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Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace
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ECCO UNA TRADIZIONE CRISTIANA PROPRIA DEL GIORNO DEI RE MAGI LA FAMIGLIA SI RIUNISCE PER CHIEDERE A DIO LA BENEDIZIONE DELLA PROPRIA CASA E DI COLORO CHE LA ABITANO O LA VISITANO.
È un invito a far sì che Gesù sia un invitato quotidiano a casa nostra, nelle nostre occupazioni, nel nostro andirivieni, nelle nostre conversazioni, nei nostri lavori e nei nostri giochi, nelle nostre pene e nelle nostre gioie. Una forma tradizionale di farlo è usare il gesso per scrivere sulla porta di casa 20 + C + M + B + 18. Le lettere C, M e B hanno due significati: sono le iniziali dei nomi tradizionali dei tre Re Magi – Gaspare (Caspar in latino), Melchiorre e Baldassarre – ma sono anche l’abbreviazione delle parole latine Christus mansionem benedicat, ovvero “Cristo benedica questa casa”. Il simbolo “+” rappresenta la croce e il 2018 è l’anno. PER BENEDIRE IL GESSO: Il nostro aiuto è nel Nome del Signore. Che ha fatto il cielo e la terra. Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. PREGHIAMO · L’amore di Dio benedica questo gesso che ha creato, sia di aiuto alla nostra gente, e per il suo Santo Nome, per i santi nomi Gaspare, Melchiorre e Baldassarre che scriveremo sulla porta della nostra casa, il Signore interceda perché questa casa riceva la salute del corpo e la protezione dell’anima di chi la abita e di chi la visita. Per Gesù Cristo nostro Signore. Amen. ISTRUZIONI PER BENEDIRE LA CASA Usando il gesso benedetto, scrivi sull’architrave della porta principale della tua casa quanto segue: 20 + C + M + B + 18
recitando nel frattempo: ·
I tre Re Magi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, hanno seguito la stella del Figlio di Dio che si è fatto uomo duemilaquindici anni fa. Il Signore benedica questa casa e ci accompagni in questo nuovo anno. Amen.
OFFRI POI QUESTA PREEGHIERA:
Ti chiediamo, Signore, di benedire questa casa e quanti vi vivono. In questa casa regnino sempre amore, pace e perdono. Concedi alle persone che la abitano sufficienti beni materiali e abbondanza di virtù; siano accoglienti e sensibili alle necessità altrui; nella gioia ti lodino, Signore, e nella tristezza ti cerchino; nel lavoro trovino la gioia del tuo aiuto, e nella necessità sentano vicina la tua consolazione; quando escono, godano della tua compagnia, e quando tornano sperimentino la gioia di averti come ospite; questa casa sia davvero una chiesa domestica in cui la Parola di Dio sia luce e cibo, e la pace di Cristo regni nei cuori di
chi la abita fino ad arrivare un giorno alla tua casa celeste. Per Cristo, nostro Signore. Amen 3
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Le persone si purificano da dentro... A 35 anni la mia vita era un disastro. D’accordo, da un punto di vista economico e professionale stava andando bene, ma avevo dei vizi, ero infedele e molto orgoglioso, e il mio matrimonio stava andando in frantumi. Nonostante ciò, i rimasugli di bontà rimasti nel mio cuore facevano sì che la mia coscienza non mi desse pace, mi sentivo affondato nel fango, disgustato. Così tanto che non volevo partecipare alla grande festa di famiglia di fine anno. Ma ricevendo molte insistenze, l’ho fatto. La grande riunione di tutti i miei fratelli e le loro famiglie era nella casa di mio padre, dove tra un brindisi e l’altro si ascoltavano i soliti propositi per il nuovo anno: dieta, esercizio fisico, risparmiare, un corso di lingua, un certo progetto… Quando è toccato a mio nonno, con un sorriso amichevole ci ha detto: “Ho un solo scopo: vivere, se Dio vuole, un altro anno, per amarlo di più e meglio”. Nessuno dubitava delle sue parole. La verità è che in altre circostanze, ci aveva detto con calma che Dio l’avrebbe potuto prendere in qualsiasi momento. Mio nonno, abbastanza anziano, era vedovo da molto tempo e avevamo percepito che con l’inevitabile declino della senilità a poco a poco il suo sguardo si stava affievolendo rispetto agli interessi della vita, mentre i tratti della sua personalità amabile e tranquilla si erano accentuati ulteriormente, perché aveva imparato a capire le persone, perdonare e dimenticare gli errori e i torti ricevuti. Era un soldato della vecchia guardia ben lungi dal deporre le armi. Ciò è diventato ancora più chiaro durante la prima mattina del nuovo anno, quando ho accettato il suo invito a fare colazione da soli per poi fare la solita chiacchierata passeggiando nel piccolo giardino della sua casa al quale dedicava molta cura. Conoscendolo, sapevo che l’invito non era stato casuale in quanto seguiva da vicino la vita di tutta la famiglia, così ho pensato di cogliere l’occasione per discutere con lui di tutto e sfogarmi senza giustificazioni; ero in attesa di un rimprovero o di una serie di benintenzionati dotti consigli, ma non è stato così. Quello che ha fatto è stato aprire il suo cuore per dirmi cose che sinceramente ignoravo sul lato oscuro della sua esistenza. È stato un atto di grande umiltà perché sapeva che lo tenevo su un piedistallo. Mi ha detto che alcune volte nella sua vita era passato per situazioni simili alle mie: si era comportato così male che aveva perso quasi tutto, compreso l’amore della nonna; che il pozzo al quale attingeva per dissetare la sua sete di libertà e di pace interiore lo aveva inondato di marciume. Mi disse che questo pozzo era nel profondo del suo cuore. Un giorno, in mezzo al rumore squallido dei mille demoni che lo perseguitava6
Adeste 01/2018 anno 7° no, aveva sentito una voce che gli chiedeva di non perdere la speranza e di tornare per pulire il pozzo. In un primo momento fu stato terribile, perché più scavava più trovava foglie morte, pietre, fango e ancora fango con i peggiori rifiuti. Quando era sul punto di rinunciare, ancora una volta aveva sentito il nitido sussurro della voce che lo incoraggiava a continuare. Dopo tanto lavoro e sofferenza, il fondo del pozzo era diventato privo di impurità e improvvisamente era sgorgata di nuovo l’acqua cristallina che aveva sognato. A questo punto, mio nonno è rimasto in silenzo. Cominciavo a capire… Mio nonno mi stava parlando del confronto doloroso che si può verificare in alcune persone quando scoprono, guardando dentro il proprio cuore, che il pozzo precedentemente tenuto pulito e puro e che calmava la sete, è invaso da cose vergognose, travolgenti e sporche. Ma se lo si fa, superando la paura di confrontarsi con se stessi, si è in grado di ripulirlo, anche con le lacrime agli occhi, e se necessario con le proprie mani, senza lasciarsi abbattere dalla disgustosa sporcizia. Se si persevera, allora verrà il tempo in cui ci si libererà da quelle ferite psichiche radicate che si trovano più in profondità, i peccati, i vizi e gli errori, per tornare a far zampillare di nuovo la fonte che deve cancellare tutto mitigando la sete, e che non è altro che la presenza di Dio nel cuore. Mio nonno con voce profonda e chiara ha continuato a dire che le persone non vengono purificate dall’esterno, ma dall’interno, non tanto tramite lo sforzo morale che si applica, ma perché in questa forma si scopre quella presenza intima e divina che ci fa tornare dare tutto il cuore. Mi ha detto che da allora ha imparato a vivere non attraverso ferite psichiche periferiche – le paure, l’amarezza, l’aggressività, la concupiscenza – ma dal profondo del suo cuore, dove si possono trovare sicurezza e fiducia nell’amore di Dio Padre. Ha concluso dicendo, con la pace che si rifletteva sul suo volto, che si stava inesorabilmente avvicinando alla morte, che aveva accettato ed amato perché comprendeva di essere sulla soglia di una nuova vita, di un cambiamento di casa, del momento di lasciare il mondo e coloro che lo avevano accompagnato. Mi ha detto che in questa fase solo Dio avrebbe potuto prenderlo per mano e che per questo motivo il proposito per l’anno nuovo era davvero quello di crescere nella speranza, chiedendo l’immeritata grazia della perseveranza finale. Mio nonno, con speranza radicale, ha espresso il miglior proposito e mi ha aiutato a capire che il mio doveva essere quello di iniziare a scavare nel pozzo del mio cuore.
Cosa posso dirvi per aiutarvi a vivere meglio in questo anno? Sorridetevi gli uni gli altri; sorridete a vostra moglie, a vostro marito, ai vostri figli, alle persone con le quali lavorate, a chi vi comanda; sorridetevi a vicenda; questo vi aiuterà a crescere nell’amore ,perché il sorriso è il frutto dell’amore”. 7
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Nasce la televisione italiana: «La RAI Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive». È lo storico incipit di Fulvia Colombo, la decana di tutte le "signorine buonasera", che dagli studi di Milano annuncia l'inizio ufficiale del regolare servizio di trasmissioni televisive in Italia. L'evento è seguito da 15mila apparecchi in tutto il territorio nazionale, distribuiti tra abitazioni e bar dove sono raccolti migliaia di italiani. Sono le 11 di mattina quando quel piccolo aggeggio dalla forma squadrata - allora simile più a un forno elettrico - inizia a trasmettere immagini in bianco e nero. A battezzare il nuovo elettrodomestico (il cui costo è cinque volte superiore al salario medio di un operaio) è il finale del "Guglielmo Tell" di Gioacchino Rossini. Quando la musica sfuma arriva la voce del primo volto femminile della storia della TV italiana, che elenca i programmi della giornata. Si tratta di un palinsesto scarso che apre con la telecronaca dell'inaugurazione delle sedi RAI di Milano, Roma e Torino, cui segue la rubrica Arrivi e partenze condotta dal giovane italoamericano Mike Bongiorno. Pomeriggio all'insegna dello sport, con trotto e calcio, e del cinema con la pellicola Le miserie del signor Travet (nel cast figurano Gino Cervi e Alberto Sordi) di Mario Soldati. Alle 20,45 va in onda il primo telegiornale regolare, dopo quello sperimentale trasmesso il 10 settembre del 1952. Si chiude con il teatro: viene trasmessa in diretta L'osteria della posta di Carlo Goldoni, portata in scena da Isa Barzizza e Leonardo Cortese. Il sipario cala alle 23 e sullo schermo domina il primo monoscopio RAI. Tre mesi dopo, la vecchia denominazione Radio Audizioni Italiane S.p.A. (subentrata nel 1944 all'EIAR di derivazione fascista) lascia il posto alla nuova Radio Televisione Italiana. Di qui è un crescendo dell'offerta televisiva che, oltre a portare sullo schermo il Festival di Sanremo, si amplia nel novembre del 1955 con il primo sceneggiato, Piccole Donne, e il celebre quiz "Lascia o raddoppia?", che consacra Bongiorno come presentatore dei giochi a quiz.
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ORADEA: Per 18 anni, accanto alle persone bisognose alla periferia della città - La colonia di persone che vivono ai margini della discarica dell’immondizia (Loredana Ionaş 27 dicembre 2017
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on Mihai Fecheta, del Liceo "Don Orione" di Oradea, è andato nei giorni scorsi all’estrema periferia della città dove dozzine di adulti e bambini vivono in condizioni disperate.
È un gesto che don Mihai Fechetal compie da circa 18 anni, portando cibo e indumenti ai bisognosi, in modo che queste persone abbiano un pezzo di pane da mangiare e non si sentano emarginati dalla società. La maggior parte di coloro che vivono alla periferia della città sono persone senza carte d'identità, i cui figli non vanno a scuola o all’asilo, sono anime che vivono senza acqua potabile, in abitazioni improvvisate fatte di stracci, legno e plastica. Alcuni di loro riescono a sopravvivere con una certa onestà raccogliendo plastica e metalli dagli enormi cumuli di spazzatura. Più di 40 persone vivono nella discarica, di cui più della metà sono bambini, alcuni sono nati lì. Vivono in baracche di cartone, lamiera, nylon e altri materiali trovati nella discarica di immondizia. Per loro, l'acqua arriva dall'alto, quando piove o quando la neve si scioglie. “ L'attività, che stiamo organizzando da circa 18 anni, consiste nella loro visita regolare, in media due volte al mese, e con l’occasione portiamo loro un pacco di cibo e uno con i vestiti. I prodotti provengono in gran parte dalle donazioni fatte dalle famiglie dei bambini nella nostra scuola, nella parrocchia e nel vicinato ", dice Padre Mihai, facendo rilevare che i bambini sono direttamente coinvolti nella distribuzione di questi aiuti in modo che l'azione abbia anche un carattere educativo. Mmolti dei bambini diventano più attenti e rispettosi del lavoro dei genitori, vedendo le condizioni di vita degli altri bambini. "Ringrazio i cinque giovani (Battisti e Pentecostali) che ci hanno chiamato ed hanno portato cibo per i bisognosi della “groapa de gunoi”. Cari amici, ho preso i vestiti che avete portato e li ho recapitati a questi bisognosi. Grazie, a nome della povera gente. Intendiamo andare il più spesso possibile con i nostri studenti della scuola Don Orione e con i bambini Scout e Oratorio ", è stato il messaggio trasmesso attraverso un social network da Padre Michele a coloro che sono coinvolti in questo gesto nobile. Le persone che desiderano partecipare a questo evento caritatevole possono portare vestiti (puliti, imballati, messi in borse o borse) tutti i giorni, e alimenti non deperibili (olio, in scatola) presso la sede del Liceo Don Orione. Qui, saranno ricevuti dai rappresentanti del Centro e raggiungeranno puntualmente i poveri alla periferia della città.
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ietro de Zanna, all’anagrafe Pietro Giovanni Maria Zanna, vigezzino di Zornasco ( era nato in quella frazione di Malesco, a due passi dal confine con la Svizzera,nel 1779), è stato l’inventore del calorifero ad aria compressa. E’ a lui che si deve il primo sistema di riscaldamento ad aria calda, progenitore di tutti gli impianti nati successivamente. Correva l’anno 1839 e lo Zanna – emigrato da giovane con il fratello Bartolomeo in Austria – conduceva a Vienna una fumisteria che produceva macchine per il riscaldamento. Il geniale vigezzino era riuscito per primo a “diffondere bene il calore senza provocare correnti moleste, a filtrare e miscelare adeguatamente con acqua riscaldante, ad appartare perfettamente la camera di riscaldamento dalla camera di combustione e dalle canna fumarie, ad assicurare la buona tenuta delle condotte, adoperando con giudizio il metallo, la muratura e il cotto insieme, ad estendere il raggio d’azione dell’impianto senza limiti di spazio per mezzo di focolari sussidiari“. Insomma, una gran bell’idea che trovò applicazione pratica,con successo, alla residenza Imperiale di Hofburg dove, a quel tempo, regnava Ferdinando I d’AsburgoLorena. La voce della sua scoperta si diffuse rapidamente e, valicando le Alpi, giunse anche in Italia. Alle nozze di Vittorio Emanuele con Maria Adelaide, Carlo Alberto e l’arciduca Ranieri d’Asburgo,Viceré del Regno Lombardo-Veneto, ritrovandosi nella Palazzina di caccia di Stupingi, ebbero un lungo colloquio dove il tema, più che le strategie e l’alta politica, si protrasse su quel meraviglioso sistema che permetteva di riscaldare il palazzo imperiale senza che apparissero tracce di fuoco. Quando Carlo Alberto seppe che l’autore di quel prodigio era un suo suddito lo mandò a chiamare e gli commissionò il riscaldamento del palazzo reale di Torino e dei vari castelli dei Savoia. L’inventore, tornato a Vienna, preparò tutto il materiale e provvide a trasportarlo con una carovana di carri fino a Torino. Fatta fortuna e aggiunta la particella nobiliare al proprio cognome, l’intraprendente Pietro, come tutti i vigezzini arricchitisi con l’emigrazione, appena poteva tornare nella sua valle e al suo paese natale di Zornasco, non mancò di beneficiare con generosità la comunità locale, con particolare riguardo per la chiesa parrocchiale. Durante le funzioni religiose, ai benefattori erano riservati, in segno di gratitudine, piccole attestazioni di riguardo. Il De Zanna,uomo di rigidi principi e molto religioso ( nel suo ufficio campeggiava un grande quadro raffigurante la Madonna di Re) pur essendo modesto, rimase stupito e si sentì ferito nel vedersi assegnare l’ultimo cero e l’ultimo posto in chiesa. Così,non senza amarezza – da quanto si narra – partì per Vienna e non fece mai più ritorno a Zornasco. Evidentemente,nel piccolo paese tra i monti, non avevano ben compreso chi fosse quel loro concittadino,considerato dalla stampa italiana e straniera alla stregua del grande Benjamin Franklin. 12
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LA VECCHIAIA DEL MONDO E L’ETERNA GIOVINEZZA DI DIO
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aria e Giuseppe portarono il Bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Una giovanissima coppia col suo primo bambino arriva portando la povera offerta dei poveri, due tortore, e la più preziosa offerta del mondo: un bambino. Non fanno nemmeno in tempo a entrare che subito le braccia di un uomo e di una donna si contendono il bambino. Sulle braccia dei due anziani, riempito di carezze e di sorrisi, passa dall’uno all’altro il futuro del mondo: la vecchiaia del mondo che accoglie fra le sue braccia l’eterna giovinezza di Dio. Il piccolo bambino è accolto non dagli uomini delle istituzioni, ma da un anziano e un’anziana senza ruolo ufficiale, IL GIORNO DEL SIGNORE però due innamorati di Dio che hanno occhi velati dalla vecchiaia ma ancora accesi dal desiderio. Perché Gesù non appartiene all’istituzione, ma all’umanità. L’incarnazione è Dio che tracima dovunque nelle creature, nella vita che finisce e in quella che fiorisce. «È nostro, di tutti gli uomini e di tutte le donne. Appartiene agli assetati, a quelli che non smettono di cercare e sognare mai, come Simeone; a quelli che sanno vedere oltre, come la profetessa Anna; a quelli capaci di incantarsi davanti a un neonato, perché sentono Dio come futuro» (M. Marcolini). Lo Spirito aveva rivelato a Simeone che non avrebbe visto la morte senza aver prima veduto il Messia. Sono parole che lo Spirito ha conservato nella Bibbia perché io, noi, le conservassimo nel cuore: anche tu, come Simeone, non morirai senza aver visto il Signore. È speranza. È parola di Dio. La tua vita non finirà senza risposte, senza incontri, senza luce. Verrà anche per te il Signore, verrà come aiuto in ciò che fa soffrire, come forza di ciò che fa partire. Io non morirò senza aver visto l’offensiva di Dio, l’offensiva del bene, l’offensiva della luce che è già in atto dovunque, l’offensiva del lievito. Poi Simeone canta: ho visto la luce da te preparata per tutti. Ma quale luce emana da Gesù, da questo piccolo figlio della terra che sa solo piangere e succhiare il latte e sorridere agli abbracci? Simeone ha colto l’essenziale: la luce di Dio è Gesù, luce incarnata, carne illuminata, storia fecondata, amore in ogni amore. La salvezza non è un opera particolare, ma Dio che è venuto, si lascia abbracciare dall’uomo, è qui adesso, mescola la sua vita alle nostre vite e nulla mai ci potrà più separare. Tornarono quindi alla loro casa. E il Bambino cresceva e la grazia di Dio era su di lui. Tornarono alla santità, alla profezia e al magistero della famiglia, che vengono prima di quelli del tempio. Alla famiglia che è santa perché la vita e l’amore vi celebrano la loro festa, e ne fanno la più viva fessura e feritoia dell’infinito Padre Ermes Ronchi
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+Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen. C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE ATTO PENITENZIALE C. Celebriamo oggi la festa della Santa Famiglia. Gesù, nato per noi, ci invita attorno al presepe perché contempliamo con affetto la Santa Famiglia lì simbolicamente riunita, e perché ci disponiamo a imitare nelle nostre famiglie la sua concordia, la sua capacità di donazione generosa, e il suo amore. Sapendo di avere mancato qualche volta ai nostri doveri di carità verso i nostri cari, domandiamo il perdono del Signore. Breve pausa di riflessione personale C..A. Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. GLORIA a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo: Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen COLLETTA C. O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fà che nelle nostre
famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché, riuniti insieme nella tua casa, possiamo godere la gioia senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio... Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro della Gènesi In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE R.Il Signore è fedele al suo patto. Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere. A lui cantate, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie. R/. Gloriatevi del suo santo nome: gioisca il cuore di chi cerca il Signore. Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate sempre il suo volto. R/. Ricordate le meraviglie che ha compiuto, i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca, voi, stirpe di Abramo, suo servo, figli di Giacobbe, suo eletto. R/. Si è sempre ricordato della sua alleanza, parola data per mille generazioni, dell’alleanza stabilita con Abramo e del suo giuramento a Isacco. R/. Seconda Lettura Dalla lettera agli Ebrei Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo
solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare. Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo ALLELUIA Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio. ALLELUIA C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo LUCA A. Gloria a te o Signore VANGELO Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pen-
Adeste 01/2018 anno 7° sieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( seduti) (C R E D O) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Riuniti con la famiglia di Nazaret, model-lo e immagine dell'umanità nuova, innalziamo al Padre la nostra preghiera, perché tutte le famiglie diventino luogo di crescita nella sapienza e nella grazia. Preghiamo insieme e diciamo: Rinnova le nostre famiglie, Signore. Per la santa Chiesa di Dio, perché esprima al suo interno e nei rapporti con il mondo il volto di una
vera famiglia, che sa amare, donare, perdonare, preghiamo. Per i genitori e i figli, perché nell'intesa profonda e nello scambio reciproco sappiano costruire un'autentica comunità domestica, che cresce nella fede e nell'amore, preghi.. Per le famiglie nuove, perché possano avere una casa, lieta e accogliente, in cui non manchi la salute, la serenità e la capacità di diffondere il messaggio di speranza e di pace, preghiamo. C. O Dio, che in Gesù, Giuseppe e Maria ci hai dato una viva immagine della tua eterna comunione di amore, rinnova in ogni casa le meraviglie del tuo Spirito, perché le nostre famiglie possano sperimentare la continuità della tua presenza. Per Cristo nostro Signore. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Accogli, Signore, questo sacrificio di salvezza, e per intercessione della Vergine Madre e di san Giuseppe, fa' che le nostre famiglie vivano nella tua amicizia e nella tua pace. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. E’ cosa buona e giusta È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre, a te Signore Padre Santo, Dio on-nipotente ed eterno. Il tuo unico Figlio, venendo ad assumere la nostra condizione di uomini, volle far parte di una famiglia per esaltare la bellezza dell’ordine da te creato e riportare la vita familiare alla dignità alta e pura della sua origine. Nella casa di Nazaret regna l’amore coniugale intenso e casto; rifulge la docile obbedienza del Figlio di Dio alla Vergine Madre e a san Giuseppe l’uomo giusto a lei sposo; e la concordia dei reciproci affetti accompagna la vicenda di giorni operosi e sereni. O famiglia nascosta ai grandi della terra e alla fama del mondo, più nobile per le sue virtù che non per la sua discendenza regale! In essa, o Padre, hai
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collocato le arcane primizie della redenzione del mondo. Per questo disegno di grazia, uniti alla grande famiglia di tutte le tue creature, eleviamo a te il nostro canto e proclamiamo insieme l’inno della tua lode. Santo, Santo, Santo C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPOLAPREGHIERAEUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. Padre misericordioso, che ci hai nutriti alla tua mensa, donaci di seguire gli esempi della santa Famiglia, perché dopo le prove di questa vita siamo associati alla sua gloria in cielo. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
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