Adeste 34 domenica 21 agosto 2016c

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Dio vuole il nostro riposo Il libro dell’Ecclesiaste, che fa parte comprensione, che è sicuramente più diffidei libri veterotestamentari, in ebraico Qoélet si coltosa il altri momen lavora vi. Lo scamlegge: "Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo bio di idee e di opinioni, rompere la monotempo per ogni faccenda so o il cielo. C'è un tonia, parlare con serenità dei figli, pregare tempo per nascere e un tempo per morire … un insieme senza fre)a … sono momen di cretempo per piangere e un tempo per ridere; un scita umana e cris ana che se ben fonda tempo per tacere e un tempo per parlare; un rimangono anche dopo le vacanze con la tempo per amare e un tempo per odiare, un ripresa del lavoro. tempo per la guerra e un tempo per la pa- — Cresce l’amore verso i figli e quello dei figli ce” (Ecl 3, 1-9) e - potremmo con nuare - un verso i genitori profi)ando di un maggior tempo per lavorare e un tempo per riposare! tempo a disposizione dedicato reciprocamente; la qualcosa è divenuta pressoché Al tempo del lavoro segue il periodo del riposo impossibile durante l’anno, quando tu7 (cf. Gn 2, 2). La Cos tuzione conciliare del Va corrono via ognuno verso la propria metà. Il cano II Gaudium et Spes ricorda: "tu i lavoratempo di convivenza che le vacanze consentori debbono però godere di sufficiente riposo e tono, favoriscono la confidenza, la fiducia e tempo libero, che perme a loro di curare la la s ma scambievole. vita familiare, culturale, sociale e religiosa" (GS 67). La medesima considerazione fa il Catechi- E infine: leggere, fare qualche sport, passeggiasmo della Chiesa Ca)olica: anche la vita dell'uo- re, il conta)o con la natura, l’incontro con an mo è ritmata dal lavoro e dal riposo (2184), chi amici, il ritorno al paese na o dove sono le che con nua citando proprio il testo conciliare. nostre radici, qualche occasione culturale, la visita a qualche luogo sacro, a qualche santuario o luogo di preghiera ... tu)o può contribuire a renderci più ricchi. Ciò che si afferma per il riposo, può essere de)o A farci crescere anche spiritualmente. – per estensione – delle vacanze. Il riposo umanizzato perme)e di rinnovarci e ci aiuta a crescere come persone e come cris ani.

Vacanze perché?

— Cresce l’amore delle famiglie nelle quali vi è più tempo per le persone sole, malate e anziane. Dice una canzone "una madre è per cento figli e cento figli sono per una madre". Con più tempo a disposizione c’è più rispe)o che si traduce in a)enzione e l’a)enzione si traduce in amore. — Cresce l’amore degli sposi nel dialogo sereno e rilassato. Cresce la 2


Adeste 20162016 - 5°/34 5°/ 34 Gesù riconosce i suoi figli in ogni angolo del mondo

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forzatevi di entrare per la porta stretta. Per la porta larga vuole passare chi crede di avere addosso l'odore di Dio, preso tra incensi, riti e preghiere, e di questo si vanta. Per la porta stretta entra «chi ha addosso l'odore delle pecore» (papa Francesco), l'operaio di Dio con le mani segnate dal lavoro, dal cuore buono. È la porta del servizio. Quando il padrone di casa chiuderà la porta, voi busserete: Signore aprici. E lui: non so di dove siete, non vi conosco. Avete false credenziali. Infatti quelli che vogliono entrare si vantano di cose poco significative: abbiamo mangiato e bevuto con te, eravamo in piazza ad ascoltarti... ma questo può essere solo un alibi, non significa che abbiano accolto davvero il suo Vangelo. La sua Parola è vera solo se diventa carne e sangue. A molti contemporanei di Gesù succedeva proprio questo: di sedere a mensa con lui, ascoltarlo parlare, emozionarsi, ma tutto finiva lì, non ne avevano la vita trasformata. Così noi possiamo partecipare a messe, ascoltare prediche, dirci cristiani, difendere la croce come simbolo di una civiltà, ma tutto questo non basta. La misura è nella vita. La fede autentica scende in quel tuo profondo dove nascono le azioni, i pensieri, i sogni, e da là erompe a plasmare tutta intera la tua vita, tutte le tue relazioni. Perché le cose di Dio e le cose dell'uomo sono indissolubili. Infatti quelli che bussano alla porta chiusa hanno compiuto sì azioni per Dio, ma nessuna azione per i fratelli. Non basta mangiare Gesù che è il pane, occorre farsi pane. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia. Non vi conosco. Il riconoscimento sta nella giustizia. Dio non ti riconosce per formule, riti o simboli, ma perché hai mani di giustizia. Ti riconosce non perché fai delle cose per lui, ma perché con lui e come lui fai delle cose per gli altri. Non so di dove siete: i vostri modi di vedere gli altri sono lontanissimi dai miei, voi venite da un mondo diverso rispetto al mio, da un altro pianeta. La conclusione della parabola è piena di sorprese. SIPARIETTO…..”EVANGELICO” Prima di tutto è sfatata l'idea della porta stretta coPer sorridere un po’ me porta per pochi, per i più bravi: tutti possono passare. Oltre quella porta Gesù immagina una festa multicolore: verranno da oriente e occidente, dal nord e dal sud del mondo e siederanno a mensa. Il sogno di Dio: far sorgere figli da ogni dove. Li raccoglie, per una offerta di felicità, da tutti gli angoli del mondo, variopinti clandestini del regno, arrivati ultimi e da lui considerati primi. Gesù li riconosce dall'odore, lui che con le pecore sperdute, sofferenti, malate si è mischiato per tutta la vita. Li riconosce perché sanno il suo stesso odore.

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Adeste 20162016 - 5°/34 5°/ 34 «Le mie braccia sono corte adesso, se le prolunghiamo con le tue braccia riesco a toccare i poveri di Roma e d’Italia, io non posso uscire, tu sì» Papa Francesco al vescovo Konrad Krajewski

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n agosto Roma si svuota, alcune mense per i poveri chiudono per qualche giorno, anche molti volontari vanno in vacanza. Una possibilità che non hanno i senzatetto, abituati a vivere per strada. Impossibile per loro anche soltanto una gita mordi e fuggi. Ma quest’anno qualcuno ha pensato di offrire anche ai clochard che vivono nei dintorni del Vaticano qualche ora di svago in riva al mare. Un lungo bagno e una cena in pizzeria. Uno sprazzo di normalità vacanziera. È il vescovo Konrad Krajewski, l’elemosiniere pontificio, cioè il prelato che distribuisce la carità del Papa, organizza i servizi docce e barberia per i senzatetto sotto il colonnato di San Pietro, si reca personalmente due sere alla settimana a distribuire viveri e bevande ai clochard delle stazioni ferroviarie romane in compagnia di guardie svizzere e gendarmi vaticani. È lui a organizzare anche le gite pomeridiane al mare per i poveri che bivaccano nella zona di San Pietro. «In questo periodo - racconta a “La Stampa” il vescovo - continuiamo insieme alle guardie svizzere e ai gendarmi a portare cibo nelle stazioni Termini e Tiburtina - mentre di pomeriggio, utilizzando il nostro pulmino, accompagno gruppi di dieci senzatetto a fare un bagno». Monsignor Krajewski, per Konrad Krajewski distribuisce ai poveri per il Papa tutti «don Corrado», prima raduna i clochard, quindi si mette lui stesso alla guida del minibus e si dirige verso il litorale romano, nella zona di Fregene, a una trentina di chilometri dal centro della capitale. La località dove più spesso approdano è la spiaggia di Passoscuro. Ai suoi ospiti, dopo averli imbarcati nel pulmino, viene offerto tutto lo stretto necessario: costumi da bagno, asciugamani e anche grandi teli per distendersi a prendere il sole sulla sabbia. «Siamo un gruppo “sui generis” - confida il prelato - un bagnino ci ha chiesto chi fossimo, non passiamo inosservati. Chi vive per strada ha la faccia scurita e indurita dal sole, ma il corpo è bianco come il latte». I clochard insieme a monsignor Krajewski fanno un lungo bagno, poi si godono un po’ di relax in riva al mare, fino all’ora di cena. «Concludiamo sempre la nostra gita in pizzeria - spiega il vescovo - come fanno molte persone che sono in vacanza in questo periodo e che di tanto in tanto escono a mangiare una pizza. Non salviamo certo il mondo con queste iniziative. Non risolviamo certo i tanti problemi dei senzatetto di Roma. Ma almeno restituiamo loro un po’ di dignità. Sono rimasto molto colpito da vedere come si comportano in queste occasioni. Sanno stare insieme, e quando siamo a tavola, al ristorante, se uno del gruppo sta parlando e sta raccontando qualcosa, tutti gli altri lo ascoltano in silenzio. Anche qualcuno di loro che solitamente appare più agitato e problematico, si rasserena». La pizza a fine giornata per tutti i membri della comitiva è offerta da Papa Francesco. Fino ad oggi i clochard che hanno già partecipato a queste gite pomeridiane guidate da Krajewski sono un centinaio. «Ieri con me sono venuti due albanesi, un afghano, un ucraino, un georgiano, un indiano e tre italiani - racconta il vescovo elemosiniere -. Durante il viaggio abbiamo cantato, ascoltando la radio. Per questi nostro fratelli bisognosi e abituati a vivere nella precarietà, sono occasioni che rimangono nella memoria, hanno la possibilità di sentirsi come tutti gli altri. Già più d’uno rivedendomi mi ha chiesto: “Padre, quando mi riporta al mare”?». Com’è noto, Papa Bergoglio ha fatto installare delle docce e un servizio barberia sotto il colonnato di San Pietro, a disposizione dei senzatetto. Sono stati anche attivati servizi medici e visite specialistiche. (Andrea Tornielli-Vatican Insider) 4


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Ho scritto una canzone per Francesco che mi ha salvato la vita

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ai successi di un programma televisivo di prima serata alla vita forzata in strada, senza un tetto sotto cui dormire. Dalla notorietà alla depressione più assoluta, alla paura di non riuscire ad arrivare a fine giornata con qualcosa da mangiare per sé, sua moglie e sua figlia. Poi, un giorno, l’incontro che gli ha cambiato la vita: quello con Konrad Krajewski, l’Elemosiniere del Papa. Questa è la storia di Roberto Carlos, 34 anni, musicista di Malaga (una città della Spagna mer idionale). Proprio in questi giorni è un anno che vive in Italia: «Arrivai spinto dalla disperazione, perché nel mio Paese avevo perso tutto. Ero un musicista noto in televisione, la gente mi chiedeva l’autografo in strada, poi al momento di pubblicare un disco con i successi del programma che ho fatto per tanto tempo, la casa discografica mi ha ingannato. Ho provato a ribellarmi, ma in poco tempo mi hanno emarginato dall’ambiente, così ho finito per perdere tutto. Non mi sono più potuto permettere un affitto e sono finito a dormire in strada. Ho fatto vivere alla mia famiglia un periodo bruttissimo». Mentre parla, lo sguardo dolce della moglie Maria non lo molla un solo istante: «È stato grazie a lei, se ho trovato la forza di reagire», spiega Roberto sorridendole. «Insieme abbiamo deciso di andar via dalla Spagna e provare a ricostruirci una vita in Italia». Ma all’inizio è stato molto difficile anche nel nostro Paese: «Ho provato a mantenermi suonando la chitarra in strada, ma non bastava certo per un affitto. Non avevamo dove dormire…». Poi un giorno Roberto viene a sapere che papa Francesco ha fatto costruire delle docce per i senzatetto sotto il Colonnato del Bernini: «Andai per curiosità e scoprii che era proprio vero. Feci la doccia più bella della mia vita. Poco dopo, vidi avvicinarsi un sacerdote che non conoscevo. Si presentò semplicemente, dicendo “Ciao, come stai? di dove sei?”… Sembrava voler sapere qualcosa in più della mia storia, nient’altro… Lo rividi altre volte, nei giorni successivi. Quando mi dissero che era l’Elemosiniere del Papa, non ci volevo credere!». Ora don Corrado Krajewski, così come monsignor Guido Marini, sono suoi i fari e quando ne parla gli brillano gli occhi: «Non sapevo che questi incontri mi avrebbero cambiato la vita. In poche settimane, sono stato invitato a far parte dei senzatetto chiamati a distribuire il Vangelo in piazza San Pietro, ho assistito al grande concerto per i poveri, ho finalmente sentito che qualcuno si prendeva cura di me. Il parroco della chiesa di Sant’Anna ha scritto per mio conto una lettera di richiesta per un aiuto economico all’Elemosineria apostolica. Quando fu accolta… di nuovo: non ci volevo credere!». Dallo scorso luglio, Roberto, sua moglie e la figlia sedicenne Elisabetta vivono finalmente in una camera di un appartamento romano. Con la sua inseparabile chitarra («L’unica cosa che non ho mai voluto vendere e che ho sempre custodito con cura anche quando dormivo in strada») ha composto una canzone per il Papa: «Si intitola Francisco es universal, ossia Francesco è universale. Vorrei farla sentire a lui, ma ho solo una registrazione al cellulare, perché non ho i soldi per farne una di buona qualità. È il mio sogno e chiedo aiuto a tutti quelli che incontro. Chissà che il vostro giornale non riesca a esaudirlo…».

di Valentino Maimone (La Stampa) 5


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La prima volta che ho visto la televisione…. Di Barbara Bertolini (http://altritempiraccontati.blogspot.ro)

Negli anni ’50 del secolo appena passato, una piccola finestra affacciata sul mondo ha rivoluzionato il nostro modo di vedere e percepire le cose: la televisione! Ecco la prima volta che ho visto questo schermo magico…. correva l’anno 1958 (forse)

Ho 9 o 10 anni (non ricordo bene), verso le 11 del mattino sto tornando a casa in compagnia di Angela e passiamo davanti all’Asilo, una struttura che a San Giovanni è punto di riferimento importante poiché vi è il cinema e un ricovero gestito da suore che ospita piccini e handicappatati in difficoltà. Angela, una bella ragazza che ha appena festeggiato i suoi 14 anni, appartiene a quella categoria di persone comunicative, allegre, la simpaticona per eccellenza la cui compagnia è molto richiesta. Dal cinema si affaccia qualcuno e la chiama, le deve far veder una cosa davvero particolare. Entriamo curiose e là, su un tavolo, è poggiato uno scatolone cubico con una facciata a vetro, circondato di legno liscio. Sotto, dei pulsanti che qualcuno s’ingegna a far funzionare. Poi, all’improvviso, lo schermo s’illumina e compare un topolino con una voce nasale strana, che corre dietro ad un cane tonto dal nome Pluto. E’ Mickey Mouse. Non so cosa sia un cartone animato, è la prima volta che ne vedo uno, anzi è la prima volta che vedo la televisione, e la mia risata parte immediata, rigogliosa, prolungata, più vedo il topo e più rido, non riesco a fermarmi. Con la mia ilarità cristallina contagio le trequattro persone presenti, tutte adulte. Loro non ridono per topolino, non lo capiscono, ridono della mia allegria. Invece, per me, è amore a prima vista. D’ora in poi, qualsiasi cartone animato mi inchioderà vicino a quella magica scatola e, a qualsiasi età, non smetterò di divertirmi con le animazioni di Walt Disney and Cie. Va detto che quella trasmissione mattutina era sperimentale, poiché fino alla metà degli anni ’60 i programmi televisivi si trasmettevano solo a partire dalle 8 di sera, in bianco e nero ben inteso. Barbara Bertolini

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La fortezza di POENARI

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ituato sul corso IL VERO CASTELLO superiore del DI DRACULA fiume Argeş, a soli 27 km da Curtea de Argeş, in un paesaggio di uno splendore unico, la fortezza Poenari attira sempre più visitatori dal paese e dall'estero. La posizione della fortezza in un paesaggio meraviglioso, il suo valore storico, l’aria carica di mistero che la circonda, la sua sublime immagine tra le nuvole, cielo e foreste, non può non deliziare e affascinare lo spettatore. Per arrivare ad essa bisogna salire 1480 gradini che si snodano attraverso la foresta fitta di faggi, ma una volta arrivati sopra qualsiasi traccia di stanchezza scompare vedendo il magnifico panorama che si svolge sulle Gole di Argeş e Transfăgărăşan. Conosciuta come la "Cittadella di Vlad l'Impalatore", essa ha attirato dei posti di televisioni del calibro di National Geographic, Discovery o History Channel, che hanno dei reportage impressionanti su questi luoghi. A quanto pare il romanzo "Il Castello dei Carpazi" di Jules Verne, è stato ispirato alle leggende di questa misteriosa cittadella.

La costruzione della cittadella, tra storia e leggenda Si dice che la prima torre è stata eretta nel XIII secolo, durante il regno del principe Negru Vodă, facendo par te di un piano di for tificazioni per la difesa del confine settentrionale della Valacchia. Vlad Ţepeş o Vlad l'Impalatore, nel 1456 rafforza la cittadella costruendo altre 4 torri e delle mura di pietra e mattoni. Il principe lo fa diventare un luogo di rifugio, una residenza secondaria, in parallelo con quella di Tărgovişte. La Cittadella Poenari ha contribuito alla vittoria finale dei romeni nel 1462, quando il principe ha ingannato i turchi, montando la ferratura dei cavalli al contrario, riuscendo così a ritirarsi con il suo esercito nella cittadella. Una delle leggende sulla costruzione della cittadella, tramandata di padre in figlio, dice che: i boiardi di Tărgovişte, spaventati dalla durezza del principe Vlad l'Impalatore, si sono riuniti in segreto per catturare il principe e consegnarlo al Sultano. Ma Vlad l'Impalatore, scoprendo il loro piano l’ha utilizzato contro di loro e mandò i suoi uomini per catturare i nobili riuniti in una chiesa la Domenica di Pasqua. Essi sono stati costretti a camminare per 100 km, fino alla Curtea de Argeş e da qui fino ad uno stretto chiamato le Gole di Argeş. Là, li aspettava il principe Vlad, alzando la clava verso le altezze vertiginose delle gole, avrebbe detto: "Boiardi e nobiltà, Signori e Signore, voi che avete complottato la mia morte nelle vostre camere, guardate quel nido di aquile, lassù, dovrà erigere fino alla Domenica di Tommaso l’infedele una fortezza fatta da mura, per appendere il sole sulla sua fronte." I nobili hanno lavorato giorno e notte, perché sapevano che Vodă non scherzava ed in una settimana la cittadella era pronta. A seguito di questa leggenda, la cittadella è stata chiamata anche "il nido delle aquile dei bravi di una volta." 8


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venzionata dal Governo italiano, ai sensi della legge Crispi del 1889, e nuova funzionava la mattina per i fanciulli e terra degli immigrati la sera per gli adulti. Della loro educaitaliani benchè fosse zione nei primi decenni del secolo si parte di un villaggio occupò il sacerdote della comunità, di agricoltori della Luigi Di Benedetto. regione amministra- Il primo contratto di affitto collettivo tra le 72 famitiva di Tulcea, non glie e il Governo romeno fu firmato il 1° ottobre era pienamente 1890 e i i rappresentati dalla comunità italiana erano sfruttata,cosicché assistiti da ufficiali dalla Legazione italiana di Buessi, essendo agricarest e dal Consolato italiano di Galaţi. Il contratto coltori, dovettero doveva essere rinnovato ogni 15 anni, così che le iniziare tutto da ze- trattative della riconferma della concessione sarebALINA DOROJAN ro. Era un paesino bero dovute iniziare un anno prima della scadenza. (Doctor, Universitatea Roma Tre) distinto dagli altri Presente su :www.academia.edu per la principale oc- Nel primo anno di contratto, ogni famiglia ricevette dal Governo italiano un prestito di 150 lire. Questa cupazione dei suoi abitanti, in una zona in cui la grande maggioranza della popolazione rurale si oc- superficie stabilita all’inizio dell’affitto non poteva essere modificata ulteriormente nonostante le richiecupava dello sfruttamento delle cave di granito dai ste della colonia a causa della crescita demografica. Monti Măcin. Nel tempo si registrarono irregolarità riguardo agli La popolazione del villaggio era costituita da etnie ettari occupati dagli italiani così che ci fu bisogno diverse: quella dei romeni, che nel 1899 contava 64 famiglie, quella tedesca di 58 famiglie, una colo- dell’intervento delle autorità consolari italiane presnia il cui insediamento risale a al 1840 e che fondò so quelle romene per una lite concernente il rispetto contrattuale da parte degli italiani. il villagio dopo l’arrivo dall’Imperio Russo, quella Da Cornesti fino a qui si era così creata la più combulgara di 28 famiglie, e quella degli italiani di 64 patta comunità rurale italiana di Romania rafforzata famiglie, in totale 332 persone. dalle difficoltà che avevano superato tutti insieme. Il reddito annuo del villaggio era nel tempo aumenIl numero delle famiglie che presero in affitto i 15 tato ed infatti c'era anche un ufficio telegrafico, i cui servizi erano usati da tutti gli abitanti delle loca- ettari è diverso da una fonte all'altra. .Da quelle 50 lità vicine. Il villaggio di Cataloi si trovava a 12 km famiglie arrivate nel 1879 da Rovigo a Corneşti, della città di Tulcea, porto sul Danubio, e alla metà dieci anni dopo, 72 famiglie hanno deciso di continuare la loro vita in Romania, mentre le altre sono distanza sulla via tra alte città danubiani, Galaţi e ritornate in Italia secondo il Sulina. Cataloi disponerapporto di Palma di Cava di un territorio di stiglione. Dall’altra parte, 2.410 ha, da cui 1.240 la Legazione italiana a ettari appartenevano allo Bucarest, in una lettera Stato romeno. Una supermandata al Ministero deficie di 1.080 ettari fu gli Affari Esteri romeno, affidata alle 72 famiglie il 29 novembre 1930, acitaliane per un prezzo cennava un numero di cirmodico, tra 5 e 7 lei per ca 100 famiglie che aveun ettaro per anno. Quinvano ricevuto un totale di di ogni famiglia ricevette 1.080 ettari, nonostante il un lotto di 15 ettari. Nel contratto iniziale fosse 1866 Gr. Dǎnescu disse stato stipulato solo da 72 che i residenti di Cataloi capi da famiglia contraendesideravano avere nel ti. Le entrambe cifre, benchè diverse, riflettono la loro villaggio una chiesa diversa per ogni etnia. stessa realtà se teniamo conto del fatto che alle 72 Nello stesso anno fu fondata la prima parrocchia italiana in Romania curata dal prete Davide Bacca- famiglie trasferite da Corneşti furono affiancate nelli, seguito poi dal sacerdote Luigi di Benedetto altre famiglie italiane dalla Moldavia, attirate dalla notizia della concessione di terreni agricoli di Doe nel 1926 dal prete Paolo Perschini. brugia da parte del Governo La popolazione italiana fu organizzata con la chieromeno. sa, la scuola e la casa canonica. La scuola fu sov9


Adeste 20162016 - 5°/34 5°/ 34 LITURGIA EUCARISTICA LETTURE: Is 66,18-21 Sal 116 Eb 12,5-7.11-13 Lc 13,22-30 C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. La nostra fede risulta debole e insufficiente. Spesso il peso del peccato rallenta il nostro cammino. Rinnoviamo insieme la nostra fiducia in Dio e invochiamo da lui il perdono. Breve pausa di riflessione personale Signore, che ci chiami a salvezza, abbi pietà di noi. Signore, pietà. Cristo, che sei per noi Via, Verità e Vita, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore, che ci raccomandi di entrare per la porta stretta, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. O Padre, che chiami tutti gli uomini per la porta stretta della croce al banchetto pasquale della vita nuova, concedi a noi la forza del tuo Spirito, perché unendoci

al sacrificio del tuo Figlio, gustiamo il frutto della vera libertà e la gioia del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro del profeta Isaia Così dice il Signore: «Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti. condurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore. Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

zione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati. Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Alleluia VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Luca A. Glora a te o Signore A. In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi riSALMO RESPONSORIALE R. Tutti i popoli vedranno la sponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: gloria del Signore. Genti tutte, lodate il Signore, po- “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato poli tutti, cantate la sua lode. R/. nelle nostre piazze”. Ma egli vi Perché forte è il suo amore per dichiarerà: “Voi, non so di dove noi e la fedeltà del Signore dura siete. Allontanatevi da me, voi tutper sempre. R/. ti operatori di ingiustizia!”. Là ci Seconda Lettura sarà pianto e stridore di denti, Dalla lettera di S.Paolo agli Ebrei quando vedrete Abramo, Isacco e Fratelli, avete già dimenticato l’ Giacobbe e tutti i profeti nel reesortazione a voi rivolta come a figli: «Figlio mio, non disprezzare gno di Dio, voi invece cacciati la correzione del Signore e non ti fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da perdere d’animo quando sei rimezzogiorno e siederanno a menpreso da lui; perché il Signore sa nel regno di Dio. Ed ecco, vi corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce co- sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». me figlio». È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo come figli; e qual è il figlio che OMELIA (seduti) non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni corre-

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Adeste 20162016 - 5°/34 5°/ 34 Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Fratelli e sorelle, Dio Padre vuole la salvezza di tutti. Rivolgiamogli dunque la nostra fiduciosa preghiera. Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci, o Signore. Per coloro che nella Chiesa svolgono un ministero: sostenuti dalla grazia, possano svolgere con frutto la loro missione nel mondo, preghiamo. Per tutti i cristiani: sappiano promuovere i valori del Vangelo, anche a prezzo di qualche sacrificio, preghiamo. Perché la nostra vita non sia contraddittoria con la testimonianza del Vangelo, ma diventi continuo impegno perché tutti siano salvati nell’amore fraterno, preghiamo. Per noi: di fronte al dono della Salvezza sappiamo corrispondere con gratitudine attraverso gesti di carità, preghiamo. C. O Dio onnipotente, che hai inviato il tuo Figlio per indicarci la via della salvezza, aiutaci a seguirlo fino alla croce. Per Cristo nostro Signore.

A.

Amen. LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. O Padre, che ti sei acquistato una moltitudine di figli con l'unico e perfetto sacrificio del Cristo, concedi sempre alla tua Chiesa il dono dell'unità e della pace. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. È’ cosa buona e giusta. C È veramente giusto benedirti e ringraziarti, Padre santo, sorgente della verità e della vita perché in questo giorno di festa ci hai convocato nella tua casa. Oggi la tua famiglia, riunita nell'ascolto della parola e nella comunione dell'unico pane spezzato fa memoria del Signore risorto nell'attesa della domenica senza tramonto, quando l'umanità intera entrerà nel tuo riposo. Allora noi vedremo il tuo volto e loderemo senza fine la tua misericordia. Con questa gioiosa speranza, uniti agli angeli e ai santi, proclamiamo a una sola voce l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen

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C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C Porta a compimento, Signore, l'opera redentrice della tua misericordia e perché possiamo conformarci in tutto alla tua volontà, rendici forti e generosi nel tuo amore. Per Cristo nostro Signore. C. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


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n invito a non dimenticare e a impegnarci nella lotta alle nuove forme di schiavitĂš Il 23 agosto si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale di commemorazione della tratta degli schiavi e della sua abolizione. La data è stata scelta in ricordo della notte tra il 22 e il 23 agosto 1791, quando a Santo Domingo iniziarono le rivolte, al comando di Toussaint Louverture, il primo generale nero della storia, che aprirono la strada verso l'abolizione della tratta atlantica degli schiavi. Fu quella la prima vittoria degli schiavi contro i propri oppressori. PerchĂŠ una tragedia simile, che ha costretto milioni di persone a sradicarsi dalla propria terra ed essere deportati nelle condizioni piĂš disumane, rimanga impressa nella memoria collettiva è stata istituita una giornata di commemorazione. Vuole essere l’occasione per una presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica delle ragioni storiche e delle conseguenze di un dramma troppo a lungo nascosto o negato. Si è trattato di un questo crimine contro l’umanitĂ , che ha profondamente compromesso le relazioni tra Africa, Europa e Americhe, I SANTI DELLA alimentando pregiudizi razziali e l’ideologia dell’inSETTIMANA tolleranza. 21 D s. PIO XX Papa Come ha ribadito Koichiro Matsuura, Direttore Generale UNESCO nel decennio 199922 L Beata V. Maria Regina 2009,"Istituzionalizzare la memoria, impedire l’oblio, richiamare il ricordo di una tragedia lungamente 23 M s.Rosa da Lima occultata o sconosciuta e restituirle la collocazione che deve essere la sua nella coscienza degli uomini, 24 M s. Bartolomeo è, in effetti, rispondere al nostro dovere di memoria". La Giornata intende anche sensibilizzare le persone 25 G s. Giuseppe Calasanzio sulle nuove schiavitĂš, che ancora oggi sopravvivono, 26 s. Alessandro nonostante il commercio di esseri umani sia vietato per legge in tutto il mondo. 27

27 S

s. Monica

C6 7: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii� din ClujNapoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00

B : Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto *°* Polimeni, Tel:0770953530 A69 I 6* : Domenica ore 11:00 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober to70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa nella Chiesa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. in diretta su www.telestartv.ro 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul *°* "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. T*;* < : Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi*°* I *: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica Domenica ore 18:00. ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi, Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Mail:parohiafabric@googlemail.com Alelembo73@gmail.com *°*

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