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ricordo ancora oggi le favolette che mio nonno mi raccontava quando ero piccola, molte diverse da quelle della Disney, ma sapevano di vita vera. Mi acchiappavano, mentre, in attesa del pranzo, pregustavo l’odore del sugo fatto in casa. Vedevo il nonno che rideva di quelle storie un po’ datate, proprio lui, si abbandonava con me ad una smorfia di sorriso, dimenticando per qualche istante, la ferita al fianco che, dalla seconda guerra mondiale, non lo avrebbe mai più lasciato star bene. Una ferita profonda nel corpo, come nello spirito che portava l’amaro ricordo di un tempo di cui leggevo solo sui libri. E’ cosi che i nonni ci trasmettono la loro eredità più grande, ci nutrono del passato che ci serve per innaffiare le nostre radici comuni e crescere verso un futuro che non vedranno con noi, purtroppo. Ci raccontano dei nostri genitori, un tempo bambini e discoli più di noi, di come la tecnologia cambia la vita e non sempre la migliora, di come si può essere felici con due vestiti, uno per la festa l’altro per i giorni normali, e un solo paio di scarpe. Ci parlano con nostalgia delle cose che facevano a casa dopo la scuola, se a scuola avevano avuto il privilegio di andare, e non ci lasciano dimenticare che la vita oggi è privilegiata per molti, rispetto a quella di ieri, e che per tutti poi passa e resta l’amore, appreso e trasmesso, null’altro che questo. Porteremo per sempre con noi una parte di loro, per sempre connessa alla nostra esistenza, che rivedremo indelebile anche nei tratti del viso e richiameremo alla memoria del cuore. Conosciamo i nonni spesso al limite della loro esistenza terrena, loro vecchi noi appena venuti al mondo, e saranno i primi a farci sentire la tristezza della morte, della perdita, ma anche quelli ad aspettarci in Paradiso, quando, anche noi anziani, lasceremo questo mondo. Ci presenteranno a Dio, come il loro vanto più grande, come siamo stati per loro sin dal nostro primo gemito di vita. Loro, padri dei padri e madri delle madri, ci vegliano come angeli custodi, per questo hanno meritato di essere celebrati il 2 ottobre, giorno in cui già la chiesa ricordava la commemorazione dell’Angelo Custode, appunto. Ciao, nonni, ci riabbracceremo un giorno. Non vi spaventate se intanto sarò cresciuto e invecchiato anche io! (La Luce di Maria 13.02.2017) 2
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Tempo “Mamma, quanto manca?” “Ancora tanto.” “Tanto quanto?” “Ti ho detto tanto. È lunga. Sta buonino.” Un bambino sui cinque anni sta a malapena seduto sul sedile extra-large di un treno, le gambe a penzoloni, la testolina sommersa dallo schienale. È irrequieto, insofferente. Accanto a lui, una povera mamma che cerca di attingere al suo pozzo di santa pazienza per non sbottare davanti a tutti. “Siamo arrivati alla stazione! Scendiamo?” Non la smette più il bambino. “No, non è la nostra stazione.” “E quand’è la nostra?” “Devi aver pazienza e stare tranquillo ancora un pochetto. Dai, facciamo un gioco con le carte.” “Non ho voglia di giocare adesso, voglio arrivare a casa nostra e giocare con Mattia e Michi.” “E va bene, come vuoi tu, non giochiamo. Cerca almeno di stare composto, però!” Una prigione. Per lui, il vagone, immenso, opprimente, si è rivelato una claustrofobica prigione. Una prigione dove tutto è noioso e insopportabile. Le facce antipatiche dei due vecchi davanti, il grigio-blu che riveste i sedili, il soffitto piatto, il rumore monotono delle cose che scorrono fuori…Le cose che scorrono …Finalmente qualcosa riesce a catturare l’attenzione del bambino. Fuori dal finestrino, tutto scorre così bene: i pali, i campi, i cascinali, i tralicci della luce, e ancora più dietro le creste delle colline, le nuvole; più lentamente, ma anche loro scorrono. Il tempo, invece, quello no, lui non la vuole proprio sapere di scorrere… “Uffi! Ma quando arriviamo? Tra poco, vero?” Eccolo che ricomincia, improvviso. La mamma abbassa la rivista che sta provando a leggere mentre alza gli occhi a un ipotetico cielo, la bocca mezzo spalancata. “No amore, manca ancora tanto.” “Ma tanto quanto?” “Non so, quattro ore, cinque, non mi ricordo…smettila di chiedermi ogni tre secondi!!” Il bambino si fa serio, si irrita anche lui, cerca di imporsi: “Ma che vuol dire ‘ore’? Mamma, non capisco quello che dici, parla bene!! Quanto sono cinque ore?” La donna guarda giù nel pozzo della pazienza, ma stavolta è proprio a secco; Il suo viso si deforma in una smorfia, preludio della voce che si espande, impetuosa: “Non capisci perché non conosci ancora il tempo! Quando sarai grande, vedrai che capirai!” “Sono stufo! Non passa, non passa mai, questo tempo…” Nel giro di un attimo inspiegabilmente spirato in trentacinque anni, il bambino si ritrova a essere un uomo già divorziato, già logorato dal suo lavoro, già ai ferri corti con la vita. Con una faccia ingrugnita è alla stazione che aspetta il treno per recarsi a una triste sentenza, quella per l’affidamento di sua figlia. In piedi sulla banchina, le braccia abbandonate lungo i fianchi, si sta chiedendo cosa non darebbe per ricominciare da zero, dall’età incantata dell’infanzia, per riportare indietro le lancette di ‘sto tempo canaglia. Non riesce nemmeno a chiudere il cerchio di tali pensieri che il suo treno è già in arrivo in fondo al binario, puntuale e inesorabile
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Chi di noi invero potrebbe mai dubitare di non essere aiutato giorno per giorno dal patrocinio dei Santi presso Dio, specialmente quando, trovandosi in angustie si appoggia alla intercessione dei Santi, invoca il Signore e sente subito che il Signore lo esaudisce? E questo tanto più giustamente può dirsi di quel patrocinio, col quale i santi proteggono le genti e le nazioni, specie quelle alle quali si sforzarono in tanti modi e in tante particolari circostanze, di portare aiuto, mentre essi ancora erano in terra, spinti dall’amore di Patria». Queste le parole di Pio XII nel proclamare San Francesco e Santa Caterina Patroni d’Italia. Una decisione – dice il Pontefice – presa ascoltando le tante richieste dei vescovi che riportavano la volontà degli stessi fedeli: «ora poi il signor Cardinale Carlo Salotti, prefetto della Congregazione dei Riti, ci ha detto che gli arcivescovi d’Italia, assecondando il comune desiderio dei fedeli, fanno voti e ci rivolgono anzi supplici preci, affinché San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, vengano da noi dichiarati e costituiti Patroni Primari d’Italia con l’intento di riaccendere l’avita pietà e farla maggiormente crescere. A questi voti – continua il Papa – si aggiunge anche l’amplissima commendatizia dello stesso porporato e perciò considerate attentamente tutte le ragioni e le circostanze ben volentieri abbiamo deciso di annuirvi». Nella scelta di Pio XII decisivi sono stati i sentimenti della popolazione italiana. La vox populi non sbaglia mai. Ed ha permesso di fare dono all’Italia unita, come suoi Patroni, di due veri araldi del Vangelo. Francesco stesso ama definirsi “araldo” del Vangelo. L’araldo, fin dall’antichità, rappresenta una sorta di ambasciatore, un funzionario che porta avanti gli interessi della corte. È spesso in viaggio. Francesco fa lo stesso. Egli, con i suoi fraticelli, gira il nostro Paese in lungo e in largo, travalicando le Alpi e attraversando i mari. L’itineranza di Francesco e dei frati è l’espressione del carattere apostolico e missionario della fraternità. Con i suoi viaggi il Poverello d’Assisi unisce già l’Italia nell’annuncio di una fede genuina, autentica, libera, totalmente ispirata al Vangelo di Gesù Cristo in una lettura che non ammette sconti, annotazioni a margine, interpretazioni creative, aggiustamenti facili: una lettura che sia, in un’espressione, “sine glossa”. Nei suoi viaggi Francesco incarna la nota intraprendenza dei mercanti di quel tempo (ricordiamo che la sua esistenza terrena si snoda tra il 1182 ed il 1226). È l’Altissimo che sconvolge i piani dell’esistenza. Da giovane Francesco aspira al cavalierato. Vagheggia le armi della guerra, ma diventa un messaggero di pace; desidera ricchezze e abiti sontuosi, ma si spoglia nudo per abbracciare Sorella Povertà; sogna di conquistare persino il cielo ma poi è il Cielo che conquista lui. Il legame tra Francesco e l’Italia è ancor più stretto, sol se si pensa al Cantico delle Creature, la preghiera di lode a Dio e alle Sue creature composta dal Santo, molto probabilmente due anni prima della sua morte
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Gesù ci chiede: siamo cristiani di facciata o di sostanza?
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n uomo aveva due figli!. Ed è come dire: Un uomo aveva due cuori. Ognuno di noi ha in sé un cuore diviso; un cuore che dice “sì” e uno che dice “no”; un cuore che dice e poi si contraddice. L’obiettivo santo dell’uomo è avere un cuore unificato. Il primo figlio rispose: non ne ho voglia, ma poi si pentì e vi andò. Il primo figlio è un ribelle; il secondo, che dice “sì” e non fa, è un servile. Non si illude Gesù. Conosce bene come siamo fatti: non esiste un terzo figlio ideale, che vive la perfetta coerenza tra il dire e il fare. Il primo figlio, vivo, reattivo, impulsivo che prima di aderire a suo padre prova il bisogno imperioso, vitale, di IL GIORNO DEL SIGNORE fronteggiarlo, di misurarsi con lui, di contraddirlo, non ha nulla di servile. L’altro figlio che dice “sì, signore” e non fa è un adolescente immaturo che si accontenta di apparire. Uomo di maschere e di paure. I due fratelli della parabola, pur così diversi, hanno tuttavia qualcosa in comune, la stessa idea del padre: un padre-padrone al quale sottomettersi oppure ribellarsi, ma in fondo da eludere. Qualcosa però viene a disarmare il rifiuto del primo figlio: si pentì. Pentirsi significa cambiare modo di vedere il padre e la vigna: la vigna è molto più che fatica e sudore, è il luogo dove è racchiusa una profezia di gioia (il vino) per tutta la casa. E il padre è custode di gioia condivisa. Chi dei due figli ha fatto la volontà del Padre? Parola centrale. Volontà di Dio è forse mettere alla prova i due figli, misurare la loro obbedienza? No, la sua volontà è la fioritura piena della vigna che è la vita nel mondo; è una casa abitata da figli liberi e non da servi sottomessi. Gesù prosegue con una delle sue parole più dure e più consolanti: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio. Perché hanno detto “no”, e la loro vita era senza frutti, ma poi hanno cambiato vita. Dura la frase! Perché si rivolge a noi, che a parole diciamo “sì”, ma poi siamo sterili di frutti buoni. Cristiani di facciata o di sostanza? Solo credenti, o finalmente anche credibili? Ma è consolante questa parola, perché in Dio non c’è ombra di condanna, solo la promessa di una vita totalmente rinnovata per tutti. Dio non rinchiude nessuno nei suoi ergastoli passati, nessuno; ha fiducia sempre, in ogni uomo; ha fiducia nelle prostitute e ha fiducia anche in me, in tutti noi, nonostante i nostri errori e i nostri ritardi. Dio si fida del mio cuore. E io «accosterò le mie labbra alla sorgente del cuore» (San Bernardo) unificato, «perché da esso sgorga la vita» (Proverbi 4,23), il senso, la conversione: Dio non è un dovere, è stupore e libertà, un vino di festa per il futuro del mondo.
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C. Il Signore che guida i nostri cuori nell’amore e nella pazienza di Cristo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE ATTO PENITENZIALE C. Il Signore Gesù, che ci invita alla mensa della Parola e dell’Eucaristia, ci chiama alla conversione. Riconosciamo di essere peccatori e invochiamo con fiducia la misericordia di Dio. Breve pausa di riflessione personale Signore, che non vuoi la morte del peccatore, ma che si converta e viva, abbi pietà di noi. Signore, pietà. Cristo, che ti sei fatto obbediente fino alla morte per riscattarci dalla disobbedienza del peccato, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore, che ci vuoi obbedienti non solo a parole, ma con le opere, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. GLORIA Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre.Amen. COLLETTA C. O Padre, sempre pronto ad accogliere pubblicani e peccatori appena si dispongono a pentirsi di cuore, tu prometti vita e salvezza a ogni uomo che desiste dall'ingiustizia: il tuo Spirito ci renda docili alla tua parola e ci doni gli
stessi sentimenti che sono in Cristo Gesù. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro del profeta Ezechiele Così dice il Signore: «Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE R. Ricòrdati, Signore,della tua misericordia. Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza; io spero in te tutto il giorno. R/. Ricòrdati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre. I peccati della mia giovinezza e le mie ribellioni, non li ricordare: ricòrdati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. R/. Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. R/. Seconda Lettura Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio
l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo ALLELUIA Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono. ALLELUIA C. Il Signore sia con voi A. Dal Vangelo secondo MATTEO A. Gloria a te o Signore
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quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( seduti) (C R E D O) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio
Adeste 40/2017 anno 6° vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Chiediamo al Padre di guidarci nella sua verità e di istruirci, perché è lui il Dio della nostra salvezza e perché nella sua bontà e rettitudine noi speriamo, convinti che ci guiderà secondo giustizia. Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore. 1. Perché nella Chiesa ci sia consolazione in Cristo, conforto derivante dalla carità, comunanza di spirito e sentimenti di amore e di compassione. Preghiamo. 2. Perché i cristiani siano consapevoli di essere stati scelti e mandati da Dio a lavorare la vigna del mondo, portando tra gli uomini gli stessi sentimenti di Cristo. Preghiamo. 3. Per tutti coloro che si spendono a favore dei poveri, dei malati e degli emarginati, perché il Signore doni loro l’energia dello Spirito e la consolazione della sua amicizia. Preghiamo. 4. Perché nella nostra comunità non ci siano vignaioli pigri, egoisti o ipocriti, ma persone amorevoli e buone, umili e zelanti. Preghiamo. C. Ricordati, Padre, della tua fedeltà e della tua misericordia. Non punirci per i nostri peccati, ma esaudisci le nostre preghiere, perché possiamo essere come tu ci vuoi, seguendo la via tracciata
dal tuo Figlio Gesù. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli, Padre misericordioso, i nostri doni, e da quest'offerta della tua Chiesa fa' scaturire per noi la sorgente di ogni benedizione. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Abbiamo riconosciuto il segno della tua immensa gloria quando hai mandato tuo Figlio a prendere su di sé la nostra debolezza; in lui nuovo Adamo hai redento l'umanità decaduta e con la sua morte ci hai resi partecipi della vita immortale. Per mezzo di lui si allietano gli angeli e nell'eternità adorano la gloria del tuo volto. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LAPREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro che sei nei cieli,
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Sia santifcato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il notro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. Questo sacramento di vita eterna ci rinnovi, o Padre, nell'anima e nel corpo, perché, comunicando a questo memoriale della passione del tuo Figlio, diventiamo eredi con lui nella gloria. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e SpiritoSanto. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
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D O M E N IC A
s. Teresa di Gesù Bambino
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L UNEDÌ
ss. Angeli Custodi
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M A R T E DÌ
s. Edmondo di Scozia
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MERCOLEDÌ
s. Francesco d’Assisi, P.Italia
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G I O V E DÌ
s. Faustina Kowalska
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VENERDÌ
s. Bruno abate
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SABATO
B.V. Maria del Rosario -
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