Adeste 20162016 - 5°/39 5°/ 39 ni di problemi non suoi. Non l'approccio virtuale di chi giudica tutto e tutti sulla tastiera di un computer senza aprire gli occhi alle necessità dei fratelli e sporcarsi le mani per chi ha bisogno". (Padre Enzo Fortunato—S.Francesco Patrono D’Italia) Con ogni probabilità è questo il cuore del messaggio di Francesco dalla piazza di Assisi: una breve stata una giornata memorabile, che saremo analisi, sufficiente a rappresentachiamati a rileggere e riprendere in molti re i mali della società odierna. E lo fa con il suo momenti. Il Papa ha fatto sì che l'incontro stile, semplice, ma al tempo stesso diretto e capace interreligioso fosse contraddistinto da profonda cor- di arrivare a tutti: dai più piccoli agli adulti, dai podialità e amicizia tra i leader religiosi. Si è respirata veri ai potenti della terra. un'umanità bella. La terza necessità, secondo Francesco, è quella Ora, alla luce dei discorsi e del vissuto di Assisi, di educare a una cultura di pace. " Pace vuol dir e credo che papa Francesco con i leader religiosi ci collaborazione, scambio vivo e concreto con l'altro, abbiano suggerito tre indicazioni: la prima è il che costituisce un docoraggio di denunciare. no e non un probleBergoglio ci chiede di ma, un fratello con "Affrontare la grande macui provare a colattia del nostro tempo: struire un mondo l'indifferenza. È un virus migliore. Pace siche paralizza, rende inerti gnifica educazione: e insensibili, un morbo che una chiamata ad intacca il centro stesso delimparare ogni giorla religiosità, ingenerando no la difficile arte un nuovo tristissimo pagadella comunione, nesimo: il paganesimo ad acquisire la culdell'indifferenza". Dalla tura dell'incontro, piazza di Assisi, il Santo Papurificando la codre ci prega di non abbandonare tutti coloro che scienza da ogni tentazione di violenza e di irrigidisoffrono per "Guerre spesso dimenticate, ma semmento, contraria al nome di Dio e alla dignità pre causa di sofferenza e povertà". Forte è la denun- dell'uomo". Il messaggio è rivolto in special modo cia a tutti gli scenari di guerra del pianeta. alle nuove generazioni, ma anche a chi, finora, non "Cerchiamo in Dio, sorgente della comunione, l'ac- ha avvertito la necessità di accrescere sentimenti di qua limpida della pace, di cui l'umanità è assetata: tolleranza e fratellanza. Ora, deve cessare ogni pauessa non può scaturire dai deserti dell'orgoglio e ra e spavento. Non ci è lecito restare fermi, ma codagli interessi di parte, dalle tane aride del guadastruire un futuro di pace. gno a ogni costo e del commercio delle armi". DiAd Assisi Syamsuddin Din, presidente del Consiscorso deciso, capace di penetrare le coscienze anche di quanti, finora, hanno contribuito alla costru- glio degli Ulema, indonesiano di religione islamica ammette mancanze e spiega: "L'Islam è una religiozione di ponti d'indifferenza. Ognuno è chiamato a ne di pace. Dio ha creato le persone in modo difare la propria parte, a offrire il proprio coraggio, sconfiggendo la paura e con essa l'orrore della guer- verso, dice il Santo Corano, che essi stessi considerano e arricchirsi reciprocamente dalle differa che a sua volta genera paura. Non possiamo rirenze. Oggi ci sono gr uppi che utilizzano il nome manere inerti davanti alla violenza che come ha ricordato il papa non può essere giustificata nel nome dell'Islam per commettere atti di violenza. Ed è responsabilità di noi musulmani lavorare insieme per di Dio "Solo la pace è santa e non la guerra". mostrare a tutti il vero volto della nostra fede. PerLa seconda traccia è quella di impegnarsi per tanto, dobbiamo trovare nuove aree di cooperazione dare voce, tutti insieme, a coloro che soffrono " a e di collaborazione, e, in particolare, lavorare fianquanti sono senza voce e senza ascolto". Dobbiamo co a fianco con i giovani, per contrastare l'insorgere iniziare a sentirci uomini di pace, una pace che sia di fenomeni di fanatismo e violenza [...]. Porteremo il risultato della preghiera e non di "una semplice questo spirito di Assisi per le strade del nostro paeprotesta contro la guerra". L'indicazione è quella di se". La pace è una responsabilità universale ma socollaborare e impegnarsi per raggiungere una pace prattutto personale: se tutti i leader religiosi hanno vera, non illusoria "non la quiete di chi schiva le accettato di incontrarsi ad Assisi è perché qui c'è un difficoltà e si volta dall'altra parte se i suoi interessi Uomo capace di disarmare la mente e le volontà. Il non sono toccati, con il cinismo di chi si lava le ma- piccolino, Francesco.
Le tre indicazioni di Papa Francesco dalla piazza di Assisi
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Adeste 20162016 - 5°/39 5°/ 39 L'incontro di Assisi si è concluso con l'appello che i capi religiosi hanno consegnato ai bambini perché lo portassero ai rappresentanti delle nazioni presenti nella piazza inferiore di San Francesco. L'auspicio è che "si apra finalmente un nuovo tempo, in cui il mondo globalizzato diventi una famiglia di popoli".
APPELLO DI PACE Assisi 2016 Uomini e donne di religioni diverse, siamo convenuti, come pellegrini, nella città di San Francesco. Qui, nel 1986, trent’anni fa, su invito di Papa Giovanni Paolo II, si riunirono Rappresentanti religiosi da tutto il mondo, per la prima volta in modo tanto partecipato e solenne, per affermare l’inscindibile legame tra il grande bene della pace e un autentico atteggiamento religioso. Da quell’evento storico, si è avviato un lungo pellegrinaggio che, toccando molte città del mondo, ha coinvolto tanti credenti nel dialogo e nella preghiera per la pace; ha unito senza confondere, dando vita a solide amicizie interreligiose e contribuendo a spegnere non pochi conflitti. Questo è lo spirito che ci anima: realizzare l’incontro nel dialogo, opporsi a ogni forma di violenza e abuso della religione per giustificare la guerra e il terrorismo. Eppure, negli anni trascorsi, ancora tanti popoli sono stati dolorosamente feriti dalla guerra. Non si è sempre compreso che la guerra peggiora il mondo, lasciando un’eredità di dolori e di odi. Tutti, con la guerra, sono perdenti, anche i vincitori. Abbiamo rivolto la nostra preghiera a Dio, perché doni la pace al mondo. Riconosciamo la necessità di pregare costantemente per la pace, perché la preghiera protegge il mondo e lo illumina. La pace è il nome di Dio. Chi invoca il nome di Dio per giustificare il terrorismo, la violenza e la guerra, non cammina nella Sua strada: la guerra in nome della religione diventa una guerra alla religione stessa. Con ferma convinzione, ribadiamo dunque che la violenza e il terrorismo si oppongono al vero spirito religioso. Ci siamo posti in ascolto della voce dei poveri, dei bambini, delle giovani generazioni, delle donne e di tanti fratelli e sorelle che soffrono per la guerra; con loro diciamo con forza: No alla guerra! Non resti inascoltato il grido di dolore di tanti innocenti. Imploriamo i Responsabili delle Nazioni perché siano disinnescati i moventi delle guerre: l’avidità di potere e denaro, la cupidigia di chi commercia armi, gli interessi di parte, le vendette per il passato. Aumenti l’impegno concreto per rimuovere le cause soggiacenti ai conflitti: le situazioni di povertà, ingiustizia e disuguaglianza, lo sfruttamento e il disprezzo della vita umana. Si apra finalmente un nuovo tempo, in cui il mondo globalizzato diventi una famiglia di popoli. Si attui la responsabilità di costruire una pace vera, che sia attenta ai bisogni autentici delle persone e dei popoli, che prevenga i conflitti con la collaborazione, che vinca gli odi e superi le barriere con l’incontro e il dialogo. Nulla è perso, praticando effettivamente il dialogo. Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace; da Assisi rinnoviamo con convinzione il nostro impegno ad esserlo, con l’aiuto di Dio, insieme a tutti gli uomini e donne di buona volontà. Assisi, 20 settembre 2016 3
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Con un bell’articolo sul quotidiano kuwaitiano AlAl-Rai, la giornalista araba Nadine AlAl-Budair ha invitato i lettori islamici a una riflessione:
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mmaginate che i giovani occidentali vengano qui e compiano una missione suicida in una delle nostre piazze in nome della Croce. Immaginate di sen re le voci di monaci e sacerdo , provenien da chiese e luoghi di preghiera dentro e fuori il mondo arabo, che urlano negli altoparlan e lanciano accuse contro i musulmani, chiamandoli infedeli e cantando: ‘Dio, elimina i musulmani e sconfiggili tu!’. Immaginate che noi avessimo fornito ad un numero infinito di gruppi stranieri carte d’iden tà, ci$adinanze, vis , pos di lavoro, istruzione gratuita, moderna assistenza sanitaria gratuita, previdenza sociale e così via, e che poi sia uscito fuori un membro di uno di ques gruppi, consumato dall’odio e dalla sete di sangue, e abbia ucciso i nostri figli nelle nostre strade, nei nostri edifici, negli uffici dei nostri giornali, nelle nostre moschee e nelle nostre scuole. Queste immagini sono lontane dalla mente del terrorista arabo o musulmano, perché ha la certezza che l’Occidente sia umanitario e che il ci$adino occidentale si rifiu di rispondere così ai barbari crimini dei terroris islamici. Nonostante gli a! terroris ci di Al-Qaeda e dell’ISIS, noi s amo sul suolo occidentale da anni senza alcun more o preoccupazione. Milioni di musulmani – turis , immigra , studen e persone in cerca di lavoro – hanno le porte aperte e le strade sicure. E’ strano che noi condanniamo l’Occidente invece di affrontare ciò che sta accadendo in mezzo a noi: i modi estremis in cui interpre amo la sharia e il nostro a$eggiamento reazionario l’uno verso l’altro e verso il mondo. E’ strano che noi condanniamo invece di chiedere scusa al mondo. Cer opinionis arabi promuovono un messaggio pate co e recitano all’orecchio del loro amico le stesse parole che lui ha ripetuto milioni di volte riferendosi ai terroris musulmani: ‘Quelli non rappresentano l’islam, ma solo se stessi’. Questo è tu$o quello che sappiamo fare: assolverci dalla colpa. 4
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Le piaghe del povero, carne di Cristo
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'era una volta un ricco... La parabola del ricco senza nome e del povero Lazzaro inizia con il tono di una favola e si svolge con il sapore di un apologo morale: c'è uno che si gode la vita, un superficiale spensierato, al quale ben presto la vita stessa presenta il conto. Il cuore della parabola non sta però in una sorta di capovolgimento nell'aldilà: chi patisce in terra godrà nel cielo e chi gode in questa vita soffrirà nell'altra. Il messaggio è racchiuso in una parola posta sulla bocca di Abramo, la parola 'abisso', un grande abisso è stabilito tra noi e voi. Questo baratro separava i due personaggi già in terra: uno affamato e l'altro sazio, uno in salute e l'altro coperto di piaghe, uno che vive in strada l'altro al sicuro in una bella casa. Il ricco poteva colmare il baratro che lo separava dal povero e invece l'ha ratificato e reso eterno. L'eternità inizia quaggiù, l'inferno non sarà la sentenza improvvisa di un despota, ma la lenta maturazione delle nostre scelte senza cuore. Che cosa ha fatto il ricco di male? La parabola non è moralistica, non si leva contro la cultura della bella casa, del ben vestire, non condanna la buona tavola. Il ricco non ha neppure infierito sul povero, non lo ha umiliato, forse era perfino uno che osservava tutti i dieci comandamenti. Lo sbaglio della sua vita è di non essersi neppure accorto dell'esistenza di Lazzaro. Non lo vede, non gli parla, non lo tocca: Lazzaro non esiste, non c'è, non lo riguarda. Questo è il comportamento che san Giovanni chiama, senza giri di parole, omicidio: chi non ama è omicida (1 Gv 3,15). Tocchiamo qui uno dei cuori del Vangelo, il cui battito arriva fino al giorno del giudizio finale: Avevo fame, avevo freddo, ero solo, abbandonato, l'ultimo, e tu hai spezzato il pane, hai asciugato una lacrima, mi hai regalato un sorso di vita. Il male è l'indifferenza, lasciare intatto l'abisso fra le persone. Invece «il primo miracolo è accorgersi che l'altro, il povero esiste» (S. Weil), e cercare di colmare l'abisso di ingiustizia che ci separa. Nella parabola Dio non è mai nominato, eppure intuiamo che era lì presente, pronto a contare ad una ad una tutte le briciole date al povero Lazzaro e a ricordarle per sempre, tutte le parole, ogni singolo gesto di cura, tutto ciò che poteva regalare a quel naufrago della vita dignità e rispetto, riportare uomo fra gli uomini colui che era solo un'ombra fra i cani. Perché il cammino della fede inizia dalle piaghe del povero, carne di Cristo, corpo di Dio. «Se stai pregando e un povero ha bisogno di te, lascia la preghiera e vai da lui. Il Dio che trovi è più sicuro del Dio che lasci» (san Vincenzo de Paoli).
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I primi supermercati e ipermercati sono arrivati in Italia in pieno boom economico
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egozio, emporio, spaccio, bottega, rivendita, sono le varie denominazione dei luoghi dei nostri acquisti fino agli anni ’60, insomma, tutto, tranne supermercato. Fino ad allora il nostro potere di acquisto era molto limitato e, quindi, non abbiamo potuto fare come i ricchi americani che già verso la fine degli anni ’40 contavano più di 30 mila supermercati sul loro territorio. La data esatta dell’apertura del primo supermercato italiano è il 27 novembre 1957, a Milano. Infatti, in viale Regina Giovanna, una ex officina ospita “Supermarket Italiani S.p.A.” , il rivoluzionario negozio che stravolgerà il modo di fare la spesa di milioni di persone. Il supermercato, che diverrà poi Esselunga, si estende su 500 metri quadri di vendita ma non ha parcheggio perché gli automobilisti sono ancora poco numerosi. Ciononostante esso creerà un modo innovativo di fare la spesa, che incontrerà subito il favore dei consumatori, con la sua offerta eccezionale di prodotti e il libero servizio. I supermercati si diffonderanno velocemente prima nelle grandi città del Nord, poi un po’ dappertutto, soppiantando, poco a poco, i negozietti tradizionali di alimentari. E’ il boom economico di quegli anni che fa entrare nelle tasche di tanti lavoratori somme che consentiranno loro di poter acquistare il superfluo, ma anche quegli elettrodomestici, come il frigorifero, che permetteranno di conservare più a lungo gli alimenti e, quindi, di poterli comperare tutti insieme e non più giorno per giorno. IPERMERCATO Su quest’onda di facili consumi, verso la metà degli anni ’60 arriva un altro rivoluzionario modo di far la spesa: l’ipermercato. Ancora più grande del primo, strutturato in modo da poter parcheggiare l’auto che ora è diventata un bene alla portata di tutte le tasche, questo negozio enorme, non offre solo alimentari ma tutta una gamma di prodotti che va ben oltre gli alimenti e che ingloba tutto quello che riguarda la casa, la persona, il giardinaggio, il bricolage ecc… Esso non è più all’interno dell’agglomerato urbano ma costruito vicino ad un asse autostradale, dunque raggiungibile facilmente dagli automobilisti che lo visitano una, due volta al mese o, per i più spendaccioni, ogni fine settimana. L’ipermercato è concepito come macchina per fare soldi. L’offerta di prodotti è talmente allettante, con prezzi interessanti, che il cliente vi trova il suo tornaconto. La politica di questi ipermercati mira infatti a: prezzi competitivi, vasta scelta di prodotti, libero servizio, posto macchina. Obiettivi tutti centrati. E’ in quegli anni che nascerà il “consumatore”, l’acquirente quasi “compulsivo” che non smetterà di riempire la sua casa di tanti – troppi – gadget e gingilli vari per il gran piacere degli amministratori degli ipermercati. Il risvolto negativo è che questo nuovo modo di far la spesa decreterà la morte di tanti piccoli negozi.
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fuga ante litteram. Rientrerà in Italia in Vincenzo Tiberio.( Sepino, 1 Maggio 1869– tempo per coronare il Napoli 7 Gennaio 1915) Un nome che risulterà suo sogno d’amore: ignoto alla maggior parte dei lettori, a dimostrare sposerà la bella Amalia quanto il processo di riconoscimento dei meriti che gli darà tre figlie, scientifici sia segnato dai tortuosi sentieri della forsane; ma proprio quantuna e dai capricci dell’ambiente circostante. do avrebbe potuto riFortunato Tiberio non lo è stato; e neanche sosteprendere i suoi studi, nuto da un ambiente scientifico troppo provinciale e nominato direttore del incapace di valorizzare le intuizioni giovanili. Eppu- laboratorio di microbiore Vincenzo Tiberio ha scoperto la penicillina logia della Marina di trent’anni prima di Alexander Fleming: la sua Napoli, trova la morte vicenda ancora attende quel riconoscimento ufficia- per un attacco cardiaco, le ottenuto in una vicenda affine dal fiorentinel 1915. (da Enciclono Meucci, che si vide soffiare la paternità dell’inpedia Treccani) venzione del telefono dall’americano Bell nel 1876. Tiberio è un ragazzo di buona famiglia nato nel 1868 a Sepino, piccolo borgo molisano. Viene cata28 Settembre 1928 pultato nella prestigiosa università di Napoli appena Fleming scopre (per caso) la penimaggiorenne per studiare medicina; è ospite degli cillina: zii ad Arzano. Era un’epoca in cui l’acquedotto non Con la penicillina è andata così. Ufficialmente la esisteva: nell’ampia villa c’è un pozzo per l’approvscoperta viene attribuita al biologo scozzese Alevigionamento idrico, periodicamente svuotato e ripulito dalle muffe. Il giovane Tiberio è un acuto os- xander Fleming, che la mattina del 28 settembr e servatore e nota che in coincidenza della rimozione del 1928 (data da lui riportata in uno scritto), di ritorno dalle vacanze, si accorse che in una zona deldelle muffe i familiari sono vittime di disturbi gala capsula i batteri non erano proliferati per via delstrointestinali. la presenza di una muffa. Il caso aveva voluto che Una volta laureato e ammesso nell’Istituto di igie- le sue colture di batteri venissero contaminate da un ne dell’università diretto dal prof. De Giaxa si dedi- fungo, probabilmente propagatosi da un vicino laca a studiare meticolosamente il fenomeno: isola, classifica e coltiva gli ifomiceti, compone e prepara boratorio, ribattezzato Penicillium notatum e da cui riuscì a isolare la preziosa sostanza antibiotica, dei giusti terreni di coltura. Il risultato è l’articostinata a salvare milioni di vite. lo Sugli estratti di alcune muffe, pubblicato nel La scelta di darsi alla vita da marinaio, per dimenti1905 nella rivista Annali di igiene sperimentale: care un amore contrastato, e il disinteresse della Tiberio illustra il potere battericida e chemiotattico dell’estratto di muffa nelle infezioni medicina ufficiale impedirono al ricercatore molisada tifo e colera, somministrate ad alcuni conigli. Un no Vincenzo Tiberio (originario di Sepino) di articolo che avrebbe potuto salvare milioni di vite, vedersi riconosciuto il primato della scoperta se pensiamo che la penicillina sarebbe stata introdell'antibiotico, osservato nelle muffe di un pozzo dotta come farmaco top secret solo durante la secon- d'acqua nella sua dimora napoletana. Le conclusioda guerra mondiale ed estesa alle popolazioni civili ni "Sugli estratti di alcune muffe"che ne ricavò, nel dopoguerra. Invece la palla del suo match point pubblicate negli Annali di Igiene Sperimentale, fininon va oltre la rete: nel suo laboratorio è ritenuto rono nelle mani di altri studiosi, tra cui lo stesso troppo giovane e presuntuoso, impossibile che le Fleming. muffe abbiano potere antibiotico diretto; per di più Amalia, la donna di cui è perdutamente innamorato, Quest'ultimo, insieme ai patologi Florey e Chain (i è anche sua cugina. Temendo conseguenze nefaste primi a testare positivamente l'antibiotico), ottenne su un’eventuale prole, da vero gentleman la lascia libera: si arruola come ufficiale medico di Marina e nel 1945 il Nobel per la Medicina, «per la scoperta della penicillina e dei suoi effetti curativi in molsi imbarca, portando il suo genio in missioni a Cute malattie infettive». ba, Zanzibar e isole greche. Un cervello italiano in 7
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ADAMESTEANU DINU Archeologo
Romeno, naturalizzato italiano, ha lasciato impronte indelebili in Italia
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inu Adameșteanu nacque a a Toporu nei pressi di Giurgiu il 25 marzo 1913 quinto diei dieci figli di un pope della Chiesa ortodossa rumena, iniziò la sua attività di archeologo proprio nella nativa romania, nel l 1935 sul Mar Nero, nel sito della colonia milesia di Histria, sotto la guida di Scarlat Lambrino, noto epigrafista e storico rumeno, professore universitario e socio corrispondente dell'Accademia Rumena, direttore degli scavi archeologici di Histria (1928-1940) e del Museo Nazionale di Antichità di Bucarest (1938-1940 .
mo incontro con Mario Napoli, anch'egli futuro archeologo, conosciuto all'interno del campo profughi di Bagnoli. Dopo il conflitto iniziò la sua proficua e straordinaria attività di archeologo, ed innovativo con il pioneristico utilizzo della prospezione aerea. L'opera di attento e paziente confronto tra le evidenze superficiali e le aerofotografie, gli permetterà di individuare "un gran numero di antichi abitati talora noti solo attraverso le fonti, altre volte assolutamente sconosciuti". In Sicilia con questo metodo a Leontini. Permisero di individuare e portare poi alla luce le fortificazioni della polis siceliota, con mura che si sviluppano con spessori di 20 metri sulla collina di San Mauro e culminano a sud nella "Porta siracusana", citata da Polibio, portata alla luce proprio in quell'occasione.
In mancanza di evidenze archeologiche di superficie, il suo lavoro, già in quel primo periodo, si avvantaggiava dell'uso della fotografia aerea per l'individuazione dei resti, un metodo che egli avrebbe fatto approdare in Italia e che avrebbe continuato ad applicare in campagne di scavo da lui dirette, negli anni dal 1959-60, in Afghanistan, Israele (Cesarea Marittima) e in altre aree mediorientali, sotto l'egida dell'Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (Is.M.E.O, oggi Is. I.A.O.-Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente) Poi l’approdo in Italia, divenne membro (1940-1942) e quindi bibliotecario (1943-1946) dell'Accademia di Romania a Roma, si laurea con Gaetano De Sanctis, e stringe una lunga amicizia con il numismatico Attilio Stazio.
« Anche per Dinu Adameșteanu esso ha costi-
Lo scoppio della seconda guerra mondiale, e l'evoluzione politica del suo paese, avranno pesanti ripercussioni sulla sua vicenda biografica. Con la perdita della cittadinanza rumena, il suo status si trasforma in quello di profugo apolide: risale a questi tempi il pri8
Adeste 20162016 - 5°/39 5°/ 39 “autostrade antiche”, collegavano le zone montuose dell’interno lucano con la costa greca (Liliana Giardino. Omaggio a Dinu Adameșteanu ).
tuito l'argomento di ricerca privilegiato, costantemente affrontato in tutti i momenti della sua attività, dal Mar Nero, alla Sicilia, alla Basilicata. Ed è stata forse proprio questa sua pluralità di esperienze che gli ha consentito di intuire e proporre, con notevole anticipo rispetto agli studi successivi, l'esistenza di forme di convivenza tra Greci e indigeni diverse da quelle stereotipate del modello coloniale. » ( Liliana Giardino. Omaggio a Dinu Adameșteanu)
POLICORO MUSEO NAZIONALE Vi rimarrà per 13 anni scolgendo uno straordinario lavoro di ricerca con il coinvolgimento di molti studiosi, italiani e stranieri, in tutto il territorio lucano e con la realizzazione dei parchi archeologici di Heraclea-Policoro, Metaponto, Grumentum, Venosa, Rossano e Serra di Vaglio e Melfi. Lo studio di alcuni centri (Metaponto, Herakleia-Policoro, Serra e Rossano di Vaglio) è curato da lui in maniera diretta e costante. Al Museo Provinciale di Potenza, unica struttura presente in Basilicata prima dell’istituzione della Soprintendenza, si affiancano, ristrutturati o creati ex novo, quelli di Matera, Policoro, Metaponto e Melfi..
Ma l’intuizione di Adameșteanu ha ben più ampia portata: le tecniche di aerofotografia diventano strumenti fondamentali per la tutela del territorio: egli se ne servirà per l'individuazione delle aree di interferenza tra i siti di interesse archeologico e i piani di costruzione di grandi opere. Lo studioso rumeno promosse con mostre organizzate in Italia e all'estero, delle potenzialità offerte dall'integrazione della ricerca archeologica tradizionale con i metodi di fotografia aerea e di fotointerpretazione.
In seguito, nei pochi mesi tra la fine del 1977 e l'aprile 1978, conobbe una breve parentesi come Sovrintendente archeologico della Puglia, distinguendosi per la salvaguardia di alcuni siti archeologici messapici.
Grazie a questa sua sensibilità, e ai risultati raggiunti, ottenuta nel 1954 la cittadinanza italiana per meriti scientifici, gli viene affidato nel 1958 l'incarico di creare l'Aerofototeca, sezione staccata del Gabinetto Fotografico Nazionale del Ministero della Pubblica Istruzione, che lui dirigerà dal 1959 al 1990.
Dal 1971 al 1983 fu docente all'Università di Lecce di Etruscologia e antichità italiche, e di topografia dell'Italia antica oltre che direttore dell'Istituto di Archeologia, del Dipartimento di Scienze dell'Antichità, e della Scuola di specializzazione in Archeologia classica e medievale presso la medesima università.
In questo istituto, unico nel suo genere in Europa e in America, sono state raccolte fotografie aeree, planimetriche estereoscopiche del territorio italiano riprese durante la Seconda guerra mondiale dalle forze aeree italiane, dall'aviazione statunitense, dalla Royal Air Force britannica, e dalla Luftwaffe tedesca, una fonte molto ricca per ricostruire la topografia antica. A queste furono aggiunte quelle derivanti dall'attività dell'Istituto Geografico Militare e dell'Ufficio Tecnico Erariale di Firenze. (wiki) Poi l’arrivo in Basilicata nel 1964, in quella regione che lui stesso descrisse come una terra che ho aveva tante volte visto e ““letto” dall’aereo e di cui, attraverso la fotointerpretazione, aveva colto le tracce del tessuto stradale di città antiche (Metaponto, Eraclea); o aveva ammirato le grandi vallate fluviali che, come
Poi finito l’impegno attivo nell’Amministrazione pubblica, Dinu Adamesteanu sceglierà di restare in Basilicata, a Policoro , da dove si allontana solo per ricevere premi e riconoscimenti, regionali e internazionali, per partecipare a convegni, o per rivedere i suoi familiari in Romania. Dallo studio-biblioteca della sua casa, posta su un’altura dominante la vallata dell’Agri, poteva abbracciare con lo sguardo il territorio dell’antica Siritide, riconoscere le “terre del Santuario di Dioniso” e spaziare oltre la linea di costa fino ad abbracciare l’intero golfo ionico. Ed a Policoro l’illustre “lucano” si spegnerà il 22 gennaio 2004 nella sua casa di Policoro. 9
Adeste 20162016 - 5°/39 5°/ 39 LITURGIA EUCARISTICA LETTURE: Am 6,1.4-7 Sal 145 1Tm 6,11-16 Lc 16,19-31 C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Umili e pentiti come il pubblicano al tempio, accostiamoci al Dio giusto e santo, perché abbia pietà anche di noi peccatori. Breve pausa di riflessione personale Signore, che ti sei fatto uomo per salvarci, abbi pietà di noi. Signore, pietà. Cristo, che sei morto in croce per tutti gli uomini, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore, che ci hai riaperto la via del cielo, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. O Dio, tu chiami per nome i tuoi poveri, mentre non ha nome il ricco epulone; stabilisci con giustizia la sorte di tutti gli oppressi, poni fine all'orgia degli spensierati, e fa' che aderiamo in tempo alla tua Parola, per credere che il tuo Cristo è risorto dai morti e ci accoglierà nel tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen
LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro del Profeta Amos Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria! Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. Canterellano al suono dell’arpa, come Davide improvvisano su strumenti musicali; bevono il vino in larghe coppe e si ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano. Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l’orgia dei dissoluti. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE R.
Loda il Signore, anima mia. Il Signore rimane fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. R/. Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. R/. Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R/. Seconda Lettura Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio, il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. A lui
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onore e potenza per sempre. Amen. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. .Alleluia VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Luca A. Glora a te o Signore A. In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti)
Adeste 20162016 - 5°/39 5°/ 39 Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Fratelli e sorelle, la Parola che abbiamo ascoltato è luce per il nostro cammino di cristiani; chiediamo al Signore di poter metterla in pratica. Preghiamo insieme dicendo: Ascolta, Signore, il grido dei poveri. Per la Chiesa: sia capace di adorare Dio che si è rivelato in Cristo e testimoniare la propria fede, preghiamo. Per coloro che credono in Dio: superando le differenze di religione, sentano il bisogno di unire le proprie forze per il rispetto di ogni vita umana, preghiamo. Perché la nostra coscienza sia sempre viva e attenta alle esigenze del vivere comune. preghiamo. Per noi: si rafforzi, con questa celebrazione, la nostra fede nell’al di là, non dimenticando i Lazzaro che bussano alla nostra porta, preghiamo. C. O Dio, giudice del tempo e della storia, concedici la grazia di vivere secondo la tua legge e fa’ che sappiamo sempre aiutare i nostri fratelli più poveri. Per
Cristo nostro Signore. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli, Padre misericordioso, i nostri doni, e da quest'offerta della tua Chiesa fa' scaturire per noi la sorgente di ogni benedizione. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. È’ cosa buona e giusta. C È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Abbiamo riconosciuto il segno della tua immensa gloria quando hai mandato tuo Figlio a prendere su di sé la nostra debolezza; in lui nuovo Adamo hai redento l'umanità decaduta e con la sua morte ci hai resi partecipi della vita immortale. Per mezzo di lui si allietano gli angeli e nell'eternità adorano la gloria del tuo volto. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen
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C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C Questo sacramento di vita eterna ci rinnovi, o Padre, nell'anima e nel corpo, perché, comunicando a questo memoriale della passione del tuo Figlio, diventiamo eredi con lui nella gloria. Per Cristo nostro Signore. C. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
Adeste 20162016 - 5°/39 5°/ 39 autorità fasciste e dalla stampa locale, si diffuse tra l'opinione pubblica dopo la Liberazione. L'ulvenerdÏ 29 settembre 1944 (72 anni fa) tima sentenza sulla strage è stata pronunciata il 13 gennaio 2007 dal Tribunale Militare della Le operazioni di rastrellamento delle truppe tede- Spezia, che ha condannato all'ergastolo dieci ufsche costrinsero la gente di Casaglia di Monte ficiali tedeschi, tutti in contumacia. Sole a cercare rifugio nella chiesa di Santa Maria Assunta, dove iniziarono a pregare. I luoghi teatro della barbarie nazista fanno oggi parte del Parco Storico di Monte Sole, istituito Ma la furia assassina dei nazisti non si fermò nel 1989 con fini di salvaguardia dell'ambiente nemmeno di fronte a un luogo di preghiera: qui circostante e di promozione dei valori della pace. furono trucidati il parroco e un'anziana disabile; tutti gli altri, riuniti nel cimitero, furono finiti da una raffica di mitragliatrice posta all'ingresso per impedire qualsiasi tentativo di fuga.
Strage nazista di Marzabotto
Ăˆ solo uno, forse il piĂš truce, degli eventi ricordati come strage di Marzabotto, che dal 29 settembre al 5 ottobre colpirono le popolazioni delle colline di Monte Sole. Circa 800 le vittime, tutte civili, di quello che è considerato uno dei piĂš efferati crimini di guerra commessi dai nazisti in Europa.
I SANTI DELLA SETTIMANA
La notizia dell'eccidio, negata inizialmente dalle
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s. Nicola da Flue
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Beato Paolo VI
27 M
s. Vincenzo de Paoli
28 M
s. Venceslao
29 G
s. Maurizio
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ss.Arcangeli M.G.Raff.
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S
s. Teresa di GesĂš Bambino
C: ;: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii� din ClujNapoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00
B : Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto *°* Polimeni, Tel:0770953530 A:= I :/ : Domenica ore 11:00 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober to70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa nella Chiesa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. in diretta su www.telestartv.ro 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul *°* "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. T/?/ @ : Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi*°* I /: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica Domenica ore 18:00. ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi, Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Mail:parohiafabric@googlemail.com Alelembo73@gmail.com *°*
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