di lui si allietano gli angeli e nell'eternità adorano la gloria del tuo volto. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode : Santo, Santo, Santo DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-
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sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C O Dio, nostro Padre, che ci hai dato la grazia di partecipare al mistero eucaristico, memoriale perpetuo della passione del Tuo Figlio, fa' che questo dono del suo ineffabile amore giovi sempre per la nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
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GIOVEDI’ 26 LUGLIO 1956 Tragedia Andrea Doria: Doria Partita con 1.134 passeggeri, martedÏ 17 luglio, dal porto di Genova e diretta a New York, il transatlantico Andrea Doria si trova ad affrontare un fitto banco di nebbia. A poca distanza, in direzione opposta, viaggia la MN Stockholm, un rompighiaccio svedese diretto a Goteborg. Nonostante l'avvistamento sul radar e le comunicazioni tra i due equipaggi, alle 23,20 avviene un tremendo impatto con la nave svedese che sperona la Doria, provocando uno squarcio lungo quasi tutta la fiancata della nave. L'SOS viene raccolto dal transatlantico francese Ile de France che porta in salvo quasi tutti i passeggeri e l'equipaggio, poco prima che la nave italiana affondi completamente. Quarantasei le vittime accertate tra i passeggeri piÚ cinque uomini della Stockholm: questi sono i numeri di uno dei piÚ gravi disastri marittimi della storia, che segna importanti cambiamenti nell'addestramento all'utilizzo del radar. Processi e successivi studi faranno emergere l'inesperienza del terzo ufficiale al comando della rompighiaccio svedese, che non aveva saputo leggere correttamente la distanza tra le due navi sul radar. Con l'Andrea Doria, considerata un gioiello dell'ingegneria navale, va a fondo un inestimabile patrimonio di dipinti, statue, ceramiche. I SANTI DELLA SETTIMANA
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s. Cristina d Bolsena
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s. Giacomo Apostolo
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s. Gioacchino e Anna
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s. Natalia
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s. Nazario e Celso
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s. Marta
30 S
s. Pietro Crisologo
*°* C7 8: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii� din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00
B : Preasfantul Mantuitor
(Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ *°* fax: 021-314.18.57, don Roberto Polimeni, Tel:0770953530 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober A7: I 7+ : Domenica ore 11:00 nella Chieto70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 in diretta su www.telestartv.ro *°* Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. *°* T+<+ = : Chiesa Sfanta Fecioara Maria RegiI +: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione â&#x20AC;&#x201C;Iasi, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Mail:parohiafabric@googlemail.com *°* Alelembo73@gmail.com
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