Adeste nr 06 domenica 04 febbraio 2018c

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Adeste 2018/7°- 6

centro della riflessione dei vescovi italiani è «la Parola di Dio, consegnata a noi nelle Sacre Scritture, unica via per trovare il senso della vita, frutto dell’Amore e generatrice di gioia», una gioia «che il Vangelo della vita può testimoniare al mondo, è dono di Dio e compito affidato all’uomo; dono di Dio in quanto legato alla stessa rivelazione cristiana, compito poiché ne richiede la responsabilità». «La novità della vita e la gioia che essa genera – scrivono nel Messaggio – sono possibili solo grazie all’agire divino. È suo dono e, come tale, oggetto di richiesta nella preghiera dei discepoli». La grazia della gioia è «il frutto di una vita vissuta nella consapevolezza di essere figli che si consegnano con fiducia e si lasciano ‘formare’ dall’amore di Dio Padre, che insegna a far festa e rallegrarsi per il ritorno di chi era perduto». Nel Messaggio i vescovi richiamano l’ammonimento del Santo Padre sui «segni di una cultura chiusa all’incontro» che «gridano nella ricerca esasperata di interessi personali o di parte, nelle aggressioni contro le donne, nell’indifferenza verso i poveri e i migranti, nelle violenze contro la vita dei bambini sin dal concepimento e degli anziani segnati da un’estrema fragilità». Il Papa, sottolineano, «ricorda che solo una comunità dal respiro evangelico è capace di trasformare la realtà e guarire dal dramma dell’aborto e dell’eutanasia; una comunità che sa farsi ‘samaritana’ chinandosi sulla storia umana lacerata, ferita, scoraggiata». Una comunità che cerca il sentiero della vita, «gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra». Una vita di cui il mondo di oggi «ha enorme bisogno», «spesso senza riconoscerlo». Per questo, «si aspetta dai cristiani l’annuncio della buona notizia per vincere la cultura della tristezza e dell’individualismo, che mina le basi di ogni relazione». Il punto iniziale per testimoniare il Vangelo della vita e della gioia, scrivono i vescovi, «è vivere con cuore grato la fatica dell’esistenza umana, senza ingenuità né illusorie autoreferenzialità». Il credente diventa discepolo e, «mentre impara a confrontarsi continuamente con le asprezze della storia, si interroga e cerca risposte di verità». Un cammino di ricerca in cui «sperimenta che stare con il Maestro» lo conduce «a gestire la realtà e a viverla bene, in modo sapiente, contando su una concezione delle relazioni non generica e temporanea, bensì cristianamente limpida e incisiva». «La Chiesa intera e in essa le famiglie cristiane, che hanno appreso il lessico nuovo della relazione evangelica e fatto proprie le parole dell’accoglienza della vita, della gratuità e della generosità, del perdono reciproco e della misericordia – conclude il Messaggio dei vescovi -, guardano alla gioia degli uomini perché il loro compito è annunciare la buona notizia, il Vangelo. Un annuncio dell’amore paterno e materno che sempre dà vita, che contagia gioia e vince ogni tristezza». 2


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David Deutchman dopo la pensione ha deciso di dedicarsi al volontariato e da 12 anni, all’ospedale pediatrico di Atlanta si occupa di fare “il nonno” per i bambini che non possono avere sempre vicino i loro genitori.

sono foto che con la pazienza di guardarle dentro e ascoltando tutto quello che c'è dietro diventano petali. L'anziano signore che vedete qui, con il sorriso soddisfatto di quella soddisfazione che esonda nella felicità e con quel braccio che copre il neonato garantendogli il ciuccio è un nonno. Ma mica solo un nonno: è decine di nonni tutte le settimane per centinaia di bambini che gli sono stati appoggiati sul braccio negli ultimi dodici anni, da quando. andato in pensione, ha deciso di dedicare un pro' del suo tempo all'attività di volontariato all'ospedale di Atlanta, in mezzo ai bambini. "Nonno terapia intensiva", è il suo soprannome. Il martedì lo dedica a "accudire" i bambini di quei genitori che per motivi diversi si devono allontanare dall'ospedale mentre il giovedì si dedica, sempre con i bambini, nel reparto dei casi più gravi. Dodici anni: David Deutchman da dodici anni è il conforto ogni volta che una madre deve allontanarsi dal proprio figlio nella culla per un motivo qualsiasi, che siano gli altri fratelli a casa o un lavoro da rispettare. Il bambino in questa foto si chiama Logan. La foto l'ha scattata la madre. Logan è in ospedale da sei settimane e la madre, lo racconta lei stessa, tutte le sere deve tornare a casa per accudire la sorella maggiore di Logan. Dice che ogni mattina mentre si incammina per tornare in corsia pensa che forse Logan "è in ansia per la mancanza della mamma" e quando è arrivata nella stanza e ha scoperto che in quel "buco" d'assenza suo figlio stava riposando placido tra le braccia del nonno David che "ha sorriso e si è presentato come il ‘nonno in terapia intensiva'". Dietro questa foto c'è tutto questo. C'è il piccolo Logan nato prematuro, c'è il passo veloce della madre che vuole arrivare presto e c'è questo volontario così intenso che alla fine, la terapia intensiva, sembra quasi che Deutchmann l'abbia intesa proprio come una regola d'ingaggio. "Alcuni dei miei amici maschi mi chiedono cosa faccio qui. – racconta David – E io rispondo: ‘Tengo i bambini. Mi prendo il loro vomito o la pipì. E loro mi chiedono perché. Alcune persone semplicemente non capiscono il tipo di ricompensa si ottiene alla vicinanza di un bambino. È meraviglioso. Mi dà un senso". (www.fanpage.it) 3


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ra l’estate del 1977, una donna scopre di essere incinta. Annamaria, ma tutti la chiamano Anna, ha già 4 figli: il più piccolo 12 anni e la più grande 19, 2 femmine e 2 maschi. Anna ha 43 anni, Giuseppe suo marito 45. È passata l’era dei pannolini che poi neanche c’erano all’epoca, e da tempo ormai non ci si sveglia più la notte per allattarli al seno… Erano tempi quelli in cui si dibatteva animatamente su certi diritti della donna e ci si interrogava su quando davvero iniziasse la vita di un bambino nel grembo della madre. Da poco il parlamento aveva approvato l’aborto terapeutico ma ancora non era in vigore l’attuale legislazione. Erano anni, quelli, in cui si faceva presto a diventare “vecchi”: a 25 anni era inopportuno sposarsi con l’abito bianco, figurarsi partorire a più di 40. Così alla prima visita, il medico è chiaro: “Signorina noi non possiamo garantirle nulla, non si aspetti niente di buono (alludendo a potenziali gravi malformazioni del feto data l’età della madre) e si ricordi che lei non partorisce da 12 anni (alludendo alla pericolosità spesso sottovalutata del parto)” non esistevano le ecografie in gravidanza, non c’erano esami prenatale, solo 9 mesi di attesa…insomma il consiglio era chiaro: “abortisca, nessuno la biasimerà”. Passa una frazione di secondo e in quella frazione di secondo c’è la vita di tutta una famiglia, c’è il pericolo di lasciare 4 adolescenti senza mamma e c’è la paura della malattia di un figlio. C’è anche la consapevolezza del dolore, della preoccupazione e del peso della speranza che c’è in una famiglia quando un figlio è malato perché da poco il suo secondogenito era uscito da una malattia neonatale che portava a morte certa, ma ora dopo anni di cure la malattia sembrava debellata, uno dei primi casi a potersi dire guariti. In quella frazione di secondo, non una parola, solo un incrocio di sguardi che si fonde in un unico sguardo d’amore che si rivolge al medico così: “Noi non siamo per queste cose, quello che viene lo prendiamo”. Sono passati quasi 40 anni da quei fatti, 39 per la precisione dal momento in cui sono nata. Grazie mamma e grazie babbo per avere coraggiosamente detto sì alla mia vita, accogliendo tutti i rischi che sembrava portare con sé. E grazie a Dio per il lieto fine che ci ha concesso perché io non sono nata con gravi malformazioni, tu mamma non sei morta di parto, e ora che ho 39 anni voi siete ancora lì a vedere i miei figli crescere e a dare a tutti noi, tutto l’amore che potete. Scritto da Katia Fabbri 4


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…… Son tutte belle le mamme del mondo quando un bambino si stringono al cuor! Son le bellezze d’un bene profondo fatto di sogni, speranze ed amor. E’ tanto bello quel volto di donna che veglia un bimbo e riposo non ha! Sembra l’immagine d’una Madonna, sembra l’immagine della bontà. E gli anni passano, i bimbi crescono, le mamme imbiancano, ma non sfiorirà la loro beltà, la loro beltà.

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Beata VERONICA ANTAL

( Terziaria Francescana, martire) Nisiporești -Romania - 7 Dicembre 1935 / Halaucești-Romania-24 Agosto 1958)

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n senzatetto è stato sepolto l’11 gennaio nel Cimitero Teutonico della Città del Vaticano. Da quando si era convertito, a 47 anni, aveva vissuto come “il vagabondo di Dio”.

Si chiamava César Willy De Vroe ed era un senzatetto. Non aveva nulla – né ricchezze né amici. Molto tempo fa aveva perso ogni cosa, comprese famiglia e salute. Il suo corpo ora riposa in uno dei più bei cimiteri di Roma, nel cuore del Vaticano. I tedeschi avevano preso in consegna questo luogo di sepoltura vicino alla basilica di San Pietro, il cui epitaffio più antico risale al Cinquecento. Per questo, Papa Pio XI lo ha consacrato definitivamente come cimitero della comunità tedesca nel 1876. Nato da una prostituta a Bruxelles, César ha trascorso la maggior parte della sua vita cercando un rifugio, vivendo in strada per più di 30 anni. A 47, dopo aver incontrato il Signore, ha finalmente trovato quello che stava cercando e ha chiesto di essere battezzato. Da allora si è definito “il vagabondo di Dio” e ha continuato a condurre una vita generosa per Cristo. “La sua vita è molto simile a quella della figura biblica di Giobbe”, ha affermato monsignor Dirk Smet, rettore belga del Collegio Teutonico, nel suo discorso funebre. Come lui aveva perso tutto ciò che possedeva, ma aveva trovato “la sua via nella Chiesa”. César era noto per la sua grande generosità. Anche nelle condizioni più difficili, in cui mancava virtualmente di tutto, non esitava a dare il poco che possedeva ai bisognosi. “Anche se la gente non mi crede, ogni volta che do qualcosa ricevo esattamente lo stesso, anche il doppio, nello stesso giorno”, ha detto una volta. Durante il suo funerale, pochi giorni dopo l’Epifania, monsignor Smet ha attestato che “César non era molto diverso dai tre Magi”. Come loro, era un “viandante per Dio”, che cercava “la felicità e la pienezza di vita”. (Source Aleteia.org) 9


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Papa Francesco, omaggia le Badanti rrei anche rivolgere un pensiero riconoscente alle tante donne – ho parlato un po’ a braccio di questo, mi ripeto – che nelle vostre comunità sono apostole di carità e di fede. Siete preziose e portate in molte famiglie italiane l’annuncio di Dio nel migliore dei modi, quando con il vostro servizio vi prendete cura delle persone attraverso una presenza premurosa e non invadente. Questo è molto importante: non invadente…, [fatta di] testimonianza… E allora [fa dire]: “Questa donna è buona…”; e la fede viene, viene trasmessa la fede. Vi invito a considerare il vostro lavoro, faticoso e spesso poco appagante, non solo come un mestiere, ma come una missione: siete i punti di riferimento nella vita di tanti anziani, le sorelle che fanno loro sentire di non essere soli. Portate il conforto e la tenerezza di Dio a chi, nella vita, si dispone a prepararsi all’incontro con lui. È un grande ministero di prossimità e di vicinanza, gradito a Dio, di cui vi ringrazio. E voi, che fate questo mestiere di badanti degli anziani, vedete che loro vanno al di là, e forse li dimenticate, perché ne viene un altro, e un altro… Sì, ricordate i nomi… Ma saranno loro ad aprirvi la porta, lassù, saranno loro. Comprendo che, mentre siete qui, il cuore palpita per il vostro Paese, e palpita non solo di affetto, ma anche di angoscia, soprattutto per il flagello della guerra e per le difficoltà economiche. Sono qui per dirvi che vi sono vicino: vicino col cuore, vicino con la preghiera, vicino quando celebro l’Eucaristia. Lì supplico il Principe della Pace perché tacciano le armi. Gli chiedo anche che non abbiate più bisogno di compiere immani sacrifici per mantenere i vostri cari. Prego perché nei cuori di ciascuno non si spenga mai la speranza, ma si rinnovi il coraggio di andare avanti, di ricominciare sempre. Vi ringrazio, a nome della Chiesa intera, mentre a tutti voi e alle persone che portate nel cuore do la mia Benedizione. E vi chiedo per favore di non dimenticarvi di pregare per me. E vorrei anche farvi una confidenza, dirvi un segreto. La notte, prima di andare a letto, e al mattino, quando mi sveglio, sempre “mi incontro con gli ucraini”. Perché? Perché quando il vostro Arcivescovo Maggiore è venuto in Argentina, quando l’ho visto io ho pensato che fosse il “chierichetto” della Chiesa ucraina: ma era l’Arcivescovo! Ha fatto un bel lavoro, in Argentina. Ci incontravamo insieme, abbastanza spesso. Poi, un giorno è andato al Sinodo ed è tornato Arcivescovo Maggiore, per congedarsi. Il giorno in cui si è congedato, mi ha regalato un’icona bellissima – così, la metà [piega a metà i fogli che ha in mano per mostrare la dimensione] – della Madonna della tenerezza. E io a Buenos Aires l’ho portata in camera mia, e ogni notte la salutavo, e al mattino anche, un’abitudine. Poi toccò a me fare il viaggio a Roma e non poter tornare – lui poté tornare, io no! –. E mi sono fatto portare i tre libri del breviario che non avevo portato, e le cose più essenziali, e quella Madonna della tenerezza. E ogni notte, prima di andare a letto, bacio la Madonna della tenerezza che mi ha regalato il vostro Arcivescovo Maggiore, e al mattino anche, la saluto. …….. 10


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LA COMUNITA’ ITALIANA DI GALA I

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GALA I FOTO D’EPOCA

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Ristoro dell'anima: la preghiera notturna del Signore esù esce dalla sinagoga e va nella casa di Simone: inizia la Chiesa. Inizia attorno ad una persona fragile, malata: la suocera di Simone era a letto con la febbre. Gesù la prende per mano, la solleva, la libera e lei, non più imbrigliata dentro i suoi problemi, può occuparsi della felicità degli altri, che è la vera guarigione per tutti. Ed ella li serviva: Marco usa lo stesso verbo impiegato nel racconto degli angeli che servivano Gesù nel deserto, dopo le tentazioni. La donna che era considerata una nullità, è assimilata agli angeli, le creature più vicine a Dio. Questo racconto di un miracolo dimesso, così poco vistoso, senza neppure una parola da parte di Gesù, ci può aiutare a smetterla con l'ansia e i conflitti contro le nostre febbri e problemi. Ci può ispirare a pensare e a credere che ogni limite umano è lo spazio di Dio, il luogo dove atterra la sua potenza. Poi, dopo il tramonto del sole, finito il sabato con i suoi 1521 divieti (proibito anche visitare gli ammalati) tutto il dolore di Cafarnao si riversa alla porta della casa di Simone: la città intera era riunita davanti alla porta. Davanti a Gesù, in piedi sulla soglia, luogo fisico e luogo dell'anima; davanti a Gesù in piedi tra la casa e la strada, tra la casa e la piazza; Gesù che ama le porte aperte che fanno entrare occhi e stelle, polline di parole e il rischio della vita, del dolore e dell'amore. Che ama le porte aperte di Dio. Quelle guarigioni compiute dopo il tramonto, quando iniziava il nuovo giorno, sono il collaudo di un mondo nuovo, raccontato sul ritmo della genesi: e fu sera e fu mattino. Il miracolo è, nella sua bellezza giovane, inizio di un giorno nuovo, primo giorno della vita guarita e incamminata verso la sua fioritura. Quando era ancora buio, uscì in un luogo segreto e là pregava. Un giorno e una sera per pensare all'uomo, una notte e un'alba per pensare a Dio. Perché ci sono nella vita sorgenti segrete, alle quali accostare le labbra. Perché ognuno vive delle sue sorgenti. E la prima delle sorgenti è Dio. Gesù, pur assediato, sa inventare spazi. Di notte! Quegli spazi segreti che danno salute all'anima, a tu per tu con Dio. Simone si mette sulle sue tracce: non un discepolo che segue il maestro ma che lo insegue, con ansia; lo raggiunge e interrompe la preghiera: tutti ti cercano, la gente ti vuole e tu stai qui a perdere tempo; hai avuto un grande successo a Cafarnao, coltiviamolo. E Gesù: no, andiamo altrove. Cerca altri villaggi, un'altra donna da rialzare, un altro dolore da curare. Altrove, dove c'è sempre da sdemonizzare l'esistenza e la fede, annunciando che Dio è vicino a te, con amore, e guarisce tutto il male di vivere. p. Ermes Ronchi


Adeste 2018/7°- 6 COLLETTA

Gb 7,1-4.6-7 Sal 146 1Cor 9,16-19.22-23 Mc 1,29-39 C. +Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen. C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE ATTO PENITENZIALE C. Il Signore Gesù è venuto sulla terra per guarirci da ogni infermità. La salvezza donata a noi ci guarisce dai mali che si radicano nel nostro cuore e sono frutto della nostra cattiva volontà. Apriamoci alla misericordia divina: riconosciamo i nostri errori per poter gioire del suo perdono. Breve pausa di riflessione personale C..A. Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo: Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen

C. O Dio, che nel tuo amore di Padre ti accosti alla sofferenza di tutti gli uomini e li unisci alla Pasqua del tuo Figlio, rendici puri e forti nelle prove, perché sull'esempio di Cristo impariamo a condividere con i fratelli il mistero del dolore, illuminati dalla speranza che ci salva. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal libro di Giobbe Giobbe parlò e disse: «L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario? Come lo schiavo sospira l’ombra e come il mercenario aspetta il suo salario, così a me sono toccati mesi d’illusione e notti di affanno mi sono state assegnate. Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”. La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba. I miei giorni scorrono più veloci d’una spola, svaniscono senza un filo di speranza. Ricòrdati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE R. Risanaci, Signore, Dio della vita. È bello cantare inni al nostro Dio, è dolce innalzare la lode. Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi d’Israele. R/. Risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. Egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome. R/. Grande è il Signore nostro, grande nella sua potenza; la sua sapienza non si può calcolare. Il Signore sostiene i poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi. R/. Seconda Lettura Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa?

Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo ALLELUIA Cristo ha preso le nostre infermità e si è caricato delle nostre malattie. ALLELUIA C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo MARCO A. Gloria a te o Signore VANGELO In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( seduti)

CREDO Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Pa-


Adeste 2018/7°- 6 dre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. A. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Fratelli e sorelle, ci rivolgiamo al Signore della Vita, fonte di ogni speranza e rinnovamento, chiedendogli ciò di cui abbiamo bisogno. Diciamo insieme: Signore della vita, ascoltaci! Per coloro che governano le nazioni. Siano solleciti nel promuovere e difendere la vita, dal suo concepimento al suo termine naturale. Preghiamo. Per le istituzioni che operano a sostegno della famiglia e della vita nascente, a favore dei piccoli e degli anziani, per l'assistenza ai malati: il Signore conceda loro di perseverare con coraggio, nella certezza che Lui è al loro fianco e conosce le sofferenze di tutti. Preghiamo. Per ogni vita rifiutata, contrastata e poco amata: il Signore perdoni i nostri peccati contro la vita e ci renda custodi della sacralità di ogni persona.Preghiamo. Per tutti noi, perché possiamo essere buoni testimoni dell'amore evangelico per i giovani, per aiutarli a trovare speranza e amore alla vita, a guardare con fiducia e serenità a progetti di matrimonio e famiglia, a servire la cultura della

vita e non quella della morte. Preghiamo. C. Padre, tu che sei fonte della vita, guarda questi tuoi figli che elevano a te le loro preghiere in sostegno della vita ed esaudisci le richieste che ti hanno rivolto. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. . A. Amen

LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Il pane e il vino che hai creato, Signore, a sostegno della nostra debolezza, diventino per noi sacramento di vita eterna. Per cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. E’ cosa buona e giusta È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Abbiamo riconosciuto il segno della tua immensa gloria quando hai mandato tuo Figlio a prendere su di sé la nostra debolezza; in lui nuovo Adamo hai redento l'umanità decaduta e con la sua morte ci hai resi partecipi della vita immortale. Per mezzo di lui si allietano gli angeli e nell'eternità adorano la gloria del tuo volto. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo ……... C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: 14

PADRE NOSTRO Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. O Dio, che ci hai resi partecipi di un solo pane e di un solo calice, fa' che uniti al Cristo in un solo corpo portiamo con gioia frutti di vita eterna per la salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: an date in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


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