Adeste nr 09 domenica 25 febbraio 2018c

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La festa degli innamorati in Romania (24 febbraio)

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elle feste tradizionali si ritrovano vecchie credenze popolari e religiose, riti magici e leggende del passato. Nella tradizione romena la festa degli innamorati viene celebrata da antichi tempi il 24 di febbraio e si chiama „Dragobete” .

Il mito di “Dragobete” si festeggia nella spiritualità popolare nel giorno in cui la Chiesa ortodossa celebra la data del ritrovamento della testa di San Giovanni Battista. “Dragobete” è nella mitologia rumena il figlio di Baba Dochia, ed è una divinità mitologica simile al Cupido (Dio dell’amore nella mitologia romana) e simile all'Eros, degli antichi greci. Per i daci (il popolo romeno antico) lui rappresentava il Dio campestre dell’amore che fidanzava tutti gli animali della terra all’inizio della primavera. “Dragobete” è anche simbolo della primavera, del risveglio della natura e di fertilità, il giorno in cui gli uccelli cercano i loro nidi. Si racconta che in questo giorno gli uccelli si fidanzano e “Dragobete” voleva celebrare l’unione delle creature del cielo e festeggiare in questo modo l’amore in tutte le sue forme. L’amore puro dei giovani veniva associato al canto e al cinguettio degli uccelli. Nelle credenze popolari in questo giorno non si sacrificavano animali se no l’incantesimo non funzionava. La tradizione rumena riporta che nella mattina della festa le ragazze e le donne più giovani raccoglievano la neve fresca e con l’acqua così ottenuta si lavavano la testa per avere i capelli più belli. Nel giorno del “Dragobete”, chi partecipava alla festa era anche protetto da malattie nel corso dell’anno. I giovani del paese, vestiti con il meglio che avevano s’incontravano davanti alla chiesa, e se il tempo era bello andavano verso il bosco cantando e cercando i primi fiori di primavera. Le ragazze raccoglievano i fiori: le violette e i bucaneve. I fiori raccolti si mettevano accanto alle icone dei santi fino nel giorno delle “Sanziene”, che è la festa chiamata .”La Fata dai capelli d'oro” ( che si festeggia il 24 giugno) , dopo questo giorno i fiori venivano gettati nei fiumi. Nel ritorno in paese le ragazze correvano per prime e se il ragazzo riusciva a prendere la propria ragazza, gli poteva dare un bacio in pubblico, gesto che simbolizzava il legame d'amore per un intero anno, ed era visto come un vero fidanzamento. Da qui la parola: “Dragobete bacia le ragazze”.L’intera comunità del paese era curiosa di sapere quali erano i futuri sposi e quali erano quelli che rimanevano fino al prossimo anno non fidanzati.

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Roma, Roma-i mama noastra noi români ramânem Romania-i sora noastra tot un sânge avem. Nu suntem siguri pe lume si ne-avem frati Italieni cu mare nume mâna cu noi dati. Ca sa fim frate si frate cum a dat Dumnezeu sa traim pâna la moarte Eu si tu si tu si eu.

Roma, Roma è la nostra madre noi rimaniamo romani la Romania è la nostra sorella tutti un sangue abbiamo. Non siamo soli al mondo e abbiamo fratelli Italiani dal nome illustre che ci stringono la mano. Siamo fratelli e sorelle come ha stabilito il Signore così lo sosterremo fino alla morte io e te e tu con me.

(Andrea Glavina)

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hi dice che gli aiutanti di Babbo Natale sono Elfi che vivono nel Circolo Polare Artico? A Roma ne esiste uno! Tutti lo conoscono come Guido Aggiusta-giocattoli, è un pensionato di una grande compagnia aerea, un vero e proprio genio della tecnica che, da sei anni, aiuta l’Associazione Salvamamme a rendere concreti i sogni di migliaia di bambini di famiglie in difficoltà, restituendo nuova vita e rigenerando i giochi che vengono donati, spesso non funzionanti. Guido, che porta un cognome importante, Pacelli, «come il vecchio Papa – dice – ma non siamo parenti», è un romano di 66 anni dal mitico carattere burbero che ripara ogni anno, con i suoi aiutanti, migliaia e migliaia di veicoli e velivoli in miniatura, in particolare quelli dotati di meccanismi complessi come robot, bambole animali elettronici (tutti fallati) donati dalle grandi catene di giocattoli e da migliaia di famiglie da tutta Italia. Così, nella più totale privacy, realizza il sogno di tanti bambini, specialmente malati gravi e portatori di handicap, che hanno bisogno di giocattoli particolari, indicati proprio dai medici che li hanno in cura. Ha pazienza da vendere, occhiali e mano ferma. Lavora quasi trecentosessantacinque giorni l’anno per i bimbi, mette a posto giocattoli. Insomma, Babbo Natale o quasi.

È in pensione dal 2009 e da allora fa il volontario per l’associaizone “I Diritti Civili nel 2000, Salvamamme Salvabebè”,che aiuta mamme e delle famiglie in difficoltà socioeconomiche facendolo in molti modi. Compresa la raccolta e la distribuzione di giocattoli quasi ogni giorno dell’anno, non soltanto a Natale. A colpire al cuore Guido è stato il vedere tanti giochi che senza il suo intervento sarebbero stati buttati, «uno spreco: perché non proviamo a ripararli?». A volte basta davvero poco: saldare un filo, sostituire i contatti… così Guido, animato da una meravigliosa vocazione, come un vero e straordinario chirurgo, è riuscito ad oggi a recuperare l’80% dei giochi elettrici che “il nostro consumismo ci spinge a buttare al macero», osserva.

Guido così va in associazione sette od otto ore al giorno tutti i giorni, «dopo la pensione è diventato un… secondo lavoro». Perchè «i giocattoli danno tutti soddisfazione, sapendo a chi poi andranno». Chissà quanti ne ha aggiustati: «Tanti davvero – dice sorridendo -. Tenendo conto che ne distribuiamo circa ventimila l’anno, saranno migliaia». E non ha alcuna intenzione di smettere: «Andrò avanti finché ce la faccio, sicuramente». Emozioni ne ha vissute, ne vive tante e tanti bambini lo ringraziano. Uno gli rimane nel cuore. «Venne qui con la madre che purtroppo aveva subito violenza. Vedeva i giocattoli e fu colpito da un’escavatrice. Disse “mamma, io voglio quella!”, ma era guasta. Allora ho preso e gli ho detto, “aspetta, se vieni domani te la preparo e te la prendi. E così è stato». 8


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è una organizzazione fondata da don Gino Rigoldi e si occupa dell’assistenza a bambini e adolescenti in Romania e Repubblica Moldova.

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INEFFABILE LUCE DI

DIO PER

NOI MENDICANTI DI SENSO

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a Quaresima ci sorprende con il Vangelo della Trasfigurazione, pieno di sole e di luce, che mette ali alla nostra speranza. Una pagina di teologia per immagini: si tratta di vedere Gesù come il sole della nostra vita, e la nostra vita muoversi sotto il sole di Dio. Gesù chiama di nuovo con sé i primi chiamati: tutto è narrato dal punto di vista dei discepoli, di ciò che accade loro, del percorso che loro e noi possiamo compiere per giungere a godere la bellezza della luce. Li porta su di un alto monte e fu trasfigurato davanti a loro: i monti nella Bibbia sono dimora di Dio, ma offrono anche la possibilità di uno sguardo nuovo sul mondo, colto da una nuova angolatura, osservato dall’alto, da un punto di vista inedito, il punto di vista di Dio. La nostra comprensione, la nostra intelligenza, la nostra luce non ci bastano, le cose attorno a noi non sono chiare, la storia e i sentieri del futuro per nulla evidenti. Come Pietro e i suoi due compagni, anche noi siamo mendicanti di luce, mendicanti di senso e di cielo. E la fede che cerchiamo è «visione nuova delle cose» (G. Vannucci), «vedere il mondo in altra luce» (M. Zambrano). Pietro ci apre la strada con la sua esclamazione straordinaria: maestro che bello qui! E vorrei, balbettando come il primo dei discepoli, dire che anch’io ho sfiorato, qualche volta almeno, la bellezza del credere. Che anche per me credere è stato acquisire bellezza del vivere. La fede viva discende da uno stupore, da un innamoramento, da un «che bello!» che trema negli occhi e nella voce. La forza del cuore di Pietro è la scoperta della bellezza di Gesù, da lì viene la spinta ad agire (facciamo, qui, subito…). Succede anche a me: la vita non avanza per ordini o divieti, ma per una seduzione. E la seduzione nasce da una bellezza, almeno intravista, anche se per poco, anche solo la freccia di un istante: il volto bello di Gesù, sguardo gettato sull’abisso di Dio. Guardano i tre, si emozionano, sono storditi: davanti a loro si è aperta la rivelazione stupenda di un Dio luminoso, bello, solare. Un Dio da godere, un Dio da stupirsene. E che in ogni figlio ha seminato la sua grande bellezza. Venne dal cielo una nube, e dalla nube una voce: ascoltate lui. Gesù è la Voce diventata volto. Il mistero di Dio è ormai tutto dentro Gesù. E per noi cercatori di luce è tracciata la strada maestra: ascoltatelo, dare tempo e cuore alla Parola, fino a che diventi carne e vita. E poi seguirlo, amando le cose che lui amava, preferendo coloro che lui preferiva, rifiutando ciò che lui rifiutava. Allora vedremo la goccia di luce nascosta nel cuore vivo di tutte le cose, vedremo un germoglio di luce spuntare e arrampicarsi in noi. p. Ermes Ronchi


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Quaresima è

“tempo propizio per correggere gli accordi dissonanti della nostra vita cristiana e accogliere la sempre nuova, gioiosa e speranzosa notizia della Pasqua del Signore” - ha elaborato il percorso quaresimale su tre pilastri: “fermati, guarda e ritorna”. Francesco ha invitato il credente a fermarsi, lasciando “questa agitazione e questo correre senza senso che riempie l’anima dell’amarezza di sentire che non si arriva mai da nessuna parte”. Non siamo obbligati a “vivere in modo accelerato, che disperde, divide e finisce per distruggere il tempo della famiglia, il tempo dell’amicizia, il tempo dei figli, il tempo dei nonni, il tempo della gratuità… il tempo di Dio”. Non siamo “in vetrina”, una situazione che “fa dimenticare il valore dell’intimità e del raccoglimento”. Fermiamoci per recuperare “la tenerezza, la pietà e il rispetto per l’incontro con gli altri, specialmente quelli vulnerabili, feriti” e la consapevolezza di dover essere grati “per il dono della vita e per tanto bene ricevuto”. In silenzio non ci si chiuderà in noi stessi e potremo “andare incontro agli altri per condividere i pesi e le sofferenze”. Fermandosi il cristiano - ha proseguito il Papa - potrà contemplare. E così facendo vedrà “i segni che impediscono di spegnere la carità, che mantengono viva la fiamma della fede e della speranza. Volti vivi della tenerezza e della bontà di Dio che opera in mezzo a noi”. E ancora si scorgerà “il volto delle nostre famiglie che continuano a scommettere giorno per giorno, con grande sforzo per andare avanti nella vita e, tra tante carenze e strettezze, non tralasciano alcun tentativo per fare della loro casa una scuola di amore”. Ed ecco anche il volto di bambini e ragazzi che sono “germogli viventi dell’amore e della vita che sempre si fanno largo in mezzo ai nostri calcoli meschini ed egoistici”. E insieme a giovani e bambini vedremo gli anziani “portatori della memoria viva della nostra gente. Volti della sapienza operante di Dio” e quelli dei “malati e di tanti che se ne fanno carico; volti che nella loro vulnerabilità e nel loro servizio ci ricordano che il valore di ogni persona non può mai essere ridotto a una questione di calcolo o di utilità”. Potremo ancora scorgere - ha detto ancora il Pontefice - “i volti pentiti di tanti che cercano di rimediare ai propri errori e sbagli e lottano per trasformare le situazioni e andare avanti”. Ma potremo anche e soprattutto contemplare “il volto dell’Amore Crocifisso, che oggi dalla croce continua a essere portatore di speranza; mano tesa per coloro che si sentono crocifissi, che sperimentano nella propria vita il peso dei fallimenti, dei disinganni e delle delusioni”, un amore “senza esclusione. Guardare il suo volto è l’invito pieno di speranza di questo tempo di Quaresima per vincere i demoni della sfiducia, dell’apatia e della rassegnazione”. Fermandosi e guardando, il cristiano ritorna. Dove? Alla casa del Padre - ha concluso il Pontefice - “senza paura alle braccia desiderose e protese di tuo Padre ricco di misericordia che ti aspetta. Questo è il tempo per lasciarsi toccare il cuore… Rimanere nella via del male è solo fonte di illusione e di tristezza. La vera vita è qualcosa di molto diverso, e il nostro cuore lo sa bene. Dio non si stanca né si stancherà di tendere la mano”. (14 Febbraio 2018) 11


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Gen 22,1-2.9.10-13.1518 Sal 115 Rm 8,31-34 Mc 9,2-10

C. +Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen. C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE C. Fratelli e sorelle, preghiamo umilmente il Signore Dio nostro, perché benedica quest'acqua con la quale saremo aspersi noi e le nostre famiglie in ricordo del nostro Battesimo. Il Signore ci rinnovi interiormente, perché siamo sempre fedeli allo Spirito che ci è stato dato in dono. Dio eterno e onnipotente, tu hai voluto che per mezzo dell'acqua, elemento di purificazione e sorgente di vita, anche l'anima venisse lavata e ricevesse il dono della vita eterna: benedici quest'acqua, perché diventi segno della tua protezione in questo giorno a te consacrato. Rinnova in noi, Signore, la fonte viva della tua grazia e difendici da ogni male dell'anima e del corpo, perché veniamo a te con cuore puro. Per Cristo nostro Signore. *ASPERSIONE CON L’ACQUA C. Dio onnipotente ci purifichi dai peccati, e per questa celebrazione dell'Eucaristia e ci renda degni di partecipare alla mensa del suo regno. A. Amen.

COLLETTA

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In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce». vio, per distruggere ogni carne». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

R. Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi. Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice». Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli. R/. Ti prego, Signore, perché sono tuo servo; io sono tuo servo, figlio della tua schiava: tu hai spezzato le mie catene. A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore. R/. Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme. R/.

C. O Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito, ma lo hai dato per noi peccatori; rafforzaci nell'obbedienza della fede, perché seguiamo in tutto le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e reSeconda Lettura gna con te, nell'unità dello Spirito Dalla lettera di san Paolo apostolo Santo, per tutti i secoli dei secoli. ai Romani A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha riPrima Lettura sparmiato il proprio Figlio, ma lo Dal libro della Genesi

ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo LODE A TE, O CRISTO, RE DI ETERNA Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre: «Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!». LODE A TE, O CRISTO, RE DI ETERNA GLORIA! C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo MARCO A. Gloria a te o Signore VANGELO n quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( seduti)

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CREDO Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unige-


Adeste 2018/7°- 9 nito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. A. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Padre buono, nella Trasfigurazione del tuo Figlio hai concesso a Pietro, Giacomo e Giovanni di partecipare all'anticipazione della gloria del Risorto. Tu ci doni sempre segni d'amore a sostegno della nostra fede. Perciò ti rivolgiamo le nostre suppliche. Insieme preghiamo: Signore, mostraci il tuo volto. 1. Hai chiesto ad Abramo di affidarsi alla tua Parola. Guida la Chiesa a liberarsi da quei legami che la rendono meno pronta alla ricerca della tua volontà, preghiamo. 2. Hai proposto ad Abramo l'oscuro cammino della fede, passando per il sacrificio di Isacco. Fa' che i credenti di ogni religione siano capaci di superare chiusure e incomprensioni, per offrire all'unico Dio il sacrificio della lode, preghiamo. 3. Sul Tabor rivelasti ai discepoli il volto glorioso del tuo Figlio. Non permettere che le nostre comunità intristiscano, incapaci di leggere i segni dei tempi che anche oggi ci offri, per sostenerci nella fiducia e nella speranza, preghiamo.

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4. I discepoli videro la gloria della risurrezione. Fa' che le nostre celebrazioni domenicali diventino reale incontro con il Risorto, per essere segno trasparente della sua presenza nel mondo, preghiamo. C. Ascolta, Signore, la nostra preghiera. Tu che conosci il nostro cuore, non farci mancare il tuo sostegno nella nostra storia e accompagnaci all'incontro glorioso con il tuo Figlio Gesù. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. A. Amen

LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Questa offerta, Signore misericordioso, ci ottenga il perdono dei nostri peccati e ci santifichi nel corpo e nello spirito, perché possiamo celebrare degnamente le feste pasquali. Per Cristo nostro Signore.A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. E’ cosa buona e giusta È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Egli, dopo aver dato ai discepoli l'annunzio della sua morte sul santo monte manifestò la sua gloria e chiamando a testimoni la legge e i profeti indicò agli apostoli che solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della risurrezione. E noi, uniti agli angeli del cielo, acclamiamo senza fine la tua santità cantando l'inno di lode: Santo, Santo, Santo…... C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni 13

onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: PADRE NOSTRO Padre nostro, …….. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. Il pane del cielo che ci hai dato, o Padre, alimenti in noi la fede, accresca la speranza, rafforzi la carità, e ci insegni ad aver fame di Cristo, pane vivo e vero, e a nutrirci di ogni parola che esce dalla tua bocca. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: an date in pace. A. Rendiamo grazie a Dio


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