Le tre mani è un imponente monumento che si erige poco distante dall’aeroporto di Port au Prince. E’ formato da tre gigantesche braccia che fuoriescono dal basso per sorreggere il Globo Terrestre.. Secondo gli haitiani la maestosa statua cela un messaggio di fede, simboleggiato da quella terza mano che mai negherà il suo sostegno agli uomini. Costruita qualche decina di anni fa dall’ex leader Jean-Bertrand Aristide, è una delle poche opere rimaste illese ad Haiti nel terremoto del 12 gennaio 2010.
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adre Richard Frechette, americano, sacerdote e medico, da 22 anni opera in prima linea in Haiti alla guida di N.P.H. per portare aiuto a migliaia di bambini e costruire per loro le basi di un futuro lontano dalla strada. Originario del Connecticut, ordinato nel 1979 presso il monastero dei Passionisti a New York (U.S.A.) conosce Padre Wasson, fondatore di N.P.H. e decide di mettersi al servizio di N.P.H.. Si trasferisce in Haiti dove fonda l’orfanotrofio Kenscoff; riceve in donazione un vecchio hotel a 5 piani in disuso e ne fa il primo ospedale N.P.H., il vecchio ospedale St Damien di Petionville. All’inizio si chiamava ospizio perché accoglieva i bambini moribondi. Non c’erano i soldi né i mezzi per terapie del dolore e l’unica medicina era nutrirli d’amore e dare loro una degna sepoltura. Padre Rick non volle arrendersi, tornò a New York per studiare e diventare medico; terminati gli studi tornò ad Haiti per operare in prima linea. “…Non è necessario commentare la povertà di Haiti, che risulta evidente dai dati registrati dall’O.N.U. nell’ultimo report pubblicato; ma uno dei primi modi in cui questa povertà si è manifestata a noi, è la moltitudine di bambini in fin di vita che sono stati abbandonati sulle porte del nostro orfanotrofio nel 1987 quando abbiamo aperto la prima clinica. Non avevamo i mezzi per offrire a tutti quei moribondi la salvezza, ed infatti la prima clinica che abbiamo aperto era per assistere i bambini in una morte dignitosa e non per offrire loro una speranza di vita. Presto, comunque, risultò evidente che la maggior parte di quei bambini NON SAREBBE MORTA se solo ci fosse stato un posto dove curarli nel modo adeguato. Un posto così non esisteva in tutta l’area metropolitana, né per ricchi, né per poveri. Ecco perché il nostro ospedale è cresciuto negli anni, salvando un numero incalcolabile di piccole vite …” Padre Rick Frechette Nel 2003 Padre Rick chiede alla Fondazione di aiutarlo nella realizzazione di un ospedale pediatrico che sostituisse il vecchio ospedale di Petionville ormai obsoleto. Grazie all’aiuto di tanti donatori italiani, aziende e privati, il suo sogno si è realizzato con l’inaugurazione dell’ospedale nel dicembre 2006, e molti altri sono i progetti che vedono la Fondazione impegnata al suo fianco. Maratoneta, la sua vita è di corsa e spesso di corsa percorreva fino a poco tempo fa i 30 km in salita che separano Kenscoff e l’ospedale, soprattutto quando qualche bambino era in condizioni gravi. Per tanti anni ha fatto la maratona di New York, senza bisogno di allenamento e ha scalato l’Aconcahua, la più alta montagna dell’Argentina per raccogliere fondi. 2
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È trascorsa più di una settimana dal passaggio dell’uragano Matthew ad Haiti, il paese più povero dell’America Latina che occupa la parte occidentale dell’isola di Hispaniola, nel mar dei Caraibi. L’uragano è stato il peggior disastro naturale ad avere colpito Haiti dal terremoto del 2010, che uccise 220mila persone. Per il momento le autor ità non hanno ancora diffuso il numero definitivo dei morti, perché molte zone dell’isola sono ancora isolate e difficilmente raggiungibili: si parla di un bilancio di più di 900 morti, che però aumenterà nelle prossime settimane. I danni provocati dal passaggio dell’uragano sono stati enormi: migliaia di case sono state distrutte e buona parte della popolazione haitiana è rimasta senza rifornimenti di cibo e senza acqua corrente. Le zone più colpite sembrano essere quelle attorno alle città sud-occidentali di Jérémie e Les Cayes. In particolare a Jérémie – conosciuta anche come “città dei poeti” e abitata da 30mila persone – il centro storico è stato quasi completamente distrutto. Il Wall Street Journal ha raccontato che i negozi di Rue Stenio Vincent, la principale via commerciale della città, sono stati pesantemente danneggiati dall’uragano. La situazione attuale è molto critica: in tutta Haiti circa 60mila persone hanno lasciato le proprie case, distrutte dall’uragano, e stanno vivendo in centri di accoglienza temporanei. Da qualche giorno sono arrivati i primi aiuti umanitari, principalmente dagli Stati Uniti, distribuiti dai soldati statunitensi e dalla polizia haitiana. Le autorità haitiane temono anche che possano aumentare i casi di colera, a causa della mancanza di acqua potabile: il colera è una malattia che negli ultimi sei anni ha già provocato nel paese la morte di 10mila persone. Prima di colpire Haiti, l’uragano Matthew era passato da Cuba e dalle isole Bahamas, dove non aveva causato morti, e da Santo Domingo, dove aveva provocato la morte di quattro persone. Poi si è diretto verso le coste statunitensi, dove ha provocato 19 morti: 6 in Florida, 4 in Georgia, 1 in South Carolina e 8 in North Carolina. È stato il più forte uragano ad avere colpito i paesi affacciati sull’Atlantico occidentale negli ultimi dieci anni. L’uragano Matthew ha colpito Haiti mentre aveva un’intensità stimata di Categoria 5, su una scala che va da 1 a 5. Una tempesta di Categoria 5 è in grado di sradicare alberi e di distruggere costruzioni in muratura. 3
Adeste 20162016 - 5°/42 5°/ 42 La preghiera è il respiro della vita
Disse una parabola sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi mai. Il pericolo che minaccia la preghiera è quello della stanchezza: qualche volta, spesso pregare stanca, anche Dio può stancare. È la stanchezza di scommettere sempre sull'invisibile, del grido che non ha risposta, quella che avrebbe potuto fiaccare la vedova della parabola, alla quale lei non cede. Gesù ha una predilezione particolare per le donne sole che rappresentano l'intera categoria biblica dei senza difesa, vedove orfani poveri, i suoi prediletti, che egli prende in carico e ne fa il collaudo, il laboratorio di un mondo nuovo. Così di questa donna sola: c'era un giudice corrotto in una città, una vedova si recava ogni giorno da lui e gli chiedeva: fammi giustizia contro il mio avversario! Che bella figura, forte e dignitosa, che nessuna sconfitta abbatte, fragile e indomita, maestra di preghiera: ogni giorno bussa a quella porta chiusa. Come lei, anche noi: quante preghiere sono volate via senza portare una risposta! Ma allora, Dio esaudisce o no le nostre preghiere? «Dio esaudisce sempre: non le nostre richieste, le sue promesse» (Bonhoeffer). E il Vangelo ne trabocca: sono venuto perché abbiate la vita in pienezza, non vi lascerò orfani, sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del tempo, il Padre sa di cosa avete bisogno. Con l'immagine della vedova mai arresa Gesù vuole sostenere la nostra fiducia: Se un giudice, che è in tutto all'opposto di Dio, alla fine ascolta, Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti che gridano a lui, prontamente? Li farà a lungo aspettare? Ci perdoni il Signore, ma a volte la sensazione è proprio questa, che Dio non risponda così prontamente e che ci faccia a lungo aspettare. Ma quel prontamente di Gesù non si riferisce a una questione temporale, non vuol dire «subito», ma «sicuramente». Il primo miracolo della preghiera è rinsaldare la fede, farla poggiare sulla prima certezza che la parabola trasmette: Dio è presente nella nostra storia, non siamo abbandonati. Dio interviene, ma non come io vorrei, come lui vorrà. Seconda certezza: un granello di senape di fede, una piccola vedova che non si lascia fiaccare, abbattono le mura. La preghiera è un «no» gridato al «così vanno le cose». È il primo vagito di una storia nuova che Dio genera con noi. La preghiera è il respiro della fede (papa Francesco): pregare è una necessità, perché se smetto di respirare smetto di vivere. Questo respiro, questo canale aperto in cui scorre l'ossigeno di Dio, viene prima di tutto, prima di chiedere un dono particolare, un aiuto, una grazia. È il respiro della vita, come per due che si amano, il respiro del loro amore.
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ome si faceva il bucato prima della modernità? Il bucato del “bianco”, lenzuola, canovacci, tovaglie, asciugamani di canapa ecc… veniva fatto una volta al mese. E bastava, perché la fatica era molta e vi lavoravano tutte le donne di casa per un’intera giornata che doveva essere soleggiata. Poiché si viveva in famiglie allargate, si arrivava facilmente a 15 persone e il cumulo della biancheria riempiva decine di ceste. Dopo aver portato a casa l’acqua, si faceva una prima passata ai panni, sporchissimi, con spazzola, sapone, e molto olio di gomito. Questa biancheria appena strofinata veniva posta in un mastello e la si ricopriva con una “smoìa”, cioè un vecchio lenzuolo che doveva proteggere il bucato dalla cenere. Infatti, sopra questa smoìa veniva messa la cenere che, come si sa, ha un potere sbiancante e sgrassante. A parte si facevano bollire vari paioli d’acqua che si versavano sulla cenere fino a riempire il mastello. In quest’acqua il bucato vi rimaneva un giorno intero. Infatti la razdora cominciava questa operazione il giorno prima. Una volta tolto dalla cenere, il bucato doveva essere risciacquato, dopo averlo ben torto. Ed ecco lì la fonte…. Con le belle ceste piene di panni le lavandaie andavano al lavatoio pubblico, se c’era, altrimenti si dirigevano verso qualche ruscello o qualche punto d’acqua pulita che scorreva. Per togliere cenere e sapone dovevano sbattere con forza i panni sopra la pietra o il legno. Questa era un’operazione importante per eliminare qualsiasi residuo che poteva danneggiare il tessuto o lasciare aloni. Prima di metterlo ad asciugare, il bucato andava strizzato ben bene: i capi tenuti fra due donne, si facevano girare in parti opposte. A quel punto veniva disteso nei prati per l’asciugatura, in particolare sui cespugli per evitare che animali potessero calpestarli. L’acqua rimasta nel mastello la si utilizzava per lavare i panni colorati e, addirittura, per lavarsi i capelli che acquistavano in brillantezza. Nulla era buttato, tutto veniva recuperato e l’inquinamento era una parola ancora da inventare. I detersivi del tempo, oltre a cenere e sapone, erano: varichina, soda, borace, calce, caolino e il preziosissimo aceto. Per inamidare i capi, invece, si facevano bollire delle bucce di patate e, in quest'acqua, vi si immergevano i panni. Il risultato finale era perfetto e non costava nulla. 5
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Il viaggio transoceanico Quando arrivai, verso sera, l'imbarco degli emigranti era già cominciato da un'ora, e il GaNel marzo 1884 lo scri ore e giornalista Edmondo de Amicis de- lileo, congiunto alla cacise di imbarcarsi su un piroscafo che trasportava in Argen na, lata da un piccolo ponte oltre ai passeggeri che viaggiavano per affari o per dile o, anmobile, continuava a inche circa 1500 nostri connazionali emigran . Il suo scopo era saccar miseria: una proquello di documentare, con un'approfondita inchiesta giornalicessione interminabile di s ca, un fenomeno che stava assumendo dimensioni sempre più imponen , e che a cavallo dei due secoli avrebbe inciso pro- gente che usciva a grupfondamente sulle sor del nostro paese. Da questo viaggio nac- pi dall'edifizio dirimpetque, cinque anni più tardi, un romanzo in tolato SULL'OCEANO. to, dove un delegato della Questura esaminava i passaporti. La maggior parte, avendo passato una o più notti all'aria aperta, accucciati come cani per le strade di Genova, erano stanchi e pieni di sonno. Operai, contadini, donne con bambini alla mammella, ragazzetti che avevano ancora attaccata al petto la piastrina di latta dell'asilo infantile passavano, portando quasi tutti una seggiola pieghevole sotto il braccio, sacche e valigie d'ogni forma alla mano o sul capo, bracciate di materasse e di coperte, e il biglietto col numero della cuccetta stretto fra le labbra. […] Via via che salivano, gli emigranti passavano davanti a un tavolino, a cui era seduto l'ufficiale Commissario; il quale li riuniva in gruppi di mezza dozzina, chiamati ranci, inscrivendo i nomi sopra un foglio stampato, che rimetteva al passeggiere più anziano, perché andasse con quello a prendere il mangiare in cucina, all'ore dei pasti. […] Poi le famiglie si separavano: gli uomini da una parte, dall'altra le donne e i ragazzi erano condotti ai loro dormitori. Ed era una pietà veder quelle donne scendere stentatamente per le scalette ripide, e avanzarsi tentoni 6
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per quei dormitori vasti e bassi, tra quelle innumerevoli cuccette disposte a piani come i palchi delle bigattiere, […] Finalmente s'udirono gridare i marinai a poppa e a prua ad un tempo: - Chi non è passeggiere, a terra! Queste parole fecero correre un fremito da un capo all'altro del Galileo. In pochi minuti tutti gli estranei discesero, il ponte fu levato, le gomene tolte, la scala alzata: s'udì un fischio, e il piroscafo si cominciò a muovere. Allora delle donne scoppiarono in pianto, dei giovani che ridevano si fecero seri, e si vide qualche uomo barbuto . fino allora impassibile, passarsi una mano sugli occhi. […] Ma lo spettacolo era la terza classe, dove la maggior parte degli emigranti, presi dal mal di mare, giacevano alla rinfusa, buttati attraverso alle panche, in atteggiamento di malati o di morti, coi visi sudici e i capelli rabbuffati, in mezzo a un grande arruffio di coperte e di stracci. […] Anche quelli che non soffrivano avevan l'aria abbattuta, e più l'aspetto di deportati che d'emigranti. Pareva che la prima esperienza della vita inerte e disagiata del bastimento avesse smorzato in quasi tutti il coraggio e le speranze con cui eran partiti e che in quella prostrazione d'animo succeduta all'agitazione della partenza, si fosse ridestato in essi il senso di tutti i dubbi, di tutte le noie e amarezze degli ultimi giorni della loro vita di casa, […] Il Galileo portava mille e seicento passeggeri di terza classe, dei quali più di quattrocento tra donne e bambini. […] Tutti i posti erano occupati. […] tutta la prua […] vasta piazza affollata di passeggeri, che ha lungo i due lati le stalle dei bovi e dei cavalli, le stie dei piccioni e delle galline, le gabbie dei montoni e dei conigli, in fondo il lavatoio a vapore e il macello, di qua i cernieri dell'acqua dolce e gli acquai marini, nel mezzo la casetta dell'osteria e la boccaporta dei dormitori femminili, chiusa da una bizzarra sovrapposizione di tetti vetrati, che servon di sedili alle donne. (EDMONDO DE AMICIS, Sull'oceano, Milano 1889, pp. varie. ) 7
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PADRE FORTUNATO: «AD ASSISI DARIO FO ERA DI CASA» Il portavoce del Sacro Convento di Assisi ricorda la passione per San Francesco e i momenti vissuti dal celebre attore con la comunità francescana: «A sera se andava dicendoci: vado via perché se resto ancora un po' finisce che mi converto» 13/10/2016
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Dario Fo per noi era uno di casa, si proclamava un fanatico di Francesco”, ricorda padre Enzo Fortunato, portavoce e direttore della sala stampa del Custode del Sacro Convento di Assisi. La passione di Fo per il santo era di lunga data, ma lui voleva coltivarla anche nella concretezza, visitando spesso Assisi. “Ci è venuto a trovare diverse volte, si intratteneva anche con padre Mauro Gambetti”. Il Custode del Convento ha commentato la scomparsa dell’autore di “Mistero Buffo” con una nota in cui ricorda i meriti dell’artista: “ Si è spenta una voce critica che è stata da stimolo per l'attenzione verso gli ultimi e le periferie della storia. La preghiera è che possa incontrare l'amore pieno”. Del resto, continua padre Fortunato, “Dario Fo è sempre stato legato da affetto e ammirazione per il Santo di Assisi, lo testimoniano le sue r appr esentazioni messe in scena, alcuni suoi scritti come la poesia per il Santo 'Il dono della Pace' e il racconto 'La leggenda della fonte tiepida”. Padre Fortunato pesca nella memoria di quegli incontri con i padri francescani. “Arrivava in auto con alcuni collaboratori, visitava la basilica e le altre opere legate al santo, spesso partecipava a dibattiti sui carcerati, sulla misericordia, sulla politica. Era molto critico verso il potere vissuto come professione e non come spirito di servizio. Ha anche collaborato con la nostra rivista e con il sito. Ci regalò un ritratto del Santo che utilizzammo come copertina”. Fo definiva Francesco “la voce della pace” e “amava soprattutto la sua capacità di mettere in discussione con la sua testimonianza la Chiesa del suo tempo e le varie fonti di egoismo che albergavano nel cuore degli uomini na personalità incontenibile, un artista podel Medio Evo. Ammirava la sua capacità di liedrico, il “giullare” della cultura italiana. amare l’uomo, di cambiare la Chiesa e di esseDi Dario Fo, in queste ore, si stanno insere inclusivo verso tutti”. guendo le definizioni, mentre la notizia della sua scomparsa da subito ha fatto il giro del Padre Fortunato lo aveva sentito al telefono mondo. Aveva 90 anni, ed è morto all’ospedale Sacun mese fa: "Lo informai della visita ad As- co di Milano per complicazioni respiratorie. Scrittosisi della rockstar Mikka, che aveva cantato re, attore, regista, pittore, scultore, autore di canzoni, con lui in un originale duetto e lui fu molto politico, Dario Fo, Nobel nel 1997 per la Letteratura, contento che anche quel ragazzo venisse ad ha al suo attivo oltre cento commedie, intrise di satiammirare i luoghi del santo". Alla fine di quel- ra e comicità. Fino all’ultimo è stato lucido e presenle serate, ricorda il francescano, "spesso si te, tanto da apparire in pubblico soltanto pochi giorni commuoveva per l’atmosfera di Assisi e dei fa: “Se mi dovesse capitare suoi frati. Poi, ebbro di quell'atmosfera spiriqualcosa, dite che ho fatto di tuale, saliva in auto per andare a pernottare tutto per campare”, avrebbe All’Alcatraz, il villaggio-laboratorio adagiato detto fino all’ultimo. Accanto tra il verde delle colline umbre fondato dal fia lui, per tanti anni, Franca glio Jacopo, distante meno di un’ora da Assisi. Rame, la cui morte, nel 2013, “Ci salutava col solito trasporto e ci diceva con segnò “il più grande dolore” una battuta, ma non troppo: Non mi fate stare della sua vita; con lei, come troppo con voi, devo scappare, altrimenti mi ripeteva, aveva “vissuto tre arriva il dono della fede e finisce che mi convolte più degli altri”. verto”. (Famiglia Cristiana, 13/10/2016)
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Adeste 20162016 - 5°/42 5°/ 42 LITURGIA EUCARISTICA LETTURE: Es 17,8-13 Sal 120 2Tm 3,14-4,2 Lc 18,1-8 C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Nel giorno in cui celebriamo la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, anche noi siamo chiamati a morire al peccato per risorgere alla vita nuova. Riconosciamoci bisognosi della misericordia del Padre. Breve pausa di riflessione personale C. Signore, che sei la pienezza di verità e di grazia, abbi pietà di noi. A. Signore, pietà. C. Cristo, che ti sei fatto povero per arricchirci, abbi pietà di noi. A. Cristo, pietà. C. Signore, che sei venuto a fare di noi il tuo popolo santo, abbi pietà di noi. A. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen. COLLETTA C. O Dio, che per le mani alzate del tuo servo Mosè hai dato la vittoria al tuo popolo, guarda la Chiesa raccolta in preghiera; fa' che il nuovo Israele cresca nel servizio del bene e vinca il male che minaccia il mondo, nell'attesa dell'ora in cui farai giustizia ai tuoi eletti che gridano giorno e notte verso di te. Per il nostro Signore
Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli . A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro dell'Esodo In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm. Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE R. Il mio aiuto viene dal Signore. Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra. R/. Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode. Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele. R/. Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra. Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. R/. Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita. Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre. R/. Seconda Lettura Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia:
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queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo Alleluia,Alleluia La parola di Dio è viva ed efficace, discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Alleluia VANGELO C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo Luca A. Glora a te o Signore In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio
Adeste 20162016 - 5°/42 5°/ 42 da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. La nostra voce giunge al Signore che si china sulle nostre miserie: con la sua potenza risanatrice, ridà la vista ai ciechi, la speranza agli afflitti, la pace ai peccatori. Con la fiducia di Bartimeo, diciamo: Donaci, o Dio, una fede viva! Perché la Chiesa, edificio degli illuminati da Cristo, docilmente si lasci guidare e purificare dallo Spirito. Preghiamo: Perché la luce del vangelo guarisca gli uomini da ogni cecità e sofferenza e accenda in essi la fede in Cristo figlio di Dio. Preghiamo: Perché nessun uomo o organismo sociale osi impedire la professione e la testimonianza della fede. Preghiamo: Perché la voce del Signore ci trovi pronti a lasciare tutto, per metterci, con la Chiesa, alla sequela del Cristo. Preghiamo: Perché l'incontro personale col Signore che ci ha convocati alla sua mensa, sia per noi un momento di luce e liberazione. Preghiamo: C. O Dio, che accogli il grido dei poveri, donaci di vederti in tutte le meraviglie del creato, di riconoscerti negli uomini nostri fratelli, di adorarti nel volto di Cristo Signore, parola eterna e luce vera del mondo. A te la lode
nei secoli dei secoli. C. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Donaci, o Padre, di accostarci degnamente al tuo altare, perché il mistero che ci unisce al tuo Figlio sia per noi principio di vita nuova. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. È’ cosa buona e giusta. C E' veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l'inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Mirabile è l'opera da lu compiuta nel mistero pasquale: egli ci ha fatti passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla gloria di proclamarci stirpe eletta, regale sacerdozio, gente santa, popolo di sua conquista, per annunziare al mondo la tua potenza, o Padre, che dalle tenebre ci hai chiamati allo splendore della tua luce. Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori degli angeli, proclamiamo esultanti la tua lode: : Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli.
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A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C O Signore, questa celebrazione eucaristica, che ci ha fatto pregustare le realtà del cielo, ci ottenga i tuoi benefici nella vita presente e ci confermi nella speranza dei beni futuri. Per Cristo nostro Signore. C. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
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„Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestĂ aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltĂ , di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa "cosa è dentro l'uomo". Solo lui lo sa! (dall'Omelia per l'inizio del pontificato, 22 ottobre 1978)“
– Papa Giovanni Paolo II I SANTI DELLA SETTIMANA 16
D s. Margherita M.Alaquoque
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s. Ignazio di Antiochia
18 M
s. Luca Evangelista
19 M s. Paolo Della Croce 20 G
s. Maria Bertilla Boscardin
21
s. Orsola
22 S
s. Giovanni Paolo II
C6 7: Chiesa romano-cattolica dei Piaristi. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii� din ClujNapoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: veresstelian@yahoo.com Domenica alle ore 12,00
B : Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balcescu, nr. 28, sector 1, BucureĹ&#x;ti tel./ fax: 021-314.18.57, don Roberto *°* Polimeni, Tel:0770953530 A69 I 6* : Domenica ore 11:00 mail: polimeni.roberto@yahoo.com; polimeni.rober to70@gmail.com; Tel 0040 756066967. Trasmessa nella Chiesa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. in diretta su www.telestartv.ro 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul *°* "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari. T*;* < : Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi*°* I *: Cattedrale "vecchia" IaĹ&#x;i - Adormirea Maicii na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica Domenica ore 18:00. ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione â&#x20AC;&#x201C;Iasi, Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 M ail: Mail:parohiafabric@googlemail.com Alelembo73@gmail.com *°*
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