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l 12 marzo 2015 uscì in Italia “Cinderella” di Charles Perrault, il film che riproponeva la favola di Cenerentola, così come la conosciamo dalla versione disneyana. Da damigella a sguattera e poi per magia di nuovo splendida dama fino a diventare principessa. Percorso non dissimile da quello di Julia Roberts in Pretty Woman, che simpaticamente apostrofava l’eroina disney “quella gran c**o di Cenerentola!” e paradossalmente ne ripercorreva le gesta. L’origine controversa della festa della donna, tra manifestazioni, rivendicazioni e tragedie in fabbrica, non ne deve sminuire l’importanza per il contesto sociale nella quale è nata, le lotte che le donne hanno sostenuto e la discriminazione che le ha accompagnate e le accompagna tutt’ora in molti paesi del mondo. L’idea di un principe che salva la fanciulla dalla sua famiglia prigione non deve scandalizzare perché, nonostante il tentativo di attribuire gesta e prodezze a Cenerentola, nel profondo sud del nostro Paese la situazione non è stata così dissimile fino a poco tempo fa: sposarsi per andar via di casa. E la fanciulla non ha nessun merito? Niente? Cosa riescono a sopportare le eroine come Cenerentola e che determinazione nel non arrendersi mai!! Ma tante e tali sono state le conquiste del secolo scorso che tutto si è modificato rendendo anacronistico qualsiasi opera o favola. La donna non può fare discorsi di politica o filosofia nella Roma papale dell’ottocento, ma ci prova a convincere un uomo a lasciare la rivoluzione e la morte per seguirla, E come ci può provare? Che mezzi ha per competere con gli uomini? “C’ha solo l’amore!” come dice Claudia Cardinale in “Nell’anno del signore” di Luigi Magni. “Le donne lo sanno che cosa ci vuole le donne che sanno da dove si viene” canta Ligabue. C’è qualcosa che non capiremo mai noi uomini, misteriose verità che si nascondono in quei sorrisi complici che le donne si lanciano tra loro mentre noi ci poniamo queste domande. “Abbiamo troppa fantasia e se diciamo una bugia è gran bella verità che prima o poi succederà”canta donna Fiorella Mannoia. Meravigliosa Lily James nei panni di Cenerentola, bionda e dolce, timida e forte e Cate Banchett, la terribile matrigna, una donna anche lei.
Un film che non bada a spese per realizzare il sogno di qualsiasi fanciulla: una sala da ballo da favola illuminata da centinaia di candele, il vestito di svaroski, un principe gentile dagli occhi azzurri. La gentilezza è agli occhi dei protagonisti e del regista la strada da percorrere: un’eroina che cerca il buono negli altri e che resiste, mantiene la sua femminilità in ogni occasione e di fronte a qualsiasi cattiveria, sia essa una serva sporca di cenere o una principessa, perché è il sogno d’amore a mantenerla viva e quel sogno può portarla ad una nuova vita. Come diceva Claudia Cardinale è l’amore l’arma delle donne ed è l’amore l’anima del mondo, l’amore che loro sole, madri, mogli, amiche o fanciulle custodiscono e mantengono vivo per noi. Noi che intanto ci occupiamo delle cose importanti: di farle violenza, di fare la guerra e di distruggere il pianeta. E che come in quel film non le diamo retta. Il mondo però è cambiato o sta cambiando al grido di pari opportunità e libertà sessuale, ma anche di livellamento dei ruoli e purtroppo di mariti divorziati prigionieri di leggi e ex-mogli carnefici. Ottenere i diritti e le opportunità non può essere diventare uomini: voi dovete rimanere le custodi, le madri del pianeta. Lo so, chi siamo noi per decidere cosa dovete o non dovete perseguire, come e dove potete agire? I tempi cambiano, i ruoli si invertono, la religione torna ad essere estremismo, la crisi incombe e la musica prova ancora a tenerci su. Ma la favola di Cenerentola non muore mai: i suoi sogni, la sua dolcezza e gentilezza, la sua timidezza di fronte a due occhi azzurri e il coraggio di cambiare gli schemi, la passione per un principe e l’abito brillante, fino a quando tutto svanisce per l’ultimo rintocco, perché è ora di andare e una donna deve sempre tornare. Auguri a tutte voi! Brindate, divertitevi e poi ritrovate la strada di casa. Una donna deve sempre tornare. “Vogliono ballare un po’ di più, vogliono sentir girar la testa, vogliono sentire un po’ di più, un po’ di più!!”
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enerentola non è solo una fiaba; Cenerentola è un personaggio fiabesco famoso in tutto il mondo, presente in varie versioni. In Italia si chiama Cenerentola, o Cenerella, in Francia si chiama "Cendrillon", in Spagna e nell'America latina, è conosciuta come "La Cenicienta", e così via.. E' quindi da considerarsi la più diffusa e celebre fiaba al mondo. La più antica versione, secondo alcuni, sembrerebbe essere quella cinese; mentre sappiamo con certezza che in Europa, la Cenerentola più antica è senza
dubbio la Zezzolla del Basile. Anche se la versione oramai più nota e standardizzata è quella di Perrault, altre “Cenerentole” sono:
Cenciosella - Gran Bretagna Cenerentola - versione dei F.lli Grimm Cenerentola - versione di C.Perrault Giacca di Giunchi - Inghilterra Il Cavaliere Verde - Danimarca Kari, Veste di legno - Norvegia La Baba Jaga - Russia La betulla incantata - Russia/Carelia La Gatta Cenerentola - G.Basile La piccola Havrusheka - Russia La scarpetta d'oro - Russia Peldicenere - Inghilterra
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Dietro il poster "We can do it!" c'è "Rosie" Bonavita, l'operaia che costruiva aerei da guerra, stabilendo anche record di velocità nell'assemblaggio. Morta a 73 anni, è diventata il personaggio simbolo del patriottismo e della lotta per i diritti femminili
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l più famoso "We can do it!", è diventato tale solo negli anni 80. Il poster infatti faceva parte di una serie di manifesti che il comitato coordinatore della produzione di guerra della Westinghouse Company’s aveva commissionato a Miller per motivare le dipendenti durante la guerra a non perdersi d'animo e a lavorare duro. Manifesti che rimasero sempre dentro le fabbriche e che vennero mostrati solamente un paio di settimane nel 1943. Fu solo nel 1982, quando i poster di Miller vennero esposti, che "We ca do it!" divenne il simbolo dell'indipendenza femminile e della lotta per i diritti delle donne. A ispirare il personaggio di "Rosie", non come modella ma come donna reale, fu però la rivettatrice dei record: l'italo-americana Rosina Bonavita, l'operaia poco più che ventenne di Peekskill (New York) che nel 1943 finì su tutti i giornali perché con la sua collega Jennie Fiorito riuscì a fare in sole sei ore 900 buchi e a fissare 3.345 rivetti per la costruzione di un'ala di un aereo da combattimento. Quando il record venne superato da un altro team, Rosie non si perse d'animo e con un'altra partner riuscì a costruire un'ala di aereo in 4 ore e 10 minuti. Tanto è bastato a farla diventare un personaggio, anche se lei non si sentiva un'eroina. Pensava solo a lavorare, a costruire sempre più aerei, lavorando fino a 12 ore sette giorni su sette. Ma personaggio lo era suo malgrado, infatti ispirò la canzone di Evans e Loeb, il manifesto di Rockwell e quello di Miller. E milioni di donne americane si identificarono in lei. Rosie, morta nel 1996, ha vissuto per buona parte dei suoi 73 anni, sempre nella stessa casa di Peekskill, si è sposata con il suo compagno di scuola Jimmy Hickey. Il matrimonio venne celebrato durante uno dei congedi dal fronte di Jimmy. Da lui ha avuto tre figli, una vita serena, non lavorò più ma è diventata il punto di riferimento della cittadina, spendendosi per la comunità, facendo torte, lavando le uniformi della squadra di football... Rimasta vedova, Rosie seguì il figlio Joe, quando si trasferì a Hilton Head, nella Carolina del Sud. Gli ultimi anni sono stati segnati da gravi disturbi dovuti all'osteoporosi, conseguenza forse dal duro lavoro da rivettatrice. Nonostante tutto, nonostante una fragilità mai conosciuta prima, Rosie non si è mai arresa. È rimasta una combattente, fino alla fine.
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Don De Stasio: IL BISOGNO DI SACERDOTI ITALIANI NELLE MISSIONI CATTOLICHE DI LINGUA ITALIANA ALL’ESTERO Roma 28 Febbraio 2018 - Le Chiese in Europa hanno “maturato la consapevolezza che le migrazioni e la mobilità umana sono fenomeni strutturali, non transitori e tutt’altro che marginali, non solo dal punto di vista numerico ma anche da quello pastorale ed ecclesiologico inerente l’identità stessa della Chiesa”. A dirlo questa mattina il coordinatore nazionale delle Missioni Cattoliche Italiane in Svizzera nel corso della Consulta Nazionale delle Migrazioni della Fondazione Migrantes in corso a Roma. “Il profilo dei fedeli si fa sempre più plurietnico ma le strutture e le modalità pastorali - ha detto il sacerdote – nella maggioranza dei casi, rimangono ancorate a modelli passati e ad un concetto mutuato dalla politica che risulta superato a livello sociologico ed estraneo alla natura stessa della Chiesa: l’integrazione”. Due i pericoli evidenziati da don De Stasio, “l’uno speculare all’altro: da un lato, che i cristiani migranti, debbano pregare, celebrare e vivere la fede solo tra di loro, per gruppi etnici o linguistici; dall’altro, che siano i cristiani ‘stranieri’ a doversi adeguare al modo di essere chiesa preesistente”. Secondo don De Stasio nei prossimi anni, in Europa, la percentuale dei fedeli cattolici migranti aumenterà significativamente al punto da raggiungere in alcune nazioni oltre il 50 %. La pastorale con i migranti, quindi, “non è una pastorale straordinaria, speciale e provvisoria. È una pastorale ordinaria e specifica attuata dalla Chiesa locale. La presenza di nuove generazioni di italiani in Europa, i frequenti contatti con la madrepatria, le vacanze nei paesi di origine, la permanenza dei pensionati per diversi mesi in Italia, la facilità degli spostamenti, il numero considerevole di nostri connazionali all’estero, “anima di italianità l’Europa e contribuisce a creare un’Italia fuori dall’Italia. Tutto ciò rende la pastorale con gli italiani all’estero permanente e dinamica. È impensabile affermare che gli italiani all’estero non abbiano più bisogno di una pastorale specifica: ciò li porterebbe ad allontanarsi dalla fede e dalla Chiesa e in alcuni casi ad inserirsi in comunità cristiane non cattoliche o in movimenti non cristiani”. La Chiesa italiana ha una lunga storia di impegno a favore degli italiani emigrati. Attualmente nel mondo sono più di 350 le Missioni Cattoliche Italiane, con circa seicento tra sacerdoti, religiose e religiosi, laiche e laici presenti in 40 nazioni nei cinque continenti. Nel corso degli anni è stato “compiuto – ha evidenziato il sacerdote - un lungo percorso di inserimento delle missioni nel tessuto ecclesiale delle chiese che accolgono evitando o correggendo le deviazioni legate ad un certo nazionalismo, ad un eccessivo peso della cultura e della propria patria, a dipendenze pastorali e vincoli con le chiese di partenza”. Concludendo don De Stasio ha evidenziato il bisogno di una formazione specifica di tutti gli operatori pastorali per acquisire competenze specifiche nell’ambito migratorio. E oggi “servono sacerdoti italiani nelle Missioni Cattoliche italiane”. (R.I.) 7
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esù entra nel tempio: ed è come entrare nel centro del tempo e dello spazio, nel fulcro attorno al quale tutto ruota. Ciò che ora Gesù farà e dirà nel luogo più sacro di Israele è di capitale importanza: ne va di Dio stesso. Gesù si prepara una frusta e attraversa la spianata come un torrente impetuoso, travolgendo uomini, animali, tavoli e monete. I tavoli rovesciati, le sedie capovolte, le gabbie portate via mostrano che il capovolgimento portato da Gesù è totale. Vendono buoi per i ricchi e colombe per i sacrifici dei poveri. Gesù rovescia tutto: è finito il tempo del sangue per dare lode a Dio. Come avevano gridato invano i profeti: io non bevo il sangue degli agnelli, io non mangio la loro carne; misericordia io voglio e non sacrifici (Os 6,6). Gesù abolisce, con il suo, ogni altro sacrificio; il sacrificio di Dio all’uomo prende il posto dei tanti sacrifici dell’uomo a Dio. Gettò a terra il denaro, il dio denaro, l’idolo mammona, vessillo innalzato sopra ogni cosa, installato nel tempio come un re sul trono, l’eterno vitello d’oro è sparso a terra, smascherata la sua illusione. E ai venditori di colombe disse: non fate della casa del Padre, una casa di mercato. Dio è diventato oggetto di compravendita. I furbi lo usano per guadagnarci, i devoti per guadagnarselo. Dare e avere, vendere e comprare sono modi che offendono l’amore. L’amore non si compra, non si mendica, non si impone, non si finge. Non adoperare con Dio la legge scadente del baratto dove tu dai qualcosa a Dio perché lui dia qualcosa a te. Come quando pensiamo che andando in chiesa, compiuto un rito, accesa una candela, detta quella preghiera, fatta quell’offerta, abbiamo assolto il nostro dovere, abbiamo dato e possiamo attenderci qualche favore in cambio. Così siamo solo dei cambiamonete, e Gesù ci rovescia il tavolo. Se crediamo di coinvolgere Dio in un gioco mercantile, dobbiamo cambiare mentalità: Dio non si compra ed è di tutti. Non si compra neanche a prezzo della moneta più pura. Dio è amore, chi lo vuole pagare va contro la sua stessa natura e lo tratta da prostituta. «Quando i profeti parlavano di prostituzione nel tempio, intendevano questo culto, tanto pio quanto offensivo di Dio» (S. Fausti): io ti do preghiere e offerte, tu mi dai lunga vita, fortuna e salute. Casa del Padre, sua tenda non è solo l’edificio del tempio: non fate mercato della religione e della fede, ma non fate mercato dell’uomo, della vita, dei poveri, di madre terra. Ogni corpo d’uomo e di donna è divino tempio: fragile, bellissimo e infinito. E se una vita vale poco, niente comunque vale quanto una vita. Perché con un bacio Dio le ha trasmesso il suo respiro eterno. p. Ermes Ronchi
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"Poiché non v'è autorità se non da Dio" , dice l'Apostolo, chiediamo con fiducia e insistenza che anche l'esercizio del potere nel governo del nostro Paese sia il più possibile orientato a Dio e all'uomo” .Prego il Signore – scrive Francesco – che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri”. Politici che abbiano cura dei più deboli: gli affamati, i disoccupati, i senza tetto, gli immigrati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati, i bambini ancora nel grembo delle madri. Tutti gli sfruttati e quanti la società attuale dello scarto ha trasformato in rifiuti, “avanzi”, perché oggi, in questa “economia che uccide”, le “persone – ha detto in una Messa a Santa Marta (1 maggio 2013) – sono meno importanti delle cose che danno profitto a quelli che hanno il potere politico, sociale, economico”. (Radio Vaticana) E nella Evangelii Gaudium ricorda la dignità enorme che investe la dimensione politica: “la politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose di carità, perché cerca il bene comune”. Al di là delle diverse valutazioni personali, che ci auguriamo avvengano in coscienze formate, anzi proprio per illuminare la nostra capacità di comprensione e decisione e per ottenere dal Signore che la Sua grazia tocchi quanti più cuori tra gli uomini e le donne impegnati in politica, ci pare più che opportuno condividere questa bella orazione del 6 Febbraio 1948. Non recente eppure attualissima
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adre nostro, che sei nei cieli e governi l’universo, concedi alla nostra Patria la grazia di avere dei rappresentanti veramente cristiani, affinché, anche per loro mezzo, sia glorificato il Tuo Santo Nome e si estenda il Tuo regno di fede e di amore a tutto il popolo italiano; sia fatta la Tua Volontà da coloro che ci governano, così come essa viene compiuta dagli Angeli e dai Santi in Cielo. O Signore, donaci il benessere materiale, ma soprattutto il pane della verità, della giustizia e della libertà; perdona le tante pubbliche offese che hanno oltraggiato ed oltraggiano la Tua Divina Maestà; liberaci, o Signore, dal pericolo che i cattolici, nelle prossime elezioni, dimentichino la gravità del loro dovere o diano il loro voto a candidati o partiti che non offrono la morale certezza di rispettare e difendere pienamente la dottrina del Tuo Vangelo, i diritti della religione e della Chiesa nella vita privata e pubblica. Fa che tutti, uniti e concordi, ci stringiamo intorno al vessillo della Croce per vincere la santa battaglia per il trionfo del Tuo Nome e per la salvezza delle anime nostre. Così sia. IMPRIMATUR: Patavii, die 6 Februarii 1948 + CAROLUS E.pus Patav 10
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a nevicata del 1956 e la relativa ondata di freddo rappresentano un evento meteorologico di particolare rilevanza ed eccezionalità storica per dimensioni del fenomeno che colpì il continente europeo e l’Italia nell'inverno di quell'anno. Nel mese di febbraio di quell’anno un’ondata eccezionale di freddo investì buona parte dell’Europa e dell’Italia, coprendola di neve e gelo con un’intensità tale da essere definita la “nevicata del secolo”: costituì infatti l’evento nevoso più marcato e pesante dai tempi dell’inverno 1929 per tutta la penisola, ed i successivi del gennaio 1985 e 1986, non meno rilevanti, non ne eguagliarono comunque l’estensione temporale e geografica. La fase critica in Italia inizia il 1º febbraio 1956 ed il 2 febbraio la Pianura padana è sotto l’isoterma -15°C a 850 hPa, mentre la -20 °C abbraccia interamente le Alpi e bufere di neve interes-sano tutto il nord con particolare violenza in Toscana ed in Emilia-Romagna. Il freddo fu intenso non solo al suolo ma anche in quota, con l’isoterma di -35 °C a 500 hPa che raggiunse Roma, responsabile di una nevicata divenuta storica. Già il 4 febbraio tutte le precipitazioni, in atto su buona parte dell’Italia, erano oramai nevose, e nuovi impulsi gelidi sulle regioni adriatiche (-40 °C a 500 hPa) raggiunsero il loro massimo il 7 febbraio, quando un potente nucleo gelido in quota colpì le regioni meridionali. Bufere e temperature gelide, gelo e neve flagellarono queste regioni anche il giorno successivo, quando un nuovo minimo depressionario fra la Corsica e la Toscana provocò ancora intense nevicate a Roma e su tutto il centrosud. In quei giorni diverse nevicate con accumuli si spingono fin sulle coste siciliane. A Palermo le temperature minime scesero fino a 0 °C e la città venne imbiancata diverse volte da alcuni cm di neve. Nevicate interessarono anche le coste meridionali della Sicilia e la stessa isola di Lampedusa. Il 13 febbraio giunsero nuove correnti gelide dalla valle del Rodano determinando temperature rigidissime in quota che avvolsero tutto il nord e determinarono intense nevicate che colpirono particolarmente le Marche, l’Umbria e la Toscana, spostandosi il giorno successivo verso il sud, mentre il gelo dominava sulle regioni centro settentrionali. Il 15 febbraio ad Anzola dell’Emilia la temperatura minima scese a -26,2 C°, dato che risulta il valore ufficiale nazionale italiano più basso registrato in località di pianura. Gelo e precipitazioni insistettero ancora nei giorni successivi e nuove nevicate si ripeterono in particolare il 18 febbraio su tutto il centronord, ma nuovamente anche a Roma: la neve continuò fino al 20 febbraio. A Roma si verificarono delle nevicate che, per intensità e durata, rimasero storiche: nevicò il 2, il 9, il 18 e il 19 febbraio; per quattro giorni consecutivi le temperature rimasero sotto lo zero; il 12 febbraio si registrò una nevicata di ben 12 cm. Questo evento è stato ricordato nelle canzoni “Nevicava a Roma” interpretata da Renato Rascel e da Pio al Festival di Sanremo 1970 e “La nevicata del ‘56” di Franco Califano Luigi Lopez e Carla Vistarini, interpretata da Mia Martini al Festival di Sanremo 1990 dove vinse il Premio della Critica.
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C. +Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen. C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE C. Fratelli e sorelle, preghiamo umilmente il Signore Dio nostro, perché benedica quest'acqua con la quale saremo aspersi noi e le nostre famiglie in ricordo del nostro Battesimo. Il Signore ci rinnovi interiormente, perché siamo sempre fedeli allo Spirito che ci è stato dato in dono. Dio eterno e onnipotente, tu hai voluto che per mezzo dell'acqua, elemento di purificazione e sorgente di vita, anche l'anima venisse lavata e ricevesse il dono della vita eterna: benedici quest'acqua, perché diventi segno della tua protezione in questo giorno a te consacrato. Rinnova in noi, Signore, la fonte viva della tua grazia e difendici da ogni male dell'anima e del corpo, perché veniamo a te con cuore puro. Per Cristo nostro Signore. *ASPERSIONE CON L’ACQUA C. Dio onnipotente ci purifichi dai peccati, e per questa celebrazione dell'Eucaristia e ci renda degni di partecipare alla mensa del suo regno. A. Amen.
COLLETTA
In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
C. Signore nostro Dio, santo è il R/ Signore, tu hai parole di vita eterna. tuo nome; piega i nostri cuori ai La legge del Signore è pertuoi comandamenti e donaci la safetta, rinfranca l’anima; la testimopienza della croce, perché, liberati dal peccato, che ci chiude nel no- nianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice. R/. stro egoismo, ci apriamo al dono I precetti del Signore sono dello Spirito per diventare tempio retti, fanno gioire il cuore; il covivo del tuo amore. Per il nostro mando del Signore è limpido, illuSignore Gesù Cristo, tuo Figlio, mina gli occhi. R/. che è Dio, e vive e regna con te, Il timore del Signore è puro, nell'unità dello Spirito Santo, per rimane per sempre; i giudizi del tutti i secoli dei secoli. A. Amen Signore LITURGIA DELLA PAROLA sti. R/. sono fedeli, sono tutti giu-
Prima Lettura
Dal libro dell'Esodo
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Più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante. R/.
Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo LODE A TE, O CRISTO, RE DI ETERNA Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna. LODE A TE, O CRISTO, RE DI ETERNA GLORIA! C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo GIOVANNI A. Gloria a te o Signore VANGELO i avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti,
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Adeste 2018/7°- 10 vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo. A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( seduti)
CREDO Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. A. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Invochiamo con fiducia Dio, fonte di misericordia, perché purifichi i nostri cuori e li faccia diventare tempio vivo del suo Spirito. Preghiamo insieme dicendo: Ascolta, Signore, la nostra preghiera. 1. Per tutta la Chiesa: il dono dello Spirito sia sorgente per un rinnovato impegno di conversione, che la spinga ad essere riconosciuta da ogni uomo come il vero luogo di incontro con l'umanità del Cristo, preghiamo. 2. Per i ministri ordinati: nel loro servizio sappiano valorizzare i diversi carismi che lo Spirito suscita per sostenere la vitalità e la missio-
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ne della Chiesa, preghiamo. 3. Per tutti i catecumeni che si preparano a ricevere il dono del Battesimo: nell'incontro con Cristo sappiano riconoscere la sorgente del vero senso della vita, preghiamo. 4. Per tutti gli uomini che sono alla ricerca del Dio vivo e vero: lo Spirito Santo doni loro la gioia di incontrare cristiani che possano essere segno e testimonianza vera del tuo amore, preghiamo. 5. Per tutti gli artisti che hanno il compito di costruire o restaurare le chiese: siano strumento che comunica l'autentica bellezza di Dio agli uomini del nostro tempo, preghiamo. C. Ascolta, o Padre, le nostre preghiere. Lo Spirito, che abita nel nostro cuore, le ha suscitate e portate alla nostra bocca: accoglile nella tua bontà e adempile secondo la tua volontà. Per Cristo nostro Signore. A. Amen
LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Per questo sacrificio di riconciliazione perdona, o Padre, i nostri debiti, e donaci la forza di perdonare ai nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. E’ cosa buona e giusta 2 È veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Tu hai stabilito per i tuoi figli un tempo di rinnovamento spirituale perché si convertano a te con tutto il cuore, e liberi dai fermenti del peccato vivano le vicende di questo mondo, sempre orientati verso i beni eterni. Per questo dono della tua benevolenza, uniti agli angeli e ai santi, con voce unanime proclamiamo l'inno della tua lode: Santo, Santo, Santo…... C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua 13
risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: PADRE NOSTRO Padre nostro, …….. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. O Dio, che ci nutri in questa vita con il pane del cielo, pegno della tua gloria, fa' che manifestiamo nelle nostre opere la realtà presente nel sacramento che celebriamo. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: an date in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
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