Film n. 13 gennaio/marzo 2020

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di Ruth Zylberman

I BAMBINI DI RUE SAINT-MAUR 209 Nel palazzo di rue SaintMaur 209 una madre racconta la favola dei tre porcellini. Secondo il censimento prima dell’occupazione tedesca l’edificio ospitava trecento inquilini, un terzo dei quali ebrei. Tra questi Odette Diamant, adesso a Tel Aviv abbozza uno schizzo del palazzo e mostra una foto di famiglia, ricordando con nostalgia un’infanzia viziata. Ruth, la regista, aggiorna la topografia dello stabile con le prime informazioni raccolte tra foto segnaletiche e schede d’archivio. Albert Baum attraverso dei modellini ricostruisce la sua casa e la quotidianità operaia. Mostra una foto di famiglia, il pugno alzato dello zio Albert è scarabocchiato, per esorcizzare ritorsioni poliziesche nei mutati tempi politici. Lontano da Parigi Janine Dinanceu lotta con i ricordi, il padre ammirava Pétain e litigava col figlio e i vicini per ragioni politiche opposte. Berthe Rolider tramite Skype mostra da Melbourne le foto dei genitori. Momenti e dettegli delle esistenze degli attuali abitanti, disegni di bambini, intimità dietro le finestre. Miquette è la nipote della portinaia, una figura istituzionale. Nel suo fiorito soggiorno ricorda le compagne di gioco, tra cui Margherite, deportata. Nei sotterranei dell’edificio alcune scritte e disegni del passato, questo viene proiettato sulle facciate interne del cortile attraverso filmati d’epoca. Alle immagini si accompagna una cronaca orale degli avvenimenti del palazzo - nascite, matrimoni, l’inizio della guerra e le deportazioni - condotta dalla regista e dalle testimonianze degli ex inquilini. I rovinosi lasciti del passato concretizzano e personalizzano le immagini dei filmati d’archivio negli

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oggetti simbolo dei protagonisti (la macchina da cucire, un manichino...) disposti in una stanza fuori dal tempo. La cronistoria non si arresta, la schedatura degli ebrei attraverso l’obbligo dell’autodenuncia porta ad arresti e deportazioni, come il padre di Berthe. Le attività lavorative sono arianizzate. Sura perde la drogheria, Isaac perso il ristorante si unisce alla resistenza, Albert racconta le sue piccole missioni come il lancio di volantini. La stella come segno discriminatorio marchia vestiti, esistenze e sguardi. Corridoi, porte e scale del palazzo sono invase dalle testimonianze del rastrellamento conclusosi con 17 arresti. Quel giorno lo ricorda bene un bambino di un anno e mezzo, che dieci anni dopo in sogno rivivrà quei momenti. Il campo di Pithiviers è l’anticamera della deportazione, per Albert il distacco dai genitori segnò l’inizio di una nuova vita, da lì Odette ricevette l’ultima lettera dal padre. I Dinanceu nonostante il figlio collaborazionista e la Muta, una vicina delatrice, ospitarono Therese, il cui marito ha letto e registrato su audiocassette i ricordi della moglie. Tra i 52 deportati c’è Daniel Szulc, appena tre anni, non ci sono notizie su di lui, Henri Ossman ne aveva quattro quando fu lasciato a un’organizzazione clandestina, adesso vive in America. Dopo un’infanzia difficile vissuta tra più famiglie, non riesce a ricordare niente se non il rumore dei colpi dal soffitto, che minacciavano la delazione. Jacques e René Goldsztajn guardano di spalle le foto dei genitori, divisi dalla prima infanzia non ricordano niente, l’artefice della riunione fu il maggiore Pierre, adesso 59

Origine: Francia, 2017 Produzione: Paul Rozemberg, Céline Nusse per Zadig Productions, Arte France Regia: Ruth Zylberman Soggetto e Sceneggiatura: François Prodromidès, Ruth Zylberman Durata: 101’ Distribuzione: Lab 80 Film Uscita: 24 gennaio 2019

deceduto. Durante la deportazione il minore fu aiutato da una vicina, Sonia, e dalla portinaia, Miquette era presente e ricorda il momento dell’affidamento. Alcuni inquilini del dopoguerra ricordano le storie dei vicini. Il poliziotto che avverti i Diamant di una retata. L’ombrosa Sonia, membro della resistenza, che tornò da Auschwitz. La minaccia di morte del padre Dinanceu al figlio collaborazionista, qualora avesse denunciato i bambini che nascondeva. Odette ricorda il dopoguerra e, come Albert, trova la casa occupata. Henri, dall’America visita il palazzo, con lui tutti i sopravvissuti e i loro familiari si ritrovano nel cortile per un confronto liberatorio, iniziando un doloroso percorso di riappropriazione della memoria. Albert racconta di quando prese di nascosto e perse nel bosco il coltellino del padre e di come lo ritrovò dopo la deportazione. Distribuito in Italia da Lab 80 in occasione del Giorno della Memoria, I bambini di Rue SaintMaur 209 è un documentario di

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