L’EREDITÀ ROMANICA
1-10 aree sviluppate nei capitoli regionali con più ampia mappa introduttiva
fascia di transizione tra la predominanza della pietra e quella del legno
principali rotte marittime
percorsi per terraferma
1-10 aree sviluppate nei capitoli regionali con più ampia mappa introduttiva
fascia di transizione tra la predominanza della pietra e quella del legno
principali rotte marittime
percorsi per terraferma
La scelta di trattare in un unico capitolo un numero così ampio di situazioni locali, come quelle qui presentate, non vuole dimenticare l’estrema differenziazione delle culture e delle manifestazioni artistiche di ciascuna delle regioni che la compongono; riteniamo anzi che il continuo confronto permetta di meglio evidenziare il fenomeno dell’edilizia insediativa in quello spazio che, per la serie di rapporti e scambi tra le diverse aree culturali, rappresenta uno dei poli di formazione della cultura europea e non solo francese.
Si tratta da una parte dell’ampia regione storica dell’Auvergne e del Limousin, con le vicine subregioni del Quercy a ovest e di parte dell’Haute-Languedoc a sud est; dall’altra della Borgogna, con una parte del Bourbonnais e del Nivernais a ovest e del Lyonnais a sud. Bourbonnais e Lyonnais rappresentano la zona di cerniera tra i due poli più importanti, per ragioni storiche e geografiche, della Borgogna e dell’Auvergne.
L’orografia è caratterizzata dal sistema del Massiccio Centrale, interrotto a oriente dal solco profondo della valle del Rodano, che lo separa dal sistema alpino. A sud e ad ovest le alture digradano con maggior progressività verso la Languedoc, Pays Toulousains e il Périgord lungo un limite definito all’incirca a occidente dalla valle della Sâone, ma senza che si possa individuare una rigorosa linea di demarcazione. Verso nord invece la pianura della
L’esigenza di sviluppare, in questo capitolo, la trattazione di zone della penisola italiana caratterizzata da così forti componenti storiche spesso da emergere – in realtà solo apparentemente – come estremamente diversificate fra loro, e di operare scelte che potrebbero sembrare pesantemente selettive nei riguardi delle usuali ripartizioni geografiche e amministrative, è dovuta al fatto che questo territorio, così come si è ritenuto di doverlo raggruppare, è stato la sede dei più importanti tracciati stradali dall’antichità ai nostri giorni.
Le aree interessate, perciò, sono comprese nelle zone appenniniche centro-settentrionali, ma dell’arco ligure viene considerata solo la parte nord-orientale e il suo versante emiliano; si collocano, invece su tutta la dorsale tosco-romagnola e altomarchigiana, ma si esclude quella umbra, mentre, a meridione, si estendono all’Alto Lazio, regione in cui venivano a confluire, provenienti da Siena e da Orvieto, tutti i principali percorsi per Roma, attraverso i nodi fondamentali di Bolsena e soprattutto, di Viterbo. Se più aspri contrafforti appenninici erano stati aggirati ed evitati dalle principali arterie consolari romane –Flaminia e Aurelia – sia per le insidie che celava il territorio montano, sede di popolazioni ostili, sia per l’orografia accidentata che rendeva difficile e impossibile la costruzione di
Abruzzo, Molise, Puglia, Sicilia
1. Premessa. Il sistema territoriale
Iterritorio trattato nel presente capitolo è forse uno dei più vari e complessi sotto il profilo degli insediamenti umani, sia per ragioni di stratificazione storica sia per articolazione di rapporti che ne hanno legato lo sviluppo alle influenze attraverso gli scali mediterranei da una parte e alle vie di terra dall’altra.
Nel seguire tuttavia il filo della nostra trattazione, alcuni parametri ci obbligano a restringere il campo e a considerare gli ambiti storici e ambientali particolari che permettono di definire un modello interpretativo comprensibile e accettabile
del fenomeno della casa in pietra nell’Italia meridionale, ferma restando la difficoltà in quest’ambito a specificarne tutte le sfrangiature e le sfaccettature.
Gli insediamenti che presentano forme edilizie ben precisate nel solco della tradizione dell’uso della pietra medioevale si possono individuare infatti in aree assai localizzate rispetto all’estensione dell’intero territorio; li ritroviamo infatti addensati nella dorsale appenninica centrale che, dai Monti Sibillini e della Lega a nord – al confine tra le Marche e gli Abruzzi – scendono attraverso gli alti massicci del Gran Sasso e della Maiella verso i monti del Matese e del Sannio, tra Campania e Molise, per concludersi, in corrispondenza dei rilievi montuosi della Basilicata nord-occidentale, con alcune esemplificazioni più stemperate e variegate allo stesso tempo. La fenomenologia simbolica della pietra riprende poi in corrispondenza della