Adeste 34/2017 anno 6° La “Carta europea dell’acqua”, ci ricorda che: ”Non c’è vita se non c’è acqua”. E’ necessario salvaguardare l’acqua, non sprecarla, non inquinarla, distribuirla a tutto il mondo in modo equo perché è un bene di tutti. Usare l’acqua è un diritto, sprecarla è un delitto! A tal fine si rende necessario arrestare lo spreco che ogni giorno si ripete nelle nostre case dando dimostrazione di grande civiltà e di rispetto per chi è meno fortunato di noi: riparare i rubinetti da eventuali perdite tempestivamente; innaffiare le piante la sera per azzerare lo spreco…. Queste poche e semplici regole applicate giornalmente, saranno utili a ridurre gli sprechi, gioveranno alla
Questa estate 2017 così calda e siccitosa, ci invita a riflettere e conseguentemente agire perché….
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’acqua è un bene prezioso perché è indispensabile per la vita di tutti gli esseri viventi, infatti il nostro corpo è formato per i 2/3 di acqua. L’acqua è dunque la nostra linfa vitale, fondamentale per le funzioni del nostro corpo. Infatti è per sua natura un solvente e ha la funzione di sciogliere i principi nutritivi in tutte le cellule, di garantire la digestione e la termoregolazione, di trasportare le scorie fuori del nostro organismo e di proteggere gli organi più delicati come: l’occhio, l’orecchio interno e il cervello. Nel mondo, però, l’acqua non è distribuita equamente tra tutti gli uomini. Esistono popolazioni nel Sud del mondo che non hanno abbastanza acqua potabile e le donne devono percorrere tanti chilometri a piedi per cercare di raggiungere fonti d’acqua da prelevare, al fine di fronteggiare i bisogni primari dell’uomo. L’ emergenza dell’acqua è prioritaria, questo perché anche se apparentemente la quantità è tanta, in realtà non è sufficiente, in quanto la maggior parte delle acque potabili è nei ghiacciai e la restante parte è inquinata. I paesi industrializzati inquinano l’acqua attraverso detersivi, scarichi chimici provenienti da fabbriche e industrie, fertilizzanti e pesticidi impiegati in agricoltura, liquami gettati nei fiumi e nei mari senza essere stati depurati. Non solo! Tanti paesi sprecano enormi quantità di acqua in agricoltura, nelle industrie, nell’ uso spesso eccessivo e inutile all’ interno delle proprie abitazioni…. E’ necessario divulgare una nuova cultura dell’acqua per rendere tutti consapevoli che la più preziosa delle risorse ambientali è esauribile, che la sua qualità e quantità sono strettamente connesse con la capacità di tutelarla, razionalizzarla e inquinarla il meno possibile.
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L ' A C Q UA E . . . I N O N N I I nonni, si sa, la sanno lunga su tante cose: conoscono la vita e sanno distinguere ciò che è prezioso da ciò che non lo è. E ditemi un po', cosa c'è di più prezioso dell'acqua? Ecco perché abbiamo deciso di porre ai nonni alcune domande sull'argomento. Andiamo a sentire quello che ci hanno detto.
Nonno, quando eri bambino, come si faceva a prelevare l'acqua? E da dove? “L'acqua la prendevamo nei ruscelli vicino a casa e, per non sprecarne, solo quella necessaria, misurandola con delle bottiglie.” “L'acqua di casa era quella del pozzo che ogni famiglia di campagna aveva nel proprio cortile. Raccoglievamo, però, anche l'acqua piovana in grandi vasche, murate o di alluminio, destinate agli animali e all'orto.”
Come facevate per lavarvi? “Si scaldava l'acqua in grandi pentoloni e ci si lavava con del sapone di Marsiglia o di ulivo. Il posto più adatto, soprattutto d'inverno, era la stalla perché era sempre riscaldata dal fiato delle bestie.” “L'acqua scaldata sul fuoco veniva versata in delle bacinelle e, con un bel pezzo di sapone fatto col grasso degli animali, ci si lavava.”
Dove avevate i servizi e com'erano? Dove finivano gli scarichi? “Eravamo fortunati perché avevamo il bagno in casa, chiamato bagno padronale, mentre molte famiglie, a quei tempi, usavano la latrina pubblica. Per scaricare si gettava l'acqua di un secchio nel water, che era collegato alle fogne.” “Il water si trovava in una stanzetta sottoscala e si scaricava con un tubo collegato al lavandino di cucina. I miei vicini, però, avevano la turca, cioè un buco nel pavimento collegato alle fogne da un canale.”
Si poteva fare il bagno nei fiumi vicini? Com'era l'acqua? Ci si poteva pescare? “Vicino a casa c'erano dei fiumiciattoli: l'acqua era così pulita che ci si potevano pescare ranocchi e anguille. In più ci si lavavano i panni.” “Stavamo vicino al mare, noi, altro che fiume! L'acqua era limpidissima e si facevano dei bei bagni. Il pesce era ottimo”
Come si produceva il ghiaccio e perché? Dove veniva conservato? “Il ghiaccio veniva conservato in delle buche nel terreno all'ombra e coperto con la paglia. Non ricordo come si produceva, ma lo usavamo per conservare i cibi e rinfrescare le bevande.” “Il ghiaccio lo prendevamo alle ghiacciaie. Faceva comodo quando si era malati per far scendere la febbre. Qualche volta, lo compravamo al mercato e so che in campagna si conservava nelle cantine o in buche scavate nei fienili. Lo usavamo prima di tutto per conservare i cibi.” h sì, ragazzi miei, i nonni la sanno proprio lunga e le loro risposte ci hanno fatto pensare soprattutto a due cose: l'acqua non va sprecata e un suo consumo consapevole farà sì che non manchi mai. Un pensiero, per concludere, va a quelle persone che ne soffrono la mancanza a causa di grandi speculazioni o politici disonesti: l'acqua è di tutti e tutti hanno il diritto di bere, lavarsi, conservare i propri cibi, annaffiare le loro piante, rendere fertili le loro terre. Diamoci da fare perché sia così da ora e per sempre! 3
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Papa Francesco fa chiudere le 100 fontane in Vaticano per non sprecare acqua preziosa di Franca Giansoldati (Il Messaggero)
e cento fontane di Papa Francesco hanno smesso di zampillare. Niente più giochi d’acqua in piazza san Pietro, così come nei giardini all’italiana dentro le Mura Leonine dove da oggi tace anche la Fontana dell’Aquilone, la più grande tra tutte, così come ha smesso di cantare la Fontana delle Alpi, celeberrima per la disputa tra Bernini e Borromini che se ne attribuirono la paternità, nel loro perenne bisticcio caratteriale. Pure il fontanone dedicato a San Giuseppe, l’ultima opera realizzata al di là del Tevere grazie i finanziamenti dei cattolici americani. La siccità che ha colpito la capitale e messo in ginocchio Roma non poteva non interessare anche il piccolo Stato pontificio che stamattina ha stabilito di fermare gli allacci che alimentano le bellissime fontane, sia quelle esterne, in piazza San Pietro che quelle interne, dislocate lungo tutto il percorso che conduce sulla sommità del colle, dove abita anche Ratzinger nel monastero Mater Ecclesiae. L’Osservatore Romano ha spiegato che la scelta vaticana è in sintonia con la Laudato si’, l’enciclica sociale in cui Papa Bergoglio ha messo in guardia dall’abitudine di sprecare e buttare via, un modo di fare che ormai ha raggiunto «livelli inauditi», mentre «l’acqua potabile e pulita rappresenti una questione di primaria importanza, perché è indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici». Nel corso dei secoli i giardini vaticani sono stati abbelliti da fontane zampillanti realizzate da Borromini, Carlo Maderno, Bernini, Giovanni Vasanzio. Escludendone alcune situate all’esterno dalle quali sgorga acqua potabile, la quasi totalità delle fontane del Papa è alimentata dall’acquedotto dell’Acqua Paola, un’acqua non potabile, che viene utilizzata per l’irrigazione dei giardini, per la rete antincendio e per i servizi. Per alcune fontane è stato anche attivato un circuito di riciclo dell’acqua. 4
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n pezzo della storia dei nostri paesi è passato su quella pietra inclinata del lavatoio, resa liscia da anni e anni di panni strofinati e sbattuti con energia dalle nostre madri, dalle nostre nonne: le fasce dei bambini allattati, le pezze candide di lino delle giovani, tanti i chilometri di teli tessuti che hanno bagnato e ribagnato, tanti i corredi che hanno lavato e quanti sogni di giovani spose hanno accompagnato... Le pesanti lenzuola di lino e cotone fatte al telaio, bianche di lisciva, venivano immerse nell'acqua del vascone, lavoro lungo e faticoso per sollevarle, sbatterle, torcerle. Venivano strizzate in due, una lavandaia da una parte e una dall'altra del lavatoio, collaborazione scontata, senza sottolineature. Spesso le mani erano gonfie, doloranti e, alla fine dell'inverno troppo fredda l'acqua del lavatoio dove venivano immerse arrossate dai geloni Una cantata, improvvisa, si alzava nell'aria, intanto l'acqua diventava più torbida e si ricopriva di una coltre sudicia saponata che tutte cercavano di allontanare dai loro panni. E mentre i reati di varia natura, lettere anonime, furti, calunnie, amori clandestini, rancori, venivano discussi in quest'aula delle udienze a cielo aperto, il lavoro di risciacquo finiva, le braccia, intirizzite e spezzate dalla fatica, alzavano le cavagne sulla testa e andavano verso casa a stendere i panni sul prato e sulle siepi. E i bambini che intorno alla fontana avevano giocato a mosca cieca, a tana libera tutti, correvano a togliere il tappo della vasca osservando il grosso getto d'acqua sporca che fuoriusciva con impeto come se la stessa vasca fosse felice di liberarsi di tutte le chiacchiere più o meno benevole che quelle buone lingue vi avevano versato. E la fontana viveva, registrando, in... edizione parlata, la rassegna quotidiana dei fatti della comunità, il giornale che il paese non aveva e che mai avrà: la cronaca paesana di una vita semplice, intensa, di grande socializzazione. Era testimone di battesimi, sposalizi, funerali e lunghe processioni. Tanta era la gente che scendeva alla chiesa nel giorno di festa. E la fontana era là che cantava nella notte, le facevano compagnia le stelle, la luna, i gatti. La sua voce era familiare rassicurante. 5
Adeste 34/2017 anno 6° E DIO SI ARRESE ALLA FEDE INDOMITA DI UNA MADRE
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a donna delle briciole, una madre straniera, intelli-
gente e indomita, che non si arrende ai silenzi e alle risposte brusche di Gesù, è uno dei personaggi più simpatici del Vangelo. E Gesù, uomo di incontri, esce trasformato dall’incontro con lei. Una donna di un altro paese e di un’altra religione, in un certo senso “converte” Gesù, gli fa cambiare mentalità, lo fa sconfinare oltre Israele, gli apre il cuore alla fame e al dolore di tutti i bambini, che siano d’Israele, di Tiro e Sidone, figli di Raqqa o dei barconi, poco importa: la fame è uguale, il dolore è lo stesso, identico l’amore delle madri. No, dice la donna a Gesù, tu non sei venuto solo per quelli di Israele, ma anche per me, tu sei Pastore di tutto il dolore del mondo. Anche i discepoli sono coinvolti nell’assedio tenace della donna: Rispondile, così ci lascia in pace. Ma la posizione di Gesù è molto netta e brusca: io sono stato mandato solo per quelli della mia nazione, quelli della mia religione e della mia cultura. La donna però non si arrende: aiuta me e mia figlia! Gesù replica con una parola ancora più ruvida: Non si toglie il pane ai figli per gettarlo ai cani. I pagani, dai giudei, erano chiamati “cani” e disprezzati come tali. E qui arriva la risposta geniale della donna: è vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni. È la svolta del racconto. Questa immagine illumina Gesù. Nel regno di Dio, non ci sono figli e no, uomini e cani. Ma solo fame e figli da saziare, e figli sono anche quelli che pregano un altro Dio. Donna, grande è la tua fede! Lei che non va al tempio, che non conosce la Bibbia, che prega altri dei, per Gesù è donna di grande fede. La sua grande fede sta nel credere che nel cuore di Dio non ci sono figli e cani, che Lui prova dolore per il dolore di ogni bambino, che la sofferenza di un uomo conta più della sua religione. Lei non conosce la fede dei catechismi, ma possiede quella delle madri che soffrono. Conosce Dio dal di dentro, lo sente all’unisono con il suo cuore di madre, lo sente pulsare nel profondo delle sue piaghe: «è con il cuore che si crede», scrive Paolo (Rm 10,10). Lei sa che Dio è felice quando una madre, qualsiasi madre, abbraccia felice la carne della sua carne, finalmente guarita. Avvenga per te come desideri. Gesù ribalta la domanda della madre, gliela restituisce: Sei tu e il tuo desiderio che comandate. La tua fede e il tuo desiderio sono come un grembo che partorisce il miracolo. Matura, in questo racconto, un sogno di mondo da abbracciare: la terra come un’unica grande casa, con una tavola ricca di pane e ricca di figli. E tutti, tutti sono dei nostri. ( P.Ermes Ronchi)
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'undici ottobre 1954, S. S. Pio XII istituì la festa della Regalità di Maria, da celebrarsi ogni anno in tutto il mondo il giorno 31 maggio; fu poi trasferita al 22 agosto, giorno ottavo dell'Assunzione, per sottolineare il legame della regalità di Maria con la sua glorificazione corporea. Con tale festa il Papa ha voluto sigillare, con la sua autorità, la voce dei monumenti antichi e delle preghiere liturgiche e il senso del popolo cristiano, che attribuirono perennemente alla Vergine la dignità regale. Non si tratta quindi di una nuova verità proposta al popolo cristiano, perché il fondamento e le ragioni della dignità regale di Maria, abbondantemente espresse in ogni età, si trovano nei documenti antichi della Chiesa e nei libri della sacra liturgia. Infatti fin dai primi secoli della Chiesa Cattolica il popolo cristiano ha elevato preghiere e inni di lode e di devozione alla Regina del Cielo, sia nelle circostanze liete, sia, e molto più, nei periodi di gravi angustie e pericoli; nè vennero meno le speranze riposte nella Madre del Re Divino, Gesù Cristo; e la fede dí coloro che sempre credettero che la Vergine Maria, Madre di Dio, presiede all'universo con cuore materno, spesse volte fu premiata con grazie elette e divini favori. Il primo e più profondo motivo della dignità regale di Maria consiste nella sua maternità divina. Poichè Cristo, per l'unione ipostatica è, anche come uomo, Signore e Re di tutta la creazione, così Maria, « la Madre del Signore », partecipa, benchè in modo analogo, alla dignità regale del suo Figlio. A buon diritto quindi S. Giovanni Damasceno scrive: « Maria è veramente diventata la Signora di tutta la creazione, nel momento in cui divenne Madre del Creatore; e lo stesso Arcangelo Gabriele può dirsi l'araldo della dignità regale di Maria ». La Beatissima Vergine è Regina non soltanto come conseguenza della maternità divina, ma anche per la parte singolare che, per volontà di Dio, ebbe nell'opera della Redenzione. Infatti come Cristo è nostro Signore e Re anche per il fatto che ci ha redenti col suo prezioso Sangue, così Maria, in modo analogo, è pure nostra Regina, perchè prese intima parte, come nuova Eva, all'opera redentrice di Cristo, novello Adamo, soffrendo con Lui ed offrendolo all'Eterno Padre. E' certo che in senso pieno, proprio e assoluto, soltanto Gesù Cristo, Dio e Uomo, è Re; tuttavia anche Maria, sia come Madre di Cristo Dio, sia come socia nell'opera del Divin Redentore e nella lotta contro i nemici e nel trionfo ottenuto su di essi, partecipa alla sua dignità regale. Infatti da questa unione con Cristo Re deriva a Lei tale splendore e sublimità da superare l'eccellenza di tutte le cose create: da questa stessa unione con Cristo nasce quella regale potenza per cui Ella può dispensare i tesori del regno del Divin Redentore; infine dalla stessa unione con Cristo ha origine la inesauribile efficacia della sua materna intercessione presso il Figlio e presso il Padre. Nessun dubbio pertanto che Maria SS.ma sopravanzi in dignità tutta la creazione e abbia su tutti il primato, dopo il suo Figliuolo. Se il mondo oggi lotta senza tregua per assicurare la pace, l'invocazione del regno di Maria è più efficace di tutti i mezzi terreni per ottenere questo scopo. Pertanto tutti i fedeli cristiani si sottomettano all'impero della Vergine Madre di Dio, la quale mentre dispone di un potere regale, arde di un materno amore. 7
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'era una volta il dopoguerra. In quegli anni, i doganieri di mezzo mondo furono testimoni più o meno consapevoli del tragico fenomeno dell'emigrazione di centinaia di migliaia di italiani. Furono numerosi gli orfani del Piano Marshall. Quelli che dagli americani al massimo avevano ricevuto una stecca di cioccolato nei giorni della Liberazione. Quelli che avevano perso tutto, pure le vere nuziali, donate alla patria per fondere cannoni. Cosí come già era accaduto agli inizi del Novecento e dopo la Grande Guerra, moltissimi connazionali si giocavano le carte del futuro puntando la posta sull'"altrove". Ci fu chi fece le valigie da solo, ci fu chi si portò moglie e figli al seguito e ci fu una persona che, oltre alla famiglia, portò con sé tutti gli operai della propria ditta. E il parroco del paese. E i macchinari, per non perdere tempo e cominciare subito a lavorare. E la maestra elementare perché i bambini non fossero troppo spaesati nell'apprendere una lingua sconosciuta in una terra lontana. L'uomo che compí questa impresa di chiamava Carlo Borsari, veniva da Bologna ed era proprietario di una falegnameria industriale e di una ditta di costruzioni. La sua storia é tracciata in alcuni ritagli di giornale affissi alle pareti del carcere di Ushuaia, in Argentina, la città più a sud del pianeta. Oggi quel penitenziario è un museo e raccoglie testimonianze di storie che sarebbero piaciute a Mario Rigoni Stern, a John Fante e a tutti gli scrittori che seppero raccontare i dolori e le emozioni dei nostri migranti. Alla fine degli Anni Quaranta, il governo di Buenos Aires, in base a un trattato bilaterale che privilegiava le imprese italiane nei lavori pubblici, invitò i nostri industriali a installarsi nella Terra del Fuoco per incrementare lo sviluppo di quella regione inabitata e ostile, la stessa regione descritta qualche decennio più tardi da Luis Sepulveda nei suoi romanzi e definita "Il mondo alla fine del mondo". Tutto un programma. Il commendatore Borsari pose la propria candidatura e questa venne accettata. In soli sei mesi l'industriale e i suoi 150 operai accumularono 6.000 tonnellate di materiali: dalle assi di legno per costruire le case, ai macchinari della fabbrica, alle stoviglie per cucinare. Tutto fu caricato sulla nave "Genova", in partenza dall'omonimo porto ligure. Nel marzo del 1948, si imbarcarono in 600, i lavoratori e le loro famiglie, direzione Capo Horn. Prima del viaggio, Carlo Borsari e consorte furono ricevuti in udienza da Papa Pio XII. L'imprenditore si impegnò davanti al Pontefice a fornire assistenza religiosa agli emigranti. Fu cosí che sul Genova salí anche un sacerdote, don Antonelli, e con lui una statua della Madonna della Guardia, regalo papale.
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C. Il Signore che guida i nostri cuori nell’amore e nella pazienza di Cristo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE ATTO PENITENZIALE C. Chiediamo perdono al Padre delle misericordie per la nostra poca fede e per aver chiuso il cuore a chi la pensa o agisce diversamente da noi. Breve pausa di riflessione personale Signore, che ci vuoi attenti alle necessità dei fratelli, abbi pietà. Signore, pietà. Cristo, che vuoi essere riconosciuto in chi ci vive accanto, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore, che perdoni molto a chi molto ama, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre.Amen. COLLETTA C. O Padre, che nell'accondiscendenza del tuo Figlio mite e umile di cuore hai compiuto il disegno universale di salvezza, rivestici dei suoi sentimenti, perché rendiamo continua testimonianza con le parole e con le opere al tuo
amore eterno e fedele. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro del profeta Isaia Così dice il Signore: «Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE R. Popoli tutti, lodate il Signore. Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti. R/. Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perché tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra. R/. Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. Ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra. R/. Seconda Lettura Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti? Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da
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voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti! Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo ALLELUIA Gesù annunciava il vangelo del Regno e guariva ogni sorta di infermità nel popolo. ALLELUIA C. Il Signore sia con voi A. Dal Vangelo secondo MATTEO A. Gloria a te o Signore
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VANGELO
n quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( seduti) (C R E D O) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose
Adeste 34/2017 anno 6° sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. La donna cananea ci ha insegnato, fratelli e sorelle, a pregare con convinzione e senza stancarci. Chiediamo al Signore di ascoltarci e di donarci ciò di cui abbiamo bisogno. Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore. 1. Perché la Chiesa, corrispondendo al suo Signore che vuole la salvezza per tutti gli uomini, si ponga in atteggiamento di dialogo con ogni uomo, senza pregiudizi ed irrigidimenti irrispettosi della dignità di ciascuno.Preghiamo. 2. Perché le diverse confessioni cristiane trovino il coraggio dell’unità, evidenziando ciò che unisce piuttosto che ciò che divide. Preghiamo. 3. Perché i governanti si impegnino a combattere la miseria e la povertà, occupandosi specialmente delle persone più bisognose. Preghiamo. 4. Perché i missionari, che vivono tra popoli e religioni diverse, siano rispettosi delle varie culture, ma anche testimoni di una fede autentica. Preghiamo. 5. Perché nella nostra comunità non si diffondano la mormorazione ed il giudizio, ma l’apertura e l’accoglienza verso tutti, anche verso coloro che hanno uno stile di vita e valori lontani dai nostri. Preghiamo.
C. Padre santo, benedici i tuoi figli adottivi, fai splendere il tuo volto nella nostra vita ed esaudisci le nostre preghiere, perché il mondo conosca la tua potenza e la tua bontà. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli i nostri doni, Signore, in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua grandezza; noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu donaci in cambio te stesso. Per Cristo nostro Signore A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Nella tua misericordia hai tanto amato gli uomini da mandare il tuo Figlio come Redentore a condividere in tutto, fuorché nel peccato, la nostra condizione umana. Così hai amato in noi ciò che tu amavi nel Figlio; e in lui, servo obbediente, hai ricostruito l'alleanza distrutta dalla disobbedienza del peccato. Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi, proclamiamo con gioia l'inno della tua lode: Santo, Santo, Santo …. C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LAPREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen
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C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro che sei nei cieli, Sia santifcato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il notro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. O Dio, che in questo sacramento ci hai fatti partecipi della vita del Cristo, trasformaci a immagine del tuo Figlio, perché diventiamo coeredi della sua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e SpiritoSanto. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
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Emanata la dichiarazione sui diritti dell’uomo: «Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune». Recita così il 1° articolo della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, emanata dall’Assemblea costituente in risposta alle istanze del popolo francese - esposte nei famosi cahiers de doleances - in favore di una società più equa, ispirata ai principi illuministi. Ideato su modello della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776) e rielaborato su un primo testo presentato dal marchese La Fayette, il documento contiene i principi fondamentali che regolano il rapporto tra istituzioni e cittadini. Primo per importanza è il principio di uguaglianza di fronte alla giustizia, agli impieghi pubblici e al fisco, che scrive la parola fine ai privilegi e agli abusi delle classi più elevate. Altro diritto basilare riconosciuto a tutti i cittadini è la libertà di pensiero, d'opinione, di stampa, d'espressioneunitamente al diritto alla proprietà, ritenuta sacra e inviolabile. Il contenuto della Dichiarazione dell’89 ispirerà le carte costituzionali di numerose nazioni, partendo ovviamente dalla Francia (1791). Sarà poi ripreso a grandi linee nella Dichiarazione uni-
versale dei diritti dell'uomo adottata dalle Nazioni Unite nel 1948. Inoltre, dal 2003 è inserito dall’Unesco nell’Elenco delle Memorie del Mondo.
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