201638 2016 - 5°/38 5°/ (9) - Francesca Porcellato (crono H1/2/3), Beatrice Vio (fioretto categoria B), Assunta OroAdeste Legnante (lancio del peso categoria F11/12), Luca Mazzone (crono H2), Vittorio Podestà (crono H1), Giancarlo Masini (crono C1), Alex Zanardi (crono H5), Federico Bocciardo (400sl S6), Federico Morlacchi (200m misti SM9) Argento (11) - Alberto Luigi Simonelli (tiro con l'arco), Federico Morlacchi (100 metri rana), Oney Tapia (lancio del disco F11), Giulia Ghiretti (100m rana SB4), Cecilia Cammelli( ni (nuoto 400m S11), Michele Ferrarin (triathlon), Martina Caironi (salto in lungo T42), Francesco Bettella (100m dorso categoria S1), Giovanni Achenza (triathlon categoria PT1), Federico Morlacchi (400m stile libero S9), Alex Zanardi (crono prova in linea H5) ( Bronzo (6) - Efrem Morelli (50 metri rana SB3), Giada Rossi (tennis tavolo classe 1/2), Mohamed Amine Kalem (tennistavolo categoria 9), Elisabetta Mijno e Roberto Airoldi (tiro con l'arco misto), Vincenzo Boni (50m dorso S3), Giulia Ghiretti (50 metri farfalla S5) (Fonte: www.Panorama.it)
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IL SEGRETO DI ALEX ZANARDI, TERZO ORO A CINQUANT'ANNI. 14/09/2016(Elisa
Chiari) E' probabile che Zanardi non avesse bisogno di vincere ancora, il terzo oro di oggi è un di più. Ma siamo noi ad aver bisogno della sua ennesima medaglia per rivedere la sua esultanza e per prenderci il salutare schiaffone che ne deriva.
N
on è necessario che Alex Zanardi, al terzo oro paralimpico dopo i due di Londra nell'handbike (cronometro), vinca sempre per prenderci metaforicamente per le orecchie e riendirizzarci sulla giusta prospettiva, perché lo fa ogni giorno vivendo, però aiu-
ta. Aiuta perché quando vince esplode nella genuina esultanza di chi si scopre una volta ancora campione e l’immagine di quell’esultanza pura – di cui lo sport soltanto sa davvero cogliere l’attimo - fa bene a lui ma soprattutto fa bene a tutti noi. Ci fa bene perché non è consolatoria e perché assesta uno schiaffo al quotidiano mugugno delle nostre vite soltanto mediamente complicate. Non voleva essere un simbolo Alex, lo è diventato vivendo perché in una situazione che più complicata non si sarebbe potuto immaginare ha scelto di non commettere l’errore che troppo spesso attanaglia gli sportivi d’alto livello: la tentazione del reducismo, la nostalgia del bel tempo andato. Di più, ha avuto l’abilità di di non tradire sé stesso e la propria autoironia. Avrà avuto e certamente avrà ancora come tanti e più di tanti altri giornate no, ma è più bravo di noi a dirimerle guardando avanti e a non vivere concentrato su quello che non c’è. Non è solo per questo ma è soprattutto per questo che siamo così affezionati alla sua handbike puntata verso l’ennesimo traguardo, ed è per questo che ogni volta che parte vien voglia di ripetergli l’adagio di Guerre stellari augurandoci e augurandogli che la forza sia con lui, sapendo già come va a finire: con la retorica del consiglio da supereroi seppellita da una risata. La risata di Alex: il segreto della sua grandezza di persona prima che di campione, il segreto del successo di una persona seria (ma non seriosa) a distanza di sicurezza dal rischio di prendersi troppo sul serio. 3
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Ha muscoli d’acciaio e un cuore d’oro Piotr Malachowski, il discobolo polacco medaglia d’argento a Rio 2016. Il campione ha deciso, infatti, di donare la sua medaglia in beneficenza. Il ricavato contribuirà alle costose spese dell’operazione chirurgica cui dovrà sottoporsi Olek, un bambino di tre anni affetto da un raro tumore.
67 metri e 55 centimetri. Questa la distanza che ha permesso al campione polacco di agguantare la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio 2016. Piotr Malachowski è salito sul secondo gradino del podio dietro il tedesco Christoph Harting (68.37 metri) e davanti l’altro tedesco Daniel Jasinski (67.05 metri). Un sogno che si è avverato dopo fatica e allenamenti estenuati e che potrebbe regalare la felicità ad un bambino di soli tre anni. Piotr Malachowski ha deciso, infatti, di mettere la sua medaglia all’asta. Il ricavato sarà devoluto alle cure cui dovrà sottoporsi il piccolo Olek. Affetto da un raro tumore al bulbo oculare, il Retinoblastoma, il bambino dovrà sottoporsi ad una costosa operazione negli Stati Uniti. Obiettivo: raccogliere una cifra non inferiore ai 7mila euro.
“Vincere una medaglia olimpica soddisfa i sogni di una vita per un’atleta. Ovviamente la più preziosa è quella di oro. Ho fatto tutto quanto in mio potere per ottenerlo. Purtroppo non è bastato. Ma il destino mi ha permesso di aumentare il valore del mio argento. Appena dopo la gara mi ha scritto, una mamma che mi ha chiesto aiuto per salvare il suo bambino. Il piccolo Olek ha speso due anni della sua vita a combattere il cancro al bulbo oculare. Il Retinoblastoma è il cancro dell’occhio, esiste solo nei bambini inferiori ai 5 anni e sceglie appositamente i più deboli. In Polonia non ci sono possibilità di curarsi, e l’unica possibilità è volare per la terapia a New York. Ho deciso di aiutarlo e dare a Olek la medaglia vinta a Rio per l’asta. L’intero importo dell’offerta sarò stanziato per il trattamento. Incoraggio tutte le persone di buona volontà a pagare i soldi con il rispettivo account, inviando messaggi di testo, aiutando in ogni modo possibile i genitori e la famiglia #ocalicokoolka. A Rio ho lottato per l’oro, oggi mi appello a tutti: lottiamo insieme per qualcosa che è ancora più prezioso. La salute di questo fantastico ragazzo. Quindi siete tutti invitati all’asta:http:// bit.ly/2b41eXH. Se tu aiuti me, il mio argento può essere più prezioso dell’oro”. 4
Adeste 20162016 - 5°/38 5°/ 38 Non si può servire Dio e la ricchezza
L
a parabola del fattore infedele si chiude con un messaggio sorprendente: l'uomo ricco loda il suo truffatore. Sorpreso a rubare, l'amministratore capisce che verrà licenziato e allora escogita un modo per cavarsela, un modo geniale: adotta la strategia dell'amicizia, creare una rete di amici, cancellando parte dei loro debiti. Con questa scelta, inconsapevolmente, egli compie un gesto profetico, fa ciò che Dio fa verso ogni uomo: dona e perdona, rimette i nostri debiti. Così da malfattore diventa benefattore: regala pane, olio, cioè vita, ai debitori. Lo fa per interesse, certo, ma intanto cambia il senso, rovescia la direzione del denaro, che non va più verso l'accumulo ma verso il dono, non genera più esclusione ma amicizia. Il personaggio più interessante della parabola, su cui fermare l'attenzione, è il ricco, figura di un Signore sorprendente: il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza, aveva puntato tutto sull'amicizia. Qui il Vangelo regala una perla: fatevi degli amici con la disonesta ricchezza perché quando essa verrà a mancare vi accolgano nelle dimore eterne. Fatevi degli amici. Amicizia diventata comandamento, umanissimo e gioioso, elevata a progetto di vita, fatta misura dell'eternità. Il messaggio della parabola è chiaro: le persone contano più del denaro. Amici che vi accolgano nella casa del cielo: prima di Dio ci verranno incontro coloro che abbiamo aiutato, nel loro abbraccio riconoscente si annuncerà l'abbraccio di Dio, dentro un paradiso generato dalle nostre scelte di vita. Nessuno può servire due padroni. Non potete servire Dio e la ricchezza. Affermazione netta: il denaro e ogni altro bene materiale, sono solo dei mezzi utili per crescere nell'amore e nella amicizia. Sono ottimi servitori ma pessimi padroni. Il denaro non è in sé cattivo, ma può diventare un idolo e gli idoli sono crudeli perché si nutrono di carne umana, aggrediscono le fibre intime dell'umano, mangiano il cuore. Cominci a pensare al denaro, giorno e notte, e questo ti chiude progressivamente in una prigione. Non coltivi più le amicizie, perdi gli amici; li abbandoni o li sfrutti, oppure saranno loro a sfruttare la situazione. La parabola inverte il paradigma economico su cui si basa la società contemporanea: è il mercato che detta legge, l'obiettivo è una crescita infinita, più denaro è bene, meno denaro è male. Se invece legge comune fossero la sobrietà e la solidarietà, la condivisione e la cura del creato, non l'accumulo ma l'amicizia, crescerebbe la vita buona. Altrimenti nessun povero ci sarà che apra le porte della casa del cielo, che apra cioè fessure per il nascere di un mondo nuovo.
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E ne ha regalati 2 al Papa
Reggio Emilia, 29 aprile 2015 (Il Resto del Carlino)
E
ra un mercoledì piovoso. Il mercoledì mattina di qualche mese fa, quello in cui all’«asinaro di Montebaducco», come lui stesso ama definirsi, si sono riempiti gli occhi di lacrime. «Sono andato in Vaticano a portare due dei miei asinelli al Papa... Non ci crede? Ho le foto... »
Giuseppe Borghi, 70 anni alle porte e un sorriso contagioso, corre in casa a prendere quella busta bianca e preziosa. Attorno c’è la sua azienda agricola: il più grande allevamento d’asini d’Europa: 800 esemplari, undici r azze diver se, anche le più r ar e (l’elegante romagnolo, il Martina Franca, l’Amiatino, il piccolo e nero sardo, il San Domenico, l’asiatico, il pezzato irlandese, il bianco egiziano, l’andaluso, il ragusano). Un mondo in cui il tempo sembra si sia fermato, tra il verde delle colline di Matilde. Borghi scorre le immagini di quegli istanti. Le mani ruvide tremano ancora, in preda a una gioia che non si può raccontare. «L’idea è venuta a Pierluigi, un ragazzo svizzero che commercializza il latte d’asina che produciamo qui – racconta Borghi –. Regaliamo due asini al Papa?, mi ha detto un giorno. Sarebbe un sogno, ho risposto io. Lui ha preso i contatti con il Vaticano. E dopo qualche tempo ci hanno fissato l’appuntamento». Il sogno si stava concretizzando. Era arrivato il momento di scegliere i due esemplari più belli. La scelta è statua ardua. «Ho cercato tra quelli più piccoli. E ho scelto i migliori: due gioiellini di razza sarda, di nove mesi, appena svezzati. Noè e Thea. Li ho chiamati così». Poi sono partiti. Lui, Pierluigi e i due asinelli. «Bergoglio ci ha ricevuti all’interno dei cortili – continua l’allevatore –. L’incontro sarà durato dieci minuti, ma è stato indimenticabile. Come sono belli... Sapete che io da bambino ho bevuto il latte d’asina?, ha detto il Papa. Ero senza parole. Stava sotto la pioggia senza ombrello, per bagnarci come ci bagnavamo noi. Però sono riuscito a rispondere: Se ne vuole vedere di più deve venire a Montebaducco... Chissà che non mi prenda in parola... » Ora i due asinelli sono nell’azienda agricola di Castel Gandolfo, assieme a vacche, galline e altri animali. Un dipendente del Vaticano ha già chiamato per farsi spiegare come gestirli al meglio. Lui ne va fiero. E fa bene. Quell’uomo che aveva nella testa un miraggio, nel tempo ha costruito un capolavoro. Un’azienda agrituristica nata nel 1996, divenuta poi fattoria didattica, meta di scolaresche, di famigliole in gita; ma anche ristorante tipico, con cinque camere da letto e un punto vendita di prodotti alimentari e cosmetici a base di latte d’asina. Il fiore all’occhiello del figlio Davide, 44 anni, che porta avanti la passione di famiglia. Animali allevati in libertà nel verde, alimentati con prodotti biologici: foraggi di erba medica, fiocchi d’orzo e d’avena. «Abbiamo anche riscoperto assieme all’università di Bologna la vera ricetta della mortadella, che nell’antichità si faceva con la carne di asino – sorride –. Ora la facciamo produrre a Correggio. Siamo gli unici. E, mi creda, gli svizzeri ne vanno matti... » 6
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La
parola spreco, a Trasquera, 1.100 metri sopra il resto del mondo, è bandita. «Non voglio sentirne parlare», ripete il sindaco Arturo Lincio alle troupe di giornalisti che affollano la piazzetta ordinata del paese. Frontiera tra Piemonte e Svizzera, ultimo scampolo di terra abitata fra le montagne. È qui che il 12 settembre ha riaperto i battenti la scuola più “speciale” d'Italia: quella per Ingrid. Rimane soltanto lei, a frequentare la quinta elementare di quest'anno. E per lei soltanto il Comune ha deciso di lottare contro le leggi dello Stato. Che per formare le classi, e non chiudere le scuole, prevedono un limite minimo di dieci alunni. «Dallo Stato infatti non è arrivato un euro, ci tengo subito a dirlo». Lincio è un fiume in piena di orgoglio e sano campanilismo montanaro. Per la scuola di Trasquera ha usato i finanziamenti della Regione Piemonte destinati alle scuole di alta montagna e una parte dei fondi del Comune. «Cer to, abbiamo deciso di destinar li qui e non altrove, ma la scelta si basa sulla nostra priorità: sopravvivere». Allo spopolamento, s'intende. Che qui ogni anno miete decine di vittime. «Sono le giovani coppie che hanno deciso di restare e che poi, siccome i figli vanno a scuola a valle, decidono che anche per loro la valle è meglio». Così nel Comune si è arrivati a contare su poco più di 200 abitanti. «E così - continua Lincio - non abbiamo futuro». Il futuro allora è Ingrid, capelli biondi sciolti sul grembiule blu, un sorriso spensierato. A scuola, con e per lei, ci sono tre insegnanti: quella pr incipale, Monica, e poi quella di inglese e di religione. Per l'anno in corso hanno grandi progetti: collaborazioni con le scuole vicine di Varzo e Crodo («Perché la socializzazione è e resta fondamentale per la bimba»), gite, collegamenti in videoconferenza, persino una corrispondenza con una classe di ragazzini inglesi. Ingrid non vede l'ora di conoscerli, anche se le sue passioni sono matematica e scienze. E la cucina: «Sogno di diventare una pasticcera». Ma il futuro sono anche i bimbi piccoli di Trasquera, 5 per l'esattezza, che nel 2018 entreranno in classe. E altri 9 che invece ci arriveranno nel 2021. «Ecco perché il nostro è anche un investimento», spiega Lincio. Il più importante degli ultimi anni.
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La civiltà di Cucuteni 4600 e più anni prima di Cristo
U
na delle più impressionanti civiltà neolitiche è quella nota come Cucuteni-Trypillya che, su una superficie di 35.000 chilometri quadrati, include il nordest della Romania, la Moldova e il sud-ovest dell’Ucraina. E’ intitolata al villaggio di Cucuteni dove, nel 1884, furono rinvenuti i primi reperti archeologici. Caratterizzata dalla meravigliosa ceramica dipinta, la cultura Cucuteni risale agli anni 4.800 - 4.600 a.Chr.
La gente di quei tempi aveva uno stile di vita sedentario e si occupava con la caccia, l’agricoltura, la pesca, faceva vari mestieri e persino estraeva e vendeva il sale. Uno dei più importanti insediamenti in Romania, inserito nella civiltà di Cucuteni, è il villaggio Poduri, in provincia di Bacău, nell’est del Paese. Nel 1979 vi fu rinvenuto un sito archeologico molto ricco con abitazioni, attrezzi, depositi di provvigioni, ceramica dipinta, statuette e persino un mulino. Il Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena ha realizzato un documentario sul sito archeologico di Poduri. L’archeologo Dan Monah, che ha diretto gli scavi, ci ha offerto dei dettagli. “I primi abitanti di Poduri vi si stabilirono intorno al 4.800 a. Chr., e costruirono un primo villaggio, distrutto, ad un certo momento, da un incendio. Tornarono e ricostruirono il villaggio e il fenomeno fu ripetuto almeno 15 volte. La superficie che siamo riusciti a studiare per quasi 30 anni è purtroppo ridotta, ha circa 1.000 metri quadri, mentre la superficie dell’intero insediamento è compresa fra 60.000 - 80.000 metri quadri. A Poduri abitavano soprattutto agricoltori sedentari, che senza dubbio andavano a caccia e a pesca. Un vantaggio erano per loro le sorgenti salate, perché estraevano il sale e lo scambiavano per altri prodotti con le popolazioni che vivevano in zone prive di sale”, spiega l’archeologo. Dan Monah ha fatto riferimento ai più importanti reperti rinvenuti a Poduri. “Sono stati trovati grandi depositi di cereali e ricorderei un’abitazione con almeno 16 depositi del genere. Sono stati scoperti in varie fasi di costruzione, alcuni dalla forma di piccole scatole di un metro quadro, alti 45 centimetri, dunque con una capienza di mezzo metro cubo. Ma la scoperta più spettacolare nella zona è il cosiddetto mulino, una costruzione che conteneva 4 sili alti circa 1,10 metri. Al momento della scoperta un terzo di ciascuno conteneva cereali carbonizzati, uno conteneva orzo e gli altri due grano. Vicino ai sili c’era una costruzione rettangolare con 5 macine. E’ uno dei più antichi mulini dell’Europa sud-orientale”, aggiunge Dan Monah. La gente della civiltà di Cucuteni lavorava, ma pregava anche. Molto importante è anche l’inventario degli oggetti di culto rinvenuti da Dan Monah e dalla sua equipe a Poduri. 8
Adeste 20162016 - 5°/38 5°/ 38 “E’ stata rinvenuta una costruzione a due piattaforme. Vicino alla prima c’era un complesso formato da 7 statuette femminili, un trono in terracotta e un piccolo vaso di ceramica. Lo abbiamo chiamato la Sacra Famiglia, perché sembrava rappresentare la componente femminile di una famiglia: la madre e altri 6 personaggi femminili, che secondo le dimensioni e le caratteristiche sembravano di età inferiore. La scoperta più interessante, rinvenuta vicino alla seconda piattaforma, è stato un vaso contenente 21 statuette femminili, 13 troni e due oggetti che allora abbiamo chiamato OPN, cioè oggetti preistorici non-identificati. Il vaso in cui si trovavano gli oggetti sacri era protetto da un altro vaso rovesciato. Tutti erano rotti a causa del crollo delle mura e dei depositi aggiuntisi ulteriormente. Questo complesso, che abbiamo chiamato il sinodo delle dee, è una raffigurazione del pantheon della gente pre-Cucuteni, non solo di Poduri. 28 anni più tardi, nel villaggio di Isaia, in provincia di Iaşi, in un insediamento pre-Cucuteni, è stato scoperto un vaso con 21 statuette, 13 troni, 42 sfere perforate, dunque un multiplo di 21, 21 coni, 21 sfere incompletamente perforate. Ecco dunque una relazione tra due complessi di culto che rileva l’unità religiosa delle tribù pre-Cucuteni”, dice ancora l’archeologo. Il medico Romeo Dumitrescu, collezionista di ceramica di Cucuteni e finanziatore degli scavi, conferma quanto detto dall’archeologo Dan Monah. “I pezzi più belli possono essere considerati quelli del tesoro di Bohotin che contiene 21 dei, di cui 13 seduti su piccole sedie di terracotta. Più un oggetto molto bello, molto raro all’epoca, sempre parte di un tesoro di 21 statuette di terracotta, che contiene la più bella raffigurazione di una coppia disegnata sul lato di una sedia. Tutti gli oggetti sono bellissimi, ciascuno ha la sua stranezza, ma si tratta di disegni che non si ritrovano in altre culture, che attirano e possono diventare un’ossessione”, spiega Romeo Dumitrescu. La civiltà di Cucuteni è una manifestazione palpabile dell’uomo neolitico la cui creatività non era per nulla inferiore a quella della gente di oggi. Le meraviglie che l’archeologia porta oggi alla luce, sono incantevoli esempi di spirito pratico. (Radio Romania International 22.10.2013)
SITO ARCHEOLOGICO DI CUCUTENI (IASI) - NECROPOLI
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I
oana arriva per la prima volta in Italia nell’estate del 2006 all’età di 20 anni, per far visita al padre, emigrato alla volta di San Giovanni Rotondo fin dal 2000: “In Romania non c’era lavoro e lo stipendio medio equivaleva, ed equivale, a circa 200 euro mensili, così mio padre e poco tempo dopo anche mia madre, hanno deciso di trasferirsi in Italia in cerca di fortuna, lasciando me e le mie due sorelle a casa a Baia Mare, nel nord del Paese”. “Fino a qualche anno fa – continua- tutti i rumeni pensavano che venire in Italia significasse trovare un lavoro sicuro e guadagnare in fretta i soldi necessari per poter tornare a casa e vivere una vita migliore”. La prima volta in Italia è stata per Ioana una specie di gioco: “Mi piaceva stare in campagna con mio padre a cercare di imparare la lingua con l’aiuto dei suoi amici italiani, poi ho trovato lavoro come cameriera in un ristorante, ho lavorato per una stagione, poi sono tornata a casa, stessa cosa durante l’estate successiva, finché nel 2008 ho trovato un lavoro stabile come barista a Manfredonia.” Non è stato molto difficile trovarlo – afferma- “Forse sono stata presa subito perché essendo straniera e senza molta esperienza, il mio stipendio era abbastanza basso!”. Tuttavia i primi tempi sono stati duri, Ioana infatti non avrebbe mai pensato di rimanere a lungo in Italia, si sentiva sola per la mancanza delle sorelle e degli amici e non capiva bene l’italiano per cui aveva difficoltà nel lavoro. Per fortuna non ha mai subito episodi di razzismo esplicito e non è stata mai accusata di rubare il lavoro agli italiani: “Però adesso capisco che l’Italia non è più il Paese perfetto che immaginavamo in Romania nei primi anni 2000, anche qui è diventato difficilissimo trovare lavoro e mi dispiace quando sento che molte persone preferiscono far lavorare rumeni e stranieri al posto degli italiani, perché gli stranieri costano di meno!” La vita di Ioana cambia quando nel 2010 nel bar dove lavora conosce un italiano, Cosimo, anche lui barista: “Ci vedevamo da tanto tempo ma ci è voluto un po’ prima che iniziassimo a parlarci e a frequentarci”. Quando chiediamo quali sono le differenze fra i ragazzi rumeni e quelli italiani Ioana risponde con un divertito “non lo so!”. Invece secondo Cosimo le ragazze rumene non sono molto diverse dalle italiane: “Non è la nazionalità che conta ma l’indole della persona. Però in generale – aggiunge- le ragazze rumene sono forse più attaccate alla casa e alla famiglia e meno ‘mondane’rispetto a certe italiane.” Le rispettive famiglie hanno accettato quasi subito di buon grado l’amore di Ioana e Cosimo, nella famiglia di lui alle coppie miste sono abituati: “Fra i miei parenti c’è chi ha avuto relazioni con persone provenienti da mondi ancora più lontani della Romania, come ad esempio il NordAfrica”. Invece nella famiglia di Ioana erano inizialmente un po’ dubbiosi, “ma poi è bastato che conoscessero un po’ più a fondo Cosimo e la sua fami-
glia per far sparire ogni perplessità!” Cosimo e Ioana sono genitori di tre bellissimi bambini, le gemelle Maria e Melissa di 2 anni e mezzo e Pietro nato lo scorso Ottobre. Sanno di aver bruciato un po’ le tappe, ma si sentono soprattutto dei coraggiosi: “Di que-
sti tempi crescere tre figli così piccoli con un solo stipendio è molto dura, i nostri amici hanno un bambino, massimo due e c’è chi ha deciso di non averne affatto. Noi invece abbiamo stravolto tutti i canoni”. Ioana ha lasciato il lavoro per fare la mamma a tempo pieno anche se le piacerebbe tornare a lavorare nei prossimi anni. Cosimo invece si divide fra il bar ed il “secondo lavoro” di papà fra pappe, notti insonni e l’impagabile sorriso dei suoi figli. Infine chiediamo a Cosimo di parlarci delle sue impressioni sulla Romania, dove la famiglia Rinaldi Bogdan cerca di recarsi almeno una volta l’anno: “Da italiano immaginavo un Paese diverso, dove si respirasse povertà e violenza, invece è un Paese tranquillo, dove la gente lascia aperta la porta di casa e dell’automobile senza paura dei furti! Ciò che mi ha lasciato perplesso è il concetto che molti rumeni hanno dell’Italia – continua- credono che sia l’Italia e la sua legge a “rovinare” gli immigrati rumeni, permettendo loro di commettere azioni criminose. La legge rumena, a partire dai semplici posti di blocco, fino alle più aspre pene detentive, è molto più severa di quella italiana, i rumeni lo sanno, e alcuni di loro in Italia si sentono più liberi di compiere cattive azioni, incentivati anche dal fatto di essere in un Paese straniero dove sono più difficilmente riconoscibili”. (Annapina Rinaldi,. Stato Quotidiano Manfredonia. 14 Febbraio 2014)
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«
L'orologio del passato
Che ora è?» «Quanto tempo mi rimane per finire questo lavoro?» «A Che ora devo venire?» «Mi raccomando, sii puntale perché dopo ho un altro appuntamento». Il tempo è la nostra ossessione moderna e, per ricordarcelo, abbiamo nella casa un’infinità di marcatori del tempo. Orologi elettronici, svegliette, timer… non c’è angolo del nostro alloggio dove non ce ne siano, oltre ai vari orologi da polso che possediamo perché, ovunque ci troviamo, dobbiamo sempre sapere esattamente che ore sono per riuscire a chiudere la giornata. Viceversa, negli anni ’50 a casa di mia nonna c’era una sola sveglia, unica testimone del tempo che passava lentamente e che, quindi, non aveva bisogno di essere cronometrato. Negli anni ’40 addirittura in casa non c'era nulla e per sapere quando buttare la pasta bastava guardare l’ombra degli scalini dell'abitazione: quando arrivava al terzo scalino, era l’ora buona! Ma la famosa sveglia, eccola qua, faceva un rumore infernale quando suonava per un appuntamento mattutino molto importante. Mi ha raccontato la Meris che quando studiava all’università faceva le ore piccole sui libri e, al mattino, malgrado il rumore assordante dell’orologio, non riusciva a svegliarsi per seguire i corsi. Allora, per essere sicura di sentire la sveglia, la posava su un piattino con tante monetine dentro. Solo così, con il baccano infernale che faceva il tutto quando si metteva a trillare e, quindi a vibrare, riusciva ad emergere dal sonno profondo. La Meris è diventata poi medico, e successivamente, medico condotto proprio a San Giovanni e dintorni. L’altro orologio importante era quello da taschino esibito con orgoglio dagli uomini, che lo fissavano all’asola del panciotto con una lunga catena di metallo. I più ricchi avevano la catena d’oro. L'orologio da polso per uomini fu introdotto solo durante la prima guerra mondiale per sincronizzare il tiro delle artiglierie, infatti era più facile controllare l'ora al polso che tirare fuori l'orologio dal taschino. Anche le donne delle famiglie signorili fino agli anni ’40 portavano orologi a mo’ di collier o fissati con le spille e decorati con immagini graziose, spazzati poi via dagli orologi da polso. Dagli anni ’50 e fino alla fine degli anni ’70 gli orologi, che funzionavano a molla e che andavano quindi ricaricati ogni giorno (come la sveglia o i pendoli) per le signorine erano davvero molto piccoli, ritenuti più femminili. In quel periodo nelle case dei signori si potevano trovare gli orologi a pendolo che emettevano un suono lugubre o gli orologi a cucù e noi bambini ci precipitavamo nella stanza per vedere uscire l’uccellino. (Altri Tempi, giugno 2012 Barbara Bertolini) 11
Adeste 20162016 - 5°/38 5°/ 38 LITURGIA EUCARISTICA LETTURE: Am 8,4-7 Sal 112 1Tm 2,1-8 Lc 16,1-13 C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Vogliamo rivedere davanti al Signore come amministriamo la nostra vita, quali sono i conti che alla fine dei giorni o della settimana ci troviamo tra le mani. Certamente saremo in debito con lui, al di là dell’entità del debito di ciascuno. Chiediamo perdono dei nostri peccati e imploriamo la conversione del cuore. Breve pausa di riflessione personale Signore, che ci chiami ad essere amministratori fedeli nel tuo Regno, abbi pietà di noi. Signore, pietà. Cristo, che ti prendi cura del povero e dell’indigente, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore, che ascolti la nostra preghiera e ci doni la pace, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. O Padre, che ci chiami ad amarti e servirti come unico Signore, abbi pietà della nostra condizione umana; salvaci dalla cupidigia delle ricchezze, e fa' che alzando al cielo mani libere e pure, ti rendiamo gloria con tutta la nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo... A. Amen
LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro del Profeta Amos Il Signore mi disse: «Ascoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese, voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio e si potrà vendere il grano? E il sabato, perché si possa smerciare il frumento, diminuendo l’efa e aumentando il siclo e usando bilance false, per comprare con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandali? Venderemo anche lo scarto del grano”». Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe: «Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE R.
Benedetto il Signore che rialza il povero. Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre. R/. Su tutte le genti eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria. Chi è come il Signore, nostro Dio, che siede nell’alto e si china a guardare sui cieli e sulla terra? R/. Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i prìncipi, tra i prìncipi del suo popolo. R/. Seconda Lettura Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Figlio mio, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al
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cielo mani pure, senza collera e senza contese. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.Alleluia VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Luca A. Glora a te o Signore A. In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».Parola del Signore.
Adeste 20162016 - 5°/38 5°/ 38 A.
Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Col divieto di idolatrare il denaro, al cristiano non è tolta la possibilità di essere pienamente felice. Dio ci conosce e sa che la nostra gioia non può risiedere nei soli beni materiali. Preghiamo insieme e diciamo: Signore aiutaci a valutare con saggezza. 1. Perché il potere sia sempre concepito come servizio. Preghiamo. 2. Perché di fronte all’affanno di dover accumulare oggetti ci accompagni sempre la consapevolezza che l’essenziale sei tu. Preghiamo. 3. Perché la nostra lotta contro le ingiustizie sia mossa sempre dall’amore per chi è debole e mai dall’invidia per chi è potente. Preghiamo. 4. Perché sappiamo mettere ambizione e scaltrezza al servizio di misericordia e semplicità di cuore. Preghiamo. C. O Padre, ci chiedi di essere fedeli nell’amministrazione del poco per poterci affidare il molto. Aiutaci a gestire bene la nostra libertà. Te lo chiediamo per
Cristo nostro Signore. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli, o Padre, l'offerta del tuo popolo e donaci in questo sacramento di salvezza i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. È’ cosa buona e giusta. C È veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l'inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno, dal quale tutto l'universo riceve esistenza, energia e vita. Ogni giorno del nostro pellegrinaggio sulla terra é un dono sempre nuovo del tuo amore per noi, e un pegno della vita immortale, poiché possediamo fin da ora le primizie del tuo Spirito, nel quale hai risuscitato Gesù Cristo dai morti e viviamo nell'attesa che si compia la beata speranza nella Pasqua eterna del tuo regno. Per questo mistero di salvezza, insieme agli angeli e ai santi, proclamiamo a una sola voce l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli.
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A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C Guida e sostieni, Signore, con il tuo continuo aiuto il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti, perché la redenzione operata da questi misteri trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore. C. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
Adeste 20162016 - 5°/38 5°/ 38 Alla Memoria del vice brigadiere Salvo D'Acquisto il Luogotenente Generale del Regno, con Decreto Motu Proprio del 25 febbraio 1945, conferÏ la Medaglia d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: "Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, erano stati condotti dalle orde naziste 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, non esitava a dichiararsi unico responsabile d'un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava cosÏ da solo, impavido, la morte imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell'Arma".
I nazisti uccidono Salvo D’Acquisto giovedÏ 23 settembre 1943 (73 anni fa)
Napoli, 7 ottobre 1920 - Palidoro, Roma, 23 settembre 1943
Di carattere mite e silenzioso era attaccatissimo ai suoi ed amava la disciplina ed il lavoro. Maturò la sua personalitĂ in scuole religiose e dal 1939 nell'Arma dei Carabinieri, segnalandosi sempre per attaccamento al dovere, dedizione al prossimo ed amore alla Patria. Le sue doti di bontĂ ed il senso cristiano della vita risplendono nell'atto eroico di Palidoro (Roma), allorchĂŠ, ViceComandante della locale stazione dell'Arma, si offrĂŹ come vittima innocente per salvare la vita a 22 ostaggi che stavano per essere fucilati. Questo gesto coscĂente di amore supremo, con cui a 22 anni, il 23 settembre 1943, chiuse la sua esistenza terrena, compendia e rivela le virtĂš del Servo di Dio, martire della caritĂ .
I SANTI DELLA SETTIMANA 1 8 D
s. Giuseppe da Copertino
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s. Gennaro
20 M
s. Andrea Kim Taegon
21 M
s. Matteo Apostolo
22 G
s. Maurizio
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s. Pio da Pietrelcina
24 S
B.V. Maria della Mercede
C9 :: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii� din ClujNapoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00
B : Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto *°* Polimeni, Tel:0770953530 A9< I 9/ : Domenica ore 11:00 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober to70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa nella Chiesa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. in diretta su www.telestartv.ro 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul *°* "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. T/>/ ? : Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi*°* I /: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica Domenica ore 18:00. ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione â&#x20AC;&#x201C;Iasi, Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Mail:parohiafabric@googlemail.com Alelembo73@gmail.com *°*
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