Adeste 2018/7°- 11
|
Il “Prima che sorga l’alba, vegliamo nell’attesa, tace il creato e canta nel silenzio del mistero. Il nostro sguardo cerca un volto nella notte dal cuore a Dio s’innalza più puro il desiderio”. (Inno delle lodi) Chi ha sperimentato un pellegrinaggio cristiano come il “Cammino di Santiago”, è ritornato con l’impressione che ci si trovi di fronte a qualcosa di molto, molto vicino al senso stesso della vita. Il Pellegrino va a Santiago non sempre riuscendo a definire esattamente perché, se non attraverso la consapevolezza che matura camminando, quella di essere in cerca di “un volto nella notte”. Un volto che non è ancora definito ma è già una presenza, un non-buio. I motivi che trova riflettendo, razionalizzando, sono quelli che dirà agli altri che gli chiederanno, curiosi, ironici, interessati, perplessi. Sono i motivi emersi, visibili, dicibili. Ma a volte sarà solo lungo il cammino che scoprirà la sorgente segreta, sommersa di tutti i motivi per cui pensa di essere partito: un immenso desiderio, non più soffocato e tenuto a bada, l’immenso Desiderio. “Uno sconosciuto è mio amico, uno che io non conosco. Uno sconosciuto lontano lontano. Per lui il mio cuore è pieno di nostalgia. Perché Egli non è presso di me. Perché Egli forse non esiste affatto. Chi sei tu che colmi il mio cuore della tua assenza? Che colmi tutta la terra della tua assenza?” (K. Lagerkvist) In questa poesia K. Lagerkvist compie lo stesso passo – decisivo per la vita – di ogni pellegrino. E’ il passo che colma la distanza, potenzialmente eterna, tra il dubbio e la domanda. Il dubbio è una domanda inespressa, chiusa dentro, che finisce quindi per atrofizzarsi. Il dubbio si scioglie al fuoco del desiderio, che non viene più soffocato, schiacciato, tenuto a bada come un intruso, e liberandosi diventa domanda. Noi pellegrini non siamo il popolo del dubbio, ma il popolo della domanda, di coloro che cercano davvero con la vita intera e non solo nelle conversazioni da salotto. La vita è un labirinto, ma esso non è né cieco né assurdo. E c’è una meta e c’è anche una via. Che non ci sia una via può rimasticarlo il cuore a volte, per la stanchezza, per la sfiducia, in debito di ossigeno di speranza, dubitando. La tentazione di pensare di poter venire a capo del labirinto da soli è forte, è inebriante. Eppure qualsiasi tentativo di farcela da soli è destinato a fallire. Perché se è vero che c’è una via nel labirinto, è anche vero che l’uomo non può trovarla da solo. Non sarebbe più un labirinto.
pellegrinaggio cristiano come ritrovamento di una via nel labirinto della vita, come esperienza di preghiera e ricerca. Non pellegrinaggio di ricerca e preghiera, ma di preghiera e ricerca. Inclinazione comunissima a tutto il genere umano, comprensibilissima, forse inevitabile, quella di pensare che la ricerca venga prima della preghiera, e che la preghiera sia possibile solo se l’esito della ricerca è stato positivo. Come dire: io cerco Dio, se lo trovo allora posso pregarlo, ma se non lo trovo come faccio a pregarlo? “Dammi, o Signore, di conoscere e capire se si debba prima invocarti o celebrarti, prima conoscerti o invocarti. Ma chi potrebbe invocarti senza prima conoscerti?” (S. Agostino, Confessioni). E’ a questo punto che Sant’Agostino, per grazia ha uno scatto assolutamente geniale. “Ma è possibile che sia così”? “O forse, per conoscerti, bisogna prima invocarti”?. Il pellegrinaggio a piedi è un modo per esprimerla, questa invocazione, questa domanda, dall’inizio alla fine è il cammino stesso che fa preghiera, domanda che Dio si faccia conoscere, che ci mostri il Suo Volto. E’ un’esperienza antichissima di preghiera e ricerca, una ricerca che avviene attraverso un metodo completamente diverso rispetto a quello intellettuale: l’esperienza, metodo corretto di ricerca perché non esclude nulla di ciò che siamo. Andare a piedi, per ore, per giorni e giorni, comincia a cambiarti. In termini cristiani, questo desiderio di cominciare a cambiare, si chiama “conversione” Convergere, andare verso, riunire. Insomma, l’anima smarrita che ritrova la strada, la via perduta nel Labirinto. Se parti affidandoti a Dio solo, e non a cospicui programmi di tappe, e orari e chilometri, mettendoti proprio nelle sue mani, perché Lo vuoi conoscere, vuoi che ti mostri il suo volto, ritrovi così i limiti della tua creaturalità, e insieme nell’anima trovi sempre più il mistero di un’assenza-presenza, la consapevolezza di un’appartenenza. Uno dei grandi doni del Cammino. Non la rivelazione della verità, illuminazione. Non la folgorazione rivelatrice, dunque, ma la consapevolezza. Ecco uno dei grandi doni che viene seminato nel cuore dei pellegrini. Testo estratto da “La meta e la via: il pellegrinaggio a piedi di preghiera e ricerca”, di Davide Gandini, in “ La Strada Buona – Appunti dopo Santiago”, a cura di Paolo Asolan e Davide Gandini (Ed. Marietti).
2
Adeste 2018/7°- 11
|
La mia esperienza sul Cammino di Santiago: vivi il tuo sogno!
S
ono tornata da pochi giorni da questa esperienza che potrei definire unica…il Cammino di Santiago, un pellegrinaggio di circa 800 km (ho percorso il Cammino Francès da St. Jean Pied-de-Port) che chiama a sé ogni anno migliaia di persone, ognuna con la sua motivazione e determinazione a raggiungere la meta: Santiago de Compostela. Sono partita anch’io determinata a raggiungere Santiago ma quando ci sono arrivata non potevo credere che io, proprio io, avevo camminato per 800 km ed ero davvero arrivata fin lì: ce l’avevo fatta! L’emozione è indescrivibile… Cosa mi ha spinta a percorrere il Cammino? Me lo sono chiesta spesso e la risposta non è semplice. Vorrei riportare la poesia di un anonimo pellegrino che ho trovata scritta in un libro: “Perché ingoio la polvere secca, perché ho il fango sui piedi doloranti, perché faccio cadere sulla mia pelle la pioggia scrosciante e il sole cocente? Per le belle città? Per le chiese? Per il cibo? Per il vino? No. Perché sono stato chiamato.” Ho iniziato a pensare al Cammino qualche anno fa, con il tempo l’esigenza è diventata sempre più grande, finché un giorno ho trovato finalmente il coraggio di partire. Ho preso tutte le informazioni necessarie, ho preparato il mio zaino e sono salita sul treno….. Sono partita con un’amica ma ben presto, nonostante ci incontrassimo ogni sera a fine tappa, abbiamo compreso che ognuna doveva compiere il suo Cammino, con il suo ritmo, con le sue esigenze. Ho camminato spesso sola o con compagni occasionali, si fa per dire, perché molti di loro sono diventati poi gli amici con cui trascorrere qualche ora piacevole alla fine della tappa. Arrivata a St. Jean Pied-de-Port, un piccolo villaggio francese ai piedi dei Pirenei da cui parte il Cammino verso Santiago, le emozioni erano contrastanti….voglia di partire e timore allo stesso tempo, ma poi si parte e tutto acquista un altro significato. Sono entrata in una dimensione completamente diversa da quella cui sono abituata, la vita del pellegrino è estremamente essenziale, ci si preoccupa di ben poche cose, anzi in realtà non ci si preoccupa affatto, le situazioni sono lì e si affrontano nel momento in cui capitano. Si cammina, sempre avanti, ci si procura cibo e acqua necessari per la giornata e nulla più, lo zaino pesa e non ci si può permettere di avere con sé nulla che non sia strettamente necessario, il superfluo non te lo puoi permettere, rischi di rimanere inchiodato lì e non riuscire più a proseguire! Ho letto qualche libro prima di partire, testimonianze di pellegrini, molto utili e interessanti. Una cosa però non avevo percepito da queste letture (non so dire se perché non abbastanza sottolineata oppure se io non ho voluto capire…): l’immenso sforzo fisico che il Cammino richiede. Forse alla fine di un’esperienza simile si tende a dimenticare il dolore e a portare con sé solo la par-
3
Adeste 2018/7°- 11
|
te positiva, ma attraverso il dolore si passa, eccome! La prima settimana il corpo deve adattarsi a camminare molti chilometri al giorno con lo zaino sulle spalle e questo per circa un mese, un giorno dopo l’altro…. Io amo camminare, in montagna e in pianura, ma le condizioni alle quali mi sono trovata sottoposta non sono paragonabili a niente di tutto quello che sono solita fare. I piedi fanno male, le spalle, tutti i muscoli fanno male, poi si impara a gestire il proprio corpo, si impara a conoscersi… Il cammino è davvero un incontro con se stessi… attraverso il corpo, i suoi dolori e le sue richieste, bisogna prestargli attenzione, senza di lui non si va da nessuna parte attraverso la mente, quando si cammina soli e tutto intorno c’è il nulla emerge di tutto da dentro, ricordi, emozioni, interrogativi, sogni attraverso l’incontro con gli altri, mai come in questa situazione il confronto con gli altri diventa importante, con chi ci piace e con chi non ci piace; si condivide tutto, non esiste privacy, i rifugi per pellegrini ti offrono una sistemazione in camerata, tutto è condiviso, camera, bagni, cucina, ogni spazio è di tutti, per l’incontro…e per lo scontro! Così si impara ad essere se stessi, ad ascoltarsi, è fondamentale, pur nel rispetto degli altri, dei loro spazi e delle loro esigenze, ma alla fine è sempre con me stessa che ho dovuto fare i conti. Ho dovuto comprendere le mie necessità, fare i conti con le mie emozioni, confrontarmi con i miei limiti, raggiungerli e anche superarli perché così richiedeva il momento, senza lamentele perché lamentarsi non cambia le cose. Sono arrivata alla fine di una tappa di 34 km sull’orlo delle lacrime dicendo “mai più una tappa così lunga!” e dopo una settimana avevo ancora le lacrime agli occhi, questa volta per la gioia di avere raggiunto la fine di una tappa e di km ne avevo camminati 37!! Avevo deciso di farlo e l’ho fatto!! Questo è il Cammino….ti insegna che sei più forte di quello che credi, che rendere una cosa possibile o impossibile dipende da te. Il saluto medioevale del Cammino è “Ultreya!” che significa “sempre avanti!” e il Cammino è così, si procede sempre in avanti, dall’inizio alla fine tutto è provvisorio, dalla terra sulla quale cammini alle persone che incontri, dai luoghi che attraversi a quelli in cui ti fermi per il meritato riposo. Tutto questo è adesso, domani non ci sarà più, ci sarà qualcos’altro, ma non si sa cosa….”Ultreya!” Così si impara a non attaccarsi alle cose, alle situazioni, ai luoghi, si impara a cogliere l’attimo, a viverlo ora perché quello che lasci indietro non tornerà. Il passato è passato, il futuro non lo conosciamo, c’è solo il presente ed è nel presente che dobbiamo cogliere i doni che ci vengono dati e avere fiducia che le nostre necessità saranno sempre soddisfatte. Chiedi e ti sarà dato… In fondo ho viaggiato solo con le mie gambe e il mio zaino per un mese ma non mi è mai mancato nulla e non avevo bisogno di nulla più di ciò che avevo. Ho camminato in luoghi bellissimi, in mezzo ad una natura meravigliosa, ho incontrato persone speciali, ho visto persone compiere il Cammino nonostante handicap fisici e mi sono sentita fortunata, ho pianto, ho riso e mi sono anche arrabbiata, ho sopportato disagi e ho vissuto momenti meravigliosi… Per questo e per tanto altro ringrazio il Cammino di Santiago, ce l’ha messa tutta per insegnarmi le sue lezioni e spero di essere altrettanto brava da applicarle nella mia vita quotidiana. Ringrazio anche tutte le persone che mi sono state vicine con il cuore mentre camminavo, mio marito, la mia famiglia e gli amici che non mi hanno mai fatto mancare il loro sostegno morale.Non dimenticherò mai questa esperienza, le persone che ho incontrato e i momenti che ho vissuto…e nemmeno il gran mal di piedi!! Ultreya!!
4
Adeste 2018/7°- 11
|
-
-
-
-
-
5
Adeste 2018/7°- 11
|
I
l recordman del Cammino di Santiago è un italiano di 73 anni con un’incredibile storia (nonché, ovviamente, migliaia di chilometri) dietro le spalle. Luigi Cianti è da pochi giorni passato per Oia, comune di neanche 3.000 abitanti della Galizia, ed è pronto a spingersi fino alla tomba di San Giacomo e lì ricevere così la sua 38ª Compostela. I giornali locali hanno dedicato in questi giorni ampio spazio alla sua impresa, ai suoi pellegrinaggi in giro per il mondo e, soprattutto, alla sua storia speciale. Luigi Cianti Romano, cresciuto in un orfanotrofio, Cianti lavora come camionista alla Gallardi. Qui conosce Daniela, figlia del titolare dell’azienda, che presto diventa sua moglie. La svolta nella vita di Cianti avviene quando resta vedovo dopo 25 anni di matrimonio: la moglie muore dopo essere diventata proprietaria della ditta e Luigi cade in una profonda depressione. Vaga senza meta per cinque giorni senza dormire finché non finisce in un burrone con la sua auto. Si salva per miracolo e decide di cambiar vita. Vende l’azienda e dona tutto il ricavato in beneficenza: circa 5 milioni di euro ai Salesiani che lo avevano accolto da bambino. Liberatosi di tutto, solo con la sua pensione per sopravvivere, Cianti si mette in cammino alla volta di Gerusalemme, 4.000 km per arrivarci da Roma. Da allora non si è più fermato: in 22 anni ha raggiunto a piedi i santuari di tutto il mondo (solo in Australia non ha viaggiato) e per 37 volte ha percorso uno dei Cammini di Santiago: in questi giorni sarà alla tomba di san Giacomo per la 38ª volta. Le sue esperienze sono state raccolte in un libro, Caminando con Dios, pubblicato dalla casa editrice CLV Books, e sta preparando un secondo lavoro perché continua ad accumulare esperienze in tutti i luoghi che ha conosciuto camminando.
6
Adeste 2018/7°- 11
|
O
gni anno dalla ‘Missione Italiana in Galizia’, Padri e Suore dell’Opera don Guanella, organizzano una settimana sul Cammino di Santiago aperta a giovani 18-35enni; non si tratta solo di camminare, ma di camminare secondo l’antica tradizione giacobea. Per cui i giovani che vengono con noi, in genere, apprendono come ‘si realizzava’ il Cammino, per essere poi capaci, più in là nel tempo, di farlo da soli o portandosi dietro un gruppo a cui trasmettere il senso e le caratteristiche dell’antico pellegrinaggio alla Tomba di San Giacomo. In pratica si tratta di camminare una settimana scoprendo paradossalmente cosa il Cammino a Santiago non è…vista la deriva a cui da qualche tempo quest’esperienza secolare è esposta. Ogni anno si forma un gruppo di circa 50 giovani provenienti da ogni regione d’Italia, che non si conoscono tra di loro, per effettuare questo ‘assaggio’ di Cammino, assimilarne lo spirito e le regole e scoprire una realtà straordinaria, quella del pellegrinaggio, molto diversa dal mero camminare. Responsabili dell’esperienza: per la segreteria e l’organizzazione Suor Sara, giovane religiosa guanelliana che vive e lavora nel trevigiano; per l’animazione e le meditazioni sul Cammino Padre Fabio, superiore della Missione guanelliana sul Cammino e Cappellano degli Italiani a Compostela.
Per qualunque info o contatto:
7
Adeste 2018/7°- 11
|
-
-
-
-
9
-
-
Adeste 2018/7°- 11
|
S
ono trascorsi 4 giorni dalle elezioni del 4 marzo, e i dati ormai possono dirsi ufficiali. Il primo partito è complessivamente il Pd, bocciato in patria, mentre il Movimento Cinque Stelle - vincente in Italia - conquista un seggio in Europa. E sbanca principalmente in Spagna, Polonia e Irlanda. Quanto agli eletti all'estero, i loro nomi sono ormai certi I rappresentanti degli italiani all’estero nel nuovo Parlamento? Principalmente del Pd. Sì, perché, in assoluta controtendenza rispetto al dato italiano, il Partito democratico è risultato la prima forza politica nella maggior parte delle ripartizioni, nonostante, in patria, il numero dei suoi elettori sia drammaticamente calato dal 2013 (per non parlare delle europee). Complessivamente, dei 12 seggi in palio alla Camera, 5 li ha conquistati il Pd, 3 il centrodestra e uno, rispettivamente, M5s, Maie, Usei e +Europa. Dei 6 seggi al Senato, al Pd e al centrodestra ne sono andati 2: nessuno è andato ai Cinquestelle, e Maie e Usei ne perdono uno ciascuno. Facendo i conti, all’estero il Pd è a quota sette seggi, il centrodestra a cinque, il Maie e l’Usei a due, il Movimento 5 Stelle e +Europa a uno (entrambi in Europa). Entrando più nel dettaglio, il centrodestra vince la sfida tra gli italiani in Nordamerica. La lista Salvini-Berlusconi-Meloni, in particolare, è la prima forza politica negli Stati Uniti (31,17%) e in Canada (37,6%). Il Pd vince, invece, in Messico. Quanto all’affluenza, in America settentrionale e centrale hanno votato, per la Camera, in 108.729 (27,94%) su 389.060 elettori. Sono state 14.325 le schede non valide (di cui 942 bianche) e 68 le schede contestate. Al Senato hanno espresso il loro voto in 102.233 (28,22%) su 362.207 elettori, con 13.085 le schede non valide (di cui 839 bianche) e 2 le schede contestate. Il Pd è il primo partito tra gli italiani in Australia, dove ha conquistato il 36,99% dei voti per la Camera. Buono anche il risultato del M5s (28,3%), in terza posizione lista Salvini-Berlusconi-Meloni (20,52%). In Australia hanno votato 31.135 italiani. Anche in Europa il Pd è arrivato primo, con alla Camera il 31,68% dei voti. In particolare, il Partito democratico ha vinto, tra gli altri Paesi, in Francia (36,87%), Gran Bretagna (33,24%), Belgio (33,21%), Portogallo (28,56%), Olanda (29,18%), Germania (29,62%), Turchia (32,07%), Svezia (32,67%), Svizzera (33,33%), Austria (39,81%), Grecia (27,87%). Il Centrodestra è invece in testa in Ungheria (38,24%), Russia (32,8%), Romania (40,9%) e Croazia (31,69%), e il Movimento 5 Stelle in Spagna (28,49%), Irlanda (38,28%) e Polonia (31,01%). Quanto agli eletti, noi della Voce vi abbiamo già parlato delle tre nuove rappresentanti, alla Camera e al Senato, degli italiani in Nord Centro America: si tratta di Fucsia Nissoli (Centrodestra) e Francesca La Marca (PD) alla Camera, e di Francesca Alderisi (Centrodestra) al Senato. I cinque deputati eletti nella Ripartizione Europa sono Massimo Ungaro e Angela Schirò (entrambi Pd); Simone Billi per il centrodestra; Elisa Siragusa del Movimento 5 Stelle e Alessandro Fusacchia di +Europa. Al Senato, i seggi sono andati a Laura Garavini del Pd (già deputata) e Raffaele Fantetti di Forza Italia. In America meridionale alla Camera sono stati eletti Mario Alejandro Borghese del Maie; Eugenio Sangregorio dell’Usei; Luis Roberto di San Martino Lorenzato di Ivrea della Lega e Fausto Guilherme Longo del Pd. Al Senato, Ricardo Merlo del Maie e Adriano Cario dell’Usei. Nella ripartizione Asia-Africa-Oceania-Camera il seggio va a Nicola Carè del Pd, mentre al Senato al suo collega di partito Francesco Giacobbe, riconfermato.
10
Adeste 2018/7°- 11
|
Il grande dittatore (titolo originale The Great Dictator) è un film statunitense del 1940 diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin. Rappresenta una forte parodia del nazismo e prende di mira direttamente Adolf Hitler e il movimento nazista tedesco. Per alcune sue peculiarità, è considerato un evento straordinario. Nel 1941 ottenne cinque candidature al premio Oscar, inclusi miglior film e miglior attore allo stesso Chaplin. Nel 2000 l'American Film Institute lo ha inserito al trentasettesimo posto nella classifica delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi. di Charlie Chaplin i dispiace, ma io non voglio fare l'Imperatore, non è il mio mestiere, non voglio governare ne conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile, ebrei, ariani, uomini neri e bianchi, tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro. In questo mondo c'è posto per tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi, la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca fra le cose più abbiette, abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l'avidità ci ha resi duri e cattivi, pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza, senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono, io dico, non disperate! L'avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e qualsiasi mezzo usino la libertànon può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano,
M
11
che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie. Non vi consegnate a questa gente senza un'anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini! Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l'amore altrui. Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel Vangelo di S. Luca è scritto – "Il Regno di Dio è nel cuore dell'uomo" – non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini. Voi ,voi il popolo avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità, voi il popolo avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi in nome della democrazia usiamo questa forza, uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere, mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavi il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere, eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia siate tutti uniti! Hannah puoi sentirmi? Dovunque tu sia abbi fiducia. Guarda in alto Hannah le nuvole si diradano, comincia a splendere il sole. Prima o poi usciremo dall'oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità. Guarda in alto Hannah l'animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull'arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro. Il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi. Guarda in alto Hannah, lassù.
Adeste 2018/7°- 11
|
–
– –
–
12
Adeste 2018/7°- 11
|
D
io ha tanto amato il mondo, versetto centrale del Vangelo di Giovanni, versetto dello stupore che rinasce ogni volta, per queste parole buone come il miele, tonificanti come una camminata in riva al mare, fra spruzzi d’onde e aria buona respirata a pieni polmoni; parole da riassaporare ogni giorno e alle quali aggrapparci forte in tutti i passaggi della vita, in ogni caduta, in ogni notte, in ogni delusone. Dio ha così tanto amato… e la notte di Nicodemo, e le nostre notti si illuminano. Qui possiamo rinascere. Ogni giorno. Rinascere alla fiducia, alla speranza, alla serena pace, alla voglia di amare, di lavorare e creare, di custodire e coltivare persone e talenti e creature, tutto intero il piccolo giardino che Dio mi ha affidato. Non solo l’uomo, ma è il mondo che è amato, la terra è amata, e gli animali e le piante e la creazione intera. E se egli ha amato la terra, anch’io la devo amare, con i suoi spazi, i suoi figli, il suo verde, i suoi fiori.. E se Egli ha amato il mondo e la sua bellezza fragile, allora anche tu amerai il creato come te stesso, lo amerai come il prossimo tuo: «mio prossimo è tutto ciò che vive» (Gandhi). La rivelazione di Gesù è questa: Dio ha considerato il mondo, ogni uomo, questo mio niente cui però ha donato un cuore, più importante di se stesso. Per acquistare me ha perduto se stesso. Follia d’amore. Dio ha amato: la bellezza di questo verbo al passato, per indicare non una speranza o una attesa, ma una sicrezza, un fatto certo, e il mondo intero ne è intriso: «il nostro guaio è che siamo immersi in un oceano d’amore, e non ce ne rendiamo conto» (G. Vannucci). Tutta la storia biblica inizia con un “sei amato” e termina con un “amerai” (P. Beauchamp). Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio. Siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama. Dio non ha mandato il Figlio per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato, perché chi crede abbia la vita. A Dio non interessa istruire processi contro di noi, non dico per condannare o per pareggiare i conti, ma neppure per assolverci. La vita degli amati da Dio non è a misura di tribunale, ma a misura di fioritura e di abbraccio, nel paradigma della pienezza. Perché il mondo sia salvato: salvare vuol dire conservare, e nulla andrà perduto, non un sospiro, non una lacrima, non un filo d’erba; non va perduta nessuna generosa fatica, nessuna dolorosa pazienza, nessun gesto di cura per quanto piccolo e nascosto: Se potrò impedire a un Cuore di spezzarsi, non avrò vissuto invano. Se potrò alleviare il Dolore di una Vita o lenire una Pena, o aiutare un Pettirosso caduto a rientrare nel suo nido non avrò vissuto invano. (Emily Dickinson). p. Ermes Ronchi
Adeste 2018/7°- 11
-
-
|
-
-
C. +Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. A. Amen. C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE C. Fratelli e sorelle, preghiamo umilmente il Signore Dio nostro, perché benedica quest'acqua con la quale saremo aspersi noi e le nostre famiglie in ricordo del nostro Battesimo. Il Signore ci rinnovi interiormente, perché siamo sempre fedeli allo Spirito che ci è stato dato in dono. Dio eterno e onnipotente, tu hai voluto che per mezzo dell'acqua, elemento di purificazione e sorgente di vita, anche l'anima venisse lavata e ricevesse il dono della vita eterna: benedici quest'acqua, perché diventi segno della tua protezione in questo giorno a te consacrato. Rinnova in noi, Signore, la fonte viva della tua grazia e difendici da ogni male dell'anima e del corpo, perché veniamo a te con cuore puro. Per Cristo nostro Signore. *ASPERSIONE CON L’ACQUA C. Dio onnipotente ci purifichi dai peccati, e per questa celebrazione dell'Eucaristia e ci renda degni di partecipare alla mensa del suo regno. A. Amen. COLLETTA C. Dio buono e fedele, che mai ti stanchi di richiamare gli erranti a vera conversione e nel tuo Figlio innalzato sulla croce ci guarisci dai morsi del maligno, donaci la ricchezza della tua grazia, perché rinnovati nello spirito possiamo corrispondere al tuo eterno e sconfinato amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Dal secondo libro delle Cronache
In quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio, che il Signore si era consacrato a Gerusalemme. Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. Quindi i suoi nemici incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi. Il re dei Caldèi deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all’avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremìa: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni». Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremìa, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!”». Paroldi Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE R. Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia. Lungo i fiumi di Babilonia, là sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre. R/. Perché là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, allegre canzoni, i nostri oppressori: «Cantateci canti di Sion!». R/. Come cantare i canti del Signore in terra straniera? Se mi dimentico di te, Gerusalemme, si dimentichi di me la mia destra. R/. Mi si attacchi la lingua al palato se lascio cadere il tuo ricordo, se non innalzo Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia. R/. Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio Canto al Vangelo LODE A TE, O CRISTO, RE DI ETERNA Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito; * chiunque crede in lui ha la vita eterna. LODE A TE, O CRISTO, RE DI ETERNA GLORIA! C. Il Signore sia con voi A. E con il tuo spirito. C. Dal Vangelo secondo GIOVANNI A. Gloria a te o Signore VANGELO
In
quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la
Adeste 2018/7°- 11 verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Parola del Signore A. Lode a te, o Cristo. OMELIA ( seduti) CREDO Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. A. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI C. Ci rivolgiamo a Dio, ricco di misericordia, che ci ha salvati in Cristo suo Figlio, dimostrandoci il suo grande amore nella morte in croce. Preghiamo insieme e diciamo: Donaci, Signore, la tua salvezza. 1. Per la Chiesa di Dio: annunci sempre che unica salvezza del mondo è la croce di Cristo, preghiamo. 2. Per i preti, ministri della misericordia: perché il sacramento della riconciliazione sia per tutti i penitenti un'autentica esperienza di incontro con il Signore che salva, preghiamo. 3. Per i credenti di ogni religione: cerchino con sincerità la luce del bene e della verità, preghiamo. 4. Per i governanti del mondo: perché nelle scelte economiche tengano presenti i diritti delle classi sociali più deboli e più povere,
|
preghiamo. 5. Per gli esiliati, i profughi, gli stranieri: perché la lontananza dalla loro terra sia compensata dalla solidarietà e dall'accoglienza di quanti incontrano nei luoghi dove vivono, preghiamo. C. O Padre, guarda con amore i tuoi figli che attendono da te misericordia. Illumina il loro cuore A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi) SULLE OFFERTE C. Ti offriamo con gioia, Signore, questi doni per il sacrificio: aiutaci a celebrarlo con fede sincera e a offrirlo degnamente per la salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. RendiamograziealSignorenostroDio. A. E’ cosa buona e giusta È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo Signore nostro. Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia, purificati nello spirito, alla celebrazione della Pasqua, perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa, partecipino ai misteri della redenzione e raggiungano la pienezza della vita nuova in Cristo tuo Figlio. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, ai troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, proclamiamo con voce incessante l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo…... C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C. Obbedienti alla parola del
15
Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: PADRE NOSTRO Padre nostro, che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome venga il Tuo Regno sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen C. La pace del Signore sia sempre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE C. O Dio, che illumini ogni uomo che viene in questo mondo, fa' risplendere su di noi la luce del tuo volto, perché i nostri pensieri siano sempre conformi alla tua sapienza e possiamo amarti con cuore sincero. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: andate in pace. A. Rendiamo grazie a Dio
-
–
-
–
-
-