Film n. 13 gennaio/marzo 2020

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perto da stracci e completamente fuori di senno, che lo riconosce e gli spiega che è la prima persona che vede da molto tempo. Quando i due sembrano essersi ritrovati, il professore viene improvvisamente investito, ancora una volta, dal solito carroattrezzi. Stacco al nero. Presentato alla tredicesima Festa del Cinema di Roma, sezione Alice nella città, questo bizzarro lavoro di Eros Puglielli, romano classe ’73 al quinto lungometraggio (tra gli altri, Tutta la conoscenza del mondo e Occhi di cristallo), si confessa, praticamente fin dal prime battute, senza vergogna o remora alcuna, per quello che è. Stupire a ogni costo, magari strappando qualche risata, tra un accenno a Freud e l’altro. Sembra

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questo lo scopo principale che ha mosso l’ex studente e docente del Centro Sperimentale di Cinematografia nel costruire le paradossali vicende di uno psicologo, un avvocato, una babysitter, un imprenditore e un cuoco, intrecciate tra loro e ingrassate di mostruosità umana, disgustosi incesti, terribili ricatti e assurdi legami immaginari che disegnano l’esistenza umana come esperienza priva di logica o empatia alcuna. Al di là della struttura a più episodi che fa l’eco a Storie pazzesche dell’argentino Szifron e dell’evidente eredità de I Mostri, Puglielli mescola, a tratti con efficacia, le criptiche parabole ebraiche dei fratelli Coen con il moderno linguaggio dei film dell’orrore, costringendo lo spettatore in una costante posizione di inadeguatezza. La caccia al tesoro del senso organizzata dal regista manipola chi guarda, indicando in una direzione e muovendo improvvisamente verso un’altra, illudendo di raccontare qualcosa di fondamentale per poi abbandonare la traccia appena accennata, giungendo alla conclusione, non così complessa o originale, che nulla ha davvero senso e che per questo non ci si deve fare tanti problemi. Tuttavia, come veniva

di Giorgio Tirabassi

insegnato durante l’infanzia, il gioco è bello quando dura poco e Nevermind, che non si vergogna di essere tale, dura decisamente troppo. In tutti gli episodi si possono rilevare guizzi piacevoli, efficaci paradossi, intelligenti giochi visivi - su tutti la “scomparsa” dell’odiato nemico del cuoco nel quarto capitolo, che ricorda vagamente lo sketch dell’attore fuori fuoco in Harry a pezzi di Woody Allen - che finiscono però per essere detonati proprio dalla ricerca estenuante e platealmente dichiarata di stupire, di farla ancora più grossa, di abbracciare il politicamente scorretto a ogni costo. Lo stupore si fa così routine, inciampando nell’autogol di un finale tanto prevedibile quanto puerile. Buon supporto è dato, ad ogni modo, dall’ottimo cast corale - su tutti Paolo Sassanelli, Giulia Michelini e Massimo Poggio - e da una regia che non ha paura di rischiare, saltellando da un grandangolo all’altro e riuscendo a immergere Roma dentro all’immaginario zombie di una città oltre la fine, costellata da morti viventi, vampiri e mostri di ogni genere mascherati da affidabili professionisti. Giorgio Federico Mosco

IL GRANDE SALTO

Origine: Italia, 2017 Produzione: Alessandro Carpigo, Bruno Frustaci per Sunshine Production Regia: Giorgio Tirabassi Soggetto e Sceneggiatura: Giorgio Tirabassi, Daniele Costantini, Mattia Torre Interpreti: Ricky Memphis (Nello), Giorgio Tirabassi (Rufetto), Marco Giallini (Capo Rom), Roberta Mattei (Anna), Valerio Mastandrea (Impiegato Poste), Gianfelice Imparato (Aldo), Paola Tiziana Cruciani (Maria), Lillo (Ghigo), Cristiano Di Pietra (Luchetto), Mia Benedetta (Giovanna), Salvatore Striano (Ciletta), Federica Carruba, Toscano, Liz Solari Durata: 94’ Distribuzione: Medusa Film Uscita: 13 giugno 2019

Rufetto è un piccolo delinquente che ha appena scontato quattro anni di galera. Insieme all’amico inseparabile Nello cerca di rimettersi in carreggiata. Con l’intenzione di fare un grosso colpo, i due si recano da Ghigo, titolare di un’officina per auto che vende armi. Nello compra una pistola. I due partono per rapinare un ufficio postale ma, arrivati sul posto, scoprono che non ha ancora aperto.

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Rufetto è sposato con Anna dalla quale ha avuto un figlio, Luca. I tre vivono a casa dei genitori di lei che detestano Rufetto considerandolo un fannullone e un fallito. La coppia va a vedere una casa in costruzione ma non possono permettersela. Poco dopo Rufetto dice a Nello che gli servono 30.000 euro per comprare casa e che per loro è ora di fare “il grande salto”. Disperato, un giorno Rufetto ruba i gioielli della suocera e li impegna per 500 Euro. A Cinecittà assoldano

u i r n n d p p p p d d u s t a n t u u c t v A m c

t v p m n t c l t l a b n p l c d n d r d c c t c i a n


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