Isidoro si voltò. Tutto sembrava tranquillo. Nessuno lo aveva seguito. In pochi balzi, salì la scala che portava alla capanna appollaiata in cima. Nessuno doveva sapere che andava da Minoa, altrimenti gli avrebbero fatto delle storie. Al villaggio, la gente ne diceva di tutti i colori! Per alcuni, Minoa non era altro che una vecchia pazza che parlava agli alberi. Ma per altri, la maggior parte, era una strega. Isidoro preferiva lasciarli parlare e custodire il suo segreto.
Minoa était assise au centre de sa cabane. Elle l’accueillit avec gravité. Minoa era seduta al centro della sua capanna. — Aujourd’hui, mon garçon, c’est moi qui ai choisi la boîte. Accolse Isidoro con aria solenne. Je crois que tu es prêt. – Oggi, ragazzo mio, houne scelto la hasard, scatola. D’habitude, Djalil prenait boîteioau Credo checelles, tu sia pronto. parmi toutes bariolées, qui couvraient les murs de la cabane. Il en sortait une graine, la tendait à Minoa, Di solito, Isidoro prendeva una scatola a caso, et la femme commençait son récit. tra tutte quelle, variopinte, che ricoprivano le pareti Elle parlait du pays d’où venait la graine, dessinait l’arbre capanna. tirava fuori seme,deloses dava a Minoa, quidella l’avait portée, Ne et expliquait lesunvertus fruits. e lacedonna iniziava racconto. Mais matin-là, pourillasuo première fois, c’était Minoa del boîte. paeseBlanche, da cui proveniva il seme, disegnava l’albero quiRaccontava lui tendait une un peu plus grande e spiegava le vue. virtù dei suoi frutti. queche lesl’aveva autres. prodotto, Djalil ne l’avait jamais — Prends-la et ouvre-la, Djalil. La voix de Minoa tremblait d’émotion.
Ma quel mattino, per la prima volta, fu Minoa a porgergli una scatola. Era bianca, un po’ più grande delle altre. Isidoro non l’aveva mai vista. – Prendila e aprila, Isidoro. La voce di Minoa tremava per l’emozione.
Dopo lunghe settimane di cammino, Isidoro arrivò in una valle isolata, attraversata da un piccolo ruscello. Il luogo era perfetto... Emozionato, si inginocchiò e scavò nella terra, lentamente. Pensò a Minoa, che non c’era più. – Sarò degno della sua fiducia! Con le mani tremanti, depose il seme nel buco, lo ricoprì delicatamente, poi versò l’acqua chiara del ruscello. A partire da quel momento, l’uomo e il falco vegliarono notte e giorno sul prezioso seme.
Il re Leandro accolse il falco con curiosità e lesse il messaggio con attenzione. Un uomo, senza dubbio pazzo, prevedeva che Giangiàr sarebbe stata inghiottita dalle acque... Leandro era un uomo saggio. Per scrupolo, inviò delle guardie a ispezionare il fiume. Queste furono presto di ritorno per dare l’allarme. Una diga stava per crollare! Tutti gli uomini di Giangiàr si unirono per arginare il fiume. Grazie ai loro sforzi e grazie a quel misterioso messaggio, la città fu salva.
Ai piedi dell’albero, Isidoro aspettava con impazienza il ritorno del falco. Finalmente lo vide, seguito da due donne. La prima montava un cavallo bianco e portava ricchi gioielli d’oro. La seconda camminava a piedi nudi, i capelli al vento. Non appena la vide, Isidoro trasalì. La principessa era sopravvissuta! Era ancora più bella che in sogno. Isidoro si mise in ginocchio davanti a lei. In silenzio, ringraziò l’albero e i suoi frutti per aver salvato quella vita. – Guardami, disse la principessa. Isidoro alzò la testa. Cloe sorrise. – Dunque, non hai mentito. Tu vedi quello che gli altri non vedono... Si chinò verso Isidoro, lo sollevò e lo strinse fra le sue braccia.
GUSTAV KLIMT Cartoni preparatori per il mosaico murale della sala da pranzo di palazzo Stoclet.
1905-1909, tempera su cartone, MAK (Museum für angewandte Kunst - Museo delle Arti applicate), Vienna (Austria).
L’ATTESA
L’ALBERO DELLA VITA
L’ABBRACCIO
GUSTAV KLIMT
ALBERO
QUAL ERA
QUESTO ALBERO
L’ATMOSFERA
DELLA VITA!
NELLA
È vero! Monumentale, con le sue ramificazioni a spirale, attira lo sguardo. Ecco la sua storia. Nel 1904, un ricco banchiere belga, Adolphe Stoclet, commissiona a Klimt un affresco per la sala da pranzo del suo lussuoso palazzo costruito a Bruxelles, su un progetto dall’architetto Josef Hoffmann. Klimt realizza i disegni, oggi esposti a Vienna, per un fregio murale in mosaico. È Leopold Forstner che esegue i mosaici di marmo, vetro e pietre semipreziose. Klimt voleva mostrare ai commensali un giardino d’arte e d’amore che non muore mai. L’Albero della vita ne è il tema centrale: le sue ramificazioni si sviluppano sull’intera superficie; fiori, farfalle e uccelli rapaci appollaiati su un ramo gli danno vita, un mosaico di fiori li circonda. La composizione è completata sul muro di sinistra dall’immagine di una fanciulla che rappresenta l’attesa e, sul muro di destra, da una coppia che si abbraccia e che rappresenta l’appagamento. L’insieme di questa opera si può leggere quindi come un fumetto diviso in tre vignette!
CHI ERA
VIENNA
GUSTAV KLIMT?
DI KLIMT?
Klimt era un artista austriaco, nasce nel 1862 e muore nel 1918. Figlio di un orafo, matura ben presto una passione per l’oreficeria e le arti decorative. Dopo gli studi alla Scuola d’arti e mestieri di Vienna, lavora come decoratore e realizza opere su commissione. Diventa il presidente dell’Associazione degli artisti austriaci, in rottura con l’arte accademica. È la Secessione viennese, che difende l’Art nouveau (l’arte nuova). Il suo motto: «A ciascun secolo la sua arte, all’arte la sua libertà». Klimt si interessa sia alle arti decorative, che all’architettura e alla pittura. Ritrattista accreditato dei ricchi viennesi della Belle Époque, orna le sue tele con motivi decorativi e oro per valorizzare i volti che dipinge.
Capitale dell’Impero austroungarico, Vienna è una città in cui affluiscono artisti dal mondo intero. Qui regna un’intensa attività intellettuale, filosofica e letteraria. Soffia un vento di novità che nutrirà la modernità del xx secolo. Klimt ne fa parte e cerca di delineare un’arte nuova che trae ispirazione dall’arte orientale, dalle stampe giapponesi, così come dalla mitologia, dal simbolismo e dai mosaici bizantini di Ravenna.
DOVE SI POSSOno VEDERE
www.klimt-foundation.com/en/
NELL’ATELIER DELLE AUTRICI
CHE STRANO
LE OPERE DI KLIMT? Soprattutto in Austria, a Vienna, come i disegni preparatori per L’Albero della vita. Ma molti grandi musei nel mondo espongono quadri di Klimt. A Parigi, il quadro Rose sotto gli alberi si trova al Musée d’Orsay. Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma si può ammirare Le tre età della donna.
Come sono nati i personaggi?
Mi viene da rispondere: «Dal fregio!». È un’opera che ha in se stessa una grande forza narrativa. Osservandola bene, ho avuto l’impressione che i ruoli fossero già là. È un gioco che propongo qualche volta anche ai miei alunni. Guardate, guardate ancora, e immaginate. Il personaggio centrale è l’albero, questo albero con rami incredibili, mai visti... Sarà il cuore della storia, all’origine di tutto. Gli occhi tra i rami sono come degli strani frutti. L’albero della vita diventerà «l’albero della visione». Anche i motivi decorativi degli abiti ricordano quelli dell’albero, l’uomo deve essere intimamente legato all’albero. Lui sarà… il guardiano dell’albero. La bella che abbraccia dovrà essere preziosa. Quanto all’altra donna, sembra sorvegliata dall’uccello rapace appollaiato al centro dell’albero. Non occorre che lei si avvicini alla coppia, nemmeno all’albero! Guardando il quadro e altre opere di Klimt la storia è sbocciata. M. O.
L’albero della vita viene associato talvolta all’immortalità, questo sogno ricorrente degli uomini. Ma lei non è di questo mondo, o lo è in un modo del tutto particolare. Attraverso il dono tramanda ad altri, di generazione in generazione. Minoa è giunta al termine della sua vita. Protegge il sapere nella sua capanna, come protegge l’albero nel seme. Non le è rimasto più tempo per vivere l’avventura dell’albero, ma dona i suoi tesori al bambino che ha tutta la vita davanti a sé... un’eternità. Il cerchio si chiude, e i rami sono cresciuti. M. O.
Come illustrare questa storia?
Sono rimasta affascinata dall’opera di Klimt dopo un viaggio che ho fatto in inverno a Vienna, la sua città natale. Con il mio quadernetto alla mano, ho trascorso delle ore davanti ai suoi affreschi in cui i toni dorati contrastavano con la città coperta di neve. Per rappresentare Il guardiano dell’albero mi sono fatta ispirare dal grafismo e dall’universo decorativo così ricco di questo artista e da quello del Jugendstil (l’Art nouveau tedesca). Gli abiti dei personaggi di Klimt fanno eco ai suoi decori, sono ornati con motivi ripresi dai paesaggi che li circondano. Io mi sono impegnata a fare la stessa cosa. Il mosaico de L’Albero della vita è diventato una vera e propria fonte di ispirazione per mille illustrazioni. I motivi degli abiti dei personaggi mi sono serviti per dar vita al paesaggio della storia. I rettangoli del mantello del ragazzo (Isidoro) sono stati utilizzati per plasmare le scatole dei semi o le case della città. Le spirali degli alberi sono diventate i riccioli della fanciulla. A. K.