Adeste nr 33 domenica 13 agosto 2017c

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Adeste 33/2017 anno 6° questo giorno tutto sembra essere concesso. Grandi mangiate con gli amici, lunghe pennichelle, uscire prima dall’ufficio o inventare una scusa per evitare totalmente di lavorare. L’unico obiettivo è divertirsi e rilassarsi. A differenza di altri paesi europei, in Italia il 15 Agosto segna il culmine e insieme, la fine dell’estate, e per questo motivo deve essere celebrato! Oggi siamo soliti chiamare questo giorno “Ferragosto“, ma in realtà, nell’antichità, con lo stesso termine si indicava tutto il mese di agosto. “Ferragosto” deriva da “feriae Augusti”, ossia riposo di Augusto, e indicava una festività istituita, nel 18 a. C., dall’imperatore Ottaviano dichiarato Augusto dal Senato Romano. Durante questo periodo, che incorporava anche i “Vinalia rustica” e i “Consualia”, si celebravano i raccolti e la fine dei lavori agricoli con banchetti, balli, mercati e corse di cavalli e altri animali organizzati in tutto l’impero. Ovviamente questo tempo prolungato di festività serviva anche all’imperatore per conquistare i favori del popolo. Tra le celebrazioni solenni, la più importante si verifica il 13 agosto ed era dedicata a Diana, dea della luna, degli animali selvatici e protettrice delle donne. Durante queste feste, a cui potevano partecipare tutti i cittadini senza distinzione di ceto sociale, i lavoratori porgevano gli auguri ai loro padroni, ricevendo in cambio delle mance. Con il passare del tempo le “feriae Augusti” furono abolite, ma la Chiesa Cattolica decise di unire rituali cristiani e tradizioni pagane celebrando il 15 agosto la festa dell’Assunzione di Maria. Il dogma cattolico fu proclamato da papa Pio XII il primo novembre del 1950. Ma in particolare il Ferragosto iniziò ad acquisire l’importanza che vi attribuiamo tuttora durante il ventennio fascista. In questo periodo, nei giorni del 13, 14 e 15 agosto, il regime organizzava, attraverso le associazioni dopolavoristiche delle varie corporazioni, centinaia di gite popolari. Per l’occasione furono istituiti i celebri “Treni popolari di Ferragosto”. L’iniziativa offriva la possibilità anche alle classi sociali povere di visitare le città italiane o di raggiungere le località marine e montane a prezzi fortemente scontati. Gli italiani potevano scegliere se partecipare alla “Gita di un sol giorno”,allontanandosi di circa 50100 chilometri, o alla “Gita dei tre giorni” percorrendo circa 100-200 chilometri. Ma dato che queste escursioni non prevedevano anche i pasti, nacque l’usanza di preparare il classico pranzo al sacco. Alla vigilia di Ferragosto, per salutare l’estate che volge al termine, si ha l’usanza di accendere grandi falò che hanno lo scopo di scacciare le forze del male e di ritardare l’arrivo della nuova stagione. Altro elemento importante, in questo cerimoniale, è l’acqua, e per questo si ha la consuetudine di accendere i fuochi in spiaggia per fare insieme agli amici il bagno di mezzanotte, dal valore purificatore e propiziatorio. Questo giorno ha sempre avuto un significato importante per noi italiani, tant’é che sono diversi i libri, i film o le opere classiche a lui dedicate. Si ricorda “Scherzi di Ferragosto” di Alberto Moravia, “Il sorpasso” di Dino Risi e il capolavoro lirico “Pagliacci” del compositore napoletano Ruggero Leoncavallo, ambientato proprio in una calda giornata di Ferragosto nella Calabria del 1865. (www.vesuviolive.i) 2


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on solo impegni ridotti, tempo dedicato alle letture, udienze sospese, sveglia un poco più tardi. Le ferie in casa di papa Francesco sono state dedicate dal Pontefice argentino, nel mese di luglio, principalmente alla cura della sua salute personale, ed in particolare alla cura di quei problemi di sciatica che lo tormentano fin da quando è diventato Papa. Su indicazione del suo medico personale, infatti, papa Bergoglio si è sottoposto con costanza, due volte a settimana, a massaggi e iniezioni per lenire il dolore alla gamba. Inoltre, è vero che Bergoglio, anche ai tempi di quando era arcivescovo di Buenos Aires non è mai stato solito andare in vacanza (le sue ultime ferie risalgono all'estate del 1974) ma è altrettanto vero che da due anni Francesco ha deciso di dedicare questo tempo di riposo casalingo alla cura specifica della sua salute secondo un ferreo programma in modo da poter affrontare più agevolmente gli impegni da assolvere durante l'anno. Nella sua prima intervista con i giornalisti in volo di rientro dal Brasile, alla domanda su quale fosse la cosa peggiore ad essergli capitata da quando era Papa, Francesco rispose candidamente che si trattava della sciatica. «La cosa peggiore, mi scusi, che mi è venuta, è la sciatica, davvero», rispose Bergoglio.

Massimo Franco sul Corriere della Sera nel 2015 svelò un curioso episodio della sciatica del Papa. Era il 2007 quando l'allora cardinale e arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio, a Roma per partecipare a un Sinodo dei vescovi, si reca per una visita dal fisiatra romano dell’Università La Sapienza Valter Santilli, specializzato in riabilitazione che ha raccontato come andò con l’illustre paziente: «Durante la visita, che mise in luce i tratti di simpatia e cordialità nonché di semplicità del Cardinale, mi venne in mente di esprimermi nella seguente maniera: “Eminenza, lo sa che la sciatica è una malattia profetica?” “Perchè?”- chiese il Cardinale Bergoglio. Ed io risposi: “Perchè nel libro della Genesi dell’Antico Testamento, al capitolo 32 dove si racconta l’episodio della lotta di Giacobbe con l’Angelo, quest’ultimo lo toccò sul nervo sciatico e sull’articolazione dell’anca, ed in quella notte, dopo la sciatica il Signore cambiò nome a Giacobbe in Israele. Vedrà, – disse Santilli al futuro Papa – dopo la sua sciatica il Signore cambierà nome anche a lei». Nel marzo 2013, Bergoglio viene eletto Papa e sceglie il nome di Francesco. Qualche mese dopo, a fine maggio, telefona al prof. Santilli: «Persi di vista il Cardinale fino al 31 maggio 2013», ha raccontato il medico, «quando al mattino squilla il mio cellulare e l’interlocutore si presenta così: “Prof. Santilli?” – chiese ed io risposi: “Si, chi è”? La risposta fu la seguente: “Una volta mi chiamavo Jorge Mario Bergoglio poi il Signore mi ha cambiato nome ed ora mi chiamo Francesco, papa Francesco».

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La mano di Dio tra le tempeste

esù dapprima assente, poi come un fantasma nella notte, poi voce sul vento e infine mano forte che ti afferra. Un crescendo, dentro una liturgia di onde, di tempesta, di buio. È commovente questo Gesù che passa di incontro in incontro: saluta i cinquemila appena sfamati, uno a uno, con le donne e i bambini; profumato di abbracci e di gioia, ora desidera l’abbraccio del Padre e sale sul monte a pregare. Poi, verso l’alba, sente il desiderio di tornare dai suoi. Di abbraccio in abbraccio: così si muoveva Gesù. A questo punto il vangelo racconta una storia di burrasca, di paure e di miracoli che falliscono. Pietro, con la sua tipica irruenza un, chiede: se sei figlio di Dio, comandami di venire a te camminando sulle acque. Venire a te, bellissima richiesta. Camminando sulle acque, richiesta infantile di un prodigio fine a se stesso, esibizione di forza che non ha di mira il bene di nessuno. E infatti il miracolo non va a buon fine. Pietro scende dalla barca, comincia a camminare sulle acque, ma in quel preciso momento, proprio mentre vede sente tocca il miracolo, comincia a dubitare e ad affondare. Uomo di poca fede perché hai dubitato? Pietro è uomo di poca fede non perché dubita del miracolo, ma proprio in quanto lo cerca. I miracoli non servono alla fede. Infatti Dio non si impone mai, si propone. I miracoli invece si impongono e non convertono. Lo mostra Pietro stesso: fa passi di miracolo sull’acqua eppure proprio nel momento in cui sperimenta la vertigine del prodigio sotto i suoi piedi, in quel preciso momento la sua fede va in crisi: “Signore affondo!”. Quando Pietro guarda al Signore e alla sua parola: “Vieni!” può camminare sul mare. Quando guarda a se stesso, alle difficoltà, alle onde, alle crisi, si blocca nel dubbio. Così accade sempre. Se noi guardiamo al Signore e alla sua Parola, se abbiamo occhi che puntano in alto, se mettiamo in primo piano progetti buoni, noi avanziamo. Mentre la paura dà ordini che mortificano la vita, i progetti danno ordini al futuro. Se guardiamo alle difficoltà, se teniamo gli occhi bassi, fissi sulle macerie, se guardiamo ai nostri complessi, ai fallimenti di ieri, ai peccati che ricorrono, iniziamo la discesa nel buio. Ringrazio Pietro per questo suo intrecciare fede e dubbio; per questo suo oscillare fra miracoli e abissi. Pietro, dentro il miracolo, dubita: “Signore affondo”; dentro il dubitare, crede: “Signore, salvami!”. Dubbio e fede. Indivisibili. A contendersi in vicenda perenne il cuore umano. Ora so che qualsiasi mio affondamento può essere redento da una invocazione gridata nella notte, gridata nella tempesta come Pietro, dalla croce come il ladro morente. ( P.Ermes Ronchi)

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Buona festa dell’Assunta! La pagina evangelica (Lc 1,39-56) dell’odierna festa dell’Assunzione di Maria al cielo descrive l’incontro tra Maria e la cugina Elisabetta, sottolineando che «Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda» (v.39). In quei giorni, Maria correva verso una piccola città nei pressi di Gerusalemme per incontrare Elisabetta. Oggi, invece, la contempliamo nel suo cammino verso la Gerusalemme celeste, per incontrare finalmente il volto del Padre e rivedere il volto del suo Figlio Gesù. Tante volte nella sua vita terrena aveva percorso zone montuose, fino all’ultima tappa dolorosa del Calvario, associata al mistero della passione di Cristo. Oggi la vediamo giungere alla montagna di Dio, «vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle» (Ap 12,1) - come dice il libro dell’Apocalisse - e la vediamo varcare le soglie della patria celeste. È stata la prima a credere nel Figlio di Dio, ed è la prima ad essere assunta in cielo in anima e corpo. Per prima ha accolto e preso in braccio Gesù quando era ancora bambino, ed è la prima ad essere accolta dalle sue braccia per essere introdotta nel Regno eterno del Padre. Maria, umile e semplice ragazza di un villaggio sperduto nella periferia dell’impero romano, proprio perché ha accolto e vissuto il Vangelo, è ammessa da Dio a stare per l’eternità accanto al trono del Figlio. È così che il Signore rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili (cfr Lc 1, 52). L’Assunzione di Maria è un mistero grande che riguarda ciascuno di noi, riguarda il nostro futuro. Maria, infatti, ci precede nella strada sulla quale sono incamminati coloro che, mediante il Battesimo, hanno legato la loro vita a Gesù, come Maria legò a Lui la propria vita. La festa di oggi ci fa guardare al cielo, preannuncia i “cieli nuovi e la terra nuova”, con la vittoria di Cristo risorto sulla morte e la sconfitta definitiva del maligno. Pertanto, l’esultanza dell’umile fanciulla di Galilea, espressa nel cantico del Magnificat, diventa il canto dell’umanità intera, che si compiace nel vedere il Signore chinarsi su tutti gli uomini e tutte le donne, umili creature, e assumerli con sé nel cielo. Il Signore si china sugli umili, per alzarli, come proclama il cantico del Magnificat. Questo canto di Maria ci porta anche a pensare a tante situazioni dolorose attuali, in particolare alle donne sopraffatte dal peso della vita e dal dramma della violenza, alle donne schiave della prepotenza dei potenti, alle bambine costrette a lavori disumani, alle donne obbligate ad arrendersi nel corpo e nello spirito alla cupidigia degli uomini. Possa giungere quanto prima per loro l’inizio di una vita di pace, di giustizia, di amore, in attesa del giorno in cui finalmente si sentiranno afferrate da mani che non le umiliano, ma con tenerezza le sollevano e le conducono sulla strada della vita, fino al cielo. Maria, una fanciulla, una donna che ha sofferto tanto nella sua vita, ci fa pensare a queste donne che soffrono tanto. Chiediamo al Signore che Lui stesso le conduca per mano e le porti sulla strada della vita, liberandole da queste schiavitù. E ora ci rivolgiamo con fiducia a Maria, dolce Regina del cielo, e le chiediamo: «Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa che vediamo il tuo Figlio, pieni della gioia del Cielo» (Inno dei Secondi vespri).. 7


Adeste 33/2017 anno 6° C’e’ una cittadina in Cile dove ancor oggi si canta “Romagna Mia” e dove sono rimaste immutate le tradizioni e la cucina emilianoromagnola.

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C. Il Signore che guida i nostri cuori nell’amore e nella pazienza di Cristo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE ATTO PENITENZIALE C. Ogni giorno incontriamo e sperimentiamo la nostra fragilità. Chiamati ad una grande missione, portiamo la grazia di Dio in vasi di creta. Chiediamo al Padre delle misericordie di farci conoscere le nostre paure e le nostre fughe, di perdonarle e di rafforzare la nostra fede. Breve pausa di riflessione personale Signore, nelle situazioni in cui non abbiamo avuto speranza, abbi pietà di noi. Signore, pietà. Cristo, nelle tempeste della vita in cui non abbiamo vinto la paura, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore, nel vacillare dell’amore in cui non abbiamo avuto fede, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre.Amen. COLLETTA C. Onnipotente Signore, che domini tutto il creato, rafforza la nostra fede e fa' che ti riconoscia-

mo presente in ogni avvenimento della vita e della storia, per affrontare serenamente ogni prova e camminare con Cristo verso la tua pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal primo libro dei Re In quei giorni, Elia, essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb, entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore». Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE R. Mostraci, Signore, la tua misericordia. Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli. Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. R/. Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. R/. Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino. R/. Seconda Lettura Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei

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consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo ALLELUIA Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola. ALLELUIA C. Il Signore sia con voi A. Dal Vangelo secondo MATTEO A. Gloria a te o Signore

VANGELO

Dopo che la folla ebbe mangiato, subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( seduti) (C R E D O) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e


Adeste 33/2017 anno 6° della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Fratelli e sorelle, preghiamo il Signore perché si faccia presente nella nostra vita e ci aiuti a riconoscerlo negli avvenimenti che animano la nostra quotidianità. Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore. 1. Per la Chiesa, barca degli apostoli, perché sappia affrontare le tempeste della storia riponendo piena fiducia in Cristo, suo Signore e salvatore. Preghiamo. 2. Perché i popoli e le nazioni perseguano politiche di pace e si impegnino per la giustizia. Preghiamo. 3. Perché coloro che sono tentati dagli idoli e dal dubbio sappiano riconoscere in Gesù il vero e unico salvatore della loro vita. Preghiamo. 4. Perché i cristiani trovino negli avvenimenti di cui è intessuta la loro storia le tracce della presenza di un Dio amorevole e buono.Preghiamo. 5. Per tutti noi, perché non ci lasciamo catturare dal chiasso,

ma impariamo a fare silenzio nel nostro animo, per riscoprire i valori dello spirito. Preghiamo. C. O Padre, ascolta le preghiere di noi tuoi figli, che, come Pietro, rinnovano la fede in Cristo salvatore del mondo, affinché non ci vengano mai a mancare i segni della tua bontà e della tua protezione. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli con bontà, Signore, questi doni che tu stesso hai posto nelle mani della tua Chiesa, e con la tua potenza trasformali per noi in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. È’ cosa buona e giusta. C. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. In ogni tempo tu doni energie nuove alla tua Chiesa e lungo il suo cammino mirabilmente la guidi e la proteggi. Con la potenza del tuo Santo Spirito le assicuri il tuo sostegno, ed essa, nel suo amore fiducioso, non si stanca mai d'invocarti nella prova, e nella gioia sempre ti rende grazie per Cristo Signore nostro. Per mezzo di lui cieli e terra inneggiano al tuo amore; e noi, uniti agli angeli e ai santi, proclamiamo senza fine la tua gloria Santo, Santo, Santo …. C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LAPREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente,

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nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro che sei nei cieli, Sia santifcato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il notro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. La partecipazione a questi sacramenti salvi il tuo popolo, Signore, e lo confermi nella luce della tua verità. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e SpiritoSanto. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


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