HAIRAKHANDI SHAKTI MALA
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T h e L o r d o f Wi s d o m Bhajans
J. AMBA V&M
HAIRAKHANDI SHAKTI MALA
FLOWERS OF DEVOTION the
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GANESH The Lord of Wisdom
J. A MBA V&M
HAIRAKHANDI SHAKTI MALA Collana a cura di Kalavati con Bhajans dedicati a Babaji a cura di Jai Datt F L O W E R S O F D E V O T I O N Series by Kalavati with Bhajans dedicated to Babaji edited by Jai Datt the
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T h e L o r d o f Wi s d o m Testi e Traduzioni a cura di Kalavati Saggio ed Esperienze di Kali A. Gabelli Grafica e Computergrafica di Kalavati Foto di Gianbarberis Illustrazioni dall’iconografia tradizionale Indiana
Compact Disc Stereo 60 min. D I G I TA L L I V E R E C O R D I N G at Guruji’s presence in India and Europe
Texts and Translations by Kalavati Essay and Experiences by Kali A. Gabelli Graphics & Computergraphics by Kalavati Photos by Gianbarberis Illustrations from traditional Indian iconography Bhajans by The Hairakhandi’s Post-Production: J. AMBA V&M STUDIO Direction & Sound Recording: Jai Datt Sound Engineer: Sergio Gribanovski
Edizione Digitale e-book ISBN 978-88-86340-53-3 © Copyright 2009
J. AMBA EDIZIONI Strada Battaglini, A 2 - 74015 Martina Franca TA, Italia - (+39) 333 4681236 http://www.j-amba.com e-mail:j.amba.edizioni@gmail.com commerciale@j-amba.com 2
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Le religioni sono portali di accesso ad InterHeartNet, il cuore-mente universale, e insieme sono software di gestione, ciascuna con i propri sistemi operativi. Nel sistema operativo Tantrico, ogni qualità individuale e ogni fase dell’evoluzione personale è riflesso di una serie di divinità, che tutte insieme formano l’Uno. L’individuo, come un personal computer, cliccando queste icone apre delle particolari vie di accesso all’Assoluto, il Senza Forma che tutto assomma e contiene, in uno scambio-gioco interattivo, che arricchisce sia il terminale che l’intera rete. Ganesh rappresenta proprio questa mente universale: cliccando la sua immagine si ha immediato accesso a tutte le informazioni, alle risposte, all’Assoluto in quanto tale o, se si preferisce, a un suo aspetto come forma o divinità particolare. Senza una relazione personale, un link, con Ganesh, si può dire che l’approccio al divino non va oltre i personali concetti limitati o le fantasie, piuttosto che essere vera adorazione. Ganesh, guardiano della porta di Dio, introduce al sistema centrale. Potente antivirus, egli purifica e semplifica la vita dei suoi devoti, se ne prende cura proteggendoli e districando il loro karma. Jai Datt
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Il nome Ganesh è composto da Gana, che indica tutti gli esseri esistenti, e Isha, Signore, per cui Ganesh è Signore di tutti gli esseri e della Creazione; Ganesh è il titolo dato al secondo figlio di Shiva, divenuto guardiano e signore della Creazione. Nella tradizione Induista e nei rituali Tantrici ogni adorazione comincia con un'invocazione a Ganesh. Divinità Hindu tra le più popolari, Ganesh viene propiziato per rimuovere gli ostacoli all'inizio di ogni impresa, come un viaggio, la costruzione di una casa, scrivere un libro e perfino una lettera. Ganesh è raffigurato come un uomo tozzo e panciuto, con quattro braccia e la testa di elefante con una sola zanna. Nelle mani tiene un'ascia, un lazo, a volte una conchiglia, mentre la quarta mano mostra un gesto di benedizione, o più spesso porge un laddu, un dolce di farina di ceci. I piccoli occhi brillano come gemme. Cavalca o è accompagnato da un topo, un demone che ha soggiogato e in seguito accettato come suo veicolo. Il topo è simbolo di vanità e impertinenza. Per la mente razionale l'aspetto di Ganesh non è attraente né accettabile. La testa di elefante e il corpo corto e grasso attirano i bambini, ma agli adulti egli appare ridicolo. Tuttavia non bisogna lasciarsi ingannare dall'aspetto grossolano, perché Ganesh è il patrono di coloro che hanno profondo giudizio e non si lasciano fuorviare dall'esteriorità. Chi non riesce a vedere il Divino in Ganesh rimane preda della mente razionale, A M A H 5
situata nell'emisfero sinistro del cervello, che rappresenta l'ostacolo maggiore sulla via dell'evoluzione spirituale. L'accettazione di Ganesh come forza divina calma la mente razionale e tutti i suoi dubbi, i nostri più grandi nemici. Con il semplice esercizio di invocare Ganesh, pregandolo, rendendogli omaggio e arrendendosi a lui, la mente razionale, assoggettata, è posta sotto controllo. È per questo che Ganesh viene adorato come il grande distruttore degli ostacoli. La fede crea una forza potente che trasforma l'energia che scorre verso il basso influenzandola verso l'alto e connettendoci con i centri di coscienza più elevati del nostro corpo. Il divino Ganesh è incrollabile; dà fermezza a chi medita su di lui e lo invoca all'inizio di ogni azione, mondana o spirituale. Egli governa la mente istintiva, sia degli umani che degli animali, e anche le forze della natura. Ganesh governa anche l'intelletto: per questo è chiamato il Signore delle Categorie. Come tale, organizza la mente intellettuale in modo che la coscienza possa fluire senza ostacoli nelle molte aree di sviluppo del pensiero. Come Signore degli Ostacoli, egli crea e rimuove ostacoli in modo che il karma si perfezioni sempre più man mano che il processo di raffinazione delle esperienze continua.
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Ganesh siede sul loto psichico del muladhara chakra, i gangli di nervi alla base della colonna vertebrale in ogni creatura, che governano il tempo, la materia e la memoria. L’adorazione di Ganesh rafforza la memoria, costruisce il carattere, porta la conoscenza dall’interno di sé e protegge dalle forze inferiori che risiedono nei chakra (centri energetici) meno noti al di sotto del muladhara, che governano la paura, la rabbia, la gelosia e il pensiero confuso incentrato sulla conservazione di sé. Il primo chakra al di sotto del muladhara governa lo stato di paura e di lussuria. Il secondo governa l’ira rabbiosa che proviene dalla disperazione o da minacce alla propria volontà. Il terzo inferiore governa gelosia, orgoglio e arroganza, che sono associati a sentimenti di inadeguatezza, inferiorità e impotenza. Le persone che vivono in questo stato di coscienza spesso negano l’esistenza di Dio. A questo livello l’unica pratica sicura è la japa, la ripetizione di mantra. Il quarto chakra governa la confusione prolungata e l’ostinazione istintiva, il desiderio di prendere piuttosto che dare. L’odio sorge qui. Il quinto chakra inferiore è proprio la dimora del crudele egoismo ad ogni costo, unico pensiero è "io e mio". Il sesto chakra inferiore è il regno dell’assenza di coscienza che porta al furto, alla frode e altre azioni disoneste. Il settimo e ultimo chakra inferiore governa la cattiveria senza coscienza attraverso vendetta, tortura e assassinio per il piacere di farlo, distruzione della proprietà, della mente e delle emozioni altrui. L’odio risiede qui. Raramente la 7
ragione raggiunge coloro che vivono in questo stato mentale. Gli aspiranti alla via spirituale e le persone di saggezza lavoreranno per chiudere questi chakra inferiori e il karma negativo che possono scatenare. Per mezzo dell’adorazione di Ganesh, che siede sul muladhara chakra, si può lentamente isolare questi stati mentali inferiori e mantenere la coscienza sollevata al di sopra degli istinti animali. Dovunque siano i suoi devoti, il Signore Ganesh è sempre lì. Si acquista intimo accesso semplicemente amando Ganesh e tenendo in mente la sua immagine robusta. Visualizza accuratamente la sua grande testa e le sue orecchie, la lunga proboscide, il corpo massiccio e la grande pancia, gli oggetti che tiene nelle mani. Guarda Ganesh negli occhi. Allenati a vederlo nella tua mente con gli occhi chiusi. Questa è la chiave. Tieni ferma la sua immagine nella mente con il potere della visualizzazione. Ora puoi parlargli. Pronuncia le parole mentalmente nel suo orecchio destro, lui sta ascoltando. Egli assorbirà la tua preghiera, le domande e i problemi nella sua vasta mente e lentamente le elaborerà. Noterai come lentamente e sottilmente influenzerà eventi e decisioni in modo invisibile. Le situazioni cambieranno, porte inattese si apriranno e le solite si chiuderanno mentre tu sarai sospinto attraverso la sua grazia verso il tuo inevitabile glorioso futuro. Il Signore Ganesh è immediato e tu hai immediato accesso a lui. Dovunque sei, qualunque cosa tu stia facendo, ricorda questo e come ricercatore sulla via dell’esperienza di vita esercita questa siddhi (potere spirituale). Farlo è tuo diritto. 8
Ganesh murti in Benares, India. 9
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I Purana offrono molte versioni della storia della nascita di Ganesh e dell’origine della sua testa di elefante. Una di esse racconta che venne formato da un unguento di pulizia che Pàrvati, la Madre Divina, stava togliendosi dal corpo e che conteneva un po’ del suo sporco. Un giorno, mentre stava per fare il bagno, Pàrvati notò l’assenza di uno dei guardiani dei suoi appartamenti. Prese un po’ di unguento, creò una forma di bambino e vi insufflò la forza vitale, il prana. Nominò il bambino suo guardiano, lo armò di uno scettro invincibile e lo istruì a vietare a chiunque l’accesso al suo palazzo privato. Il bambino seguì le istruzioni della madre e se ne stava fuori con lo scettro in mano. Intanto Shiva aveva deciso di far visita all’amata moglie e arrivato a palazzo tentò di entrare, ma il ragazzo gli sbarrò la strada. Shiva divenne furioso e minacciò il bambino, che rimase irremovibile. Solo con uno stratagemma tutti gli dei e i demoni, alleati del Signore Shiva, vinsero la sua resistenza. In preda alla rabbia, Shiva gli tagliò di netto la testa con il tridente (in un’altra versione è Vishnu a tagliargli la testa). Quando la Madre Divina apprese l’accaduto divenne triste e chiese a Shiva di riportare in vita il ragazzo. Brahma confortava Pàrvati mentre Shiva andava alla ricerca della testa di un bambino da fissare sul corpo del ragazzo. Era notte, tutte le madri dormivano in un abbraccio profondo con i propri figli, cosicché Shiva non poteva tagliare nessuna testa. 10
Improvvisamente, scorgendo un cucciolo di elefante che dormiva accanto alla madre, schiena contro schiena, intravide l’opportunità. Shiva tagliò la testa al cucciolo di elefante, la fissò al corpo del ragazzo e lo riportò in vita. 11
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Molte altre storie raccontano la nascita di Ganesh, ma a tutte è comune il fatto che Ganesh è una creazione della Forza Divina, che sia Shiva o Shakti. Egli viene creato come guardiano della porta del palazzo della Madre Divina, vale a dire che solo attraverso il suo permesso si può accedere alla Divinità. Egli è Signore della Saggezza e della Prudenza. Illuminante è la storia di come divenne patrono di tutti i Gana, gruppo di semidei al seguito di Shiva, assumendo il titolo di Ganesh, o Ganapati, Signore dei Gana. Un tempo il Signore Shiva era l’unico guardiano degli dei, degli esseri celesti, degli umani, dei demoni, dei fantasmi, degli spiriti e di tutti gli altri esseri viventi. Ma poiché era costantemente in un profondo stato di Samadhi, o meditazione estatica, gli dei e gli altri esseri trovavano molto difficile comunicare con lui. Ogni volta che i gana avevano dei problemi dovevano cantare per ore inni e preghiere per riportare Shiva alla normale coscienza. Essi avvertivano la necessità di avere qualcun altro come loro patrono, qualcuno che fosse sempre disponibile al momento del bisogno, che regolasse le dispute e desse loro sicurezza quando si sentivano minacciati. I gana si rivolsero a Brahma, che non fu capace di risolvere il loro problema e chiese aiuto a Vishnu per convincere Shiva a nominare un nuovo Ganapati. Vishnu suggerì ai gana di scegliersi come guardiano uno dei figli di Shiva: Kartikeya, noto anche come Subramaniyam, o Lambodar, il panciuto Ganesh. Per capire chi dei due sarebbe stato degno di assumere 12
il titolo di Ganesh, gli dei e gli esseri celesti decisero di farli gareggiare. Stabilirono un compito per i fratelli, il giorno, l’ora e il luogo della gara. Il giorno stabilito, presenti Shiva e la Madre Pàrvati, che occupavano i posti centrali, tutti vennero a vedere la gara. Fu nominato giudice Vishnu, che annunciò al pubblico e ai fratelli in che cosa consisteva la gara: girando intorno all’universo esistente sarebbero dovuti tornare il più presto possibile al punto di partenza. Il primo a tornare sarebbe stato nominato Ganesh, patrono di tutti i gana. Ascoltati i termini e le condizioni dell’impresa, Kartikeya volò nello spazio sul suo veloce pavone per viaggiare nell’universo il più rapidamente possibile. Ganesh, seduto sul suo topo, non si muoveva. Vishnu, vedendo che Ganesh non faceva alcuno sforzo, lo invitò a sbrigarsi. All’insistenza di Vishnu, Ganesh sorrise, prima rese omaggio al padre e alla madre, poi agli altri dei ed esseri celesti, quindi partì col topo. Gli dei e gli esseri celesti si stupirono nel vedere che invece di dirigersi nello spazio, Ganesh semplicemente corse intorno a Shiva e a Pàrvati, che rappresenta la Prakriti primordiale, ossia la causa di tutti i fenomeni esistenti. Girato intorno a Shiva e Shakti, Ganesh tornò al punto di partenza, si inchinò ai genitori e dichiarò: “Ho compiuto la mia impresa, ho girato intorno a tutto l’universo”. “Non è vero ! - esclamarono gli dei e gli esseri celesti - non sei andato da nessuna parte. Tu sei pigro”. Ganesh rimase in piedi davanti a Vishnu e con le mani giunte disse: “Io so che tu capisci quello che ho fatto, ma spiegherò per farlo capire 13
a tutti: ho completato l’impresa di girare intorno all’universo, perché questo mondo fenomenico di nomi e forme non è che espressione e manifestazione della Madre Divina e del mio Divino Padre. Essi sono la sorgente di tutto ciò che esiste. Io ho girato intorno alla sorgente che è la Verità, l’essenza dell’esistenza e di tutti i fenomeni. So che questo mondo fenomenico è un oceano di esistenza relativa, che è illusoria, e non ha senso lasciarsi dietro la Verità per correre intorno all’illusione. Mio fratello è ancora impegnato a girare intorno al mondo illusorio dell’esistenza relativa. Quando raggiungerà la Verità, giungerà alla stessa Verità, l’unica: che tutto il resto è illusione, compresi me e voi”. Questa affermazione accese una scintilla di vera comprensione in tutti i gana, che si stupirono e si deliziarono per tanta saggezza. Applaudendo il suo fine giudizio e l’illuminante esibizione, accettarono il panciuto Ganesh dall’aspetto grossolano come loro patrono. Con la sua esibizione Ganesh ha mostrato che l’universo non è che un’estensione della Verità. La Verità è la sorgente e il mondo fenomenico maya, illusione. Kartikeya realizzò di essere stato ingannato dalla maya, perché la sua corsa intorno ai fenomeni sempre in cambiamento era vana e si era stancato per niente, per un miraggio. Kartikeya si era comportato come tutti gli altri mortali, che considerano realtà il mondo dei nomi e delle forme, rimanendo intrappolati nella maya. Egli accettò la sua sconfitta e il titolo di Ganesh fu dato a colui la cui saggezza va al di là dell’esistenza materiale, il cui approccio è reale, preciso e accurato. Vishnu annunciò che d’allora in poi i gana avrebbero propiziato Ganesh all’inizio di ogni impresa. 14
Chi ricorda e prega Ganesh non avrà ostacoli sulla sua strada: il suo cammino diverrà agevole e porterà a termine il proprio lavoro con facilità. Egli è il supremo Signore del Dharma, da invocare per la corretta guida della direzione della nostra vita. 15
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Ganesh è considerato sposo di Lakshmi, dea del Benessere, e di Saraswati, dea della Conoscenza, a significare che egli è campione nel realizzare le imprese mondane, avidya, e contemporaneamente maestro di Conoscenza, Vidya. Nella sua caratterizzazione Ganapati rappresenta un uomo di perfetta saggezza e un conoscitore dei Veda pienamente realizzato. Nonostante il suo aspetto assurdo e ridicolo, Ganesh è quanto di meglio sia stato prodotto nelle sacre scritture Vediche. Per uno studioso dei Veda sul sentiero della Conoscenza è fondamentale avere una grande testa per capire e recepire la logica del pensiero vedico. La verità vedica può essere compresa soltanto attraverso l’ascolto dell’insegnamento di un maestro, perciò l’apprendimento attraverso l’ascolto è fondamentale per il nuovo iniziato. Ganesh ha orecchie larghe per rappresentare il costante e intelligente ascolto del maestro. Dopo l’ascolto delle verità contenute nelle Upanishad, il ricercatore deve riflettere indipendentemente su ciò che ha sentito, quindi necessita di una intelligenza sensibile accompagnata da un’ampia disponibilità a scoprire in se stesso la sufficiente duttilità per amare tutti gli esseri viventi dell’universo. Il suo intelletto deve essere talmente profondo e vasto da abbracciare nella sua visione l’intero mondo della pluralità. Non solo egli deve inglobare nella sua visione il cosmo, ma dovrà anche essere dotato di un sottile potere di discriminazione per distinguere il mutevole e l’imperituro, la sovrastruttura e l’eterna, immutabile, L a k s h m i
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onnipervadente Coscienza: lo Spirito. Ciò è possibile soltanto quando il ricercatore ha coltivato in se stesso questo potere fino alla perfezione. La proboscide, strumento che può tanto sdradicare un albero quanto raccogliere una briciola da terra, denota una peculiare efficienza e indica tutto ciò che l’uomo ha realizzato, ma anche la sua ingenuità, nel campo della meccanica e della ricerca scientifica. L’elefante con la proboscide può sollevare o spingere ingenti pesi, ma per un’incredibile sensibilità può usarla anche per staccare un filo d’erba. Uno strumento meccanico non potrà mai raggiungere questa capacità di adattamento. Una perfetta facoltà di discriminazione al servizio di un intelletto evoluto dovrebbe essere come la proboscide dell’elefante, idonea a risolvere grossi problemi nel mondo esterno, ma contemporaneamente efficiente nel regno sottile e profondo dell’interiorità. La nostra facoltà di discriminazione funziona quando dobbiamo discriminare tra due fattori, rappresentati dalle zanne dell’elefante, in mezzo alle quali si allunga la proboscide; discriminare tra bene e male, giusto e sbagliato, tra tutte le dualità che la vita c’impone di giudicare per scegliere. Ganesh è rappresentato con una sola zanna, perché ha perso l’altra in una lite con Parashurama, grande discepolo di Shiva. La zanna rotta sta a significare che il vero ricercatore spirituale è andato oltre le coppie di opposti, ossia oltre la dualità. Ganesh ha una grande bocca ma un appetito ancora più grande. Quando curò la vanità di Kubera, che grazie alla ricchezza era diventato il tesoriere degli dei, Kubera offrì un pranzo nel suo palazzo; Ganesh 18
mangiò il cibo preparato per tutti gli ospiti, dopo di che cominciò a divorare gli utensili e poi le decorazioni, non sentendosi mai sodisfatto. Allora suo padre Shiva gli si avvicinò e gli dette una manciata di riso soffiato. Vinayaka, mangiatolo, finalmente si sentì sazio. Questa storia, narrata nei Purana, chiarisce che l’uomo alla ricerca della Perfezione ha un appetito insaziabile per la vita. Per chi vive nella Coscienza, qualsiasi esperienza buona o cattiva è soltanto il gioco dell’ Infinito attraverso di lui. Solo Shiva, Maestro universale, può sodisfare l’appetito di un sincero ricercatore, dandogli un pugno di riso passato attraverso il Fuoco della Conoscenza. Il grosso addome di Ganesh indica ai ricercatori spirituali la capacità di digerire pacificamente tutte le esperienze della vita, siano esse fauste o infauste. Nel simbolismo dei Purana ha un significato anche il fatto che un tale Maestro sieda con un solo piede poggiato a terra. Abitualmente ci muoviamo nel mondo attraverso corridoi formati dalle nostre esperienze e lo facciamo con i piedi, in un senso più sottile con la mente e l’intelletto. Colui che ha raggiunto la pace interiore ha soggiogato la mente: fondendola con l’intelletto la pone al suo completo servizio. Ai piedi di così grande Yoghi saranno gli infiniti doni della vita, le gioie dell’esistenza fisica; perfino le forze cosmiche saranno disponibili a ubbidirgli. Nelle raffigurazioni di Vinayaka spesso si trova un topo seduto in mezzo a del cibo bello e fragrante, ma a guardare bene si scoprirà che il topo ha lo sguardo fisso su Ganesh, a indicare che non osa toccare 19
niente fino a un suo ordine. Un topo, anche se solitario e piccolo, rodendo con i denti aguzzi può procurare ingenti danni nel granaio. In ogni personalità c’è un topo che può divorare una montagna di meriti: è il potere del desiderio. L’aspirante ricercatore ha così profondamente lavorato sul possesso e sul godimento da avere annullato in se stesso il potere del desiderio, fino ad aderire in perfetta obbedienza alla volontà del Maestro. Tuttavia quando il Maestro vuole giocare la sua parte cavalca il topo, vale a dire che manifesta il suo desiderio di servire il mondo perché divenga il suo veicolo per muoversi e agire. Nei Purana si racconta che una volta Ganesh, cavalcando il topo, cadde in modo così ridicolo che la Luna scoppiò a ridere. Il dio panciuto guardò la Luna e proferì una maledizione su chiunque l’avesse guardata nella ricorrenza di quel giorno, che da allora è denominato Vinayaka Chathurthi. Questo avvenimento simbolicamente adombra il fatto che ogni ricercatore spirituale o profeta incorrerà nel pericolo di essere deriso dai cervelloni mondani - la Luna è la divinità che presiede all’intelletto - quando cavalcherà il proprio desiderio di servire e cioé cavalcare il topo, veicolo apparentemente insignificante. Il dio degli ostacoli, il Signore Vighneshwara, ha quattro braccia che indicano altrettanti equipaggiamenti interiori. In una mano ha un lazo, in un’altra un’ascia. Con l’ascia recide l’attaccamento dei devoti al mondo della molteplicità; con il lazo li porta sempre più vicino alla Verità e da ultimo li lega strettamente al compito più alto. Nella terza mano mostra un dolce, come dire che si preoccupa che i devoti fruiscano 21
delle gioie della sadhana (disciplina spirituale); con la quarta mano li benedice e li protegge da tutti gli ostacoli sul cammino spirituale alla ricerca del divino. Sulla via spirituale tutti gli ostacoli sono creati dal mondo soggettivo e oggettivo del ricercatore stesso. I suoi ostacoli sono: l’attaccamento al mondo degli oggetti, le emozioni e i pensieri. Vighneshwara li taglia via con l’ascia e con il lazo, che tiene nella mano sinistra, lega il discepolo a un piano di coscienza più elevato, ma non trascura di coinvolgerlo attraverso esperienze sottili. Inoltre gli concede progressi sempre più grandi, fino a che il discepolo non diventa egli stesso Signore degli ostacoli, cioé Vighneshwara. Le pitture mistiche in cui è ritratto Ganesh si rivolgono all’immaginazione artistica del ricercatore sensibile; non rappresentano attraverso tanti simbolismi divinità diverse, ma ritraggono la Verità che le sostanzia. Il discepolo, per entrare nell’incantato mondo mistico, deve avere la delicata sensibilità di un poeta, la mente lucida di uno scienziato e il cuore morbido di un amante. Si riporta dai Purana un’altra versione della nascita di Ganesh, interessante per comprenderne la complessa simbologia. “In paradiso gli dei erano disperati. Tutti i loro benefici poteri erano compromessi da ostacoli di ogni tipo creati dai demoni, che sembravano avere spesso successo nella loro attività sacrilega. Gli dei riuniti invocarono l’onnipotente Shiva. Brihaspati, loro precettore, parlò a nome di tutti: ‘O Benevolente! Tu sei così gentile e grande da realizzare perfino i desideri e le richieste dei demoni. Ora gli dei sono in grande imbarazzo 22
per le azioni sacrileghe concepite dalla mente diabolica dei loro cugini’. La leggenda infatti attribuisce la nascita degli dei e dei demoni allo stesso padre, Kasyapa Prajapati, che aveva due mogli: Aditi e Diti. Da Aditi, la natura non duale, nacquero i figli positivi ed evoluti, gli dei; da Diti, la natura duale, nacquero i demoni, simbolicamente il negativo e la dispersione. ‘Ora noi ti preghiamo di farci grazia - continuò Brihaspati ostacolando i diabolici piani dei demoni’. Shiva rispose: ‘Così sia’! e mentre guardava la divina consorte Uma dinanzi a loro apparve la forma scintillante di un bambino dalla testa di elefante, con un tridente in una mano e nell’altra un lazo. L’apparizione del bambino colmò di gioia e di serenità i cuori degli dei, che, prostratisi ai piedi di Uma, adornarono il fanciullo con bellissime vesti, mentre Shiva iniziava le cerimonie rituali per la nascita di un bambino. Quindi Shiva prese il fanciullo sulle ginocchia, lo abbracciò e gli disse: ‘Tu ti sei incarnato per adempiere i desideri degli dei distruggendo i demoni dalla mente diabolica. Dovunque si organizzi una Yajña, (offerta al fuoco sacro), tu non preoccuparti soltanto dei riti, ma fa’ in modo che i loro sforzi conseguano dei risultati. Chi vuole propiziarsi Me, o uno degli aspetti del mio potere, come Vishnu, Brahma o Indra, e vuole che i suoi desideri siano soddisfatti, dovrà innanzi tutto invocare la tua grazia e offrirti la sua adorazione all’inizio di ogni impresa. Chi adorerà gli altri dei senza prima invocare la tua benedizione è destinato a fallire nei suoi sforzi’. 23
Il divino fanciullo Bala Ganapati, creati i Vighna Ganas, schiera di ostacoli in forma di servitori, si prostrò con essi ai piedi di Shiva e occupò il suo posto a lato del padre”. Gli dei e i demoni esistono nella nostra mente e sono sempre in competizione. Essi traggono forza e vitalità da noi stessi, dal peso che gli attribuiamo sul piano mentale o fisico. Quando siamo concentrati sul mondo oggettivo, percepito come separato da noi, e vogliamo dominarlo e trarne vantaggio per il piacere e per la soddifazione dei nostri bisogni di base, diamo adito alla mente di costruirsi uno stato di dualità, Diti, ossia di generare una schiera di demoni. La mente dualistica ci fa credere che il mondo sia da una parte e noi dall’altra, e che il mondo sia da soggiogare per trarne il massimo dei vantaggi. Non c’importa di ciò che accade e pretendiamo la nostra parte non ponendoci alcun limite. Per realizzare questo scopo siamo pronti a tutto e a propiziarci qualunque dio. Questo è tipico di una natura diabolica. D’altro lato, quando comprendiamo che siamo parte integrante del mondo e sviluppiamo la sensibilità fino a sentire il dolore del prossimo, fino a sacrificarci volontariamente per il bene degli altri, allora generiamo nella nostra mente uno stato di non-dualità, Aditi, ossia una schiera di Deva, angeli di bellezza e perfezione, di tolleranza e amore.
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Dall’esperienza di Kali Ero in un villaggio sulla costa occidentale di Shri Lanka, a trenta kilometri da Colombo. Attendevo che finisse lo sciopero degli aerei per raggiungere Trivandrum nel sud dell’India. La mattina meditavo un po’, quindi trascorrevo qualche ora sulla spiaggia, ma non mi distraevo mai dalla mia condizione interiore di contemplazione di un Divino vuoto e sentivo una sottile compagnia che non finiva di meravigliarmi e di rendermi felice. Mi sorprendevo a pensare: che cosa facevo prima? A Colombo un tassista mi aveva accompagnata in un tempio dove c’era una grande statua di Ganesh, alla quale la gente in fila si prostrava e offriva un cocco, spaccandolo con un sol colpo sul pavimento di pietra. Ganesh, mezzo elefante mezzo uomo, mi affascinava per il sentimento che vedevo riflesso nei volti degli uomini e delle donne, che si affollavano intorno a lui. Adoravano con semplicità e naturalezza un mostro! e li guardavo ammirata per quella capacità sottile di entrare nei simboli guadagnando immediatamente una profonda comunicazione con il Sé. Ruppi anch’io un cocco ai piedi di Ganesh, al Signore degli ostacoli, e mi sentii sodisfatta mentre gli dicevo interiormente: “Signore Ganesh ti prego togli gli ostacoli dalla mia strada”. Il tassista, induista, mi raccontò che sua moglie era buddhista e avevano due figli piccoli, uno avviato dalla madre al Buddhismo, l’altro iniziato da lui all’Induismo. 25
Ecco un esempio - pensai - della trasformazione degli ostacoli. In Occidente sarebbe stato un bel problema! Una sera al villaggio sentii forte la necessità di pregare collettivamente e andai al tempio grande, che in quel periodo aveva la facciata ricoperta di canne di bambù e teli per delle riparazioni, non si vedeva a chi fosse dedicato. In fondo alla seconda navata, tradizionalmente stretta quasi come un corridoio, torreggiava nero e alto un Ganesh di ebano. Sorrisi mentre lo guardavo recependone un messaggio di forza e di distacco che mi convinsero subito a rispettare la distanza: rimasi all’inizio della prima navata quasi circolare. Mi sedetti per terra in un gruppo di donne e bambini. Cantavano dei bhajans del nord India che conoscevo, che sorpresa! mi unii al canto mentre le donne mi osservavano approvando. Fervevano dei preparativi organizzati da uomini incollanati sul torace nudo e neri nei longhi lunghi fino alle caviglie, le rudraksha e i teschi dicevano chiaramente che si trattava di devoti black. Un pellegrinaggio! e sorpresa delle sorprese di black! mi ricordai subito che nulla è casuale. L’iter tracciato dal mio primo maestro tantrico e nero mi conduceva inaspettatamente a un incontro con i tantrici. Il tempio intanto si affollava sempre di più; uomini e donne vestiti a festa irrompevano nella navata e lo spazio per noi seduti si assottigliava. Inizia la grande puja: chili di zucchero bianco vengono versati sul nero Ganesh, poi il latte, lo yogurt, il miele... ero ammirata per la munificenza dei doni, per l’atteggiamento interiore degli offerenti, per 26
la cura umana e tenera intorno alla statua di Ganesh. Lo guardo. Il Signore degli ostacoli emerge nero e lucido dall’ultimo bagno di latte, gli chiedo: “Sei così potente”? Improvvisamente mi sento sollevare da terra, annaspo, con i piedi cerco il contatto con il pavimento, mi sento sbilanciata... ma nessuno mi solleva... è il mio corpo... fa tutto da solo... è Lui! lo guardo sbigottita, non è possibile... comincio a preoccuparmi... se ricado vado sui bambini, “non farmi ricadere sui bambini”! cado e sono su una bambina esile che quasi seppellisco. Sono mortificata, la bambina emerge da sotto il sari, si massaggia il collo, quasi piange. La conforto, la tocco per accertarmi che veramente non le abbia rotto le ossa. In fondo alla navata Ganesh nero mi sembra ridere... sono arrabbiatissima e gli dico: “Hai esagerato”! Kali
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Religions are the search engines of InterHeartNet, the universal heartmind system, and are also softwares, each with their own operating system. In the Tantric operating system, every individual quality and every stage of personal evolution is a reflection of a series of deities, who all together form the One. The individual, like a PC, by clicking these images opens specific gateways to the Absolute, the Formless One, who sums up and contains everything, in an interactive gameexchange that enriches both the terminal and the whole net. Ganesh represents just this universal mind: clicking on his image you’ll have immediate access to all information, to the answers, to the Absolute or, if you prefer, to one of its manifold aspects as a peculiar form or deity. Without a personal relation, a link with Ganesh, you may say that the approach to the Divine does not go beyond the limited personal concepts or fantasy, rather than realising true devotion. Ganesh, guardian of God’s door, introduces the spiritual seeker to the central system; powerful antivirus, he purifies and simplifies his devotees’ life, takes care of them, protects them and extricates their karma.
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The name Ganesh is a combination of two words, Gana and Isha. Gana means all existing beings in names and forms, and Isha means Lord. Thus Ganesh is the Lord of all existing beings, that is, of the creation. Ganesh is a title given to the second son of Shiva for becoming the guardian or lord of all creation. All Tantric and spiritual worship in the Hindu tradition begins with an invocation of Ganesh. One of the most popular Hindu deities, he is propitiated as the remover of obstacles at the beginning of every undertaking, such as a journey, building a house, or writing a book or even a letter. Ganesh is pictured as a short, pot-bellied figure with four arms and the head of an elephant bearing a single tusk. In three of his hands he holds a hatchet, a lasso and sometimes a conch. Sometimes the fourth hand is shown in a gesture of granting boons, but more often it holds a laddu, a sweet ball made of chick-pea flour. His small eyes shine like jewels. He rides or is accompanied by a rat, who once was a demon whom Ganesh subjugated and then accepted as his vehicle. This demon symbolizes vanity and impertinence. Ganesha’s outer form may not be very attractive or acceptable to the rational mind. His animal head and short, fat body attract children, but for those who think of themselves as grown up, he appears laughable. It is foolish, however, to let oneself be put off by Ganesha’s coarse appearance, for he is the patron of people of fine judgement who are not 30
misled by outward appearances. Those who cannot see the Divine in Ganesh become a prey to the rational mind (the left hemisphere of the brain), which represents the greatest obstacle on the path of spiritual evolution. Acceptance of Ganesh as the Divine Force stills the rational mind and all of its doubts, which are our greatest enemy. By the simple exercise of invoking Ganesh, by praying, paying homage and surrendering to him, the rational mind is subdued and brought under control. That is why Ganesh is worshipped as the great obstacle remover. Faith creates a powerful force, turning the ever-flowing downward energy into upward-flowing energy, and connecting us with the higher centers existing in our own body. The divine Ganesh is unshakable. He provides firmness to those who meditate upon him and invoke him at the beginning of all undertakings, wordly or spiritual. He governs our instinctive mind and the instinctive mind of all the animals, as well as the forces of nature. He governs also the higher intellectual mind: he organizes and clears the intellectual mind so that individual awareness can flow unhindered in the many areas of developing thought. That’s why he is called the Lord of Categories. As the Lord of Obstacles he creates and removes obstacles, so that karma becomes more and more perfect as the refinement process of living through the experiences of life continues.
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Ganesh sits on the psychic lotus of the muladhara chakra, the ganglia of nerves at the base of the spine within every creature, that governs time, matter and memory. The worship of Ganesh strenghtens your memory, builds character, brings knowledge from the within and protects from the lower forces residing in the less known chakras below the muladhara, which govern fear, anger, jealousy and the confused thinking centered around self preservation. The first chakra below the muladhara governs the state of fear and lust. The chakra below governs raging anger coming from despair or from threats to one’s self-will. The third chakra below governs jealousy, pride and arrogance, which are associated with feelings of inadequacy, inferiority and helplessness. People living in this state of consciousness often deny the existence of God. At this level the only safe practice is japa, the repetition of mantras. The fourth chakra governs prolonged confusion and instinctive wilfulness, the desire to get rather than to give. Hatred arises here. The fifth chakra below is the very home of the cruel selfishness at any cost, the only thought is "I and mine". The sixth chakra below is the realm of absence of conscience which brings about theft, fraud and other dishonest deeds. The seventh and last chakra below governs malice without conscience expressed through revenge, torture and murder for the sake of it, destruction of other’s property, mind, emotion. Hatred abides here. Reason seldom reaches those who 32
live in this state of mind. Spiritual aspirants and people of wisdom will work to close off these lower chakras and the negative karma they can unleash. By worship of Ganesh, seated upon the muladhara chakra, you can slowly seal off these lower states of mind and keep awareness lifted above the animal instincts. Wherever his devotees are, Lord Ganesh is ever there. Intimate access is acquired by simply loving Ganesh and holding his robust image in your mind. Carefully visualize his large head and ears, his long trunk, his massive body and big belly, the objects he holds in his many hands. Look into Ganesha’s eyes. Train yourself to see him within your mind with your eyes closed. This is the key. Hold his form steady in your mind through the power of visualization. Now you can talk to him. Pronounce the words mentally into his right ear, he is listening. He will take your prayer, questions and problems into his vast mind and slowly work them out. You will notice how he will influence events and decisions slowly and subtly in unseen ways. Situations will change, unexpected doors will open and accustomed ones will close as you are propelled through his grace towards your inevitable glorious future. Lord Ganesh is immediate and you have immediate access to him. Wherever you are and whatever you are doing, remember this and, as a seeker on the path through life’s experience, exercise this siddhi (spiritual power). It is your right to do so.
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The Puranas offer many versions of the story of Ganesha’s birth and the origin of his elephant head. One story tells he was formed from a cleansing unguent that Pàrvati, the Divine Mother, had removed from her body and that contained some of the dirt of her body. It is said that one day, as Parvati was about to take a bath, she found that the guardian of her quarters was absent. She took some unguent, created a babylike form from it, and breathed into it the vital life force. This child she appointed as her guardian, arming him with an invincible scepter and instructing him not to allow anybody into her private palace. The baby guardian followed all that his mother and mistress told him, and stood outside with the scepter in his hand. Exactly at that time Lord Shiva decided to visit his beloved wife Parvati, and came seeking admittance to her palace. Barred from entering by the little boy guardian, Shiva became furious and threatened the boy - but the boy was unshakable, and it was only by ruse that all the demons and gods together, in league with Lord Shiva, overcame his resistance. In his rage, Lord Shiva chopped off the boy’s head with his trident. (In another version of the story, it is Lord Vishnu who chops off the boy’s head.) When the Divine Mother learned what had happened, she became sad and asked Shiva to bring the child back to life. Brahma conforted Parvati, and Lord Shiva went in search of the head of a child 35
that he could fix on the body of the boy. It was night, and all mothers were asleep with their children in a deep embrace, so that Shiva was unable to chop off any head. Suddenly he saw a baby elephant sleeping beside his mother, back to back, and seized the opportunity. Shiva thus took the head of the baby elephant, fixed it on the body of the boy guardian, and brought him back to life.
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There are many other stories about the birth of Ganesh, but all the stories point to one thing: that Ganesh is a creation of the Divine Force, be it Shiva or Shakti. He is created to be a guardian or doorkeeper of the palace of the Divine Mother. He is the god of wisdom and prudence. A very interesting and eye-opening story explains how this god became the patron of all ganas and assumed his title of Ganesh. Once upon a time Shiva was the only guardian of the gods, subgods, humans, demons, ghosts, spirits, and all other existing beings. But Shiva was always in a blissful state of samadhi; for this reason the communication with him was very difficult for the gods and other beings. Thus, whenever the ganas were in trouble, they had to spend hours chanting hymns and praying to bring Lord Shiva back to normal consciousness. They felt the necessity of having somebody else as their patron, someone who would be always available to them at the time of need, to settle their disputes and provide them with security whenever they felt threatened. The ganas approached Brahma with their problem, but he was unable to solve it, so he sought the help of Vishnu to persuade Lord Shiva to appoint a new Ganapati, leader of the ganas. Lord Vishnu suggested that the ganas select either of the two sons of Lord Shiva: Kartikeya, also known as Subramaniyam, or Lambodar, the pot-bellied Ganesh. In order to find out who of the two sons would be worthy of assuming the title of Ganesh, the gods and 37
subgods decided to hold a contest between the two. They set a task for both the brothers. A day, time, and site for holding the contest were decided. On the appointed day, everybody came to watch the contest. Vishnu was appointed judge, and Lord Shiva and the Divine Mother Parvati were present, occupying the central seats. At the appointed time Vishnu announced the task to the audience and to the two brothers: they had to go all around the existing universe and come back to the starting point as soon as possible. The one who came back first would be appointed Ganesh, the patron of all ganas. After hearing the terms and conditions of the task, Kartikeya took his fast-flying peacock and flew off in the space so as to travel the universe as quickly as possible. Meanwhile Ganesh remained seated on his rat and did not move. Lord Vishnu, seeing Ganesh making no effort, urged him to hurry up. At Vishnu’s constant insistence that he join the contest, Ganesh smiled and paid his homage first to his father and mother, then to the other gods and subgods, and finally took off on his rat. All the gods and subgods were astonished when they saw that instead of heading for the outer space, Ganesh simply rode around Shiva and Parvati, his mother, who represents the primordial Prakriti, the cause of all existing phenomena. After thus circling Shiva and Shakti, Ganesh came back to his starting point, bowed down to his parents, and declared: “I have completed my task. I have gone all around the universe”. “It is not true”! the gods and subgods exclaimed. 38
“You did not go anywhere. You are lazy”. Ganesh stood before Lord Vishnu with folded hands and said: “I know You understand what I have done, but to make everybody understand I will say this: I have completed my task of going all around the universe, because this phenomenal world of names and forms is but an expression and manifestation of the Divine Mother and my Divine Father. They are the source of all that exists. I have gone around the source, which is the Truth, the essence of all existence, all phenomena. I know this phenomenal world is an ocean of relative existence, that is illusory, and it makes no sense to leave the Truth behind and go all around the illusion. My brother is still busy going around the illusory world of relative existence. When he reaches the Truth, he will also reach the same Truth, which is the only Truth - all else is illusion, including me and you”. This statement ignited a spark of true understanding in all the ganas, who were astonished and delighted at its wisdom. Applauding his refined judgement and enlightening performance, they accepted the coarse-looking, pot-bellied Ganesh as their patron. Ganesh by his performance showed that the universe is but an extension of the Truth. Truth is the source. The phenomenal world is maya, illusion. Kartikeya realized that he had been fooled by maya, for all his running around the ever-changing phenomena was in vain, and he had exhausted himself for nothing - for a mirage. Kartikeya had behaved like all other mortals who look at the world of names and forms 39
as reality and so get trapped by maya. He accepted his defeat, and the title of Ganesh was given to the one whose wisdom goes beyond material existence, whose approach is real, precise and accurate. Lord Vishnu also announced that from now on all ganas will propitiate Ganesh at the beginning of every undertaking. Those who remember him first and propitiate him will have no obstacles on their way: their path will become easy, and they will accomplish their work without difficulties. He is the supreme Lord of Dharma to invoke for the right guide of the direction of our life.
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Ganesh is considered consort of Lakshmi, goddess of Prosperity, and of Saraswati, goddess of Knowledge, that means that He is a champion in realising worldly undertakings, avidya, and at the same time master of Knowledge, Vidya. In his characterisation, Ganapati represents a man of perfect wisdom and a knower of Vedas fully realised. In spite of his absurd and derisible look, Ganesh is the best product in the Vedic Scriptures. For a scholar of the Vedas on the path of Knowledge, having a big head is essential to understand and accept the logic of Vedic thought. The Vedic truth can be understood only through the listening of the teaching of a master; for this reason the learning through listening is basic for the new initiate. Ganesh has large ears, which represent the constant and intelligent listening to the master. After the listening of the truth of the Upanishads, the seeker must meditate on his own upon what he has listened, so he needs a sensible intelligence accompanied by the willingness to find in himself enough flexibility to love all living beings in the universe. His intellect must be so deep and vast to embrace the cosmos in his vision, but must have also a subtle discriminating power to discern the changeable and the imperishable, the trappings and the eternal, unchangeable, allpervading Consciousness: the Spirit. This is possible only when the seeker has cultivated in himself this power up to perfection. 42
The trunk is an instrument that can both eradicate a tree and pick up a crumb from the ground. It reveals a peculiar efficiency and shows all that has been realised in mechanics and in science. The elephant can lift or push heavy burdens by its trunk, and by its incredible sensitivity can pick up a blade of grass. A mechanic instrument could never reach this capacity of adjustment. A perfect discrimination at the service of an evolved intellect should be like the trunk of an elephant, ready to solve big problems in the outer world and at the same time efficient in the subtle and deep inner reign. Our discrimination power works when we have to discern between two factors, represented by the two tusks of the elephant with the trunk in between, good and evil, right and wrong, all the duality that life forces us to judge and choose. Ganesh is depicted with one tusk only, because he has lost the other one in a fight against Parashurama, a great disciple of Shiva. The broken tusk means that the sincere spiritual seeker has gone beyond the pair of opposites, beyond duality. Ganesh has a big mouth and even a bigger appetite. When he cured the vanity of Kubera, who thanks to wealth became the treasurer of the gods, Kubera offered a dinner party in his palace. Ganesh ate the food prepared for the guests, then began to devour the tools, then even decorations, never feeling satisfied. His father Shiva went to him and gave him a handful of rice. Vinayaka ate it and so was satisfied. This story narrated in the Puranas makes clear that the one 43
who seeks for perfection has an insatiable appetite for life. For the one living in Consciousness, any experience, good or evil, is only the play of the Infinite through him. Only Shiva, the universal teacher, can satisfy the appetite of the sincere aspirant, giving him a handful of rice passed through the fire of Knowledge. The big belly of Ganesh shows to the spiritual aspirants the capacity of digesting in peace all the experiences of life, be they auspicious or not. In the Puranic symbolism, the fact that such a master is sitting with only one foot on the ground has also a meaning. Usually we move in this world through corridors formed by our experiences; we do this by our feet, that in subtler sense are our mind and intellect. The one who has reached inner peace has dominated his mind and by fusing it with his intellect, he puts it at his full service. At the feet of such a great Yogi, there will be the infinite gifts of life: the joy of physical existence and even the cosmic forces will be available to obey him. In the portraits of Vinayaka, a mouse is often found sitting close to good and fragrant food, but an attentive glance will find out that the mouse is staring fixedly at Ganesh, not daring to touch anything without his order. A mouse, even if little and solitary, gnawing by its sharp teeth can provoke big damage in the granary. In every personality, there is a mouse that can devour a mount of merits: it is the power of desire. The aspirant has worked so deeply on his sense of possess and enjoyment to cancel in himself the power of desire paying perfect obeisance to the will of the Master. When the Master wants to 44
play his role, he rides the mouse, meaning that he manifests his desire to serve the world so that it becomes his vehicle to move and act. The Puranas tell that once Ganesh, while riding his mouse, fell down in such a risible way that the Moon burst in laugh. The bellied god looked at the Moon and launched a spell on whoever might look at it in the anniversary of that day that since then is called Vinayaka Chathurthi. This occurrence is a symbol of the fact that every spiritual seeker or prophet will run the risk of being derided by worldly egghead - the Moon is the deity presiding over the intellect - when he will ride his desire to serve, that is riding the mouse, an apparently insignificant vehicle. The god of obstacles, Lord Vighneshwara, has four arms, as many as his inner equipment. He holds a lasso in one hand, in another hand he holds an axe. By his axe, he cuts the attachments of his devotees to the world of manifoldness; by his lasso, he brings them closer and closer to the Truth and at last he ties them tightly to their highest duty. In his third hand he is holding a sweet to show that he provides his devotees with the joys of sadhana, the spiritual discipline; by his fourth hand he blesses and protects them from every obstacle on their spiritual path to the divine. On the spiritual path, the objective and subjective world of the seeker create all obstacles. His obstacles are the attachment to the world of objects, emotions, and thoughts. Vighneshwara cuts them off by his axe and by his lasso in his left hand, he ties the disciple to a 46
highest level of consciousness, but he does not omit to involve the disciple through spiritual subtle experiences. Moreover, he grants advancements until the disciple himself will become the master of obstacles, Vighneshwara. The mystic paintings of Ganesh are directed to the artistic fantasy of the sensible seeker; they do not represent many deities through many symbols, but only the Truth, which is their substance. The disciple, to enter the enchanted mystical world, should have the delicate feelings of a poet, the sharp mind of a scientist and the tender heart of a lover. Now we quote another version of the birth of Ganesh from the Puranas, interesting to understand his complex symbology. “In heaven, the gods were desperate. All their auspicious powers were compromised by obstacles of any kind created by demons, who often seemed to be successful in their sacrilegious acts. The gods gathered and invoked the almighty Shiva. Brihaspati, their preceptor, spoke in the name of everybody: ‘O Benevolent! You are so gentle and great to realise even the desires and requests of the demons. Now the gods are embarrassed for the sacrilegious acts conceived by the diabolic mind of their cousins’. - In fact, the legend reports the birth of gods and demons from the same father, Kasyapa Prajapati, who had two wives, Aditi and Diti. From Aditi, the non-dual nature, positive and evolved children were 47
born, the gods; from Diti, the dual nature, demons were born, symbols of negativeness and dispersion. ‘Now we pray you to grant us a boon - Brihaspati continued please obstacle the diabolic plans of the demons’. Shiva answered: ‘Let it be’! and while looking at his divine spouse Uma, a bright form of an elephant headed child holding a trident in one hand and a lasso in the other appeared in front of them. The appearance of the child filled with joy and serenity the heart of the gods. They bowed down to Uma and adorned the child with beautiful dresses, while Shiva started the ritual ceremonies for a child's birth. Then Shiva took the child in his lap, embraced him, and said: ‘You were incarnated to fulfil the desires of the gods to destroy the demons with their diabolic mind. Wherever a Yajña (offering to the sacred fire) will be performed, you will take care not only of the rituals, but also of the fulfilment of their efforts. Whoever wants to propitiate Me or one of the aspects of my power, like Vishnu, Brahma, or Indra, and wants his wishes fulfilled, first should invoke your grace and offer you his worship at the beginning of every undertaking. The one who worships other gods without first invoke your blessing is bound to fail his efforts’. The divine child Bala Ganapati created the Vighna Ganas, obstacles in form of servants, bowed down to the feet of Shiva with them and took his seat beside his father”. Gods and demons exist in our own mind and are always fighting. 48
They take force and vitality from us, from the importance we give them on mental or physical level. When we are concentrated on the objective world perceived as if separated from us, we want to dominate it and take advantage from it just for pleasure and fulfilment of our basic needs. This way we allow our mind to build up a state of duality, Diti, that generates a crowd of demons. The dualistic mind makes us believe that the world is on one side and we are on the opposite side, that the world is there to be subjugated to take the maximum advantage and pleasure. We do not care of what could happen: we pretend our part without any limit. To realise this we are ready to any thing and to propitiate any god. This attitude is typical of a diabolic nature. On the other hand, when we understand that we are part of the world and develop our sensibility to feel pleasure and pain of our neighbours, then we generate in our mind a state of non duality, Aditi, that is a crowd of Devas, angels of beauty and perfection, tolerance and love. The path of evil tendencies is like an icy slope, where one can slip effortlessly to the bottom. Only in the beginning one can feel the push of divine tendencies, but once that moment has gone, the demonic crowd becomes totally insensible to any approach. The path of good tendency on the contrary looks like climbing on icy rocks. One must be always alert not to fall. A great sensibility is necessary to understand our noble nature and a fully awakened awareness to recognise negative tendencies.
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From the Experience of Kali I was in a village in the West Coast of Shri Lanka, thirty km away from Colombo. I was waiting for the end of a flight strike to reach Trivandrum in the South of India. In the morning time I used to meditate a while, then I spent some time on the beach, but I could never forget my inner state of contemplation of an empty Divine. I felt a subtle company that just could not stop to make me wonder and be happy. I thought, what did I do before? In Colombo, a taxi driver took me to a temple with a big statue of Ganesh, to whom the people bowed down and offered a coconut breaking it by a single stroke on the stone ground. Ganesh, half elephant half man, enchanted me because of the feeling that I saw on the faces of men and women crowded around him. They simply and naturally worshipped a monster! Moreover, I looked at them amazingly for their subtle capacity to go into symbols acquiring immediately a deep communication with the Self. I too broke a coconut at the feet of Ganesh, the Lord of obstacles, and I felt satisfied while I told Him from inside, “Lord Ganesh, please remove all obstacles from my way�. The Hindu taxi driver told me that his wife is Buddhist and they have two little children: his mother was leading one to Buddhism, while he had initiated the other to Hinduism. 50
That’s an example of the transformation of obstacles - I thought. In the West, this would have been a problem! One evening in the village I felt a strong desire to pray with others, so I went to the big temple, which on that time was covered by scaffolding for restoration, so I could not see to whom it is dedicated. On the bottom of the second aisle, traditionally narrow almost like a corridor, there was a tall and black ebony Ganesh. I smiled as I saw Him, receiving a message of strength and detachment that made me respect our distance: I remained at the beginning of the first circular nave. I sat on the ground in a group of women and children. They were singing some bhajans from Northern India that I knew. What a surprise! I started singing, while the women looked at me approving. Men with black lungis long to ankles and necklaces on their bare chests were preparing everything. Their rudrakshas and skulls showed clearly that they were black devotees. A pilgrimage! and surprisingly of black devotees! This immediately reminded me that nothing is casual. The path traced by my first tantric black master was leading me unexpectedly to a meeting with tantric disciples. In the meantime, the temple was crowded, men and women, dressed in their Sunday best, came in the nave while the space for us sitting was reduced. The big pooja begins: kilos of white sugar are poured on the black Ganesh, then milk, curd, honey... 51
I was amazed for the munificence of the gifts, for the inner attitude of the offerers, for the human and tender care for the statue of Ganesh. I stare at Him. The Lord of obstacles emerges black and bright from the last bathe in the milk. I ask Him: “Are you so powerful”? Suddenly I feel uplifted from the ground, I flounder, with my feet I search for a contact with the floor, I feel unbalanced... but nobody is lifting me... it’s just my body... it’s doing all by itself... it’s Him! I stare at Him; it’s not possible... I start to wonder... if I fall down, I go upon the children, “please don’t make me fall on the children”! I fall on a thin girl, I almost cover her. I am mortified; the girl emerges from under my sari, massaging her neck almost crying. I console her, checking if she has some broken bone. In the bottom of the aisle the black Ganesh looks like laughing... I am very angry, I tell Him: “You have exaggerated”!
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I mantra di Ganesh sono siddhi mantra: ogni mantra contiene alcuni poteri specifici di Ganesh. Quando vengono cantati con il corretto prànàyàma, cioé la respirazione ritmica, e con sincera devozione essi daranno buoni risultati. In generale, i mantra di Ganesh terranno lontano ogni male e benediranno il devoto con abbondanza, prudenza e successo. Gli spiriti malvagi non oseranno entrare nella casa o nella mente del devoto che recita i mantra di Ganesh. Coloro che sono inclini alla conoscenza dei sette chakra al di sotto del mùlàdhàra usano queste formule potenti sotto la direzione del guru per chiudere una per una queste regioni della mente e liberare la coscienza dalla profonda depressione, dalla confusione, gelosia, rabbia, irritabilità e paura. Prima di sedersi per la ripetizione dei mantra bisogna fare il bagno o almeno lavarsi i piedi. Bisognerebbe anche fare tre o più prànàyàma prima di cominciare i mantra. La ripetizione minima dei mantra dovrebbe essere una intera màla, cioé 108 volte. Quando questo viene fatto ad un’ora e in un luogo fisso regolarmente per 48 giorni diventa una upàsanà, cioé un’intensa meditazione che produrrà le siddhi, i poteri spirituali. L’avvertimento è che bisogna usare questi poteri solo per curare gli ammalati e per altre azioni non egoistiche per il beneficio dell’umanità. Questi poteri non devono essere usati in modo non corretto, perché ciò porterebbe alla maledizione degli asura, o demoni. 54
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Ganesh mantras are siddhi mantras. Each mantra contains certain specific powers of Lord Ganesh. When chanted with the proper prànàyàma, rhythmic breathing, and sincere devotion, they will yeald good results. In general, Ganesh mantras will ward off all evil and bless the devotee with abundance and success. Evil spirits won’t dare enter the house or the mind of the devotee who recites Ganesh mantras. Those so mystically inclined and knowledgeable of the seven chakras below the mùlhàdhàra use these powerful incantations under the direction of the guru to close off one by one these regions of the mind and free consciousness from deep depression, confusion, jealousy, rage, lingering anger and fear. One should bathe or wash limbs before sitting for repetition of the mantra. Also, one should do three or more prànàyàma before beginning the mantra. The minimum repetition of the mantra should be one full màla, or 108 times. When this is done at a fixed hour and place regularly for 48 days, it becomes an upàsanà, which means an intense meditation, which will yield siddhis, or spiritual powers. The warning is that one shold use those powers only for healing the sick and other such selfless actions for the benefit of mankind. These powers should not be misused. Misuse of power may bring the curse of the asuras, or demons.
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A U M G A M G A N A PATAY E N A M A H Om mi inchino al Signore dei Gana Om I bow down to the Lord of Ganas Si può sempre usare questo mantra prima di cominciare un viaggio, un corso scolastico, un nuovo lavoro o un affare, un nuovo contratto, in modo che gli impedimenti siano rimossi e gli sforzi vengano coronati da successo. One may always use this mantra before beginning a journey, a new course in school, new career or job or business, a new contract, so that impediments are removed and your endeavour may be crowned with success. A U M N A M O B H A G AVAT E G A J À N A N À YA N A M A H Om mi inchino al Signore dalla testa di elefante Om I bow down to Lord who has an elephant head Questo è un mantra devozionale che personifica la coscienza onnipervadente di Ganesh, molto efficace per sentire la sua immediata presenza come persona o ricevere il suo darshan, o incontro. This is a devotional mantra personifying the all-pervading consciousness of Ganesh, very efficacious to feel his immediate presence as a person or receive his darshan, or meeting. 57
AUM SHRÌ GANESHÀYA NAMAH
AUM VAKRATUNDÀYA HUM
Om mi inchino a Ganesh Om I bow down to Ganesh
Om O Signore dalla proboscide ricurva raddrizza la mia strada Om O Lord of the curved trunk straighten my way
Questo mantra di solito si insegna ai bambini per la loro educazione: esso fa aumentare la memoria ed essi hanno successo negli esami. Naturalmente ad ogni età si può usare questo mantra per ottenere successo negli studi.
Questo è un mantra molto potente. Quando qualcosa non va come dovrebbe, a livello individuale come universale, nazionale o internazionale, o quando la mente diviene contorta e negativa, si può attirare l’attenzione di Ganesh con questo mantra per raddrizzare la rotta. Hum significa: “Non tardare più, mio Signore, nel raddrizzare la via di coloro che hanno la mente contorta”. Inoltre questo mantra si può usare per curare qualsiasi deficienza della colonna vertebrale, come ad esempio la curvatura della colonna o degli arti. Dedicate 1.008 ripetizioni per raddrizzare e curare queste deficienze.
This mantra is usually taught to children for their good education. It increases their memory power and they become successful in their examinations. Of course, people of any age may use this mantra to attain success in their studies. AUM KSHIPRA PRASÀDÀYA NAMAH Om mi inchino a Colui che dà immediata benedizione Om I bow down to the One who gives immediate blessing Khsipra significa istantaneo. Se incontri qualche pericolo o energie negative e non sai come liberarti del problema, pratica questo mantra con sincera devozione per una rapida benedizione e purificazione dell’aura. Kshipra means instantaneous. If some danger or negative energy is coming your way and you don't know how to get rid of that trouble, with true devotion practice this mantra for quick blessing and purification of one's aura. 58
This is a very powerful mantra. When something is not working properly, individually or universally, nationally or internationally, or when the mind gets curved and negative, the attention of Ganesh may be drawn by this mantra to straighten the way. Hum means: “My Lord, do not delay any more in straighten the ways of those who have a twisted mind”. Furthermore this mantra can be used even to heal any deficiency of the spinal chord, such as the curved spine or limbs. Dedicate 1,008 repetitions to straighten and heal these deficiencies.
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AUM GAJÀNANÀYA NAMAH Om mi inchino a Colui che ha il volto di elefante Om I bow down to the One who has an elephant face Questo significa che l’ego è eliminato e al suo posto c’è la memoria di un elefante, un luogo dove è mantenuto l’AUM. Gajànana è il conduttore degli eventi corretti, colui che effettua dei cambiamenti in accordo con il dharma, o legge universale. In qualsiasi momento si invochi questo mantra, la testa viene invasa da infinita consapevolezza. This means that the ego is cut off and in its place you have the memory of an elephant, a place where AUM is kept. Gajànana is the leader of righteous happenings, one who makes changes according to dharma, the universal law. Whenever this mantra is invoked, the head is filled with infinite consciousness. AUM EKADANTÀYA NAMAH Om mi inchino a Colui che ha una sola zanna Om I bow down to the One who has one tusk Ekadanta si riferisce alla singola zanna nel volto da elefante, che significa che Dio ha spezzato la dualità e concede una mente concentrata in una direzione. Chiunque abbia questa unità della mente e una devozione unidirezionale otterrà ogni cosa. 60
Ekadanta refers to the one tusk in his elephant face, which means that God has broken the duality and has granted you a one-pointed mind. Whoever has that oneness of mind and single-minded devotion will achieve everything. AUM LAMBODARÀYA NAMAH Om mi inchino a Colui che ha un grande ventre Om I bow down to the One who has a big belly Questo significa che senti di essere questo universo. Vuol dire che tutti gli universi sono in te. Come l’albero intero sta nel seme, l’intero universo è nel suono della creazione, AUM, e quella coscienza dell’Aum in te ti fa sentire di essere l’universo. Perciò, se realizzando l’unità con l’universo ogni giorno dici shanti, o pace, al mondo, allora la grazia di Dio arriverà e ci sarà pace nel mondo. Gli universi sono nell’Om e Om è dentro di te. This means you feel that you are this universe. It means that all the universes are within you. Like an entire tree is in the seed, the whole universe is in the sound of creation, which is AUM, and that Aum consciousness in you makes you feel that you are the universe. Therefore, realising the oneness with the universe, if you say shanti, or peace, to the world every day, then the grace of God will come and there will be world peace, universal peace. It is the universes within Om and Om within the you. 61
AUM VINÀYAKÀYA NAMAH Om mi inchino al Signore delle difficoltà Om I bow down to the Lord of difficulties Vinàyaka è il nome di Ganesh nell’età dell’oro. Così, realizzando questo mantra, la vostra vita avrà un’età dell’oro. In ufficio, al lavoro sarete il boss. Vinàyaka significa qualcosa sotto controllo. Vinàyaka significa Signore delle difficoltà. Vinàyaka is the name of Ganesh in the golden age. So by realising this mantra your life will have a golden age. In your office, in your work you'll be the boss. Vinàyaka means something under control. Vinàyaka means the Lord of problems.
GANESHA GÀYATRÌ MANTRA
Aum ekadantàya vidmahe Vakratundàya dhìmahi Tanno dantih prachodayàt Ganapati Upanishad Dedichiamo il nostro pensiero al Signore con una sola zanna. Meditiamo su Colui che ha la proboscide ricurva. Possa Colui che ha una sola zanna guidarci sulla giusta via. We devote our thought to the one-tusked Lord. We meditate upon Him who has a curved-trunk. May the tusked One guide us on the right path. Aum tatpurushàya vidmahe Vakratundàya dhìmahi Tanno dantih prachodayàt Nàràyana Upanishad
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Dedichiamo il nostro pensiero a quella persona suprema. Meditiamo su Colui che ha la proboscide ricurva. Possa Colui che ha una sola zanna guidarci sulla giusta via. We devote our thought to that supreme person. We meditate upon Him who has a curved-trunk. May the tusked One guide us on the right path. Aum tat karàtàya vidmahe Hasti mukhàya dhìmahi Tanno dantih prachodayàt Maitràyani Samhita Io conosco il Signore misterioso. Possa il suo volto da elefante guidarmi. Possa Colui che ha una sola zanna guidarci sulla giusta via. I know the mysterious Lord. May His elephant face guide me. May the tusked One guide us on the right path. LORD GANESH Jyoti Lingam Temple, Omkareshwar 64
VIGGNESHVARÀSHTOTTARA SATANÀMÀVALIH La Ghirlanda dei 108 Nomi di Ganesh I nomi sono attributi della divinità: ognuno di essi delinea un aspetto della sua natura infinita e indescrivibile. Quando intoni ogni nome, con la mano destra offri un fiore o dei petali, oppure una manciata di riso. Tieni il cestino di fiori nella mano sinistra se sei in piedi, sulle ginocchia se seduto. I nomi si possono recitare con qualsiasi cadenza, a seconda del tempo che hai e della tua abilità. Ogni nome è preceduto dal mantra AUM e seguito da Namah, che significa obbedienza, preghiera, omaggio a, adorazione.
1. Aum Vinàyakàya Namah Adorazione per Colui che rimuove gli ostacoli. Adoration to the remover of obstacles. 2. Aum Vighnaràjàya Namah Adorazione per Colui che governa gli ostacoli. Adoration to the ruler of obstacles. 3. Aum Gaurìputràya Namah Adorazione per il figlio di Gauri. Adoration to the son of Gauri.
The Garland of the 108 Names of Lord Ganesh 4. Aum Ganeshvaràya Namah The names are attributes of the Deity, each one delineating an aspect of his infinite and indescribable nature. As you intone each name, with your right hand offer a flower, some flower petals, or a pinch of rice. Hold the flower basket in your left hand if you are standing, in your lap if sitting. The names may be recited at any pace, depending on your time and ability. Each name is preceded by AUM and followed by Namah, meaning obeisance, praise, homage to or adoration.
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Adorazione per il Signore delle categorie. Adoration to the Lord of categories. 5. Aum Skandàgrajàya Namah Adorazione per il fratello maggiore di Skanda. Adoration to Skanda's elder brother. 67
6. Aum Avyayàya Namah
11. Aum Agnigarvacchide Namah Adorazione per l’instancabile. Adoration to the inexhaustible one.
7. Aum Pùtàya Namah
12. Aum Indrashrìpradàya Namah Adorazione per il puro. Adoration to the pure one.
8. Aum Dakshàya Namah
Adorazione per Colui che ha restituito la ricchezza di Indra. Adoration to the restorer of Indra's wealth. 13. Aum Vànìpradàya Namah
Adorazione per l’abile. Adoration to the skillful one. 9. Aum Adhyakshàya Namah
Adorazione per Colui che dà il potere della parola. Adoration to the him who gives the power of speech. 14. Aum Avyayàya Namah
Adorazione per il grande che presiede. Adoration to the great presider. 10. Aum Dvijapriyàya Namah Adorazione per Colui che ama i rinati. Adoration to him who loves the twice-born. 68
Adorazione per Colui che ha distrutto l’ego del fuoco. Adoration to him who destroyed the ego of the fire.
Adorazione per l’instancabile. Adoration to the inexhaustible one. 15. Aum Sarvasiddhipradàya Namah Adorazione per Colui che concede ogni soddisfazione. Adoration to the bestower of all fulfilment. 69
16. Aum Sarvatanayàya Namah
21. Aum Anekàrchitàya Namah Adorazione per il figlio di Shiva. Adoration to the son of Shiva.
17. Aum Sharvarìpriyàya Namah
Adorazione per Colui che è adorato dalle moltitudini. Adoration to the one worshipped by multitudes. 22. Aum Shivàya Namah
Adorazione per l’amato da Pàrvati. Adoration to him who is loved by Pàrvati. 18. Aum Sarvàtmakàya Namah
Adorazione per Colui che è di buon auspicio. Adoration to the auspicious one. 23. Aum Shuddhàya Namah
Adorazione per Colui che è l’anima di tutto. Adoration to him who is the soul of all. 19. Aum Srishtikartre Namah
24. Aum Buddhipriyàya Namah Adorazione per il Creatore. Adoration to the Creator.
20. Aum Devàya Namah
Adorazione per Colui che ama l’intelligenza. Adoration to him who is fond of intelligence. 25. Aum Shantàya Namah
Adorazione per Colui che risplende. Adoration to the Resplendent one. 70
Adorazione per il puro. Adoration to the pure one.
Adorazione per Colui che è in pace. Adoration to the peaceful one. 71
26. Aum Brahmachàrine Namah Adorazione per Colui che pratica il celibato. Adoration to him who is celibate. 27. Aum Gajànanàya Namah Adorazione per Colui che ha il volto di elefante. Adoration to him who has an elephant face. 28. Aum Dvaimàturàya Namah
31. Aum Ekadantàya Namah Adorazione per Colui che ha una sola zanna. Adoration to him who has one tusk. 32. Aum Chaturbàhave Namah Adorazione per Colui che ha quattro braccia. Adoration to him who has four arms. 33. Aum Chaturàya Namah
Adorazione per Colui che ha due madri. Adoration to him who has two mothers. 29. Aum Munistutàya Namah Adorazione per Colui che viene pregato dai saggi. Adoration to him who is praised by sages. 30. Aum Bhaktavighnavinàshanàya Namah Adorazione per Colui che distrugge gli ostacoli dei devoti. Adoration to the destroyer of devotee's obstacles. 72
Adorazione per l’ingegnoso. Adoration to the ingenious one. 34. Aum Shaktisamyutàya Namah Adorazione per Colui che è unito alla forza. Adoration to him who is united with power. 35. Aum Lambodaràya Namah Adorazione per Colui che ha un grande ventre. Adoration to him who has a large belly. 73
36. Aum Shùrpakarnàya Namah
41. Aum Kàmine Namah
Adorazione per Colui che ha orecchie come ventagli. Adoration to him with ears like winnowing fans. 37. Aum Haraye Namah
42. Aum Somasùryàgnilochanàya Namah
Adorazione per Colui che distrugge il male con coraggio da leone. Adoration to the destroyer of evil with lion-like courage. 38. Aum Brahmaviduttamàya Namah Adorazione per il primo conoscitore del Dio supremo. Adoration to the foremost knower of the supreme God. 39. Aum Kàlàya Namah
Adorazione per Colui i cui occhi sono la luna, il sole e il fuoco. Adoration to him whose eyes are the moon, sun and fire. 43. Aum Pàshànkushadharàya Namah Adorazione per Colui che tiene un cappio e un pungolo. Adoration to the one who holds a noose and goad. 44. Aum Chandàya Namah
Adorazione per il maestro del destino. Adoration to the master of destiny. 40. Aum Grahapataye Namah Adorazione per il signore di tutti i pianeti e delle galassie. Adoration to the lord of all planets and galaxies. 74
Adorazione per Colui che è amore. Adoration to him who is love.
Adorazione per Colui che ha un aspetto spaventoso. Adoration to the one who appears fearsome. 45. Aum Gunàtìtàya Namah Adorazione per Colui che trascende le qualità. Adoration to him who trascends qualities. 75
46. Aum Nirañjanàya Namah
51. Aum Varadàya Namah
Adorazione per Colui che è senza macchia. Adoration to him who is without blemish. 47. Aum Akalmashàya Namah
Adorazione per Colui che concede grazie. Adoration to the bestower of boons. 52. Aum Shàshvatàya Namah
Adorazione per Colui che è senza impurità. Adoration to him who is without impurity. 48. Aum Svayamsiddhàya Namah Adorazione per Colui che è perfetto e soddisfatto di se stesso. Adoration to him who is self-fulfilled and perfect. 49. Aum Siddhàrchitapadàmbujàya Namah Adorazione per Colui i cui piedi di loto sono adorati dai saggi. Adoration to him whose lotus feet sages worship. 50. Aum Bìjapùraphalàsaktàya Namah Adorazione per Colui che ama il melograno. Adoration to him who is fond of pomegranates. 76
Adorazione per l’eterno e immutabile. Adoration to the eternal, unchanging one. 53. Aum Kritine Namah Adorazione per Colui che è abile esperto. Adoration to the skillfully accomplished one. 54. Aum Dvijapriyàya Namah Adorazione per Colui che ama i rinati. Adoration to him who is fond of the twice-born. 55. Aum Vìtabhayàya Namah Adorazione per Colui che è libero da paura. Adoration to him who is free from fear. 77
56. Aum Gadine Namah
61. Aum Utpalakaràya Namah
Adorazione per Colui la cui arma è la mazza. Adoration to him whose weapon is the mace or club. 57. Aum Chakrine Namah
62. Aum Shrìpataye Namah
Adorazione per Colui la cui arma è il disco. Adoration to him whose weapon is the discus. 58. Aum Ikshuchàpadhrite Namah Adorazione per Colui che tiene l’arco di canna da zucchero. Adoration to him who holds the sugarcane bow. 59. Aum Shrìdàya Namah
Adorazione per il Signore della ricchezza che abbonda. Adoration to the Lord of overflowing wealth. 63. Aum Stutiharshitàya Namah Adorazione per Colui che si delizia in preghiera. Adoration to him who delights in praise. 64. Aum Kulàdribhrite Namah
Adorazione per Colui che concede grande ricchezza. Adoration to the bestower of great wealth. 60. Aum Ajàya Namah
Adorazione per Colui che sostiene l’Himalaya, le montagne della sua famiglia. Adoration to him who supports the Himalayas, his family's mountains. 65. Aum Jatilàya Namah
Adorazione per Colui che non è nato. Adoration to the unborn one. 78
Vittoria a Colui che tiene il fiore del loto blu. Hail to him who holds the upright blue lotus flower.
Adorazione per Colui che porta i capelli intrecciati. Adoration to him who wears distinguished matted hair. 79
66. Aum Kalikalmashanàshanàya Namah Adorazione per Colui che distrugge i peccati nel Kali Yuga. Adoration to him who destroys all sins in the Kali Yuga. 67. Aum Chandrachùdàmanaye Namah Adorazione per Colui che porta una luna sulla testa. Adoration to him who wears a moon upon his head. 68. Aum Kàntàya Namah
71. Aum Ashritàya Namah Adorazione per Colui che è il nostro rifugio. Adoration to him who is our refuge. 72. Aum Shrìkaràya Namah Adorazione per Colui che manifesta prosperità. Adoration to him who manifests prosperity. 73. Aum Saumyàya Namah
Adorazione per l’amato, l’amabile. Adoration to the beloved, loving one. 69. Aum Pàpahàrine Namah Adorazione per Colui che distrugge i peccati. Adoration to the destroyer of sins. 70. Aum Samàhitàya Namah Adorazione per Colui che è assorto in meditazione. Adoration to him who is absorbed in meditation. 80
Adorazione per Colui che è piacevole. Adoration to the pleasant one. 74. Aum Bhaktavàñchitadàyakàya Namah Adorazione per Colui che esaudisce i desideri dei devoti. Adoration to the grantor of devotees' desires. 75. Aum Shàntàya Namah Adorazione per Colui che è pacifico. Adoration to the peaceful one. 81
76. Aum Kaivalyasukhadàya Namah Adorazione per Colui che concede liberazione incontaminata. Adoration to the bestower of unsullied liberation. 77. Aum Sacchidànandavigrahàya Namah Adorazione per l’incarnazione di esistenza-conoscenza-beatitudine. Adoration to the embodiment of existence-knowledge-bliss. 78. Aum Jñanine Namah
81. Aum Brahmadveshavivarjitàya Namah Adorazione per Colui che è libero da avversione per la conoscenza. Adoration to him who is free from aversion to knowledge. 82. Aum Pramattadaityabhayadàya Namah Adorazione per Colui che reca terrore ai demoni intossicati dal potere. Adoration to him who brings terror to power-intoxicated demons. 83. Aum Shrìkanthàya Namah
Adorazione per la grande saggezza. Adoration to the great wisdom. 79. Aum Dayàyutàya Namah
Adorazione per Colui che ha una bella gola. Adoration to him whose throat is beautiful. 84. Aum Vibudheshvaràya Namah
Adorazione per Colui che è pieno di compassione. Adoration to him who is full of compassion. 80. Aum Dàntàya Namah Adorazione per Colui che ha controllo di sé. Adoration to him who has self-control. 82
Adorazione per il Signore dei saggi. Adoration to the Lord of the wise. 85. Aum Ràmàrchitàya Namah Adorazione per Colui che è adorato da Rama. Adoration to him who is worshipped by Rama. 83
86. Aum Vidhaye Namah Adorazione per Colui che è il destino di tutti. Adoration to him who is the destiny of all. 87. Aum Nàgaràjayajñopavìtavate Namah
90. Aum Sàmaghoshapriyàya Namah Adorazione per Colui che ama il suono delle parole del Sàma Veda. Adoration to him who loves the sound of Sàma Veda. 91. Aum Parasmai Namah
Adorazione per Colui che ha un re dei serpenti come cordino sacro. Adoration to him whose sacred thread is a king cobra. 88. Aum Sthùlakanthàya Namah Adorazione per Colui che ha un collo robusto simbolo di tremenda volontà e di compassione. Adoration to him who has a stout neck representing tremendous will and compassion.
Adorazione per Colui che è supremo. Adoration to him who is supreme. 92. Aum Sthùlatundàya Namah Adorazione per Colui che ha una proboscide robusta e imprevedibile. Adoration to him who has a stout, unpredictable trunk. 93. Aum Agranye Namah
89. Aum Svayamkartre Namah Adorazione per Colui che è la causa di se stesso. Adoration to him who is the cause of himself.
Adorazione per il primogenito di Shiva. Adoration to him, the first-born of Shiva. 94. Aum Dhìràya Namah Adorazione per Colui che è coraggioso. Adoration to the courageous one.
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95. Aum Vàgìshàya Namah
100. Aum Shailendratanujotsanga Khelanotsukamànasàya Namah Adorazione per il Signore della parola. Adoration to the Lord of speech.
96. Aum Siddhidàyakàya Namah Adorazione per Colui che concede la realizzazione. Adoration to the bestower of fulfilment. 97. Aum Dùrvàbilvapriyàya Namah Adorazione per Colui che ama l’erba durva e le foglie bilva. Adoration to him who loves durva grass and bilva leaves.
Adorazione per Colui che ama giocare nelle braccia della madre Pàrvati, figlia di Himavat, signore delle montagne. Adoration to him who is fond of playing in the lap of his mother Pàrvati, daughter of Himavat, the lord of mountains. 101. Aum Svalàvanyasudhàsàrajita Manmathavigrahàya Namah Adorazione per Colui che ha sconfitto Manmatha, dio dell’amore, con la sua dolce bellezza. Adoration to him who defeated Manmatha, the god of love, by his sweet beauty. 102. Aum Samastajagadàdhàràya Namah
98. Aum Avyaktamùrtaye Namah Adorazione per la manifestazione dell’Immanifesto. Adoration to the manifestation of the Unmanifest.
Adorazione per Colui che sostiene tutti i mondi. Adoration to the supporter of all the worlds. 103. Aum Màyine Namah
99. Aum Adbhutamùrtimate Namah Adorazione per Colui che ha una forma sorprendente. Adoration to him of wondrous form. 86
Adorazione per la fonte del potere dell’illusione. Adoration to the source of illusory power.
87
104. Aum Mùshikavàhanàya Namah
GANESH
Adorazione per Colui che cavalca il topo che raccoglie abbondanza. Adoration to him who rides the abundance-gathering mouse. 105. Aum Hrìshtàya Namah Adorazione per Colui che è rapito in un’estasi di gioia. Adoration to the rapturously joyful one. 106. Aum Tushtàya Namah Adorazione per Colui che è appagato e ha tutto sotto controllo. Adoration to the contented one who has it all in control. 107. Aum Prasannàtmane Namah Adorazione per Colui che ha un’anima splendente, amabile e gentile. Adoration to the one of bright loving kind soul. 108. Aum Sarvasiddhipradàyakàya Namah Adorazione per Colui che concede ogni realizzazione. Adoration to the grantor of all fulfilment. 88
Bhajans by
The Hairakhandi’s Vocal & Harmonium: Har Govind Baba, Ganga, Poojari Dolak: Jaman Singh, Alok Banerjee Tablas: Lacchu Maharaj Chorus: Babaji’s Devotees from all over the world Compact Disc Audio Stereo Total Time 60 min. 89
DURGA MANTRA (Durga Sapta Sati) OM SARVA MANGALA MANGALAYE SHIVE SARVARTH SADHIKE SHARANYE TRIAMBAKE GAURI NARAYANI NAMOSTUTE Om...Sei l’energia di Shiva, di buon auspicio, esaudisci tutti i desideri Tu sei il rifugio, hai tre occhi; Ti salutiamo, o Gori, Narayani Om... You are the energy of Shiva, all auspicious, You fulfil all desires You are the refuge, You have three eyes; salutations to You, Gori, Narayani SHRISTHI SHTITI VINASHANAM SHAKTI BHUTE SANATANI GUNASHRAYE GUNAMAYE NARAYANI NAMOSTUTE Tu sei creazione, mantenimento e distruzione, l’eterna energia vivente Tu supporti le tre qualità della natura, che sono la Tua forma; Ti salutiamo Narayani You are creation, preservation and destruction, the eternal living energy You support the three qualities of nature which are Your form; salutations to You Narayani SHARANAGAT DINART PARITRAN PARAYANE SARVASYA ARTI HARE DEVI NARAYANI NAMOSTUTE Tu sei il rifugio dei poveri e proteggi sempre tutti Tu togli ogni dolore, o Dea; Ti salutiamo Narayani You are the refuge of the poor and always protect everybody You are the remover of every pain, o Goddess; salutation to You Narayani
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KALI KALI MAHAKALI KALIKE PAP HARINI DHARMA KAM PRADE DEVI NARAYANI NAMOSTUTE Tu sei Kali, Mahakali, Kalika, la distruttrice dei peccati O Dea, Tu doni sia il desiderio che il Dharma; Ti salutiamo Narayani You are Kali, Mahakali, Kalika, the destroyer of sins O Goddess, You are the giver of desire and Dharma; salutations to You Narayani KALI KALI MAHAKALI KALIKE PAP HARINI SARVA VIGHNA HARE DEVI NARAYANI NAMOSTUTE Tu sei Kali, Mahakali, Kalika, la distruttrice dei peccati O Dea, Tu rimuovi tutti gli ostacoli; Ti salutiamo Narayani You are Kali, Mahakali, Kalika, the destroyer of sins O Goddess, You are the remover of all obstacles; salutations to You Narayani JAYANTI MANGALA KALI BHADRAKALI KAPALINI DURGA KSHAMA SHIVA DHATRI SWAHA SWADHA NAMOSTUTE Tu sei Colei che dona vittoria, di buon auspicio, Kali, Bhadrakali che tiene i teschi Tu sei Durga, il perdono, di buon auspicio, colei che nutre salutiamo Te che sei le offerte swaha e swadha You are the giver of victory, auspicious, Kali, Bhadrakali, the holder of skulls You are Durga, forgiveness, auspicious, the nourisher salutations to You who are the offerings swaha and swadha
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JAI TVAM DEVI CHAMUNDE JAI BHUTARTI HARINI JAI SARVA GATE DEVI KALARATRI NAMOSTUTE Vittoria a Te, Dea Chamunda vittoria a Te che togli il dolore di tutti gli esseri Vittoria a Te, o Dea che risiedi in tutti gli esseri salutiamo Te, che sei come una notte scura Victory to You Goddess Chamunda victory to You who remove the pain of all beings Victory to You, Goddess residing in all beings salutations to You, who are like a dark night DURGA MATA KI JAI KALI MATA KI JAI Vittoria alla Madre Durga, Vittoria alla Madre Kali Victory to Mother Durga, Victory to Mother Kali
G
A N E S H
K I
A
A R AT I
(ritornello / refrain) JAI GANESHA, JAI GANESH, JAI GANESH DEVA MATA TERI PARVATI PITA MAHADEVA (x 2) Vittoria a Ganesh, vittoria a Ganesh, vittoria al dio Ganesh Tua Madre è Parvati, tuo Padre è Shiva Victory to Ganesh, victory to Ganesh, victory to the god Ganesh Your Mother is Parvati, Your Father is Shiva EKA DANTA DAYAAVANTA CHAARA BHOJAA DHARI MATE PHER SINDUR SOHE MUSA KI SAWAARI (x2) Colui che è gentile e ha una sola zanna, che ha quattro braccia la cui fronte è adorna di polvere vermiglia, il cui veicolo è un topo He who is kind and one-tusked, who has four arms whose forehead is adorned with vermilion powder, whose vehicle is a mouse JAI GANESH... PAAN CHADHE PHUL CHADHE AURA CHADHE MEVA LADHU KAU BHOG LAGHE SANTA KAREN SEVA (x2)
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Colui che è adorato con foglie di betel, fiori e ricca frutta secca dolci deliziosi vengono offerti al Signore sempre servito dai nobili e dai saggi The one who is worshipped with betel leaves, flowers and rich dry fruit delicious sweets are offered to the Lord who is ever served by the nobles and sages JAI GANESH... ANDHAN KO AANKHA DE KODHIN KO KAAYA BHAJANA KO PUTRA DETA NIRDHANA KO MAAYA (x2) Adorando Ganesh il cieco riacquista la vista, il lebbroso un bell’aspetto la donna sterile ha un figlio e il povero diventa ricco By worshipping Ganesh the blind get their sight, the lepers get beautiful look the barren women get children and the poor become rich JAI GANESH... VIGHNE HARANE MANGALA KARANE PUHAN PUHAN PRAKASHA NAMA LE GANESH KA SIDDHA OJATA KAJA (x2) Colui che rimuove gli ostacoli e dona buona fortuna e luce di saggezza Ripeti il nome di Ganesh: otterrai tutti i poteri spirituali The remover of obstacles and giver of good luck and the light of wisdom Repeat the name of Ganesh: you will obtain all spiritual powers 94
JAI GANESH... OM GANESH VIGHNESHWARA KI JAI Om Vittoria a Ganesh Signore di tutto ciò che esiste Om Victory to Ganesh, the Lord of all that exists G
A J A
N
A N A
H
E
GAJA NANA HE, GAJA NANA GAJA NANA HE, GAJA VADANA Ha la testa di elefante Ha la testa di elefante, il corpo di elefante He has got the elephant head He has got the elephant head, he has got an elephant body J
A I
J
A I
J
A I
G
A N A N AYA K A
JAI JAI JAI GANANAYAKA VIDYA BUDDHI PRADAYAKA (x 2) Vittoria, vittoria a Ganesh, colui che dà la conoscenza e la saggezza Victory, victory to Ganesh, who gives knowledge and wisdom
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JAI SHUBA MANGALA DAYAKA VIDYA BUDDHI PRADAYAKA (x 2) Vittoria a colui che dà fortuna e abbondanza a colui che dà conoscenza e saggezza Victory to him who gives good luck and abundance to him who gives knowledge and wisdom GAJA VADANA GAURI NANDANA (x 4) GANGA DHARA SHIVA SHAMBO NANDANA (x 2) Ha la testa dell’elefante, è figlio di Gori È figlio di Shiva, che dona fortuna e porta il Gange nei capelli He has got elephant’s head, he is the son of Gori He is the son of Shiva, the giver of good luck who brings the Ganges in his hair G
A I Y E
G
A N A PAT I
J
SIDDHI SADHAN GAJA BADAN VINAAYAKA (x 2) KRIPA SINDHU SUNDAR SAB LAAYAKA (x 2) È pieno di poteri spirituali, ha la testa dell’elefante È un oceano di compassione, meraviglioso ed esperto in ogni cosa He has the spiritual powers, he has got the elephant’s head He is an ocean of compassion, he is wonderful and expert in everything GAIYE GANAPATI...
A G AVA N D A N
Tabla: Lacchu Maharaj Vocal & Harmonium: Chandra Shekar Chakravarti Sitar: Deobrat Misra Tampura: Kapil Choobey Flute: Lal Chand recorded live at Lacchu Maharaj’s Studio in Benares 96
(ritornello / refrain) GAIYE GANAPATI JAGAVANDAN (x 2) SHANKAR SUVANA BHAWANI KE NANADAN (x 2) Cantate lodi al Signore Ganapati che è adorato da tutto il mondo Egli è figlio di Shiva, l’adorato figlio di Parvati Praise the Lord Ganapati who is adored by everybody in the world He is the son of Shiva, the adored son of Parvati GAIYE GANAPATI...
MODAKA PRIYA MUD MANGAL DATA (x 2) VIDYA VAARIDHI BUDDHI VIDHAATA (x 2) È come un cibo dolce, Egli dona felicità e buona fortuna Oceano di conoscenza, egli dona saggezza He is like a sweet food, bestower of happiness and good luck Ocean of knowledge and giver of wisdom GAIYE GANAPATI... 97
MANGATA TULSIDAS KARA JORE (x 2) BASAHU RAM SIYA MANASA MORE (x 2) Tulsidas a mani giunte chiede al Signore Ganesh Che Ram e Sita risiedano sempre nel cuore Tulsidas is asking Lord Ganesh hand-bound May Rama and Sita always reside in his heart GAIYE GANAPATI... G
A N E S H
S
H A R A N A M
GANESH SHARANAM SHARANAM GANESH Mi arrendo a Ganesh I surrender to Ganesh
AMBA BHAWANI JAI JAGADAMBE Madre Amba, Bhawani, vittoria a Jagadamba Mother Amba, Bhawani, victory to Jagadamba SHRI RAM JAI RAM JAI JAI RAM Il Signore Rama, Rama, vittoria al Signore Rama Lord Rama, Rama, victory to Lord Rama OM NAMAH SHIVAYA Mi inchino a Shiva, mi arrendo a Dio I bow to Shiva, I surrender to God J
A I
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A N A N AYA K A
Vocal & Harmonium: Har Govind Baba J
A I
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A N E S H
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JAI GANESH JAI GANESH JAI GANESH DEVA MATA TERI PARVATI PITA MAHADEVA Vittoria a Ganesh, vittoria al dio Ganesh Tua madre è Parvati, tuo padre è il grande Signore Shiva Victory to Ganesh, victory to the god Ganesh Your mother is Parvati, your father is the Great Lord Shiva 98
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B
I B L I O G R A F I A
/ B
I B L I O G R A P H Y
Loving Ganesha, Satguru Sivaya Subramuniyaswami, Motilal Banarsidass Publishers Ltd. Glory of Ganesha, Central Chinmaya Mission Trust, Bombay Ganapathi exists or not?, K.T. Shubhakaran, Sagar Publications, New Delhi Ganesh, Emanuele Vacchetto, Mondadori Editore http://www.siddhivinayaktemple.in http://gccc.webjump.com/ Foto in copertina / Photo on cover: Ganesh, murti in Ananda Puri Ashram, Chiliyanaula, Ranikhet, India
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Italiano: INTERHEARTNET GANESH L’ACCESSO AL SIGNORE GANESH LA NASCITA DI GANESH GANAPATI SIMBOLOGIA Dall’esperienza di Kali
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English: INTERHEARTNET GANESH ACCESS TO LORD GANESH THE BIRTH OF GANESH GANAPATI SYMBOLOGY From the experience of Kali
Sanskrit & Hindi, Italiano & English: GANESH MANTRAS page 53 VIGGNESHVARÀSHTOTTARA SHATANÀMÀVALIH page 66 Compact Disc: GANESH Bhajans page 89 100
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HAIRAKHANDI SHAKTI MALA è una raccolta di bhajans per Babaji di Hairakhan. Registrati dal vivo in India durante festività che raccolgono centinaia di persone da tutto il mondo, i bhajans sono canti sacri: si adora il Signore in tutta la Sua gloria e nelle Sue molteplici forme. Temi dominanti sono la gioia, la gratitudine e l’amore. Molti di questi bhajans sono stati composti da devoti di Babaji, altri provengono dall’antichissima tradizione Indiana. Seguire i canti sul testo, o cantare insieme alle voci registrate, darà gli stessi risultati delle pratiche del Mantra Yoga.
HAIRAKHANDI SHAKTI MALA is a collection of bhajans of Hairakhan Babaji. Recorded live in India during festivals that gather hundreds of people from all over the world, bhajans are sacred chants: the Lord is adored in all of His glory and in His manifold forms. The main theme is that of joy, gratitude and love. Many of these bhajans have been composed by devotees of Babaji, others come from the ageless Indian tradition. Following the songs with the texts, or better singing together with the recording will give the same results as practising Mantra Yoga.
Nella tradizione Tantrica ogni adorazione comincia con un’invocazione a Ganesh, l’incrollabile. Ganesh dà fermezza a chi medita su di lui e lo invoca per rimuovere gli ostacoli all’inizio di ogni impresa, spirituale o mondana, come la costruzione di una casa, un viaggio, lo scrivere un libro e perfino una lettera. I suoi mantra tengono lontano ogni male e benedicono il devoto con abbondanza e successo; gli spiriti malvagi non osano entrare nella casa o nella mente del devoto che li recita. Bhajans: 1. DURGA MANTRA 2. GANESH KI AARATI 3. GAJA NANA HE 4. JAI JAI JAI GANANAYAKA 5. GAIYE GANAPATI JAGAVANDANA 6. GANESH SHARANAM 7. JAI GANESH DEVA 8. JAI JAI JAI GANANAYAKA
All Tantric and spiritual worship in the Hindu tradition begins with an invocation of Ganesh, the unshakable. He provides firmness to those who meditate upon him and invoke him at the beginning of all undertakings, spiritual or worldly, such as building a house, a journey, or writing a book or even a letter. Ganesh mantras ward off evil and bless the devotee with abundance and success; evil spirits won’t dare enter the house or the mind of the devotee who recites them.
GANESH
Ganesh Stories, Symbology, Ganesh Mantras the 108 Names of Ganesh Compact Disc Stereo 60 min. DIGITAL LIVE RECORDING
Bhajans the Hairakhandi’s DIGITAL EDITION e-book
Italiano / English / Hindi & Sanskrit
ISBN 978-88-86340-53-3
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