Adeste 33 domenica 14 agosto 2016

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erragosto, dal latino Feriae Augusti Costumi da bagno in epoca romana (vacanze di Augusto) è una festa antichissima e come molte altre festività divenute picco il 15 del mese, erano così radicate che la in seguito cristiane, il Ferragosto ha origi- Chiesa decise di cristianizzarle, piuttosto che provare a sradicarle. ni pagane. Ci vollero comunque diversi secoli per iniziare a traIl più lontano antenato di tale ricorrenza è riconomutare la festa di Maria Madre di Gesù, nella festa sciuto nelle Consualia, da Conso, dio del raccolto immagazzinato: anticamente, in questo giorno ci si dell’Assunzione in cielo di Maria Vergine che, terscambiava regali e l’augurio di Bonas ferias censua- minata la sua vita terrena, fu elevata alla gloria celele; quando poi il sesto mese dell’anno romano ven- ste con l’anima e con il corpo. A Gerusalemme si cominciò a celebrare l’Assunzione all’inizio del VI ne intitolato ad Augusto la formula mutò in Bonas ferias augustales, analogo al nostro “Buon Ferra- secolo nella chiesa costruita sul Getsemani, dove si gosto”. Fu infatti proprio l’imperatore romano Ot- narrava che Maria fosse stata sepolta, perciò defunta. L’imperatore Maurizio ordinò poi che la celebraziotaviano, pr oclamato Augusto (ossia vener abile) ne venisse estesa a tutto l’Impero e attorno all’anno dal senato romano, a dichiarare, nel 18 a.C., che tutto il mese di agosto sarebbe stato festivo e de- 1000 la si ritrova come ricorrenza nella quale si osdicato alle Feriae Augusti istituite allo scopo di ce- serva il riposo. A questo proposito, erano e sono celebrare tutte assieme le numerose ricorrenze che ca- lebrate tutt’oggi, in varie località italiane, imponenti processioni religiose. Tra le più importanti quelle di devano nel mese. La più importante fra queste era dedicata a Diana, dea patrona del legno, delle fasi Palermo, Sassari e Tivoli (Roma), ma la sontuosità lunari e della maternità. La festa si celebr ava nel della ricorrenza è particolarmente sentita anche a tempio dedicato alla dea sull’Aventino e nei boschi Genova, Milano e in Abruzzo dove è festeggiata con appena fuori città dove si tenevano pic-nic: una delle fuochi pirotecnici. Pur se svolta in tono solenne pepoche occasioni in cui tutti i romani, di ogni classe e rò, la festa non ha perso il suo carattere fortemente censo, padroni e schiavi, si mescolavano liberamen- popolare: nel mese di agosto infatti venivano raccolti i cereali e quindi nell’antica Roma si festeggiava la te. fine dei lavori agricoli, usanza tramandata per secoli Oltre a Diana, le Fer iae celebr avano Vertumno, dagli agricoltori italiani: gli stessi animali da tiro si dio delle stagioni e della maturazione dei raccolgodevano la giornata di riposo, mentre i lavoratori ti; Opi, dea della fertilità, la cui festa, Opiconsiva, ricevevano una mancia dal padrone, gratifica che nel cadeva il 25 del mese; Giano, dio che guarda al pas- Rinascimento venne resa obbligatoria per decreto sato e al futuro e Venere, con le Vinali Rustiche, il pontificio (e chissà che l’attuale tredicesima non ne 19 di agosto. In breve, dunque, le Feriae erano sia la moderna derivazione). una celebrazione della fertilità e della maternità e come molte altre feste romane erano di derivazione Sfera religiosa e folklore popolare si orientale, riecheggiando in particolare quelle in onore di Atagartis, dea madr e sir a, patr ona della fondono quindi in una tradizione millefertilità e del lavoro dei campi. che da sempre Con l’avvento del cristianesimo la gente prese ad naria designa agosto come attribuire le medesime prerogative alla Vergine Ma- mese delria, la cui solennità cominciò ad esser e celebrata le Feriae, ragion per in luogo di quella di Diana, mentre il dogma mocui fabbriche e nederno secondo cui la Vergine è stata assunta in cielo a Ferragosto non si diffuse che diversi secoli gozi restano ancor oggi «chiusi per fedopo, dichiarato formalmente da papa Pio XII rie» e si organizzano solo nel 1950. scampagnate e gite All’inizio le Feriae Augusti si dipanavano tra riti fuori porta per celecollettivi e banchetti, bevute ed eccessi libertini, a brare la festa di cui tutti potevano partecipare, compresi schiavi e mezza estate. serve. Queste festività, che raggiungevano il loro 2


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COME FU INDIVIDUATA LA “CASA DI MARIA” A EFESO

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circa quattro chilometri dalla città di Efeso, secondo la tradizione sarebbe ubicata la casa in cui Maria trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena. Numerosissimi autori Ovvero dove la Madonna, secondo le cristiani d’Oriente e d’Occidente, fin dai primi secoli, visioni della Beata Caterina Emmerich, fanno cenno alla lunga permanenza di Giovanni, l’aavrebbe soggiornato e sarebbe poi postolo prediletto di Gesù, e della Santa Vergine nei “addormentata” e assunta in cielo. pressi della città di Efeso, la prima delle sette chiese ricordate nell’Apocalisse. Però come sappiamo che questa è stata la casa della Madre di Gesù? L’importante scoperta risale alla fine del secolo XIX. Il 29 luglio 1891 due sacerdoti della Congregazione della Missione (lazzaristi), i francesi Padre Henry Jung e Padre Eugène Poulin, cedendo alle insistenti richieste di suor Marie de Mandat-Grancey, la superiora delle Figlie della Carità addette all’Ospedale francese di Izmir, partirono alla ricerca della casa dove la Vergine Maria visse gli ultimi anni della sua vita, avendo come sola bussola le visioni della mistica tedesca Anna Katharina Emmerick (1774-1824). La religiosa, che Giovanni Paolo II ha iscritto all’albo dei beati il 3 ottobre 2004, dal suo letto in un villaggio della Westfalia, a cui era rimasta immobilizzata per gli ultimi dodici anni della sua vita, aveva ricevuto le visioni della vita di Gesù e della Madonna, raccolte e poi pubblicate dopo la sua morte dal letterato tedesco Clemens Brentano. I due sacerdoti, ex soldati dell’armée francese, salirono sul Bülbül Dag (che in turco vuol dire "la collina dell’usignolo"), un’altura che domina la piana di Efeso. Esausti per il viaggio chiesero di poter avere dell’acqua e gli fu indicata una sorgente per dissetarsi, vicino alla quale i due viandanti trovarono i resti di un edificio, che aveva l’apparenza di essere stato utilizzato come cappella e che corrispondeva perfettamente alla descrizione fattane dalla Emmerick. Si trattava della "Panaya üç Kapoulou Monastiri", come la chiamavano i cristiani del luogo, ovvero il "Monastero delle tre porte della Tutta Santa", per i tre archi posti sulla facciata. Successivamente, i due lazzaristi vennero a conoscenza che dal villaggio di Sirince, abitato fino al 1920 da una comunità di greci che parlavano il turco ed erano di fede cristiano-ortodossa, la gente si recava ogni anno in pellegrinaggio, nell’ottava della loro festa della dormizione di Maria, il 15 agosto. Partendo da questo, i due padri realizzarono tra gli abitanti del villaggio una inchiesta scrupolosa, che confermò l’esistenza di una memoria locale antica di secoli, che riconosceva nella cappella in rovina sul colle dell’usignolo il luogo dell’ultima residenza terrena di "Meryem Anas", la Madre Maria. Gli scavi condotti tra il 1898-1899 portarono alla luce all’interno dei ruderi alcuni resti di un focolare risalenti al I secolo e rivelarono attorno alla presunta dimora della Madonna la presenza di un piccolo quartiere sorto nel VII secolo. Sarà poi Leone XIII (1878-1903) il primo dei Papi dell’ultimo secolo a pronunciarsi in maniera favorevole rispetto alla presunta dimora efesina di Maria, facendo ripristinare fra l’altro nell’Ordo Romanus una nota che in occasione della festa dell’Assunta faceva riferimento a Efeso come probabile luogo della dormizione della Vergine. L’attuale aspetto del Santuario di "Meryem Ana" è quello ottenuto grazie all’ultimo restauro, realizzato introno agli anni Cinquanta del secolo scorso con materiale trovalo in loco. La cura pastorale del piccolo Santuario è stata assicurata negli anni dapprima dai Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld, poi dai Padri Monfortani, e adesso dai frati della provincia cappuccina dell’Emilia Romagna. La Casa di Maria già visitata da Papa Paolo VI nel 1967, da Giovanni Paolo II nel 1979 e da Benedetto XVI nel 2006, gode di un flusso ininterrotto di devozione che è costituito più da musulmani che da cristiani. La piccola "stanza di Maria" ha infatti le pareti ornate dalla Sure a Lei dedicate nel Corano, dove Maria viene onorata come "l’unica donna non toccata dal demonio". Oltre al Santuario sul monte Bülbül Dag, quello sul monte chiamato Bodrum – dove la Vergine si nascose dalla persecuzione dei pagani, per cui la grotta venne chiamata Kriphi Panaya (la "Tuttasanta nascosta") – e quello a Kavakli – dove Maria fuggì sempre a causa delle persecuzioni, e denominato così per la presenza di molti pioppi – si contano a Efeso numerose chiese e santuari dedicati alla Vergine. 3


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08 Agosto 1956

Il 8 Agosto si è celebrata la

Giornata del Sacrificio del Lavoro italiano nel mondo

60 anni fa, nella miniera del Bois du Cazier morirono, in quell’agosto del 1956, 262 lavoratori provenienti da ogni parte del vecchio continente. 136 di loro erano italiani, emigrati in Belgio.

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Antonio Iatarola oggi ha 81 anni. Allora ne aveva 21, e ricorda ogni istante di quei giorni. Deve la vita alla pignoleria di un funzionario della miniera. 08/08/2016

Un accordo fra l’Italia e il Belgio, firmato il 23 giugno 1946, prevedeva che il nostro Paese avrebbe potuto acquistare una notevole quantità di carbone in cambio di mano d’opera. Una serie di manifesti affissa in tutti i comuni d’Italia sembrava porre fine allo spettro della disoccupazione. Ma quali saranno le condizioni di questo lavoro lo scopriranno a loro spese i 140.000 partiti alla volta del Belgio. E con loro 18.000 donne e 29.000 bambini. Il centro di raccolta è la Stazione Centrale di Milano, dove sono stati requisiti i piani sotterranei, lontani da occhi indiscreti. Per essere dichiarati idonei bisogna affrontare quattro visite mediche, tre in Italia e una in Belgio. Dopo le prime tre e un viaggio di cinquantadue ore, i reclutati sono fatti scendere nelle stazioni addette allo scarico delle merci. Anche da quelle parti è meglio che nessuno veda. Il "popolo invisibile" è tenuto lontano dalle città e alloggiato nelle baracche che, durante la guerra, i tedeschi avevano destinato ai prigionieri russi.

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on so dare una spiegazione, è andata così, mi sono salvato per la pignoleria di un funzionario belga». Antonio Iatarola ha 81 anni ed è un uomo arzillo, pieno di energie con una memoria invidiabile. Nato a Montaguto in provincia di Avellino, a 16 anni emigra in Francia per lavorare in agricoltura. «Il mio sogno, in quegli anni, era il lavoro in miniera», dice, «un lavoro duro che aveva svolto anche mio padre, morto di silicosi a soli 53 anni». Arriva nei pressi di Nancy dove inizia a lavorare in una fattoria come mungitore, ma dopo alcuni anni i suoi occhi continuano a guardare verso altri orizzonti. «Si lavorava molto e la paga era buona», continua Iatarola, «ma le voci che circolavano tra noi immigrati, portavano i miei desideri verso le miniere del Belgio: Marcinelle e Charleroy erano i luoghi più gettonati. Sapevo che il lavoro sarebbe stato durissi-

Il lavoro si svolge a oltre mille metri di profondità. Una pala, una piccozza, un casco a bacinella dotato di lampada a batteria, e via. Nessun minatore è munito di maschera antigas, il cui uso sarà introdotto soltanto dopo il disastro. Per scavare le gallerie si adopera la dinamite e a mano a mano che quel labirinto di cunicoli invade le viscere della terra, il materiale è spostato con carrelli trascinati da grossi cavalli da tiro. I minatori lavorano a cottimo e ricavano in media tre tonnellate di carbone al giorno. Ma c’è anche chi ha toccato quota 15, l’equivalente di 150 sacchi. La paga oscilla fr a i 200 e i 300 fr anchi al giorno(*), che bastano appena per vivere. E siccome il salario è commisurato al carbone estratto, non al lavoro effettuato, l'opera di puntellamento dei cunicoli non è calcolata. *) equivalenti a circa 2500/3,800 Lire Italiane mo ma la paga era nettamente più alta che in agricoltura. Avevo 21 anni e lo spirito di tutti i giovani a quella età, ti fa sentire invincibile e immortale».

Antonio e alcuni compagni di baracca

Un dato non trascurabile, stava anche nella possibi4


Adeste 20162016 - 5°/33 lità di non avere limiti di trasferimento di denaro dal trata del tunnel, in senso contrario alla direzione di Belgio verso l’Italia, mentre dalla Francia potevi scavo, era consigliabile fuggire subito nella stessa spedire solo il 25% del guadagnato mensile. direzione dei roditori». «Mi licenziai dalla fattoria e mi diressi verso Marci- Ma la storia ha parabole indecifrabili. «La sera del 7 nelle, adempiute tutte le pratiche alla gendarmeria agosto», racconta ancora Iatarola, «erano circa le francese, varcai il confine e mi presentai nei primis- otto di sera, ero in fila con gli altri per il ritiro della simi giorni di agosto alla miniera di Bois du Cazier materiale personale. Quando arrivò il mio turno, mi per essere assunto. Dopo le visite mediche e un so- dissero di farmi da parte, consegnarono il corredo da pralluogo in miniera fino a quota ‒730 metri conse- lavoro a tutti e successivamente mi presero in dignai i miei documenti ai funzionari della miniera, sparte. I funzionari della miniera mi contestarono un mi fecero firmare il contratto e mi fu assegnato l’al- timbro della Gendarmeria francese, sul mio passaporto, solo parzialmente visibile. Non si leggevano loggio». A ogni lavoratore era garantito un posto letto in ba- tutti i numeri di una matricola della polizia di frontiera. “Lei è un clandestino!”, mi dissero. “Questo racche da 6 posti, con un piccolo angolo cucina. Si poteva capitare in baracche composte da italiani ma timbro è falso!”. Mi si gelò il sangue». anche condividere gli stessi spazi con lavoratori pro- La rabbia e lo sgomento presero il sopravvento nel venienti da ogni parte d’Europa. «Finalmente», ag- lavoratore italiano, che iniziò a protestare con vigogiunge Iatarola, «il mio desiderio si stava realizzan- re. «Mi sono licenziato dalla Francia per venire a do. Mi fu assegnato il compito di trivellatore (colui lavorare qua, per un timbro stampato male mi escluche fa i fori nella parete della miniera con una tridete! Non è giusto, non sono un clandestino! Ma vella a mano per collocarci la mina da far esplodere, loro mi invitarono a tornare subito in Francia a regondr), ci fecero vedere la nostra attrezzatura: una tri- larizzare la mia posizione, se avessi presentato un vella manuale (non elettrica né a percussione per documento che attestasse il mio passato di regolare evitare scintille), come elmo una specie di cappello lavoratore, il posto in miniera mi sarebbe stato restidi cuoio durissimo con sopra una luce a batteria e tuito». alcune tute da lavoro. Il tutto ci sarebbe stato conseAntonio fa in fretta i bagagli, saluta gli altri e si gnato la sera prima del nostro primo giorno di lavomette in marcia verso la Francia. «Era mezzanotte, ro che era stato fissato per la mattina dell’8 agoho attraversato il confine per ottenere un documento sto…». o timbro “intero” che mi permettesse di lavorare. Nei pochi giorni precedenti al tragico giorno, Anto- Era l’8 agosto e in attesa che aprissero gli uffici delnio Iatarola ha modo di socializzare con i tanti itala Gendarmeria mi fermai a fare colazione, a Mauliani presenti a Bois du Cazier: «Si cercava di ribeuge; mentre ero lì la padrona del locale, ascoltancreare una comunità tra noi, ci si faceva la barba a do la radio, ha iniziato a urlare che a Marcinelle c’evicenda, ci si aiutava in ogni modo cercando di met- ra stata una tragedia e che molti italiani erano rimaterci a nostro agio l’uno con l’altro, ci si incoraggia- sti coinvolti (262 i morti di cui 134 italiani, ndr). va, si mangiava insieme, e insieme si sognava una Era il turno di lavoro da cui ero stato escluso». vita migliore; i più esperti cercavano di darti buoni La disperazione e l’orrore preseconsigli per le situazioni ro il sopravvento, un insieme di difficili». In quei momenti, sensazioni ed emozioni si intrecun giovane e inesperto che ciarono in quegli attimi. «Ero si approccia per la prima disperato», conclude Iatarola, volta a un lavoro così peri«per quelle giovani vite che avecoloso, cerca di captare vo conosciuto in quei pochi consigli utili con le orecgiorni. Alcuni erano ancora michie e con gli occhi. A volnorenni. Nello stesso tempo, mi te un buon consiglio ti può rendevo conto di essere scampasalvare la vita. to alla tragedia per un timbro «Mi dicevano di guardare stampato male. Lasciai subito la sempre ciò che mi circonFrancia, volevo allontanarmi il dava», continua Iatarola. più possibile da quei luoghi, an«Gli animali, anche in dai in Svizzera dove ripresi a questo caso, sono i migliofare il contadino». ri amici dell’uomo. DoveAntonio Iatarola ha successivavo tenere gli occhi sulla mente lavorato nelle acciaierie trivella ma anche alle gabdi Costanza e Francoforte, acbie degli uccellini (i primi quisendo anche piccoli ruoli di a morire in presenza del responsabilità, uno dei tanti itatremendo gas grisu) o nel liani ignoti che hanno reso onore passaggio pedonale del al nostro Paese, con il loro lavotunnel di scavo; se vedevo ro, in ogni parte del mondo. dei topi correre verso l’en5


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zionale. L' inno di Mameli, frutto di un provvedimento d'urgenza del governo De Gasperi nell'ottobre del 1946 per sostituire la Marcia reale sabauda,è rimasto quindi “provvisorio”. Lo cantano gli atleti prima delle gare, e Per fare le cose per bene ci vorrebbe finalmente accompagna i momenti più solenni delle un'ufficializzazione. È ciò che propongono i deputacelebrazioni nella nostra Repubblica: ma ti Umberto D'Ottavio e Massimo Fiorio del Pd, pri"Fratelli d'Italia, che in realtà si chiama mi firmatari di una proposta di legge presentata alla "Il canto degli italiani", non ha mai avuto Camera insieme ai colleghi David Ermini e Laura una legge che lo rendesse ufficiale. Ora Coccia; quest'ultima di inno se ne intende essendo un ex atleta paraolimpica. Con una legge di un solo due deputati ci riprovano articolo si chiede di riconoscere quello di Mameli i sono due cose che forse non sapete sull’inno italiano. Non si chiama Fratelli come l' inno ufficiale della Repubblica italiana. d’Italia, ma Il canto degli italiani, testo di Non sono i primi ad averci pensato. Goffredo Mameli, musica di Michele No- Dagli anni '50 del secolo scorso, periodicamente, varo, e non è mai stato reso ufficiale da un apposita la questione della «ufficializzazione» dell' inno di legge, a differenza del tricolore e dello stemma na- Mameli riemerge. In pochi lo sanno ma la Rai negli anni '60 lanciò addirittura una sorta di «primarie tv» tra cori tratti da opere liriche: e “l’elmo di Scipio” vinse su tutti. Più recentemente la Lega Nord ha avanzato l’ipotesi che diventasse il Va’ pensiero, il coro del Nabucco di Verdi, l'inno italiano. Se è mancata l’ufficializzazione, sulla scia delle celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia, nel 2012 è però arrivato un articolo di legge che istitutiva l’insegnamento di Fratelli d’Italiascuole. «Si tratta di dare continuità a quell'impulso» spiega D'Ottavio. «Magari entro ottobre si potrebbe incardinare la proposta di legge in commissione Affari costituzionali alla Camera. Chi ci sta? Speriamo che altri non debbano fare per forza i diversi». 04/08/2016 Fulvia Degl'Innocenti

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...Si scaldava il letto con “ il prete “ o con “ la monaca” Quelle notti d'inverno dove solo un "prete" poteva esserti d'aiuto.... Di Barbara Bertolini (http://altritempiraccontati.blogspot.ro)

Noi in Emilia lo chiamavamo prete, da altre parti, ...lo chiamavano frate (*), ma chissà quanti altri nomi ha. Insomma quell’aggeggio fatto di due legni sovrapposti, di forma ovale, lungo un metro e che veniva posto fra le lenzuola gelide, con sopra un braciere, aveva lo scopo di riscaldare il letto. Le braci venivano portate in camera un’ora prima di coricarsi. Senza il prete infilarsi nel letto sarebbe stato traumatico. Nelle case senza riscaldamento il momento più brutto arrivava, infatti, quando si doveva abbandonare il tepore della cucina per andare nelle glaciali camere da letto. Doversi spogliare in un luogo dove la temperatura arrivava talvolta anche sotto lo zero era davvero un’impresa. Sembra impossibile che il termometro scendesse così in basso nelle stanze, ma è un ricordo ben preciso a dimostrarlo: mia mamma, quando io e mio fratello dovevamo andare a letto, ci dava una bottiglia di acqua calda. Ebbene, quella bottiglia, che finiva quasi sempre per cadere sul scendiletto, qualche mattina l’abbiamo trovata con l’acqua completamente ghiacciata! Tra le mie reminescenze più sgradevoli del tempo che fu, c’è proprio quella del risveglio alla mattina durante l’inverno, quando dal calduccio del letto dovevo sgusciare fuori in un ambiente molto simile a quello dell’igloo. Ho ancora nelle orecchie la voce di mia nonna quell’anno del 1957, rimasta con lei e la sua famiglia perché i miei erano emigrati all’estero: «Angelaaaa, Ineees, l’è ora d’alves! (è ora d’alzarsi)», gridava alle figlie, a mo’ di sveglia, dalla cucina dove aveva appena avviato il fuco nella stufa. A quel richiamo, la prima a scendere, in effetti, ero io che avevo sì fatto uno sforzo sovrumano per abbandonare il lettone ma, che, però, venivo gratificata dalla nonna che immancabilmente mi diceva: «tu sì che sei brava, non quelle due dormiglione là». Le due dormiglione come al solito si erano rigirate dall’altra parte e ci avrebbero messo più di mezz’ora prima di sbucare fuori dal letto, e solo perché sentivano la voce minacciosa della madre che si avvicinava. Non avevano torto, però, a prendere tempo. Anche se il letto non era quello molleggiato di ora, ma aveva il materasso di foglie di granone, i loro corpi avevano prodotto una nicchia così calda che ci voleva un bel coraggio per affrontare una nuova giornata che cominciava al freddo e al gelo come nella grotta di Betlemme. E per ritornare al prete, c'è da dire che oltre ad utile era anche un attrezzo molto pericoloso poiché, pieno di braci, veniva posto in un luogo dove, se rovesciato, avrebbe incendiato tutto facilmente. Infatti, molti materassi contadini erano fatti con le foglie di granone, …. (*) Il “prete” era lo scaldaletto per letto a due piazze mentre “ la monaca” per quello ad una piazza. 7


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Chiesa fortificata di BIERTAN

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ra i quasi 300 villaggi e Chiese Sassoni fortificate quello Biertan, immerso nei vigneti dellaTransilvania, a 80 chilometri da Sibiu non molto lontana da Sighisoara, è uno dei più importanti. Dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel 1993, il complesso architettonico di Biertan non solo ha un alto valore estetico ma ha conservato in maniera eccezionale il nucleo del XV – XVI secolo. Tre livelli concentrici di mura difensive di 35 metri di altezza, torri collegate e porte, circondano il complesso e rendono la chiesa una vera roccaforte. L’edificio principale del villaggio, costruito su un poggio proprio al centro del paese, è appunto la chiesa a tre navate edificata il 1495 e il1516 in stile tardo gotico con elementi rinascimentali e barocchi. Le pareti interne sono state affrescate nel 1500 mentre è unica nel suo genere la porta di legno della sacrestia, costr uita nel 1515 con un par ticolar e sistema di bloccaggio. L’intero sito è dotato di sette torri tra cui segnaliamo la Torre dell’Orologio, il campanile e la Torre dei Vescovo che spita le tombe dei sacerdoti. La chiesa, inoltre, vanta il più grande altare ligneo della Transilvania ed un organo con mille e 290 canne.. Brevemente cattolico romana, divenne luterana a seguito della Riforma. Biertan è stata fondata da Sassoni di Transilvania nel Regno medievale d’Ungheria. Una chiesa a sala a tre navate che conserva un design vicino all’originale, è stata l’ultima chiesa costruita in Transilvania, ed è stata costruita tra il 1486 e il 1524 sul sito di una Dedicata alla Vergine Maria e costruita in stile tardo gotico con il Rinascimento tocca, la struttura è stata vincolata dal paesaggio collinare. Il coro è di 18 m di lunghezza. Al centro, vi è un gruppo scultoreo: un crocifisso con Gesù Cristo appeso, Maria e Maria Maddalena in piedi abbracciando la croce. I pannelli laterali superiori mostrano visioni di Ezechiele e di Augusto.Il pulpito in pietra, che mostra scene scolpite a rilievo, risale al 1523. La porta tarsia riccamente decorata della sacrestia ha un blocco complesso, esposta al Salone di Parigi del 1889.

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Il paese di Cornești è una frazione del Municipio di Miroslava in judet. Iași. Il proprietario terriero Dimitrie Angel volle provare a coltivare il riso per la prima volta in Romania. A tale scopo sia per l’assoluta novità della coltivazione e quindi assenza in loco di mano d’opera competente e poi anche per la poca scelta su piazza, decise di “ importare “ nel 1879, intere famiglie di agricoltori dall’Italia dalla zona di Rovigo, dove gia’ si coltivava il riso.

Si preparò un altro contratto le cui condizioni Pansa discusse con Anghel e Grecchi e solo dopo alcune settimane Anghel lo approvò. I rapporti ALINA DOROJAN tra le due parti ri(Doctor, Universitatea Roma Tre) masero comunque Presente su :www.academia.edu tesi per cui nel 1883, i coloni richiesero l'aiuto del loro ministro a Bucarest Giuseppe Tornielli Brusati allo scopo di riappacificare le parti. Due anni più tardi, il ministro fu preocupato per un altro problema: la debole istruzione per quei circa 60 fanciulli della colonia. Il 23 dicembre 1885, Tornielli Brusati scrisse a Roma al ministro degli Affari Esteri, Carlo di Robilant, per avere l'autorizzazione ad acquistare libri scolastici per le classi elementari e per la concessione di uno stipendio di 100–150 lire per l'educazione dei bambini. Grazie a un loro connazionale, Serrazanetti da Bologna, era gà stata affitata una casa da un contandino romeno nella quale un 'italiano, alquanto più istruito degli altri coloni, faceva da maestro. I libri scolastici per la prima classe elementare erano pochi e per giunta elargiti dalllo stesso bolognese. Serrazanetti. Il ministro Robilant consentì a Tornielli Brusati di disporre di 200 lire per detta scuola, mentre una certa quantità di materiale scolastico era già stata spedita. Uno dei primi accenni della colonia fatto in una pubblicazione romena fu quello di Constantin Chiriţǎ in Dicţionarul geografic al judeţului Iaşi (1888), la cui informazione fu poi trasferita nel 1899 in Marele dicţionar geografic al României, secondo il quale da quelle 100 famiglie di contadini di Corneşti, quasi 50 erano italiane e queste abitavano nella parte orientale del villaggio dal 1879 quando furono portate dal proprietario della tenuta per i lavori agricoli. Sfortunatamente la situazione che pareva aver preso un corso abbastanza regolare, si cambiò completamente per la piccola comunità. Circa il 1888, poco prima della inaspettata morte di Anghel, la sua tenuta fu affidata in mani straniere, fatto deciso da banchieri e politici a causa del crollo finanziario subito dal latifondista. Il nuovo amministratore che non dette peso al contrat-

to tra Anghel e le famiglie italiane, era deciso di vendere tutte le terre. Fu così che gli italiani furono costretti a lasciare le loro case e i terreni che avevano lavorato e comunque furono anche convinti a rinunciare ai loro diritti stipolati nel contratto. Questo fatto fu confermato da Martino Rosina, discendente di uno degli italiani emigrati a Corneşti, nel corso di una indagine realizzata nel 1981 dal ricercatore Bernardino Tofani. In sostanza se avessero rinunziato ai diritti, avrebbero avuto la possibilita' di una più facile partenza dal villaggio verso una nuova destinazione. Grazie all'intervento del console italiano a Galaţi, il Governo romeno diede in affitto a partire del 1890 un terreno di 1.080 ettari boscosi in Dobrugia, nel villaggio Cataloi, nella regione amministrativa di Tulcea per dare spazio ai coloni sfrattati da Cornești. Fu così che terminò l'avventura dei coloni italiani di Corneşti ma se ne aprì un'altra nelle nuove terre di Cataloi. A Corneşti non è rimasta traccia del passaggio dei coloni italiani se non qualche lapide nel locale cimitero. Il numero delle famiglie che scelsero di continuare la loro attività su una proprietà presa in affitto a Cataloi rimane però discutibile, perché le fonti non sono unanimi. Nel Bollettino dell' emigrazione del 1913 furono pubblicati i risultati di una indagine riservata agli italiani di Romania realizzata dal commissario generale dell' emigrazione, l'avvocata di Palma di Castiglion nel maggio 1912 , che indicò una cifra di 100 famiglie senza individuare la loro origine. In pubblicazioni successive del 1927 la cifra fu definita in 72 famiglie provenienti dalla provincia di Rovigo. La causa di questo trasferimento dalla Moldavia a Dobrugia si deve ricollegare a fatti storici dell'epoca: la Dobrugia settentrionale passò alla Romania a seguito delle decisioni del Congresso di Berlino e per incrementare la scarsa popolazione, il Governo romeno utilizzò questo territorio tanto per quelli che non ebbero ricevuto terra a seguito della riforma agraria del 1864, quanto per i giovani sposi. Simultaneamente ci furono anche progetti di colonizzazione con stranieri come quelli provenienti da Cornesti ed altri.

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Adeste 20162016 - 5°/33 stato un incontro. Il matrimonio di Jeni ha offerto l’occasione ideale per realizzarlo. “Quando il mio fidanzato mi ha chiesto di sposarlo, una delle prima cose che ho pensaUna sposa viene to è stata: ‘Ma chi mi accompagnerà all’alaccompagnata all’altare tare?’ Non riuscivo a pensare a nessuno più di Tom”, ha detto Jeni. “Il mio dall’uomo che ha ricevuto significativo fidanzato mi ha suggerito di scrivergli una il cuore di suo padre lettera, di modo che Tom non si sentisse costretto o pressato dalla mia richiesta”. na sposa della Pennsylvania (Stati Qualche giorno dopo aver inviato la lettera, Uniti) che ha perso il padre dieci la ragazza ha ricevuto una telefonata. Tom anni fa in modo tragico si è ritro- ha accettato e venerdì si sono incontrati per vata a percorrere la navata al la prima volta. braccio dell’uomo che ha ricevuto il suo “Incontrare Tom è stato incredibile!”, ha cuore. confessato Jeni. Jeni Stepien non è riuscita a trattenere le la- La decisione di invitarlo al matrimonio ha crime quando ha abbracciato per la prima rallegrato tutta la famiglia, ha aggiunto. volta Arthur Thomas venerdì e ha sentito il “Mia madre è rimasta molto colpita dall’icuore di suo padre battere dentro di lui. dea, e credo che sia stato un gesto appro“Riesci a sentirlo?”, le ha chiesto Thomas, priato per onorare mio padre. So quanto era come si vede in un video girato dalla rete importante anche per lei e per mia sorella televisiva di Pittsburgh KDKA. Jeni gli ha conoscere Tom”. preso il polso e ha annuito in silenzio. Jeni ha voluto condividere la sua storia speIl padre della ragazza, Michael Stepien, è rando di inviare un messaggio a favore della stato ucciso nel 2006 durante un furto. Jeni donazione di organi. aveva 23 anni. Dopo 24 ore in cui è stato tenuto in vita artificialmente, la famiglia ha “La donazione di organi può offrire una seaccettato l’inevitabile e ha donato i suoi or- conda opportunità. È un dono eccezionale, gani, ha riferito Jeni al The Huffington Post. generoso e disinteressato, e sempre apprezzato da chi lo riceve”, ha concluso, sottoliAll’epoca Thomas, che la famiglia Stepien neando che veder rifiorire Tom ha aiutato la chiama “Tom”, aspettava da quasi dieci anni un trapianto di cuore nella sua casa del New sua famiglia a lenire il dolore provocato dalla morte del padre. (Source Aleteia) Jersey. “Sarebbe morto se non avesse ricevuto un nuovo cuore entro pochi giorni”, ha riferito Jeni all’HuffPost via email domenica. “Tom ha ricevuto il cuore di mio padre nelle 48 ore successive”. Il Natale successivo al trapianto, Tom ha scritto alla famiglia Stepien per ringraziarla per quello che aveva fatto. Le due famiglie si sono tenute in contatto con lettere e telefonate nel corso degli anni, ma non c’era mai

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Adeste 20162016 - 5°/33 Commento su Lc 12,49-53 ( PAOLO

domenica 14 agosto

CURTAZ)

L'annuncio del Vangelo è segno di contraddizione: il mondo, così amato dal Padre da dare il Figlio, vive con fastidio l'ingerenza divina e preferisce le tenebre alla luce.

Gesù lo dice parlando di sé, immaginando l'evoluzione che avrà il suo messaggio. Dopo la caduta di Gerusalemme ad opera dei romani e la rovinosa distruzione del Tempio, i seguaci del Nazareno saranno scomunicati dai rabbini e questo provocherà una frattura dolorosissima ed insanabile all'interno della neonata comunità cristiana. Cristo è fuoco, amici. Fuoco che brucia, che divampa, che illumina, che riscalda, che consuma. Cristo è fuoco e traspare dalla nostra vita. Se è dal fuoco che si misura il discepolato, i pompieri della fede possono stare tranquilli. Vi brucia dentro Cristo? Vi brucia da non poter fare a meno di pensare a lui? Vi è successo di desiderare profondamente di raccontarlo (senza fanatismi o semplificazioni) a chi vi sta accanto? Vi è successo di difenderlo in una discussione? E di essere presi in giro per le vostre convinzioni? No? Brutto segno: o vivete in un monastero o proprio non si vede che siete cristiani... Quando sant'Ignazio, fondatore dei Gesuiti, uomo di Dio, innamorato di Dio, inviò i suoi dodici compagni ad annunciare il Vangelo fino agli estremi confini dei mondo allora conosciuti, il giorno della loro partenza disse: "Andate, e incendiate il mondo". Incendiari sì, ma d'amore.

Commento su Lc 1,39-56 –Lunedì ( PAOLO CURTAZ)

15 agosto ASSUNZIONE B.V.MARIA

Ferragosto: il cuore dell'estate, la festa più grande delle vacanze. Per noi, però, ricorda la festa dell'Assunzione di Maria, che ci richiama all'opera di Dio in Maria di Nazareth, discepola del Signore. Bella festa, quella di oggi, che porta con sé un rischio: quello di sottolineare le così tante straordinarietà della madre di Gesù dal finire coll'allontanarla anni luce dalla (povera) concretezza della nostra vita. Insomma: il più grande torto che possiamo fare a Maria è quello di metterla in una nicchia e incoronarla! Da ridere, al solito: (vuoi punto e virgola o due punti?) il Signore ci dona una discepola esemplare, una donna che, per prima, ha scoperto il volto del Dio incarnato, e noi subito a metterla sul piedistallo, santa stratosferica da invocare nei momenti di sofferenza... Per favore: no! Maria ci è donata come sorella nella fede, come discepola del Signore, come madre dei discepoli. Questa è la festa dell'Assunzione, la storia di una discepola che ha creduto davvero nella Parola del suo Dio, che insegna a noi, tiepidi credenti, l'ardire di Dio, la follia dell'Assoluto. Noi crediamo che questa donna, prima tra i credenti, dopo la sua lunga esperienza di una fede abitata dal Mistero, è andata al Dio che l'aveva chiamata. Non poteva conoscere la corruzione della morte colei che aveva dato alla luce l'autore della vita. Siamo in buona compagnia, amici! Grandi cose ha fatto Dio in Maria: grandi cose può fare in noi, se lo lasciamo fare...

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Adeste 20162016 - 5°/33 LITURGIA EUCARISTICA LETTURE: Ger 38,4-6.8-10 Sal 39 Eb 12,1-4 Lc 12,49-5 C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Accogliamo con docilità la Parola del Signore che oggi ci chiama ad esaminare con maggior responsabilità la nostra coscienza, per scoprire le tante infedeltà che abitano la nostra vita, e chiederne perdono. E con il suo perdono, chiediamo anche a Dio di aiutarci ad essere sempre suoi fedeli testimoni. Breve pausa di riflessione personale Signore Gesù, che sei venuto a portare il fuoco sulla terra, perdona la nostra tiepidezza e abbi pietà di noi. Signore, pietà. Cristo Gesù, che ci inviti a vivere alla luce della tua Parola, perdona quando fuggiamo la verità e abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore Gesù, che hai sopportato per noi l’umiliazione della croce, perdona le nostre mancanze di fede e abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. O Dio, che nella croce del tuo Figlio, segno di contraddizione, riveli i segreti dei cuori, fa’ che l’umanità non ripeta il tragico

Ma io sono povero e bisognoso: di me ha cura il Signore. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: mio Dio, non tardare. R/. Seconda Lettura Dalla lettera di S.Paolo agli Ebrei Fratelli, anche noi, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono. .Alleluia VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Luca A. Glora a te o Signore A. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro SALMO RESPONSORIALE due e due contro tre; si divideranR. Signore, vieni presto in no padre contro figlio e figlio conmio aiuto. tro padre, madre contro figlia e Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chi- figlia contro madre, suocera connato, ha dato ascolto al mio grido. tro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore. R/. A. Lode a te o Cristo Mi ha tratto da un pozzo di (seduti) acque tumultuose, dal fango della CredoOMELIA in un solo Dio, Padre onnipopalude; ha stabilito i miei piedi tente, creatore del cielo e della terra, sulla roccia, ha reso sicuri i miei di tutte le cose visibili e invisibili. passi. R/. Credo in un solo Signore, Gesù CriMi ha messo sulla bocca un sto, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da canto nuovo, una lode al nostro Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio Dio. Molti vedranno e avranno vero, generato, non creato, della timore e confideranno nel Signo- stessa sostanza del Padre; per mezre. R/. zo di lui tutte le cose sono state crea-

rifiuto della verità e della grazia, ma sappia discernere i segni dei tempi per essere salva nel tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro del profeta Geremìa In quei giorni, i capi dissero al re: «Si metta a morte Geremìa, appunto perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché quest’uomo non cerca il benessere del popolo, ma il male». Il re Sedecìa rispose: «Ecco, egli è nelle vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voi». Essi allora presero Geremìa e lo gettarono nella cisterna di Malchìa, un figlio del re, la quale si trovava nell’atrio della prigione. Calarono Geremìa con corde. Nella cisterna non c’era acqua ma fango, e così Geremìa affondò nel fango. Ebed-Mèlec uscì dalla reggia e disse al re: «O re, mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremìa, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame là dentro, perché non c’è più pane nella città». Allora il re diede quest’ordine a Ebed-Mèlec, l’Etiope: «Prendi con te tre uomini di qui e tira su il profeta Geremìa dalla cisterna prima che muoia». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

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Adeste 20162016 - 5°/33 te. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Gesù ci ha avvertiti sul pericolo che corriamo di non comprenderlo, e di dividerci fra noi. Nella Preghiera dei fedeli chiediamo al Padre che ci renda capaci di accogliere con gioia il suo Figlio Gesù, e di condividere tutti insieme la sua forte amicizia. Preghiamo insieme e diciamo: Fa' di noi, o Padre, veri discepoli del Cristo. 1. Preghiamo per la santa Chiesa di Dio, nata dal fuoco che Gesù ci ha portato nella Pentecoste. Suo compito è di annunciare il Vangelo a tutti, anche tra le incomprensioni e contraddizioni della storia. Perché animata dallo Spirito Santo, la Chiesa sappia testimoniare agli uomini l'amore indefettibile del Padre per tutte le sue creature, preghiamo. 2. Per i cristiani, chiamati a scegliere per la loro esistenza quel modello, a volte scomodo, quale appunto si presenta a noi Gesù. Perché con la fedeltà al Vangelo portino chi è accanto a loro a scoprire la fede in Cristo, e a crescere nella solidarietà e nell'amore, preghiamo. 3. Per tutte le famiglie, che nel difficile contesto sociale di oggi rischiano di vivere divise come diceva Gesù - «tre contro due e due contro tre». Perché trovino nel nostro Salvatore non motivi di contrapposizione, ma lo stimolo a diventare più unite, nella concordia e nella pace, preghiamo. 4. Per coloro che ancora rifiutano il Signore Gesù. La presenza a volte contestata dei cristiani nel mondo, dovrebbe rivelarsi ai loro occhi come il segno dei nuovi tempi dello Spirito

Santo. Perché quanti sono ancora lontani dal Signore vogliano accogliere con gioia l'invito a vivere nella fede, e a diventare suoi discepoli, preghiamo. C. O Dio nostro Padre, concedi a noi tuoi figli - che abbiamo conosciuto in Gesù il modello difficile della coerenza - la grazia della perseveranza cristiana nel compiere il bene. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli i nostri doni, Signore, in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua grandezza; noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu donaci in cambio te stesso. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. È’ cosa buona e giusta. C È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Con il sangue del tuo Figlio e la potenza dello Spirito tu hai ricostituito l'unità della famiglia umana disgregata dal peccato perché il tuo popolo, radunato nel vincolo di amore della Trinità a lode e gloria della tua multiforme sapienza, formi la Chiesa, corpo del Cristo e tempio vivo dello Spirito. Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori degli angeli, proclamiamo esultanti la tua lode: Santo, Santo, Santo ….. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta.

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DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C O Dio, che in questo sacramento ci hai fatti partecipi della vita del Cristo, trasformaci a immagine del tuo Figlio, perché diventiamo coeredi della sua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore. . C. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


Adeste 20162016 - 5°/33 CHE COSA SONO? Nonostante si parli di "stelle" cadenti, le Perseidi sono in realtĂ detriti (polveri e ghiaccio) abbandonati dalla cometa Swift-Tuttle nel suo passaggio intorno al Sole. La cometa è transitata vicino al nostro pianeta nel 1992 e non ripasserĂ fino al 2126, quando - se le previsioni sono corrette e verranno confermate - dovrebbe essere visibile a occhio nudo quanto la cometa Hale-Bopp nel 1997. La Swift-Tuttle non è una cometa pericolosa per la Terra (almeno per i prossimi 1000 anni), ma è pur sempre molto grande: ha un diametro di quasi 10 km, piĂš o meno come l’oggetto che ha colpito la Terra 65 milioni di anni, estinguendo i dinosauri. LE CARATTERISTICHE DELLE PERSEIDI. Questo sciame meteorico, uno dei piĂš spettacolari e rilevanti tra tutti quelli incontrati dal nostro pianeta nella sua orbita intorno al Sole, deve il suo nome al fatto che tutte le scie sembrano provenire dalla stessa direzione, all'interno della costellazione di Perseo (tutti gli sciami meteorici prendono il nome dalla costellazione da cui le meteore sembrano arrivare) METEORE E METEORITI. Un meteor oide (come viene chiamato un detr ito r occioso nello spazio) tipico delle Perseidi viaggia a circa 214.365 km/h (59 km al secondo) quando colpisce l'atmosfera terrestre. L'evaporazione provocata dall'attrito produce scie luminose (chiamate meteore) lunghe fino a 20 km e perfettamente visibili per alcuni secondi anche a occhio nudo. La maggior parte delle Perseidi sono minuscole, delle dimensioni di un granello di sabbia, ed è molto raro che qualche oggetto piĂš grande sopravviva all’ingresso nell’atmosfera e arrivi fino a toccare terra (nel I SANTI DELLA qual caso viene definito meteorite). La maggior parte dei SETTIMANA frammenti sono visibili quando sono a circa 97 chilometri dal suolo. 14 D s. Massimiliano M. Kolbe LE LACRIME DI SAN LORENZO. Ma cosa c'entr a san Lorenzo con le PeRseidi? E perchè di esprimono i de15 L Assunzione B.V. Maria sideri? L'evento celeste, osservato per la prima volta nel 36 d.C., cade proprio a ridosso della data in cui si celebra 16 M s.Rocco il martirio di San Lorenzo, arso vivo su una graticola ardente il 10 agosto del 258 d.C. Per questa coincidenza temporale, le stelle che cadono nella notte di San Lorenzo 17 M s. Chiara da Montefalco rappresenterebbero le lacrime versate dal Santo durante il suo supplizio, eternamente vaganti nei cieli ma che scen18 G s. Elena dono sulla Terra ogni 10 agosto. Da qui la credenza popolare secondo cui tutti coloro che ricordano il dolore del 19 s. Giovanni Eudes Santo guardando le sue “lacrimeâ€? potranno veder realizzato un loro desiderio 20 S s. Bernardo di Chiaravalle C6 7: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatiiâ€? din ClujNapoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00

B : Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto *°* Polimeni, Tel:0770953530 A69 I 6* : Domenica ore 11:00 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober to70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa nella Chiesa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. in diretta su www.telestartv.ro 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul *°* "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. T*;* < : Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi*°* I *: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica Domenica ore 18:00. ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi, Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Mail:parohiafabric@googlemail.com Alelembo73@gmail.com *°*

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